Settembre 2018 | Avvocato Gabriella Filippone | Rassegna e commenti notizie on line
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Daniela Nazzaro nel suo articolo narra in sintesi quanto segue:
Angela si ammala subendo vari interventi chirurgici, tra cui l´asportazione di un carcinoma alla mammella ed una linfoadenectomia. Nel 2011, dopo il settimo intervento, un anno di assenza dal lavoro e la chiusura di uno studio legale, presenta istanza alla Cassa Forense di ´pensione di invalidità per incapacità all´ esercizio della professione in modo continuativo´.
Avverso il diniego dell´ Ente Angela invia rituale ricorso interno.
Esaurito l´iter amministrativo si rivolge al Giudice del Lavoro competente, allegando documentazione ASL relativa agli interventi subiti, le patologie in corso, la linfoadenectomia, l´asportazione del carcinoma, postumi della radioterapia e della chemioterapia, in particolare a carico della vista e dell´udito.
La CTU medico - legale esamina anche:
- il verbale della ASL di Milano che le aveva riconosciuto stati di invalidità e lo stato di portatore di handicap ex l. 104/92;
- il verbale della ASL di Siracusa che le aveva riconosciuto l´invalidità con riduzione permanente della capacità lavorativa;
- il parere del CTP che esprimeva una percentuale invalidante dell´ 85%.
Nel mese di luglio 2017 la CTU medico - legale così in sintesi conclude:
"Dall´esame della documentazione medica, dall´anamnesi e dagli elementi di giudizio emersi dalla visita attuale si ritiene che la Sig.ra Passarello Angela di 54 anni è attualmente affetta da cistite cronica; pregressa uveite OO; remota asportazione di Ca mammario sx radio e chemiotrattato; ipoacusia neurosensoriale bilaterale; segni radiologici di discopatie multiple a scarsa I.F.; sindrome ansiosa depressiva di lieve entità. Ha pertanto affermato che il complesso delle infermità non determina, e non ha determinato già dall´epoca della domanda amministrativa, in occupazioni confacenti le sue attitudini personali, una riduzione della sua capacità di lavoro a meno di un terzo, pertanto è da ritenersi non invalida e non portatrice di handicap in situazioni di gravità ai sensi del comma 3 art 3 della legge 104/92."
Il Giudice omologa l´accertamento negativo del requisito sanitario e condanna Angela alla refusione delle spese processuali sostenute da Cassa Forense e al pagamento della spesa per CTU!
Si registra poi che nelle more di giudizio, Cassa Forense notifica ad Angela cartelle esattoriali per circa 40.000 euro e le pignora uno dei due studi legali.
Angela aderisce alla rottamazione ricorrendo al patrimonio familiare, l´esecuzione è ancora aperta, perché le restano altre 2 rate da pagare.. rischia la vendita all´asta!
Angela è combattiva, vuole che si sappia del suo caso, della sua rabbia e, vuole invitare le nuove generazioni a lottare, a rivoltare questo Sistema corrotto e ingiusto.
Angela dice a Daniela: "Non ti devi fidare di nessuno ! Ti mando le prove via pec, pubblicale!"
La Collega non vede più bene, è ancora in cura e non ha più la forza fisica di un tempo, ma sente una responsabilità morale verso i giovani Avvocati che è più forte della sua stanchezza ed anche del suo pudore per le condizioni economiche e di salute in cui oggi versa.
Angela ha onorato la Toga per 30 anni, lavorando indefessamente, assumendo incarichi importanti, anche nelle Commissioni di esame, e ha pagato Cassa Forense regolarmente per 30 anni, sicura che in futuro le avrebbe garantito un´ assistenza.
Il problema, come leggiamo, è che ora Cassa Forense, direi in modo eclatante e quasi diabolico, non onora lei.
Angela è stata un cd. Grande Pagatore, non è un´ appartenente alla media - bassa fascia di reddito dell´ Avvocatura, eppure è senza tutele dal momento in cui non è stata bene e non ha potuto lavorare. Sola, senza il sostegno delle Istituzioni e pignorata.
Prosegue l'articolo: "oltre il senso civico, siamo nella disumanità più totale ed anche chi ha lasciato che questo Sistema andasse così è complice!"
Pretendere che un Avvocato malato possa continuare a seguire convegni e a produrre reddito per pagare i contributi alla Cassa, è disumano!
Infierire sulle sofferenze di una persona, negandole l´assistenza e la dignità del lavoro, esponendola alla vergogna sul proprio posto di lavoro, è disumano!
Insinuare della malafede nelle traversie personali della Collega, che sta a sostenere le esecuzioni feroci promosse da Cassa forense nei suoi confronti e che hanno portato al pignoramento del suo studio legale, è disumano!
La Nazzaro conclude con queste parole di Angela:
"Non vi dovete fermare, dovete ripulire l´Avvocatura, andate avanti, voi che siete giovani dovete sapere che la nostra Cassa non è un Ente Previdenziale che vi assisterà nel momento del bisogno e avete il dovere di cacciare queste persone dalle nostre Istituzioni! "
______________________
TAKE IT EASY: LA ASL CON LA SUA MASSICCIA CAMPAGNA DISTRUTTIVA, sostenuta e coadiuvata da inetti e maldestri servi di potere economico di qualsivoglia tendenza politica, HA FATTO DIVENTARE IL TUMORE UN FATTO DIFFUSO ed UN'ESPERIENZA DI MODA A CUI TI DEVI ASSOGGETTARE "assolutamente" PURE TE come hanno fatto e fanno tanti VIPs di pseudo successo, e se lo fanno loro non lo vuoi fare pure te? Non li vedi? Non li leggi? Coraggio dai! E' stato operato anche Papa Francesco in Argentina in passato ed ora lo sai chi è diventato!
Veronesi verrà fatto santo non credi? Non c'è alternativa, fatti togliere quel noduletto da un cm. circa, e lo so, lo sappiamo che ci hai detto che non ti da nessun fastidio e ce l'hai da quando eri bambina e lo ritieni innocuo e benigno alla stessa stregua di un neo cutaneo. Noi però siamo dei rompiballe persecutanti Non molliamo la preda Se non lo hai ancora capito la preda sei te! Gli stronzi siamo noi.
THIS IS ASL and you are here here now! Non ti diamo né tempo né scampo. Non siamo tuo padre e nemmeno tua madre. Siamo stronzi e basta. Degli stronzi estranei. Fottutamente estranei per te. Il nostro sangue non è il tuo stesso sangue e siamo dei fottuti idioti discretamente malsani, non in salute piena e centrata. Siamo discretamente gente di malaffare. Facciamo un sacco di casini alla gente. Siamo grossolani, non sappiamo fare meglio, sappiamo fare peggio anzi. Pretendiamo che la salute sia per te solo una chimera ed un percorso ad ostacoli. Lo Stato ci paga per scassare la gente e impoverirla di se stessa. Siamo ignoranti e pretenziosi. Ci piace ignorare il tuo savoir faire. Ci piace molto di più il nostro. Ci piacciono solo il nostro stipendio e le multinazionali del farmaco che ci foraggiano. Lo stabiliamo noi chi è sano e chi no anche se siamo dei comuni cessi, lo stabiliamo noi. Siamo pronti a danneggiarti e toglierti la tua bella vita di dosso ed il sorriso.. Siamo scemi, siamo scemati dalla vita e lo siamo dalla nascita, te ne sei accorta no? Fatti sconquassare tutta da noi, siamo qui apposta per servirti a dovere. Fai la brava dai.
LASCIATI MASSACRARE DALLA ASL, che tu lo abbia no il tumore poca importa a loro: operano in base a grossolani indizi con modalità pretestuosemente preventive e trattano con metodi opinabili e invasivi.
Sanno terrorizzarti anche attraverso i media INDUCENDOTI a forzare la tua santa voglia di vivere e a fare ciò che non faresti mai: andare contro te stessa e lasciarti operare da LORO in modo gravemente destabilizzante per il tuo fisico e per le tue abidudini e per il modo di essere e di portarti e condurti nella tua vita, sconvolgendone il tenore stesso e le aspettative.
Impedendoti di continuare ad essere te stessa, VIOLATA e MUTILATA per loro stessa mano, nel tuo corpo, assevito alla bandiera della loro millantata prevenzione, che preferisco etichettare come macelleria preventiva e primitiva da mattatoio.
Sono loro e solo loro che gettano la tua vita in un dramma: "O sopravvivi o crepi", adesso sono solo cazzi tuoi dopo che ti hanno martoriato e violentato il corpo ben bene come piace a loro. Alla ASL e a Cassa forense non interessa affatto il tuo stato attuale o non interesserebbe: il loro stipendio e i loro compensi sono salvi, ora sei una sfigata quantomeno della stessa pasta di coloro che hanno architettato questo sistema distruttivo. Sei una sfigata e una sfregiata allo loro stesso tempo. Impoverita di te stessa a morte. Qualcuno ha detto che il corpo è un capitale. Quanto vale ora il tuo? E la tua salute come è quotata in Borsa?
La leggenda dice che dopo il bacio morso di Dracula, si insomma di un vampiro, si viene vampirizzati.
Tutto è salvo tranne la tua vita: CINISMO E RISPETTO ZERO COME IN GUERRA.
In memoria della mia amica e Collega Francesca Papa.
Veronesi verrà fatto santo non credi? Non c'è alternativa, fatti togliere quel noduletto da un cm. circa, e lo so, lo sappiamo che ci hai detto che non ti da nessun fastidio e ce l'hai da quando eri bambina e lo ritieni innocuo e benigno alla stessa stregua di un neo cutaneo. Noi però siamo dei rompiballe persecutanti Non molliamo la preda Se non lo hai ancora capito la preda sei te! Gli stronzi siamo noi.
THIS IS ASL and you are here here now! Non ti diamo né tempo né scampo. Non siamo tuo padre e nemmeno tua madre. Siamo stronzi e basta. Degli stronzi estranei. Fottutamente estranei per te. Il nostro sangue non è il tuo stesso sangue e siamo dei fottuti idioti discretamente malsani, non in salute piena e centrata. Siamo discretamente gente di malaffare. Facciamo un sacco di casini alla gente. Siamo grossolani, non sappiamo fare meglio, sappiamo fare peggio anzi. Pretendiamo che la salute sia per te solo una chimera ed un percorso ad ostacoli. Lo Stato ci paga per scassare la gente e impoverirla di se stessa. Siamo ignoranti e pretenziosi. Ci piace ignorare il tuo savoir faire. Ci piace molto di più il nostro. Ci piacciono solo il nostro stipendio e le multinazionali del farmaco che ci foraggiano. Lo stabiliamo noi chi è sano e chi no anche se siamo dei comuni cessi, lo stabiliamo noi. Siamo pronti a danneggiarti e toglierti la tua bella vita di dosso ed il sorriso.. Siamo scemi, siamo scemati dalla vita e lo siamo dalla nascita, te ne sei accorta no? Fatti sconquassare tutta da noi, siamo qui apposta per servirti a dovere. Fai la brava dai.
LASCIATI MASSACRARE DALLA ASL, che tu lo abbia no il tumore poca importa a loro: operano in base a grossolani indizi con modalità pretestuosemente preventive e trattano con metodi opinabili e invasivi.
Sanno terrorizzarti anche attraverso i media INDUCENDOTI a forzare la tua santa voglia di vivere e a fare ciò che non faresti mai: andare contro te stessa e lasciarti operare da LORO in modo gravemente destabilizzante per il tuo fisico e per le tue abidudini e per il modo di essere e di portarti e condurti nella tua vita, sconvolgendone il tenore stesso e le aspettative.
Impedendoti di continuare ad essere te stessa, VIOLATA e MUTILATA per loro stessa mano, nel tuo corpo, assevito alla bandiera della loro millantata prevenzione, che preferisco etichettare come macelleria preventiva e primitiva da mattatoio.
Sono loro e solo loro che gettano la tua vita in un dramma: "O sopravvivi o crepi", adesso sono solo cazzi tuoi dopo che ti hanno martoriato e violentato il corpo ben bene come piace a loro. Alla ASL e a Cassa forense non interessa affatto il tuo stato attuale o non interesserebbe: il loro stipendio e i loro compensi sono salvi, ora sei una sfigata quantomeno della stessa pasta di coloro che hanno architettato questo sistema distruttivo. Sei una sfigata e una sfregiata allo loro stesso tempo. Impoverita di te stessa a morte. Qualcuno ha detto che il corpo è un capitale. Quanto vale ora il tuo? E la tua salute come è quotata in Borsa?
La leggenda dice che dopo il bacio morso di Dracula, si insomma di un vampiro, si viene vampirizzati.
Nosferatu the Vampyre (1979) - The Danse Macabre Scene
Tutto è salvo tranne la tua vita: CINISMO E RISPETTO ZERO COME IN GUERRA.
In memoria della mia amica e Collega Francesca Papa.
Testo:
Ci sono cose che nessuno ti dirà ci sono cose che nessuno ti darà sei nato e morto qua nato e morto qua nato nel paese delle mezze verità Dove fuggi in Italia pistole in macchina -- in Italia Macchiavelli e Foscolo -- in Italia i campioni del mondo sono -- in Italia Benvenuto -- in Italia fatti una vacanza al mare -- in Italia meglio non farsi operare -- in Italia e non andare all'ospedale -- in Italia La bella vita -- in Italia le grandi serata, i gala -- in Italia fai affari con la mala -- in Italia il vicino che ti spara -- in Italia Ci sono cose che nessuno ti dirà ci sono cose che nessuno ti darà sei nato e morto qua sei nato e morto qua nato nel paese delle mezze verità Ci sono cose che nessuno ti dirà ci sono cose che nessuno ti darà sei nato e morto qua sei nato e morto qua nato nel paese delle mezze verità Dove fuggi -- in Italia liberi mafiosi sono -- in Italia i più pericolosi sono -- in Italia le ragazze nella strada -- in Italia Mangi pasta fatta in casa -- in Italia poi ti entran i ladri in casa -- in Italia non trovi un lavoro fisso -- in Italia ma baci il crocifisso -- in Italia I monumenti -- in Italia le chiese con i dipinti -- in Italia gente con dei sentimenti -- in Italia la campagna ai rapimenti -- in Italia Ci sono cose che nessuno ti dirà ci sono cose che nessuno ti darà sei nato e morto qua sei nato e morto qua nato nel paese delle mezze verità Ci sono cose che nessuno ti dirà ci sono cose che nessuno ti darà sei nato e morto qua sei nato e morto qua nato nel paese delle mezze verità Dove fuggi -- in Italia le ragazze corteggiate -- in Italia le donne fotografate -- in Italia le modelle ricattate -- in Italia Impara l'arte -- in Italia gente che legge le carte -- in Italia assassini mai scoperti -- in Italia voti persi e voti certi -- in Italia Ci sono cose che nessuno ti dirà ci sono cose che nessuno ti darà sei nato e morto qua sei nato e morto qua nato nel paese delle mezze verità Ci sono cose che nessuno ti dirà ci sono cose che nessuno ti darà sei nato e morto qua sei nato e morto qua nato nel paese delle mezze verità Dove fuggi Dove fuggi
Per solidarietà o altro propongo alle Colleghe Angela e Daniela la mia disastrosa esperienza con la Asl, conseguente a quella antecedente e molto più disastrosa con Cassa forense, che qui Vi risparmio, in quanto esperienza comune a molti avvocati e pertanto ben nota a molti.
Sarei qui ora a rappresentare, gioco forza e a mò di asino o di mulo recalcitrante, stanti e richiamandomi alle classificazioni contenute nell'articolo di Daniela Nazzaro, una giovane inconsapevole a basso medio reddito da professione. Una precisazione urge a questo punto: in realtà chi digita sarebbe una ex giovane (anche grazie ai servigi non richiesti della ASL e di cui avrei fatto tranquillamente e felicemente a meno). Sono più o meno coetanea della Collega Angela.
ET VOILA' PER VOI L'ARTICOLO CHE SEGUE
mercoledì 23 settembre 2015
L'avvocato, il dottore e la giovanilità negata, quasi ripudiata.
GABRIELLA FILIPPONE
Realmente accaduto, a me, in sala operatoria, il 14 settebre scorso.
Il dottore mi accoglie con un sorriso soave e dice: "Come è giovane questa signora. Che lavoro fa?"
Gli rispondo: avvocato. Ricambio il sorriso.
Lui cambia espressione, mi guarda con sospetto.. come si guardano gli esattori delle tasse.. i testimoni di Geova, ed altri personaggi "pittoreschi".
Il dottore mi guarda di nuovo e infastidito, a denti stretti, sentenzia: "allora no!"
No cosa?
Chissà a che si riferiva in quel momento!
Cosa elucubrava velocemente il dottore?
Quali formule magiche o quali luoghi comuni aveva spolverato la sua mente in quel momento?
Nel mentre sto "crepando" di paura, il tizio si sta accingendo ad operarmi e me la mena con queste sue perplessità circa la mia giovinezza/vecchiezza, sul mio lavoro.. e sono nelle sue mani, tra pochi minuti sarò anestetizzata.
Vorrei piangere o levitare altrove.
Invece sto lì e vedo solo i suoi occhi, il resto è nascosto dalla mascherina, e forse odia gli avvocati, quindi anche me, penso, confusamente.
Cosa elucubrava velocemente il dottore?
Quali formule magiche o quali luoghi comuni aveva spolverato la sua mente in quel momento?
Nel mentre sto "crepando" di paura, il tizio si sta accingendo ad operarmi e me la mena con queste sue perplessità circa la mia giovinezza/vecchiezza, sul mio lavoro.. e sono nelle sue mani, tra pochi minuti sarò anestetizzata.
Vorrei piangere o levitare altrove.
Invece sto lì e vedo solo i suoi occhi, il resto è nascosto dalla mascherina, e forse odia gli avvocati, quindi anche me, penso, confusamente.
Non avevo tempo per chiederlo, il medico stava trafficando con l'equipe e l'anestesista.
Insomma sto caxxo di lavoro è proprio discriminante e lo è nei momenti meno opportuni, come quelli in cui magari rivesti il ruolo delicato di paziente.
Insomma sto caxxo di lavoro è proprio discriminante e lo è nei momenti meno opportuni, come quelli in cui magari rivesti il ruolo delicato di paziente.
Forse siamo l'incubo dei camici bianchi e delle assicurazioni, di tanti altri.
Siamo cmq diffusamente temuti e odiati come categoria.
Siamo cmq diffusamente temuti e odiati come categoria.
Che dire?
Non sono un ricco avvocato, non godo di redditi adatti al "rango", però i fastidi della professione me il becco tutti in pieno.
Nemmeno dal medico sono al sicuro :-(
A Napoli direbbero:"cornuta e mazziata" .
Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando rossi di frutti li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti.
Un sogno, fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un dio ma nemmeno per gioco:
perché i ciliegi tornassero in fiore,
perché i ciliegi tornassero in fiore.
E quando dottore lo fui finalmente
non volli tradire il bambino per l'uomo
e vennero in tanti e si chiamavano "gente"
ciliegi malati in ogni stagione.
E i colleghi d'accordo i colleghi contenti
nel leggermi in cuore tanta voglia d'amare
mi spedirono il meglio dei loro clienti
con la diagnosi in faccia e per tutti era uguale:
ammalato di fame incapace a pagare.
E allora capii fui costretto a capire
che fare il dottore è soltanto un mestiere
che la scienza non puoi regalarla alla gente
se non vuoi ammalarti dell'identico male,
se non vuoi che il sistema ti pigli per fame.
E il sistema sicuro è pigliarti per fame
nei tuoi figli in tua moglie che ormai ti disprezza,
perciò chiusi in bottiglia quei fiori di neve,
l'etichetta diceva: elisir di giovinezza.
E un giudice, un giudice con la faccia da uomo
mi spedì a sfogliare i tramonti in prigione
inutile al mondo ed alle mie dita
bollato per sempre truffatore imbroglione
dottor professor truffatore imbroglione.
Forse peggiore è stato però il tragitto dal reparto alla sala operatoria.
Provo a riviverlo qui.
Di mattina presto mi prelevano in stanza, imbarellata.
Mi ero appena fatta una doccia per rilassarmi, non so nulla di yoga e di tecniche di rilassamento, però me le invento sul momento per l'esigenza, cerco di estraniarmi da tutto, esistiamo solo io e la fragranza del bagno schiuma, uno di quelli biologici, delicato, per bambini.
Dicevo.. sono in barrella, attraverso il lungo corridoio del reparto, mi sorridono gli altri pazienti al passaggio, in questo frangente in tanti mi augurano chi i lupi schiattino mentre io dovrei trovarmi in quel momento preciso nella loro bocca.. situazione complicata anche per un equilibrista da circo.
Entro nell'ascensore, le infermiere mi sorridono. Parlano con me e tra di loro.
Ad un certo punto, una delle due mi guarda, mi fissa negli occhi, si fa una risata acuta e commenta: "Come ti sei fatta bella! - (caxxo mi sono solo lavata) - Vuoi fare colpo su qualcuno in sala operatoria?"
Non posso rispondere, non c'è tempo, non c'è niente da dire, ho solo il tempo, tra me e me, di catalogare l'infermiera tra i soggetti mentalmente disturbati. Vorrei piangere o prenderla a schiaffi, invece accenno un sorriso e faccio timidamente di no con la testa, come un cagnolino mogio e ubbidiente.
Certo, ho proprio bisogno di essere presa per il "culo" dalla infermiera prima di entrare in sala operatoria. Forse nelle ASL si usa così e io non lo sapevo?
La situazione era irreale, come i dialoghi, le attenzioni e le parole che mi dedicano. I loro goffi tentativi di incoraggiamento.
Li lascerei tutti a lei i preziosissimi uomini che mi attendono in sala operatoria.
Venditti potrebbe scrivere una canzone per le infermiere. Ha già fatto sposare le segretarie con gli avvocati, potrebbe ora dedicarsi alle infermiere, dando loro utili dritte per farsi sposare dai medici. E' giusto, no? Anzi, mi sembra decisamente giusto. Venditti pensaci! Le infermiere aspettano te!
Quanto a me, le avrei lasciato pure il mio posto quella mattina.
Si, esatto, l'avrei lasciato all'infermiera, mica ero gelosa di quel mio status di degente, anzi, glielo avrei ceduto volentieri.. per fuggire via a gambe levate, oltrepassare gli ingressi dell'ospedale.. e tornare tra i "civili"!
Sognare di poter fuggire, di respirare nuovamente e liberamente.. e chi s'è visto s'è visto! Saluti e baci a tutti! Ciao ciao lavoratori ASL! Ci si vede, belli. Non lavorate troppo, non stancatevi, che poi vi consumate come candele. "We don't need another hero".. (David Bowie e Tuna Turner).
ARIA | GIANNA NANNINI
Fonte:
I gravi effetti collaterali dei farmaci di uso comune | http://compressamente.blogspot.it/
In Italia: medici operano pazienti sani per riscuotere tangenti.
La medicina a Roma – Breve storia della medicina
EDOARDO BENNATO
E nel nome del progresso
il dibattito sia aperto,
parleranno tutti quanti,
dotti medici e sapienti.
Tutti intorno al capezzale
di un malato molto grave
anzi già qualcuno ha detto
che il malato è quasi morto.
Così giovane è peccato
che si sia così conciato
si dia quindi la parola
al rettore della scuola.
Sono a tutti molto grato
di esser stato consultato
per me il caso è lampante
costui è solo un commediante!
No, non è per contraddire
il collega professore
ma costui è un disadattato
che sia subito internato!
Permettete una parola, io non sono mai andato a scuola
e fra gente importante, io che non valgo niente
forse non dovrei neanche parlare,
Ma dopo quanto avete detto, io non posso più stare zitto
e perciò prima che mi possiate fermare
devo urlare, e gridare, io lo devo avvisare,
di alzarsi e scappare anche se si sente male,
che se si vuole salvare, deve subito scappare!
Al congresso sono tanti,
dotti, medici e sapienti,
per parlare, giudicare,
valutare e provvedere,
e trovare dei rimedi,
per il giovane in questione.
Questo giovane malato
so io come va curato
ha già troppo contaggiato
deve essere isolato!
Son sicuro ed ho le prove
questo è un caso molto grave
trattamento radicale
prima che finisca male!
Mi dispiace dissentire
per me il caso è elementare
il ragazzo è un immaturo
non ha fatto il militare!
Si intuisce che a pelle non mi fido delle ASL? Non mi fido dei medici e nemmeno delle infermiere. E' un rigetto a pelle. VI ODIO a prescindere. Sappiatelo. E' più forte di me, ho come un senso di allarme che scatta automaticamente quando mi trovo a contatto con Voi. Chiamatele fobie. Chiamatele come Vi pare.
Ad ogni modo sappiatelo.
Sappiate pure che non si è trattato di un intervento estetico. Magari!
"Un medico" di Fabrizio De Andrè (testo)
Da bambino volevo guarire i ciliegi
quando rossi di frutti li credevo feriti
la salute per me li aveva lasciati
coi fiori di neve che avevan perduti.
Un sogno, fu un sogno ma non durò poco
per questo giurai che avrei fatto il dottore
e non per un dio ma nemmeno per gioco:
perché i ciliegi tornassero in fiore,
perché i ciliegi tornassero in fiore.
E quando dottore lo fui finalmente
non volli tradire il bambino per l'uomo
e vennero in tanti e si chiamavano "gente"
ciliegi malati in ogni stagione.
E i colleghi d'accordo i colleghi contenti
nel leggermi in cuore tanta voglia d'amare
mi spedirono il meglio dei loro clienti
con la diagnosi in faccia e per tutti era uguale:
ammalato di fame incapace a pagare.
E allora capii fui costretto a capire
che fare il dottore è soltanto un mestiere
che la scienza non puoi regalarla alla gente
se non vuoi ammalarti dell'identico male,
se non vuoi che il sistema ti pigli per fame.
E il sistema sicuro è pigliarti per fame
nei tuoi figli in tua moglie che ormai ti disprezza,
perciò chiusi in bottiglia quei fiori di neve,
l'etichetta diceva: elisir di giovinezza.
E un giudice, un giudice con la faccia da uomo
mi spedì a sfogliare i tramonti in prigione
inutile al mondo ed alle mie dita
bollato per sempre truffatore imbroglione
dottor professor truffatore imbroglione.
Video: Un Medico - FABRIZIO DE ANDRE
Forse peggiore è stato però il tragitto dal reparto alla sala operatoria.
Provo a riviverlo qui.
Di mattina presto mi prelevano in stanza, imbarellata.
Mi ero appena fatta una doccia per rilassarmi, non so nulla di yoga e di tecniche di rilassamento, però me le invento sul momento per l'esigenza, cerco di estraniarmi da tutto, esistiamo solo io e la fragranza del bagno schiuma, uno di quelli biologici, delicato, per bambini.
Dicevo.. sono in barrella, attraverso il lungo corridoio del reparto, mi sorridono gli altri pazienti al passaggio, in questo frangente in tanti mi augurano chi i lupi schiattino mentre io dovrei trovarmi in quel momento preciso nella loro bocca.. situazione complicata anche per un equilibrista da circo.
Entro nell'ascensore, le infermiere mi sorridono. Parlano con me e tra di loro.
Ad un certo punto, una delle due mi guarda, mi fissa negli occhi, si fa una risata acuta e commenta: "Come ti sei fatta bella! - (caxxo mi sono solo lavata) - Vuoi fare colpo su qualcuno in sala operatoria?"
Non posso rispondere, non c'è tempo, non c'è niente da dire, ho solo il tempo, tra me e me, di catalogare l'infermiera tra i soggetti mentalmente disturbati. Vorrei piangere o prenderla a schiaffi, invece accenno un sorriso e faccio timidamente di no con la testa, come un cagnolino mogio e ubbidiente.
Certo, ho proprio bisogno di essere presa per il "culo" dalla infermiera prima di entrare in sala operatoria. Forse nelle ASL si usa così e io non lo sapevo?
La situazione era irreale, come i dialoghi, le attenzioni e le parole che mi dedicano. I loro goffi tentativi di incoraggiamento.
Li lascerei tutti a lei i preziosissimi uomini che mi attendono in sala operatoria.
Venditti potrebbe scrivere una canzone per le infermiere. Ha già fatto sposare le segretarie con gli avvocati, potrebbe ora dedicarsi alle infermiere, dando loro utili dritte per farsi sposare dai medici. E' giusto, no? Anzi, mi sembra decisamente giusto. Venditti pensaci! Le infermiere aspettano te!
Quanto a me, le avrei lasciato pure il mio posto quella mattina.
Si, esatto, l'avrei lasciato all'infermiera, mica ero gelosa di quel mio status di degente, anzi, glielo avrei ceduto volentieri.. per fuggire via a gambe levate, oltrepassare gli ingressi dell'ospedale.. e tornare tra i "civili"!
Sognare di poter fuggire, di respirare nuovamente e liberamente.. e chi s'è visto s'è visto! Saluti e baci a tutti! Ciao ciao lavoratori ASL! Ci si vede, belli. Non lavorate troppo, non stancatevi, che poi vi consumate come candele. "We don't need another hero".. (David Bowie e Tuna Turner).
ARIA | GIANNA NANNINI
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venerdì 27 aprile 2018
IL BUSINESS DELLA MALATTIA
Copia di antichi strumenti chirurgici, XV secolo. | via Filmati di Mare |
Roma oltre 2000 anni fa: si riteneva importante vivere con coscienza e con sobrietà.
La medicina non era vietata ma semplicemente tollerata, in ogni caso Roma a quel tempo rappresentava uno stile di vita, salute significava sapersi mantenere in ottima forma, senza un'ossessione.
La medicina moderna secondo Vaccaro: uno stile per farci star male, per farci ammalare, persino per farci scomparire o ridurre di numero, la malattia significa business.
Fonte: Valdo Vaccaro
.
Quando andiamo a “farci guarire” dal dottore, invece di ringraziarlo con reverenza per il tempo dedicatoci, uscendo soddisfatti dallo studio stringendo nelle mani ricette miracolose, impariamo a fare domande e a pretendere delle risposte, perché questo ci potrebbe salvare la vita."
Fonte:
I gravi effetti collaterali dei farmaci di uso comune | http://compressamente.blogspot.it/
QUANDO LA SALUTE DIVENTA BUSINESS -IPPOCRATE-
Aprile 2018 | Avvocato Gabriella Filippone |
Rassegna e commenti notizie on line
- CRONACA ITALIA
Tangenti in due ospedali di Milano: operazioni inutili ai pazienti sani per intascare i soldi
La medicina a Roma – Breve storia della medicina
La medicina a Roma – Plinius Caecilius Secundus (Como 23 d.C.- Stabiae 25 agosto 79 d.C.), conosciuto con il nome di Plinio il Vecchio, nella sua monumentale opera scientifica “Naturalis historia”, scrive che per i primi seicento anni della sua esistenza, Roma non ebbe medici.
Anticamente, il “civis romanus” disprezzava l’arte medica come professione e chi la praticava, perché a pagamento. L’attività sanitaria veniva esercitata esclusivamente in privato dal “pater familiae” su tutti i componenti della sua famiglia allargata (moglie, figli, schiavi), con metodi empirico-naturali (uso di erbe, minerali e pratiche tradizionali), riti e formule magiche. A tali sistemi si affiancava anche una medicina teurgico-sacerdotale, professata nei templi dedicati alle divinità preposte alla salute.
Dipinto su vaso dell'antica Grecia, che mostra un medico (iatros) che salassa un paziente. | via Wikipedia |
Il salasso è una delle più antiche pratiche mediche, essendo stato praticato in diversi popoli antichi, tra cui gli abitanti della Mesopotamia, gli Egizi, i Greci, i Maya, e gli Aztechi. In Grecia, il salasso era in uso nel periodo di Ippocrate, che cita il salasso ma che in generale si affidava a tecniche dietetiche. Erasistrato, comunque, teorizzò che molte malattie fossero causate da pletore, cioè eccessi, nel sangue, e consigliò di trattare queste pletore inizialmente con l'esercizio, il sudore, la riduzione di alimentazione, e il vomito. Erofilo era a favore del salasso. Arcagato, uno dei primi medici greci a praticare a Roma, utilizzò ampiamente il salasso.
A partire dal III sec. a.C. (con la corrente innovativa suscitata dall’Ellenismo) e con la conquista della Grecia (divenuta provincia romana dal 27 a.C.), si cominciarono a vedere in giro per Roma i primi medici di professione.
Medici provenienti principalmente da quella regione del Mediterraneo, che svolgevano a pagamento la loro arte con metodi razionali e che avevano un bagaglio di esperienza e di nozioni frutto di anni di lavoro e di studio.
La loro attività non ebbe vita facile: a stento, e solo col tempo, riuscì ad essere accettata e a penetrare nelle abitudini dei romani. Furono soprattutto i più ricchi, che iniziarono a rivolgersi ai professionisti, anche perché avevano i mezzi per pagare gli onorari di quelli più bravi. In genere però la medicina, intesa come arte basata sulla scienza, convivesse lungamente con il disprezzo e ladiffidenza della gente comune. Nell'antica Roma, le pratiche curative di carattere religioso, magico, empirico e domestico, costituivano il bagaglio culturale e cultuale della comunità.
E' proprio a Roma che, in particolare, si evidenziò con la medicina la grande dicotomia sempre esistita tra le sue classi economico-sociali.
Per tutti i secoli della durata del suo Impero, mentre i nobili e i più abbienti finirono col convincersi della migliore efficacia dei servigi offerti dai medici razionali (alcune famiglie arrivarono ad acquistare schiavi medici, o a provvedere all’istruzione di quei servi che mostravano di possederne le capacità; altre affrontavano senza batter ciglio onorari spesso proibitivi di professionisti famosi), alla gente più povera o meno colta restava solo il rivolgersi a quei terapisti improvvisati, praticoni e ciarlatani, senza preparazione e attendibilità di cui Roma era piena (era facile a Roma millantarsi medico e, con un’istruzione inesistente o approssimativa, aprire una “taberna medica”, cioè un ambulatorio), oppure rivolgersi alle divinità in attesa speranzosa e fatalistica di una grazia miracolosa.
I numerosi “ex voto” provenienti dalle favisse (depositi dei templi dedicati agli dei preposti alla salute, quali Esculapio, Minerva Medica, Giunone, Apollo, per nominarne alcuni), che riempiono molte delle vetrine dei musei archeologici moderni, dimostrano la grande diffusione culturale di tale atteggiamento fideistico. Va precisato che l’importanza data all’intervento divino in tutti i fenomeni della vita era una caratteristica comune e presente in tutte le classi sociali dei romani (assai religiosi e anche superstiziosi): pertanto, anche per ciò che riguardava la salute e malgrado la maggiore razionalità propria dei ceti più elevati, esisteva, in tutti e sempre, uno spazio di rispetto e credibilità destinato a poteri religiosi o arcani.
I primi medici che arrivarono a Roma non erano uomini liberi: con la conquista della Grecia, molti medici stranieri (uomini e donne) vennero presi prigionieri per essere venduti come schiavi. Inoltre, data la crisi economica determinatasi nelle loro regioni originarie a causa del cambiamento politico epocale, molti medici stranieri si vendevano, di loro iniziativa, per poter raggiungere Roma con la prospettiva di riuscire a guadagnare molto danaro e, in seguito, essere in grado di ricomperare la propria libertà. I primi medici furono, perciò, “servi medici”: cioè schiavi che possedevano quel particolare bagaglio di conoscenze e capacità che li distinguevano dagli altri servi, e in virtù del quale riuscivano ad acquisire privilegi, indipendenza e libertà di movimento. Si trattava di schiavi particolarmente preziosi, con cui di frequente i padroni finivano con lo stabilire rapporti affettivi e di fiducia e spesso accadeva che provvedessero essi stessi, spontaneamente, alla loro emancipazione.
L’attività medica in Roma, quindi, anche se inizialmente disprezzata proprio perché esercitata da persone di condizione servile, dimostrò di fruttare danaro a chi l’esercitava, e la possibilità di fare fortuna a chi riusciva a crearsi notorietà e prestigio professionali.
La crescente consapevolezza nella società della migliore attendibilità dei metodi scientifici rispetto a quelli tradizionali, indusse Giulio Cesare a favorire l’immigrazione dei medici, concedendo la cittadinanza romana a tutti coloro che esercitavano in Roma.
Anche Augusto diede a tali professionisti particolari privilegi, ed assicurò a se stesso e alla sua famiglia la presenza continuativa di un sanitario, con il titolo di “medico della casa di Augusto”.
Gli Imperatori che seguirono, attribuirono loro molti altri vantaggi, tra i quali l’esenzione dalle imposte e dal servizio militare; assunsero anche medici personali, creando la figura dell’ “Archiater Sacri Palatii” e, col tempo, valutarono politicamente utile assegnare medici ad ogni regione, per assicurare un servizio pubblico di assistenza sanitaria anche alle persone più povere. Ebbero pure medici propri le imprese pubbliche: come i teatri, le palestre dei gladiatori.
La medicina a Roma – Un medico, venuto a Roma ai tempi di Pompeo Magno e divenuto celeberrimo fu Asclepiade, i cui scritti sono citati da Plinio, Celso, Galeno e Celio Aureliano. Egli fu medico di Crasso e di Cicerone. Accumulò un’enorme fortuna con i proventi della sua professione. Si racconta che sia divenuto famoso quando durante un funerale seppe riconoscere nel defunto un caso di catalessi e riuscì a risvegliarlo. La gente gridò al miracolo e il clamore di tale episodio ebbe vastissima eco.
I metodi curativi di Asclepiade, seguace di Epicuro, si basavano sul principio di una condotta di vita salutare: diete, ginnastica, passeggiate, corse, idroterapia e movimento del corpo in genere all’aria aperta. Con lui ebbe inizio la fortuna delle palestre, delle terme e dei bagni in acque termali. Fu anche un medico di grande finezza clinica e pratica, che, con un’intuizione che lo avvicina molto a concetti propri dell’epoca attuale, fondava le sue terapie non solo sulla base dell’osservazione attenta dei sintomi, ma anche sullo studio delle circostanze ambientali del malato, considerando parte integrante della cura il favorire situazioni di benessere e felicità psico-fisica quali il godimento della musica o di altre cose gradevoli e rasserenanti.
Famosissimo divenne Claudio Galeno (Pergamo 129 d.C.- Roma 200 circa). Egli studiò a Smirne, a Corinto e ad Alessandria nella scuola di anatomia. Fu nominato medico dei gladiatori. L’Imperatore Marco Aurelio lo chiamò a corte nel 169. A Roma ebbe modo anche di affermarsi con grande successo. Fondò una scuola di anatomia.
Galeno impose la sua autorità scientifica su tutte le specializzazioni mediche. Le sue teorie furono considerate una base dogmatica e indiscutibile almeno fino al VII secolo.
Fu, inoltre, un grande farmacologo: la sua farmacopea comprendeva 473 piante medicinali, che egli raccoglieva personalmente, e che scopriva, specie durante i suoi viaggi. Preparava da sé i farmaci. Studiò le proprietà delle piante e le sue osservazioni costituiscono ancora la base dell’odierna farmacologia galenica.
I medici di quell’epoca avevano a loro disposizione solo le conoscenze scientifiche e le teorie degli studiosi che li avevano preceduti, il proprio intuito e una meticolosa attenzione nell’osservare i sintomi del paziente. Non disponevano delle certezze fornite dalle tecnologie moderne. Malgrado ciò, furono capaci di diagnosticare un numero notevole di malattie e trovare valide terapie.
Si crearono molte specializzazioni, sulla base degli studi a cui i medici indirizzavano il loro particolare interesse.
Vi furono medici specializzati nelle malattie infettive, che a Roma costituivano una delle più ricorrenti cause di morte, specie nelle classi più umili della società. Polmonite, meningite, difterite, tifo, le varie forme di tubercolosi, malattie contagiose in genere, trovavano nelle condizioni ambientali (abitazioni inidonee e sovraffollate, scarsa disponibilità di acqua e, quindi, di igiene, alimentazione inadeguata) terreno fertile per diffondersi, trasformandosi spesso in epidemie.
Numerosi furono in tutto l’Impero gli oculisti, i disturbi e le malattie degli occhi erano molto frequenti.
Vi furono chirurghi odontoiatri, la cui scienza e capacità derivavano dalle scuole e dalle esperienze degli Egizi, dei Fenici, dei Greci, e degli Etruschi, e vi furono anche medici chirurghi di ogni altro tipo. L’attività di tutti costoro, in assenza degli anestetici e dei metodi meno invasivi odierni, era sinonimo di tortura e di macelleria. Gli strumenti da essi utilizzati sono in mostra nei musei archeologici e, al solo vederli, non si può fare a meno di rivolgere un pensiero di umana commiserazione nei confronti dei malcapitati che ne dovettero provare l’uso su di sé.
Ad una potenza sostanzialmente militare come quella di Roma, non potevano mancare, assegnati ad ogni unità organizzativa dell’esercito, medici e chirurghi specializzati che ne dovevano assicurare la necessaria efficienza e, in particolar modo, il superamento delle inevitabili emergenze causate dai combattimenti.
Numerose furono le donne che si occuparono di attività sanitarie. Molte a livello empirico: persone che conoscevano le virtù delle erbe e le somministravano ai loro clienti; altre esercitavano nel campo specifico della ginecologia, come le levatrici e le ostetriche che assistevano le donne nella gravidanza e nel parto.
Vi fu anche un gran numero di donne medico, specializzate principalmente in ginecologia e ostetricia. Ma se ne possono annoverare pure molte altre che si dedicarono a campi scientifici diversi. Plinio il Vecchio riporta i nomi di Salpe di Lemno come valente oculista e Olimpia di Tebe, come nota ginecologa. Famosa fu una certa Cleopatra (II sec.d.C., vissuta a Roma), che scrisse un trattato “De Geneticis” sulla ginecologia, sulla dermatologia e sulla cosmesi, molto utilizzato almeno fino al VI secolo. Però tale opera, essendo stata più volte ricopiata, in seguito finì con l’essere confusa con altre e attribuita ad autori diversi da lei, ovviamente uomini.
Lo stesso accadde ad Aspasia, che scrisse un testo sulle malattie femminili, ormai perduto, e che, col tempo, fu invece attribuito ad un uomo di nome Aspasio.
L’attribuzione a uomini di alcune opere di valore: mediche, scientifiche o altro, nei sistemi patriarcali non è un fatto così eccezionale o accidentale. Una spiegazione nella logica del loro “indiscutibile” assioma sull’inferiorità femminile, il quale crea grande difficoltà e, spesso, il rifiuto a riconoscere in genere intelligenza, capacità e meriti alle donne; in modo particolare, poi, quando questi si dimostrano molto elevati, come negli ambiti di maggiore prestigio ed eccellenza, quali possono essere le varie branche della scienza e della ricerca o di coraggio nel caso di altre imprese.
Le società patriarcali, in simili riconoscimenti vedono vacillare l’impalcatura dei pregiudizi accumulati col tempo a giustificazione della loro misoginia e, quindi, messa in discussione l’esclusività dei valori da esse posti a base dell’identità e del prepotere maschile e ciò si verifica ancora in troppi Paesi.
Nella cultura occidentale questo fenomeno “sembra” far parte in buona parte del passato, ma per millenni è stata una storica, pesante realtà, sino a tempi recenti.
Nel video: ricostruzione di una giornata nella casa di un ricco medico dell'antica Roma con rievocazione di un intervento chirurgico su un ferito, recitato interamente in greco e latino. Esposizione di erbe medicinali e offerte votive al dio Tiberino. Evento realizzato all'interno del Museo della Civiltà Romana, a Roma.
Video - Quattro Sassi - Guida alla Domus del Chirurgo - Rimini
EDOARDO BENNATO
Dotti medici e sapienti
E nel nome del progresso
il dibattito sia aperto,
parleranno tutti quanti,
dotti medici e sapienti.
Tutti intorno al capezzale
di un malato molto grave
anzi già qualcuno ha detto
che il malato è quasi morto.
Così giovane è peccato
che si sia così conciato
si dia quindi la parola
al rettore della scuola.
Sono a tutti molto grato
di esser stato consultato
per me il caso è lampante
costui è solo un commediante!
No, non è per contraddire
il collega professore
ma costui è un disadattato
che sia subito internato!
Permettete una parola, io non sono mai andato a scuola
e fra gente importante, io che non valgo niente
forse non dovrei neanche parlare,
Ma dopo quanto avete detto, io non posso più stare zitto
e perciò prima che mi possiate fermare
devo urlare, e gridare, io lo devo avvisare,
di alzarsi e scappare anche se si sente male,
che se si vuole salvare, deve subito scappare!
Al congresso sono tanti,
dotti, medici e sapienti,
per parlare, giudicare,
valutare e provvedere,
e trovare dei rimedi,
per il giovane in questione.
Questo giovane malato
so io come va curato
ha già troppo contaggiato
deve essere isolato!
Son sicuro ed ho le prove
questo è un caso molto grave
trattamento radicale
prima che finisca male!
Mi dispiace dissentire
per me il caso è elementare
il ragazzo è un immaturo
non ha fatto il militare!
Ad ogni modo sappiatelo.
Sappiate pure che non si è trattato di un intervento estetico. Magari!
"L'avvelenata" di Francesco Guccini (testo)
"Ma s' io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, le attuali conclusioni
credete che per questi quattro soldi, questa gloria da stronzi, avrei scritto canzoni;
va beh, lo ammetto che mi son sbagliato e accetto il "crucifige" e così sia,
chiedo tempo, son della razza mia, per quanto grande sia, il primo che ha studiato...
Mio padre in fondo aveva anche ragione a dir che la pensione è davvero importante,
mia madre non aveva poi sbagliato a dir che un laureato conta più d' un cantante:
giovane e ingenuo io ho perso la testa, sian stati i libri o il mio provincialismo,
e un cazzo in culo e accuse d' arrivismo, dubbi di qualunquismo, son quello che mi resta...
Voi critici, voi personaggi austeri, militanti severi, chiedo scusa a vossìa,
però non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni, si possa far poesia;
io canto quando posso, come posso, quando ne ho voglia senza applausi o fischi:
vendere o no non passa fra i miei rischi, non comprate i miei dischi e sputatemi addosso...
Secondo voi ma a me cosa mi frega di assumermi la bega di star quassù a cantare,
godo molto di più nell' ubriacarmi oppure a masturbarmi o, al limite, a scopare...
se son d' umore nero allora scrivo frugando dentro alle nostre miserie:
di solito ho da far cose più serie, costruire su macerie o mantenermi vivo...
Io tutto, io niente, io stronzo, io ubriacone, io poeta, io buffone, io anarchico, io fascista,
io ricco, io senza soldi, io radicale, io diverso ed io uguale, negro, ebreo, comunista!
Io frocio, io perchè canto so imbarcare, io falso, io vero, io genio, io cretino,
io solo qui alle quattro del mattino, l'angoscia e un po' di vino, voglia di bestemmiare!
Secondo voi ma chi me lo fa fare di stare ad ascoltare chiunque ha un tiramento?
Ovvio, il medico dice "sei depresso", nemmeno dentro al cesso possiedo un mio momento.
Ed io che ho sempre detto che era un gioco sapere usare o no ad un certo metro:
compagni il gioco si fa peso e tetro, comprate il mio didietro, io lo vendo per poco!
Colleghi cantautori, eletta schiera, che si vende alla sera per un po' di milioni,
voi che siete capaci fate bene a aver le tasche piene e non solo i coglioni...
Che cosa posso dirvi? Andate e fate, tanto ci sarà sempre, lo sapete,
un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli o un prete a sparare cazzate!
Ma s' io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, forse farei lo stesso,
mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino, poi sono nato fesso
e quindi tiro avanti e non mi svesto dei panni che son solito portare:
ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto!"
Video "L'avvelenata" di Francesco Guccini: .
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febbraio 2018
LO STRAPOTERE DELLA CLASSE MEDICA
LO STRAPOTERE DELLA CLASSE MEDICA
Non è questione di fragilità È giustissimo non essere preparati mentalmente a una asportazione decisa dal primo che arriva, pronto a distruggere delicatissimi equilibri. Una medicina degna di rispetto è quella che punta al ripristino intelligente di tali equilibri, e non a un semplicistico ricorso al bisturi.
La medicina ignora deliberatamente le funzioni autoguarenti del corpo umano. L’inquietudine, il panico e le paure ingenerati dalle pressioni mediche aggrava le condizioni .
STARE ALLA LARGA DAL BISTURI È GIUSTO, LOGICO E NORMALE
Solitamente la classe medica ritiene un organo guaribile (quando lo ritiene guaribile) mediante asportazione, secondo i vezzi, le decisioni e i verdetti di un qualsiasi medico, sia egli mediocre, bravo o anche premio Nobel del settore. Stiamo attenti a difendere con le unghie e coi denti l’integrità inviolabile del nostro corpo.
I METODI SBRIGATIVI DELLA MEDICINA NON RAPPRESENTANO AFFATTO UNA SOLUZIONE IDEALE
I problemi di sovente sono inguaribili coi mezzi della disinvolti ed invasivi della medicina, la quale nulla fa contro il disordine organico o mentale che sta alla base causativa della alterazione in corso, ma si limita a intervenire chirurgicamente.
VIVERE DA PERSONE MUTILATE NON È AFFATTO UNA CONDIZIONE INVIDIABILE
Vivere mutilati non è affatto una condizione invidiabile, come quella di vivere da persona medicalizzata e costretta ad assumere farmaci a vita.
Fonte: Valdo Vaccaro
CRIVEO : Valdo Vaccaro - Il perenne conflitto tra Igienismo e medicina Per un mondo basato sulla corretta alimentazione e non sui farmaci Conferenzaintegrale di Valdo Vaccaro ad Ascoli Piceno il 4 maggio 2013 presso la sala Docens del comune.
Biografia di Valdo Vaccaro
Valdo Vaccaro, nato a Mattuglie (Fiume), ex-Italia, nel 1943, da padre friulano e madre italo-croata, vive nei pressi di Udine con la moglie di Hong Kong Kathleen e i suoi due figli. Laureatosi in economia nel 1972 all’Università di Trieste, si è dedicato per tre anni all’insegnamento e al giornalismo. Dal 1975, dopo aver girato tutti i continenti per una grossa fabbrica udinese, ha iniziato a collaborare con diverse aziende nazionali per l’affermazione del Made in Italy nell’area asiatica. Parallelamente a questo filone professionale, ha continuato a credere e praticare la sua fede etica e salutistica, ad affinare il suo rispetto irremovibile per gli animali più brutalizzati e meno protetti. Si è laureato nel 2002 in filosofia e naturopatia.
Valdo Vaccaro ha nel suo carnet una manciata di libri completati e altri in preparazione. È autore di “Alimentazione Naturale“, “Storia dell’Igienismo Naturale” “Alimentazione Naturale 2” e “Dizionario di Salute Naturale“, editi da Anima Edizioni, nonché “Diabete“, edito da Hygea Edizioni. Sono a disposizione del pubblico internazionale “Manual Pratico de Higienismo” in spagnolo, da parte della Ediciones Obelisco.
Oltre alle più di 6000 tesine del blog, è seguito dal pubblico in Italia e fuori confine, da segnalare la direzione della HSU, Health Science University di Imola-Bologna, Scuola Superiore di Salute e di Comportamento, una scuola d’avanguardia igienistico-naturale che si pone in modo costruttivo al fianco del sistema istituzionale e della medicina olistica per offrire una nuova via, per promuovere un nuovo sistema esistenziale che aiuti le persone a vivere in armonia con le proprie necessità fisiologiche, etiche, estetiche, mentali e spirituali.
Stiamo entrando in una società di controllo
Si sta sta abbandonando il modello dell'uomo come animale politico, socievole, razionale. (FUSARO)
DIEGO FUSARO: "Stiamo entrando, è bene averne coscienza, in una società di controllo.
Sta finendo l'era della società disciplinare e stiamo entrando in una fase di società di controllo.
Sta finendo l'era della società disciplinare e stiamo entrando in una fase di società di controllo.
Quello che sta avvenendo molto evidentemente è il fatto che si sta sta abbandonando il modello dell'uomo come animale politico, socievole, razionale.
Si sta imponendo, in coerenza con le logiche della tecnicizzazione capitalistica, il paradigma dell'uomo come animale tecnicizzato che sempre più diventa mero supporto della tecnica, un mero giocattolo nelle mani della tecnica, un mero apparato, una mera protesi di questo sistema che ha come fine non certo quello di valorizzare la vita umana rendendola migliore, semplicemente l'unico valore è la nichilistica crescita autoreferenziale della tecnica stessa."
"La medicina convenzionale è colonizzata in modo clamoroso. Su quali basi possono strombazzare che guariscono?
La gente può solo guarire nonostante gli interventi medici. La gente guarisce per autoguarigione. Noi siamo esseri dotati di strumenti di autoguarigione.
Uno che affida il suo corpo alla medicina corre dei rischi gravissimi.
La gente che pensa di fare un salto nel buio lo fa quando affida se stesso alla medicina di oggi.
La medicina di oggi è sballante, è invasiva."
Fonte: Intervista a Valdo Vaccaro - #Alimentire (video)
"Non sono medico e mi vanto di non essere medico. Ho dei medici in famiglia.
Chi è medico è molto condizionato. Si imbottisce di farmaci e di farmacologia. A livello di cure è negato.
Roba di mandarli tutti in galera. Va bene? Non esagero. Perché questo? Hanno stabilito di fare la cura sul sintomo che è un errore clamoroso. Sai perché non vanno in galera?Semplicemente perché sono difesi dalla legge. Hanno l'esclusiva.
Non bisogna curare il sintomo ma curare il fattore causante.
Quando dico a livelli estremo: non bisogna curare il tumore ma la tumorosità del corpo, la tendenza del corpo a creare dei tumori che tutti noi abbiamo delle creazioni continue e anche delle remissioni spontanee.
Sono leggi che la medicina non conosce. Sono ignorantantissimi in queste cose.
Ogni corpo segue un percorso e tende a difendere se stesso.
Il corpo tende a guarire. Non va mai contro se stesso"
"Non viene il dubbio che dietro questa balla della prevenzione ci sia l'ennesimo affare delle case farmaceutiche?
Non esiste il fatto che ci sia fiducia nel nostro corpo e non ammalarsi. Esiste il fatto di dover credere di avvelenarsi e poi star male."
Non esiste il fatto che ci sia fiducia nel nostro corpo e non ammalarsi. Esiste il fatto di dover credere di avvelenarsi e poi star male."
Fonte: Lezione sull'Alimentazione: Vaccaro, Ehret, Campbell - Igienismo, Dieta Vegan, Crudista, NUOVO NY (video)
"La ricerca medica ha fatto tali e tanti passi avanti che quasi quasi non ci sono più persone sane"
(Aldous Huxley).
(Aldous Huxley).
"Purtroppo NON esistono in commercio farmaci privi di effetti collaterali anche seri e le statistiche sulla mortalità parlano chiaro: le cause iatrogene (dovute a errori medici) sono una delle prime tre cause di morte nel mondo, assieme al cancro e alle malattie cardiovascolari!
La ricerca statistica (basata su lavori scientifici) pubblicata nel 2003, dal titolo inequivocabile: "Death Medicine", denuncia negli Stati Uniti le seguenti cifre:
- "Reazioni avverse da farmaci in ospedale" provocano ogni anno 106.000 morti;
- "Reazioni da farmaci non in ospedale" --> 199.000 morti;
- "Gli errori medici" --> 98.000 morti.
Quando andiamo a “farci guarire” dal dottore, invece di ringraziarlo con reverenza per il tempo dedicatoci, uscendo soddisfatti dallo studio stringendo nelle mani ricette miracolose, impariamo a fare domande e a pretendere delle risposte, perché questo ci potrebbe salvare la vita."
Fonte:
I gravi effetti collaterali dei farmaci di uso comune | http://compressamente.blogspot.it/
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Sindrome di Burnout nei medici
burnout in inglese significa "bruciarsi" |
La sindrome da burnout (o semplicemente burnout) è l'esito patologico di un processo stressogeno che interessa, in varia misura, diversi operatori e professionisti impegnati quotidianamente e ripetutamente in attività che implicano le relazioni interpersonali.
Maslach e Leiter (2000) hanno perfezionato le componenti della sindrome attraverso tre dimensioni:
- deterioramento dell'impegno nei confronti del lavoro;
- deterioramento delle emozioni originariamente associate al lavoro;
- problema di adattamento tra la persona ed il lavoro, a causa delle eccessive richieste di quest'ultimo.
Il burnout diventa una sindrome da stress non più esclusiva delle professioni d'aiuto, è probabile in qualsiasi organizzazione di lavoro.
William Powell ha dimostrato la correlazione tra burnout ed alienazione negli assistenti sociali.
La “sindrome del burnout” è una tipologia specifica di disagio psicofisico connesso al lavoro ed interessa, in varia misura, operatori e professionisti impegnati quotidianamente e ripetutamente in attività che implicano le relazioni interpersonali.
Il burnout" colpisce in misura prevalente coloro che svolgono le cosiddette professioni d'aiuto o “helping professions” ma anche coloro che, pur avendo obiettivi lavorativi diversi dall'assistenza, entrano continuamente in contatto con persone che vivono stati di disagio o sofferenza. Il problema è stato riscontrato in modo predominante in coloro che operano in ambiti sociali e sanitari come medici, psicologi, assistenti sociali, insegnanti, counselors, esperti di orientamento al lavoro, fisioterapisti, operatori dell'assistenza sociale e sanitaria, infermieri, guide spirituali, missionari, agenti delle forze dell'ordine e operatori del volontariato.
Il fenomeno è stato studiato, esso è stato riscontrato anche in tutti quei mestieri legati alla gestione quotidiana dei problemi delle persone in difficoltà, a partire dai poliziotti, carabinieri, vigili del fuoco, consulenti fiscali, avvocati, nonché in quelle tipologie di professioni educative (es. insegnanti) che generano un contatto, spesso con un coinvolgimento emotivo profondo, con i disagi degli utenti con cui lavorano e di cui guidano la crescita personale.
Se non opportunamente aiutati, questi soggetti cominciano a sviluppare un lento processo di "logoramento" o "decadenza" psicofisica dovuta alla mancanza di energie e di capacità per sostenere e scaricare lo stress accumulato (il termine burnout in inglese significa proprio "bruciarsi"). In tali condizioni può anche succedere che queste persone si facciano un carico eccessivo delle problematiche delle persone a cui badano, non riuscendo così più a discernere tra la propria vita e la loro.
Il burnout comporta esaurimento emotivo, depersonalizzazione, un atteggiamento spesso improntato al cinismo e unsentimento di ridotta realizzazione personale. Il soggetto tende a sfuggire l'ambiente lavorativo assentandosi sempre più spesso e lavorando con entusiasmo ed interesse sempre minori, a provare frustrazione e insoddisfazione, nonché una ridotta empatia nei confronti delle persone delle quali dovrebbe occuparsi. Il burnout si accompagna spesso ad un deterioramento del benessere fisico, a sintomi psicosomatici come l'insonnia e psicologici come la depressione. I disagi si avvertono dapprima nel campo professionale, ma poi vengono con facilità trasportati sul piano personale: l'abuso di alcol, di sostanze psicoattive ed il rischio di suicidio sono elevati nei soggetti affetti da burnout.
La prevalenza della sindrome nelle varie professioni non è ancora stata chiaramente definita, ma sembra essere piuttosto elevata tra operatori sanitari quali medici e infermieri (ad esempio, secondo un recente studio olandese in Psychological Reports, non meno del 40% dei medici di base andrebbe incontro ad elevati livelli di burnout), insegnanti e poliziotti.
Il burn out del medico di pronto soccorso
di Alessandro Sabidussi
Medico della medicina d’urgenza e pronto soccorso dell’ospedale Gradenigo di Torino
Medico della medicina d’urgenza e pronto soccorso dell’ospedale Gradenigo di Torino
"Cari colleghi,
Ogni professione per chi la svolge contiene aspetti di sofferenza e di disagio più o meno connaturati alla professione stessa, ma comunque inevitabili. Spesso sono fortemente caratterizzanti quel tipo specifico di attività, se non addirittura elementi di selezione meritocratica. Pensiamo ad esempio al rischio per la propria incolumità per chi presta servizio nei corpi di Polizia o dei Vigili del Fuoco, l’aspro confronto dialettico per chi professa l’avvocatura o l’attività di rappresentanza politica o sindacale, il peso della responsabilità decisionale per un magistrato o per un funzionario di banca, la necessità di raggiungere e mantenere elevati livelli di concentrazione per un pilota di aerei o per un controllore di volo, l’ansia di produrre un buon pezzo nei tempi stabiliti per un giornalista, l’esigenza di pianificare costantemente strategie vincenti a breve, medio e lungo termine per un manager di azienda, e l’elenco potrebbe proseguire occupando diverse pagine." (continua)
Fonte: simeublog
Vi siete mai chiesti in quali mani è la nostra salute? A chi l'affidiamo? E a cosa rinunciamo e perdiamo o rischiamo di perdere delegandola ad altri. Abdicando a noi stessi.
È bello leggerti, mi piace il tuo modo di scrivere. A presto. Paolo
mi sono trovato nella Tua medesima situazione, ahimé, in più di una occasione, una delle quali aveva visto il medico di reparto, sceso in pronto soccorso, sbagliare clamorosamente la diagnosi di ingresso e diagnosticare, in luogo di una pericardite da virus influenzale, "infarto in corso" e, quindi, sommistrarmi terapia antitrombotica e mandarmi a fare una angioplastica di urgenza!!
Al rientro in reparto, dopo che la coronografia aveva escluso sia l'infarto che pericolose ostruzioni delle arterie, in sede di compilazione della cartella clinica, alla domanda "professione?", cala il gelo nel reparto.
Conclusione: prima di dimettermi hanno atteso almeno 3 giorni in più per "farmi calmare" per bene e ridurre il rischio di azione di risarcimento.
Il nostro lavoro ci penalizza perchè, al netto di cause "meramente speculative", siamo noi lo "strumento primario" per dare giustizia ai torti subiti da medici incompetenti o superficiali!!
Tanti cai auguri di una pronta guarigione.
Raffaele Russo