DEBITO ODIOSO o DETESTABILE, lo strumento del diritto internazionale per salvare famiglie e imprese dal caro energia
Francesco Amodeo: "Esiste da decenni uno strumento giuridico che si chiama DEBITO ODIOSO o DEBITO DETESTABILE che prevede che un Governo si possa rifiutare di pagare un debito ad organizzazioni sovranazionali se quel debito è stato contratto contro gli interessi del Popolo"
La definizione di Debito odioso
Per debito odioso (conosciuto anche come debito detestabile) si intende quella teoria di diritto internazionale riguardante la successione tra Stati nel debito pubblico. Con esso ci si riferisce al debito nazionale contratto per perseguire interessi diversi da quelli nazionali nella piena consapevolezza dei creditori e nell'incoscienza dei cittadini.
Il video di Francesco Amodeo pubblicato il 6 ottobre 2022
Esiste lo strumento ed il modo per salvare subito famiglie e imprese dal caro energia.
Da Wikipedia:
Storia
L'origine della teoria viene ricondotta al "regolamento del debito nazionale" emanato nel 1883 in Messico con il fine di non riconoscere il debito contratto dall'imperatore Massimiliano I del Messico. Nel regolamento si sosteneva: "noi non possiamo riconoscere, e di conseguenza non può essere convertito, il debito contratto dal governo che sosteneva di essere esistito in Messico tra il 17 dicembre 1857 e il 24 dicembre 1860 e dal primo giugno 1863 al 21 giugno 1867".
Nel 1898, con la ratifica del trattato di Parigi dopo la vittoria nella guerra ispano-americana, gli Stati Uniti non riconobbero il debito contratto da Cuba nei confronti della Spagna costituendo, probabilmente, uno dei primi casi di applicazione della teoria del debito odioso[1]. Gli Stati Uniti sostennero che il debito non era stato contratto per perseguire il benessere del popolo cubano in quanto i fondi venivano usati per reprimere l'opposizione e per incorporare Santo Domingo nei domini spagnoli; che Cuba non aveva acconsentito al debito; che i creditori erano a conoscenza di come venivano impiegati i fondi prestati. Dall'altra parte la Spagna sostenne la teoria della successione tra Stati, per la quale il debito pubblico viene trasmesso automaticamente al nuovo Stato[2]. Anche l'Unione Sovietica, nel 1918, ripudiò i debiti contratti dal previgente governo zarista[1].
Il concetto fu poi formalizzato dal giurista di origini russe Alexander Nahun Sack, già ministro dello Zar Nicola II e poi professore di diritto a Parigi. Nel libro Les effets des transformations des états sur leurs dettes publiques et autres obligations financièrs. Traité juridique et financier pubblicato nel 1927, Sack sostiene: "se un governo dispotico incorre in un debito non per bisogni o per interessi dello Stato, ma per rafforzare il regime dispotico, per reprimere la lotta della popolazione contraria al regime stesso, tale debito è odioso per la popolazione dell'intero Stato. Questo debito non è un'obbligazione per la nazione: è un debito del regime che lo ha contratto, è un debito personale del potere che lo ha contratto; di conseguenza esso si estingue con la caduta di questo potere"[3]. Nel 1919 con il Trattato di Versailles viene applicato il concetto di Debito odioso. L'art. 254 del trattato prevedeva l'assunzione del pagamento di una parte del debito tedesco in capo alle potenze a cui venivano ceduti territori dell'ex impero. Tuttavia l'art. 255 sollevava dal pagamento di questi debiti la Francia e la Polonia, la prima nella misura dei debiti contratti per l'Alsazia e la Lorena e la seconda nella misura stabilita come avente origine per le misure prese dai Governi tedesco e prussiano, per la colonizzazione tedesca della Polonia.
Alcuni casi
Caso Tinoco
Nel 1922 la Costa Rica, con una legge, rifiutò il pagamento dei debiti contratti dal dittatore Federico Tinoco con la Royal Bank of Canada. Il giudice William Howard Taft, arbitro della disputa nata tra Costa Rica e Gran Bretagna, considerò che il governo Tinoco potesse sì vincolare la Costa Rica agli obblighi internazionali, ma non potesse obbligare la Costa Rica al pagamento dei debiti in quanto “contratti nel momento in cui la popolarità del governo Tinoco era scomparsa, e nel momento in cui il movimento politico e militare, con l'obiettivo di rovesciare tale governo, stava guadagnando forza"[4].Quindi la legge della Costa Rica fu dichiarata compatibile al diritto internazionale.
Trattato di pace con l'Italia
In occasione dei Trattati di Parigi del 1947, in base al principio per cui i debiti contratti dallo Stato predecessore per la guerra o per la propria espansione in un altro territorio non potevano essere devoluti allo Stato successore, la Commissione di conciliazione franco-italiana sostenne l'inconcepibilità dell'assunzione da parte dell'Etiopia del debito contratto dall'Italia per la conquista del territorio etiope[5].
Il debito iracheno
Nel 2003 negli Stati Uniti alcuni autori discussero sulla teoria del debito odioso riguardo ai 125 miliardi di dollari accumulati come passività dal governo del dittatore Saddam Hussein. Venne quindi promosso nella sede del Congresso degli Stati Uniti un disegno di legge per cancellare quel debito in forza degli argomenti forniti dalla teoria del debito odioso ed in quanto tale debito avrebbe reso più difficile la ricostruzione e lo sviluppo economico dell'Iraq
Il caso Ecuador
Nel 2007 l'Ecuador dichiara il suo un debito odioso verso il FMI, successivamente ad un'analisi curata da una commissione economica creata appositamente per questo tema. Il risparmio di tale debito ha permesso all'Ecuador di investire in infrastrutture, la cui messa in cantiere aveva un ritardo di circa 40 anni.[7][8]
Fonte: Wikipedia
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Cos’è il debito detestabile e la sua applicazione in Italia – di Tiziano Sica e Francesco Marraffa
Una sintesi dell'articolo sopra indicato
Richiedere la cancellazione del debito pubblico italiano si può. La soluzione è il cosiddetto debito detestabile (o odioso), con il quale ci si riferisce al debito nazionale contratto per perseguire interessi diversi da quelli nazionali, nella consapevolezza dei creditori e nell’incoscienza dei cittadini. La proposta arriva dal dottor Tiziano Sica e dall’avvocato Francesco Marraffa, i quali hanno diffuso sui social network un documento esplicativo sul tema. Non sarebbe il primo caso attestato, essendoci stati vari precedenti come Tinoco (1922), Etiopia (1947), Iraq (2003), Ecuador (2007) e Islanda (2008). Il governo italiano potrebbe richiedere alla commissione europea l’estinzione dei debiti, anche se maturati dai governi precedenti, i quali non hanno apportato miglioramenti o giovato alla crescita del Paese. Cancellando parte del debito, non ci sarà la necessita di richiedere aiuti quali Mes, coronabond o eurobond; così il Paese crescerebbe anche di rating, con maggiore investimento da parte di banche estere.
IL CASO ISLANDA
Con l’esplosione della crisi dei mutui subprime, nel 2008, le banche islandesi si ritrovarono improvvisamente esposte per circa 10 miliardi di euro, chiedendo la bancarotta. Nel 2009 l’Islanda, non potendo far fronte all’enorme debito contratto dalle banche dichiara la bancarotta e il primo ministro Haarde è costretto ad accettare un prestito di due miliardi di Euro dal Fondo Monetario Internazionale per scongiurare l’insolvenza.
In cambio il governo islandese vara una legge che prevede il risanamento del debito nei confronti di Gran Bretagna e Olanda, attraverso il pagamento di 3,5 miliardi di Euro somma che ricadrà su ogni famiglia islandese, mensilmente, per 15 anni e con un tasso di interesse del 5,5%.
Alla presentazione della legge esplode la rivolta popolare e il governo è costretto alle dimissioni. Il nuovo governo ritrova in eredità la legge sul debito ma, a causa di dissidi interni alla coalizione, non ne ferma l’iter in Parlamento. Nel febbraio 2011 il Presidente Olafur Grimsson pone il veto alla ratifica della legge e annuncia il Referendum consultivo popolare che vedrà una schiacciante vittoria dei No (93%). Il debito viene dichiarato “detestabile” e quindi, per i cittadini islandesi, non esigibile. Quindi in debito fu estinto.
APPLICAZIONE ITALIA
Ora applicando lo stesso concetto nel nostro caso, avendo anche dei precedenti con paesi che affacciano sulla nostra economia. Il governo italiano potrebbe richiedere alla commissione europea la cancellazione dei debiti, maturati dai governi precedenti, debiti che non hanno giovato alla vita del nostro paese e non hanno portato dei miglioramenti alla vita degli Italiani o allo stesso governo.
Non da sottovalutare ma da considerare una cosa molto importante, se i titoli e i rendimenti continuano a scendere si può verificare un evento: il tasso del materasso.
La gente preferirà’ conservare i propri risparmi nelle banche, questo potrebbe provocare un costo per il denaro sui conti correnti che potrebbe arrivare fini al 2,4% secondo alcune notizie apprese dal web. Questa manovra ovviamente porterà ad investire, quindi a rischiare il proprio capitale. Attraverso il quantitative easing la banca centrale potrebbe comprare i titoli di stato dei vari paese, quelli che hanno il reating bbb-.
Cancellando una parte del debito pubblico italiano, non si avrà più’ la necessita di richiedere il MES oppure i coronabond o eurobond, così facendo il nostro paese crescerebbe anche con rating passando molto probabilmente da un attuale bbb- ad un maggiore investimento da parte di banche estere.
Per concludere il debito detestabile/odioso, come avvenuto per le nazioni sopracitate, porterebbe ad un incremento positivo nelle casse dello stato, + liquidità di cassa, da poter investire in altre iniziative importanti per la nostra amata nazione. A questo punto dobbiamo solo chiederci qual è la volontà dell’Europa?
Fonte: DOTT. TIZIANO SICA, AVV. FRANCESCO MARRAFFA
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PAOLO MADDALENA sul sito ATTUARE LA COSTITUZIONE
Paolo Maddalena (Napoli, 27 marzo 1936) è un giurista e magistrato italiano, che ha ricoperto l'incarico di giudice costituzionale.
Il debito “ingiusto”, o “detestabile”, o “odioso” e la impossibilità della prestazione.
Una sintesi dell'articolo:
"Ora si impone con urgenza una “revisione del debito pubblico”, che sia condotta con grande professionalità e acutezza, sia giuridica, che contabile, in modo da “non riconoscere” il “debito ingiusto” causato dalla indebita ingerenza straniera, dall’“illegittima speculazione finanziaria” o dalla “imperizia” dei nostri governanti.
C’è stato un “tiranno” che ha imposto “questo cambiamento dello Stato comunità, e il tiranno ha assunto spesso le vesti dell’Unione Europea, la quale, sotto la pressione della finanza e delle multinazionali, ci ha imposto le sue prescrizioni di austerità. Né si può escludere che i nostri stessi governanti abbiano volutamente perseguito, non l’interesse dei cittadini, ma quello della finanza e delle multinazionali, assumendo, in questo caso, il volto di “traditori della Patria”. Ma anche in questo caso si può obiettare che il debito imposto dai tiranni rende la prestazione inesigibile dalla Comunità, e resta a carico dei tiranni stessi. Paolo Maddalena"
Paolo Maddalena (Napoli, 27 marzo 1936) è un giurista e magistrato italiano, che ha ricoperto l'incarico di giudice costituzionale.
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