LE PROPOSTE delle ASSOCIAZIONI FORENSI
Oggi propongo un sunto di qui quelle del Movimento Forense.
Conto di pubblicare nei prossimi giorni anche i programmi di altre associazioni. Never say never e senza impegno da parte mia.
Dicasi sopravvenuta mancanza di interesse ed antieconomicità attuale della professione (vedi sospensioni volontarie e cancellazioni).
Dicasi a volte utilitarismo e malsano protagonismo spicciolo di molti negli associazionismi forensi.
Dicasi sopravvenuta mancanza di interesse ed antieconomicità attuale della professione (vedi sospensioni volontarie e cancellazioni).
Dicasi a volte utilitarismo e malsano protagonismo spicciolo di molti negli associazionismi forensi.
PREVIDENZA FORENSE - LE PROPOSTE DEL MOVIMENTO FORENSE
"Quale previdenza vogliamo per la nostra categoria?
Quale previdenza possiamo permetterci?"
Movimento Forense: programma di PROPOSTE SULLA PREVIDENZA FORENSE
I PRINCIPI CARDINE:
I PRINCIPI CARDINE:
- gli obblighi contributivi devono essere sostenibili per il contribuente
- le prestazioni previdenziali devono rispettare un principio di equita’
- diritti per tutti, privilegi per nessuno
1) OBBLIGO DI ISCRIZIONE ALLA CASSA FORENSE
Se deve esserci obbligo di iscrizione alla cassa forense, esso dovrebbe valere per tutti gli avvocati iscritti agli albi, inclusi gli avvocati iscritti ad albo speciale (dipendenti di enti pubblici) ed Avvocatura dello Stato. Questo peraltro porterebbe nuove e rilevanti risorse alla Cassa Forense
2) CONTRIBUTI DEVONO ESSERE PROPORZIONALI AL REDDITO
Per la determinazione dell’ammontare dei contributi previdenziali, è necessario il criterio di proporzionalità rispetto al reddito (come suggerito dal Ministero del Lavoro e Previdenza sociale). Nella valutazione dell’imponibile contributivo dovranno essere valutate forme di riduzione degli oneri in ragione di motivi rilevanti in grado di incidere sul reddito (es. figli-familiari a carico).
3) LA PENSIONE CONTRIBUTIVA DEVE ESSERE CALCOLATA COMPUTANDO ANCHE TUTTO/PARTE DEL CONTRIBUTO INTEGRATIVO!
Attualmente il contributo integrativo non è computato nel montante contributivo, non è accettabile. Si propone, dunque, che nel montante contributivo della pensione contributiva venga incluso (anche) tutto/parte del contributo integrativo.
E data l’assoluta esiguità ed insufficienza delle prestazioni assistenziali (tant’è che i contribuenti sono chiamati a stipulare polizze integrative e polizze per gli infortuni sul lavoro), laddove non si provveda ad una adeguata riforma in materia con ampliamento delle tutele, pare doveroso che almeno il 50% del contributo integrativo concorra a formare montante utile per il calcolo pensionistico.
4) IL TRATTAMENTO INTEGRATIVO AL MINIMO E’ UNA TUTELA CHE DEVE ESSERE GARANTITA A TUTTI!
Attualmente è previsto che solo coloro che hanno il diritto a pensione di vecchiaia RETRIBUTIVA, possano fruire di un trattamento integrativo al minimo fino a circa € 30.000= (art. 5 Regolamento Prestazioni Previdenziali).
Da tale trattamento sono esclusi, per legge, coloro che sono/saranno titolari di pensione CONTRIBUTIVA, i quali però con i loro contributi concorrono a finanziare tale trattamento.
L’art. 1, comma 16 della legge 335/1995, infatti dispone che "Alle pensioni liquidate esclusivamente con il sistema contributivo non si applicano le disposizioni sull'integrazione al minimo".
I Colleghi che sono/andranno in pensione con il sistema CONTRIBUTIVO percepiranno pensioni molto basse, e non avranno possibilità di aver alcun trattamento integrativo, in virtù di un esplicito divieto di legge. Francamente è inaccettabile.
Pertanto:
1) Necessario rivedere ed abbassare le soglie dell’attuale trattamento integrativo al minimo, perché le attuali paiono oltre alle nostre possibilità, e non pare equo prevedere oneri contributivi (che i Colleghi, oggi, stentano a rispettare) per finanziare integrazioni reddituali fino a 30.000 circa.
2) Il Movimento Forense propone di adottare, insieme, tutte le idonee iniziative affinché venga ABROGATA la norma che esclude i pensionati contributivi dalla possibilità di accedere a trattamenti di integrazione al minimo, ed affinchè siano previste forme di sostegno al reddito accessibili per tutti i pensionati aventi i requisiti.
Probabilmente dovranno ripensare (al ribasso rispetto ad oggi) le soglie, ma pare preferibile un diritto per tutti, che un privilegio per pochi.
3) Se non si riuscisse a riportare il dato legislativo ad equità, occorrerà ragionare su altre modalità per ottenere il risultato di garantire a tutti un minimo di sussistenza.
Per disincentivare condotte fraudolente, un sistema di esclusione da tale tutela di coloro che al momento della richiesta non risultino in condizioni di regolarità contributiva, a seguito di provvedimenti definitivi. La Cassa Forense potrebbe a tal fine rilasciare una sorta di DURC.
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Queste sono alcune delle proposte presentate nel 2014 dal Movimento Forense " frutto del lavoro di un gruppo studio istituito ad hoc". Si dichiarano "aperti al dibattito", e ad arricchire il loro documento con osservazioni e proposte di chi vorrà offrire il proprio contributo.
Fonte:
Movimento Forense
Immagine: Pantalone | via Wikipedia |
Giuridica News | Rassegna news giuridiche Avv. Gabriella Filippone
- Avvocati in protesta snobbati dal presidente della Cassa Forense: 'Sono giovani' |Giuseppe Lanni | blastingnews
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