IL MANIFESTO PROGRAMMATICO DI RIFORMA DELLA PREVIDENZA FORENSE è stato redatto e lanciato a luglio del 2017, immediatamente sostenuto dall´ associazione "Azione Forense".
L´ Avv. Nazzaro ha illustrato il Manifesto lo scorso anno a Milano ed al Convegno di Catania del 9 marzo 2018 organizzato da Azione Forense e lo presenterà anche a Bari al Convegno del 4 maggio organizzato da Avvocati Ora (prossimamente anche a Napoli e Roma).
Il Manifesto è stato anche trasmesso all´ OCF dal gruppo "Previdenza Forense" e dall´ associazione "Azione Forense", con l'intento dichiarato di costituire un gruppo di lavoro in materia previdenziale, ai sensi degli artt. 2 e 5 del Regolamento OCF. La materia previdenziale rappresenta un'emergenza reale molto diffusa all´interno della categoria.
Marzo 2018 | Avvocato Gabriella Filippone |
Rassegna e commenti notizie on line
Con provvedimento del Presidente di Cassa Forense sono state indette le elezioni per il rinnovo del Comitato dei Delegati per i giorni 24 - 28 settembre 2018.
"Attraverso l´esercizio massiccio del diritto di voto, gli iscritti potranno cercare di cambiare il management e di sviluppare i principi del Manifesto per una Riforma della Previdenza Forense."
PRINCIPIO N. 1
Abolizione della contribuzione minima, sia soggettiva che integrativa: la contribuzione va informata ai principi di progressività e proporzionalità rispetto al reddito, modulata secondo scaglioni (53 COST.).
A regime, versiamo contributi minimi obbligatori per un totale di 3640 (soggettivo 2.780 + integrativo 710 + maternità 151) che, in proporzione ad un reddito di € 10.000 corrisponde ad un´aliquota altissima, quasi del 40%, aliquota che va a decrescere all´aumentare del reddito, risultando così inversamente proporzionale ad esso; si violano sia i principi di progressività che di proporzionalità dell´art. 53 Cost, nonchè il criterio meritocratico che la stessa L.P. ha chiesto di rispettare nella elaborazione dei decreti e dei regolamenti attuativi (art. 1) e art. 21 co. 1 della legge 247/2012.
PRINCIPIO N. 2
Va esercitata la opzione al sistema di calcolo contributivo della pensione, equo e solidale, in pro rata, con armonizzazione equa con il pregresso.
L´introduzione del sistema di calcolo contributivo EQUO e SOLIDALE significa:
- EQUO perché proporzionale al reddito e secondo più aliquote progressive modulate per più scaglioni, in modo da costruire micro-sistemi in cui ridistribuire il carico e la ricchezza senza particolare sacrificio per alcuno;
- SOLIDALE perché sostenuto dal principio costituzionale della solidarietà su cui anche si regge l´attuale sistema previdenziale;
PRINCIPIO N. 3
Esenzione totale per i redditi al di sotto della soglia di povertà, fissata annualmente dalla Banca d´ Italia.
Questa misura è la naturale conseguenza dell´equità previdenziale e dei criteri di progressività e proporzionalità (artt. 3 e 53 Cost.), non potendosi presumere una capacità contributiva in capo a chi abbia redditi da destinarsi esclusivamente alla sopravvivenza (ca. 6.000 - 7.000 annui), né per tale fascia si può prevedere un credito esigibile, perché si tradurrebbe in una perdita; è quindi una misura di giustizia sociale, di uguaglianza relativa del tributo e di certezza del credito.
PRINCIPIO N. 4
Inserimento, accanto alla pensione minima, della pensione sociale forense, pari all´assegno sociale INPS (attualmente tra i 450 e i 630 euro al mese).
Il suddetto sistema contributivo equo e solidale (cioè proporzionale, progressivo e solidale) consente di ottenere maggiori entrate a fronte di un sacrificio di ugual misura da parte delle varie fasce di reddito; la copertura consente di riconoscere il diritto ad una vecchiaia serena (art. 38 Cost.), attraverso un istituto, la PSF, che si comporta esattamente come l´assegno sociale INPS (riconosciuto ai redditi fino a 6.000 annui - 11.000 annui se coniugati); la PSF verrà garantita a quanti non raggiungeranno la pensione minima o la percepiranno in misura inferiore all´ assegno, potendo richiederla per la differenza.
PRINCIPIO N. 5
La liquidazione di tutte le prestazioni assistenziali con criterio nazionale ISEE.
Questo criterio consente di erogare prestazioni assistenziali a quanti effettivamente ne abbiano bisogno, essendo in grado di valutare l´intero patrimonio del nucleo familiare (criterio INPS). Riduce la spesa assistenziale, riservandola a chi ne abbia bisogno, introducendo un criterio obiettivo e di giustizia sociale nell´erogazione delle prestazioni assistenziali, in luogo dell´attuale valutazione reddituale e/o in base alla priorità della domanda (bandi).
PRINCIPIO N. 6
Cancellazione del ruolo esattoriale per tutti gli iscritti, previa rinegoziazione del debito contributivo, mediante predisposizione di piani di rientro INDIVIDUALI, con priorità di recupero verso i GRANDI DEBITORI (oltre i 100.000 euro).
Chiediamo la cancellazione di tutti i ruoli esattoriali sia per una questione di tutela del decoro e della dignità della Professione (i processi si sono celebrati dinanzi ai Tribunali in cui i Colleghi esercitano, in genere per debiti irrisori e contratti in assenza di malafede), che per promuovere più efficacemente, al pari delle imprese in crisi, il recupero reale del credito, attraverso piani di rientro individuali. Pretendere crediti che per importi, modalità esecutive e tempistiche saranno quasi certamente inesigibili significa tradurre quei crediti in perdite successive (NPL).
Piani di rientro effettivo del debito contributivo realizzerebbero invece più obiettivi:
- aumento e certezza delle entrate
- riduzione dei tempi, dei costi e dell´ aleatorietà del contenzioso giudiziale
- aumento degli iscritti in bonis e quindi delle tutele previdenziali
- dignità e decoro della Professione
- impedisce lo sfoltimento degli Albi attraverso la leva previdenziale
Chiediamo che vengano effettuati rigorosi e mirati controlli per fare emergere i 20.000 iscritti che non inviano il Mod. 5 e per recuperare, con priorità, i crediti contributivi verso i cosiddetti grandi debitori (per importi superiori ai 100.000).
PRINCIPIO N. 7
Va previsto un regime di incompatibilità tra la erogazione della pensione e la permanenza negli Albi. In alternativa, in caso di bisogno, si può prevedere la compatibilità tra pensione ed esercizio della professione, ma inserendo un tetto reddituale (124/2017 della Corte Costituzionale) ed aumentando la solidarietà dei pensionati dal 3% al 10% della parte eccedente il tetto (attualmente di € 96.000).
In tale ipotesi si riducono le richieste di intervento della PSF e si scoraggia il prosieguo dell´attività lavorativa da parte del pensionato, tutelando maggiormente i giovani.
PRINCIPIO N. 8
Indicazione di un limite agli investimenti, finalizzato a vincolare il patrimonio al raggiungimento dello scopo assistenziale e previdenziale e alla sua salvaguardia.
Si potrebbe ipotizzare un limite fino ad un massimo del 30 % del patrimonio, in analogia con i fondi pensione sottoposti alla medesima vigilanza COVIP. Il limite deve essere anche qualitativo circa le scelte sul tipo di investimento possibile (assolutamente vietati gli investimenti illiquidi) ed inserendo la clausola dell´ obiettivo di salvaguardia del capitale.
Gli investimenti vanno comunque evitati se si considera che :
- l´INPS non investe affatto
- i fondi pensione investono, ma nel limite del 30 % del patrimonio e comunque gestiscono la previdenza complementare volontaria
- i contributi sono tributi (Persiani, Cass. Penale n. 2084/11)
- tutti gli investimenti sono rischiosi e nessun rendimento è certo
- lo scopo statutario della Fondazione non sono gli investimenti ma l´ assistenza e la previdenza per gli iscritti e a tale scopo è finalizzata l´obbligatorietà dell´iscrizione
PRINCIPIO N. 9
Per essere eletti delegati sono necessari requisiti di professionalità nelle materie previdenziale o finanziaria.
I requisiti di professionalità (e le sanzioni) sono già previsti in tutte le strutture complesse, in base alle differenti norme di riferimento :
- dlgs 231/01 per le società
- TUF per gli intermediari finanziari
- DM 79/2007 per i fondi pensione
Anche il Codice Deontologico Forense impone un "Dovere di competenza" (art. 14).
La gestione di un patrimonio di 11 miliardi non può essere affidata a chi non abbia competenze in materia previdenziale finanziaria e manageriale, potendo ricavare dalla competenza dei Delegati un miglioramento delle performance dell´ente ed una riduzione dei costi per consulenze esterne (a bilancio 2016 il costo per spese legali e di consulenza è di 1 milione).
PRINCIPIO N. 10
Riduzione del numero dei delegati e dei costi di gestione
Dal bilancio consuntivo del 2016 sono emersi costi per euro 3 milioni a titolo di compensi per gli organi di amministrazione e controllo. Per ragioni di opportunità politica si deve quindi:
- ridurre il numero dei delegati (prevedere piuttosto maggiore competenza)
- ripristinare le indennità ante delibera del CDD di aumento (dicembre 2016)
- abolire i gettoni di presenza
- fissare un limite ai rimborsi spesa
PRINCIPIO N. 11
Pubblicazione di tutte le delibere e rendicontazioni
Codice della Trasparenza, adottato dal CDA il 17.12.2015 , in ossequio alla delibera Min. Lavoro del 10.02.2011 prescrive un obbligo di pubblicazione di dati e informazioni, in particolare quelli relativi alla gestione del patrimonio.
Da prevedersi una area il cui accesso telematico sia riservato agli iscritti (anche per accogliere eccezioni sollevate in ipotesi di aggiotaggio, insider trading e violazione della privacy) .
PRINCIPIO N. 12
La rappresentanza attiva spetta ad ogni iscritto
Alle elezioni del 2014 furono esclusi dall´elettorato attivo 60 mila iscritti provenienti dall´Inps. Tale circostanza, unitamente all'astensionismo, portò al voto solo il 10% degli iscritti: l´attuale CDD non è rappresentativo. Il diritto di voto va esteso a tutti gli iscritti, per stimolare partecipazione e controllo da parte degli iscritti alle attività dell´ Ente.
L´elettorato passivo: il requisito dell´iscrizione da almeno 5 anni andrebbe confermato, condividendosi il presupposto per cui l´anzianità di iscrizione è un requisito di maggiore esperienza e competenza.
PRINCIPIO N. 13
Promuovere l´ azione di recupero da parte dell´ Ente delle somme prelevate a titolo di spending review (Corte Cost. 7/2017), anche nella forma della compensazione.
Promuovere la possibilità, anche per il singolo iscritto, di compensare debiti e crediti verso lo Stato.
La pronuncia di incostituzionalità dei prelievi a titolo di spending review darebbe diritto ad una restituzione, anche nella forma della compensazione tra crediti e debiti verso lo Stato, delle somme prelevate dallo Stato (bilancio 2016 indica una spesa per euro 1 milione 200 mila).
Da promuovere anche la compensazione tra debiti e crediti del singolo iscritto verso lo Stato (non solo fiscali, ma anche da gratuito patrocinio, difese d´ufficio, sentenze di condanna della PA), per intervenire sulla capacità reddituale degli iscritti, considerando che è diminuita anche a causa di incolpevoli ritardi nei pagamenti e mancati incassi.
PRINCIPIO N. 14
Da avviarsi, nel lungo periodo, un processo di armonizzazione tra le Casse esistenti, per la creazione di sinergie che dovrebbero portare ad una UNICA CASSA di previdenza e assistenza per i professionisti italiani.
Si profila l´esigenza di armonizzare il sistema previdenziale dei professionisti, preservando l´ autonomia patrimoniale, in modo tale da divenire interlocutori forti contro lo Stato (es. del successo di Adepp contro il Fondo Atlante salva-banche).
IL COMITATO SCIENTIFICO
Il tutto sostenuto da studi attuariali per la formazione di un Comitato Scientifico tra Associazioni e Gruppi convergenti.
Commenti on line:
Mario Paolo Rossi "Principio n. 0, se i contributi previdenziali sono una imposta, come fa a riscuoterla un privato, metterla nel suo patrimonio ed andare a giocarci in borsa?"
«La differenza tra le persone sta solo nel loro avere maggiore o minore accesso alla conoscenza» (Lev Tolstoj)
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