Su invito di un mio contatto on line, che mi ha fatto richiesta in tal senso, pubblico qui, nemmeno tanto sinteticamente, la pagina internet che riproduco di seguito. Il contributo è frutto di una collaborazione tra Paolo Mario Rossi e l' Avvocato Silvio Ulisse
ENJOY la lettura. Ammesso e non concesso che leggerete.
Immagine: Lettera a Savonarola con Troisi e Benigni | via Wikipedia |
Il conflitto pensionistico/Cassa Forense su Facebook
Indice
Immagine: Foto copertina della pagina Facebook di Cassa Forense | via Facebook |
Il debutto di Cassa Forense su Facebook 20 settembre 2017
Presentazione del debutto on line su Facebook di Cassa Forense da parte del Presidente di Cassa Forense:
"Il piano di comunicazione di Cassa forense, con la presenza dell’ Ente di Previdenza e Assistenza degli avvocati anche sui social network, si arricchisce oggi di un ulteriore strumento per potenziare lo scambio di informazioni con i propri iscritti.
"Il piano di comunicazione di Cassa forense, con la presenza dell’ Ente di Previdenza e Assistenza degli avvocati anche sui social network, si arricchisce oggi di un ulteriore strumento per potenziare lo scambio di informazioni con i propri iscritti.
La comunicazione ha rappresentato fin dall’avvio della mia Presidenza un asset strategico dell’attuale gruppo dirigente della Cassa: Consiglio di amministrazione e Comitato dei delegati. Ora un altro importante tassello viene collocato all’interno di questo percorso condiviso e lungimirante. I social network rappresentano un mezzo di straordinaria importanza, a maggior ragione in un contesto, come quello contemporaneo, in cui l’inclusività è paradigma più di quanto in passato non lo sia stata l’esclusività, la dimensione orizzontale più realistica di quella verticale. La pagina Facebook di Cassaforense è aperta a tutti gli avvocati che vorranno sperimentare tale piattaforma per conoscere le misure da noi varate in materia di previdenza e dell’assistenza.
Si tratterà di contenuti che gli iscritti troveranno anche nel sito internet dell’Ente, nella Web tv e in tutte le altre soluzioni narrative che Cassa Forense ha immaginato e sta immaginando nell’interesse dei propri iscritti.
Il modello di riferimento è quello della comunicazione integrata e multicanale: la trasmissione delle informazioni da Cassaforense agli iscritti avverrà, pur sfruttando le peculiarità di ogni mezzo di comunicazione, in una logica crossmediale che tenga conto della complessità delle questioni in campo, delle differenti esigenze di fruizione, da parte di un’avvocatura alle prese con processi di reale cambiamento e trasformazione. L’auspicio è che il nuovo mezzo sia anche di stimolo ad una maggiore frequentazione del sito, di modo che siano conosciute, se non dalla totalità, almeno dalla maggior parte degli iscritti tutte le molteplici iniziative intraprese dall'Ente.
La logica dei social media prevede, naturalmente, anche la dimensione della interattività.
Saranno ben accette segnalazioni, proposte, idee e anche critiche, con l'unico limite della buona educazione. Non saranno ammessi insulti ed a coloro che ne faranno uso sarà poi inevitabilmente inibito l'accesso.
Confidiamo che ciò non accada e che, con la fattiva collaborazione di chi vorrà esserci, si realizzi il nostro obiettivo.
L’ufficio comunicazione di Cassa Forense, formato da personale interno alla Cassa, con il coordinamento editoriale del componente del Cda, Roberto Uzzau, svolgerà unitamente alle altre linee operative, indicate nel piano di comunicazione dell’Ente, l’attività di produzione dei contenuti su Facebook e di monitoraggio delle diverse forme di interazione. E’ un’attività che svolgeremo con la passione e la determinazione che ha contraddistinto il tratto di strada fatto insieme fino a questo momento.
Buon facebook a tutti,
Nunzio LUCIANO"
Rileggendo il comunicato, a prima vista ho pensato ad un fake, ad un falso profilo, poi analizzando alcune frasi vuote, tipiche di Nunzio e la gravità dei contenuti mi sono reso conto che non è un fake.
La puttanata
... in cui l’inclusività è paradigma più di quanto in passato non lo sia stata l’esclusività, la dimensione orizzontale più realistica di quella verticale.
Questo è il linguaggio dell'élite, quella che tiene addormentati il 99% degli avvocati imbecilli.
La narrazione
e in tutte le altre soluzioni narrative che Cassa Forense ha immaginato e sta immaginando nell’interesse dei propri iscritti.
Questo è il succo della spoliazione legale, del controllo sociale da parte delle istituzioni di mobbing sociale quali sono le casse.
Vivono sulla narrazione di una realtà che non esiste e sono obbligate a coltivare l'ignoranza istruita, l'imbecillità indotta pena il loro collasso.
La promessa che non si avvererà mai
La logica dei social media prevede, naturalmente, anche la dimensione della interattività. Saranno ben accette segnalazioni, proposte, idee e anche critiche, con l'unico limite della buona educazione. Non saranno ammessi insulti ed a coloro che ne faranno uso sarà poi inevitabilmente inibito l'accesso.
Se volevano il dialogo, che significa "insegnare ad imparare" non dovevano diventare social-isti nel 2017 quando è già crollato un mondo, ma nel 2012 quando hanno fatto la riforma Fornero che già diceva cosa sarebbe accaduto alle casse.
E' tanto vero che sono pronti al dialogo che alla prima domanda hanno già risposto a membro di segugio.
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Domanda:
Vorrei chiedere, e chiedo, agli esperti della Cassa Nazionale Forense, oppure al suo Presidente Nunzio Luciano, quale e' la natura giuridica dei contributi previdenziali della previdenza di base obbligatoria. In attesa di risposta Vi porgo i miei più Cordiali Saluti
Avv. Silvio Ulisse iscritto all'Albo di Pesaro al n. 900
con Mario Paolo Rossi.
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Risposta:
CassaForense Quella riconosciuta dalla legge, dalla Giurisprudenza di merito (anche recentissima) e da quella di legittimità
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E' la conferma l'imbecillocrazia si fonda sulla presa per il culo.
Da ciò i famosi capitoli sulla facciaculizzazione dell'élite esperta solo di puttanatologia.
L'egemonia culturale dei social
Perché la discesa nell'inferno dei social, già in passato ampiamente demonizzato come inadatto per i professionisti?
Come disse la Muratorio, i professionisti si sono proletarizzati.
I social sono l'unico mezzo di comunicazione del nuovo proletariato. Se non si conquista l'egemonia culturale sul mezzo, finisce la narrazione di quanto sono belle le casse private, di come investono bene quello che sputtanano ecc. ecc.
Ci sono ancora in giro le figure più pericolose, ossia le istituzioni di mobbing sociale, i finti sindacati dei giovani.
Il pericolo non è Nunzio, lo ha spiegato bene Chomsky, il pericolo sono quelli pronti a cooptarlo nella reggenza di questi fondi sovrani lasciati come bancomat della massoneria.
Il ruolo degli imbecilli indotti ossi il 99% dei liberi professionisti
Nelle elezioni dei COA sta emergendo prepotentemente l'imbecillità collettiva dei liberi professionisti ormai ridotti a peggio dei precari.
Laureati che non hanno cognizione di cosa sono gli ordini.
Metodi elettorali degni delle peggiori dittature centroafricane del secolo scorso.
Quando avranno capito cosa si svolge alle loro spalle da parte dei colleghi che ci mettono la faccia, sarà troppo tardi.
Il conflitto sociale è endocorporativo, prima che economico è culturale e la coltivazione dell'ignoranza istruita è alla base del meccanismo di spoliazione legale.
Fonte: via Paolo Mario Rossi |
«La differenza tra le persone sta solo nel loro avere maggiore o minore accesso alla conoscenza» (Lev Tolstoj)
La rassegna stampa è una sintesi e fornisce i riferimenti dell'articolo (testata, autore, titolo) per reperire sul quotidiano o altra fonte l'articolo completo.
Si declina ogni responsabilità per errori od omissioni, nonché per un utilizzo improprio delle immagini o non aggiornato delle notizie e delle informazioni.
Si declina ogni responsabilità per errori od omissioni, nonché per un utilizzo improprio delle immagini o non aggiornato delle notizie e delle informazioni.
La Spoliazione legale | Frédéric Bastiat :“la spoliation” (spoliazione), “viol” (stupro), “vol” (furto), e “saccheggio”
La Spoliazione legale nel pensiero di Frédéric Bastiat
Secondo Bastiat: Vi sono solo due modi per acquisire le risorse che sono necessarie a conservare e a rendere bella e migliore l’esistenza: la PRODUZIONE e la SPOLIAZIONE.
La Storia della Spoliazione, l’opera mai scritta di Frédéric Bastiat, si configura come uno fra i più grandi libri libertari che non hanno mai visto la luce. Se fosse vissuto molto, anziché lasciare questo modo terreno all’età di 49 anni, Bastiat avrebbe sicuramente terminato la sua opera principale, Armonie Economiche, e avrebbe altresì completato la sua indagine sulla spoliazione.
Nei sei brevi anni che lo videro attivo come scrittore e uomo politico (1844-1850), Bastiat produsse sei ponderosi volumi di lettere, di pamphlets, di articoli e libri, che la Liberty Fund sta traducendo come parte integrante dei suoi Collected Works of Frédéric Bastiat (2011–2015).
Emerge da un esame dei suoi scritti la sua graduale presa di consapevolezza che lo Stato costituisse una grande macchina appositamente progettata per sottrarre la proprietà ad alcune persone, senza il loro consenso beninteso, e trasferirla ad altre. Il termine che Bastiat, durante questa fase, utilizzò con sempre maggiore frequenza per inquadrare le azioni perpetrate dallo Stato è “la spoliation” (spoliazione), ancorché non difettasse di impiegare altri vocaboli, quali “parassita”, “viol” (stupro), “vol” (furto), e “saccheggio”, che rendono comunque bene l’idea.
Nei suoi scritti sulla rapina operata dallo Stato, elaborati antecedentemente alla rivoluzione del 1848, egli identificò i gruppi che avevano avuto accesso alle leve del potere dello Stato nei diversi momenti della storia, con la finalità di depredare la gente comune. Questi gruppi includevano guerrieri, proprietari di schiavi, la Chiesa Cattolica, e in anni più recenti i monopolisti commerciali ed industriali.
Nei suoi scritti sulla rapina operata dallo Stato, elaborati antecedentemente alla rivoluzione del 1848, egli identificò i gruppi che avevano avuto accesso alle leve del potere dello Stato nei diversi momenti della storia, con la finalità di depredare la gente comune. Questi gruppi includevano guerrieri, proprietari di schiavi, la Chiesa Cattolica, e in anni più recenti i monopolisti commerciali ed industriali.
Per come aveva definito lo Stato prima della rivoluzione del 1848, Bastiat si sarebbe probabilmente così espresso: “Lo Stato è il meccanismo mediante il quale un piccolo gruppo privilegiato di persone vive alle spalle di tutti gli altri”.
Lo scoppio della rivoluzione nel febbraio 1848 a Parigi mutò radicalmente l’ordine dei fattori, costringendo Bastiat a cambiare la sua strategia di lotta contro la rapina perpetrata dallo Stato. Prima della rivoluzione piccole minoranze privilegiate erano in grado di prendere il controllo dello Stato e di taglieggiare la maggior parte delle persone a proprio vantaggio: i proprietari di schiavi erano nella condizione di sfruttare i propri schiavi; i proprietari terrieri aristocratici potevano tranquillamente abusare dei propri servi; i monopolisti privilegiati potevano facilmente approfittarsi dei propri clienti; e così si fece strada una sorta di brutale sentimento per cui una piccola minoranza potesse soverchiare e depredare la maggioranza.
La strategia di Bastiat prima del 1848: identificare gli interessi speciali che avevano tratto e traevano vantaggio dall’essere così contigui con la “stanza dei bottoni”, disvelandoli al pubblico per via della sua attività giornalistica, condotta spesso con critiche caustiche e con la satira: si occupò delle élite di latifondisti che avevano beneficiato della protezione tariffaria, delle élite industriali che avevano goduto di monopoli e sovvenzioni statali, nonché della monarchia e delle élite aristocratiche che avevano estratto enormi rendite parassitarie insediandosi in posizioni strategiche in seno all’apparato amministrativo e all’esercito.
La strategia di Bastiat prima del 1848: identificare gli interessi speciali che avevano tratto e traevano vantaggio dall’essere così contigui con la “stanza dei bottoni”, disvelandoli al pubblico per via della sua attività giornalistica, condotta spesso con critiche caustiche e con la satira: si occupò delle élite di latifondisti che avevano beneficiato della protezione tariffaria, delle élite industriali che avevano goduto di monopoli e sovvenzioni statali, nonché della monarchia e delle élite aristocratiche che avevano estratto enormi rendite parassitarie insediandosi in posizioni strategiche in seno all’apparato amministrativo e all’esercito.
L’ascesa al potere dei gruppi socialisti nel 1848 fece sì che fossero indotti ad abbracciare gli stessi metodi da sempre impiegati dalle minoranze privilegiate, benché lo facessero per il bene di “tutti”, anziché di una ristretta élite. Il problema, come si avvide Bastiat, consisteva nel fatto che era impossibile per una maggioranza cercare di vivere a spese della maggioranza medesima. Dal momento che, alla fine, il conto deve pur sempre essere presentato a qualcuno, la maggioranza avrebbe pagato in tasse ciò che la stessa avrebbe poi ricevuto in “benefici” sociali, sotto forma di sovvenzioni pubbliche, al netto chiaramente di quanto viene drenato dallo Stato e dai suoi servitori lungo il tragitto. Questo enigma lo condusse a coniare la sua celebre definizione, a metà del 1848: “lo Stato è la grande finzione attraverso la quale ognuno cerca di vivere a spese di tutti gli altri”. Bastiat dovette in quel momento cambiare la propria strategia e tentare di convincere i lavoratori generici che le promesse di posti di lavoro pubblico, di sussidi di disoccupazione finanziati dallo Stato, così come di misure di controllo dei prezzi, fossero di per sé autolesioniste e impossibili da perseguire.
Bastiat non fu in grado di concludere vittoriosamente questo dibattito intellettuale e politico a causa della sua scomparsa prematura, avvenuta nel dicembre del 1850; peraltro, le forze socialiste furono infine sconfitte, almeno temporaneamente, dalla morsa oppressiva esercitata dall’esercito e dalle forze di polizia, (il “partito dell’ordine”), il quale supportò l’ascesa di Luigi Napoleone (che ben presto si auto–proclamò imperatore, con il nome di Napoleone III). Tuttavia, le debolezze strutturali del welfare vennero chiaramente identificate da Bastiat nel 1848.
Partendo da questo prospettiva più ampia, è stata esaminata la teoria della spoliazione di Bastiat, sì da poterne inquadrare più nitidamente il pensiero ed apprezzarne la potenza della sua analisi.
Bastiat sviluppò la sua teoria in una decina di articoli e di specifici capitoli di libri, elaborati tra la fine del 1845 e la metà del 1850.
Partendo da questo prospettiva più ampia, è stata esaminata la teoria della spoliazione di Bastiat, sì da poterne inquadrare più nitidamente il pensiero ed apprezzarne la potenza della sua analisi.
Bastiat sviluppò la sua teoria in una decina di articoli e di specifici capitoli di libri, elaborati tra la fine del 1845 e la metà del 1850.
Esiste una filosofia morale assoluta che è incardinata sulla legge naturale. Le leggi naturali possono essere in parte scoperte attraverso l’osservazione scientifica, empirica delle società umane (soprattutto avvalendosi dell’economia e della storia) ed in parte per mezzo della rivelazione divina [Bastiat attinse al suo deismo e al suo cristianesimo morale]. Questa filosofia morale si applica a tutti gli esseri umani indistintamente, senza eccezione alcuna (e si applica ai sovrani e ai politici).
Ci sono solo due modi con cui la ricchezza (la proprietà) può essere acquisita: in primo luogo, in virtù dell’attività individuale volontaria e degli scambi liberamente concordati con gli altri (“servizio in corrispettivo di un altro servizio”), posti in essere dai cosiddetti “produttori”; in secondo luogo, si può far ricorso al furto (coercizione o frode) perpetrato da una terza parte, che possiamo definire “predazione”.
L’esistenza della predazione è una questione scientifica, un fenomeno empiricamente dimostrato dallo studio della storia.
I predatori si sono storicamente organizzati in Stati e hanno cercato di giustificare le loro attività quali un’eccezione ai principi morali universali, introducendo leggi atte a “ratificare” la spoliazione, ed un codice morale inteso a “magnificarla”.
I predatori tendono ad ingannare le loro vittime per mezzo di “stratagemmi” (inganni, raggiri, frodi) e uso di “sofismi” per legittimare e mascherare ciò che stanno compiendo. È compito degli economisti politici come Bastiat svelare i trucchi, gli espedienti e le menzogne usate dai predatori.
Esaminiamo ora alcuni aspetti della sua teoria.
Come sostenitore dell’idea della legge naturale e dei diritti naturali, Bastiat era convinto esistessero dei principi morali che potessero essere riconosciuti ed elaborati dagli esseri umani e che fossero altresì suscettibili di applicazione universale: non possono operare contestualmente due distinti codici morali, uno applicabile ai governanti ed ai funzionari governativi, e l’altro al resto dell’umanità. Uno di questi principi universali postula il diritto inviolabile di un individuo a disporre dei propri legittimi titoli di proprietà, unitamente alla corrispondente intimazione di non violare il corrispettivo diritto altrui con la violenza o con la frode.
Secondo Bastiat: Vi sono solo due modi per acquisire le risorse che sono necessarie a conservare, e a rendere bella e migliore, l’esistenza: la PRODUZIONE e la SPOLIAZIONE. (“La fisiologia della Spoliazione”, in Sofismi Economici II ).
Affermò che la spoliazione consiste nel mettere al bando con l’inganno o con la violenza la libertà di negoziare, al fine di ricevere un servizio senza rendere nulla in contropartita.
La spoliazione con la violenza è esercitata nel modo seguente: la gente aspetta che un uomo produca qualcosa e poi se ne impadronisce brandendo le armi.
Questa condotta è formalmente condannata nei dieci comandamenti: “Non rubare”.
Come sostenitore dell’idea della legge naturale e dei diritti naturali, Bastiat era convinto esistessero dei principi morali che potessero essere riconosciuti ed elaborati dagli esseri umani e che fossero altresì suscettibili di applicazione universale: non possono operare contestualmente due distinti codici morali, uno applicabile ai governanti ed ai funzionari governativi, e l’altro al resto dell’umanità. Uno di questi principi universali postula il diritto inviolabile di un individuo a disporre dei propri legittimi titoli di proprietà, unitamente alla corrispondente intimazione di non violare il corrispettivo diritto altrui con la violenza o con la frode.
Secondo Bastiat: Vi sono solo due modi per acquisire le risorse che sono necessarie a conservare, e a rendere bella e migliore, l’esistenza: la PRODUZIONE e la SPOLIAZIONE. (“La fisiologia della Spoliazione”, in Sofismi Economici II ).
Affermò che la spoliazione consiste nel mettere al bando con l’inganno o con la violenza la libertà di negoziare, al fine di ricevere un servizio senza rendere nulla in contropartita.
La spoliazione con la violenza è esercitata nel modo seguente: la gente aspetta che un uomo produca qualcosa e poi se ne impadronisce brandendo le armi.
Questa condotta è formalmente condannata nei dieci comandamenti: “Non rubare”.
Quando ha luogo tra individui, la condotta in parola viene definita “furto” e conduce dritta dritta in galera; quando si svolge tra gli Stati, si parla invece di conquista e porta alla gloria.
Bastiat cita i Dieci Comandamenti, il codice penale francese, nonché il dizionario dell’Accademia di Francia per definire il furto, rimarcandone la sua proibizione universale. Sulla scorta di tali definizioni, nel pensiero di Bastiat le politiche del governo francese non erano altro che “furto perpetrato con il sussidio”, “furto realizzato con i dazi doganali”, “furto incrociato” di tutti i francesi attraverso una combinazione di sussidi e dazi protettivi, e così via. Complessivamente essi hanno eretto un sistema omnipervasivo di “spoliazione”, che si è via via evoluto nel corso dei secoli.
Bastiat cita i Dieci Comandamenti, il codice penale francese, nonché il dizionario dell’Accademia di Francia per definire il furto, rimarcandone la sua proibizione universale. Sulla scorta di tali definizioni, nel pensiero di Bastiat le politiche del governo francese non erano altro che “furto perpetrato con il sussidio”, “furto realizzato con i dazi doganali”, “furto incrociato” di tutti i francesi attraverso una combinazione di sussidi e dazi protettivi, e così via. Complessivamente essi hanno eretto un sistema omnipervasivo di “spoliazione”, che si è via via evoluto nel corso dei secoli.
A causa della ubiquità della predazione nella storia dell’umanità, diventa essenziale per l’economia politica prendere seriamente in considerazione tale fenomeno, quando si discute del funzionamento del mercato e dei suoi “fattori di disturbo”.
A prescindere da quale possa essere il grado di benevolenza e di ottimismo che scaldi il cuore di un uomo, questi è obbligato a riconoscere che la SPOLIAZIONE viene esercitata su vasta scala a questo mondo ed è troppo universalmente interrelata con tutti i principali eventi nella storia dell’umanità, perché la scienza morale e l’economia politica, possano sentirsi legittimate nel non prenderla nemmeno in considerazione.
A prescindere da quale possa essere il grado di benevolenza e di ottimismo che scaldi il cuore di un uomo, questi è obbligato a riconoscere che la SPOLIAZIONE viene esercitata su vasta scala a questo mondo ed è troppo universalmente interrelata con tutti i principali eventi nella storia dell’umanità, perché la scienza morale e l’economia politica, possano sentirsi legittimate nel non prenderla nemmeno in considerazione.
Una caratteristica fondamentale della spoliazione, che la contraddistingue dalla acquisizione di ricchezza attraverso lo scambio volontario, è l’ uso della violenza, associato a quello che Bastiat chiamava “stratagemmi” (frode o inganno).
All’interno della categoria di “spoliazione” possono individuarsi due principali fattispecie, che attirarono l’attenzione di Bastiat: il “saccheggio illegale”, intrapreso da ladri, rapinatori e banditi, e il “saccheggio legale”, che viene esercitato dallo Stato sotto l’egida del sistema giuridico, il quale consente di dispensare sovrani e funzionari governativi dal rispetto del divieto comune, in tema di acquisizione della proprietà altrui per mezzo della forza. Bastiat era meno interessato al saccheggio illegale, posto che questo veniva universalmente condannato e la sua natura era piuttosto ben compresa dai teorici del diritto e dagli economisti. Bastiat intese concentrarsi sulla spoliazione legalizzata, la quale ben difficilmente veniva ravvisata come un problema dagli economisti, sebbene fosse sempre esistita su vasta scala nel corso della storia e ne costituisse uno dei motori trainanti. Come ebbe a notare nella sua “importante arguzia finale”, che conduce alle “Conclusioni” dei Sofismi Economici, parte I.
All’interno della categoria di “spoliazione” possono individuarsi due principali fattispecie, che attirarono l’attenzione di Bastiat: il “saccheggio illegale”, intrapreso da ladri, rapinatori e banditi, e il “saccheggio legale”, che viene esercitato dallo Stato sotto l’egida del sistema giuridico, il quale consente di dispensare sovrani e funzionari governativi dal rispetto del divieto comune, in tema di acquisizione della proprietà altrui per mezzo della forza. Bastiat era meno interessato al saccheggio illegale, posto che questo veniva universalmente condannato e la sua natura era piuttosto ben compresa dai teorici del diritto e dagli economisti. Bastiat intese concentrarsi sulla spoliazione legalizzata, la quale ben difficilmente veniva ravvisata come un problema dagli economisti, sebbene fosse sempre esistita su vasta scala nel corso della storia e ne costituisse uno dei motori trainanti. Come ebbe a notare nella sua “importante arguzia finale”, che conduce alle “Conclusioni” dei Sofismi Economici, parte I.
Ne “La fisiologia della Spoliazione” Bastiat delineò le principali tipologie di rapina che erano emerse nel corso della storia: dalla guerra alla schiavitù, dalla teocrazia al monopolio. Storicamente, le società e le loro classi dirigenti, che vivevano taglieggiando il resto della popolazione, si erano evolute attraverso degli alterni periodi di conflitto. In una lettera a Mme Cheuvreux (23 giugno 1850) Bastiat osservò che <
Nel periodo in cui visse, lo Stato moderno si era evoluto al punto che una imponente e permanente classe professionale di burocrati metteva in atto la volontà del potere sovrano – non importa che fosse re Luigi Filippo durante la monarchia di Luglio (1830-1848), o il “popolo” nel corso della Seconda Repubblica, a seguito della rivoluzione del febbraio 1848 – di tassare, regolamentare e sovvenzionare una parte crescente dell’economia francese. Sono tre gli aspetti della crescita dello Stato sui quali Bastiat incentrò la sua opposizione nella seconda metà degli anni ’40 del secolo XIX: le tariffe protezionistiche sulla importazione delle merci, la tassazione e i sussidi governativi a favore dei disoccupati nei Laboratori Nazionali durante il 1848. Come lo Stato ampliò le proprie dimensioni e il perimetro d’azione delle sue attività, esso iniziò a erogare una gamma sempre maggiore di “servizi pubblici” finanziati dai contribuenti.
Bastiat aveva una visione severa circa questi sviluppi e reputava qualsiasi “servizio pubblico” che andasse al di là del minimo indispensabile per garantire i servizi di polizia e di amministrazione della giustizia come “una forma disastrosa di parassitismo” (“Gli intermediari” in Ciò che si vede e ciò che non si vede) .
Bastiat pensava che il moderno Stato burocratico e pianificatore del suo tempo fosse basato su una miscela di totale violenza e di coercizione da un lato, e sugli inganni e le fallacie (sofismi) dall’altro. La violenza e la coercizione rivenivano dalle imposte, dalle tariffe, dalla regolamentazione, alle quali erano sottoposti i contribuenti, i commercianti e i produttori; la dimensione ideologica che garantiva la classe di parassiti al comando originava da una nuova serie di “sofismi politici ed economici”, volti a confondere, ingannare e raggirare una nuova generazione di “gonzi” nel supportare il sistema. La scienza dell’economia politica, secondo Bastiat , doveva costituire il mezzo con cui i sofismi economici del presente sarebbero stati disvelati, confutati, e infine neutralizzati, deprivando così la casta di rapinatori che ci comanda del proprio sostentamento e del proprio potere. (“Fisiologia della Spoliazione”).
Bastiat, nell’elaborare i saggi che compongono i due volume della raccolta dei Sofismi Economici, intendeva avviare il lungo processo di demolizione intellettuale dei machiavelli, delle frodi, e delle fallacie utilizzate dalle élite privilegiate per difendere i propri interessi acquisiti e il loro sistematico taglieggiamento delle persone comuni.
Bastiat, nell’elaborare i saggi che compongono i due volume della raccolta dei Sofismi Economici, intendeva avviare il lungo processo di demolizione intellettuale dei machiavelli, delle frodi, e delle fallacie utilizzate dalle élite privilegiate per difendere i propri interessi acquisiti e il loro sistematico taglieggiamento delle persone comuni.
Bastiat era anche alquanto scettico riguardo al fatto che la moralità religiosa sarebbe riuscita a modificare il punto di vista dei detentori del potere Bastiat preferiva di gran lunga colpire il potere dal basso, cercando di far aprire gli occhi ai babbei e agli illusi, per mezzo delle verità che l’economia politica è in grado di fornire, incoraggiando il dubbio e la sfiducia nella giustizia delle azioni dei governanti, e deridendo l’élite politica avvalendosi del sarcasmo e del “mordente del ridicolo”.
Ludwig von Mises Italia
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VITA DA AVVOCATI | Che strazio la Cassa Forense | SPOLIAZIONE LEGALE IN CORSO
SPOLIAZIONE LEGALE IN CORSO :“la spoliation” (spoliazione), “viol” (stupro), “vol” (furto), e “saccheggio”.
La Spoliazione legale nel pensiero di Frédéric Bastiat
La Spoliazione legale nel pensiero di Frédéric Bastiat
"Ci sono solo due modi con cui la ricchezza (la proprietà) può essere acquisita: in primo luogo, in virtù dell’attività individuale volontaria e degli scambi liberamente concordati con gli altri (“servizio in corrispettivo di un altro servizio”), posti in essere dai cosiddetti “produttori”; in secondo luogo, si può far ricorso al furto (coercizione o frode) perpetrato da una terza parte, che possiamo definire “predazione”.
L’esistenza della predazione è una questione scientifica, un fenomeno empiricamente dimostrato dallo studio della storia.
I predatori si sono storicamente organizzati in Stati e hanno cercato di giustificare le loro attività quali un’eccezione ai principi morali universali, introducendo leggi atte a “ratificare” la spoliazione, ed un codice morale inteso a “magnificarla”.
I predatori tendono ad ingannare le loro vittime per mezzo di “stratagemmi” (inganni, raggiri, frodi) e uso di “sofismi” per legittimare e mascherare ciò che stanno compiendo. È compito degli economisti politici come Bastiat svelare i trucchi, gli espedienti e le menzogne usate dai predatori."
Gli avvocati si cancellano dagli albi perché non sostengono i minimi e quelli di Cassa hanno deliberato di aumentare i gettoni di presenza da 400 giornalieri ad oltre 600 ed il "buon" Luciano prende 92.000 di compenso annuo (per inguaiare gli avvocati e non altro) ed ha appena dichiarato che stanno mettendo in atto sistema per sfoltire gli albi. I soldi di Cassa cominciano a puzzare da lontano ormai.
Che strazio la Cassa Forense. Allampanata in privilegi obsoleti. Spettrale. Dovremmo in pratica lavorare (male) per loro. Un lavoro svilito e avvilito. Stanno distruggendo una categoria importante. Togliersi loro dai piedi no? Sono soffocanti e tentacolari come polipi. Buttano noi fuori però nel mentre! Si fanno beffe "in tutta tranquillità", a colpi di regolamenti, con supponente arroganza coercitiva, degli studi universitari e degli esami di stato avvocati svolti e sostenuti, superati. Senza dire che a me non interessano affatto e sono costretta ad occuparmi di loro e dedicargli il mio tempo. Non mi importa un accidente di quella gente e del loro establishment. Mi sono pure sospesa dall'albo avvocati pur di liberarmene. Li ritengo una iattura sociale da cui fuggire. Non ho niente da comunicare loro, non ragionano, impongono. Intendono solo ciò che è o sarebbe il loro interesse. Ho rinunciato ad un dialogo da tempo con costoro, anzi non l'ho mai iniziato.
Non ho niente da spartire con loro e i miei soldi (in cambio del loro NIENTE) non li avranno.
Non so che farmene del loro NIENTE.
Se lo possono tenere stretto il loro nulla, come si tengono stretti i loro gettoni di presenza ed altre auto elargizioni che si concedono. Indefessi sulla loro strada, anch'io sulla mia.
Le loro prese di posizione, assolutamente sbilenche, settarie e azzardate, non serviranno a nulla: le Casse private saranno fagocitate dall'INPS.
Sono ossessivi. Da qualsiasi lato li prenda in considerazione o li ignori il risultato da me percepito e recepito è sempre lo stesso: iattura in danno.
Andrebbero ridimensionati o in alternativa potrebbero amichevolmente andarsene LORO. Al diavolo. Così come "amichevolmente" e + o - affabilmente amano abusare di noi e della nostra professione e dei nostri destini.
Non ho niente da spartire con loro e i miei soldi (in cambio del loro NIENTE) non li avranno.
Non so che farmene del loro NIENTE.
Se lo possono tenere stretto il loro nulla, come si tengono stretti i loro gettoni di presenza ed altre auto elargizioni che si concedono. Indefessi sulla loro strada, anch'io sulla mia.
Le loro prese di posizione, assolutamente sbilenche, settarie e azzardate, non serviranno a nulla: le Casse private saranno fagocitate dall'INPS.
Sono ossessivi. Da qualsiasi lato li prenda in considerazione o li ignori il risultato da me percepito e recepito è sempre lo stesso: iattura in danno.
- Establishment: insieme dei detentori del potere economico e politico, e dei loro sostenitori, occupano un posto di rilievo nella vita sociale.
Andrebbero ridimensionati o in alternativa potrebbero amichevolmente andarsene LORO. Al diavolo. Così come "amichevolmente" e + o - affabilmente amano abusare di noi e della nostra professione e dei nostri destini.
Cassa Forense ha una sua posizione anacronistica e bizzarra in proposito: Pagare kontributen sennò tuo merito valere zero. Capiten o no capiten? A noi servire tanti soldi, noi crante strutturen di rikken avvocaten. Noi accettare solo rikki avvocaten meritevoli. Poveri non ci interessano. Noi volere solo avvocaten riccastri. Tu poveraccen ora e pure domani. Capiten?
LE ISTITUZIONI DI MOBBING SOCIALE
Le istituzioni di mobbing sociale sono quelle che partecipano al confronto politico con il risultato, doloso o colposo, di accentuare gli effetti discriminatori della segmentazione sociale legale attuata dalle istituzioni di spoliazione legale.
Il risultato di queste istituzioni è che a differenza del mobbingfatto tra individui con i comportamenti reciproci, in questo caso si concretizza con le leggi incostituzionali che si vogliono fare applicare o mantenere in vita.
L'economista Susan George in un articolo lamentava che il movimento spagnolo contro la crisi non aveva saputo elaborare le idee per proporre una soluzione praticabile di superamento.
Poiché in una società democratica l'ineguaglianza nasce dalla spoliazione legale e dal patrimonio preda, se una istituzione che si prefigge di superare queste iniquità non riesce a focalizzare la sua azione contro delle semplici ed ovvie situazioni di saccheggio significa che, con dolo o colpa, è complice di esso.
Il dialogo tra gli iscritti se non si concretizza con un programma di eliminazione della spoliazione legale, trasforma l'istituzione di contrasto in una palestra per le nuove élite che attuano la personalizzazione della politica.
Queste istituzioni si trasformano in una gabbia dove viene convogliata la rabbia dei saccheggiati illudendoli di avere trovato una istituzione utile per il contrasto alla spoliazione legale che subiscono.
In realtà sono destinati a restare in gabbia in quanto non vengono mai elaborati i concetti per superare le vessazioni ma anzi viene mantenuta l'ignoranza istruita.
Se queste istituzioni ignorano la Costituzione nei loro programmi, allora si conferma che il mobbing che esercitano è doloso.
Estrapolando il pensiero di Chomsky, prima ancora di eliminare le istituzioni che praticano la spoliazione legale, vanno eliminate le istituzioni che praticano il mobbing sociale, soprattutto se volontariamente insistono nell'ignorare la Carta.
Le battaglie perse
Una delle attività principali delle istituzioni di mobbing sociale è quella di cavalcare le battaglie perse ovvero marginali o inutili.
Le battaglie perse sono le battaglie non risolutive per contrastare la spoliazione legale e quindi il patrimonio preda.
Alcuni esempi di battaglie perse:
- gli aumenti degli stipendi degli amministratori, dei compensi dei politici, consiglieri, delegati, revisori ecc. ecc.
(è vero che gli stipendi d'oro o i gettoni in alcuni casi sono esagerati ma il loro ridimensionamento non cambia la sostanza del saccheggio legale legato al patrimonio preda gestito da una istituzione di spoliazione legale.
Se si elimina la istituzione di spoliazione legale non solo si elimina il problema degli aumenti, ma quello più sostanziale degli stipendi stessi.)
Se si elimina la istituzione di spoliazione legale non solo si elimina il problema degli aumenti, ma quello più sostanziale degli stipendi stessi.)
Il fine delle battaglie perse, quando non dovuto alla inettitudine, consiste nell'accreditarsi come opposizione al sistema quando in realtà lo si appoggia nei fatti."
Il conflitto pensionistico/Spoliazione legale
Parte VI: La spoliazione legale
- Sintesi della spoliazione legale
- La legge nella spoliazione legale
- La Legge (1850) di Frédérik Bastiat
- Spoliazione legale (definizione)
- Spoliazione legale
- Tecnica della spoliazione legale
- Il potere dell'ignoranza
- Contratto asociale
- Religione incivile
- Deriva della finanza
- Fascismo democratico
- Costituzione italiana incostituzionale
- Quando non confidare nella giustizia
- Lobbycrazia
- Fondo preda
- Matematica della spoliazione legale
- Politiche economiche suicide+
- Stakeholders+
- Contrasto alla spoliazione legale
- Massoneria e società civile
- La legge non è uguale per tutti
- Casse di previdenza dei liberi professionisti
- Un immenso tentato furto
- Citazioni
- Illegittimità della riforma Dini
- Le baby pensioni
- Le pensioni d'oro
- Le pensioni gonfiate
- I vitalizi dei parlamentari
- Eliminazione della pensione minima
- Casse previdenziali D.Lgs. 509-1994
- Casse previdenziali D.Lgs. 103-1996
- Lobby previdenziali in Italia
Fonte:
Il conflitto pensionistico/Istituzioni di mobbing sociale | Il conflitto pensionistico/Spoliazione legale
Il conflitto pensionistico: Come la massoneria sta distruggendo l'Italia
"L'autore, partendo dall'analisi del regolamento di previdenza Inarcassa 2012, arriva alla scoperta della "spoliazione legale" descritta nel 1850 da Frédéric Bastiat e, con le indicazioni dell'economista Susan George, del linguista Noem Chomsky e di Michele Boldrin descrive come le élite attraverso la neolingua e la complicità dei professori universitari coltiva l'egemonia culturale nel campo della previdenza sociale pubblica.
L'autore codifica per la prima volta la "tecnica della spoliazione legale" introducendo il concetto di "patrimonio preda", di "scopo di copertura" e di "norma illegittima costituzionalmente" come elementi essenziali della spoliazione legale.
Con la definizione del "modello della segmentazione sociale legale" spiega infine come la massoneria ha trasformato il Parlamento nella "Casa della spoliazione legale" facendogli sfornare tutte le leggi incostituzionali necessarie per saccheggiare gli italiani.
Dalla analisi del sistema pensionistico pubblico emerge dirompente l'assenza di una élite nelle opposizioni che abbia un minimo di comprensione dei meccanismi di spoliazione legale ed ancora meno che abbia una proposta sensata per eliminare la spoliazione legale in atto.
Si arriva anche a dimostrare come la "costruzione della verità" fatta nelle università di economia, di legge e nel parlamento italiano abbiano condizionato a tal punto la società che parlamentari ex CGIL e del Movimento 5 Stelle promuovono le teorie giuridico-economiche su cui si basa la spoliazione legale nel sistema pensionistico pubblico.
Il libro termina con un elenco di regole che le nuove élite, che si vogliono opporre al Pensiero Unico e all'egemonia culturale delle classi dominanti, dovrebbero conoscere per individuare come la massoneria gestisce, anche dal di dentro delle loro associazioni o movimenti, partiti o sindacati, i meccanismi di spoliazione legale."
L'autore codifica per la prima volta la "tecnica della spoliazione legale" introducendo il concetto di "patrimonio preda", di "scopo di copertura" e di "norma illegittima costituzionalmente" come elementi essenziali della spoliazione legale.
Con la definizione del "modello della segmentazione sociale legale" spiega infine come la massoneria ha trasformato il Parlamento nella "Casa della spoliazione legale" facendogli sfornare tutte le leggi incostituzionali necessarie per saccheggiare gli italiani.
Dalla analisi del sistema pensionistico pubblico emerge dirompente l'assenza di una élite nelle opposizioni che abbia un minimo di comprensione dei meccanismi di spoliazione legale ed ancora meno che abbia una proposta sensata per eliminare la spoliazione legale in atto.
Si arriva anche a dimostrare come la "costruzione della verità" fatta nelle università di economia, di legge e nel parlamento italiano abbiano condizionato a tal punto la società che parlamentari ex CGIL e del Movimento 5 Stelle promuovono le teorie giuridico-economiche su cui si basa la spoliazione legale nel sistema pensionistico pubblico.
Il libro termina con un elenco di regole che le nuove élite, che si vogliono opporre al Pensiero Unico e all'egemonia culturale delle classi dominanti, dovrebbero conoscere per individuare come la massoneria gestisce, anche dal di dentro delle loro associazioni o movimenti, partiti o sindacati, i meccanismi di spoliazione legale."
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