venerdì 2 marzo 2018

SOSPESO, NON RADIATO, " IL MEDICO TORTURATORE" DEL G8 GENOVA


Titolo: G8, “graziato” il medico-torturatore
Autore: Guido Filippi



Marzo  2018 | Avvocato Gabriella Filippone |
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Giacomo Toccafondi non è stato radiato, se l’è cavata con soli sei mesi di sospensione e a fine estate il “dottor mimetica” potrà tornare a fare il medico, in Italia e all’estero





L’Ordine dei medici di Genova ha salvato Giacomo Toccafondi, il medico che durante i giorni del G8 gestiva l’infermeria della caserma di Bolzaneto.


L'estate del 2001, durante il G8 di Genova il dottor Toccafondi era incaricato di coordinare i servizi sanitari nella caserma di Bolzaneto, 'prigione' improvvisata dove furono portati decine di attivisti, che poi raccontarono di aver subito vere e proprie torture e trattamenti degradanti anche da parte del medico. (vedi HuffingtonPost)


Picchiava, era «il seviziatore» come hanno raccontato tanti ragazzi. Le immagini di violenza e di insulti ai manifestanti arrestati hanno fatto il giro di mezzo mondo anche grazie al film “Diaz, non lavate questo sangue”. 

La sentenza è destinata a scatenare polemiche e reazioni indignate.



Toccafondi, 61 anni da compiere, ha temuto di essere radiato dall' Ordine dei medici e di non poter più fare il medico. I suoi colleghi medici lo hanno salvato con una condanna lieve, sei mesi di sospensione (è la pena più pesante prima della radiazione), c'era una dottoressa che lavorava con lui nella caserma delle torture di Bolzaneto.



Il processo al “dottor mimetica” è durato almeno otto mesi e si è concluso con una "sentenza che porta la firma dal presidente dei medici genovesi Enrico Bartolini: non potrà essere impugnata e diventerà esecutiva".



Toccafondi, assistito dall’avvocato Alessandro Vaccaro, era già stato salvato dalla prescrizione assieme ad altri trentadue imputati: poliziotti e personale sanitario. ed era uscito indenne dal processo d’Appello sulle violenze all’interno del mattatoio di Bolzaneto; era stato condannato a risarcire le vittime e anche la Corte dei conti è pronta a chiedergli i danni.



I reati contestati - a lui e ad altri quatto medici arruolati per il G8 dalla polizia penitenziaria andavano dall’omissione di referto alla violenza privata, dalle lesioni all’abuso d’ufficio. Per i giudici, agì «con particolare crudeltà» e la caserma di Bolzaneto era un carcere improvvisato dove «furono portate vittime in balia dei capricci di aguzzini, trascinate, umiliate, percosse, spesso già ferite, atterrite, infreddolite, affamate, assetate, sfinite dalla mancanza di sonno, preda dell’arbitrio aggressivo e violento.... sostanzialmente già seviziate, venivano in loro presenza».



Violenze perpetrate «come stare in piedi contro il muro, la sottoposizione a rumore, privazione del sonno, del cibo e delle bevande», nei confronti di ragazzi «picchiati, insultati, denudati e derisi, feriti e abbandonati in pozze di piscio, vomito e sangue... Alcune ragazze furono costrette a stazionare nude in presenza di uomini, oltre il tempo necessario, sottoposte a umiliazione fisica e morale».



La caserma di Bolzaneto viene descritta come un inferno. 



Il “dottor mimetica” non ha mai rilasciato dichiarazioni e tra 6 mesi potrà nuovamente fare il medico. Il suo Ordine non l'ha radiato.




Il medico  è stato accusato in passato di non aver fatto nulla, e anzi di aver attivamente partecipato alle torture che nella caserma genovese si consumarono. Accuse da cui il medico si è salvato dal punto di vista penale grazie alla prescrizione ma che gli sono costate comunque una condanna a risarcire le vittime.   
La sospensione, arrivata dopo un procedimento durato otto mesi, è scattata dal 1° marzo e, di conseguenza, dal 1° ottobre il dott. Toccafondi potrà tornare ad indossare il camice bianco. La decisone non può essere impugnata.   Toccafondi, nei racconti dei ragazzi vittime di violenze, era indicato come colui che picchiava, e anzi era  descritto come “il seviziatore”, il “dottor-tortura”.   I reati che erano stati contestati a lui e ad altri quatto medici 'arruolati' per il G8 dalla polizia penitenziaria andavano dall’omissione di referto alla violenza privata, dalle lesioni all’abuso d’ufficio. Vedi RaiNews.its




"Celeste Costantino ricorda le torture nella caserma di Bolzaneto nel 2001"






Genova, Diaz, Bolzaneto - Intervento dell'Avvocato Nicola Canestrini






"Mina era a Genova nel 2001, aveva scelto di dormire alla Diaz. Racconta quella notte, quella sequenza di abusi, ricorda bene che l’agente che si è accanito su di lei aveva scarponi, era tutto imbottito e quello che le ha fatto più paura “è che era totalmente travisato, aveva un fazzoletto rosso che gli copriva il viso”. Ad un certo punto “questi poliziotti si sono ritirati, altri sono arrivati e ho visto il corridoio del primo piano dove c’era gente sdraiata o rannicchiata e c’era sangue dappertutto”, “hanno fatto un corridoio dove dovevamo passare e continuavano a insultarci, picchiarci… così ho capito che io ero parte dei “black block”.Ma la storia non finisce li’, c’è l’aula di giustizia dove si svolge un’altra violenza, 10 anni di processi sempre presidiate dalle forze dell’ordine, svolti in totale omertà, prescrizione e salti di carriera per agenti e funzionari, mentre 10 manifestanti sono ancora in carcere. La parola passa poi a Cecilia Vergnano, attivista e ricercatrice universitaria, antropologa, che studia da una prospettiva critica la propria società e le relazioni di potere che la costituiscono. Queste morti, questa sofferenze… sono da inquadrare in un contesto preciso, c’è un legame tra la repressione e quella che loro chiamano crisi e che noi sappiamo essere un’appropriazione violenta delle risorse, un processo di accumulazione e concentrazione della ricchezza in poche mani. C’è una relazione tra come si progetta lo spazio in cui viviamo, grandi opere e lo spazio urbano, e la militarizzazione, il discorso della sicurezza. Lo spazio è quello che permette e contestualizza il nostro sistema di relazioni, a seconda di come si configura lo spazio noi ci comportiamo in un modo o in un altro. Cita l’esempio di quando nel centro di una città tiriamo fuori la macchina fotografica mentre in un quartiere degradato ci penseremmo due volte prima di tirarla fuori. Questo perché certi spazi sono concepiti come più sicuri di altri, e il potere gioca un ruolo fondamentale nella definizione di questi spazi. Il disegno dello spazio è uno degli strumenti di cui la politica si avvale. Oltre ad essere strumento di controllo è anche uno strumento di guadagno (grandi eventi, grandi progetti, Expo, i mondiali di Rio)… si disegna lo spazio in modo da generare guadagno, lo stesso vale per la riqualificazione di un quartiere in città, espellendo una parte della popolazione con un basso potere acquisitivo per ricollocare una popolazione con un potere acquisitivo più alto. Speculazione. Economia nuovi mercati: lo spazio è uno di questo. La pervasività di tecnologie militari nella nostra vita, senza le quali la nostra vita sarebbe profondamente diversa… (cellulari, microonde, etc.). L’80% degli investimenti che il governo americano fa sulla ricerca li destina all’ambito militare, quando parliamo di violenza pensiamo anche a questo, come funziona l’economia globale. Successivamente queste tecnologie vengono trasportate nella vita civile che è già, di fatto, militarizzata, da tecnologie di controllo continuo, costante, più evidente in certi posti considerati di interesse strategico. Tutti abbiamo esperienza di questa militarizzazione, solo che si presenta nella vita civile in forme difficilmente riconoscibili, per poi esplodere in forma più evidente nei contesti più sensibili.La “cultura della guerra” in questo panorama di economia neo-liberale, ha a che fare con la paura, con la sicurezza, con il discorso manicheo, o bianco o nero, o buoni o cattivi, o stai con noi o sei contro di noi, è la cultura della paura, in cui ci vendono la sicurezza come un bene di prima necessità. Un inganno funzionale al mantenimento di certi interessi, quelli dell’industria militare, della sicurezza, della vigilanza, enormi settori di guadagno in un’economia in crisi. Mercificazione dello spazio, grandi progetti, cemento, e il complesso securitario militare non patiscono alcuna crisi." http://www.tgmaddalena.it/72-ore-come...




















"A Genova sono in corso i processi di primo grado ai responsabili degli abusi alla scuola Diaz e a Bolzaneto, nei giorni del G8 di Genova 2001. Enrica Bartesaghi, madre di una ragazza vittima di quegli abusi e presidente del Comitato Verità e Giustizia, in questa intervista a Piero Ricca rievoca i fatti del luglio 2001, racconta quel che sta emergendo dalle udienze e rinnova la richiesta di una commissione parlamentare di inchiesta."




Genova 2001: l'irruzione della polizia nella scuola Diaz ricordata e indagata da Enrico Mentana insieme a Vittorio Agnoletto e Vincenzo Canterini.











«La differenza tra le persone sta solo nel loro avere maggiore o minore accesso alla conoscenza» (Lev Tolstoj)



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