UN CASUS BELLI PER GENTE PUGNACE E NON FACILMENTE COLONIZZABILE

Buon pomeriggio a voi amici di Ascoli. Il tema odierno è di grande attualità. Circondati come siamo da un mondo ostile e disegnato appositamente per farci ammalare, per farci star male, persino per farci scomparire o ridurci di numero, il minimo che possiamo fare è organizzare una difesa a oltranza. In ogni stato di belligeranza occorre identificare i nemici, conteggiare i loro strumenti bellici da un lato, e valutare la nostra capacità di far fronte ad essi dall’altro


ROMA IMPREGNATA DELLE GRANDI CULTURE CHE L’AVEVANO PRECEDUTA

Roma non era semplicemente città imperiale capace di sottoporre al suo controllo territori e genti, imponendo la sua lingua e la sua dura legislazione. Era anche culla mondiale di civiltà, avendo essa raccolto e coagulato in se stessa le cose migliori espresse dalle precedenti esperienze millenarie egiziane, assiro-babilonesi, greco-persiane.



COS’ERA LA SALUTE PER I ROMANI

Salute per Roma significava circolare velocemente e con sicurezza, ecco il motivo di tante strade e di tanti ponti. Salute per Roma significava capirsi in modo chiaro e non come a Babilonia, per cui il latino era lingua imposta in ogni centro ed in ogni provincia annessa. Salute era disporre di acqua corrente, di terme e di vespasiani, di stadi e di palestre. Salute era sapersi mantenere in ottima forma fisica, mentale e spirituale senza l’ausilio di pozioni strane, di maghi, di guru, di fattucchieri e di medici. Soprattutto di medici, vietati espressamente per legge, al pari dei loro farmakon, ossia dei loro veleni.

2500 ANNI SENZA L’OSSESSIONE E L’ACCANIMENTO DELLA MEDICINA

La Caput Mundi seppe dunque vivere sana e potente senza ombra di medico per 700 anni di fila, nel momento del suo più alto splendore, proprio quando le arti mediche erano rigorosamente proibite per legge. Questa concomitanza tra acme di splendore e assenza di medicus, non era affatto casuale. Gli antichi romani erano dunque tenuti a vivere con coscienza e con sobrietà. Troppi templi portavano ancora la scritta “Conosci te stesso”, per poter rinunciare alla comprensione di se stessi, per abdicare alla propria salute affidandola a qualcuno che si vantasse di capacità guaritive o divinatorie. Dal momento in cui tale legislazione anti-medica si attenuò, trascorsero altri 1800 anni a corto di medici, o in regime di tolleranza verso i medici. Grazie anche alla Scuola Medica Salernitana, che era nota e stimata in tutta Europa, mantenendo essa in auge i saggi principi di Pitagora, di Ippocrate, di Asclepiade e di Galeno. Conti alla mano, 700 anni di medicus-divieto e 1800 anni di medicus-tolleranza. Come dire 2500 anni senza il tormento e l’accanimento della medicina. Dunque è provata dalla storia una cosa fondamentale, e cioè che si può vivere benissimo senza sentirsi addosso l’ossessionante ronzio dei medici.

COSA SI INTENDE PER NATURA

Ippocrate aveva fissato principi inequivocabili tipo “La Natura è Sovrana Medicatrice di tutti i mali”. La natura, non il farmakon e non il medico. Aveva pure enunciato un eloquente “Primo non nuocere”. Cos’è di più nocivo al mondo se non togliere serenità e tranquillità alle persone? Cos’è di più nocivo ed ammalante se non lo spaventare, il terrorizzare, il ricattare, il dire “se non fai questa operazione ti succede quello, se non prendi questo farmaco ti accade quell’altro?”, Oppure: “Se non prendi la tachipirina, la febbre va a 45 e ti scoppia il cervello?”

A ROMA SI CONOSCEVANO I PRINCIPI DELL’HYGIENE 2000 ANNI PRIMA DI HERBERT SHELTON

Asclepiade (100 AC) che, da grande anticipatore igienista e da ispiratore della futura Scuola Medica Salernitana, mise in evidenza tre principi-base: A) L’importanza delle cause a monte (non accontentarsi delle facili apparenze sintomatiche e di guardare fino al proprio naso, ma di andare più a fondo). B) L’importanza del terreno, cioè del corpo e di come il corpo vene usato. C) L’irrilevanza dei sintomi, poiché tutte le malattie hanno la stessa matrice tossica.

MARCO AURELIO SI LEGGE TUTTORA

Mai ci fu tanta salute, tanta padronanza di se stessi, tanta igiene naturale, tanto benessere psico-fisico, sulla faccia del Pianeta Terra, con ogni persona portata, indotta e costretta a conoscere se stessa, a non delegare la propria salute a nessuno, con diversi imperatori pronti a dare il buon esempio. “Medicus curat, natura sanat”, era uno dei proverbi latini più in voga, a dimostrazione che i romani non erano interessati a cure mediche ma alla salute naturale. Tipico il caso di Marco Aurelio Antonino Antonino (121-180 d.C), capace di lasciarci dei testi di igiene tuttora letti e in auge presso i maggiori studiosi mondiali di longevità e di salutistica.

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La medicina a Roma – Breve storia della medicina 


La medicina a Roma –  Plinius Caecilius Secundus (Como 23 d.C.- Stabiae 25 agosto 79 d.C.), conosciuto  con il nome di Plinio il Vecchio, nella sua monumentale opera scientifica “Naturalis historia”, scrive che per i primi seicento anni della sua esistenza, Roma non ebbe medici
Anticamente, il “civis romanus” disprezzava l’arte medica come professione e chi la praticava, perché a pagamento. L’attività sanitaria veniva esercitata esclusivamente in privato dal “pater familiae” su tutti i componenti della sua famiglia allargata (moglie, figli, schiavi), con metodi empirico-naturali (uso di erbe, minerali e pratiche tradizionali), riti e formule magiche. A tali sistemi si affiancava anche una medicina teurgico-sacerdotale, professata nei templi dedicati alle divinità preposte alla salute.

Dipinto su vaso dell'antica Grecia, che mostra un medico (iatros) che salassa un paziente. | via Wikipedia 
Il salasso è una delle più antiche pratiche mediche, essendo stato praticato in diversi popoli antichi, tra cui gli abitanti della Mesopotamia, gli Egizi, i Greci, i Maya, e gli Aztechi. In Grecia, il salasso era in uso nel periodo di Ippocrate, che cita il salasso ma che in generale si affidava a tecniche dietetiche. Erasistrato, comunque, teorizzò che molte malattie fossero causate da pletore, cioè eccessi, nel sangue, e consigliò di trattare queste pletore inizialmente con l'esercizio, il sudore, la riduzione di alimentazione, e il vomitoErofilo era a favore del salasso. Arcagato, uno dei primi medici greci a praticare a Roma, utilizzò ampiamente il salasso.



A partire dal III sec. a.C. (con la corrente innovativa suscitata dall’Ellenismo) e con la conquista della Grecia (divenuta provincia romana dal 27 a.C.), si cominciarono a vedere in giro per Roma i primi medici di professione.

Medici provenienti principalmente da quella regione del Mediterraneo, che svolgevano a pagamento la loro arte con metodi razionali e che avevano un bagaglio di esperienza e di nozioni frutto di anni di lavoro e di studio.
La loro attività non ebbe vita facile: a stento, e solo col tempo, riuscì ad essere accettata e a penetrare nelle abitudini dei romani. Furono soprattutto i più ricchi, che iniziarono a rivolgersi ai professionisti, anche perché avevano i mezzi per pagare gli onorari di quelli più bravi. In genere però la medicina, intesa come arte basata sulla scienza, convivesse lungamente con il disprezzo e la diffidenza della gente comune. Nell'antica Roma, le pratiche curative di carattere religioso, magico, empirico e domestico,  costituivano il bagaglio culturale e cultuale della comunità.
E' proprio a Roma che, in particolare, si evidenziò con la medicina  la grande dicotomia sempre esistita tra le sue classi economico-sociali. 


Per tutti i secoli della durata del suo Impero,  mentre i nobili e i più abbienti finirono col convincersi della migliore efficacia dei servigi offerti dai medici razionali (alcune famiglie arrivarono ad acquistare schiavi medici, o a provvedere all’istruzione di quei servi che mostravano di possederne le capacità; altre affrontavano senza batter ciglio onorari spesso proibitivi di professionisti famosi), alla gente più povera o meno colta restava solo il rivolgersi a quei terapisti improvvisati, praticoni e ciarlatani, senza preparazione e attendibilità di cui Roma era piena (era facile a Roma millantarsi medico e, con un’istruzione inesistente o approssimativa, aprire una “taberna medica”, cioè un ambulatorio), oppure rivolgersi alle divinità in attesa speranzosa e fatalistica di una grazia miracolosa.

I numerosi “ex voto” provenienti dalle favisse (depositi dei templi dedicati agli dei preposti alla salute, quali Esculapio, Minerva Medica, Giunone, Apollo, per nominarne alcuni), che riempiono molte delle vetrine dei musei archeologici moderni, dimostrano la grande diffusione culturale di tale atteggiamento fideistico. Va precisato che l’importanza data all’intervento divino in tutti i fenomeni della vita era una caratteristica comune e presente in tutte le classi sociali dei romani (assai religiosi e anche superstiziosi): pertanto, anche per ciò che riguardava la salute e malgrado la maggiore razionalità propria dei ceti più elevati, esisteva, in tutti e sempre, uno spazio di rispetto e credibilità destinato a poteri religiosi o arcani.
I primi medici che arrivarono a Roma non erano uomini liberi: con la conquista della Grecia, molti medici stranieri (uomini e donne) vennero presi prigionieri per essere venduti come schiavi. Inoltre, data la crisi economica determinatasi nelle loro regioni originarie a causa del cambiamento politico epocale, molti medici stranieri si vendevano, di loro iniziativa, per poter raggiungere Roma con la prospettiva di riuscire a guadagnare molto danaro e, in seguito, essere in grado di ricomperare la propria libertà. I primi medici furono, perciò, “servi medici”: cioè schiavi che possedevano quel particolare bagaglio di conoscenze e capacità che li distinguevano dagli altri servi, e in virtù del quale riuscivano ad acquisire privilegi, indipendenza e libertà di movimento. Si trattava di schiavi particolarmente preziosi, con cui di frequente i padroni finivano con lo stabilire rapporti affettivi e di fiducia e spesso accadeva che provvedessero essi stessi, spontaneamente, alla loro emancipazione.

L’attività medica in Roma, quindi, anche se inizialmente disprezzata proprio perché esercitata da persone di condizione servile, dimostrò di fruttare danaro a chi l’esercitava, e la possibilità di fare fortuna a chi riusciva a crearsi notorietà e prestigio professionali.

La crescente consapevolezza nella società della migliore attendibilità dei metodi scientifici rispetto a quelli tradizionali, indusse Giulio Cesare a favorire l’immigrazione dei medici, concedendo la cittadinanza romana a tutti coloro che esercitavano in Roma.

Anche Augusto diede a tali professionisti particolari privilegi, ed assicurò a se stesso e alla sua famiglia la presenza continuativa di un sanitario, con il titolo di “medico della casa di Augusto”. 

Gli Imperatori che seguirono, attribuirono loro molti altri vantaggi, tra i quali l’esenzione dalle imposte e dal servizio militare; assunsero anche medici personali, creando la figura dell’ “Archiater Sacri Palatii” e, col tempo, valutarono politicamente utile assegnare medici ad ogni regione, per assicurare un servizio pubblico di assistenza sanitaria anche alle persone più povere. Ebbero pure medici propri le imprese pubbliche: come i teatri, le palestre dei gladiatori.

La medicina a Roma – Un medico, venuto a Roma ai tempi di Pompeo Magno e divenuto celeberrimo fu Asclepiade, i cui scritti sono citati da Plinio, Celso, Galeno e Celio Aureliano. Egli fu medico di Crasso e di Cicerone. Accumulò un’enorme fortuna con i proventi della sua professione. Si racconta che sia divenuto famoso quando durante un funerale seppe riconoscere nel defunto un caso di catalessi e riuscì a risvegliarlo. La gente gridò al miracolo e il clamore di tale episodio ebbe vastissima eco.

I metodi curativi di Asclepiade, seguace di Epicuro, si basavano sul principio di una condotta di vita salutare: diete, ginnastica, passeggiate, corse, idroterapia e movimento del corpo in genere all’aria aperta. Con lui ebbe inizio la fortuna delle palestre, delle terme e dei bagni in acque termali. Fu anche un medico di grande finezza clinica e pratica, che, con un’intuizione che lo avvicina molto a concetti propri dell’epoca attuale, fondava le sue terapie non solo sulla base dell’osservazione attenta dei sintomi, ma anche sullo studio delle circostanze ambientali del malato, considerando parte integrante della cura il favorire situazioni di benessere e felicità psico-fisica quali il godimento della musica o di altre cose gradevoli e rasserenanti.


Famosissimo divenne Claudio Galeno (Pergamo 129 d.C.- Roma 200 circa). Egli studiò a Smirne, a Corinto e ad Alessandria nella scuola di anatomia. Fu nominato medico dei gladiatori. L’Imperatore Marco Aurelio lo chiamò a corte nel 169. A Roma ebbe modo anche di affermarsi con grande successo. Fondò una scuola di anatomia.

Galeno impose la sua autorità scientifica su tutte le specializzazioni mediche. Le sue teorie furono considerate una base dogmatica e indiscutibile almeno fino al VII secolo.

Fu, inoltre, un grande farmacologo: la sua farmacopea comprendeva 473 piante medicinali, che egli raccoglieva personalmente, e che scopriva, specie durante i suoi viaggi. Preparava da sé i farmaci. Studiò le proprietà delle piante e le sue osservazioni costituiscono ancora la base dell’odierna farmacologia galenica.




I medici di quell’epoca avevano a loro disposizione solo le conoscenze scientifiche e le teorie degli studiosi che li avevano preceduti, il proprio intuito e una meticolosa attenzione nell’osservare i sintomi del paziente. Non disponevano delle certezze fornite dalle tecnologie moderne. Malgrado ciò, furono capaci di diagnosticare un numero notevole di malattie e trovare valide terapie.

Si crearono molte specializzazioni, sulla base degli studi a cui i medici indirizzavano il loro particolare interesse.

Vi furono medici specializzati nelle malattie infettive, che a Roma costituivano una delle più ricorrenti cause di morte, specie nelle classi più umili della società. Polmonite, meningite, difterite, tifo, le varie forme di tubercolosi, malattie contagiose in genere, trovavano nelle condizioni ambientali (abitazioni inidonee e sovraffollate, scarsa disponibilità di acqua e, quindi, di igiene, alimentazione inadeguata) terreno fertile per diffondersi, trasformandosi spesso in epidemie.

Numerosi furono in tutto l’Impero gli oculisti, i disturbi e le malattie degli occhi erano molto frequenti.
Vi furono chirurghi odontoiatri, la cui scienza e capacità derivavano dalle scuole e dalle esperienze degli Egizi, dei Fenici, dei Greci, e degli Etruschi, e vi furono anche medici chirurghi di ogni altro tipo. L’attività di tutti costoro, in assenza degli anestetici e dei metodi meno invasivi odierni, era sinonimo di tortura e di macelleria. Gli strumenti da essi utilizzati sono in mostra  nei musei archeologici e, al solo vederli, non si può fare a meno di rivolgere un pensiero di umana commiserazione nei confronti dei malcapitati che ne dovettero provare l’uso su di sé.
Ad una potenza sostanzialmente militare come quella di Roma, non potevano mancare, assegnati ad ogni unità organizzativa dell’esercito, medici e chirurghi specializzati che ne dovevano assicurare la necessaria efficienza e, in particolar modo, il superamento delle inevitabili emergenze causate dai combattimenti.

Numerose furono le donne che si occuparono di attività sanitarie. Molte a livello empirico: persone che conoscevano le virtù delle erbe e le somministravano ai loro clienti; altre esercitavano nel campo specifico della ginecologia, come le levatrici e le ostetriche che assistevano le donne nella gravidanza e nel parto.

Vi fu anche un gran numero di donne medico, specializzate principalmente in ginecologia e ostetricia. Ma se ne possono annoverare pure molte altre che si dedicarono a campi scientifici diversi. Plinio il Vecchio riporta i nomi di Salpe di Lemno come valente oculista e Olimpia di Tebe, come nota ginecologa. Famosa fu una certa Cleopatra (II sec.d.C., vissuta a Roma), che scrisse un trattato “De Geneticis” sulla ginecologia, sulla dermatologia e sulla cosmesi, molto utilizzato almeno fino al VI secolo. Però tale opera, essendo stata più volte ricopiata, in seguito finì con l’essere confusa con altre e attribuita ad autori diversi da lei, ovviamente uomini.

Lo stesso accadde ad Aspasia, che scrisse un testo sulle malattie femminili, ormai perduto, e che, col tempo, fu invece attribuito ad un uomo di nome Aspasio.


L’attribuzione a uomini di alcune opere di valore: mediche, scientifiche o altro, nei sistemi patriarcali non è un fatto così eccezionale o accidentale. Una spiegazione nella logica del loro “indiscutibile” assioma sull’inferiorità femminile, il quale crea grande difficoltà e, spesso, il rifiuto a riconoscere in genere intelligenza, capacità e meriti alle donne; in modo particolare, poi, quando questi si dimostrano molto elevati, come negli ambiti di maggiore prestigio ed eccellenza, quali possono essere le varie branche della scienza e della ricerca o di coraggio nel caso di altre imprese.

Le società patriarcali, in simili riconoscimenti vedono vacillare l’impalcatura dei pregiudizi accumulati col tempo a giustificazione della loro misoginia e, quindi, messa in discussione l’esclusività dei valori da esse posti a base dell’identità e del prepotere maschile e ciò si verifica ancora in troppi Paesi.
Nella cultura occidentale questo fenomeno “sembra” far parte in buona parte del passato, ma per millenni è stata una storica, pesante realtà, sino a tempi recenti.



Nel video: ricostruzione di una giornata nella casa di un ricco medico dell'antica Roma con rievocazione di un intervento chirurgico su un ferito, recitato interamente in greco e latino. Esposizione di erbe medicinali e offerte votive al dio Tiberino. Evento realizzato all'interno del Museo della Civiltà Romana, a Roma.




D&G uomo: sarà forse alta sartoria "GAIA" però più artistica di altre sfilate aberranti americane imposte dagli Illuminati

 

D&G uomo: sarà forse alta sartoria "GAIA" però è sicuramente più  artistica di altre sfilate aberranti americane imposte dall'agenda dagli Illuminati.





Febbraio 2021 | Avvocato Gabriella Filippone | Rassegna notizie on line e pensieri e commenti miei o di altri. La rassegna stampa è una sintesi e fornisce i riferimenti dell'articolo (testata, autore, titolo)




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Video pubblicato da Fashion Feed il 27 novembre 2019 su You Tube

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ANCHE I PAZIENTI HANNO LE LORO COLPE

D’accordo, chi si ammala ha i suoi bei torti. Gli dà fastidio non la sua abitudine alimentare perversa ed intossicante, ma il dolorino, l’emicrania, la candida, la tiroide ballerina, l’adipe, il sovrappeso, l’impotenza. Per pazienti di questo tipo, non è casuale che esista una medicina di questo tipo, ossia una medicina che se ne strafotte della malattia causante e che punta tutto sulla eliminazione rapida del sintomo, della spia rossa, del lato appariscente della patologia.

A ROMA ESISTEVA IL DIVIETO D’ESSERE MEDICI, OGGI VIGE IL DIVIETO D’ESSERE SANI

In Roma antica vigeva il divieto di esistere per la medicina, ed era dunque obbligatorio aver buona cura di se stessi, essere sani e in forma. Oggi, al contrario, i medici dilagano e vige il divieto per la gente di essere sani. Per trovare poi un singolo igienista devi mandare in giro Diogene con la lampada accesa in pieno giorno! In una recente indagine americana il 77% della popolazione ha affermato di credere all’utilità dei farmaci. Forse anche perché, in America, ognuno ha in tasca azioni della Pfizer e della Glaxo, visto che sono proprio le multinazionali del farmaco a tenere a galla la borsa di New York.

RISPETTARE LA NATURA SIGNIFICA RISPETTARE LE LEGGI ETERNE

L’hygiene è basata su una riverenza assoluta verso il Creatore e verso la Natura, su un religioso rispetto per il corpo e l’anima, sulla buona coscienza, sul buon senso, sui buoni principi. L’hygiene è basata su leggi scientifiche, precise ed eterne. La legge di causa ed effetto, la legge dello squilibrio e del riequilibrio (ossia del gioco salute-malattia), la legge dell’intossicazione e della crisi detossificante-eliminativa, la legge del minimo (la legge della catena, che è forte tanto quanto il suo anello più debole), la legge della saggezza intrinseca corporale (per cui il corpo non va mai contro se stesso, ma tende ad auto-guarire, non appena gli vengano date le possibilità di farlo).

È L’ANELLO PIÙ DEBOLE A DETERMINARE LA FORZA DELLA CATENA

Posso avere in una catena 100 anelli indistruttibili di acciaio inox, ma se uno solo di essi è fatto di latta, la catena si spezzerà sempre e solo in quel punto. Tutti così pronti ad ossessive e inutili prove del sangue, per sapere se c’è carenza di questo minerale o di quella vitamina, ignorando che esiste la legge del minimo, per cui se manca la presenza, magari irrisoria, del manganese e del rame, ogni aggiunta di ferro non risolve ma aggrava il problema.

GLI ASPETTI VISIBILI E TOCCABILI DELLE COSE

Pensiamo forse che le nostre perdite di auto-stima non vengano registrate sul monitor generale? Crediamo forse di essere solo mossi e toccati dagli aspetti visibili e materiali delle cose? Ma questa è stupidità manifesta. Ce l’ha insegnato Giordano Bruno, prima di essere messo al rogo a Campo de’ Fiori, nel febbraio del 1600.

L’ANELLO PIÙ DEBOLE RIMANE QUELLO SPIRITUALE

Ecco pertanto la necessità assoluta di rivolgere le nostre attenzioni al nostro punto fragile, al nostro punto di rottura. Ma nelle analisi mediche, per un valore che si cita ce ne sono 100 che si tacciono. L’anello più debole della nostra catena è, assai spesso, quello spirituale, quello morale, quello etico. E nessuna prova del sangue è in grado di evidenziare valori fondamentali quali il rispetto per noi stessi e per tutti gli altri, il benessere, l’armonia, la serenità.

LA CURA DELLA NON CURA

Dalle premesse, è facile capire perché l’igiene naturale, di matrice naturalistica, pitagorica ed ippocratica, abbia scelto come suo sistema terapeutico la cura della non-cura, la cura della non-interferenza, la cura della armonizzazione e del rispetto verso il sistema immunitario. L’hygiene prende cura olistica del paziente come persona, osservando i sintomi e le spie rosse, ma curando soltanto e soprattutto gli stili di vita intossicanti, serrando il famoso rubinetto esterno dei veleni, deattivando insomma la vera causa di malattia, e aprendo nel contempo il rubinetto degli scarichi interni, quello che include il digiuno, la frutta, le chelazioni naturali, l’astinenza dalle micidiali proteine animali, e tutte quelle cose che, strano ma vero, indispongono ed indispettiscono l’apparato sanitario.

LA MEDICINA MODERNA SI STA FACENDO ODIARE

Ci sono medici e medici. Occorre fare le debite distinzioni. Basilarmente però, la medicina moderna sta facendo di tutto e di più per farsi odiare, per mandare la sua reputazione sotto i tacchi. La medicina è oggi fortemente venale, oltre che politicizzata. Si è instaurata in pianta stabile nella stanza dei bottoni, con arroganza demoniaca, con piglio autoritario e dittatoriale. La medicina impone i suoi diktat militarmente a livello internazionale. La medicina è strettamente alleata con Big Pharma e con le due famiglie più potenti e pericolose del pianeta che sono i Rothschild e i Rockefeller.

OGNI CITTADINO DEV’ESSERE CONTROLLATO E MARCATO A VISTA

La medicina è collusa con le multinazionali del farmaco, del vaccino e dell’integratore, con le multinazionali dell’alimento devitalizzato, con le multinazionali dei caseifici e dei macelli, con le multinazionali dei pesticidi e degli Ogm. La medicina è invischiata nelle epidemie inventate ed ingegnerizzate, nelle aviarie e nelle suine, nell’Aids e nel Papilloma, in tutti gli attentati che vengono propinati in continuazione all’umanità col fine di non darle tregua. La medicina moderna è più che mai neo-pasteuriana. La medicina moderna non è più, se mai lo è stata, garanzia di salute, di tranquillità e di benessere. La medicina moderna non è alleata ma è nemica dell’uomo. La medicina moderna spaventa i pazienti al fine di doparli, operarli e trapiantarli.

UNA SERIE INFINITA DI CONTRADDIZIONI

La medicina addensa-acidifica-infiamma il sangue degli uomini da un lato, con le sue diete alto-proteiche e coi suoi farmaci, e dall’altro lato prescrive eparina di maiale per fluidificarlo, minerali basici inorganici per alcalinizzarlo, e farmaci anti-infiammatori per disinfiammarlo. Carica l’organismo umano di metalli pesanti con le vaccinazioni (mercurio, nickel, alluminio), e cerca poi di ripescarli con le chelazioni. Ingrossa e ipertrofizza i fegati con i salumi, i grassi animali e l’alcol, per procurarsi le epatiti A-B-C-D-E . Provoca ritenzione idrica con sali, zuccheri, caffè, cadaverina, farmaci, vaccini e integratori, per procurarsi dialisi, diabete e cure insuliniche.

LA MEDICINA SOVRANA NEL DISTRIBUIRE ANSIA, MALESSERE E SOFFERENZA


Cecco Angiolieri - Fabrizio De Andre - S'i fosse foco





Fabrizio de Andre - 1968 S'i' fosse foco, ardere' il mondo; s'i' fosse vento, lo tempestarei; s'i' fosse acqua, i' l'annegherei; s'i' fosse Dio, mandereil'en profondo; s'i' fosse papa, serei allor giocondo, ché tutti cristïani embrigarei; s'i' fosse 'mperator, sa' che farei? a tutti mozzarei lo capo a tondo. S'i' fosse morte, andarei da mio padre; s'i' fosse vita, fuggirei da lui: similemente faria da mi' madre, S'i' fosse Cecco, com'i' sono e fui, torrei le donne giovani e leggiadre: le vecchie e laide lasserei altrui.

Cecco Angiolieri (1257-1312)



La medicina, legata al carnelattismo e ai brodi ospedalieri, rovina gli intestini e disbiosizza i colon per procurarsi le ileiti e le rettocoliti, sballa i sistemi endocrini per procurarsi le tiroiditi. La medicina che si attribuisce clamorose guarigioni? È soltanto penosa opera millantatoria. Non esistono al mondo guarigioni, ma solo auto-guarigioni. E si hanno allorquando, nonostante le interferenze mediche, il sistema immunitario trova modo di aggiustare le cose. Non è oggi la natura a regnare sovrana, come voleva Ippocrate, ma la medicina moderna. Sovrana nel propagare e nel vendere malattia, sovrana nel distribuire a piene mani ansia, turbamento, malessere e sofferenza.

PILOTI IGNORANTI ALLA GUIDA DI UNA MACCHINA SCONOSCIUTA

Certo, la gente si ammala soprattutto per colpa sua. Succede ai migliori, figurarsi alle persone medie e mediocri, quelle che tendono a commettere 50 attentati al giorno contro un proprio corpo.

L’INESORABILE MECCANISMO INTOSSICATIVO

L’organismo si intossica in modo inesorabile e progressivo, giorno dopo giorno. Le cause? Poca aria, spesso viziata, condizionata, ionizzata, sovra-riscaldata, respirata poco e respirata malePoco movimento e vita sedentaria davanti a televisione e computer. Poco sole e vita all’ombraCibo sbagliato, sintetico, cotto, alto-proteico, e costante putrefazione del sistema. Sale, zucchero, integratori e ritenzione idrica. Pigrizia metabolica e linfatica, per cui tutto va dentro facilmente ma non torna più fuori. Nemmeno l’acqua lo fa, figurarsi le brodaglie e i cibi-spazzatura, morti e devitalizzati.


UNA ACCUMULAZIONE TOSSICA A LIVELLO DI TOTAL BODY WATER

Si ha pertanto una accumulazione tossica che, nel 95% dei casi prende l’intestino e gli organi collegati, oltre che il TBW o total body water. TBW costituito da 6 litri di sangue movimentati dalla pompa cardiaca, 12 litri di linfa movimentata solo dalla nostra attività fisica, 24 litri di liquido acqueo funzionale e interstiziale, inclusi lacrime, materiale spermatico, materiale lubrificante vaginale, movimentato dall’acqua biologica che diamo al corpo, dalle emozioni intense e dall’interesse erotico che si nota più per la sua assenza che per la sua presenza.

COSTIPAZIONE MADRE DI TUTTE LE MALATTIE

Costipazioni, putredini, miasmi e retto-coliti, lupus e sclerosi sono oggi all’ordine del giorno. Costipazione significa un blocco funzionale e un freno a mano tirato all’interno del sistema, un temibile impigrente del sistema linfatico, un rallentatore del metabolismo cellulare. Cos’è la costipazione se non uno stato in cui il colon non è perfettamente pulito da materiale fecale. L’essere umano non può permettersi di curarsi esternamente con creme, profumi e colonie, ed essere nel contempo una latrina in movimento e una tomba cimiteriale viaggiante.

FLORENCE NIGHTINGALE E LE MENTI DEBOLI DELLA MEDICINA

La dottrina delle malattie specifiche, delle malattie nemiche e contagiose, è il rifugio delle menti deboli della medicina”, avvertiva la grande dottoressa londinese Florence Nightingale (1823-1910). “Non sono forse fattori come l’aria pura e la pulizia interna da un lato, o l’aria viziata e la sporcizia intestinale dall’altro, a determinare la situazione del corpo?”, “Non è forse il continuo vivere sbagliato che porta ad ammalarsi di tutte le possibili ed immaginabili malattie?”, “Non sono forse le malattie reazioni naturali al vivere sbagliato della gente?”. Entrava negli ospedali e spalancava tutte le aperture e le finestre che incontrava sul suo cammino, mandando a quel paese i medici che osassero farle delle obiezioni.


LA DRAMMATICA SPORCIZIA INTERNA

Già Arnold Ehret (1866-1922), ricorda che la sporcizia interna dell’individuo medio è “qualcosa di inimmaginabile”. Il dr Robert Becker, nel 1938 conferma che le maggiori malattie a repertorio sono imputabili ad autointossicazione intestinale, e include cirrosi epatica, artriti e reuma, anemia perniciosa, dissenteria, fegato e milza ingrossati, dermatiti e lupus, insufficienza renale. Le patologie al colon sono le più diffuse. Su 41800 malati di tumore al colon, 290 hanno il tumore all’angolo destro (direzione fegato), 576 all’angolo sinistro (direzione milza), 3181 all’angolo del cieco, 5426 all’angolo del sigma e ben 32304 all’angolo del retto.

LA CONOSCENZA MEDICA ANTEGUERRA ERA SUPERIORE A QUELLA ODIERNA

Nelle sale di anatomia è comune non solo trovare arterie indurite dal colesterolo e dai minerali inorganici, dure più del cemento e a prova di martello, ma anche estrarre dal colon chili di materiale indurito simile a copertoni di pneumatico bruciato. Otto Einrich Warburg, nel 1930, sapeva sul cancro più di quanto se ne sappia oggi. Becker, nel 1938, sapeva su pancreas-fegato-reni più di quanto ne sappiano oggi  epatologi e nefrologi, con tutta la loro prosopopea su transaminasi, ALT e AST.

I TEST FONDAMENTALI DELL’IGIENE

Si può evacuare tutti i giorni. Importante che sia così ma non basta. Si può evacuare tutti i giorni ed essere nel contempo dei costipati cronici. Ecco l’importanza di un auto-esame attraverso il laboratorio più affidabile e sincero al mondo che è il proprio corpo, con la prova giornaliera dell’alito, della lingua, della vista, dell’udito, del respiro, dell’urina chiara, della testa libera, del battito regolare, della voglia di ridere, della voglia di farlo o di sublimare e canalizzare la spinta gonadica su sport, lavoro, religione o altre attività appaganti.

COME SI COSTRUISCE IL SANGUE GIUSTO

Certo che il sangue è basilare. Ad ogni digestione rapida e completa, dove si abbiano a disposizione i 400-600 metri quadri di superficie assimilativa (i due campi da tennis) con 4,5 milioni di villi ricettivi e non incollati tra di loro dalla caseina del latte vaccino, con 200 placche linfonodali immunitarie reattive ed in piena efficienza, si ottiene nuovo sangue fluido e sano. Al contrario, per ogni digestione lunga e difficile ci addensiamo il sangue, surriscaldiamo e congestioniamo la zona ventrale, anemizzando o dissanguando la pelle esterna e gli arti periferici, provocando le “iti”, le anomalie infiammatorie chiamate artriti, coliti, nefriti, epatiti, pancreatiti, tiroiditi

ANALISI USATE COME STRUMENTO DI PRESSIONE

Ho detto che una buona formula del sangue è basilare. Non è così per le analisi mediche del sangue, che dovrebbero essere in ogni caso materia medica riservata, non di routine ma di emergenza. Ma è proprio mediante le analisi che parte, si attua e si rafforza la dominazione medica, il complotto medico contro la salute. “Ti dimostro coi dati oggettivi, e con carta che canta, che sei malato e che hai valori fuori posto, per cui servono farmaci e cure mediche, o al limite operazioni chirurgiche, per normalizzare il tutto”, è la sentenza medica vincente.

IL MITO MEDICO DEI VALORI ENTRO IL RANGE

Ma la salute non consiste nell’avere necessariamente quei limitati valori a posto. I valori variano a seconda dell’ente che li emette, a seconda dell’ora, del giorno (cicli circadiani), del mese (bioritmi), dell’anno (ricambio cellulare globale). I valori riflettono pure condizioni temporanee e condizioni costituzionali. Trattasi sempre di flash istantanei che fotografano situazioni di quel momento, o situazioni eliminative, con dati da lavori in corso. I valori medici, insomma, sono i precursori strumentali della curomania!


UNA MEDICINA PRIVA DI VERITÀ MA RICCA DI POTERE LEGALE

La medicina resta comunque al momento dominatrice assoluta della scena terapeutica mondialeNon possiede nel modo più assoluto la verità, e tantomeno la formula risolutoria per risolvere alla radice e in modo definitivo i malesseri umani, ma ha la legge, la cultura popolare e le istituzioni  stanno dalla sua parte. L’atteggiamento medico nei riguardi dell’Hygiene? Ci schiva, ci ignora, ci irride, ci combatte, ci minaccia. Oscuramento blog, minacce di denuncia, accuse di ciarlataneria, di castroneria e di abuso di professione medica, sono ormai all’ordine del giorno. Una tigre di carta, la definirebbe Mao Tse-Tung. Lo scontro è comunque reale ed oggettivo.

DUE STRADE DIAMETRALMENTE OPPOSTE

L’igienismo punta dritto alla salute, a quello e solo a quello. La medicina invece sguazza, vive e prolifica nella malattia, con la malattia e per la malattia. Malattia significa business e auto sportiva in garage, mentre salute significa miseria e Fiat Cinquecento. Scegliere facoltà di medicina per un liceale significa puntare socialmente ed economicamente grosso, accettando vivisezione, carnivorismo spinto, cure invasive, cure sintomatiche, amicizie macellaie, collusioni farmaceutiche. Scegliere igienismo significa fare una scelta di libertà e di autostima individuale, ma socialmente precaria e penalizzante. Una scelta dai contenuti e dai metodi diametralmente opposti.

SOLO CON L’UMILTÀ, L’AUTOCRITICA E IL RIMETTERSI IN DISCUSSIONE, CI POTRÀ ESSERE UNA EVOLUZIONE DI TIPO COSTRUTTIVO E SALUTISTICO

Il problema non è la distruzione della medicina tout-court. Quello che c’è di buono e di indispensabile, di tecnico ed ingegneristico, va preservato e salvato. Quello che di essenziale e risolutore è stato appreso con l’esperienza, nelle emergenze e nel pronto soccorso, va preservato e salvato. Quando la medicina imparerà a crescere, a ridiventare umile, aperta e ricettiva, naturale e salutistica, si potrà riparlare di medicina igienistica o di igienismo medico, di medicina della salute e per la salute.

GRAZIE ALL’INTEGRATORE PUOI ANCHE ALIMENTARTI DA CANE

I nemici più acerrimi della salute umana, oggi come oggi, sono proprio la supplementazione e l’integrazione.  La gente può permettersi di alimentarsi da cani e di aggiustarsi (si fa per dire) con gli integratori, come faceva Atkins e come fanno Dukan, la Zona e gli illusionisti dei Gruppi Sanguigni.


SIAMO TUTTORA IN TRINCEA

Siamo dominati dalla falsità e dall’ipocrisia. Fin quando i cardiologi raccomandano le acque al magnesio, ignorando che il solo magnesio utile è quello delle mandorle, del sesamo, del miglio, del pistacchio e dell’avocado, oltre che delle tante verdure crude. Fin quando le riviste “Mente-Corpo Riza”, animate da spirito “auto-guaritivo”, propongono martellanti menu protettivi con zuppa di pollo a pranzo e 4 fettine di lombo di maiale a cena. Sappiamo di essere tuttora in trincea, a lottare fondamentalmente contro un branco di idioti, di deficienti, o comunque di corrotti.

LA CONGIURA E’ SEMPRE PIU’ ARROGANTE

Dirò di più, come sapete sono appena rientrato dall’Asia, per cui le novità non mancano. La congiura anti-umana si sta facendo sempre più malvagia e malefica. I monatti, visti gli strabilianti risultati, non si accontentano più. Già con l’Hiv e l’Aids stanno raccogliendo il massimo, in una insperata ripartenza del carrozzone monatto sull’enorme mercato asiatico. Hanno in mano la serie A, per dirla in termini calcistici, e reinvestendo i grossi profitti in nuove iniziative, stanno creando la serie B delle pestilenze, facendo dell’Aviaria una nuova carta vincente.

IL PREMIER CINESE LI KEQIANG ALLA TESTA DEL PESTILENZIALISMO MONDIALE

I giochi per l’Aids e L’Aviaria si sono spostati tutti nella zona operativa. I capi mondiali dell’operazione  non sono più Clinton, Gates e Obama. Persino il Bilderberg  pare stia perdendo di importanza strategica. Il capo della mafia medica mondiale sta diventando il premier cinese Li Keqiang. Al fine di crearsi una immagine, lo si è visto in mezzo ai terremotati di Wenchuan nel Sichuan, dove le vittime sono state 87000, ma soprattutto si è visto sulla televisione di stato con il camice bianco, durante una visita al China Centre for Disease Control and Prevention, tesa a spingere il Celeste Impero, ossia i suoi quasi 2 miliardi di cittadini verso la diseducazione vaccinatoria. Mancava solo che si mettesse lui stesso a vaccinare i cinesi in persona contro la diffusione del virus H7N9, copiando il presidente filippino Aquino junior in Filippine, fotografato in quel di Manila con la siringa appena inserita su un piccolo terrorizzato.


 

L’Aviaria, definita a lettere cubitali come uno dei virus più letali mai conosciuti, avrebbe registrato alcuni casi a Shanghai ed altri a Pekino. È stata capace secondo la WHO (World Health Organization) di Ginevra di uccidere in Cina un centinaio di persone dal 2003 al 2013, e di infettare 108 persone da marzo ad oggi, mentre un altro ceppo chiamato H5N1, tra il 2003 e il 2013, ne ha uccisi 45.  I morti risultano poi essere, il più delle volte novantenni carichi di patologie. Cifre in ogni caso ridicole e prive di significato, visto che nella sola Shanghai vivono oggi 34 milioni di persone.

NON PIÙ AEROPORTI MA LAZZARETTI PER PASSEGGERI SPAVENTATI

La realtà è che in ogni aeroporto cinese, e particolarmente in quello di Hongkong, con enorme transito di passeggeri, il martellamento negli annunci è asfissiante, più che martellante. Niente informazioni sui voli, ma un continuo appello ai passeggeri a rivolgersi ai medici di fiducia qualora avessero il minimo segnale di tosse, di febbre e di altri sintomi influenzali.
Panico e paura ai massimi livelli. Non ho mancato di rilevarlo alle autorità aeroportuali, ricordando loro che il migliore scalo del mondo è stato trasformato in un lazzaretto e in uno strumento dei monatti.


LE MULTINAZIONALI ALLA CONTROFFENSIVA SU TUTTI I FRONTI

La potenza mondiale numero uno per crescita e prospettive, quella che scalzerà l’America intorno al 2025, deve per forza prendere in mano le redini della situazione. E le redini che più contano nel mondo odierno sono proprio quelle riguardanti la salute, il cibo, il farmaco l’integratore e il vaccino. Tutto si gioca ormai in zona Pekino. Quello che più risulta marcato ed evidente è ormai l’unanimità e la coordinazione planetaria. Questi fatti hanno portata gravissima. Una coalizione di potenze mondiali votata alla menzogna e non alla verità.


LE STATISTICHE PARLANO CHIARO IN NOSTRO FAVORE

Nati come fenomeno di nicchia, stanno conquistando il mondo a suon di frutta e verdura. Rappresentano un esercito in costante crescita, con ormai il 10% dell’intera popolazione, al punto che l’Italia, è dopo la tradizionale India, il secondo paese vegetariano al mondo”, scrive la Scalise.


PUR SENZA UN GANDHI ITALIANO STIAMO DIVENTANDO MAGGIORANZA

Nessuno può negare che esista in questo paese un vero e proprio risveglio delle coscienze, nonostante l’assenza delle Vacche Sacre, la scarsa presenza di religione buddista, l’inesistenza di un Mahatma Gandhi a sostegno del fenomeno. Entro il 2050, almeno il 50% della popolazione italiana parlerà la stessa lingua in termini di alimentazione. Sarà cioè vegetariana tendenzialmente vegana, con netta prevalenza dei crudisti.

PROMOTORI DI VITA E NON DI MORTE, DI SALUTE E NON DI MALATTIA

Ma già oggi, giovani ed anziani scelgono di fare attività sportive di palestra, attività sportive ed aerobiche, pilates, respirazione yoga, vacanze ecologiche. Il rispetto per gli animali a 360 gradi, non più solo per il cane e per il gatto, si sta allargando a macchia d’olio. Gli scontri con i cacciatori, le tonnare, i persecutori di balene e di cetacei, promette di crescere. Gli italiani promotori di vita e non di morte, di salute e non di malattia.  Questa è la strada giusta e questa è la strada che stiamo percorrendo.

LA SCIENZA CI DÀ RAGIONE AL CENTO PER CENTO

Noi non ci accontentiamo di queste previsioni. Forti di dati scientifici a supporto, vogliamo trasformare il pianeta Terra da luogo di sofferenza e di sangue, in zona pulita e liberata da ogni macello, come previsto e predicato da Leonardo da Vinci, da Paracelso, da Voltaire e dai grandi medici svizzeri tipo Max Bircher-Benner ed Albert Schweitzer. 


IL MANGIARE VEGETARIANO SIGNIFICA APPAGAMENTO E DIVERTIMENTO CULINARIO

Che il mangiare vegetariano non sia più sinonimo di rinunciao. E nulla al mondo può paragonarsi in termini di gusto e di appagamento alle spremute di arance e agrumi, ai bioflavonoidi viola tipo mirtilli, uva nera, fichi neri e prugne, ai frutti di bosco e all’uva spina, alle fragole, alle ciliegie, alle albicocche, ai melograni, ai kaki, alle pesche, ai meloni, e alle angurie. Niente e nessuno batte in gusto e in salute la straordinaria acqua biologica-zuccherina da assumersi al risveglio, in mattinata e nel tardo pomeriggio, e dunque lontano dai due pasti verduriani di pranzo e cena, resi comunque leggeri e digeribili nella nostra versione vegan-crudista.

UN TRIONFO DI VARIETÀ,  DI AROMI E DI SAPORI

Non solo insalatine, gnocchetti, pureè, polentine e passati di verdure dunque, ma sfiziosi antipasti proto-mediterranei tipo olive e pomodori secchi, seguiti da teneri radicchietti con i ravanelli, da asparagi strabilianti, ed erbe eduli e selvatiche da scegliersi tra le migliaia di varietà che la natura generosamente mette a nostra disposizione.

NIENTE PIÙ PIATTI MALEODORANTI, UNTI E INSANGUINATI

Vegan-crudismo tendenziale significa persino pasta integrale al dente col pomodoro crudo e il basilico, ed anche pizzette vegane intelligenti alle verdure crude e all’avocado, con tocco finale di strudel di mele senza zucchero (alle noci e alle tante uvette secche) o di castagnaccio con datteri pinoli.  Queste ed altre le controffensive vegane ai piatti grassi, unti, maleodoranti, insanguinati e cimiteriali della cosiddetta tradizione dei mortadellai e dei prosciuttari, tanto cari ai banchettatori dei pranzi papali e delle corti arcivescovili.

MI È PARTICOLARMENTE PIACIUTO L’APPELLO DEL MEDICO CONTRO OGNI TIPO DI VACCINAZIONE

Concludo ringraziandovi tutti per aver riempito questa grande sala di Ascoli portando la vostra preziosa testimonianza di interesse, di entusiasmo e di simpatia. Un grazie particolare a Carlo Cruciani, tenace organizzatore dell’evento. Un pensiero di ammirazione nei riguardi del medico ascolano intervenuto con grinta, tempismo e coraggio, e con un memorabile appello al pubblico a non vaccinarsi e al non vaccinare la prole.

Valdo Vaccaro

DISCLAIMER: Valdo Vaccaro non è medico, ma libero ricercatore e filosofo della salute. Valdo Vaccaro non visita e non prescrive. Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono sostituire il parere del medico curante.