lunedì 6 gennaio 2014

CRIMINAL MINDS



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L'Europa criminale, quella delle banche e della finanza. Il filosofo e saggista Diego Fusaro non ha esitato a definire l'Europa come un progetto criminale, fondata sul debito e sull'asservimento economico dei suoi popoli.   (vedi video:    http://www.youtube.com/watch?v=boy_RvF1s_o)

Popoli e nazioni non contano come soggetti politici sociali. 

Dimenticata completamente l'etica delle priorità.  Disoccupazione, imprese che falliscono e miseria non sono sinonimi di pace europea.

Il modello di Europa proposto sembra avere come  scopo e interesse la tutela del sistema bancario e dell'alta finanza, mentre la vita e il benessere delle popolazioni occupa un ruolo marginale e di secondo piano. 

L'austerity, imposta da una politica elitaria e disumana, sembra concepita per salvaguardare ad ogni costo ed oltre ogni ragionevolezza, il sistema bancario internazionale, uccidendo l'economia, le imprese, destabilzzando lavoratori e professionisti. Così legittimando negli Stati impoveriti l'imposizione di una tassazione ormai da tempo  fuori misura e fuori controllo. 

"La ricerca di giustizia e di libertà all'interno dell'alienazione contemporanea - per il filosofo e saggista Fusaro - implica la riattivazione di una prassi trasformatrice volta a superare il presente: oggi viviamo in una società livida fatta di individui isolati,  incazzati, giustamente, ma impotenti  perchè paradossalmente c'è una tale miseria, un tale sfruttamento, un tale senso di ingiustizia che basterebbe a fare eplodere dieci rivoluzioni francesi e quindici rivoluzioni russe e invece questo senso di rabbia  implode nella coscienza dell'individuo, ammotulisce nella mestizia solitaria". 
                                

"Occorre scardinare l'ideologia del mercato, - prosegue Fusaro - cioè il monoteismo del mercato che si determina in molti modi, uno dei quali è l'odierna Europa, in realtà non esiste l'Europa (UE), oggi  esiste l'euro, la moneta unica,  il modo in cui in un colpo solo sono stati cancellati 150 anni di diritti sociali guadagnati". 

Diego Fusaro considera che con  "l'euro si stanno ottenendo quei risultati che non si erano ottenuti tramite i carri armati negli anni '30 e '40, in cui il vecchio ultimatum militare è sostituito dal nuovo ultimatum dell'adeguamento alle leggi finanziarie, in cui sull'altare del capitalismo vengono sacrificati i popoli, quello greco e prossimamente magari quello italiano."

Occorre la possibilità di riformare l'Europa in atto,  "quest'Europa così com'è non è un primo passo verso l'Europa vera, è un tentativo fallito tragicamente".

Sostiene quindi Diego Fusaro anche la possibilità di "uscirne prima possibile, prima che inizi quella che Puccini chiama la notte che non conosce il mattino" in quanto "l'euro oggi è insostenibile" e giudica  il fatto che nessuna forza politica lo dica apertamente come un segno della miseria dei tempi. 

L'auspicio di Fusaro:  "ricostruire una nuova Europa basata sul libero riconoscimento di stati sovrani uguali e democratici".  (vedi video: http://www.youtube.com/watch?v=BnteBbPqtoY  )





Riporto, sul tema, un articolo di Roberto Cataldi pubblicato stamani sul sito Studio Cataldi.it.


Europa criminale


di Roberto Cataldi - No, non sto parlando dell'Europa del colonialismo, delle guerre di religione, e neppure di quell'Europa profondamente razzista della Seconda Guerra Mondiale. Ogni momento storico ha il suo crimine. Oggi si punta sempre più spesso il dito contro quell'UE che noi stessi abbiamo a lungo desiderato e sognato, specie dopo la fine dei conflitti, quando l'unione sì che faceva la forza. 
Decenni fa, il progetto di un unico grande paese fondato sui valori di pace e prosperità sembrava l'unica via da percorrere per sfuggire ai totalitarismi e alle personalità guerrafondaie dei leader. 
Oggi cosa resta del sogno di un tempo? Un'Europa messa in ginocchio dalla crisi, un'autorità che si sta dimostrando sempre più lontana dalla realtà e dalle aspettative dei cittadini; e differenze culturali che mettono in ombra affinità e senso di coesione. 
L'Europa criminale oggi è l'europa delle banche e della finanza
Ciò che ci resta di un progetto di pace e di unità è solo uno sparuto gruppo di parole altisonanti lontanissime dai reali interessi della gente: pane, affitto, istruzione, lavoro.
La classe dirigente che guida l'europa ha favorito negli ultimi tempi un diffuso sentimento di euroscetticismo che sta prendendo sempre più piede nel Vecchio Continente, trainato dalla crisi economica e da incomprensioni e screzi di natura politica tra i paesi membri
Persino in ambito accademico si stanno alzando voci di protesta contro il sistema Europa. Il filosofo Diego Fusaro, ed esempio, non ha esitato a definire l'Europa come un progetto criminale, fondata sul debito e sull'asservimento economico dei suoi popoli. Secondo Fusaro, la nascita della moneta unica ha fatto tutt'altro che servire i cittadini, finendo al contrario per "asservirli, rinsaldando il potere dell'aristocrazia finanziaria e del grande capitale europeo, cifra macabra di un'Europa finanziaria in cui i popoli e le nazioni non contano più nulla né come soggetto politico, né come soggetto sociale".
Ciò che più ci rammarica è che si è dimenticata completamente l'etica delle priorità. Questo modello di Europa sembra avere come unico scopo e interesse la tutela del sistema bancario e dell'alta finanza, mentre la vita e il benessere delle popolazioni occupa solo, se mai lo occupa davvero, un ruolo marginale e di secondo piano.
Le politiche di austerity imposte senza alcuno scrupolo ai cittadini negli ultimi anni, hanno comportato sacrifici e rinunce di non poco conto.  Allo stesso tempo il mondo politico non ha voluto rinunciare al proprio sistema clientelare, alla crescente corruzione e a tutto ciò che ha contribuito in modo significativo alla crescita del debito pubblico e all'alimentarsi della crisi economica.
Sembra proprio che l'austerity sia stata concepita per salvaguardare il sistema bancario internazionale; poco importa che ciò finisca per uccidere l'economia fatta di imprese, lavoratori e professionisti. E per questo si legittima l'imposizione di una tassazione ormai da tempo fuori misura e fuori controllo senza interrogarsi sui pesanti costi umani che una tale politica sta producendo. 
Pressati dal rigido vincolo di bilancio, gli stati attingono le risorse necessarie dai cittadini, aumentando la pressione fiscale secondo le propensioni dei governi in carica
Questa Europa economica continua a navigare indifferente alle tante tragedie umane, ai suicidi degli imprenditori, all'impressionante numero dei disoccupati, dei senzatetto e di tutte quelle famiglie che hanno oltrepassato la soglia della povertà a causa delle sue politiche elitarie e disumane. 
Sia ben chiaro: non è l'idea di Unione Europea in sé ad essere sbagliata, ma soltanto questa Europa, finora incapace nei fatti di mettere al primo posto gli uomini che la compongono invece che il suo sistema monetario.
Roberto Cataldi

Fonte: Europa criminale
(www.StudioCataldi.it)






Segnalo altresì, tramite il Blog Voci dall'estero l'emittente araba Al Jazeera, con l'articolo di un giovane attivista tedesco Mark Bergfeld, che ribadisce: il miraggio degli impossibili "Stati Uniti d'Europa" è la foglia di fico che copre un progetto di dominazione imperialista. La Merkel oggi, come Napoleone ieri, suscita ammirazione e odio, nazionalismi in patria e all'estero, egemonizza l'Europa e per fare questo conta sull'appoggio delle élite locali che reputano "superiori" i valori "dell'invasore".



La donna simbolo di questa Unione Europea è una figura che suscita largo dissenso nel sud Europa. Riesce a contare sui capi di stato:  la stampa greca ha etichettato il primo ministro Antonis Samaras e il suo vice, Evangelos Venizelos, come "Merkelitses" - seguaci della Merkel; Manuel Barroso ha dichiarato: "Abbiamo bisogno di molte Germanie in Europa."

Si è scritto che se il Trattato di Maastricht è sinonimo di Europa neoliberista, il nome della Merkel diventerà sinonimo della rottura dell'Europa.

La Merkel ha ridefinito i parametri stessi del progetto europeo, non avrebbe  menzionato l'euro-crisi nemmeno una volta durante la sua campagna elettorale; il giorno dopo le elezioni ha ripetuto che lei è la cancelliera di tutti; l'obiettivo di questa politica europea sembra essere quello di creare un nuovo tipo di Europa, un'Europa "merkelificata".

La Merkel forgia i paesi a propria immagine. L'export tedesco costituisce oltre il 50 percento del PIL tedesco, "la nuova Europa è il paradiso della Merkel".

Questa Europa non sarà basata sul modello degli "Stati Uniti". Non necessiterebbe di basi militari sparse per il pianeta. E' un modello basato sull'alta produttività e i bassi salari. La svalutazione dell'euro, abbinata all'elevata produttività dell'export tedesco e al basso costo del lavoro, è un vantaggio competitivo per l'industria tedesca dell'export. Ha realizzato  paesi creditori nel centro e paesi indebitati in una periferia che sarà complementare al modello tedesco.

Il modello  ottimizzato dalla Merkel, è senza alternative, la Merkelmania significa che nessuno vivrà più "oltre i propri mezzi". La Merkel non vuole risolvere la crisi del capitalismo. Vuole creare un nuovo capitalismo - sulle rovine del vecchio stato sociale e della democrazia. Trasmette la promessa di questo nuovo mondo con il linguaggio dei "valori europei", che non significano nient'altro che il nazionalismo del Deutschmark, trasposto a livello europeo.


Photo edited by Vocidallestero
La Merkel ha creato una "Unione" Europea ad immagine napoleonica. Napoleone diffondeva i valori francesi negli altri paesi, così oggi la Merkel diffonde i valori tedeschi – efficienza, produttività e vantaggio competitivo. Un esponente di spicco del CDU, Volker Kauder, ha in qualche modo espresso il concetto: "in Europa ora si parla tedesco."


 Quale Europa persegue?

 Nel nome di quali interessi dovrebbero stabilirsi gli Stati Uniti d'Europa? Proprio di quelli che hanno causato gli attuali squilibri commerciali e la conseguente polarizzazione politica: nel nome della produttività e della competitività, in certi casi i salari nel sud Europa vengono tagliati anche del 25%.

Non c'è un ritorno agli anni d'oro del 1960: non c'è un ritorno alla stabilità politica combinata con la crescita dell'economia.
Nella nuova Europa, il mercato interno della Germania non può realizzare nuovo valore e così deve crearsi nuovi mercati e nuovi debitori. I paesi nella periferia dell'UE vengono ridotti a luoghi dove i surplus commerciali possono essere investiti con profitto.

E' di Henry Kissinger questa  famosa frase, per il quale "la Germania  era troppo piccola per il mondo e troppo grande per l'Europa."  Con la cancelliera Angela Merkel al comando questo assunto non è  vero. [1]



L'EURO E I PARAMETRI EUROPEI:

Marco Fortis, nel suo articolo "Così la Germania ha fregato l'Europa. Quel debito tedesco che nessuno vede", pubblicato sul quotidiano "Il Messaggero",  offre un'analisi dettagliata dei punti di forza del governo tedesco, ed offre uno spaccato diverso della Germania e del vantato PIL, smitizzando tale ultimo valore: nel 1998, prima dell'emissione dell'euro come moneta comune, la Germania era la «malata d'Europa», registrava un Pil che cresceva molto meno di quello italiano.

"Le famiglie tedesche, dopo la riunificazione delle due Germanie, erano super-indebitate. La ricchezza finanziaria netta delle famiglie tedesche era di appena 1.796 miliardi di euro contro i 2.229 miliardi delle famiglie italiane".

L'era dell'euro ed interpretazione dei parametri di Maastricht: sono i parametri che stanno a certificare le presunte virtù e manchevolezze dei vari Paesi; si tratta di parametri rigidi, discutibili sul piano metodologico ed anacronistici, sono vantaggiosi solo per la Germania e parte del Nord Europa,  mentre sono a  svantaggio dell'Italia e dei Paesi dell'Europa Latina.

La Germania ha interpretato, determinato ed imposto un'interpretazione  che va univocamente a suo beneficio, in antagonismo con gli altri Stati, usandoli strumentalmente per accrescere la sua forza, tradendo il fine stesso per cui l'UE è nata.

Sarebbe dunque, secondo Fortis, l'uso strumentale dell'euro ad ever reso ricca e creditrice la Germania verso l'estero, mettendola nelle condizioni di dettare oggi legge in Europa, non le riforme tedesche, tantomeno la discutibile crescita del Pil tedesco.

Crescita anche ottenuta con una drastica riduzione dell'import in questi anni, in favore dell'export e registrata nell'articolo del Messaggero Economia, in controtendenza con gli  altri Stati membri che non avrebbero invece ridotto l'import.

Viene da chiedersi: tutta qui l'egemonia ed il primato tedesco?

I politici italiani, allora, di quale complesso soffrono nei confronti della dominante Germania?

E' come il cane che si morde la coda? Si ritorna quindi all'argomento trattato ad inizia articolo, alle banche e all'euro, e quindi al mix abbastanza indigesto per gli  italici, " Eurobanche & politica Merkeliana"



 [1] Fonte: http://vocidallestero.blogspot.it/2014/01/il-mondo-secondo-angela-merkel.html








Sull'argomento puoi vedere:


















Link altri articoli: 

CHE COSA ABBIAMO FATTO PER MERITARCI DIEGO FUSARO?












Giuridica News | Rassegna news giuridiche Avv. Gabriella Filippone



«La differenza tra le persone sta solo nel loro avere maggiore o minore accesso alla conoscenza» (Lev Tolstoj)




La rassegna stampa è una sintesi e fornisce i riferimenti dell'articolo (testata, autore, titolo) per reperire sul quotidiano o altra fonte l'articolo completo.

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