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La Cina invade l’Africa con le "città fantasma". Lavori di "soft colonialismo" in corso?


 
Dal 2012 la Cina investe sul settore edilizio in alcune aree africane. Enormi palazzi di fabbricazione cinese emergono in nuove cittadine semi deserte capaci di ospitare mezzo milione di abitanti. Se le città risultano  quasi del tutto inabitate, delle "città fantasma", ci si è chiesto per quale motivo la prima potenza economica…

A cura di Gabriella Filippone - Un interessante articolo comparso su La Vita Oggi  esamina il fenomeno delle  "città fantasma" . Ci dice che l'enorme complesso “Kilamba”, in Angola,  è progettato per ospitare fino a mezzo milione di persone, il "palazzinaro" in questione è "100% cinese", il costruttore infatti è la statale CITIC China International Trust and Investment Corporation, il costo riportato è di 3,5 miliardi di dollari.

“Kilamba” ha un'estensione di 5.000 ettari (12.355 acri), è la  più grande delle  nuove “città satellite” costruite  da ditte edili cinesi in giro per l’Angola.


Città  quasi  inabitate, ci si chiede cosa abbia mosso la prima potenza economica del mondo ad investire nel settore edile dall’altra parte del mondo, nel continente africano.  Secondo alcune fonti, la Cina avrebbe vinto degli appalti per realizzare cittadine a basso costo per la popolazione africana.


Le abitazioni costruite dai cinesi risultano troppo costose per i popoli africani.

Nel  mentre il governo cinese  progetta di trasferire 300 milioni di cittadini cinesi in Africa per risolvere il problema della sovrappopolazione e del consumo eccessivo delle risorse nel continente cinese.


Articolo originale pubblicato su questo blog il 21 gennaio 2014


La Cina invade l’Africa: i cinesi costruiscono le "città fantasma". Lavori di colonialismo in corso?

Settembre 2018 | Avvocato Gabriella Filippone | Rassegna e commenti notizie









Perchè la Cina sta costruendo città fantasma in Africa ?

video pubblicato su You Tube da KOKOON57 nel 2015



"... ancora una notizia "trascurata" in Italia ! !

Mentre da noi "palleggiamo" con l'IMU... e la Spagna si ritrova a fare i conti con numerosi flop edilizi, con le prime città vuote a causa di investitori avventati... il mondo galoppa!

I Cinesi stanno "conquistando" l'Africa a suon di palazzi e metropoli.
Che sia la nuova Arca di Noè !!
Ma quello di cui hanno bisogno gli abitanti di questo meraviglioso continente è un disperato bisogno di progresso e i cinesi non sono qui per questo. Sono qui per rapinare un paese ricco di spazio e di risorse naturali.

Appartamenti che vendono arredati a 90.000 Euro (e non è certo alla portata dei nativi del posto !)
Quando finirà la predazione? Finché Pechino troverà vantaggio: i cinesi non si fermeranno fino a quando in Africa non ci saranno più minerali o petrolio da estrarre.

Volutamente ho inserito un doppiaggio nel video una ragazza del posto che parla cinese...!

Vi è un aspetto sinistro di questa invasione cinese, un prezzo troppo alto da pagare per la popolazione africana. La Cina ha interesse, tra l'altro, a fomentare le guerre civili, vendendo così milioni di dollari di armi prodotte dalle aziende cinesi.
Naturalmente, tutto questo avviene in collaborazione con i corrotti leader africani che dopo aver ottenuto l'indipendenza dalle potenze coloniali dei bianchi, sono felici di fare affari con la Cina per un semplice scopo: i soldi! Prezzo salatissimo per l'Africa."














Le città fantasma cinesi in Africa

video pubblicato da "La Finanzasulweb" su You Tube nel 2015



"Intere città complete di tutto ma disabitate sorgono in diversi Paesi africani. Sono costruite da società cinesi che puntano a soppiantare gli europei in una nuova corsa al Continente Nero, l'edilizia è solo una piccola parte della nuova strategia del Celeste Impero."





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La Vita Oggi riporta un  articolo pubblicato nel 2012 dalla BBC:
il reportage giornalistico evidenzia come del primo lotto in vendita di 2.800 appartamenti ne sono stati venduti solo 220.
Nelle "città fantasma", nuove di zecca, "ancora impacchettate" si vedono pochissime auto e ancor meno persone, solo righe ripetitive di palazzi multicolori, persiane sigillate e balconi vuoti. Occupata qualche unità commerciale, si tratta però di aziende di servizi pubblici, non ci sono negozi  – con l’eccezione di un nuovo ipermercato situato in una entrata –.



“Non c’è classe media in Angola, solo i più poveri ed i più ricchi, e quindi nessuno che compra questi tipi di case”.

“Il governo deve iniziare a dare la priorità alla costruzione di alloggi a basso costo, perché gran parte della popolazione vive in baracche senza acqua, elettricità e servizi igienici,” afferma alla BBC Elias Isaac, Direttore presso una filiale dell'Ufficio angolano dell’iniziativa Open Society of Southern Africa ( OSISA).

Il progetto “Kilamba” è stato finanziato da una linea di credito cinese – che l’Angola sta rimborsando con olio – così è stato tecnicamente pagato. Se le case rimarranno invendute, per  il governo angolano si sarà trattato di un investimento potenzialmente sprecato.

La città di Kilamba è un progetto faro del governo del presidente José Eduardo dos Santos, che vuole confermare il suo famoso impegno elettorale: costruire un milione di case in quattro anni.



Anche il DailyMail  prova a descrivere  l’influenza cinese in Africa:
la Cina presta miliardi ogni anno a stati del continente africano, è una politica questa che estende l’influenza economica cinese.
I  lavoratori africani vengono pagati una miseria dai datori di lavoratori cinesi. 
Negozi africani inondati di prodotti cinesi a basso costo (e qui niente di strano, anche noi in Italia siamo inondati).

La spinta della Cina in Africa è imponente e determinata: i governatori cinesi ritengono che l’Africa potrà diventare uno stato ‘satellite’, risolvendo così  i problemi di sovrappopolazione e la scarsità delle risorse naturali cinesi.

"Con poco clamore, l’incredibile cifra di 750.000 cinesi si sono stabiliti in Africa negli ultimi dieci anni".

La strategia è stata accuratamente messa a punto da funzionari di Pechino,  esperti hanno stimato  che la Cina trasferirà 300 milioni di persone in Africa .
La Cina, in tutta l’Africa, firma affari lucrosi, acquista le preziose materie prime africane: petrolio, platino, oro e minerali.

Sorgono nuove ambasciate e si ampliano le vie aeree. La nuova élite cinese si reca a fare shopping  presso i negozi costosi, di lusso,  acquista dai consessionari Mercedes e BMW  e iscrive i figli presso scuole private esclusive.

Le strade africane  sono ingombrate da autobus cinesi, i mercati africani sono stracolmi di merci cinesi a basso costo, migliaia di chilometri di nuove ferrovie cinesi: la Cina "invade" l’Africa.

Fonte: La vita oggi.







"Il neocolonialismo cinese in Africa" di Ilaria Bifarini (agosto 2018)

Grazie ad un passato che non presenta la macchia dell’imperialismo coloniale, la Cina  sperimenta indisturbata in Africa il proprio colonialismo di mercato, con il beneplacito della popolazione locale, che spera e si illude nei conquistatori cinesi dei salvatori dalla condizione di sottosviluppo e miseria endemica.
La Cina, senza pretendere di esportare modelli di democrazia universale né riconoscimenti e glorie in ambito umanitario,  trova nello sterminato territorio africano quello spazio vitale necessario alle proprie esigenze demografiche e di mercato, per l’estrazione di diamanti e oro: gigantesche miniere cinesi pullulano di africani che estraggono minerali preziosi in condizioni disperate. Non non viene posto alcun riguardo per i diritti dei lavoratori, i diritti umani vengono calpestati, in nome della logica spietata del profitto. Amnesty International ha segnalato la presenza di oltre 40 mila minorenni, a partire dai sette anni, che lavorano per 12 ore al giorno a 2 dollari per datori di lavoro cinesi.

Pechino negli ultimi anni ha superato Washington quale principale partner commerciale in Africa: il commercio della Cina ha raddoppiato quello degli USA, che sono così ora relegati al terzo posto, dopo il Dragone e l’Unione europea. Lo afferma lo scrittore congolese Mbuyi Kabunda, “l’Africa è diventata il nuovo oro per la Cina.”
Attraverso la sua politica di credito accomodante e d’investimento lungimirante, il colosso asiatico è riuscito a ottenere il controllo dei principali settori economici e strategici: detiene  più del 65% dei contratti di infrastrutture e amministrano le grandi imprese minerarie, petrolifere, di telecomunicazioni ed energetiche in gran parte dei paesi africani. Nel 2016 gli investimenti diretti e non finanziari delle imprese cinesi in Africa sono cresciuti del 31%.

Lamido Lanusi, il governatore della Banca Centrale della Nigeria, in un’intervista al Financial Times ha dichiarato: La Cina si impadronisce delle nostre materie prime e ci vende prodotti finiti, è l’essenza del colonialismo. L’Africa sta spalancando le sue porte a nuove forme di imperialismo. "La Cina ormai non è più una economia sorella del mondo sottosviluppato ma è la seconda economia più forte del mondo, un gigante capace di esprimere le stesse forme di sfruttamento che ha adottato l’Occidente nel passato… servono scelte coraggiose, dobbiamo produrre in Africa e  respingere importazioni cinesi frutto di politiche predatorie”.

(testo estratto da “I Coloni dell’austerity. Africa, neoliberismo e migrazioni di massa“)

Fonte: Blog di Ilaria Bifarini







«La differenza tra le persone sta solo nel loro avere maggiore o minore accesso alla conoscenza» (Lev Tolstoj)

La rassegna stampa è una sintesi e fornisce i riferimenti dell'articolo (testata, autore, titolo) per reperire sul quotidiano o altra fonte l'articolo completo. 

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