SI DISCUTE ON LINE SULLE INTERCETTAZIONI CHE HANNO COINVOLTO IL PRESIDENTE DELLA CASSA FORENSE NUNZIO LUCIANO
Giugno 2018 | Avvocato Gabriella Filippone |
Rassegna e commenti notizie on line
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"Nell'Ordinanza di custodia cautelare nei confronti di PARNASI ed altri si fa riferimento esplicitamente al "tentativo di coinvolgimento nei fondi in via di costituzione del Presidente della Cassa Forense NUNZIO Luciano" (cfr. pag. 255).
Qui due sono le ipotesi, o si accerti che NUNZIO Luciano è correo nell'attività corruttiva oppure egli va indagato per il delitto di cui all'art. 361 cod. pen. per avere omesso di denunciare l'attività delittuosa del Parnasi di cui è venuto a conoscenza (art. 331 c.p.p.).
Nei prossimi giorni provvederò a sollecitare la Procura della Repubblica di Roma ad eseguire gli accertamenti che il caso richiede, divenuti ormai inevitabili.
La condotta di NUNZIO Luciano va altresì censurata sotto il profilo deontologico e a tal fine non esiterò ad investire della vicenda l'apposita Commissione Distrettuale di Disciplina."
(...) "Numerosi avvocati vengono censurati per comportamenti scarsamente rilevanti mentre taluni restano immuni alla pseudo giurisdizione domestica."
Fonte: Avv. Mario Murano
Fonte: Avv. Mario Murano
La notizia di cui trattasi è riportata anche sul sito MOLISETABLOID:
"Inchiesta stadio di Roma, Parnasi voleva corrompere l’avvocato molisano Nunzio Luciano"
"Voleva corrompere anche il presidente nazionale della Cassa Forense l’imprenditore Luca Parnasi, finito in carcere nell’ambito dell’operazione dei Carabinieri denominata ‘Rinascimento’ sul nuovo stadio di Roma a Tor di Valle, da cui sembra delinearsi l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di condotte corruttive e di una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione (9 arresti e 27 indagati).
Il nome di Nunzio Luciano figura nelle intercettazioni telefoniche raccolte dagli inquirenti.
Il legale, come si legge sugli stralci dei colloqui – finiti sui giornali nazionali – fra Parnasi e il suo amico confidente, nonché faccendiere ed ex giornalista, Luigi Bisignani, viene tirato in ballo come persona da coinvolgere per inserire la Cassa fra i soggetti investitori.
“Allora ti dicevo – la parte dell’intercettazione – che io sono molto amico di una persona che teoricamente per me è molto importante, si chiama Nunzio Luciano. E’ il presidente della Cassa degli avvocati, la più grande d’Italia. Questo signore e gestisce, per i prossimi 3 anni e mezzo una cifra prossima ai 12 miliardi di euro! OK?“.
Secondo quanto riportato dai giornali nazionali, per evitare di spendere soldi sullo stadio, Parnasi vuole cedere il progetto a Dea Capital ma mancano ancora dei soldi e dunque l’ipotesi è che l’investimento possa essere sostenuto proprio dalla Cassa forense.
“Luciano come Cassa – continua Parnasi – potrebbe ricomprarsi questo fondo e darmi 20-30-40 milioni di cassa! Tra due mesi! Ok? Cosa che io ti dico metterei quasi per condizione“.
L’avvocato Luciano, contattato da noi telefonicamente, esclude qualsiasi coinvolgimento. “A Cassa Forense non è mai stato presentato il progetto sullo stadio della Roma, agli uffici finanziari non è mai pervenuto – ha sottolineato. – Che cercassero investitori è possibile ma per vagliare il progetto questo va presentato, non abbiamo potuto valutarlo proprio perché non è pervenuto, Peraltro noi abbiamo procedure interne per fare investimenti che sono rigorosissime“. Luciano ribadisce che nè lui nè la Cassa sono coinvolti nelle indagini. Parnasi, stando a quelle intercettazioni, sembra avere già le idee chiare su come approcciare il legale molisano in merito all’investimento. “Il fatto che vengano utilizzati dei condizionali è esplicativo. Forse lui sperava di poter contare sull’apporto della Cassa di Previdenza sapendo bene che chi presenta un progetto deve tenere conto che lo stesso dovrà essere vagliato dagli organi competenti“.
Sul rapporto con Parnasi, Luciano chiude così: “Parnasi è un grande costruttore, è conosciutissimo a Roma e lui conosce tante persone. Peraltro in passato ha già presentato progetti in Cassa Forense“.
Il nome di Nunzio Luciano figura nelle intercettazioni telefoniche raccolte dagli inquirenti.
Il legale, come si legge sugli stralci dei colloqui – finiti sui giornali nazionali – fra Parnasi e il suo amico confidente, nonché faccendiere ed ex giornalista, Luigi Bisignani, viene tirato in ballo come persona da coinvolgere per inserire la Cassa fra i soggetti investitori.
“Allora ti dicevo – la parte dell’intercettazione – che io sono molto amico di una persona che teoricamente per me è molto importante, si chiama Nunzio Luciano. E’ il presidente della Cassa degli avvocati, la più grande d’Italia. Questo signore e gestisce, per i prossimi 3 anni e mezzo una cifra prossima ai 12 miliardi di euro! OK?“.
Secondo quanto riportato dai giornali nazionali, per evitare di spendere soldi sullo stadio, Parnasi vuole cedere il progetto a Dea Capital ma mancano ancora dei soldi e dunque l’ipotesi è che l’investimento possa essere sostenuto proprio dalla Cassa forense.
“Luciano come Cassa – continua Parnasi – potrebbe ricomprarsi questo fondo e darmi 20-30-40 milioni di cassa! Tra due mesi! Ok? Cosa che io ti dico metterei quasi per condizione“.
L’avvocato Luciano, contattato da noi telefonicamente, esclude qualsiasi coinvolgimento. “A Cassa Forense non è mai stato presentato il progetto sullo stadio della Roma, agli uffici finanziari non è mai pervenuto – ha sottolineato. – Che cercassero investitori è possibile ma per vagliare il progetto questo va presentato, non abbiamo potuto valutarlo proprio perché non è pervenuto, Peraltro noi abbiamo procedure interne per fare investimenti che sono rigorosissime“. Luciano ribadisce che nè lui nè la Cassa sono coinvolti nelle indagini. Parnasi, stando a quelle intercettazioni, sembra avere già le idee chiare su come approcciare il legale molisano in merito all’investimento. “Il fatto che vengano utilizzati dei condizionali è esplicativo. Forse lui sperava di poter contare sull’apporto della Cassa di Previdenza sapendo bene che chi presenta un progetto deve tenere conto che lo stesso dovrà essere vagliato dagli organi competenti“.
Sul rapporto con Parnasi, Luciano chiude così: “Parnasi è un grande costruttore, è conosciutissimo a Roma e lui conosce tante persone. Peraltro in passato ha già presentato progetti in Cassa Forense“.
un commento altrui: "ho letto peccato che non si firma"
io: su fb certamente no, sulla denuncia chissà
nuovo commento altrui: "speriamo di si ! "
Vasco Rossi: C'è chi dice no | C'è qualcosa che non va!
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Le mire di Parnasi sui soldi di Cassa Forense
Fonte: LAROMA24.it - La vendita del piano del Nuovo Stadio della Roma era «condizionata» ad altra iniziativa immobiliare. Un «accordo» tra la venditrice Eurnova srl di Luca Parnasi e l'acquirente Dea Capital sgr (società di gestione risparmio), che prevedeva l'uso dei fondi previdenziali degli avvocati italiani. Sorta di inganno in cui doveva cascare la Cassa nazionale di previdenza e assistenza forense che - nelle mire dell'imprenditore - doveva diventare una sorta di «strumento» per favorire il suo business. L'operazione non va in porto. Nei documenti della Procura della Repubblica di Roma è illustrato l'innesco di questo fronte dell'indagine, che fa emergere un tentativo di forzare la mano sul presidente della Cassa forense - all'epoca dei fatti anche candidato alle elezioni politiche con Forza Italia - Nunzio Luciano, così da indurlo a usare i soldi previdenziali degli avvocati per acquistare l'Ecovillage di Marino (Roma).
Si tratta di un progetto immobiliare - conferito in un fondo di investimento - ad oggi poco remunerativo e di cui si voleva liberare Dea Capital. Così Parnasi contava di chiudere l'affare in tempi celeri con la Sgr, così da indurla a comprare il progetto del Nuovo Stadio della Roma.
«L'investimento nel fondo Ecovillage è stato visto dagli uffici della Cassa forense», spiega Enrico Cibati, responsabile degli investimenti della Cassa, «ma è stato ritenuto non in linea con le strategie dell'ente e quindi non è stato mai proposto per la discussione in comitato investimenti». Cibati, inoltre, precisa che la «Cassa forense non ha investito in nessuna iniziativa di società facenti capo al gruppo Parnasi».
LO SCAMBIO IMPRENDITORIALE - Stratega dell'operazione "Cassa forense" risulta essere il faccendiere Luigi Bisignani, noto per essere stato "ponte" di rapporti trasversali tra la prima e la seconda Repubblica e che - a quanto pare - tenta di muovere le sue pedine anche in questa terza Repubblica, come ha definito l'attuale legislatura il vice premier Luigi Di Mario. Gli inquirenti ritengono che Parnasi abbia tentato di convincere l'avvocato Luciano, «offrendogli - mediante l'apporto di Bisignani - un considerevole contributo alla campagna elettorale in cambio della sua disponibilità, nella veste di pubblico ufficiale, all'acquisto delle quote di Ecovillage». Il progetto immobiliare è stato promosso da Parsitalia, società del gruppo Parnasi, ma poi ceduto a Dea Capital. Un investimento non proprio ottimale perla Sgr, al punto che - per gli inquirenti - voleva in qualche modo liberarsene (vedi articoli nella pagina a fianco).
I 12 MILIARDI DEGLI AVVOCATI - Il 9 gennaio scorso il temaè alla base del discorso tra Parnasi e Bisignani. Secondo l'imprenditore la «speculazione» a scapito del fondo previdenziale degli avvocati è «necessaria in quanto Dea Capital, per l'acquisto del progetto dello Stadio, ha imposto a Eurnova il riacquisto delle quote di Ecovillage». Parnasi dice a Bisignani: «lo sono molto amico di una persona che teoricamente per me è molto importante, che si chiama Nunzio Luciano. È il presidente della Cassa degli avvocati, parliamo della cassa più grande d'Italia, questo signore gestisce, per i prossimi tre anni e mezzo, una cifra prossima ai 12 miliardi di euro! Ed è una persona che da sempre è molto vicina a Forza Italia». Parnasi spiega che «Nunzio Luciano, come Cassa, potrebbe ricomprarsi questo fondo (il riferimento all'Ecovillage, ndr) e darmi 20-30-40 milioni cassa! Tra due mesi!». A marzo Parnasi ne parla direttamente con Luciano. Questi, scrivono gli inquirenti, «sembra accettare la proposta» dell'imprenditore che, «per convincerlo consiglia allo stesso di sfruttare i rimanenti anni nell'incarico di presidente della Cassa, così da salvaguardare i propri interessi anche nel periodo successivo». Tuttavia l'operazione "Ecovillage" non passa. Gli uffici della Cassa forense analizzano la proposta ma, come dice Cibati, «è stata ritenuta non in linea con le strategie dell'ente».
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«La differenza tra le persone sta solo nel loro avere maggiore o minore accesso alla conoscenza» (Lev Tolstoj)
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