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La Cina invade l’Africa: i cinesi costruiscono le "città fantasma". Lavori di colonialismo in corso?

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Profilo di un dragone nero cinese 


Dal 2012 la Cina investe sul settore edilizio in alcune aree africane. Enormi palazzi di fabbricazione cinese emergono in nuove cittadine semi deserte capaci di ospitare mezzo milione di abitanti. Se le città risultano quasi del tutto inabitate, delle "città fantasma", ci si è chiesto per quale motivo la prima potenza economica…






A cura di Gabriella Filippone - Un interessante articolo comparso su La Vita Oggi  esamina il fenomeno delle  "città fantasma" . Ci dice che l'enorme complesso “Kilamba”, in Angola,  è progettato per ospitare fino a mezzo milione di persone, il "palazzinaro" in questione è "100% cinese", il costruttore infatti è la statale CITIC China International Trust and Investment Corporation, il costo riportato è di 3,5 miliardi di dollari.

“Kilamba” ha un'estensione di 5.000 ettari (12.355 acri), è la  più grande delle  nuove “città satellite” costruite  da ditte edili cinesi in giro per l’Angola.

Città  quasi  inabitate, ci si chiede cosa abbia mosso la prima potenza economica del mondo ad investire nel settore edile dall’altra parte del mondo, nel continente africano.  Secondo alcune fonti, la Cina avrebbe vinto degli appalti per realizzare cittadine a basso costo per la popolazione africana.


Le abitazioni costruite dai cinesi risultano troppo costose per i popoli africani.


Nel  mentre il governo cinese  progetta di trasferire 300 milioni di cittadini cinesi in Africa per risolvere il problema della sovrappopolazione e del consumo eccessivo delle risorse nel continente cinese.


La Vita Oggi riporta un  articolo pubblicato nel 2012 dalla BBC: il reportage giornalistico evidenzia come del primo lotto in vendita di 2.800 appartamenti ne sono stati venduti solo 220. Nelle "città fantasma", nuove di zecca, "ancora impacchettate" si vedono pochissime auto e ancor meno persone, solo righe ripetitive di palazzi multicolori, persiane sigillate e balconi vuoti. Occupata qualche unità commerciale, si tratta però di aziende di servizi pubblici, non ci sono negozi  – con l’eccezione di un nuovo ipermercato situato in una entrata –.



“Non c’è classe media in Angola, solo i più poveri ed i più ricchi, e quindi non c’è nessuno che compra questi tipi di case”.

“Il governo deve iniziare a dare la priorità alla costruzione di alloggi a basso costo, perché gran parte della popolazione vive in baracche senza acqua, elettricità e servizi igienici,” afferma alla BBC Elias Isaac, Direttore del paese presso l’Ufficio angolano dell’iniziativa Open Society of Southern Africa ( OSISA).

Il progetto “Kilamba” è stato finanziato da una linea di credito cinese – che l’Angola sta rimborsando con olio – così è stato tecnicamente pagato. Se le case rimarranno invendute, per  il governo angolano si sarà trattato di un investimento potenzialmente sprecato.

La città di Kilamba è un progetto faro del governo del presidente José Eduardo dos Santos, che vuole confermare il suo famoso impegno elettorale: costruire un milione di case in quattro anni.



Anche Il  DailyMail  prova a descrivere  l’influenza cinese in Africa:
la Cina presta miliardi ogni anno a stati del continente africano, è una politica questa che estende l’influenza economica cinese.
I  lavoratori africani vengono pagati una miseria dai datori di lavoratori cinesi. 
Negozi africani inondati di prodotti cinesi a basso costo (e qui niente di strano, anche noi in Italia siamo inondati).
La spinta della Cina in Africa è imponente e determinata: i governatori cinesi ritengono che l’Africa potrà diventare uno stato ‘satellite’, risolvendo così  i problemi di sovrappopolazione e la scarsità delle risorse naturali cinesi.
"Con poco clamore, l’incredibile cifra di 750.000 cinesi si sono stabiliti in Africa negli ultimi dieci anni".

La strategia è stata accuratamente messa a punto da funzionari di Pechino,  esperti hanno stimato  che la Cina trasferirà 300 milioni di persone in Africa .
La Cina, in tutta l’Africa, firma affari lucrosi, acquista le preziose materie prime africane: petrolio, platino, oro e minerali.
Sorgono nuove ambasciate e si ampliano le vie aeree. La nuova élite cinese si reca a fare shopping  presso i negozi costosi, di lusso,  acquista dai consessionari Mercedes e BMW  e iscrive i figli presso scuole private esclusive.
Le strade africane  sono ingombrate da autobus cinesi, i mercati africani sono stracolmi di merci cinesi a basso costo, migliaia di chilometri di nuove ferrovie cinesi: la Cina "invade" l’Africa.


Fonte: La Vita Oggi




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