Foto: http://www.unionesarda.it/foto/previewfoto/2013/12/05/multe_per_i_clienti_delle_prostitute_in_francia_arrivato_il_primo_-0-0-383457.jpg |
E' il dibattito che sta dividendo la Francia da un paio di mesi.
Il Parlamento francese ha approvato una legge che
punisce con 1.500 euro di multa “chi richiede prestazioni sessuali a
pagamento”.
I clienti delle prostitute, se poi sono recidivi,
rischiano di sborsare fino a 3.750 euro.
“Un po’ troppo per una scopata”, è stato il commento del filosofo Bernard Henry Levy, che come molti intellettuali, si è schierato contro la legge che rischia di porre fine alla prostituzione in Francia. Contraria anche Catherine Deneuve, la bellissima di “Bella di giorno”, film in cui interpretava il ruolo di una prostituta.
Il modello, per il governo di
Francois Holland, sarebbe quello scandinavo, dove la prostituzione è
drasticamente diminuita dal 1999 con una legge che punisce i
clienti con salatissime multe e un anno di carcere.
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La
decisione ha provocato la protesta delle oltre 20 mila prostitute (
il numero in realtà sarebbe vicino a 40 mila), le quali difendono il diritto/scelta
di vendere il loro corpo.
Decisione che ha suscitato la protesta anche di molte personalità: “Giù le mani
dalla mia puttana”, è il titolo del manifesto firmato da 343 “salauds”, ovvero
“maiali”, un gruppo di scrittori e artisti che hanno così parafrasato il
celebre manifesto femminista delle 343 “salopes” (“sgualdrine”), che nel
1971 difendevano il loro diritto all’aborto. Il testo del manifesto, apparso sulla
rivista Caseur, è stato sottoscritto dall’ex ministro della cultura Jack
Lang, dal cantante Charles Aznavour, dal regista Claude Lelouche, Henry
Levy, e molti altri. tra cui le attrici Catherine Deneuve e Jeanne Moreau.
Sarkozy ci aveva provato, punendo però le donne, con il divieto
all’adescamento per strada. Risultato ottenuto: prostitute sparite dalle strade e
tutte al lavoro in casa. Ora, però, la legge vuole colpire i clienti.
“Il sesso a pagamento tra adulti consenzienti non può essere considerato
un reato. Qui si limita il diritto a fare del proprio corpo quello che
si vuole; è’ una questione di libertà”: le motivazioni degli autori del
manifesto.
“Non vogliamo abolire la prostituzione, ma iniziare a cambiare la mentalità.Ci sono troppe donne sfruttate”, replica la relatrice della legge Maud Olivier.
“Non vogliamo abolire la prostituzione, ma iniziare a cambiare la mentalità.Ci sono troppe donne sfruttate”, replica la relatrice della legge Maud Olivier.
E’ dal '68 che la Francia non s'infiamma così tanto. Cortei,
dibattiti in tv, editoriali sui quotidiani. Gli autori del
manifesto dell’”andare a puttane” ne fanno una questione culturale: libero
sesso in libero Stato. Insomma, "senza tante signorine allegre per le
strade di Parigi, oggi segregate solo a Pigalle, secondo loro non ci
sarebbe stati i romanzi di Simenon o i quadri di Toulouse Lautrech".
La protesta è anche sul piano politico in quanto l'idea viene
da un governo di sinistra, socialista. “La gauche al potere vuole una
Francia femminista e bigotta”, accusa la destra. “Vogliamo solo limitare
lo sfruttamento delle donne”, replicano i socialisti. "A Mitterrand
un'idea simile non sarebbe mai passata per l'anticamera del cervello",
si legge nel manifesto. Lo scontro è dunque culturale e politico: i francesi hanno
sempre fatto un vanto della loro libertà, anche sessuale.
Fonte articolo: Gianluca Roselli, Blogo News
Articolo anche pubblicato da Studiocataldi.it
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