SOTTOTITOLO
Quis custodiet ipsos custodes? | Chi sorveglierà i sorveglianti?
Quis custodiet ipsos custodes? è una locuzione latina tratta dalla VI Satira di Giovenale, che letteralmente significa: «Chi sorveglierà i sorveglianti stessi?».
In un passo del dialogo La Repubblica del filosofo greco Platone si asserisce che i custodi dello Stato devono guardarsi dall'ubriachezza, per non avere essi stessi bisogno di esser sorvegliati.
Tra le sedici satire che compongono l'opera di Giovenale, la VI è forse la più nota per l'argomento: rappresenta un feroce attacco ai vizi delle donne romane e non, ricche e povere, nobili e plebee, tutte corrotte e depravate, e Messalina era una di queste. Il verso completo suona così:
(LA)
«Pone seram, cohibe, sed quis custodiet ipsos custodes? Cauta est et ab illis incipit uxor.»
| (IT)
«Spranga la porta, impedisci di uscire, ma chi sorveglierà i sorveglianti? La moglie è astuta e comincerà da quelli.»
|
(Giovenale, Satire, VI, O31-O32) |
Messalina è stata descritta dagli storici dell'epoca come una donna dissoluta e senza scrupoli, una donna dagli insaziabili appetiti sessuali, pronta a sbarazzarsi dei suoi avversari. Le fonti storiche a cui si fa riferimento in particolare: la VI delle Satire di Giovenale
Questo passo di Giovenale è ripreso da Alan Moore per il fumetto Watchmen ("i custodi", appunto), appare in una scena di Batman v Superman: Dawn of Justice ed è spesso citato nel romanzo bestseller Crypto di Dan Brown.
Valeria Messalina (Roma, 25 – Roma, 48) fu imperatrice consorte dell'imperatore Claudio, che aveva sposato quattordicenne per volere dell'imperatore Caligola.
Valeria Messalina (Roma, 25 – Roma, 48) fu imperatrice consorte dell'imperatore Claudio, che aveva sposato quattordicenne per volere dell'imperatore Caligola.
Messalina nacque in una famiglia patrizia imparentata con la casa Giulio-Claudia. Quando Caligola salì al trono, era già una delle donne più desiderate di Roma per la sua bellezza. Fu costretta dall'imperatore a sposare Claudio, un uomo più anziano di lei di trent'anni, balbuziente, zoppo e, al terzo matrimonio. Dopo la morte di Caligola, lei e suo marito Claudio furono eletti imperatori di Roma. Insieme al marito fece uccidere gli assassini di Caligola.
Giovane e inquieta, Messalina non amava molto la vita di corte; conduceva invece un'esistenza trasgressiva e sregolata. Di lei si raccontarono (e si narrano tuttora) le storie più squallide: che avesse imposto al marito di ordinare a tutti i giovani e bei sudditi di cederle, che avesse avuto relazioni incestuose con i fratelli, che si prostituisse nottetempo nei bordelli (postriboli) sotto il falso nome di Licisca dove, completamente depilata, gli occhi segnati da una mistura di antimonio e nerofumo, si offriva a marinai e gladiatori per qualche ora al giorno.[2]
Secondo il racconto di Plinio il Vecchio, una volta sfidò in gara la più celebre prostituta dell'epoca e la vinse nell'avere 25 concubitus (rapporti) in 24 ore. Fu proclamata invicta e, a detta di Giovenale, “lassata, viris nondum satiata, recessit” ("stanca, ma non sazia di uomini, smise").[3]
Se sapeva essere molto generosa con gli uomini che accondiscendevano ai suoi capricci, era anche pronta a far eliminare con facilità quanti non vi si prestavano. Dopo altre accertate relazioni adulterine Valeria Messalina si innamorò di Gaio Silio, marito di Giulia Silana. Gaio Silio ripudiò la moglie e divenne l'amante di Messalina e, mentre l'imperatore Claudio si trovava a Ostia, durante una festa dionisiaca a palazzo i due amanti mimarono il loro matrimonio nel 48 d.C.
Informato dal liberto Narciso, Claudio (forse timoroso che il rivale volesse succedergli sul trono) decretò la morte dei due amanti. Mentre Gaio Silio non oppose resistenza e chiese una morte rapida, Messalina si rifugiò negli "Horti Lucullani" (giardini di Lucullo) dove fu uccisa tramite soffocamento da un tribuno inviato dal liberto.
Il complesso di Messalina corrisponde alla versione al femminile del complesso del Don Giovanni. La sua morte rappresenta uno dei primi episodi della storia di femminicidio.
Il comportamento di Messalina era tutt’altro che inusuale nella Roma Imperiale, era più che frequente, probabilmente l’accanimento contro la figura di Messalina deriva dal fatto che era piuttosto in vista come moglie dell’imperatore ed esponente della prestigiosa “Gens Iulia”.
Più che le sue storie di atrocità, fu la depravazione sessuale di Messalina a renderla celebre sino ai giorni nostri ed oggetto di miti e leggende. Considerata come la “prostituta imperiale”, descritta come una donna impudica e ninfomane, con un desiderio sessuale smisurato. Per lei il sesso era gioco, svago e provocazione.
Ciò che segnò la fine dell’esistenza trasgressiva di Messalina fu la sua relazione con Gaio Silio, il quale, per amore dell’imperatrice, giunse a ripudiare la moglie.
Con Gaio Silio, uomo bello, affascinante, intelligente (secondo le fonti dell’epoca) Messalina parve trovare pace e abbandonare il suo turbolento stile di vita, e i due amanti arrivarono a celebrare un “matrimonio”. L’amante insaziabile diventa una donna innamorata del suo uomo che abbandona tutti i vizi desiderando un matrimonio che era la conferma ufficiale del suo amore.
Nessuno le aveva concesso il divorzio o la possibilità di scegliersi uno sposo, a quella notizia, per questioni di prestigio e di reputazione, l’imperatore Claudio condannò a morte entrambi gli amanti, Messalina fu uccisa per volere del marito.
La leggenda di Messalina sopravvive, oltre che nelle fonti antiche, anche attraverso numerosi film, serie tv, opere teatrali e letterarie, opere liriche e un fumetto erotico italiano degli anni Settanta, a riprova del fascino controverso di quella che ancora oggi è considerata un’icona del vizio e della sregolatezza.
Parebbe più una giovane donna frustrata dagli eventi, insoddisfatta e costretta ad una scelta di vita imposta per rango, sposa di un uomo vecchio e storpio che non rispecchiava le visioni principesche di una giovanissima donna. Essa sviluppa dei diversivi e delle forme di svago per distogliersi dalle insoddisfazioni quotidiane, soprattutto con esse si ribella al sistema che l’aveva resa schiava e castrata coniugalmente. Il suo comportamento sembra dovuto al bisogno di compensare delle mancanze affettive che sessuali, infatti sembrano svanire, secondo la storia, quando si innamora del giovane Gaio Silio.
Viene fatta uccidere dal marito perché il rango ed il prestigio dell’imperatore non consentivano la possibilità ad una sua moglie di convolare a seconde nozze, l’omicidio di Messalina nasce da tale unico elemento, non fu determinante il fatto che tradisse il marito in modo tanto sconsiderato e visibile da chiunque.
Viene fatta uccidere dal marito perché il rango ed il prestigio dell’imperatore non consentivano la possibilità ad una sua moglie di convolare a seconde nozze, l’omicidio di Messalina nasce da tale unico elemento, non fu determinante il fatto che tradisse il marito in modo tanto sconsiderato e visibile da chiunque.
***
Immagine per gentile concessione dell'autore: "Dal gatto dei mari a quello delle nevi è un attimo" | Autore e proprietà dell'immagine Vito Mantini |
Il neretto, le immagini, i colori e gli spazi nel testo che segue rappresentano una scelta-opzione della redazione di questo blog per evidenziare taluni contenuti della pec inviata dell'Avvocato Silvio Ulisse.
"Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, On. Luigi Di Maio
Via Veneto 56
00187, Roma
segreteriaministro@pec.lavoro.gov.it
anche presso:
“Sala Auditorium del Nuovo Palazzo di Giustizia
Di Napoli, Piazza Porzio. Lunedì 19 novembre
2018 – ore 11:30. Evento patrocinato: La
Carta dei diritti dei professionisti”;
mediante consegna brevi manu
e, p.c.
Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Napoli
Centro Direzionale, Piazza Coperta
80143, Napoli
segreteria@avvocatinapoli.legalmail.it
OGGETTO: QUIS CUSTODIET IPSOS CUSTODES?
* * *
Sig. Ministro del Lavoro,
Faccio seguito ad ogni mia comunicazione e denuncia, comprese quelle fatte ai suoi predecessori ed ancora in attesa di provvedimenti, nonché alla mia breve replica alle gravi dichiarazioni contenute nella nota Prot. n. 10191 del 31/08/2018 del Direttore Generale per le politiche previdenziali, che si allega in calce, per domandarle quanto segue:
- Perché non fa pubblicare in G.U. il Regolamento investimenti per le Casse di previdenza?
- Perché non procede alla unificazione delle Casse dei professionisti in una unica Cassa previdenziale o, ancor meglio, perseguendo “il migliore interesse” dei cittadini, all’accorpamento all'Inps, prima che salti tutto in aria?
- Lo sa che per avere denunciato il sistema Casse sono stato citato dall’Ente di Previdenza ed Assistenza Forense con una richiesta di danni di 50 mila euro?
burnout in inglese significa "bruciarsi" |
Lei è intervenuto in difesa persino di poche decine di lavoratori – come giusto e doveroso che sia – poiché messi sulla strada da aziende senza più scrupoli in un sistema che oramai tratta sempre più le Persone come merce; tuttavia, anche lei, resta indifferente, e “sembra” non accorgersi, di quanto accade nel comparto forense in danno di decine di migliaia di Colleghi e le loro famiglie. Perché?
Questo malgrado un danno erariale già certo, concreto ed attuale, con cui, prima o poi, se non lei uno dei suoi successori, dovrà in ogni caso fare i conti. E saranno numeri amari per l’intero Paese.
Problematiche che la buona politica può ancora risolvere agevolmente con interventi praticamente a costo zero e addirittura apportando vantaggi per l'intera economia.
Al momento, però, non solo viene disattesa l'efficienza del servizio previdenziale ed assistenziale in relazione alle esigenze degli utenti e lo stesso viene gestito in contrasto con le linee di sviluppo dell'economia nazionale nel silenzio colpevole di vigilanti e controllori. Ma si continua a discriminare, “illecitamente”, coloro i quali si dedicano alla funzione sociale forense ex art. 4 Cost., sulla base del censo e della forza economico reddituale piuttosto che su quella dell’esercizio legittimo ed ossequioso del lavoro funzione medesimo che non è assolutamente correlato/a al mero dato economico ma al “vantaggio sociale”.
Ad ogni buon conto, ora senza dilungarmi ulteriormente, ma restando a disposizione per qualsiasi informazione e/o chiarimento nonché in attesa di un cortese riscontro o, ancor meglio, di un “ravvedimento solerte” da parte delle Istituzioni che lei rappresenta, porgo i miei più,
Cordiali Saluti.
Pisellinolandia, addì 17 Novembre 2018.
Avv. Pisellino Verde
“Inviata a mezzo P.e.c. la firma è apposta digitalmente ad ogni effetto di legge.”
un commento altrui: "ho letto peccato che non si firma"
io: su fb certamente no, negli atti chissà
Avv. PINCO PALLINO VERDE DI PALLINOLANDIA
Iscritto all'Albo degli Avvocati di Pincopallinolandia
Immagini via facebook Ulisse Io |
Mon terroriste di Damien Saez: "il mio terrorista è francese tipo finanziere o banchiere in completo
Mon terroriste
Damien Saez
Versione italiana di Daniele Bellucci
Fonte immagine: Wikimedia Commons |
Fonte immagine: Wikimedia Commons
Non è arabo né maghrebino
Né pachistano né indiano
Il mio terrorista
Non è un senza documenti dalla pelle scura
Né un nord irlandese
Il mio terrorista
Non è un sudamericano
Non è di Barbès o di Pantin
Il mio terrorista
È purtroppo maledettamente francese
Del tipo finanziere o banchiere in completo
Il mio terrorista
Non è l’operaio che impicca
Il padrone per i piedi penzolanti
Il mio terrorista
E ci saranno duemila disoccupati
Con i loro vent’anni di fabbrica per unico bagaglio
Grazie al mio terrorista
Non è nato in una casa popolare
Nell’insalubrità umana
Il mio terrorista
Sorge piuttosto da quelle parigine
Da quelle insalubrità mondane
Il mio terrorista
Non è un dimostrante in sciopero
Non è contro il dio Mammona
Il mio terrorista
Non è un contadino del Larzac
Non brucia i Mac Donald’s dei Big Mac
Il mio terrorista
Non credo paghi spesso l’affitto
Non bussa l’ufficiale giudiziario alla porta
Del mio terrorista
Se il suo quartiere è l’Eliseo
Poiché alla Francia piace votare
Per dei terroristi
Non è un cubano solidale
Non è un anarchico algerino
Il terrorista
Non fa parte della riserva Indiana
Non è figlio del Che argentino
Il terrorista
Lo si vede piuttosto in tivù
Che si prostituisce per quelle teste di cazzo
Il mio terrorista
Non credo paghi molte tasse
Vive in Svizzera o a Monaco
Il mio terrorista
Non fa parte del popolo zingaro
Non è rumeno il presidente
Dei terroristi
Non è un senza denti, un senza lavoro,
Un senza tetto, un barbone
Il terrorista
Non è un buddhista del Nepal
Non cammina con i sandali
Il mio terrorista
Col suo sorriso da becchino
Credimi che non c’ha proprio la faccia
Del terrorista
Non è di questi bar arabi
Non è di quelli che stanno in cella
Il mio terrorista
Oh no, amico mio, puoi star certo
Che non ha mai visto un parlatorio
Questo terrorista
Lavora piuttosto nei mass media
È un re della propaganda
Quel terrorista
Fa i bocchini alla finanza
Credo sia piuttosto re della Francia
Il terrorista
Ad ogni bimbo che nasce sulla terra
Ad ogni respiro, fratello mio,
Il loro terrorismo
Io lo sento come una cartucciera
Ad ogni fine mese sulla mia busta paga
Il terrorismo
Non è l’attentato nella metropolitana
È l’attentato nel tuo cervello
Il loro terrorismo
L’umanesimo messo a morte
La pornocrazia ovunque
Che mi terrorizza
Allora fratello, dimmi quando
Andremo su ad ammazzare i padri
Del terrorismo
Per insegnar loro le buone maniere
Poiché d’argento sono i cucchiai
Del terrorismo
Poiché dopo tutto, siam tutti fratelli
Per insegnar loro un po’ la terra
Degli umanisti
La ghigliottina nel ministero
Poiché sembra necessario far la guerra
Al terrorismo
La ghigliottina nel ministero
Poiché sembra necessario far la guerra
Al terrorismo
Damien Saez (San Giovanni di Moriana, 1º agosto 1977) è un cantante francese nato da madre algerina e padre spagnolo.
Nel paese natio fino a 3-4 anni, andò a vivere a Marsiglia, quindi, a 8 anni, a Digione. In questa città iniziò gli studi musicali, in particolare dedicandosi al pianoforte; nel frattempo aveva cominciato ad interessarsi alla chitarra. Quando, nel 1995, si staccò da gruppi cover dei Pink Floyd, dette principio alla sua carriera musicale vera e propria, e sempre durante questo anno si trasferì a Parigi, dove ha incontrato Marcus Bell; questi compone con Saez il complesso attuale. La sua musica risente delle influenze di diversi gruppi rock: i già citati Pink Floyd, i Led Zeppelin, i Doors, ed i più recenti U2, Blur e Radiohead; in realtà Saez è un artista alquanto eclettico che svari tra diversi generi musicali. Questo artista è particolarmente rinomato per la qualità dei testi, che risentono della ammirazione che Saez ha per il maggiore cantautore francese, Georges Brassens; le canzoni trasmettono spesso messaggi di sferzante critica sociale.
Discografia
Fonte: Wikipedia
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ESPOSTO DI NUNZIO LUCIANO PRES. DI CASSA FORENSE CONTRO L'AVV. ULISSE: #IOSTOCONULISSE
PUOI VISUALIZZARE L'ESPOSTO IN PDF: https://www.ulisso.it/esposto-7.pdf
IL PRESIDENTE DI CASSA FORENSE, AL SECOLO UN CERTO AVV. NUNZIO LUCIANO, HA PRESENTATO ESPOSTO AL CONSIGLIO DELL'ORDINE DEGLI AVVOCATI DI PESARO NEI CONFRONTI DELL'AVVOCATO SILVIO ULISSE, ASSUMENDO PRELIMINARMENTE QUANTO SEGUE:
"Con reiterate comunicazioni, istanze segnalazioni - che si allegano al presente esposto - inviati a molteplici destinatari tra i quali, oltre alla Cassa Forense, il Consiglio Nazionale Forense, il Ministro del Lavoro e delle Politiche, la Procura della Repubblica l'Avv. Silvio Ulisse - nato a (...) iscritto all'Albo degli Avvocati presso
(...), - muovendo dalla asserita illegittimità di un'imposizione contributiva minima dovuta alla Cassa Forense a prescindere dal reddito prodotto ha più volte contestato l'intero sistema previdenziale mediante redazione di lunghe memorie contenenti accuse ed attacchi diretti anche all'Ente ed ai suoi vertici.
L'Avv. Ulisse denuncia tra l'altro una "gestione affaristica" da parte di tutti gli organismi della categoria professionale mediante conniventi condotte abusive "una ristetta elite sulle spalle dei più deboli" [...]"dimenticando che la Costituzione pone in primo piano, e li riconosce a tutti la dignità della persona umana e insieme al diritto valore del lavoro". (...)
Si rappresenta infine, che lo scrivente, sempre nella qualità sopra indicata, sta presentando alla competenteProcura della Repubblica atto di denuncia-querela nei confronti del suindicato avvocato in relazione ai sopra citati comportamenti, nonché azione civile di condanna al risarcimento del danno."
CHI E' IL "DIAMANTE PAZZO" ORGOGLIOSO DEL SUO HIMSELF SOCIALE?
ULISSE O NUNZIO LUCIANO?
Pink Floyd - Shine On You Crazy Diamond 1990 Live Video
VOI CHE NE PENSATE DELL'ESPOSTO DI NUNZIO LUCIANO?
SEGUONO ALCUNI COMMENTI "RACCATTATI" ON LINE:
La Democrazia e la Democraticità delle Istituzioni e nelle Istituzioni, consiste, ogni giorno che il Signore ci consente di vivere, e in qualsiasi posizione personale ognuno di noi ricopra, nell' accettare le critiche ed il confronto, e, eventualmente, nel replicare con fatti.
#IOSTOCONULISSE
solidarietà e vicinanza al collega Silvio Ulisse ( Ulisse Io).
solidarietà e vicinanza al collega Silvio Ulisse ( Ulisse Io).
...da Maurizio Reggibis :
Rivolgo un appello serio ed urgente a tutti gli avvocati che si definiscono donne ed uomini liberi e che lottano per i diritti e la sopravvivenza dell' avvocatura medio bassa.
Il collega Silvio Ulisse Io del foro di Pesaro ha dedicato mesi interi della sua fatica, del suo tempo e della sua salute A redigere ed inoltrare istanze, esposti, denunce a tutte le autorità competenti: Parlamento, magistratura, istituzioni forensi, amministrazione finanziaria, al fine di chiarire le contraddizioni, gli abusi, i soprusi e le ruberie poste in essere dagli apicali forensi, di cui il tragicomico congresso di Catania è stato l'apoteosi.
Cassa Forense, principale bersaglio delle sue iniziative di legalità e di trasparenza e di giustizia, anziché rispondere sul piano del diritto e della correttezza dei comportamenti e degli esempi, lo aggredisce con esposti disciplinari ed iniziative giudiziarie penali, ritenendosi resa dalla sua protesta civile.
A questo punto, se veramente vi ritenete avvocati liberi e non servi del Capobastone locale o nazionale, ciascuno di voi è chiamato a prendere le difese e a collaborare alla difesa in sede disciplinare ed in sede penale dell'avvocato Silvio Ulisse del foro di Pesaro.
Lui si è esposto e si è sacrificato per noi, non per sé stesso, non per arricchimento personale, non ha mai chiesto il rimborso di nulla, pur ponendosi spontaneamente e disinteressatamente a disposizione e a difesa dei più deboli e dei più poveri.
Adesso è giunto il momento di dimostrargli solidarietà E compattezza, poiché attaccando lui vogliono rieducare tutti quanti noi: si tratta di un metodo terroristico!
Pertanto, tutti coloro si che si riconoscono in questa battaglia di libertà, di democrazia e di civiltà del diritto e non si ritengono dei semplici passacarte ed impiegatucci di studio, sono chiamati a testimoniare solidarietà concretamente al collega Silvio Ulisse, facendo pervenire note di protesta contro cassa forense, rispetto a questa iniziativa e note di sostegno al Consiglio dell'Ordine di Pesaro da cui il collega dipende, nonché al consiglio di disciplina competente.
Il collega Silvio Ulisse Io del foro di Pesaro ha dedicato mesi interi della sua fatica, del suo tempo e della sua salute A redigere ed inoltrare istanze, esposti, denunce a tutte le autorità competenti: Parlamento, magistratura, istituzioni forensi, amministrazione finanziaria, al fine di chiarire le contraddizioni, gli abusi, i soprusi e le ruberie poste in essere dagli apicali forensi, di cui il tragicomico congresso di Catania è stato l'apoteosi.
Cassa Forense, principale bersaglio delle sue iniziative di legalità e di trasparenza e di giustizia, anziché rispondere sul piano del diritto e della correttezza dei comportamenti e degli esempi, lo aggredisce con esposti disciplinari ed iniziative giudiziarie penali, ritenendosi resa dalla sua protesta civile.
A questo punto, se veramente vi ritenete avvocati liberi e non servi del Capobastone locale o nazionale, ciascuno di voi è chiamato a prendere le difese e a collaborare alla difesa in sede disciplinare ed in sede penale dell'avvocato Silvio Ulisse del foro di Pesaro.
Lui si è esposto e si è sacrificato per noi, non per sé stesso, non per arricchimento personale, non ha mai chiesto il rimborso di nulla, pur ponendosi spontaneamente e disinteressatamente a disposizione e a difesa dei più deboli e dei più poveri.
Adesso è giunto il momento di dimostrargli solidarietà E compattezza, poiché attaccando lui vogliono rieducare tutti quanti noi: si tratta di un metodo terroristico!
Pertanto, tutti coloro si che si riconoscono in questa battaglia di libertà, di democrazia e di civiltà del diritto e non si ritengono dei semplici passacarte ed impiegatucci di studio, sono chiamati a testimoniare solidarietà concretamente al collega Silvio Ulisse, facendo pervenire note di protesta contro cassa forense, rispetto a questa iniziativa e note di sostegno al Consiglio dell'Ordine di Pesaro da cui il collega dipende, nonché al consiglio di disciplina competente.
Silvio, se vorrai, sono pronto sin da adesso a venire a Pesaro per assumere la tua difesa innanzi al consiglio di disciplina
sabato 27 ottobre 2018
L'Avvocato Silvio Ulisse: "non ho nulla da cui dovermi difendere"
"Non ho nulla da cui dovermi difendere e/o di cui debba rammaricarmi e/o pentirmi, semmai soltanto ribadire che è mio “dovere” collaborare con le Istituzioni forensi per l’attuazione delle loro finalità, osservando scrupolosamente il dovere di verità."
Alba sul mare a Pescara | Foto di proprietà di Gabriella Filippone |
"L'esposto di Luciano; Concetta Derrari, della Vigilanza Cassa; l'illiceita' di iscrivere a ruolo richieste di contributi anche quando sanno bene che l'obbligazione non puo' sorgere."
Fonte: https://www.ulisso.it/ULISSE%20-%20NUNZIO%20LUCIANO.pdf
OGGETTO: ESPOSTO DELL’ AVV. NUNZIO LUCIANO DI CASSA PREVIDENZIALE FORENSE E REGISTRAZIONI AUDIO INTEGRALI EX ART. 30 DELLO STATUTO DELL’ENTE PREVIDENZIALE MEDESIMO. CONTIENE FORMALI RICHIESTE.
"Spett.li Autorità,
Faccio seguito alla comunicazione Prot. n. 01783/2018 dell’Ente Pubblico Ordine degli Avvocati di Campobasso nonché quella dell’Ordine degli Avvocati di Pesaro Prot. n. 1483/2018 per significare quanto segue: Lo scrivente, iscritto al n. 900 dell’Albo ordinario dell’Ordine di Pesaro, non ha nulla da cui doversi difendere e/o di cui debba rammaricarsi e/o pentirsi, semmai soltanto ribadire che è mio “dovere”, ad esempio, e tra molteplici norme, ex art. 71 del Ncdf: “(…) collaborare con le Istituzioni forensi per l’attuazione delle loro finalità, osservando scrupolosamente il dovere di verità; a tal fine deve riferire fatti a sua conoscenza relativi alla vita forense o alla amministrazione della giustizia, che richiedano iniziative o interventi istituzionali.”. Allo stesso modo per quanto riguarda le Autorità, e le Istituzioni, diverse da quelle forensi (v. infra ed allegati).
E se da una parte è “mio precipuo dovere” effettuare denunce, segnalazioni ed esposti “documentati”, dall’altro è assolutamente deprecabile utilizzare la propria posizione e le proprie funzioni Apicali, per zittire e mettere a tacere. Non si gioca e non si scherza con l’arma deontologica, soprattutto quando si è il Presidente di una Istituzione forese.
Per tali ragioni lo scrivente non appronterà alcuna specifica difesa e continuerà solo, da avvocato Libero, a denunciare le gestioni affaristiche di certe Istituzioni e benché le ritorsioni non facciano piacere a nessuno. Gli allegati parlano già da se.
Il Presidente Luciano, tempo addietro mi disse, da vicino e sorridendo: “siamo amici o nemici?”; ed io continuerò a risponderle alla stessa maniera: “sicuramente non siamo amici”. Sicuramente ricorderà che mi sono rifiutato di darle la mano, vero? Ma come le dissi allora, magari gliela darò un giorno la mano, quando avrà fatto qualcosa di concreto e non solo di facciata per l’avvocatura in difficoltà e che Lei ben conosce “Chi” e “perché” è stata “artatamente” posta. Ma, seppure da considerarsi la mano dell’ultimo degli avvocati – la mia –, vedo che ancora non la merita." (...)
In tanti mi dicono di lasciar perdere, anche perché lei pare essere – così mi dicono – una persona permalosa ed “orgogliosa”. Allora, se così è, perché non consegna di sua sponte, alle Autorità, tutte le registrazioni audio integrali che da sempre ho indicato e che più volte ho diffidato dal distruggere ed insieme ai verbali indicati sempre all’articolo di cui all’oggetto. Quale occasione ghiotta per ottenere la mia testa qualora in quelle registrazioni non si evidenziassero le omissioni, gli abusi, i conflitti di interesse e le gravi violazioni alle “norme di legge”, anche disciplinari, che ho da tempo denunciato. E magari capiremmo anche il perché ed il per come anche “altre” Istituzioni forensi, diverse da quella che lei gestisce, ed i suoi massimi esponenti, si guardano bene dall’esercitare i propri “poteri di controllo” unitamente ai ministeri compiacenti, ups! ...competenti." (se ti va, se ne hai voglia e/o tempo, continua a leggere l'originale integrale in PDF, la fonte è appresso indicata)
Fonte: Ulisse - Nunzio Luciano
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E se da una parte è “mio precipuo dovere” effettuare denunce, segnalazioni ed esposti “documentati”, dall’altro è assolutamente deprecabile utilizzare la propria posizione e le proprie funzioni Apicali, per zittire e mettere a tacere. Non si gioca e non si scherza con l’arma deontologica, soprattutto quando si è il Presidente di una Istituzione forese.
Per tali ragioni lo scrivente non appronterà alcuna specifica difesa e continuerà solo, da avvocato Libero, a denunciare le gestioni affaristiche di certe Istituzioni e benché le ritorsioni non facciano piacere a nessuno. Gli allegati parlano già da se.
Il Presidente Luciano, tempo addietro mi disse, da vicino e sorridendo: “siamo amici o nemici?”; ed io continuerò a risponderle alla stessa maniera: “sicuramente non siamo amici”. Sicuramente ricorderà che mi sono rifiutato di darle la mano, vero? Ma come le dissi allora, magari gliela darò un giorno la mano, quando avrà fatto qualcosa di concreto e non solo di facciata per l’avvocatura in difficoltà e che Lei ben conosce “Chi” e “perché” è stata “artatamente” posta. Ma, seppure da considerarsi la mano dell’ultimo degli avvocati – la mia –, vedo che ancora non la merita." (...)
In tanti mi dicono di lasciar perdere, anche perché lei pare essere – così mi dicono – una persona permalosa ed “orgogliosa”. Allora, se così è, perché non consegna di sua sponte, alle Autorità, tutte le registrazioni audio integrali che da sempre ho indicato e che più volte ho diffidato dal distruggere ed insieme ai verbali indicati sempre all’articolo di cui all’oggetto. Quale occasione ghiotta per ottenere la mia testa qualora in quelle registrazioni non si evidenziassero le omissioni, gli abusi, i conflitti di interesse e le gravi violazioni alle “norme di legge”, anche disciplinari, che ho da tempo denunciato. E magari capiremmo anche il perché ed il per come anche “altre” Istituzioni forensi, diverse da quella che lei gestisce, ed i suoi massimi esponenti, si guardano bene dall’esercitare i propri “poteri di controllo” unitamente ai ministeri compiacenti, ups! ...competenti." (se ti va, se ne hai voglia e/o tempo, continua a leggere l'originale integrale in PDF, la fonte è appresso indicata)
Fonte: Ulisse - Nunzio Luciano
Una mappa delle Pleiadi indicante i nomi delle stelle secondo la tradizione greca. |
Le Pleiadi (conosciute anche come le Sette sorelle, la Chioccetta o con la sigla M45 del catalogo di Charles Messier) sono un ammasso aperto visibile nella costellazione del Toro.[5] Questo ammasso, piuttosto vicino (440 anni luce),[2] conta diverse stelle visibili ad occhio nudo; anche se dagli ambienti cittadini solo cinque o sei delle stelle più brillanti sono visibili, da un luogo più buio se ne possono contare fino a dodici. Tutte le sue componenti sono circondate da leggere nebulose a riflessione, osservabili specialmente in fotografie a lunga esposizione prese con telescopi di dimensioni ragguardevoli.
I membri visibili delle Pleiadi sono stelle blu o bianche, molto luminose; l'ammasso conta in realtà centinaia di altre stelle, la gran parte delle quali sono troppo deboli per essere visibili ad occhio nudo. Le Pleiadi sono un ammasso giovane, con un'età stimata di circa 100 milioni di anni, e una vita prevista di soli altri 250 milioni di anni, a causa della sua bassa densità.[4]
A causa della loro brillantezza e vicinanza fra loro, le stelle delle Pleiadi sono note dall'antichità: Omero le citava, come pure Tolomeo ed altri autori dell'età classica.[6] Da quando fu noto che le stelle erano corpi celesti simili al Sole, si iniziò ad ipotizzare che fossero in qualche modo legate fra loro; con lo studio del moto proprio degli astri e la determinazione delle distanze, fu chiaro che le Pleiadi fossero realmente legate gravitazionalmente e che avessero un'origine comune.[7]
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«La differenza tra le persone sta solo nel loro avere maggiore o minore accesso alla conoscenza» (Lev Tolstoj)
La rassegna stampa è una sintesi e fornisce i riferimenti dell'articolo (testata, autore, titolo) per reperire sul quotidiano o altra fonte l'articolo completo.
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