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Egypt for Cercle set at Abu Simbel. Mirabilandia o è vero? "2020: No one travels 2021: Mummies dancing in the tombs"
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WhoMadeWho live at Abu Simbel, Egypt for Cercle
Video pubblicato da CIRCLE il 5 marzo 2021 su YTAbu Simbel: Cosa C’è da Sapere e Come Visitarlo
Costruiti per resistere alla prova del tempo, per omaggiare il faraone come un dio e per impressionare chiunque ci si trovasse davanti, i templi di Abu Simbel svolgono ancora oggi, a 3000 anni dalla loro costruzione, egregiamente il loro compito.
Fortemente voluti da Ramses II, i templi di Abu Simbel sono una delle cose imperdibili di ogni viaggio in Egitto.
Il primo momento in cui vedrai le statue del faraone sarà un attimo che rimarrà impresso nella tua vita per sempre.
1 – Breve storia di Abu Simbel
Il tempio di Abu Simbel fu fortemente voluto e costruito da Ramses II per celebrare la sua vittoria contro gli Ittiti nella battaglia di Kadesh nel 1274 a.C.
Il tempio era dedicato a una serie di antiche divinità egizie come Ra-Horakhty, Ptah e Amon.
Abu Simbel fu progettato dal faraone anche per essere una testimonianza del suo potere che non doveva mai essere intaccato dal tempo.
Ecco perché le imponenti statue e il tempio stesso sono stati costruiti in pietra solida.
Ramses, inoltre (ok era anche un po’ megalomane, diciamocelo), non voleva che il suo tempio potesse essere distrutto dai futuri re e voleva rendere eterna la sua posizione di vero dio. Questa è anche una delle ragioni per cui i templi a lui e alla sua regina Nefertari furono collocati così lontano, a 280 km circa a sud di Assuan, vicino al confine con il Sudan attuale.
E i templi di Abu Simbel rimasero intatti davvero, anche se alla fine la sabbia li coprì, cancellando la loro memoria fino a quando nel 1813 l’archeologo svizzero Burckhardt (lo stesso che scoprì Petra in Giordania, tanto per capirci) lo ritrovò sotto la sabbia. I lavori per riportare Abu Simbel alla luce iniziarono finché l’archeologo italiano Giovanni Battista Belzoni nel 1817 entrò per la prima volta dentro il complesso.
Ancora oggi i templi di Abu Simbel soddisfano in pieno l’obiettivo di Ramses di vivere
per sempre.
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2 – Lo spostamento
Alla ricerca di un modo per eliminare il flagello delle inondazioni e della siccità, il governo egiziano negli anni ’60 si propose di costruire la massiccia Diga di Assuan.
Di fatto, il lago artificiale (lago Nasser) che si sarebbe creato dietro alla diga avrebbe spazzato via Abu Simbel.
Così nel 1964, il governo egiziano insieme all’UNESCO ha dato vita ad un’incredibile operazione e ha deciso lo spostamento di Abu Simbel, salvandolo dall’acqua del Nilo, 65 metri più in alto e 200 più indietro rispetto alla posizione originale.
Aiutato dall’UNESCO ma anche da un’enorme squadra di nazioni, tra cui, con un po’ di orgoglio, l’Italia in primis, il possente e apparentemente inamovibile complesso dei templi è stato tagliato dalla montagna, suddiviso in blocchi numerati uno a uno, spostato e riassemblato con precisione millimetrica dove si trova oggi.
Quando lo osservi nemmeno ti rendi conto che quello che stai vedendo è la versione trasferita, tranne che per la montagna, artificiale e costruita appositamente per l’incredibile tempio.
Abu Simbel si trova oggi al sicuro sulle placide rive del lago Nasser ed è questa una delle cose che lo rendono così speciale – Abu Simbel è la dimostrazione dei miracoli che possono essere compiuti con la cooperazione internazionale.
3 – Cosa c’è all’interno di Abu Simbel?
Il complesso di Abu Simbel è costituito da due templi: l’impressionante tempio principale, il Grande Tempio dedicato al faraone e quello più piccolo dedicato a Nefertari, la sua adorata moglie.
Il Grande Tempio si erge a 30 metri di altezza e 35 metri di lunghezza e sulla facciata ospita quattro colossi del re Ramses II seduti sul trono.
All’interno del Grande Tempio ci sono geroglifici e disegni che raccontano le storie, le vittorie militari di Ramses II, la sua vita personale accanto alle rappresentazioni di antiche divinità egizie. L’intero complesso ha lo scopo di venerarlo, di affermare la sua posizione come qualcosa di diverso dall’uomo, e ci riesce.
Anche 3000 anni dopo la sua costruzione, ci riesce.
Il piccolo tempio fu costruito per la regina egiziana Nefertari, la moglie più amata di Ramses II.
Situato a 150 metri dal Grande Tempio, anche il Piccolo Tempio ha una facciata con quattro grandi colossi, due di Ramses II e due di Nefertari.
Le pareti di questo tempio mostrano immagini del faraone e di Nefertari mentre pregano gli dei.
Anche se il complesso ha 3.000 anni, è stato gravemente trascurato e poi faticosamente spostato, le opere d’arte e i dettagli all’interno dei templi sono sorprendentemente vivi, come se fossero stati scolpiti solo pochi giorni fa.
4 – il miracolo del sole
Ogni volta che pensiamo ai prodigiosi monumenti del passato come Stonehenge, le piramidi di Giza e le piramidi maya del Messico non possiamo non accorgerci dell’aura di magia che li circonda.
Una cosa è sicura: gli ingegneri e costruttori del passato passavano tanto tempo con il naso rivolto all’insù, verso il cielo.
Molti di questi monumenti infatti erano progettati non solo come simbolo del potere del sovrano, ma anche come collegamento tra la terra e la divinità.
L’allineamento del Sole sul Grande Tempio di Abu Simbel è uno dei casi dell’Antico Egitto.
All’interno, attraversando la vasta sala rettangolare si raggiunge il Santuario, la parte più intima e segreta del tempio: una piccola stanza, quattro metri per sette, dove la statua del deificato Ramses II si trova insieme alla triade di Ptah (dio dell’arte e dell’artigianato), Amon-Ra (dio del sole e padre degli dei), e Ra (il falco con il disco solare).
È in questo luogo che avviene il cosiddetto “miracolo del sole“.
Due volte l’anno, e solo in questi giorni, il sole che nasce penetra nel cuore della montagna e illumina le statue del santuario gradualmente, allagandole di luce. Ci vogliono circa venti minuti perché la luce passi. Secondo gli antichi egizi, i raggi del sole avrebbero ricaricato l’energia della figura del faraone.
L’unica statua a non essere mai colpita dai raggi del sole è quella del dio Ptah, infatti, è anche il dio delle tenebre e dei morti.
Questo fenomeno, prima dello spostamento del tempio, avveniva in due date particolari: il 21 febbraio quando anticamente si festeggiava l’agricoltura e la stagione di coltivazione, e la seconda il 21 ottobre che celebrava la stagione delle inondazioni. Entrambe le date riflettevano anche la data della nascita di Ramses II e la sua incoronazione.
Dopo lo spostamento del tempio, questo fenomeno avviene con un giorno di ritardo: il 22 febbraio e il 22 ottobre.
Il miracolo consiste nel fatto che generalmente il sole penetra solo parzialmente all’interno del tempio e non arriva ad illuminare le statue, se non in questi due particolari giorni.
5 – Tour ed escursioni
Abu Simbel si trova nel mezzo del deserto a circa 280 km a sud-ovest da Assuan e a soli 40 km a nord del confine tra Sudan ed Egitto. C’è una strada moderna e ben asfaltata che porta ad Abu Simbel da Assuan e c’è anche un aeroporto a soli 6 km di distanza dai templi, che è stato costruito appositamente per i turisti.
Nonostante quindi la sua posizione abbastanza remota, raggiungere Abu Simbel per visitarlo:
In aereo
Il modo più veloce e più semplice per raggiungere Abu Simbel. In volo. Sorvolando il deserto e il vasto lago Nasser, con un po’ di attenzione si può scorgere il tempio dall’alto, una vista che offre un emozionante preludio alla visita.
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