martedì 25 settembre 2018

L'AVVOCATO PISELLINO VERDE DI PINCOPALLINOLANDIA CONTRO IL SISTEMA DELINQUENZIALE NELLE ISTITUZIONI FORENSI




Affrontando con voi il tema delle prossime elezioni del Comitato dei delegati di Cassa forense propongo una sintesi della nota-esposto di un collega avvocato. 


Nome e cognome reali vengono omessi per ovvi motivi di privacy. 

Si e’ preferito qui fare uso di un buffo psedonimo. 


Il testo in accordo con l'autore è stato da me liberamente sintetizzato, aggiundo altresì foto di mia proprietà per alleggermi il carico della lettura nonché della comprensione del lungo testo, nonché per dare  una nota di colore verde in omaggio allo pseudomino adottato del Collega che comunque come vedrete a fondo testo ci fornisce  il testo originale della sua nota-esposto.


"sotto il ponte ci potrete pure mangiare". why not cantare?

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L'OGGETTO DELLA NOTA-ESPOSTO: SISTEMA DELINQUENZIALE CON PROTEZIONI MULTILIVELLO NELLE ISTITUZIONI FORENSI E FUNZIONARI MINISTERIALI INFEDELI. CASSA PREVIDENZIALE FORENSE E GRAVI ILLECITI. RICHIESTA DI RIPRISTINO DELLA LEGALITÀ CON CONTESTUALE ISTANZA DI INTERVENTO PER L’ANNULLAMENTO DELLE ELEZIONI INDETTE PER IL RINNOVO DEL COMITATO DEI DELEGATI, QUADRIENNIO 2019/2022, PER SUSSISTENZA DI UN INTERESSE PUBBLICO CONCRETO, OBIETTIVO, COLLETTIVO ED ATTUALE.


Settembre 2018 | Avvocato Gabriella Filippone | Rassegna e commenti notizie on line







Avv. PINCO PALLINO  VERDE DI PALLINOLANDIA







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Indirizzi e e-mail posta certificata sono stati qui omessi














Direzione Investigativa Antimafia





PROCURA DELLA REPUBBLICA
Corte d’Appello dell’Aquila
Corte d’appello di Potenza
Corte d'appello di Reggio Calabria
Corte d'appello di Catanzaro
Corte d'appello di Salerno
Corte d'appello di Napoli
Corti d’appello Bologna
Corte d'appello di Trieste
Corte d’appello Roma
Corte d'appello di Genova
Corte di appello di Brescia
Corte d’appello di Milano
Corte d'Appello Ancona
Corte d'appello di Campobasso
Corte d'appello di Torino
Corte d’appello di Bari
Corte d'appello di Lecce
Corte d'Appello di Cagliari
Corte d'Appello di Caltanissetta
Corte d'appello di Palermo
Corte d'appello di Catania
Corti d’appello di Messina
Corte di Appello di Firenze
Corte d'appello di Trento
Corte di Appello di Perugia
Corte d'appello di Venezia
* * *
Corte Suprema Cassazione Roma
Corte dei Conti
Ministero della Giustizia
Dott. Alfonso Bonafede

Ministero della Giustizia
Dipartimento della Giustizia Civile
Direzione Generale degli Affari Civili e
Libere Professioni



Commissione parlamentare di
controllo sull'attività degli enti gestori di
forme obbligatorie di previdenza e
assistenza sociale

e Ufficio della Camera dei deputati che
si occupa delle Commissioni di inchiesta,
vigilanza e controllo nella XVII legislatura

Dott. Matteo Salvini
Vice Presidente del Consiglio dei Ministri
Presso Ministero dell'Interno

Ministro del Lavoro e delle politiche sociali Dott. Luigi Di Maio

Presidente dell'Autorità Nazionale
Anticorruzione
Dott. Raffaele Cantone

Autorità Garante della Concorrenza
e del Mercato


Altre Autorità
E‑mail certificata e/o raccomandata a.r.
e/o consegna brevi manu






OGGETTO: SISTEMA DELINQUENZIALE CON PROTEZIONI MULTILIVELLO NELLE ISTITUZIONI FORENSI E FUNZIONARI MINISTERIALI INFEDELI. CASSA PREVIDENZIALE FORENSE E GRAVI ILLECITI. RICHIESTA DI RIPRISTINO DELLA LEGALITÀ CON CONTESTUALE ISTANZA DI INTERVENTO PER L’ANNULLAMENTO DELLE ELEZIONI INDETTE PER IL RINNOVO DEL COMITATO DEI DELEGATI, QUADRIENNIO 2019/2022, PER SUSSISTENZA DI UN INTERESSE PUBBLICO CONCRETO, OBIETTIVO, COLLETTIVO ED ATTUALE.


Spett.li Autorità,
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Lo scrivente, "Avv. Pincopallino verde", con la presente nota‑esposto, corredata da allegati, rappresenta ed espone, per le opportune azioni di vostra competenza, i “fatti” qui di seguito denunciati. Da diverso tempo segnalo quanto di grave accade all’interno della avvocatura italiana, nell’inezia di chi, preposto a vigilare e controllare, non si è in alcun modo adoperato per porre un freno a molteplici comportamenti “illeciti”. Questo perché si sono ben “consolidati”, negli ultimi anni, taluni meccanismi ed accordi fraudolenti, concretizzatisi in un misto di omertà, connivenze e collusioni tra i vertici nazionali e locali delle Istituzioni forensi (compresi gli organi di controllo disciplinare e di irrogazione delle sanzioni, che dovrebbero garantire il Cittadino dalla corruzione), e la politica nazionale e varie Istituzioni di Stato ad opera di funzionari ministeriali infedeli. Molti principi, afferenti a valori assoluti e costituzionalmente garantiti, vengono calpestati nel silenzio generale a causa di un sistema con più livelli di protezione. 

Eppure in questi giorni persino il Presidente della Repubblica (www.quirinale.it del 12-9-2018) assicura che: “Alla base della democrazia due colonne stanno, entrambe salde: la libertà e la giustizia” … “ La Costituzione) vale per tutti, senza aree di privilegio per nessuno, neppure se investito di pubbliche funzioni; neppure per gli esponenti politici. Perché nessun cittadino è al di sopra della legge. La Repubblica e la sua democrazia sono presidiate da regole. Il rispetto di queste è indispensabile: sempre, quale che sia l’intenzione di chi si propone di violarle”.
Le problematiche sono diverse, la mole dei dati rende pressoché impossibile l’invio completo a mezzo di posta cartacea o telematica; pertanto mi soffermerò principalmente sulla Cassa previdenziale forense e sulle prossime manipolate – e spiegherò fra breve il perché – elezioni per il rinnovo delle cariche (quelle del c.d. Comitato dei delegati) “finalizzate” al mantenimento della “gestione clientelare ed affaristica” dell’Ente Pubblico predetto affinché resti “funzionale” al sistema di cui all’oggetto. Dimostrerò come semplici ed apparentemente banali accadimenti, documentati e documentabili, siano de facto strumentali al sistema delinquenziale con protezioni multilivellodescritto nelle mie denunce.
Il consolidamento dei Poteri di “certuni” avvocati, che li abusano per i fini personalistici e di cricca, degenera con l’approvazione della nuova Legge professionale forense. 

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L'allora Presidente del Consiglio dei Ministri e Sen. a vita Mario Monti, alla conferenza stampa del 23-12-2012, dichiarava testualmente (1): “…Noi abbiamo avuto nelle ore di vita di questa legislatura, in Senato, qualche cosa che ahimè è molto illuminante sulle priorità accordate da alcune forze politiche, in quel caso più di una forza politica va detto, alle diverse misure. Perché per ragioni di tempo ci si trovava a dover fare una scelta tra l’approvazione definitiva alle misure alternative alla detenzione, ricordate anche le parole del Capo dello Stato sull’indegno stato delle carceri in Italia, o invece di portare fino in fondo l’approvazione della legge di riforma forense che, al di là di alcuni altri aspetti, non aiuta i giovani avvocati, non disciplina l’accesso alla professione che presenta un numero di membri, credo che sia un record internazionale, e aumenta solo i poteri degli organi rappresentativi dell’Avvocatura. …”. 


Manolo il Mago


Una parentesi della blogger: A Mario Monti e il suo "mazzolin di fiori che vien dalla montagna" nazional-popolare nonché bocconiano preferisco chi massone non è e non collabora con o per le banche e  che ha davvero scalate le montagne: Maurizio Zanolla, noto ai più semplicemente come "Manolo". Lui non si fregia sic et simpliciter del cognome "Monti", come un certo Mario. Manolo le montagne le scala davvero. Un vero arrampicatore.


Intervista a Manolo ( Maurizio Zanolla )




Altra licenza della signora avvocato blogger:

 "RUDOLPH STEINER in Cronaca dell'Akasha - Libro La Scienza Occulta - Rudolf Steiner
"Tutto ciò che si nutre di emozioni negative, di ansia, paura e superstizione, disperazione o dubbio sono in realtà forze ostili nei monti super sensibili che lanciano degli attacchi crudeli sugli esseri umani, mentre loro ne vengono nutriti."

“Ci sono esseri nei mondi spirituali per i quali ansia e paura che emanano gli esseri umani, sono un ottimo cibo. Quando gli esseri umani non hanno né ansia nè
 paura, queste creature muoiono di fame. Coloro che ancora non sono sufficientemente convinti di questa affermazione, possono comprenderla solo come qualcosa con cui si fa un paragone. Ma per coloro che hanno dimestichezza con questo fenomeno, esso è una realtà. Se ansia e paura irradiano dalle persone e sfociano nel panico, allora queste creature trovano nutrimento perfetto e diventano sempre più potenti. Questi esseri sono ostili verso l’umanità.
Tutto ciò che si nutre di emozioni negative, di ansia, paura e superstizione, disperazione o dubbio sono in realtà forze ostili nei monti super sensibili che lanciano degli attacchi crudeli sugli esseri umani, mentre loro ne vengono nutriti.
Quindi è soprattutto necessario, tanto per cominciare, che la persona che entra nel mondo spirituale, superi paura, senso di impotenza, disperazione e ansia. Ma questi sono esattamente le emozioni che appartengono alla cultura contemporanea e al materialismo perché estraneano le persone dal mondo spirituale e perché questo materialismo è particolarmente adatto per evocare impotenza e paura dell’ignoto e questo fa sì che vengano chiamate queste forze ostili sopraccitate che agiscono contro gli esseri umani”
Fonte: Cronaca dell'Akasha - Libro La Scienza Occulta - Rudolf Steiner



Organi rappresentativi che negli ultimi mesi, sempre con i giusti allacci della politica, affermano di voler consolidare la figura dell’avvocato nella Costituzione, ma che, in realtà, rafforzando ulteriormente i Poteri degli organi rappresentativi e, in particolare, del Consiglio Nazionale Forense, cercano solamente di “blindare” ulteriormente quel sistema “corrotto” che appresso dimostrerò con “casi concreti”. 
Come se non gli bastasse l’uso distorto e illecito che hanno fatto già delle recenti norme, utilizzando artificiosamente persino la “leva previdenziale” per sfoltire gli Albi e compiendo dei veri e propri “reati” tutt’ora impuniti; tanto accade nel silenzio di quanti, vigilanti e controllori dello Stato, avrebbero dovuto intervenire e non coprirne gli illeciti. A riprova di come tutto sia a gestione elitaria, nonostante i gravissimi problemi in cui versa il comparto forense, tra i temi da trattare al XXXIV Congresso Nazionale Forense (4-6 ottobre p.v.), manca qualsiasi riferimento alla situazione “previdenziale”; come se il problema non esistesse; ed infatti per la avvocatura in bonis non esiste. E' così che agiscono: creano dei sistemi totalmente estranei alla base, in cui è il potere ed il denaro distribuito dai vertici a tenere "fedeli" gli istituzionalizzati d’ogni livello ed i cortigiani che li sorreggono.





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Andiamo con ordine.

Questo Potere che ha da tempo deviato dai suoi “doveri” Pubblici, e già documentato in alcune mie note‑denunce che si allegano, ha bisogno di essere alimentato. Questo avviene sia attraverso norme e regolamenti – ma anche particolari sentenze del Consiglio Nazionale Forense – studiatamente calibrati per nascondere, ed abilmente direi, dietro le presunte “finalità” istituzionali, alla stragrande maggioranza dei Colleghi, “i limiti” dell’imposizione economica che genera le risorse economiche, che attraverso la possibilità di creare poltrone e posizioni varie da “assegnare” a proprio piacimento e vantaggio a quel gran carrozzone di avvocati indegni che sono alle loro corti; oppure “ai terzi” che orbitano nelle loro grazie e che del tutto estranei non sono quasi mai.



Si pensi ad esempio, uno tra tanti, e “per agevolare la comprensione”, al c.d. sportello del cittadino. La Legge partorita da menti comunque abili tra i quali Guido Alpa prevede che gli oneri derivanti dall’espletamento delle attività – art. 30 – siano posti a carico degli iscritti a ciascun albo, elenco o registro ai sensi dell’art. 29, comma 3: “Per provvedere alle spese di gestione e a tutte le attività indicate nel presente articolo e ad ogni altra attività ritenuta necessaria per il conseguimento dei fini istituzionali, per la tutela del ruolo dell'avvocatura nonché per l'organizzazione di servizi per l'utenza e per il miglior esercizio delle attività professionali il consiglio è autorizzato: a) a fissare e riscuotere un contributo annuale o contributi straordinari da tutti gli iscritti a ciascun albo, elenco o registro; b) a fissare contributi per l'iscrizione negli albi, negli elenchi, nei registri, per il rilascio di certificati, copie e tessere e per i pareri sui compensi.. Il comma 4, però, statuisce che “L'entità dei contributi di cui al comma 3 è fissata in misura tale da garantire il pareggio di bilancio del consiglio”. Praticamente non si pongono dei veri e propri limiti. Ebbene, se si va poi a dare una occhiata ai Regolamenti “Caserecci” partoriti dagli Apicali del CNF, si scopre che altre norme (in questo caso le Norme per le modalità di accesso allo Sportello del cittadino”, ad esempio) sono contenute nel “Regolamento CNF 19 aprile 2013, n. 2”. Scorrendo quest’ultimo, tra tante cose si legge, che Il Consiglio dell’Ordine non trattiene alcun documento fornito dall’utente e non redige alcun verbale in relazione al servizio prestato.” …ed anche le spese che non possono essere verificate dagli iscritti trovano “sempre” il giusto posticino nei bilanci! . Non credo che si possa aggiungere altro sul punto senza mettere in dubbio intelligenza, conoscenza, e capacità di ragionamento del lettore medio.


Un intreccio di norme e di regolamenti con i quali si “confezionano” secondo necessità, per fini Istituzionali di mera facciata, posizioni di comodo che spesso niente hanno a che vedere con l’interesse del Cittadino e quello del recupero di efficienza del comparto forense ovvero di miglioramento delle performance del settore Giustizia “se poiproliferano avvocati “amici”, ed amici degli amici e terzi non propriamente estranei; ed invece messi alla porta quelli più meritevoli per quelle questioni di censo documentate nelle mie denunce e che, oltretutto, la Legge professionale “vieta espressamente”. Un potere quasi illimitato che si è arrivati ad “ostentare” perfino auto‑attribuendosi stipendi (v. il Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin, all’AGORA' del 17-12-2015), elargendo prebende per legare a sé i mercenari e gli accattoni del comparto, circondandosi persino di uno staff ad hoc lautamente remunerato e funzionale alla voce del Padrone: si pensi, ad esempio, al quotidiano “Il Dubbio”, che tra l’altro non ha avuto alcuna diffusione tra i cittadini, il cui costo è stato imposto agli avvocati per le deprecabili finalità di pochi.

Sebbene si legga ripetutamente che dall'attuazione dei regolamenti e quant’altro non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, questo, a ben approfondire, non è affatto vero se consideriamo che stiamo parlando di un sistema che si adopera da tempo per violare la Costituzione e le finalità cui sono preposte certe norme, abusando delle funzioni Pubbliche rivestite e provocando “danno erariale” (v. allegati).

Un sistema di clientelismo, voto di scambio, finanziamenti pilotati, corruzione; sistema ben rodato dagli istituzionalizzati forensi ed oramai “di dominio pubblico”. Questa la beffa più grande: “viene tutto fatto alla luce del sole. Esiste una avvocatura Apicale ed Istituzionale che ha “introiettato” modelli comportamentali propri delle mafie
Chi non fa parte di questo giro o non proviene da famiglie affermate e “tentacolarizzate” del foro, deve obtorto collo adeguarsi per riuscire a malapena a sopravvivere. In caso contrario, subire emarginazioni, intimidazioni e/o sanzioni (v. infra), magari proprio in nome di quei principi quali “onestà”, “integrità”, “lealtà” e “correttezza” che nell’ambiente forense attuale “NON ESISTONO PIÙ” ma che vengono sistematicamente utilizzati come “strumenti” di ricatto. Con buona pace di ogni vincolo della legge professionale forense che statuisce, a titolo esemplificativo e non esaustivo, all’art. 1, che nel “(…) rispetto dei principi costituzionali, della normativa comunitaria e dei trattati internazionali” si regolamenta la funzione sociale dell’avvocato “(…) nell’interesse pubblico” al fine di “(…) garantire la tutela degli interessi individuali e collettivi sui quali essa incide”, di tutelare “l’affidamento della collettività e della clientela, prescrivendo l’obbligo della correttezza dei comportamenti” e, tra tanto altro, favorire l’ingresso e l’accesso alla professione “(…) con criteri di valorizzazione del merito”!

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Ed è davvero curioso come gli stessi apicali mantengano saldamente le poltrone, anche quando calpestano quelle più “elementari” regole di condotta che sono requisito fondamentale per mantenerle, e persino requisito di permanenza all’Albo degli avvocati (vedi allegato “ULISSE - NUNZIO LUCIANO-signed” ad esempio pagg. 10, 18-23, 42-43 ; e negli anni ne ho inviate tante di denunce mentre ognuno ha continuato a fare impunemente gli “affaracci” suoi). I Codici di condotta statuiscono che “(…) I destinatari del Codice operano imprescindibilmente nel rispetto dei principi della Costituzione della Repubblica Italiana, …”, vietano categoricamente di utilizzare l’Ufficio per perseguire fini o per conseguire benefici personali ed altresì vietano di avvalersi della posizione ricoperta nell’Ufficio per ottenere utilità o benefici nei rapporti esterni, anche di natura privata. Addirittura per la Cassa previdenziale, il modello anticorruzione afferma e ribadisce che (…) Cassa Forense non tollera comportamenti illeciti, di qualsiasi tipo, indipendentemente da qualsiasi finalità.”. E non solo la stessa Legge professionale 247/2012 si apre, come detto, affermando proprio all’art. 1, di disciplinare la professione di avvocato “(…) nel rispetto dei principi costituzionali, della normativa comunitaria e dei trattati internazionali”; e continua dichiarando, all’art. 2, l’obbligo della libertà autonomia ed indipendenza, ed il dovere di garantire al Cittadino “l’effettività della tutela dei diritti”, ribadendo che l’avvocato “è soggetto alla legge e alle regole deontologiche” ed all’art. 3 che “L'esercizio dell'attività di avvocato deve essere fondato sull'autonomia e sulla indipendenza dell'azione professionale e del giudizio intellettuale.” (v. ed ascolta proprio Andrea Mascherin in merito, da testuale citazione: ribadito il concetto, casomai qualcuno non lo avesse capito, risiede nell’articolo uno, ma vi faccio osservare come venga inserito il principio fondamentale, nell’interesse sempre pubblico, sempre del Cittadino, della libertà. Neppure per i magistrati il nostro sistema prevede il principio della  specificità della libertà. I magistrati devono essere indipendenti, devono essere autonomi, devono essere terzi, ma liberi in tutto il panorama normativo, sono solo, devono essere solo gli avvocati. Voi capite che liberi è qualcosa di ulteriore, di superiore, rispetto ad autonomo ed indipendente.”).






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Gli 80 delegati sono sempre stati tutti, e lo sono ancora, al loroposto! “Tranquilli…”.
E lo è persino il Presidente Nunzio Lucianoil cui comportamento avevo nuovamente già denunciato alle procure nientemeno che molti giorni prima dell’ultimo deposito cartaceo, brevi manu, del 2018 presso la Procura della Repubblica di Pesaro, e di molto in anticipo rispetto alla sua ultima “farsa” segnalazione all’Organismo di Vigilanza (v. allegato) necessitata perché “sgamato” dalle mie pressanti segnalazioni
Nonostante le puntuali ed infinite denunce agli addetti al controllo disciplinare e alle altre Istituzioni ed Autorità preposte a ben più “invasivi” interventi i loro “meccanismi di protezione” hanno funzionato, e funzionano, come da copione. 

Eppure già questa sua grave ultima omissione e la mia precisa denuncia, unitamente al tentativo disperato, avvalendosi della propria posizione Apicale, di rendermi bersaglio isolato di rappresaglie, e lo ribadisco, “norme alla mano tutte documentate”, lo vorrebbe “rimosso”, ed anche con biasimo, dalla carica di Presidente, e da quella di qualsivoglia altra funzione all’interno della Cassa previdenziale. Fermo restando che in un mondo forense ossequioso delle regole ci sarebbe senz’altro posto anche per quella che il Presidente ed Avvocato Nunzio Luciano chiama “espulsione dal sistema” (sono queste le parole pronunciate dal Presidente nell'intervento del 28 gennaio 2016, all'Incontro della Rete dei Comitati di Pari Opportunità e che palesano chiaramente come funziona _‘o sistema_) che in realtà è la cancellazione dall’Albo, sino alla sanzione della radiazione, qualora le Autorità acquisissero la documentazione in possesso dell’Ente previdenziale che ho più volte diffidato dal distruggere (v. allegati).

Parimenti sarebbero sanzionabili gli avvocati degli altri enti ed organi istituzionali che hanno fornito pareri “compiacenti”, come quelli del Cnf e poi utilizzati addirittura dai ministeri vigilanti, “in – palese – violazione di diritti” e dei più basilari principi della Costituzione, negli ultimi anni, per legittimare sotto la sola formale apparenza le condotte illecite tenute e che tali pur sempre restano.





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NON VENGONO TOCCATI. SONO TOTALMENTE IMMUNI. 
Questo perché le sanzioni disciplinari causerebbero la perdita delle poltrone, e/o delle posizioni e dei benefici raggiunti, ovvero ne impedirebbero il  gioco del baratto.

Condotte, di questo sistema che coinvolge funzionari di organismi Pubblici di rilevante interesse pubblico‑nazionale, costituenti “reati”, ma che nessuno persegue e, addirittura, sui quali nessuno indaga. I 26 Consigli distrettuali di disciplina, non immuni da controlli nella mancata apertura e/o chiusura di procedimenti, non possono e non devono toccare i Vertici ed i loro protetti? 
E proprio le imminenti e, lo ripeto, “manipolate” elezioni per il rinnovo del Comitato dei delegati della Cassa Forense, mi da modo di documentarvi, “minimamente”, come funzionano questi meccanismi, che passano per normali procedure; quando invece, se da una parte si compiono visibili illeciti che coinvolgono anche i vertici degli ordini territoriali, dall’altro si tengono queste specificate condotte proprio in quanto necessitate per non perderne il controllo di quegli apparati che assicurano di continuare ad occultarne di moto più gravi. Ma il Sistema, tuttavia, riesce a reggere perché il controllo disciplinare, nonostante la farsa dei 26 Consigli distrettuali di disciplina, resta sempre nelle mani “degli avvocati”.
Sono state fatte segnalazioni alla magistratura, ma la realtà dei fatti mostra come ognuno evita “intenzionalmente” di mettere becco nel “territorio” altrui, pur avendone il potere‑dovere e l’obbligo morale ed Istituzionale.
Vi ricordo, a questo punto, e prima di continuare con “esempi pratici”, che le Casse previdenziali sono “geneticamente insostenibili ed inefficienti e già sono state a suo tempo un bel regalo alla “componente Apicale” a struttura “elitaria” delle diverse categorie libero professionali, da parte della peggiore politica (e sicuramente non meritocratica o a "partecipazione pluriclasse" come voluto dai padri della Costituzione: sebbene questo stesso termine, meritocrazia, sia piuttosto abusato e nulla comunque dice in merito a quella competenza, monopolio autoproclamato degli apicali, che dissimulano, piuttosto, unicamente rapporti di forza nella società – anche forense –dovute alle pratiche clientelari da tempo denunciate). Attualmente, ed ha dell’incredibile, e qui merita almeno un cenno, che la Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale non è stata ancora costituita per la XVIII legislatura. Nella XVII legislatura, la precedente, a quanto mi risulta da personali indagini presso la Camera, la Commissione non disponeva neppure di una casella di posta certificata che già la dice lunga. Eppure circa gli investimenti nella cosiddetta “economia reale domestica”, le Casse “Pubbliche” (2) dei liberi professionisti rappresentano già il 14,6% del totale attivi di bilancio. E quello che si è detto e si dirà dovrebbe far comprendere, al di la di “tassi di sostituzione” e “debito previdenziale latente” che anche la Cassa avvocati ha sempre tenuti ben nascosti nonostante le mie infinite e pressanti richieste, il perché della crescita costante dei patrimoni delle medesime, nell’ultimo decennio, più che raddoppiato, ed esattamente come per assicurazioni e welfare privato. Nr. 20 Casse dei liberi professionisti (escludendo Onaosi) che contano un patrimonio di 78,74 miliardi di Euro, di cui 61,25 investiti direttamente e 17,49 affidati in gestione tramite mandato. Un patrimonio di tributi, “imposte” previdenziali obbligatorie (v. allegato per i dettagli), che con la connivenza della politica diventa ben lucrosa per una certa élite che non ho remore a definire “criminale” già solo per il fatto di creare posizioni lavorative pagate dai fessi che proprio nulla hanno di efficiente e di tutela di quell’interesse Pubblico regolarmente calpestato: e sebbene di efficienza si parli a mo’ di presa per i fondelli anche negli Statuti di questi stessi enti! E tutti i vari annunci, compresi quelli dell’attuale Presidente di Adepp – un medico prestato alla politica che spara frequentemente panzane (3) e che arriva persino a dichiarare, mettendomelo nero su bianco, che “non possiede i dati di sostenibilità delle Casse” e che è già di per sè una vera assurdità degna di controlli (4) circa le dichiarazioni sulla creazione di un fondo di mutuo soccorso (5) tra le varie Casse se non quelle che arrivano a prospettare la creazione di una Cassa previdenziale unitaria, mirano soltanto ad occultare, ed a trascinare il più in la possibile nel tempo, quel cadavere di gallina, che sono le Casse previdenziali; che alle sole “volpi” che la gestiscono e coloro che gli bazzicano intorno continua a sfornare uova senza alcun dubbio d’oro (v. allegati). Nonostante, ma chi se ne importa, le difficoltà di decine e decine di migliaia di liberi professionisti, e dunque non solo i centomila avvocati da tempo posti artatamente in difficoltà, che una pensione “adeguata” _non_ la vedranno (v. discorso del DG previdenza in Commissione parlamentare di controllo) e mentre le contribuzioni diventano sempre più insostenibili in un background dove il 20 % del comparto forense fagocita 2/3 del PIL della categoria ma non contribuisce certo ai 2/3 della sostenibilità del sistema previdenziale, anzi, tutt’altro.
E sul punto, anche solamente la lettura del resoconto stenografico della Seduta n. 73 di Giovedì 21 settembre 2017, dell’audizione del Direttore generale per le Politiche previdenziali e assicurative del Ministero del lavoro, la dott.ssa Concetta Ferrari, presso la Commissione Bicamerale di Controllo degli Enti previdenziali, dovrebbe far intendere chi legge ed alcuni perfino farli “sobbalzare” dalle seggiole, alla luce di ciò che da tempo denuncio. E fa perfettamente intuire, anche senza la necessità di avere specifiche competenze, “il perché” del totale silenzio anche su alcune delle mie ultime note‑denunce dove si accusavano gli illeciti dell’ultimo bilancio tecnico attuariale di Cassa Forense insieme al danno erariale che stanno concretizzando con la complicità proprio di chi era – ed è – preposto ai controlli.
E dovreste ben intendere, alla luce di quanto esplicito seppure, anche solamente con i pochi allegati, cosa si nasconda dietro un – solo apparente – semplice ed innocuo passaggio tutt’ora disponibile sul sito web istituzionale della Camera che qui testualmente riporto e dove il PRESIDENTE in questione è l’ex On. Raffaele di Gioia già oggetto e destinatario di mie precise denunce: “(…) PRESIDENTE: (…) Noi abbiamo l'audizione dell'ex sottosegretario al lavoro, il senatore Cassano, se non ricordo male, il quale, da quello che ci risulta, aveva la delega per quanto riguarda le Casse. Nell'audizione che abbiamo avuto con lui sulla nostra proposta di legge, presentata dai colleghi, egli ha sostenuto con chiarezza e senza equivoci che le Casse sono da considerarsi pubbliche. Qui vi è un problema. CONCETTA FERRARI, Direttore generale per le Politiche previdenziali e assicurative del Ministero del lavoro. Di Cassano, forse. PRESIDENTE. No, è un problema vostro, perché non credo che Cassano rappresentasse se stesso, anche perché, da quello che mi è parso di capire, stando lui vicino a me, ho visto che si trattava di una nota del vostro ufficio legislativo. CONCETTA FERRARI, Direttore generale per le Politiche previdenziali e assicurative del Ministero del lavoro. Che diceva che le Casse erano pubbliche? PRESIDENTE. Sostanzialmente sì. Mi pare che ci sia una contraddizione di fondo. Abbiamo le audizioni. Non sto dicendo una cosa diversa da quella che è. Con tono anche abbastanza fermo Cassano contestava parti importanti della nostra proposta di legge, che sostanziava la questione della privatizzazione del sistema.”. E qui il Ministro del Lavoro, o chi per lui, se non si farà abbindolare in cerca di chiarimenti, potrà benissimo comprendere ciò che sottintendo citando questo passaggio…
Senza le connivenze con certa Politica questo non avrebbe potuto verificarsi. Non esisterebbero nemmeno le Casse previdenziali per gestire il 3% della previdenza di 1° pilastro delle libere professioni al di fuori del restante 97% delle gestioni in mano all’INPS. Anzi le tante, e solo apparenti, contraddizioni mai chiarite dai diversi ministeri che si dividono le competenze, e le gravissime loro omissioni, sono ricercate e “funzionali” alle loro finalità de facto in contrasto insanabile” con quell’interesse Pubblico che dovrebbero sempre perseguire e verso cui hanno l’obbligo di fedeltà e, in alcuni casi, hanno pure prestato specifico “giuramento”.

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E pensare che stringenti vincoli vengono richiesti per il management dei Fondi pensione, che com’è noto gestiscono la previdenza volontaria di secondo pilastro, mentre nulla è tutt’ora prescritto per le Casse di previdenza nonostante gestiscano la previdenza obbligatoria del “1° Pilastro”. Siamo di fronte ad una situazione paradossale che da tempo si va denunciando e che spesso sono gli stessi ministeri ad alimentare: si pensi al MEF (Ministero delle Finanze) che, ad esempio, da una parte, in circostanza che si documenta, una volta compreso che lo scrivente colloquiando con specifiche note‑email aveva provocato con coscienza e volontà la “confessione” sulla c.d. “natura giuridica della contribuzione previdenziale” si cessava immediatamente ogni comunicazione! e dall’altra, il medesimo ministero, che elude di mandare in Gazzetta Ufficiale, per la pubblicazione, il decreto sugli investimenti oramai pronto da qualche anno! Ascolta il DG Previdenza sul Regolamento investimenti in Commissione parlamentare di controllo:
https://1drv.ms/v/s!Ak9IQU9HmPiOiTqvxAJB2QRSD8pz



Concretamente come funziona parte del sistema?
Questo gioco delle vacche grasse da depredare, da usare per trarne personalistici profitti, e che vede coinvolte diverse Istituzioni, o meglio chi “immeritatamente” le rappresenta, non può essere condotto senza avvocati che siano direttamente “gestibili” – un po’ marionette, un po’ burattini e un po’ partecipi del banchetto – a tal punto da diventare “cointeressati e complici” di un sistema che di lecito ha solamente l’apparenza vergata scriteriatamente da “ministeriali infedeli” ed i vari politicanti di turno.

Gli avvocati, basta vedere solamente i pochi allegati con le norme di riferimento e le sentenze che indico, hanno “precisi” obblighi e doveri. Alcuni di questi sono “requisito” di iscrizione e permanenza all’Albo. Ma come, i diritti vengono costantemente calpestati, i doveri mandati a donne o uomini di mali costumi, e tutto in piena tranquillità? Certo, questo è possibile grazie all’ampliamento dei poteri denunciato (v. supra) già da Mario Monti in tempi non sospetti, e che hanno intrecciato i poteri di controllo, di spesa e quant’altro, ponendoli tutti in capo ai membri della medesima “famiglia”.
Caso concreto (poco oltre con Nomi e Cognomi di avvocati e Foro/Ordine di appartenenza):
Gli avvocati che gestiscono la Cassa previdenziale forense devono sottostare agli obblighi e doveri della Legge, speciale, 247/2012 e, dunque, anche al codice di condotta ed alle regole del modello anticorruzione. Il corretto adempimento dei doveri dovrebbe essere scontato, e la parola data quasi sacra. Abbiamo fatto qualche esempio pratico anche con apposita, e specifica, denuncia alla vigilanza della Cassa (v. l’allegato: “ULISSE - Organismo di Vigilanza Ente previdenziale forense-signed” e “ULISSE - OLTRE L ETICA + A 05092018-signed”), i quali da soli porterebbero chiaramente e come minimo alla decadenza dalla poltrona di Presidente e/o di Delegato. Per ovvie ragioni io posso effettuare la dimostrazione‑prova già soltanto con le norme – gli obblighi! – di condotta manifestamente violate agli occhi di tutti. Visto che l’accesso alle registrazioni audio integrali da sempre denunciate mi sono state, nonostante i finti interventi del DG del ministero per le politiche previdenziali, sempre negate (v. allegato). Gli abusi e le omissioni che ne verrebbero fuori e gli incroci tra Istituzionalizzati condurrebbe tanti avvocati cc.dd. Apicali letteralmente fuori dall’Albo con la sanzione della c.d. “radiazione”.
Ed è questo il bello. In apparenza sono ancora tutti lindi. Lo è tutt’ora anche il Presidente Nunzio Luciano! Perché “l’arma” deontologica viene utilizzata _ANCHE_ “discrezionalmente” dal sistema Apicale che la struttura forense de facto la gestisce e la controlla a 360° e su ogni possibile livello per mezzo di quelle stesse norme e collegati regolamenti fatti in casa ed alcune delle quali abbiamo poco sopra spiegato. Un qualunque procedimento disciplinare può benissimo essere aperto o chiuso a “totale discrezione”. Gli Apicali, poi, e chi ruota intorno, il branco dei fedelissimi, praticamente sono intoccabili (6). Molti avvocati normali vengono giustamente sanzionati, subiscono giustissime procedure. Pallelamente, lo stesso sistema, che a prima vista tutela l’avvocatura dai comportamenti non corretti, abusa della propria funzione e dei propri poteri, adoperandosi, a volte con azioni, altre con gravissime omissioni ed abusi, per coprire, disinnescare “o del tutto ignorare” le condotte di certuni avvocati funzionali al sistema che “tra loro” comandano. Compreso l’attuale Presidente Andrea Mascherin.

Se poi chi come lo scrivente continua ad insistere e persistere, da una parte si è, come più volte documentato, fatto semplicemente finta di vagliare le fattispecie ma comunicando la “manifesta infondatezza” di quanto denunciato per l’apertura dei procedimenti disciplinari, dall’altra per i medesimi fatti denunciati e con la medesima documentazione, come ha operato il Consiglio distrettuale di disciplina di Torino, si apriva il procedimento disciplinare (v. allegato) anche se poi, dopo svariati mesi, si asseriva la incompetenza del Consiglio – così evitando di accedere a quelle registrazioni audio integrali che farebbero ben tremare Apicali forensi ed i ministeriali infedeli – nonostante la L.247/2012 gliela attribuiva eccome! Il tutto mentre si continua tranquillamente a intimorire chi denuncia queste condotte e atteggiamenti “concertati” e solo in apparenza slegati tra loro. Facendosi forti di questa “aggregazione sistemica”.
Così abbiamo 80 delegati che hanno commesso illeciti anche gravi, compresi quelli che hanno omesso di fare le formali denunce di quello che accadeva nelle adunanze, omettendo quanto di dovere, dunque “tradendo” sia la funzione di Pubblico ufficiale in quel momento rivestita e sia quella di cui alla L. 247/2012, e guardandosi bene  dal rifiutare e/o mettere in pericolo i compensi dell’incarico che ora si avvia a conclusione con la complicità di chi riveste una Pubblica funzione in diverse Istituzioni Pubbliche. Molti sono nientemeno in corsa alle elezioni che si terranno dal 24 al 28 settembre p.v., benché non ne abbia assolutamente i requisiti sia di eleggibilità che di candidabilità che mai verranno accertati, e de facto non sono mai stati accertati, da parte dei 26 Consigli distrettuali di disciplina con ben 702 Consiglieri!! 702 Consiglieri che conoscono “esattamente” come stanno le cose e che, vivacchiano col sistema, e nel sistema, si fanno forti delle loro condotte – sulla carta sì, e solo su quella – perennemente irreprensibili(v. Legge 247/2012, art. 17, p. 9 lett. a) e raffronta col richiamato p. 1 lett. h)).
Negli ultimi anni ho incrociato spesso colleghi tra i più disparati Ordini di questo Paese, che avrebbero voluto aiutarmi, in quanto parte onesta, e pur essa, nonostante non avessero problemi di pratiche da lavorare, in affanno verso il sistema Cassa, ma che sconsolati rivelavano, chi di essere stato, e chi di esserlo, oggetto di procedimento disciplinare, e che non potevano assolutamente permettersi di apparire come voci fuori dal coro. Alcuni hanno persino abbandonato le varie associazioni appena capito l’antifona.
Ma gli Istituzionalizzati però non solo mantengono il controllo attraverso una normativa compiacente che sono riusciti a farsi approvare negli anni, e insieme ai regolamenti caserecci interni collegati, sia quelli del CNF, degli Ordini locali, e dell’Ente Pubblico previdenziale, che già è gravissimo. Ma pure con la compiacenza della politica e di certuni all’interno delle Istituzioni della Repubblica con la quale riescono a farsi approvare (7) regolamenti costantemente tagliati su misura a seconda dei propri bisogni, e che trovano la massima espressione in quelli “autorizzati da funzionari ministeriali infedeli”, o silenziosi e variegati “nominati” che reggono dall’interno il gioco di decimare Colleghi su base censuaria e reddituale ecc. (v. allegati e cfr. ad esempio l’art. 25 dello Statuto di Cassa che al p.1 recita: “Il Collegio dei sindaci è nominato con decreto del Ministro della Giustizia ed è composto da cinque membri dei quali: a) uno è designato dal Ministro della Giustizia; b) uno è designato dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali; c) uno è designato dal Ministro dell’Economia e delle Finanze; d) due sono designati dal Consiglio Nazionale Forense…”; il resto è in leggi e regolamenti che si intersecano) ed utilizzati per creare posizioni debitorie persino quando l’obbligazione non potrebbe sorgere per mancanza dei requisiti di legge (v. allegati); ma utili per aggiustare “cosmeticamente” i bilanci dell’Ente, per ottenere vantaggi per la parte elitaria, e questo riuscendo a mantenere anche quell’ulteriore fine, e di fatto ci riescono, che vuole spostare il più in la possibile la perdita della gestione affaristica della Cassa previdenziale insostenibile. Cosa che si ottiene ben occultando il danno erariale in realtà attuale, certo e già ora quantificabile se solo chi preposto a vigilare e controllare volesse farlo e/o semplicemente vederlo. E che la prospettata Cassa unica professionale aiuterebbe in tal senso. Tutto mentre costantemente a giustificazione verso la Colleganza ignara si esibisce che il loro operato è norma di legge perché i loro atti sono “approvati” e/o vagliati dai ministeri!
In realtà, negli ultimi 6‑7 anni, non sono più ministeriali puri ma dei “nominati”. Si pensi anche solo ai Sindaci dell’Ente previdenziale, di cui abbiamo poco sopra già detto (v. sempre l’art. 25 dello Statuto di Cassa Forense e cfr. con gli artt. 32 e 33 del medesimo), per comprendere come funziona da una parte la longa mano di chi dovrebbe vigilare e controllare ma che, de facto, non vigila e non controlla, limitandosi ad una apparenza formale, e capire come siano strettamente legati tra loro controllati e controllori i quali hanno congegnato, in danno della funzione sociale dell’avvocato, ed in violazione di quei diritti che ho più e più volte documentato nelle mie note, una vera e propria “organizzazione illecita” tra appartenenti a differenti Istituzioni. Basterà leggere gli allegati per capire qualora si volesse comprendere cosa denuncio da tempo senza che alcuna Autorità mi degni di attenzione e inoltre le domande che saranno poste a conclusione di questo stesso scritto e che non riceveranno, gioco‑forza, alcun riscontro! Le gravi omissioni e le inerzie da me denunciate, e che mai sono state prese in considerazione da chi di dovere perché essi stessi implicati negli illeciti, condurrebbero al “commissariamento” della Cassa previdenziale forense, alla “sospensione” immediata delle “elezioni nazionali” per il rinnovo del Comitato dei Delegati, all’allontanamento del Presidente Nunzio Luciano dalla Presidenza della Cassa previdenziale con apertura di un “vero” procedimento disciplinare e/o amministrativo che, per aver violato e lesa, “la dignità” – un bene‑valore che fonda i sistemi giuridici! – di decine di migliaia di professionisti in difficoltà e con famiglia e figli a carico, e aver “corrotto” la funzione sociale rivestita, comporterebbe al minimo l’applicazione della “cancellazione” dall’Albo per essere venuto meno un requisito di permanenza, nonché lo scioglimento dei Consigli degli ordini tutti, ed il commissariamento del Consiglio Nazionale Forense con “destituzione” immediata del Presidente Andrea Mascherin.
E lo ripeto, al minimo basterebbe guardare come hanno “corrotto” la funzione sociale dell’avvocato e violato la Legge professionale forense e la Legge fondamentale dello Stato, e quindi senza minimamente addentrarsi sugli abusi della funzione e le omissioni e le altre gravissime mancanze che le Autorità possono “verificare” in qualunque momento, e quindi senza minimamente allargare il campo al diversificato calderone di indecenze che arrivano fino alla creazione e l‘utilizzo personalistico di un giornale, “Il Dubbio Garantista e di apposito management”, pagato imponendone i costi agli iscritti per presunti fini istituzionali che in realtà si riducono a bieca réclame politica atta a bersagliare magistrati e/o fare campagna elettorale (v. allegato di esempio) ed a mantenere e gestire determinati rapporti di forza con altri apparati istituzionali. E sebbene anche ben altri funzionari Pubblici delle Istituzioni andrebbero “processati” per quanto accade, e per le loro gravissime responsabilità per aver dato corda e coperture a questi personaggi che con la tutela dei diritti e quella delle Persone, oltre l’apparenza, hanno davvero poco a che fare. Perché come ho documentato in altre mie note, il Presidente Nunzio Luciano, i Presidenti degli Ordini territoriali, ed altri, in certi frangenti sono ex lege veri e propri “Pubblici Ufficiali” e come tali, prima ancora che come esercenti la professione forense, sono responsabili dei “reati” ascrivibili ai “doveri” d'ufficio.
Ma giusto qualche altro esempio esplicativo come anticipato; che per i Consigli di disciplina e gli Ordini varrebbero come notizia di illecito al pari di tutte le altre in passato e inviate dal sottoscritto (e sebbene ne siano già a conoscenza in quanto Colleghi che sicuramente non vivono sulla luna). Gli Ordini locali devono essere neutrali visto quello che rappresentano ed è statuito nella L. 247/2012. Ci sono precise norme che vietano di utilizzare le risorse istituzionali per fini personali, altre come ad esempio l’art. 69 del Ncdf che “impone” a chi fa parte delle Istituzioni forensi di adempiere l’incarico con diligenza, indipendenza e “imparzialità e via discorrendo per altre norme di sicura vostra conoscenza. Ma cosa fa l’Ordine circondariale di Avellino (uno a caso, sia chiaro) ed il suo Presidente dell’Ordine l’Avv. Fabio Benigni? Invece di esercitare la funzione con deve, con indipendenza, imparzialità e quant’atro normato lo adempiono, l’incarico di Funzionario Pubblico rivestito, in funzione della élite che controlla le Istituzioni!! Si allega in calce una email inviata dall’Ordine degli avvocati dove si leggono i seguenti nomi: avv. Fabio Benigni (attuale Presidente dell’Ordine), avv. Roberto Fabiano (Vicepresidente), avv. Biancamaria D’Agostino (Consigliere Segretario), nonché gli avv.ti Anna Argenio, Valentina Amelio, Elvira Festa, Ennio Napolillo, Francesco Saverio Iandoli, Antonio Famiglietti e Carmine Freda, tutti Consiglieri dell’Ordine. Alcuni persino membri della Commissione Rapporti con la Magistratura e, guarda il caso, anche un Consigliere referente della predetta commissione in ambito penale.
L’Ordine quindi, o meglio coloro che “occupano” l’Ente Pubblico, operano utilizzando i dati interni per raggiungere gli iscritti ed avvantaggiandosi della posizione di privilegio. Nel complesso parliamo già di diversi “atti illeciti” (v. supra) ma le sanzioni non verranno mai comminate a chi sta al gioco! Ed è quello che è accaduto negli ultimi anni. Chissà se questa mia nuova nota qualcosa riuscirà a smuovere. Parliamo di un Ordine circondariale rappresentato da avvocati i quali oltre ad avere sul capo, a mo’ di spada di Damocle, gli obblighi‑doveri della funzione di avvocato, sommano anche le responsabilità, lo si ripete, e lo si ripete, qualora non fosse chiaro, di “Pubblico Ufficiale”, e non certo della Banda Bassotti (v. allegati).
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Maurizio Zanolla "Manolo". Spiaggia delle Lucertole, Arco. |  via Facebook
Ed è di oggi 22-9-2018, la notizia‑segnalazione, da parte di altro collega che mi chiede l’anonimato, per evitare non improbabili ritorsioni, dell’invio da parte del predetto Ordine circondariale o qualcuno comunque “strettamente” legato all’Ordine medesimo, di rèclame illecita di pari tenore di quella precedentemente descritta e documentata, ma utilizzando la PEC avvocatiavellino@avvocatiavellinopec.it e raggiungendo la Colleganza utilizzando la “mailing list” custodita dal COA. Con buona pace degli obblighi di legge e della normativa sulla protezione dei dati.
Fatti facilmente accertabili dalle Autorità che leggono anche a mezzo della Polizia Postale, dell’Autorità Garante che parimenti riceverà questo scritto.
Poi ci sono quelli che utilizzano ma propria mail, come l’Avvocato Giuseppe Di Mascio, attuale presidente del Consiglio dell’Ordine di Cassino, che parimenti contravveniva alle norme di legge (v. sempre quanto in calce a questa nota): “ti ricordo che dl 24 al 28 settembre si voterà per il rinnovo del Comitato dei Delegati di Cassa Forense. Come sempre il nostro Ordine ha aderito alla Lista dell'Unione Distrettuale del Lazio, composta dai candidati di tutti gli Ordini del Lazio, escluso Roma, e che ha consentito fino ad oggi di far eleggere un nostro candidato…”, e nella cui mail palesa persino come “l'abrogazione temporanea del contributo minimo obbligatorio,” degli ultimi mesi sia stata concepita dai delegati che gestiscono la Cassa, come specchietto per le allodole per la campagna elettorale visto che gli stessi sono pure i fautori dei provvedimenti in danno della colleganza da sempre denunciate e tra i più combattivi a tenere ben nascoste le registrazioni audio integrali che da sempre lo scrivente denuncia. Arrivando a reclamizzarsi vantandosi di un regolamento sul welfare attivo “che prevede numerose sovvenzioni ed erogazioni facilmente accessibili” e di cui anche atri colleghi hanno più volte denunciato le modalità di redistribuzione e di cui ho più volte detto nei miei esposti‑denunce.



E come non parlare di un altro “fenomeno de sistema”, l’Avvocato Valter Militi, vice Presidente vicario della Cassa Forense, che personalmente ricordo per due convegni tenutisi a Pesaro anni fa in cui dispensò informazioni “false” ed inutilmente denunciate al Consiglio dell’Ordine di Pesaro (sarebbe interessante rivedere cosa verbalizzarono in proposito!). Ebbene, in questo caso è il Presidente dell’Ordine degli avvocati di Messina, l’avv.to Vincenzo Ciraolo, che invitava (tappezzando e profittando della posizione di privilegio rivestita, e contravvenendo alle più elementari norme di legge e di condotta già richiamate nelle mie tante note e che sono “obblighi” per l’avvocato irreprensibile) a votare il predetto Valter Militi: ma per difendere e/o tutelare gli interessi di chi?!
Ma credo che una breve appunto meriti anche l’Avv. Vincenzo Blasi, del Foro di Pesaro, che pensava bene di raggiungere i Colleghi “pagando” degli annunci sponsorizzati! (v. allegati). Annuncio di poche righe che di per sé mette in mostra, ben più che un calcio all’Etica ed alla mancanza di rispetto verso i Colleghi; ma, all’occhio più attento, addirittura come ci si sia candidati senza possedere le dovute competenze: basta leggere il documento‑locandina in calce a questo scritto! Anche qui, sarei curioso di capire come si adopererà il Consiglio distrettuale di disciplina di Ancona che legge in copia. E cosa ne diranno i diretti concorrenti, tra i quali l’Avv. Daniele Melacotte di Ancona, o il suo Collega Luigi Giacobbe su Messina quale unico concorrente del Militi, che partecipano ad una competizione impari e truccata contro ai veri Signori e Padroni del sistema che determinati avversari‑candidati rappresentano.
E questo senza dilungarmi su tutta una serie di convegni ed eventi formativi a pioggia, al solo al fine di attirare quanti più Colleghi possibile, tant’è che venivano riconosciuto un numero “ingiustificato” di crediti ai fini della “formazione professionale”, come ad esempio quello del 19 settembre 2018 tenuto dal Presidente  dell’Ordine di Roma, l’Avv. Mauro Vaglio, con ben 4 crediti per sole due ore di cui ben 2 in “deontologia”; e mi risulta abbia anche  parlato della sua candidatura alla Cassa ed il cui programma dispensato in modo martellante prevede, tra tanto altro, anche la riduzione al 10/12% del  contributo soggettivo che come reclamizzato porterebbe, se realmente  applicato, “al default certo dell’Ente previdenziale!”. Addirittura in questo medesimo convegno che segnalo a titolo di esempio, e per far capire l’andazzo, si prevedeva, addirittura, quale ospite d’onore Roberto Cataldi, avvocato e deputato, Commissione Giustizia, e titolare del famoso sito; ed uno degli intoccabili, poiché più volte segnalato in passato ed ovviamente “mai sanzionato” insieme a diversi altri mercanti-commercianti del comparto forense che da tempo denuncio. Per non parlare che il medesimo Vaglio è lo stesso avvocato, candidato alle ultime elezioni politiche Nazionali, che ha abusato della propria posizione per utilizzare i contatti dell’Ordine che dirige per raggiungere, per propri fini, decine di migliaia di Colleghi. Ed anche in questo caso senza che sia ancora mai stato aperto un doveroso procedimento disciplinare a suo carico e benché trattasi di notizia pubblica conosciuta ai quattro venti e sicuramente anche dai Consiglieri del CDD di Roma. E per non parlare di quelle situazioni, ma ve ne sono tante e direi troppe, come i bilanci di certi Ordini, come quello degli avvocati di Napoli, che invece di essere approvati trionfalmente tra gli applausi andavano portati semmai in Procura, contenendo voci del tutto anomali quali appaiono anche solamente le cifre spese verso la tipografia (circa 120.000,00 mila euro!) e le cui eventuali relazioni con l’ambiente forense sarebbero, a mio avviso, come ad avviso di tanti altri Colleghi che subiscono spese su spese, quantomeno, da “approfondire” (v. sempre allegati e/o quanto in calce e/o come nota o allegato integrato allo scritto). Altro soltanto nel caso di audizione personale presso la competente Autorità.
Sono solamente alcuni esempi. La DIA e le DDA potrebbero ben verificare quello che di grave sta avvenendo a livello nazionale all’interno del comparto forense e, lo si ripete, di Pubbliche Amministrazioni con veri Pubblici Ufficiali quali i presidenti degli Ordini, fino a ricostruire i legami che coinvolgono la peggiore politica italiana e la gestione delle inefficienti Casse previdenziali.
Nelle mie ricerche volte a capire come sia possibile che, anche in passato, vi fossero liste con “esito obbligato” sin dall’inizio, mi si è rappresentato sempre di comportamenti indicandomeli al pari di quelli “mafiosi”. Anche in aree insospettabili del Nord Italia. Anche se quello che non mi ha sorpreso, anche se inquietante, parlare specificatamente comportamento mafioso nelle diverse elezioni che hanno portato in passato alla poltrona della Cassa, e senza allusioni riguardo, tra chi ha rivestito posizioni importanti al suo interno e competendo anche contro “nessuno”! Assumendomi ogni responsabilità per quanto qui si riferisce, ed evitando di fare nomi dei Colleghi, poiché giustamente hanno paura di rappresaglie e quant’altro; e comunque rimanendo a disposizione delle Autorità per ogni ulteriore chiarimento “ed approfondimento” anche con audizione personale per quanto non può trovare luogo in questo scritto per non vanificare eventuali indagini se si decidesse di onorare ai propri doveri.
E potrebbe, sempre la Direzione, e le sue Sezioni Investigative, Antimafia agevolmente comprendere cosa si nasconda dietro le Casse previdenziali dei liberi professionisti, ed anche la mancata costituzione – l’ultimo Governo della Repubblica è ormai “in carica da svariati mesi – della Bicamerale in questa XVIII legislatura (quella attuale) e la mancata nomina del nuovo Presidente, e di quanto altro da me denunciato circa gli illeciti per mancato controllo da parte della precedente presidenza nell’indifferenza generale e mentre ognuno continua a fare “gli affaracci propri” con la gestione di Pubblici Uffici e delle Casse previdenziali. Lo stesso ex Presidente Gioia di Lello parrebbe essere scomparso totalmente dai radar della politica e pur esso “impunemente” (v. allegati).
In allegato ho anche già chiarito del perché l’Ente previdenziale forense di recente si sia spesso costituita in giudizio contro candidati colleghi! E con modalità che le norme vietano sia al Presidente che agli altri delegati in quanto rappresentanti Istituzionali. Articoli puntualmente citati negli esposti i quali hanno un pregio, quello di non essere interpretabili, ed il cui contenuto è stato più volte tracciato da quel Consiglio Nazionale Forense che poi quelle stesse norme le calpestano per uso ed abuso. Norme che vietano al Presidente della Cassa e ai Delegati in carica i comportamenti denunciati (v. allegati).

Basterebbe davvero poco per dare uno sguardo incrociato ai rimborsi OUA, COA, CNF, CF, ECC. per capire chi e come funziona il sistema che sta uccidendo l’avvocatura perbene.

Illeciti che non è possibile qui descrivere tutti, ma che ben rappresentano la manipolazione di queste imminenti elezioni, gravi e tali e tante da condurre, in uno Stato serio, non solo allo scioglimento e/o commissariamento degli Enti Pubblici interessati ed al commissariamento della Cassa Previdenziale, ma anche alla sospensione immediata delle elezioni medesime. Mentre invece mi giungono voci di chi se la ride: parla stupido tanto chi vuoi che ti ascolti. Vorrà dire che continuerò a parlare ai muri conscio che comunque siete “infastiditi” perché rischiate di diventate oggetto di attenzioni delle condotte extra e contra Constitutionem che tenete auto‑proteggendovi. E se un giorno cambia il vento e l’andazzo chissà…
Arrivati a questo punto, mi domando, se i Consigli Distrettuali di Disciplina si dimetteranno in tronco come ho chiesto più volte con mie passate comunicazioni. Ovvero se in uno scatto di orgoglio inizieranno ad aprire i procedimenti disciplinari nei confronti degli attuali, ancora per poco, 80 delegati, e per Nunzio Luciano ed Andrea Mascherin e quanti altri.
Le Autorità che leggono hanno tutte il Potere di acquisire coattivamente la documentazione da me indicata negli allegati e porre un argine a quanti, con le vesti apparenti di tutori dei diritti, e solo le apparenti vesti, hanno “corrotto la funzione sociale” per perseguire finalità illecite a loro vantaggiose.
Oramai ci troviamo in presenza di sodalizi che svolgono attività, anche segreta, illecita, diretta ad “interferire” sull’esercizio delle funzioni di Apparati Pubblici o soggetti assimilati.
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Foto di proprietà di Gabriella Filippone
Inoltre, la sospensione delle elezioni sarebbe tutela dell’interesse Pubblico “concreto”, “obiettivo”, “collettivo” ed “attuale” e facilmente verificabile dalle Autorità preposte.
Se le Autorità volessero davvero capire “perché” l’avv. Nunzio Luciano Presidente di Cassa previdenziale forense non ha mai denunciato “a tempo debito”, come avrebbe dovuto per obbligo imposto, il tentativo di corruzione in suo danno, e non quanto si è visto ormai costretto con le spalle al muro, potrebbero ancora accertarlo “indagando” con i poteri ed i mezzi e le risorse che quando lo si vuole si è capaci di mettere rapidamente e senza esitare a disposizione del bene Pubblico. E qui parliamo dell’intero comparto forense che dovrebbe essere popolato solo da avvocati con condotta irreprensibile e non da mercanti degli affari propri. E parliamo di un patrimonio, quello gestito dalle Casse, tutt’ora senza alcun controllo di quasi 80 miliardi di euro e di gestori che deliberano come meglio credono (v. supra) affidamento di incarichi che fanno conseguire “vantaggi” a dei terzi. Perciò posizioni “mai neutre” che meriterebbero puntuali attenzioni da parte delle Autorità.
Le anormalità sono in manifesto aumento come ad esempio il contributo di maternità, previsto per questo mese di settembre, da € 84 a € 117 (+ 40%), che permetterà a Cassa un introito di c.a. 30 mln di Euro mentre le previsioni parlano di un tasso di natalità notoriamente “bassissimo”, e non si comprende come si possa deliberare la necessità di un aumento (e come certi ministeriali possano averlo autorizzato…) senza ipotizzare la volontà di voler ingravidare anche tutti gli avvocati maschi del comparto forense!  La storia è sempre la medesima, un piccolo gruppo di persone si riunisce a Roma e decide che è venuto il momento, l'ennesimo, di prendere più soldi dalle tasche dei Colleghi. Le medesime persone che poi pubblicano e parlano dei dati allarmanti, in loro possesso, sul crollo dei redditi dell'avvocatura, o meglio di quella medio bassa i cui dati ho esposto in alcune denunce.
Ci sono colleghi che quando fu introdotto il contributo per la maternità fecero già rudimentali piccoli calcoli per accorgersi che per le somme richieste, tutte le Colleghe sarebbero dovute diventare mamme.
Ma si pensi anche al bilancio tecnico Attuariale pubblicato dalla Cassa Forense, “ILLEGALE” documenti alla mano, denunciato più e più volte nel silenzio generale (v. allegato). Niente. Si vede che le “protezioni” della politica sono troppo forti, ed allora non mi pare poi tanto vero quello che dice il Presidente della Repubblica che nessuno è al di sopra della legge e della Costituzione. Allora ci sono coloro i quali, politici, funzionari infedeli, pseudo avvocati in posizioni apicali, che sono al di sopra della legge, di tutto e di tutti. Altrimenti spiegatemi.
Sino a quando le Autorità preposte non capiranno, o faranno finta di non capire quello che accade per mano dei “tutori dei diritti”, difendendo questo sistema anziché onorare i propri “doveri” per i quali sono “stipendiati”?
Gli Enti Pubblici da me interessati hanno comunque dovuto sempre “protocollare” le mie documentate note­‑denunce a futura memoria. E chissà che più forte di certi intrallazzi non sarà “il tempo” e la “pazienza”.
Ognuno di noi conosce esattamente il perché alcuni dei più grandi incubi del “sistema” Apicale forense siano proprio quelli di perdere “il controllo della disciplina”, ed a loro dire, infatti, “guai” se traslocasse nelle mani di altri, ad esempio della magistratura, e sfuggisse dal controllo degli avvocati: in realtà per la parte integra del comparto, e per quella artatamente posta in difficoltà economica e psicologica, non cambierebbe assolutamente nulla, semmai scomparirebbe solamente l’uso distorto di questo potere e/o il suo “non uso” come sopra descritto. Come parimenti conosce quale sia l’altro cruccio, vale a dire quello di perdere il controllo della Cassa previdenziale che, sempre a loro dire, andrebbe difesa “ad ogni costo” insieme agli Ordini territoriali (v. allegati con le testuali citazioni del Presidente Nunzio Luciano), i quali fanno parte di quel gioco apicale che regala, e permette, come sopra descritto, a certuni un “potere di spesa” pressoché illimitato da poter ripartire poi, sempre e comunque agli iscritti, mascherati dalle presunte finalità istituzionali!
Ma basta togliere il controllo della disciplina ed il potere illimitato di spesa che questo sistema dei mercanti e dei falsi tutori dei diritti facilmente implode.
E tutti noi sappiamo, e sicuramente lo sanno alcuni che leggono le mie note, il perché certe figure bazzicano tutt’ora le Istituzioni dello Stato, e che ultimamente hanno acquistato una certa visibilità, sicuramente neppure voluta, certamente fastidiosa. Mi riferisco, ad esempio, a Guido Alpa, ex Presidente del Consiglio Nazionale Forense, che può ben definirsi una delle menti ed il più grande “esecutore” nelle operazioni di svendita della Avvocatura Italiana. Gli occhi, e non solo i suoi, del “mondo di mezzo forense”, all’interno delle Istituzioni dello Stato. Ma qualcuno deve pur “sorvegliare” ed al contempo tessere quei rapporti di forza, trasversali, che vanno oltre la determinata colorazione politica, e che diventano e restino indispensabili a “protezione” e salvaguardia di un operato tenuto anno dopo anno che con la tutela dei diritti e con la difesa dei principi della Costituzione non hanno nulla a che fare. Perché guai se crollasse quel castello di norme, di connivenze e di omertà, che hanno permesso, e permettono anche adesso che scrivo, libertà totale per i Lupi in danno di tutti gli altri. E la cosa pazzesca: sono pochi rispetto alla platea numerosa degli avvocati italiani: e non ho ancora capito se sono sorprendentemente bravi Loro o troppo fessi e/o timorosi noi.
Avvocatoni” che ci parlano con periodica regolarità della importanza della Costituzione, ma che costantemente la Costituzione (http://documenti.camera.it/bpr/14611_testo.pdf) la “calpestano”, e che dimenticano, secondo convenienza, che l'Italia è una democrazia "sociale" e pluriclasse, e non una democrazia "liberale”, né, tantomeno, una democrazia fondata sulla “discrezionalità” e sull’abuso di chi bazzica le cc.dd. stanze dei bottoni o i loro amici; tanto la nostra Costituzione afferma con estrema "chiarezza"! È sconfortante scorgere come questi pseudo‑avvocati e tutori dei diritti abbiano occupato le Istituzioni forensi e da oltre un decennio, per il tempo che osservo in prima persona, e continuano ad umiliare costantemente, ed impunemente, Colleghi per bene, i diritti fondamentali che predicano nonché gli obblighi‑doveri della funzione rivestita. Cosa che in un certo senso inizia a fare anche “rabbia”.
Inutile pertanto dilungarmi oltre, chi vuol capire, ha materiale a sufficienza e la possibilità di recuperarlo perfino presso le Procure e le altre Istituzioni dello Stato e forensi denunce e materiale. La documentazione che allego alla presente è volutamente scarna per non far ammattire nessuno, parla chiaro e ben evidenzia determinate problematiche; ad ogni buon conto, io stesso resto a disposizione per ogni eventuale ed ulteriore chiarimento e/o approfondimento.
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Mi avvio alle conclusioni ribadendo, in considerazione dell’operato sino ad ora “vergognoso” oltre che “illegale” dei gestori della Cassa previdenziale e di tutti quanti erano preposti a vigilare, che la Repubblica difende e promuove ogni singolo individuo, in ogni istante della propria vita, e gli assicura, in applicazione dell’art. 38 della Costituzione, una previdenza ed assistenza “adeguata” perché possa affrontare, in mancanza di mezzi personali e fisici, malattia, mancanza di lavoro “rimunerato” per cause involontarie, vecchiaia e risorse finanziarie, la propria vita di relazione ed il sostentamento per se e propri familiari. Questa difesa e promozione è prevista dalla Costituzione direttamente fornita dallo Stato o in altre forme, ma sempre con integrazione da parte dello Stato. Tanto in ossequio al principio sempre presente nella nostra Repubblica e nella nostra normativa che la Previdenza obbligatoria e l’Assistenza Italiana di primo pilastro è Pubblica e non può essere sostenuta da privati. Inoltre la c.d. “Assistenza” consiste, contrariamente a quanto falsamente si predica, in aiuti a persone (colleghi) “bisognose” indipendentemente dalla loro storia lavorativa. E questo non dimenticandoci che nei sistemi a ripartizione – e Cassa Forense è un sistema a ripartizione come viene spiegato anche sul sito web dell’Ente – la Previdenza e la Assistenza hanno “confini indistinguibili”.
Dunque, COROLLARIO di questa PREMESSA, è che ogni forma di Previdenza ed Assistenza se non erogata direttamente dallo Stato, deve essere sottoposta al controllo Statale e le sue azioni ed eventi amministrativi devono essere compiuti nel pieno rispetto dell’art. 97 della Costituzione. E non con le modalità “criminali” che da sempre si denunciano.
E lo Stato risponde del cattivo operato anche di chi era preposto a vigilare e non lo ha fatto. Ed ancor più gravi saranno le responsabilità se nel tempo è stato puntualmente edotto di ciò che accadeva, e accade, ma che “sicuramente” già conosce, ed è stato oggetto persino di specifiche richieste di intervento fino a giungere a quelle, più e più volte reiterate, tra tante, di svincolati dagli obblighi e doveri della funzione di avvocato e sciolti dal giuramento nella sua vecchia formulazione. Altrimenti fino a che punto si può pretendere di non toccare il vino della botte (tutelando effettivamente i diritti ed anteponendo sempre l’interesse del Cittadino e del potenziale cliente‑assistito al proprio come le regole della funzione sociale dell’avvocato impongono) ed avere, al contempo, una moglie ubriaca (trarre sempre e comunque del profitto coinvolgendo il predetto Cittadino in prestazioni professionali inutile e dannose) ma ad opera dello stesso vino contenuto nella botte? In un solo modo (ed è così che funziona il sistema delle Casse insostenibili ed inefficienti per loro natura che muovono i Colleghi a violare le norme ed a mercificare ogni cosa sempre e comunque pena la costante minaccia di essere accompagnati alla porta della professione): ovverosia palesando che sulla carta si è avvocati ma non certo tutori dei diritti e delle Persone deboli.
Sino ad ora sono state inoltrate approfondite denunce che nella loro estensione hanno evidenziato e significato quante distrazioni di fondi ed anomalie siano attualmente in corso da parte degli organi istituzionali che governano i COA Italiani, la Cassa previdenziale forense e tutti gli altri enti che vi sono collegati. Persino denunciando, descrivendo e documentando il “danno erariale” dagli stessi arrecato e in atto. Compreso quello degli Ordini territoriali che, solo in apparenza, non potrebbero originarlo, in quanto risultano finanziati unicamente dal contributo degli iscritti, ma che invece, immersi nel sistema organizzato e documentato, essi stessi lo originano… eccome! (v. allegati). Ciò si verifica anche nelle altre Casse di Professionisti ed enti loro connessi.
Ma queste denunce non sono mai state riscontrate nel modo adeguato, neppure dagli organismi e dirigenti ministeriali preposti a vigilare e controllare che si agisse “nel rispetto dei diritti e dei doveri (v. art. 28 Cost.)”.
È oramai “inequivocabile” che le mie accuse documentano un tipo di azione “mafiosa” ed al punto da ritenere che ormai solamente le DDA (Direzioni Distrettuali Antimafia) dei capoluoghi possono trattare la pratica direttamente e correttamente.
A ben vedere, infatti, secondo la Cassazione “la forza intimidatrice” di un’organizzazione mafiosa può derivare, oltre che dalla violenza, anche dalle “contiguità politiche ed elettorali” e dal sistematico ricorso al “metodo corruttivo” per determinare un “sostanziale annullamento della concorrenza o di nuove iniziative da parte di chi non aderisca o non sia contiguo al sodalizio”. Come dire: per intimidire qualcuno non bisogna per forza presentarsi come esponente di un determinato clan affiliato alla camorra, alla ‘ndrangheta o a Cosa nostra. Ma basta avere a che fare con un’organizzazione ramificata e capace di esplicitare la propria forza e dunque l’eventuale vendetta grazie ai legami con ambienti diversi: siano essi quelli della Pubblica amministrazione o della politica. Un principio che in pratica “disegna” l’esistenza di nuove mafie. E quella che negli ultimi anni sta falcidiando l’avvocatura irreprensibile, nell’indifferenza generale, è una di queste.


LE INVASIONI BARBARICHE 08/04/2011 - Daria Bignardi intervista Manolo




Caro Ministro del Lavoro, e qui mi rivolgo anche a lei. Ci si vanta proprio in questi giorni del pacchetto di norme anticorruzione di prossima approvazione. Da un certo punto di vista mi verrebbe anche da sorridere, perché mi domando se ci saranno anche gli “avvocati infiltrati” negli enti istituzionali – Pubblici – forensi di ogni tipo e livello e quanti ad essi collegati e/o in qualche modo dipendenti. Inoltre mi chiedo se il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali il quale, a mezzo del proprio Dirigente, ha persino avuto persino il coraggio, ed in modo assolutamente vergognoso, di affermare che gli avvocati che non trattano da mercanzia i Cittadini che gli si parano davanti non hanno i requisiti di permanenza professionale (v. allegato):
È a conoscenza detto Ministero di come sono effettivamente organizzate le Casse dei professionisti ed in particolare la Cassa Forense?
È a conoscenza detto Ministero di come sono organizzati “I COA” nazionali e gli altri enti istituzionali in rappresentanza degli Avvocati?
– Sono mai oggetto di indagine le singole disposizioni finanziarie quotidiane di questi enti? È stata mai ricostruita la gestione economica patrimoniale e finanziaria di ogni singolo ente come coincidente con “I bilanci” presentati nell’ultimo decennio? È stata mai ricostruita la dinamica dei versamenti degli Avvocati come esattamente corrispondenti all’esecuzione dei principi di legge e della carta costituzionale? Sono state le spese di questi enti verificate se effettuate secondo la previsione delle leggi della Repubblica e per la Previdenza ed assistenza degli Avvocati? Sono stati controllati “I regimi” di spesa e dei rimborsi che lucrano gli amministratori e gli eletti se corrispondenti alle “finalità” delle norme in vigore? È stato controllato il regime di spese con “I fornitori” se adeguato alle finalità dell’ente stesso? È stato verificato se gli assunti non siano in conflitto di interessi con gli amministratori ed eletti? È stato verificato se il numero degli assunti è proporzionato alle incombenze necessarie?
– Sono state mai oggetto di indagini le carriere e le relazioni dei singoli amministratori ed eletti? È stato verificato se vi sia stato incremento di relazioni e di pratiche di studio dopo l’insediamento degli eletti?
– Sono state mai verificati “I comportamenti” e le azioni finanziarie dei singoli eletti al fine della verifica della loro legittimità e delle violazioni delle norme sul passaggio di somme in nero tra professionisti e del riciclaggio di capitali?
– Sono stati mai oggetto di indagini “I benefici” concessi e le pensioni liquidate, se tutte erogati nel rispetto dell’art. 97 della Costituzione?
– Quando ultimo controllo di spese dei singoli COA e degli altri enti?
– Quando ultimo controllo dei casi di effettivo intervento in aiuto dei colleghi bisognosi se corrispondono a realtà non equivoche?
– Quando ultimo controllo sulle spese e gli investimenti a tutela del patrimonio e dei capitali liquidi a disposizione della Cassa e degli altri enti?
– Quanto alla Cassa conosce se il Collegio dei sindaci, a seguito delle adunanze, ha sempre ossequiato l’obbligo‑dovere della verifica immediata della legittimità delle delibere medesime? E se, e quando, non arrivano a “Chi” di dovere i verbali del Collegio dei sindaci che denuncino una criticità, o non arrivano alla Corte dei conti o all'Ispettorato generale di finanza, cosa accade a quelle delibere “illegittime”? Possiamo forse considerarsi legittime e lecite per il solo fatto che “nessuno” degli addetti alla “catena di montaggio” azioni il “pulsante rosso” e tutti lasciano passare tempo su tempo nel silenzio generale??!
Mi chiedo cosa stia a fare il Collegio, visto che non sono lì solamente per assistere alle delibere in cui si decidono sugli aumenti dei propri compensi, ma presenti per verificare che l'andamento della Cassa avvenga “sempre” secondo i princìpi di buon andamento dell’azione secondo le finalità e la mission istituzionale dell'Istituto e nel rispetto di tutti quei principi che lo stesso ente ben racchiude in due incisi della sua regolamentazione: operare “(…) imprescindibilmente nel rispetto dei principi della Costituzione della Repubblica Italiana” nonché quello che parimenti ed inequivocabilmente statuisce che “(…) Cassa Forense non tollera comportamenti illeciti, di qualsiasi tipo ed indipendentemente da qualsiasi finalità” (v. gli allegati).
– E’ a conoscenza il Ministro del Lavoro di tutte le istanze le segnalazioni e le denunce che sono state fatte da questo avvocato quasi da quando si è abilitato ed ha avuto contezza delle porcherie e contradizioni Istituzionali e che appena qualche settimana fa sono state liquidate da un collaboratore del suo ministero come “corrispondenza di pari tenore”; tra l’altro incaricati ed addetti proprio alla vigilanza ed ai controlli, ma nessuno dei quali, mi risulta, e per quanto di grave avvenuto sia stato rimosso o abbia anche solo fatto accenno a delle “doverose scuse” all’intera avvocatura prima ancora che allo scrivente per quanto dichiarato in un atto formale ed ufficiale della Repubblica (v. allegato con richiesta di destituzione del DG previdenza).
Le tante istanze non le replico neppure, ma le intendo qui per integralmente trascritte sempre in che qualcuno si azioni. Rinviando il medesimo Ministero e Ministro del Lavoro, che dice di essere dalla parte del Cittadino “e non dei corrotti”, e che allora dovrebbe stare dalla parte della avvocatura irreprensibile anche quando economicamente in difficoltà, a quanto già protocollato.
Non basta, e non mi basta, che si faccia propaganda parlando di Giustizia sociale. Si è esposto anche oggi quanto basta per agire con dei “fatti concreti”.
Concludo dicendo che prima di affermare, come apprendo oggi dalla stampa, che al Mef, o più in generale nei ministeri, qualcuno “rema contro”, e indispensabile comprendere “Il Perché” delle loro condotte.
* * *
Per i motivi di cui innanzi e di quanto negli allegati, che dovranno intendersi parte integrante di questa mia ulteriore denuncia, chiedo che venga valutato se i fatti esposti integrino illeciti penali per qualsivoglia reato che la S.V. vorrà ravvisare; se vi sia una penale responsabilità in capo agli 80 attuali delegati della Cassa, al suo Presidente pro tempore ed ai Presidenti degli Ordini territoriali ed i collegati Consigli Distrettuali di Disciplina, che nulla fanno nonostante i doveri e gli obblighi di legge e pur se a conoscenza di quando accade; e/o ad altre persone che eventualmente risulteranno, in seguito ad attività investigativa, essere compartecipi e responsabili di quanto già descritto e denunciato nell’indifferenza generale compresa quella delle Istituzioni (i ministeri) preposti a precisi vincoli di controllo (v. allegati).
Chiedo, inoltre, di essere avvertito nel caso in cui dovesse aprirsi un procedimento penale e, nell’ambito di quest’ultimo, chiedo, ai sensi degli artt. 405 e 408 c.p.p., che mi sia notificato (all’indirizzo dello Studio Legale o via p.e.c. all’indirizzo mail@pec.ulisso.it) una eventuale richiesta di proroga dei termini delle indagini preliminari o di archiviazione del procedimento.
Con riserva di altri produrre ulteriore documentazione nonché di indicare eventuali testimoni, mi dichiaro disponibile ad essere ascoltato dalle competenti autorità per fornire “ogni ed ulteriore” delucidazione in merito alle articolate vicende di cui sopra e agli allegati.

L'immagine può contenere: pianta, albero, spazio all'aperto e natura
Foto di proprietà di Gabriella Filippone








Pincopallinolandia, addì 22 Settembre 2018.
Avv. Pincopallino verde
“Se inviata a mezzo P.e.c. la firma è apposta digitalmente ad ogni effetto di legge.”








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POSCRITTO: Ho sempre documentato il venir meno di almeno un requisito di iscrizione all’Albo degli avvocati per il Presidente dell’Ente previdenziale ed i suoi 80, attuali, delegati, seppure nella indifferenza di tutti gli organi preposti, compresi i 26 Consigli distrettuali di disciplina ed i suoi Consiglieri. In verità solo il Consiglio distrettuale di disciplina di Torino ha avuto quantomeno il coraggio, e se ne da merito, di “aprire” un procedimento disciplinare accertativo, sebbene, poi, lo abbia chiuso dopo molti mesi senza acquisire la documentazione indicata e pur essendovi in capo al predetto delle precise norme che gli attribuivano le competenze ed i poteri specifici che ho più volte documentato in esposti.
Cancellazioni dall’Albo, decadenze dalle poltrone o impedimento a poterle raggiungerle per molti avvocati Apicali, ed i loro sodali, che avverrebbero semplicemente sanzionando, lo ripeto ancora una volta, “norme alla mano”, gli illeciti “visibili”. Perché, chiaramente, qualora si decidesse di voler ripulire le Istituzioni forensi, quindi adoperandosi per il sequestro coattivo delle registrazioni audio ex art. 30 dello Statuto dell’Ente indicate nelle mie infinite denunce, beh, ci sarebbe una tale amplificazione di gravi abusi ed omissioni d’ufficio, e dunque degli illeciti, che la radiazione dall’Albo degli avvocati di questo sistema oramai delinquenziale sarebbe per tanti cosa più che certa.
Pensare che lo stesso Presidente della Repubblica ha affermato di recente, il 15 settembre scorso, in occasione della presentazione della nuova veste grafica de la Gazzetta del Sud e il Giornale di Sicilia: “L’incondizionata libertà di stampa costituisce elemento portante e fondamentale della democrazia e non può essere oggetto di insidie volte a fiaccarne la piena autonomia e a ridurre il ruolo del giornalismo.”.
E la Libertà degli avvocati ?
Presidente Mattarella; come può allora restare indifferente a quello che è accaduto e accade nell’Avvocatura italiana e che ben conosce?! Situazioni artefatte che minano Libertà, autonomia ed indipendenza degli avvocati Liberi e rispettosi della Funzione sociale per mano di avvocati che a par mio è una vergogna anche soltanto che possano risultare iscritti all’Albo; e che proprio voi, governanti ed amministratori del bene Pubblico, contribuite persino a far apparire come “meritevoli” anche se meritevoli, come nuovamente denunciato, non lo sono affatto.
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Basterebbe semplicemente che lo Stato, da buon pater familias, togliesse prontamente agli avvocati il “privilegio‑potere” di controllare disciplinarmente se stesso unitamente alla potestà, de facto illimitata, di imporre contributi per finte finalità istituzionali e ciò sarebbe sufficiente a far crollare il sistema delinquenziale forense e a far si che la legalità possa perfino ripristinarsi agevolmente da se.
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È di tutta evidenza che questa comunicazione deve intendersi, per i destinatari, dalla data di ricezione, quale « esplicita richiesta » ai sensi ed effetti degli artt. 323 e 328 del Codice penale in combinato disposto con gli artt. 28 e 54 Cost.

Note:
(1)  https://1drv.ms/v/s!Ak9IQU9HmPiOiXRMyoYwJLkUP-Vz ;
(2)  http://documenti.camera.it/leg17/resoconti/commissioni/stenografici/html/27/indag/c27_assistenziale/2017/09/21/stenografico.0073.html (altra documentazione sul tema fa parte di altre note/esposti/denunce in mio possesso e che qui non è possibile allegare e/o citare compiutamente);
(3)  https://1drv.ms/v/s!Ak9IQU9HmPiOjVq4Afu5GirMwSc8 e confronta con quanto affermato dal Presidente di Adepp nel documento di cui alla seguente nota nr. 4, nonché ascolta le seguenti dichiarazioni: https://1drv.ms/v/s!Ak9IQU9HmPiOjVnnUPz9RnHYGl_H ;
(4)  https://1drv.ms/b/s!Ak9IQU9HmPiOlRl1WaEJ5IRHJuXM , Prot. 199/16, del dott. Alberto Oliveti: “In merito alla Sua richiesta di cui all’oggetto si informa che l’AdEPP (Associazione degli Enti di previdenza privati) non è in possesso dei dati tecnici circa la sostenibilità delle Casse associate”;
(5)   https://www.italiaoggi.it/news/download-pdf?idart=2278378&ricerca= da ITALIAOGGI - NUMERO 145 PAG. 28 DEL 21/06/2018; o ancora dal sito istituzionale di Adepp http://www.adepp.info/2018/06/fondo-intercategoriale-oliveti-a-italia-oggi-in-adepp-una-commissione-ad-hoc/ ;
(6)  Esempio di condotta disciplinarmente rilevante e sanzionabile solo per i normali avvocati (da notare il marchio reclamizzato…):
 https://1drv.ms/v/s!Ak9IQU9HmPiOiSirrdeDb9KJhYXB ;
(7)  Nunzio Luciano a ilSole24ore: “…noi abbiamo un’autonomia economica e finanziaria e problemi di sostenibilitàhttps://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2016-11-22/sanatoria-ruoli-ipoteca-casse-133855.shtml?uuid=AD9mFFzB .
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Seguono allegati:
(in foglio e/o file .pdf separato)
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Fonte:  Ulisse Io  






















GHALI - Cara Italia




















Giuridica News | Avv. Gabriella Filippone


«La differenza tra le persone sta solo nel loro avere maggiore o minore accesso alla conoscenza» (Lev Tolstoj)
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