IL PRESIDENTE DI CASSA FORENSE, L'AVV. NUNZIO LUCIANO, HA PRESENTATO ESPOSTO AL CONSIGLIO DELL'ORDINE DEGLI AVVOCATI DI PESARO NEI CONFRONTI DELL'AVVOCATO SILVIO ULISSE, ASSUMENDO PRELIMINARMENTE QUANTO SEGUE:
"Con reiterate comunicazioni, istanze segnalazioni - che si allegano al presente esposto - inviati a molteplici destinatari tra i quali, oltre alla Cassa Forense, il Consiglio Nazionale Forense, il Ministro del Lavoro e delle Politiche, la Procura della Repubblica l'Avv. Silvio Ulisse - nato a (...) iscritto all'Albo degli Avvocati presso
(...), - muovendo dalla asserita illegittimità di un'imposizione contributiva minima dovuta alla Cassa Forense a prescindere dal reddito prodotto ha più volte contestato l'intero sistema previdenziale mediante redazione di lunghe memorie contenenti accuse ed attacchi diretti anche all'Ente ed ai suoi vertici.
L'Avv. Ulisse denuncia tra l'altro una "gestione affaristica" da parte di tutti gli organismi della categoria professionale mediante conniventi condotte abusive "una ristetta elite sulle spalle dei più deboli" [...] "dimenticando che la Costituzione pone in primo piano, e li riconosce a tutti la dignità della persona umana e insieme al diritto valore del lavoro". (...)
Si rappresenta infine, che lo scrivente, sempre nella qualità sopra indicata, sta presentando alla competente Procura della Repubblica atto di denuncia-querela nei confronti del suindicato avvocato in relazione ai sopra citati comportamenti, nonché azione civile di condanna al risarcimento del danno."
SEGUONO ALCUNI COMMENTI "RACCATTATI" ON LINE:
La Democrazia e la Democraticità delle Istituzioni e nelle Istituzioni, consiste, ogni giorno che il Signore ci consente di vivere, e in qualsiasi posizione personale ognuno di noi ricopra, nell' accettare le critiche ed il confronto, e, eventualmente, nel replicare con fatti.
#IOSTOCONULISSE
solidarietà e vicinanza al collega Silvio Ulisse ( Ulisse Io).
solidarietà e vicinanza al collega Silvio Ulisse ( Ulisse Io).
...da Maurizio Reggibis :
Rivolgo un appello serio ed urgente a tutti gli avvocati che si definiscono donne ed uomini liberi e che lottano per i diritti e la sopravvivenza dell' avvocatura medio bassa.
Il collega Silvio Ulisse Io del foro di Pesaro ha dedicato mesi interi della sua fatica, del suo tempo e della sua salute A redigere ed inoltrare istanze, esposti, denunce a tutte le autorità competenti: Parlamento, magistratura, istituzioni forensi, amministrazione finanziaria, al fine di chiarire le contraddizioni, gli abusi, i soprusi e le ruberie poste in essere dagli apicali forensi, di cui il tragicomico congresso di Catania è stato l'apoteosi.
Cassa Forense, principale bersaglio delle sue iniziative di legalità e di trasparenza e di giustizia, anziché rispondere sul piano del diritto e della correttezza dei comportamenti e degli esempi, lo aggredisce con esposti disciplinari ed iniziative giudiziarie penali, ritenendosi resa dalla sua protesta civile.
A questo punto, se veramente vi ritenete avvocati liberi e non servi del Capobastone locale o nazionale, ciascuno di voi è chiamato a prendere le difese e a collaborare alla difesa in sede disciplinare ed in sede penale dell'avvocato Silvio Ulisse del foro di Pesaro.
Lui si è esposto e si è sacrificato per noi, non per sé stesso, non per arricchimento personale, non ha mai chiesto il rimborso di nulla, pur ponendosi spontaneamente e disinteressatamente a disposizione e a difesa dei più deboli e dei più poveri.
Adesso è giunto il momento di dimostrargli solidarietà E compattezza, poiché attaccando lui vogliono rieducare tutti quanti noi: si tratta di un metodo terroristico!
Pertanto, tutti coloro si che si riconoscono in questa battaglia di libertà, di democrazia e di civiltà del diritto e non si ritengono dei semplici passacarte ed impiegatucci di studio, sono chiamati a testimoniare solidarietà concretamente al collega Silvio Ulisse, facendo pervenire note di protesta contro cassa forense, rispetto a questa iniziativa e note di sostegno al Consiglio dell'Ordine di Pesaro da cui il collega dipende, nonché al consiglio di disciplina competente.
Il collega Silvio Ulisse Io del foro di Pesaro ha dedicato mesi interi della sua fatica, del suo tempo e della sua salute A redigere ed inoltrare istanze, esposti, denunce a tutte le autorità competenti: Parlamento, magistratura, istituzioni forensi, amministrazione finanziaria, al fine di chiarire le contraddizioni, gli abusi, i soprusi e le ruberie poste in essere dagli apicali forensi, di cui il tragicomico congresso di Catania è stato l'apoteosi.
Cassa Forense, principale bersaglio delle sue iniziative di legalità e di trasparenza e di giustizia, anziché rispondere sul piano del diritto e della correttezza dei comportamenti e degli esempi, lo aggredisce con esposti disciplinari ed iniziative giudiziarie penali, ritenendosi resa dalla sua protesta civile.
A questo punto, se veramente vi ritenete avvocati liberi e non servi del Capobastone locale o nazionale, ciascuno di voi è chiamato a prendere le difese e a collaborare alla difesa in sede disciplinare ed in sede penale dell'avvocato Silvio Ulisse del foro di Pesaro.
Lui si è esposto e si è sacrificato per noi, non per sé stesso, non per arricchimento personale, non ha mai chiesto il rimborso di nulla, pur ponendosi spontaneamente e disinteressatamente a disposizione e a difesa dei più deboli e dei più poveri.
Adesso è giunto il momento di dimostrargli solidarietà E compattezza, poiché attaccando lui vogliono rieducare tutti quanti noi: si tratta di un metodo terroristico!
Pertanto, tutti coloro si che si riconoscono in questa battaglia di libertà, di democrazia e di civiltà del diritto e non si ritengono dei semplici passacarte ed impiegatucci di studio, sono chiamati a testimoniare solidarietà concretamente al collega Silvio Ulisse, facendo pervenire note di protesta contro cassa forense, rispetto a questa iniziativa e note di sostegno al Consiglio dell'Ordine di Pesaro da cui il collega dipende, nonché al consiglio di disciplina competente.
Silvio, se vorrai, sono pronto sin da adesso a venire a Pesaro per assumere la tua difesa innanzi al consiglio di disciplina
Giuridica News | Avv. Gabriella Filippone Gabriella Filippone Blog
«La differenza tra le persone sta solo nel loro avere maggiore o minore accesso alla conoscenza» (Lev Tolstoj)
La rassegna stampa è una sintesi e fornisce i riferimenti dell'articolo (testata, autore, titolo) per reperire sul quotidiano o altra fonte l'articolo completo.
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Si declina ogni responsabilità per errori od omissioni, nonché per un utilizzo improprio delle immagini o non aggiornato delle notizie e delle informazioni.
CHI COMANDA CHI
Immagine scattata in tempo reale in Kenia anno 2018 | di proprietà di Giusi Smiriglia |
L’obiettivo è chiaro: sottrarre reddito e risparmi (quei pochi rimasti) ai cittadini per trasferirli ai mercati finanziari. Una redistribuzione al contrario, per una società sempre più povera e diseguale.
Fonte: via Facebook
#DIMAIO #SALVINI
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Subtitolo:"MALVAGI GIOCO FORZA"
SUMMER TIME e l'inutilità di certi (articolo datato 23 giugno 2017).
Andare al mare è meglio che avvilirmi appresso a Cassa Forense e ai suoi misfatti.
Subtitolo:"MALVAGI GIOCO FORZA"
Mi hanno già danneggiata abbastanza e non permetterò loro di proseguire in tal senso.
Li lascio a loro stessi e alle loro prese di posizione anti economiche, insensate, soffocanti, di censo, di negazione e dileggio, di scherno, dall'alto della loro posizione di potere e dall'alto della meschinità di altri in cerca di potere.
Senza dire che occuparmi di loro, a gratis, anzi a perdere, è una grave perdita di energia. Una dispersione di me stessa e dei mie interessi che gioca a loro vantaggio.
MEGLIO L'ABBRONZATURA AL MARE che stare dietro a quelli, "marcendo dentro".
Quanto ai Colleghi continuassero ad arrangiarsi come già si arrangiano, per alcuni peraltro l'antipatia è reciproca, il disprezzo ove ci sia lo restituisco al mittente. Non ho niente da spartire con certa gente, nemmeno le rivendicazioni professionali.
Un messaggio per loro. ARRANGIATEVI mi avete rotto.
Ormai sono anni che mi tocca sopportare le menate di pseudo sindacati e associazioni forensi, rappresentati da personaggi lividi ed aggressivi, volgari, sgradevoli, gente di cui faccio a meno volentieri.
Per chi? Per colpa di chi sono o sono stata a contatti con certi soggetti? Per colpa di Cassa Forense. Nel tentativo di contrastarla.
UN BUCO NELL'ACQUA e niente altro.
CIAO MOSTRI E MOSTRICIATTOLI
andate a stressare altra gente,non me.
Sono certa che sapete galleggiare, come tutti gli srt... vero?
Sparite, VOI e CASSA FORENSE.
Siete dei vuoti a perdere mentali. Siete CRISI e DANNO.
Siete maledetti dal cielo. Il vostro è molto tossico e inquinato.
Maledetta me a quando ho scelto questo lavoro impossibile. Impossibile come VOI. ARRAFFONI e SACCENTI PERDENTI.
MALVAGI GIOCO FORZA.
https://gabriellafilippone.blogspot.com/2017/06/summer-time-e-linutilita-di-certi.html
venerdì 3 agosto 2018
COME FANNO A CANCELLARTI DA CASSA FORENSE? COSTRINGENDOTI.
Gabriella Filippone ha commentato: "quelli" (cieffisti e colleghi malvagi, e ci sono molti esponenti nella categoria dei secondi, i cd. colleghi) ritengono che sono stata cancellata da cassa forense per motivi economici mentre io ho preferito la cancellazione perché la cassa mi scassa troppo, mi sta sul "casso": è ottusa
L'Avvocatura non può essere controllata e cancellata sulla base di decreti ministeriali!
Tuteliamo la nostra libertà, posta a base della difesa dei diritti degli ultimi.
Tuteliamo la nostra libertà, posta a base della difesa dei diritti degli ultimi.
Catania è vicina e noi faremo sentire tutta la nostra indignazione, anche per conto di tutti quei colleghi che sono stati costretti a cancellarsi dall'albo per motivi economici.
Riporto alcuni commenti
Articolo pubblicato su questo blog nel mese dicembre 2017
SI FESTEGGIA: CF MI HA CANCELLATA | Nothing Else Matters
Nothing Else Matters
ADIEU CASSA FORENSE DETESTO I GUAI DA TE PROCURATI A TANTI AVVOCATI e pure a me
IL MESSAGGIO PEC DI CASSA FORENSE:
Oggetto:
Cancellazione Cassa art. 6 del
Regolamento di attuazione ex
art. 21, commi 8 e 9, l.
247/2012
EGREGIO AVVOCATO
(...)
Le comunico che la Giunta Esecutiva, nella seduta del 24/11/2017, preso atto
della Sua sospensione volontaria ex art. 20, secondo comma, della legge 247/2012, ha
deliberato di procedere alla Sua cancellazione dalla Cassa dal 15/09/2016 come
previsto dall’art. 6 del Regolamento di attuazione ex art. 21, commi 8 e 9, della
suddetta Legge.
Conseguentemente si è provveduto all’annullamento delle eventuali richieste di
pagamento dei contributi non più dovuti.
La informo che qualora dalla verifica della Sua posizione, sia emerso un debito
contributivo, troverà in allegato il/i relativo/i prospetto/i.
Avverso la predetta delibera è ammesso, ai sensi dell’art. 23 dello Statuto,
reclamo al Consiglio di Amministrazione da presentarsi mediante raccomandata con
avviso di ricevimento entro un mese dalla data di ricevimento della presente
comunicazione utilizzando l’apposito modulo presente nel sito internet
www.cassaforense.it.
Ai sensi dell’art. 443 c.p.c., la domanda giudiziaria relativa alle controversie in
materia di previdenza ed assistenza obbligatoria non è procedibile se non quando siano
esauriti i procedimenti prescritti dalle leggi speciale per la composizione in sede
amministrativa.
Distinti saluti.
Il Responsabile del Servizio
mercoledì 4 luglio 2018
COME LIBERARSI DI CASSA FORENSE E QUANDO
2CELLOS - They Don't Care About Us
giovedì 7 giugno 2018
Luigi Di Maio sulla professione di Avvocato (Camera dei Deputi)
Argomento correlato:
sabato 17 gennaio 2015
Il CONTRIBUTO MINIMO OBBLIGATORIO AVVOCATI è un "DAZIO VAMPIRIZZATO": l'Interpello presentato dalla Senatrice Gambaro ai Ministri della giustizia e del lavoro e delle politiche sociali
In foto: Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica italiana, a Roma | via Wikipedia |
Sul sito del Senato della Repubblica è consultabile un Interpello /Atto di Sindacato Ispettivo, pubblicato il 15 gennaio 2015, nella seduta n. 377, rivolto ai Ministri della giustizia e del lavoro e delle politiche sociali, presentato dalSenatriceAdele Gambaroprimo firmatario. La Senatrice dimostra le criticità della riforma della "Nuova disciplina dell'ordinamento della professione forense", statuente l'obbligo, al comma 8 dell'art. 21, per gli iscritti agli albi forensi di contestuale iscrizione alla cassa nazionale di previdenza forense.
L'interpello in oggetto è una puntuale e curata descrizione di quanto sta accadendo, in modo "vampiresco" in danno di molti avvocati.
L'interpello in oggetto è una puntuale e curata descrizione di quanto sta accadendo, in modo "vampiresco" in danno di molti avvocati.
Vi copio/incollo di seguito il testo dell'Interpello presentato dalla Senatrice Adele Gambaro, ho evidenziato in neretto alcuni punti trattati che ritengo particolarmente significativi. L'atto politico è stato altresì condiviso sulla pagina facebook del Presidente Nunzio Luciano.
"GAMBARO - Ai Ministri della giustizia e del lavoro e delle politiche sociali. -
Premesso che:
la riforma della "Nuova disciplina dell'ordinamento della professione forense" approvata con la legge del 31 dicembre 2012, n. 247, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 18 gennaio 2013, entrata
in vigore il 2 febbraio 2013, statuiva, al comma 8 dell'art. 21, che l'iscrizione agli albi forensi avrebbe comportato la contestuale iscrizione alla cassa nazionale di previdenza forense;
il comma 9 stabiliva che la cassa, entro un anno dall'entrata in vigore, avrebbe dovuto provvedere ad emanare un apposito regolamento attuativo;
in attesa del regolamento attuativo che doveva disciplinare la "vita professionale", e non solo, di migliaia di avvocati italiani, il clima di profonda, e a giudizio dell'interpellante non scusabile, vacatio legis ha provocato malessere, scoramento e sfiducia in larghissima parte di una categoria storicamente importante ma ormai relegata ai margini oltre che del "processo" così come disposto codicisticamente, anche della vita sociale e civile del Paese;
sempre nelle more dell'emanazione dello stesso, la condizione di incertezza che aleggiava su vasta parte della categoria ha prodotto un frenetico dibattito interno alle associazioni rappresentative sulle posizioni di tutela da assumere nei confronti degli iscritti all'albo con bassi redditi da attività forense, finendo col generare conflitti, incomprensioni e spaccature, con grave danno alla credibilità degli organismi dell'avvocatura preposti a fornire risposte adeguate e tutelare i diritti delle fasce professionali più esposte;
considerato che, per quanto risulta all'interpellante:
l'auspicato regolamento è stato licenziato dal comitato dei delegati della cassa forense il 31 gennaio 2014 ed è entrato in vigore il 21 agosto 2014 con approvazione ministeriale pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 192 del 20 agosto 2014;
in base ai dati forniti dagli ordini di appartenenza (già riccamente sovvenzionati dagli iscritti ogni anno), a partire dal novembre 2014 circa 50.000 avvocati italiani, non ancora iscritti alla cassa per legittimi motivi di reddito, sono stati iscritti d'ufficio e d'imperio alla stessa a decorrere dall'anno 2014 ex art. 1 del regolamento d'attuazione dell'art 21, commi 8 e 9, della legge n. 247 del 2012, eludendo i più elementari e basici diritti della libertà della persona e del professionista;
in base all'art. 12, comma 1, del regolamento, è fatta salva la possibilità di essere esonerati dall'iscrizione alla cassa e dal pagamento dei contributi minimi 2014 e 2015, laddove il professionista si cancelli in via definitiva dagli albi professionali, entro un termine di 90 giorni dalla ricezione della comunicazione postale;in sostanza, la mancata iscrizione alla cassa e del relativo dazio impositivo "vampirizzato" comporta la cancellazione punitivo-sanzionatoria di un diritto acquisito con un duro esame di Stato svolto per l'abilitazione all'esercizio alla professione legale, superato il quale si conferisce il titolo di avvocato che si ha il diritto, costituzionalmente garantito, di possedere per tutto il tempo che si desidera;
nell'anno 2014 l'importo della contribuzione minima richiesto dalla cassa agli iscritti in maniera forzata sarà di 846 euro (di cui 151 per contributo maternità, anche per i maschi, oltrepassando il comune senso del ridicolo) quindi una ben considerevole cifra, che è dovuta addirittura da chi incassa e dichiara 0 euro da attività forense;
in pratica, all'avvocato che decide di non svolgere la professione forense ma di fare altro e contribuire previdenzialmente in altro modo, gli viene a giudizio dell'interpellante brutalmente, arbitrariamente, da un ente a cui non deve nulla in quanto non sussiste corresponsione di servizi, sottratto il titolo di professionista legittimamente acquisito, violando la Costituzione fin nei suoi più profondi principi;
atteso che, a giudizio dell'interpellante:
si è davanti a una vera e propria discriminazione contributiva, in quanto chi ha un reddito basso deve pagare un importo fisso, slegato dal proprio reddito;
l'art. 21 del regolamento è palesemente iniquo, sotto diversi profili poiché i contributi minimi obbligatori svincolati completamente da qualsiasi parametro reddituale sono palesemente in contrasto con l'art. 53 della Costituzione, che sancisce il principio della progressività contributiva;
i contributi minimi obbligatori violano l'art. 3 della Costituzione, perché creano discriminazione tra coloro i quali hanno un reddito superiore ai 10.000 euro e coloro che hanno un reddito inferiore a tale soglia; i primi, infatti, pagano in base al reddito, con il pieno riconoscimento dei contributi previdenziali annuali, i secondi, invece, non solo pagano in misura fissa, ma essendo pure costretti a usufruire delle agevolazioni previste dal regolamento, hanno il riconoscimento pari alla metà dei contributi annuali versati;
inoltre, gli stessi contributi minimi obbligatori costringono gli avvocati, con un reddito sotto la soglia prevista, alla cancellazione dall'albo e dunque inibiscono l'esercizio libero della professione forense, sia nell'immediato, e cioè nel caso in cui si decida di non usufruire delle agevolazioni previste dal regolamento e si opti per l'immediata cancellazione, e sia nel lungo periodo, ovvero, quando, alla fine delle agevolazioni, chi non ha raggiunto una soglia di reddito sufficiente sarà comunque costretto a pagare i pieni contributi previdenziali, che in alcuni casi potrebbero persino superare la soglia di reddito dichiarata, costringendo così l'avvocato a cancellarsi comunque, rendendo dunque del tutto inutili i contributi faticosamente versati fino a quel momento;
l'intera normativa, inoltre, viola il principio costituzionale della libertà delle professioni intellettuali (art. 33 della Costituzione), che subordina l'esercizio delle stesse al superamento dell'esame di Stato, senza alcun altro vincolo o parametro, tanto meno reddituale,
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo non intendano porre rimedio, con una pronta disposizione legislativa, a quella che l'interpellante ritiene una vera "barbarie dei diritti", perpetuata a danno proprio di una fondamentale categoria del diritto, intervenendo in maniera decisa e urgentemente, onde evitare spiacevoli situazioni di morosità, a tutela delle sue fasce professionali più giovani e deboli, esonerando chi non produce redditi da attività forense, o chi ne produce pochi, dal "pedaggio" estorsivo richiesto dalla cassa forense;
se non vogliano ipotizzare, laddove non si dovesse realizzare la prima ipotesi, forme di contribuzione alla cassa proporzionali al reddito percepito nello svolgimento dell'attività forense, impedendo che la stessa possa operare la cancellazione di un titolo e diritto precedentemente acquisito che ha già il suo fondamento giuridico sinallagmatico nella tassa che si versa ogni anno all'ordine degli avvocati per l'iscrizione nel relativo albo di appartenenza."
Fonte: www.senato.it
A cura di Gabriella Filippone - In questo contemporaneo deserto politico di indifferenza che mi/ci circonda, e ci lascia a noi stessi, ho proprio necessità fisica di ringraziare pubblicamente la senatrice Adele Gambaro: è arduo trovare qualcuno che CI creda, che comprenda il disagio, il bersaglio di cui siamo vittime involontarie.
Che percepisca pienamente l'aberrazione di un sistema caotico ed al contempo futile ed annoiato, sfocato negli obiettivi, sbilanciato, e "maledettamente contro", un sistema che si esplica regolamentando male, tra uno sbadiglio e l'altro dell'opinione pubblica, tra un'invettiva qualunquista riguardo al numero degli avvocati italiani ed altre "perle".
Un'oasi nell'esacerbante, cinica ed inesorabile, invasione qualunquista di "taluni colleghi" nella vita e nelle scelte di altri colleghi.
Esultanza "draculina" (da Wikipedia: la draculina è una glicoproteina anticoagulante presente soprattutto nella saliva deichirotteri, secreta dalla lingua dei pipistrelli vampiri e permette all'animale di leccare il sangue delle prede, che morde delicatamente con i denti affilati, e di fare sì che esso non si coaguli) di troppi Colleghi - quotidianamente dimostrata e ribadita pubblicamente nei network - alla solleticante prospettiva di mettere fuori gioco una fetta considerevole di avvocati, circa 1/3 (tra avvocati a basso e medio reddito, anche questi ultimi a rischio cancellazione).
"Colleghi" che allestiscono in tuo danno un teatrino chiassoso, gaudente o sdegnato (questione di stile altrui) - un'intenzionale sorta di "gogna" pubblica - che vorrebbero stabilire per te, vantando una odiosa tendenza asfissiante nei tuoi confronti, un'azzardata ed altezzosa presa di posizione, con tanto di spendita, nei tuoi confronti, di parole PUBBLICHE frastornanti, taglienti e nocive. Illecite interferenze.
Esercizio di pubblica PROSOPOPEA, per sostituirsi al tuo libero arbitrio, per stimolare in te il bisogno di cancellarti, di diventare una disoccupata ad ogni effetto, o se ti andrà "di lusso" per diventare professionalmente altro.
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VIDEO - "SELFIE IN LAW ed altri racconti": la campagna #iononmicancello, in sequenza fotografica una carrellata di alcuni dei tantissimi selfie pubblicati on line; altre varie immagini e tematiche forensi. E' d'obbligo precisare che la campagna #iononmicancello non verte in ambito di incitamento alla rivolta fiscale e previdenziale. Tutto questo la campagna non sarebbe. I chiarimenti di un partecipante: "Non è una protesta, non è fiscale e neppure contributiva. E' la segnalazione di un fatto vero e concreto che nessuno può ignorare", in quanto pressoché diffuso a tante categorie di professionisti e di lavoratori autonomi del cd. "popolo delle partite IVA".
La campagna #iononmicancello è stata promossa da MGA Mobilitazione Generale Avvocati. Le precisazioni alla stampa di MGA : “Ci teniamo però a precisare – spiega il presidente di Mga, Cosimo D. Matteucci – che non abbiamo mai invitato nessuno a non pagare i bollettini. Piuttosto sosteniamo che chi non ce la fa a saldare in tempo, non debba essere costretto a cancellarsi dall'albo. E chiediamo una riforma: si passi al sistema contributivo, come è per tutti gli altri lavoratori, in modo che quanto dovuto sia sempre proporzionale al reddito”. Vedi articolo pubblicato da L'Espresso Repubblica:
Per non parlare di "strani stupori" serpeggianti tra "taluni colleghi" che trovano la loro ciliegina nella torta nella "candida" affermazione, riportata dalla stampa nazionale, del Presidente di Cassa forense Nunzio Luciano: "Chi è iscritto all'Albo da più di otto anni e dichiara un reddito di meno di 10 mila euro l'anno, dovrà chiedersi se davvero vale la pena continuare a svolgere questa professione. In quel caso dire che la previdenza è il vero problema, mi sembra non coerente con la realtà".
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