mercoledì 6 novembre 2013

La Cassazione indica agli Avvocati requisiti e regole di un buon ricorso. Il Presidente della Cassazione Santacroce scrive al CNF








Per non incorrere nel rischio dell'inammissibilità dei ricorsi i giudici di cassazione chiedono agli avvocati sinteticità e brevità della trattazione

La Suprema Corte dirama alcune indicazioni ufficiali sulla stesura dei ricorsi. La lettera inviata dal primo presidente di Cassazione Giorgio Santacroce al presidente del Consiglio nazionale forense Guido Alpa costituisce per alcuni un documento "storico": gli avvocati  hanno a disposizione per la prima volta una serie di regole a cui attenersi nella stesura dei testi da inviare a piazza Cavour.
Occasione, per l’intervento di Santacroce, è stata il convegno “Una rinnovata collaborazione tra magistratura e avvocatura nel quadro europeo”.
Sull’onda del recente convegno tenutosi tra i professionisti del settore, i quali si sono confrontati sulle modalità di collaborazione, il primo presidente della Corte Suprema ha scritto al Consiglio nazionale degli avvocati per confermare alcune direttive, ora rese “ufficiali”.
L'inammissibilità è infatti un ostacolo per molte cause, non  per la mancanza di concretezza dei motivi del ricorso ma per la modalità di presentazione dello stesso, che non rispondono ai canoni accettati dalla Cassazione. Ecco quindi le linee guida per la redazione di un ricorso o di una memoria, anche in ambito tributario che prevedono la sinteticità degli atti presentati a sostegno.

Per agevolare il lavoro di analisi della Cassazione, in casi particolarmente complicati, dove il tetto suggerito di 20 pagine risultasse insufficiente, il ricorso potrà essere corredato da un riassunto di poche pagine.
In apertura delle motivazioni in ricorso  Santacroce consiglia di aprire il paragrafo con un sommario, o un indice, che funga da guida per i giudici intenti all’esame del ricorso.

I giudici, in sintesi, richiedono una brevità della trattazione, che va in direzione opposta all'abitudine di molti legali di scrivere tantissimo (i cosidetti romanzi di avvocato), di presentare nei  ricorsi fiume di molte pagine, così "da rendere macchinoso il procedimento di verifica" della Suprema Corte.
Resta ora da vedere come gli avvocati reagiranno alla direttiva, se l'accoglieranno con favore o se sarà criticata come vincolante e restrittiva.
Il testo della lettera inviata dal primo presidente della Corte di cassazione Giorgio Santacroce al presidente del Consiglio nazionale forense Guido Alpa, è consultabile cliccando sul  link seguente:




Articolo / Rassegna News Giuridiche by avv. Gabriella Filippone - Foro di Pescara

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