Febbraio 2017 | Gabriella Filippone Rassegna stampa | Le notizie on line
"Il Presidente della Cassa Forense avv. Nunzio Luciano sua sponte, e dopo essersi dichiarato dispiaciuto che ci siamo sentiti offesi per la sua intervista che sarebbe stata fraintesa, ci ha invitato a Roma il giorno 21 febbraio alle ore 17.
Immagine: via pixabay |
Abbiamo chiesto un'altra data evidenziando che un eventuale incontro sarebbe stato finalizzato ad illustrare noi le nostre richieste che abbiamo elaborato unitamente a migliaia e migliaia di avvocati.
Abbiamo chiesto pure che l' incontro venga video ripreso integralmente ritenendo doveroso una assoluta trasparenza nei confronti delle migliaia e migliaia di avvocati che hanno fatto loro questa iniziativa
Goffredo D'Antona"
Fonte: Vanna Renella in Nuova Avvocatura Democratica NAD | febbraio 2017 | via facebook
Vedi sull'argomento:
La petizione segnala i costi esorbitanti degli organi di amministrazione e controllo della Cassa.
CATANIA
“In questo momento storico la crisi dell’Avvocatura è evidente a tutti – si legge nella petizione – tanti Avvocati fanno sacrifici enormi ogni due mesi per pagare quanto dovuto, togliendo risorse economiche all’aggiornamento professionale, alla retribuzione dei collaboratori.”
“Assistiamo a continue cancellazione dagli Albi da parte di avvocati di tutte l’ età per difficoltà di ogni tipo, tra queste proprio il pagamento della Cassa forense“.
Video consultabile
Speciale Riforma Forense : Cassa Forense obbligatoria per tutti from PMGITALIA_2 on Vimeo.
Il Presidente di Cassa Forense snobba le proteste degli avvocati: "sono giovani, sono inconsapevoli."
Rassegna stampa | Le notizie on line
Cassa forense tenta di sminuire e delimitare la protesta
"La protesta dei giovani e degli inconsapevoli"
Il CONTRIBUTO MINIMO OBBLIGATORIO AVVOCATI è un "DAZIO VAMPIRIZZATO": l'Interpello presentato dalla Senatrice Gambaro ai Ministri della giustizia e del lavoro e delle politiche sociali.
" Si chiede di sapere: se i Ministri in indirizzo non intendano porre rimedio, con una pronta disposizione legislativa, a quella che l'interpellante ritiene una vera "barbarie dei diritti", perpetuata a danno proprio di una fondamentale categoria del diritto, intervenendo in maniera decisa e urgentemente, onde evitare spiacevoli situazioni di morosità, a tutela delle sue fasce professionali più giovani e deboli, esonerando chi non produce redditi da attività forense, o chi ne produce pochi, dal "pedaggio" estorsivo richiesto dalla cassa forense" (vedi: www.senato.it)
"La questione è arrivata anche in Parlamento. La senatrice Adele Gambaro (entrata col Movimento 5 Stelle, poi espulsa) ha presentato una interpellanza con la quale chiede ai ministri della Giustizia e delle Politiche sociali di porre rimedio ad una vera e propria ‘barbarie dei diritti‘, ipotizzando o l’esonero per i più giovani e deboli o forme di contribuzione proporzionali al reddito percepito nello svolgimento dell’attività forense."
Fonte: LINDRO | Cronache di Avvocati poveri | Autore: Paola Alunni Articolista Politica
Fonte: LINDRO | Cronache di Avvocati poveri | Autore: Paola Alunni Articolista Politica
Torniamo ora ad oggi, agli avvocati del 2017.
I "guai" e i paletti preconfezionati dai vertici forensi, in cui la categoria è costretta conseguenzialmente ad arrabbattarsi e destreggiarsi, purtroppo sono ancora in corso. GUAI IN CORSO.
Per esprimersi alla napoletana maniera:
INGUACCHIO IN CORSO
Per esprimersi alla napoletana maniera:
INGUACCHIO IN CORSO
in·guàc·chio/
napoletano
sostantivo maschile
Situazione intricata, pastrocchio.
La protesta degli avvocati partita da Catania, "petizione per “la riduzione drastica e immediata dei costi della cassa forense” ha raccolto oltre 20mila adesioni ed è destinata a dilagare in ogni angolo dei tribunali italiani: la #cassa forense sembra non aver compreso la portata del malcontento.
Da gennaio 2017 presso il tribunale di Catania si sottoscrive la raccolta firme per “la riduzione drastica e immediata dei costi della cassa forense”, promossa da alcuni avvocati del foro di Catania, che divengono così intestatari di una battaglia nazionale, si sono affiancati alla protesta avvocati dei fori di Agrigento e di Napoli.
NAPOLI
L’associazione Nuova Avvocatura Democratica (NAD) ha comunicato che è in corso a Napoli un’iniziativa associativa, denominata “digiunare per sensibilizzare”. Precisano che non si tratta di una protesta bensì di una proposta. Nuova Avvocatura Democratica è composta da soci che partecipano all’iniziativa, fatta non solo di digiuno e presidio, ma di sostegno corale e convinto di decine e decine di colleghi, anche non appartenenti a NAD.
I dati diffusi da Cassa Forense delineano uno scenario decadente: i redditi scesi e le diseguaglianze spaccano una categoria nella quale il 56,20% guadagna solo l’11,5% del reddito complessivo prodotto dagliavvocati in Italia.
I costi richiesti a tutti per continuare ad esercitare la libera professione, però, non tengono conto di tutto ciò. Gli organismi rappresentativi dell’avvocatura non sembrano prendere contromisure per fermare il declino della propria categoria.
Il Consiglio Nazionale Forense, l’organismo di rappresentanza istituzionale dell’avvocatura italiana, ha approvato un regolamento che introduce da gennaio 2016 un “gettone di presenza” per i componenti dell’ufficio di presidenza, i quali rendono la politica forense una vera e propria attività politica professionale, archiviando la previsione dei soli rimborsi spese.
I gettoni ammontano a 90.000 euro per il presidente avv. Andrea Mascherin, 70.000 per il consigliere segretario, 50.000 per il vicepresidente e il tesoriere nonché un gettone di presenza di 650 euro per gli altri 28 consiglieri per ogni seduta, i quali ultimi possono ammontare fino a quasi 700.000 euro all’anno, pagati anche da quel 56,20% di avvocati che guadagnano meno di 20.000 annui e che, grazie a questo, si stanno cancellando dall’albo scegliendo altri mestieri nonostante un lungo e tortuoso percorso di studi e pratica professionale per giungere ad esercitare la libera professione nel settore del diritto.
Avvocati in sciopero della fame contro la "casta" forense
"Da due giorni presidiano anche di notte l'ingresso del palazzo di giustizia di Napoli e hanno cominciato un sciopero della fame per protesta contro le strutture della loro categoria. Non sono disoccupati organizzati né operai che hanno perso il posto di lavoro. Sono avvocati che cercano di invertire la rotta di una professione che non solo a Napoli ha vissuto un'epoca d'oro ma che ora è in declino. Nell'ultimo anno 700 gli avvocati napoletani che hanno cancellato la loro iscrizione all'albo della professione perchè non in grado più di versare le quote necessarie per l'iscrizione alla Cassa forense. C'è una casta nella professione, denunciano gli avvocati, che si ingrassa con indennità e privilegi derivanti da incarichi troppo retribuiti negli organismi di rappresentanza della categoria mentre tanti giovani avvocati lasciano la professione perchè non più in grado di supportare le spese. Insieme al digiuno, gli animatori della protesta hanno organizzato anche una petizione per intervenire sul ribasso delle quote d'iscrizione della cassa forense che ha raccolto per ora 20mile firme in tutta italia" (intervista Ciro Sasso, avvocato)
La petizione ribadisce che dallo scorso anno chiunque risulti iscritto all’albo degli avvocati, indipendente dal fatturato, è tenuto a versare un minimo alla cassa previdenziale, tale minimo è intorno a euro 3.800 annui.
Gli avvocati possono attivare sul sito ufficiale di CF una simulazione pensionistica: pagando 3.800 euro l’anno, dopo circa 35 anni di lavoro, avranno diritto ad una base pensionistica di euro 370.
CATANIA
Immagine: Catania panorama | via Wikipedia |
La Petizione è stata lanciata da avvocati non aderenti ad associazione o sindacato,
L'avvocato Goffredo D’Antona è il primo firmatario.
L'avvocato Goffredo D’Antona è il primo firmatario.
La sottoscrizione è altresì possibile tramite i social network, visitando la pagina evento dedicata, apponendo la firma ed indicando il foro di appartenenza.
“In questo momento storico la crisi dell’Avvocatura è evidente a tutti – si legge nella petizione – tanti Avvocati fanno sacrifici enormi ogni due mesi per pagare quanto dovuto, togliendo risorse economiche all’aggiornamento professionale, alla retribuzione dei collaboratori.”
In riferimento ai costi di gestione degli organi si dice “sono palesemente inopportuni e ci consentirete indecorosi”.
Su facebook il gruppo TribunaleCatania promuove la raccolta firme e dirama informazioni.
AGRIGENTO
"Gli avvocati agrigentini si mobilitano aderendo all’iniziativa nazionale promossa dai colleghi di Catania per la riduzione immediata dei costi della Cassa Forense. Dopo il successo ottenuto con la protesta contro la riforma della Legge Professionale Forense che avrebbe imposto la cancellazione dall’albo a seguito del mancato pagamento dei contributi previdenziali, adesso gli avvocati ritengono necessario, con la stessa determinazione, insistere nel richiedere una profonda revisione dei costi imposti dalla Cassa Forense. L’avvocato agrigentino, Barbara Garascia, tra i promotori dell’iniziativa, afferma : “Siamo entrati subito in sintonia con i colleghi di Catania, con cui stiamo collaborando attivamente, poiché, come loro, riteniamo che non sussistano le condizioni per mantenere e continuare ad accettare l’imposizione di balzelli assolutamente non rapportabili ad una pensione minima che ci troveremo a percepire dopo aver versato per una intera vita cifre considerevoli. Gli avvocati iscritti all’albo, indipendentemente dal reddito prodotto, sono tenuti a versare un minimo di cassa previdenziale che si attesta intorno a 3.800 euro l’anno, maturando dopo circa 35 anni di lavoro il diritto ad una base pensionistica inferiore a 400 euro. Di contro, riteniamo non giustificati e, pertanto, inaccettabili i costi legati all’amministrazione della Cassa Forense, che si aggirano intorno a 3 milioni di euro, derivanti da gettoni di presenza ed emolumenti sproporzionati per le cariche. Tanti colleghi sono già stati costretti a cancellarsi dall’albo non riuscendo a sostenere gli elevati costi, rinunciando alle aspirazioni professionali, mortificando i sacrifici delle famiglie per mantenere i figli agli studi, e privando la società dell’apporto della validità di tante intelligenze" - conclude l' avvocato Garascia. Gli avvocati della provincia di Agrigento, al Tribunale di Agrigento, potranno firmare la petizione proposta dagli avvocati di Catania per la riduzione immediata dei costi della Cassa Forense."
Immagine di repertorio | via Vimeo |
Contributi o vessazioni?
La situazione è insostenibile. Dalla testata del CNF “Il Dubbio" giunge una disdetta da parte del presidente della Cassa Forense.
In un’intervista il presidente Luciano Nunzio sminuisce la protesta in atto : “Non metto in discussione la buonafede di questi colleghi, spesso giovani e alle prese con difficoltà oggettive, ma devono conoscere meglio l'attività che svolge la Cassa. Chi paga il minimo riceve più di quanto versa. Diamo aiuti per famiglia e salute".
La Cassa cerca di difende in modo "creativo" le spese di gestione, attraverso un paragone con gli amministratori degli enti pubblici: “Negli enti pubblici e nelle altre casse gli amministratori continuano a percepire emolumenti di gran lunga superiori”.
Sul sistema contributivo il presidente replica: “Il nostro è un sistema solidaristico e va difeso. È di 2.800 euro il contributo soggettivo minimo, a cui si aggiunge il contributo integrativo pagato dai clienti, che costa molto di più agli avvocati con un reddito più elevato. La pensione minima sarà molto più di quanto si versa”. Il ragionamento elude il fatto che l’aspettativa di vita media è di circa 80 anni e che dopo 35 anni di professione, quindi all’ età di circa 70 anni, ogni avvocato si trova ad aver versato contributi obbligatori per un totale di € 3.568,00 annui.
Ogni avvocato deve versa durante la carriera professionale circa 124.880 euro ai quali si aggiunge il contributo integrativo pagato dai clienti (il 4% sugli onorari). Considerando l’aspettativa di vita media che è di circa 80 anni (dati ufficiali) ogni avvocato dovrebbe aspettarsi almeno di recuperare quanto versato, ossia 1.040 euro al mese (12.488 euro l’anno). Invece ciò che spetterà a ciascun avvocato sarà una pensione di circa 400 euro mensili (calcolo eseguito tramite il simulatore presente sullo stesso sito della Cassa Forense.
Le risposte degli avvocati
L’avv. Goffredo D'Antona, primo formatario la petizione, ha considerato offensiva la dichiarazione resa dal Presidente che invece di dare risposte alla protesta degli avvocati ha preferito farsi intervistare da un giornalista con “autocelebrative dichiarazioni”. Critica all’atteggiamento irrispettoso del presidente nei confronti dei giovani avvocati “accusati di ignoranza sulle questioni riguardanti la cassa”.
L'Avvocato D’Antona ha replicato all'avvocato Nunzio Luciano che il problema è sentito e la protesta è sostenuta anche da avvocati meno giovani e con redditi più alti, che considerano i compensi prospettati poco decorosi.
Lo scontro di posizioni è evidente, l'ente di previdenza dovrà necessariamente prenderne atto, visto che molti avvocati paventano la possibilità di non versare alcun contributo a partire dalla prima rata (delle 4) che cade il 28 febbraio 2017.
Speciale Riforma Forense : Cassa Forense obbligatoria per tutti from PMGITALIA_2 on Vimeo.
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