Affrontando con voi il tema delle prossime elezioni del Comitato dei delegati di Cassa forense propongo una sintesi della nota-esposto di un collega avvocato.
Nome e cognome reali vengono omessi per ovvi motivi di privacy.
Si e’ preferito qui fare uso di un buffo psedonimo. Il testo in accordo con l'autore è stato da me liberamente sintetizzato, aggiundo altresì foto di mia proprietà per alleggermi il carico della lettura nonché della comprensione del lungo testo, nonché per dare una nota di colore verde in omaggio allo pseudomino adottato del Collega che comunque come vedrete a fondo testo ci fornisce il testo originale della sua nota-esposto.
L'OGGETTO DELLA NOTA-ESPOSTO: SISTEMA DELINQUENZIALE CON PROTEZIONI MULTILIVELLO NELLE ISTITUZIONI FORENSI E FUNZIONARI MINISTERIALI INFEDELI. CASSA PREVIDENZIALE FORENSE E GRAVI ILLECITI. RICHIESTA DI RIPRISTINO DELLA LEGALITÀ CON CONTESTUALE ISTANZA DI INTERVENTO PER L’ANNULLAMENTO DELLE ELEZIONI INDETTE PER IL RINNOVO DEL COMITATO DEI DELEGATI, QUADRIENNIO 2019/2022, PER SUSSISTENZA DI UN INTERESSE PUBBLICO CONCRETO, OBIETTIVO, COLLETTIVO ED ATTUALE.
Settembre 2018 | Avvocato Gabriella Filippone | Rassegna e commenti notizie on line
Avv. PINCO PALLINO VERDE DI PALLINOLANDIA
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Direzione Investigativa Antimafia
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Corte d’Appello dell’Aquila
Corte d’appello di Potenza
Corte d'appello di Reggio Calabria
Corte d'appello di Catanzaro
Corte d'appello di Salerno
Corte d'appello di Napoli
Corti d’appello Bologna
Corte d'appello di Trieste
Corte d’appello Roma
Corte d'appello di Genova
Corte di appello di Brescia
Corte d’appello di Milano
Corte d'Appello Ancona
Corte d'appello di Campobasso
Corte d'appello di Torino
Corte d’appello di Bari
Corte d'appello di Lecce
Corte d'Appello di Cagliari
Corte d'Appello di Caltanissetta
Corte d'appello di Palermo
Corte d'appello di Catania
Corti d’appello di Messina
Corte di Appello di Firenze
Corte d'appello di Trento
Corte di Appello di Perugia
Corte d'appello di Venezia
* * *
Corte Suprema Cassazione Roma
Corte dei Conti
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Giustizia
Dott. Alfonso Bonafede
Ministero della Giustizia
Dipartimento
della Giustizia Civile
Direzione Generale degli Affari Civili e
Libere Professioni
Commissione parlamentare di
controllo sull'attività degli enti gestori di
forme obbligatorie di previdenza e
assistenza sociale
e Ufficio della Camera dei deputati che
si occupa delle Commissioni di inchiesta,
vigilanza e controllo nella XVII legislatura
Dott. Matteo Salvini
Vice Presidente del Consiglio dei Ministri
Presso Ministero dell'Interno
Ministro del Lavoro e delle politiche
sociali Dott. Luigi Di Maio
Presidente dell'Autorità Nazionale
Anticorruzione
Dott. Raffaele Cantone
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e del Mercato
Altre
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OGGETTO: SISTEMA DELINQUENZIALE CON PROTEZIONI MULTILIVELLO NELLE ISTITUZIONI FORENSI E FUNZIONARI
MINISTERIALI INFEDELI. CASSA PREVIDENZIALE FORENSE E GRAVI ILLECITI. RICHIESTA DI RIPRISTINO DELLA
LEGALITÀ CON CONTESTUALE ISTANZA DI INTERVENTO PER L’ANNULLAMENTO DELLE
ELEZIONI INDETTE PER IL RINNOVO DEL COMITATO DEI DELEGATI, QUADRIENNIO
2019/2022, PER SUSSISTENZA DI UN INTERESSE
PUBBLICO CONCRETO, OBIETTIVO, COLLETTIVO ED ATTUALE.
Spett.li
Autorità,
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Lo scrivente, "Avv. Pincopallino verde", con la presente nota‑esposto, corredata da allegati, rappresenta ed espone, per le opportune azioni di vostra competenza, i “fatti” qui di seguito denunciati. Da diverso tempo segnalo quanto di grave accade all’interno della avvocatura italiana, nell’inezia di chi, preposto a vigilare e controllare, non si è in alcun modo adoperato per porre un
freno a molteplici comportamenti “illeciti”. Questo perché si sono ben
“consolidati”, negli ultimi anni, taluni meccanismi ed accordi fraudolenti, concretizzatisi in un misto di omertà, connivenze e collusioni tra i
vertici nazionali e locali delle Istituzioni forensi (compresi gli organi
di controllo disciplinare e di irrogazione delle sanzioni, che dovrebbero
garantire il Cittadino dalla corruzione), e la politica nazionale e varie
Istituzioni di Stato ad opera di funzionari ministeriali infedeli. Molti principi, afferenti a valori
assoluti e costituzionalmente
garantiti, vengono calpestati nel
silenzio generale a causa di un sistema con più livelli di protezione.
Eppure in questi giorni persino il Presidente della Repubblica (www.quirinale.it del 12-9-2018) assicura che: “Alla base della democrazia due
colonne stanno, entrambe salde: la libertà e la giustizia” … “ La
Costituzione) vale per tutti, senza aree di privilegio per nessuno, neppure se
investito di pubbliche funzioni; neppure per gli esponenti politici. Perché
nessun cittadino è al di sopra della legge. La Repubblica e la sua
democrazia sono presidiate da regole. Il rispetto di queste è indispensabile:
sempre, quale che sia l’intenzione di chi si propone di violarle”.
Le problematiche sono diverse, la
mole dei dati rende pressoché impossibile l’invio completo a mezzo di posta
cartacea o telematica; pertanto mi soffermerò principalmente sulla Cassa previdenziale forense e sulle prossime “manipolate” – e
spiegherò fra breve il perché – elezioni
per il rinnovo delle cariche (quelle del c.d. Comitato dei delegati)
“finalizzate” al mantenimento della “gestione clientelare ed affaristica”
dell’Ente Pubblico predetto affinché resti “funzionale” al sistema di cui
all’oggetto. Dimostrerò come semplici ed apparentemente banali accadimenti,
documentati e documentabili, siano de
facto strumentali al “sistema delinquenziale con protezioni multilivello” descritto nelle mie denunce.
Il consolidamento dei Poteri di
“certuni” avvocati, che li abusano per i fini personalistici e di cricca, degenera con l’approvazione della nuova
Legge professionale forense.
Foto di proprietà di Gabriella Filippone |
L'allora Presidente
del Consiglio dei Ministri e Sen. a vita Mario Monti, alla conferenza stampa del 23-12-2012, dichiarava testualmente (1): “…Noi abbiamo avuto nelle ore di vita di questa legislatura, in Senato,
qualche cosa che ahimè è molto illuminante sulle priorità accordate da alcune
forze politiche, in quel caso più di una forza politica va detto, alle diverse
misure. Perché per ragioni di tempo ci si trovava a dover fare una scelta tra
l’approvazione definitiva alle misure alternative alla detenzione, ricordate
anche le parole del Capo dello Stato sull’indegno stato delle carceri in
Italia, o invece di portare fino in fondo l’approvazione della legge di riforma
forense che, al di là di alcuni altri aspetti, non aiuta i giovani avvocati,
non disciplina l’accesso alla professione che presenta un numero di membri,
credo che sia un record internazionale, e aumenta solo i poteri degli
organi rappresentativi dell’Avvocatura. …”.
Manolo il Mago
Una parentesi della blogger: A Mario Monti e il suo "mazzolin di fiori che vien dalla montagna" nazional-popolare nonché bocconiano preferisco chi massone non è e non collabora con o per le banche e che ha davvero scalate le montagne: Maurizio Zanolla, noto ai più semplicemente come "Manolo". Lui non si fregia sic et simpliciter del cognome "Monti", come un certo Mario. Manolo le montagne le scala davvero. Un vero arrampicatore.
Intervista a Manolo ( Maurizio Zanolla )
Altra licenza della signora avvocato blogger:
"RUDOLPH STEINER in Cronaca dell'Akasha - Libro La Scienza Occulta - Rudolf Steiner
"RUDOLPH STEINER in Cronaca dell'Akasha - Libro La Scienza Occulta - Rudolf Steiner
"Tutto ciò che si nutre di emozioni negative, di ansia, paura e superstizione, disperazione o dubbio sono in realtà forze ostili nei monti super sensibili che lanciano degli attacchi crudeli sugli esseri umani, mentre loro ne vengono nutriti."
“Ci sono esseri nei mondi spirituali per i quali ansia e paura che emanano gli esseri umani, sono un ottimo cibo. Quando gli esseri umani non hanno né ansia nè
paura, queste creature muoiono di fame. Coloro che ancora non sono sufficientemente convinti di questa affermazione, possono comprenderla solo come qualcosa con cui si fa un paragone. Ma per coloro che hanno dimestichezza con questo fenomeno, esso è una realtà. Se ansia e paura irradiano dalle persone e sfociano nel panico, allora queste creature trovano nutrimento perfetto e diventano sempre più potenti. Questi esseri sono ostili verso l’umanità.
Tutto ciò che si nutre di emozioni negative, di ansia, paura e superstizione, disperazione o dubbio sono in realtà forze ostili nei monti super sensibili che lanciano degli attacchi crudeli sugli esseri umani, mentre loro ne vengono nutriti.
Quindi è soprattutto necessario, tanto per cominciare, che la persona che entra nel mondo spirituale, superi paura, senso di impotenza, disperazione e ansia. Ma questi sono esattamente le emozioni che appartengono alla cultura contemporanea e al materialismo perché estraneano le persone dal mondo spirituale e perché questo materialismo è particolarmente adatto per evocare impotenza e paura dell’ignoto e questo fa sì che vengano chiamate queste forze ostili sopraccitate che agiscono contro gli esseri umani”
Fonte: Cronaca dell'Akasha - Libro La Scienza Occulta - Rudolf Steiner
Fonte: Cronaca dell'Akasha - Libro La Scienza Occulta - Rudolf Steiner
Organi rappresentativi che negli ultimi mesi, sempre con i giusti allacci della
politica, affermano di voler consolidare
la figura dell’avvocato nella Costituzione, ma che, in realtà, rafforzando
ulteriormente i Poteri degli organi rappresentativi e, in particolare, del Consiglio Nazionale Forense, cercano
solamente di “blindare” ulteriormente
quel sistema “corrotto” che appresso dimostrerò con “casi concreti”.
Come se non gli bastasse
l’uso distorto e illecito che hanno
fatto già delle recenti norme, utilizzando
artificiosamente persino la “leva
previdenziale” per sfoltire gli Albi e compiendo dei veri e propri “reati”
tutt’ora impuniti;
tanto accade nel silenzio di quanti,
vigilanti e controllori dello Stato, avrebbero dovuto intervenire e non coprirne gli illeciti. A riprova di come tutto sia a gestione
elitaria, nonostante i gravissimi
problemi in cui versa il comparto forense, tra i temi da trattare al XXXIV
Congresso Nazionale Forense (4-6 ottobre p.v.), manca qualsiasi riferimento
alla situazione “previdenziale”; come
se il problema non esistesse; ed infatti per la avvocatura in bonis non esiste. E' così che agiscono: creano dei sistemi
totalmente estranei alla base, in cui è il potere ed il denaro
distribuito dai vertici a tenere "fedeli" gli
istituzionalizzati d’ogni livello ed i cortigiani che li sorreggono.
Foto di proprietà di Gabriella Filippone |
Andiamo con ordine.
Questo Potere che ha da tempo deviato dai suoi “doveri” Pubblici, e già documentato in alcune mie note‑denunce che si allegano, ha bisogno di essere alimentato. Questo avviene sia attraverso norme e regolamenti – ma anche particolari sentenze del Consiglio Nazionale Forense – studiatamente calibrati per nascondere, ed abilmente direi, dietro le presunte “finalità” istituzionali, alla stragrande maggioranza dei Colleghi, “i limiti” dell’imposizione economica che genera le risorse economiche, che attraverso la possibilità di creare poltrone e posizioni varie da “assegnare” a proprio piacimento e vantaggio a quel gran carrozzone di avvocati indegni che sono alle loro corti; oppure “ai terzi” che orbitano nelle loro grazie e che del tutto estranei non sono quasi mai.
Si pensi ad esempio, uno tra
tanti, e “per agevolare la comprensione”,
al c.d. sportello del cittadino. La Legge partorita da menti
comunque abili tra i quali Guido Alpa prevede che gli oneri derivanti dall’espletamento delle attività – art. 30 – siano
posti a carico degli iscritti a
ciascun albo, elenco o registro ai sensi dell’art. 29, comma 3: “Per provvedere alle spese di gestione e a
tutte le attività indicate nel presente articolo e ad ogni altra attività
ritenuta necessaria per il conseguimento dei fini istituzionali, per la tutela
del ruolo dell'avvocatura nonché per l'organizzazione di servizi per l'utenza e
per il miglior esercizio delle attività professionali il consiglio è
autorizzato: a) a fissare e riscuotere un contributo annuale o contributi
straordinari da tutti gli iscritti a ciascun albo, elenco o registro; b) a
fissare contributi per l'iscrizione negli albi, negli elenchi, nei registri,
per il rilascio di certificati, copie e tessere e per i pareri sui compensi.”. Il comma 4, però, statuisce che “L'entità dei contributi di cui al comma 3
è fissata in misura tale da garantire il pareggio di bilancio del consiglio”. Praticamente non si pongono dei veri e propri limiti.
Ebbene, se si va poi a dare una occhiata ai Regolamenti “Caserecci” partoriti
dagli Apicali del CNF, si scopre che altre norme (in questo caso le “Norme per le modalità di accesso allo
Sportello del cittadino”, ad esempio) sono contenute nel “Regolamento CNF 19 aprile 2013, n. 2”. Scorrendo quest’ultimo, tra
tante cose si legge, che “Il Consiglio
dell’Ordine non trattiene alcun documento fornito dall’utente e non redige
alcun verbale in relazione al servizio prestato.” …ed anche le spese che
non possono essere verificate dagli iscritti trovano “sempre” il giusto
posticino nei bilanci! . Non credo che si possa
aggiungere altro sul punto senza mettere in dubbio intelligenza, conoscenza, e
capacità di ragionamento del lettore
medio.
Un intreccio di norme e di regolamenti con i quali si “confezionano” secondo necessità, per
fini Istituzionali di mera facciata,
posizioni di comodo che spesso niente hanno a che vedere con l’interesse del
Cittadino e quello del recupero di
efficienza del comparto forense ovvero di miglioramento delle performance
del settore Giustizia “se poi”
proliferano avvocati “amici”, ed
amici degli amici e terzi non propriamente estranei; ed invece messi alla porta quelli più meritevoli per
quelle questioni di censo documentate nelle mie denunce e che, oltretutto, la
Legge professionale “vieta espressamente”.
Un potere quasi illimitato che si è arrivati ad “ostentare” perfino auto‑attribuendosi
stipendi (v. il Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin,
all’AGORA' del 17-12-2015),
elargendo prebende per legare a sé i mercenari e gli accattoni del comparto,
circondandosi persino di uno staff ad hoc
lautamente remunerato e funzionale alla voce del Padrone: si pensi, ad esempio,
al quotidiano “Il Dubbio”, che tra l’altro non ha avuto alcuna diffusione tra i
cittadini, il cui costo è stato imposto agli
avvocati per le deprecabili finalità di pochi.
Sebbene si legga ripetutamente che
dall'attuazione dei regolamenti e quant’altro non devono derivare nuovi o
maggiori oneri a carico della finanza pubblica, questo, a ben approfondire, “non è affatto vero”
se consideriamo che stiamo parlando di un sistema che si adopera da tempo per
violare la Costituzione e le finalità cui sono preposte certe norme, abusando delle funzioni Pubbliche
rivestite e provocando “danno erariale”
(v. allegati).
Un sistema di clientelismo, voto di
scambio, finanziamenti pilotati, corruzione; sistema ben rodato dagli
istituzionalizzati forensi ed oramai “di dominio pubblico”. Questa la beffa
più grande: “viene tutto fatto alla luce
del sole”. Esiste una avvocatura Apicale ed Istituzionale che ha
“introiettato” modelli comportamentali propri delle mafie.
Chi non fa parte di
questo giro o non proviene da famiglie affermate e “tentacolarizzate” del foro,
deve obtorto collo adeguarsi per
riuscire a malapena a sopravvivere. In caso contrario, subire emarginazioni,
intimidazioni e/o sanzioni (v. infra), magari proprio in nome di quei principi
quali “onestà”, “integrità”, “lealtà” e “correttezza” che nell’ambiente forense
attuale “NON ESISTONO PIÙ” ma che vengono sistematicamente utilizzati come
“strumenti” di ricatto. Con buona
pace di ogni vincolo della legge professionale forense che statuisce, a titolo
esemplificativo e non esaustivo, all’art. 1, che nel “(…) rispetto dei principi costituzionali,
della normativa comunitaria e dei trattati internazionali” si
regolamenta la funzione sociale dell’avvocato “(…) nell’interesse pubblico” al fine di “(…) garantire la tutela degli interessi individuali e collettivi sui
quali essa incide”, di tutelare “l’affidamento
della collettività e della clientela, prescrivendo l’obbligo della correttezza
dei comportamenti” e, tra tanto altro, favorire l’ingresso e l’accesso alla
professione “(…) con criteri di
valorizzazione del merito”!
Foto di proprietà di Gabriella Filippone |
Ed è davvero curioso come gli stessi apicali mantengano
saldamente le poltrone, anche quando calpestano quelle più “elementari” regole
di condotta che sono requisito
fondamentale per mantenerle, e persino requisito
di permanenza all’Albo degli avvocati (vedi allegato “ULISSE - NUNZIO
LUCIANO-signed” ad esempio pagg. 10, 18-23, 42-43 ; e negli anni
ne ho inviate tante di denunce mentre ognuno ha continuato a fare impunemente
gli “affaracci” suoi). I Codici di condotta statuiscono che “(…) I destinatari del Codice operano
imprescindibilmente nel rispetto dei principi della Costituzione della
Repubblica Italiana, …”, vietano categoricamente di utilizzare l’Ufficio per
perseguire fini o per conseguire benefici personali ed altresì vietano di
avvalersi della posizione ricoperta nell’Ufficio per ottenere utilità o
benefici nei rapporti esterni, anche di natura privata. Addirittura per la
Cassa previdenziale, il modello
anticorruzione afferma e ribadisce che “(…) Cassa Forense non tollera comportamenti
illeciti, di qualsiasi tipo, indipendentemente da qualsiasi finalità.”.
E non solo la stessa Legge professionale 247/2012 si apre, come detto,
affermando proprio all’art. 1, di disciplinare la professione di avvocato “(…) nel rispetto dei principi
costituzionali, della normativa comunitaria e dei trattati internazionali”; e continua dichiarando, all’art. 2, l’obbligo
della “libertà autonomia ed
indipendenza”, ed il dovere di garantire al Cittadino “l’effettività della tutela dei diritti”, ribadendo che l’avvocato “è
soggetto alla legge e alle regole deontologiche” ed all’art. 3 che
“L'esercizio dell'attività di avvocato deve essere fondato sull'autonomia e
sulla indipendenza dell'azione professionale e del giudizio intellettuale.”
(v. ed ascolta proprio Andrea Mascherin in
merito, da testuale citazione: “ribadito il concetto, casomai
qualcuno non lo avesse capito, risiede nell’articolo uno, ma vi faccio
osservare come venga inserito il principio fondamentale, nell’interesse sempre
pubblico, sempre del Cittadino, della libertà. Neppure per i magistrati il
nostro sistema prevede il principio della specificità della libertà. I
magistrati devono essere indipendenti, devono essere autonomi, devono essere
terzi, ma liberi in tutto il panorama normativo, sono solo, devono essere solo
gli avvocati. Voi capite che liberi è qualcosa di ulteriore, di superiore,
rispetto ad autonomo ed indipendente.”).
Foto di proprietà di Gabriella Filippone |
Gli
80 delegati sono sempre stati tutti, e lo sono ancora, al loroposto! “Tranquilli…”.
E lo è persino il Presidente Nunzio Luciano, il cui
comportamento avevo nuovamente già denunciato alle procure nientemeno che molti
giorni prima dell’ultimo deposito cartaceo, brevi
manu, del 2018 presso la Procura della Repubblica di Pesaro, e di
molto in anticipo rispetto alla sua ultima “farsa” segnalazione all’Organismo
di Vigilanza (v. allegato) necessitata perché “sgamato” dalle mie pressanti
segnalazioni.
Nonostante le puntuali ed infinite denunce agli addetti al
controllo disciplinare e alle altre Istituzioni ed Autorità preposte a ben più
“invasivi” interventi i loro
“meccanismi di protezione” hanno funzionato, e funzionano, come da copione.
Eppure
già questa sua grave ultima omissione e la mia precisa denuncia, unitamente al tentativo disperato, avvalendosi della
propria posizione Apicale, di rendermi bersaglio isolato di rappresaglie, e lo
ribadisco, “norme alla mano tutte
documentate”, lo vorrebbe “rimosso”, ed anche con biasimo, dalla carica di
Presidente, e da quella di qualsivoglia altra funzione all’interno della Cassa
previdenziale. Fermo restando che in un mondo forense ossequioso delle regole ci sarebbe senz’altro posto anche per quella
che il Presidente ed Avvocato Nunzio Luciano chiama “espulsione dal sistema”
(sono queste le parole pronunciate dal Presidente
nell'intervento del 28 gennaio 2016, all'Incontro della Rete dei Comitati di
Pari Opportunità e che palesano chiaramente come funziona _‘o sistema_) che in realtà è la
cancellazione dall’Albo, sino alla sanzione della radiazione, qualora le
Autorità acquisissero la documentazione in possesso dell’Ente previdenziale che
ho più volte diffidato dal distruggere (v. allegati).
Parimenti sarebbero sanzionabili gli avvocati degli
altri enti ed organi istituzionali che hanno fornito pareri “compiacenti”, come
quelli del Cnf e poi utilizzati addirittura dai ministeri vigilanti, “in – palese – violazione di diritti” e dei più basilari principi della
Costituzione, negli ultimi anni, per legittimare sotto la sola formale
apparenza le condotte illecite tenute e che tali pur sempre restano.
Foto di proprietà di Gabriella Filippone |
NON
VENGONO TOCCATI. SONO TOTALMENTE IMMUNI.
Questo perché le sanzioni disciplinari causerebbero
la perdita delle poltrone, e/o delle posizioni e dei benefici raggiunti, ovvero
ne impedirebbero il gioco del baratto.
Condotte, di questo sistema che coinvolge
funzionari di organismi Pubblici di rilevante interesse pubblico‑nazionale,
costituenti “reati”, ma che nessuno persegue e, addirittura, sui quali nessuno
indaga. I 26 Consigli distrettuali di disciplina, non immuni da
controlli nella mancata apertura e/o chiusura di procedimenti, non possono e
non devono toccare i Vertici ed i loro protetti?
E proprio le imminenti e, lo ripeto, “manipolate” elezioni
per il rinnovo del Comitato dei delegati della Cassa Forense, mi da modo di
documentarvi, “minimamente”, come funzionano questi meccanismi, che passano per
normali procedure; quando invece, se da una parte si compiono visibili illeciti
che coinvolgono anche i vertici degli ordini territoriali, dall’altro si
tengono queste specificate condotte proprio in quanto necessitate per non
perderne il controllo di quegli apparati che assicurano di continuare ad
occultarne di moto più gravi. Ma il Sistema, tuttavia, riesce a reggere
perché il controllo disciplinare, nonostante la farsa dei 26 Consigli
distrettuali di disciplina, resta sempre nelle mani “degli avvocati”.
Sono state fatte segnalazioni alla
magistratura, ma la realtà dei fatti
mostra come ognuno evita “intenzionalmente” di mettere becco nel “territorio”
altrui, pur avendone il potere‑dovere e l’obbligo morale ed Istituzionale.
Vi ricordo, a questo punto, e prima di continuare con
“esempi pratici”, che le Casse previdenziali sono “geneticamente insostenibili ed inefficienti” e già sono state a suo tempo un bel regalo alla
“componente Apicale” a struttura “elitaria” delle diverse categorie libero
professionali, da parte della peggiore politica (e sicuramente non
meritocratica o a "partecipazione pluriclasse" come voluto dai
padri della Costituzione: sebbene questo stesso termine, meritocrazia, sia
piuttosto abusato e nulla comunque dice in merito a quella competenza,
monopolio autoproclamato degli apicali, che dissimulano, piuttosto, unicamente
rapporti di forza nella società – anche forense –dovute alle pratiche
clientelari da tempo denunciate). Attualmente, ed ha dell’incredibile, e qui
merita almeno un cenno, che la Commissione parlamentare di
controllo sull’attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza
e assistenza sociale non è stata ancora costituita per la XVIII legislatura. Nella XVII legislatura, la
precedente, a quanto mi risulta da personali indagini presso la Camera, la
Commissione non disponeva neppure di una casella di posta certificata che già
la dice lunga. Eppure circa gli investimenti nella cosiddetta “economia reale domestica”, le Casse
“Pubbliche” (2) dei liberi
professionisti rappresentano già il 14,6% del totale attivi di bilancio. E
quello che si è detto e si dirà dovrebbe far comprendere, al di la di “tassi di sostituzione” e “debito previdenziale latente” che anche
la Cassa avvocati ha sempre tenuti ben nascosti nonostante le mie infinite e
pressanti richieste, il perché della crescita costante dei patrimoni delle
medesime, nell’ultimo decennio, più che raddoppiato, ed esattamente come per
assicurazioni e welfare privato. Nr. 20 Casse dei liberi professionisti
(escludendo Onaosi) che contano un patrimonio di 78,74 miliardi di Euro, di cui
61,25 investiti direttamente e 17,49 affidati in gestione tramite mandato. Un
patrimonio di tributi, “imposte” previdenziali obbligatorie (v. allegato per i
dettagli), che con la connivenza della politica diventa ben lucrosa per una certa élite che non ho
remore a definire “criminale” già solo per il fatto di creare posizioni
lavorative pagate dai fessi che proprio nulla hanno di efficiente e di tutela
di quell’interesse Pubblico regolarmente calpestato: e sebbene di efficienza
si parli a mo’ di presa per i fondelli anche negli Statuti di questi stessi enti! E tutti i vari annunci, compresi
quelli dell’attuale Presidente di Adepp – un medico prestato alla politica che
spara frequentemente panzane (3) e che arriva persino a dichiarare,
mettendomelo nero su bianco, che “non possiede i dati di sostenibilità delle
Casse” e che è già di per sè una vera assurdità degna di controlli (4) –
circa le dichiarazioni sulla creazione di un fondo di mutuo soccorso (5)
tra le varie Casse se non quelle che arrivano a prospettare la creazione di una
Cassa previdenziale unitaria, mirano
soltanto ad occultare, ed a trascinare il più in la possibile nel tempo, quel
cadavere di gallina, che sono le Casse previdenziali; che alle sole “volpi” che
la gestiscono e coloro che gli bazzicano intorno continua a sfornare uova senza
alcun dubbio d’oro (v. allegati). Nonostante, ma chi se ne importa, le
difficoltà di decine e decine di migliaia di liberi professionisti, e dunque
non solo i centomila avvocati da tempo posti artatamente in difficoltà, che una
pensione “adeguata” _non_ la vedranno
(v. discorso del DG
previdenza in Commissione parlamentare di controllo) e mentre le contribuzioni
diventano sempre più insostenibili in un background dove il 20 % del comparto
forense fagocita 2/3 del PIL della categoria ma non contribuisce certo ai 2/3
della sostenibilità del sistema previdenziale, anzi, tutt’altro.
E sul punto, anche solamente la lettura del resoconto
stenografico della Seduta n. 73 di
Giovedì 21 settembre 2017, dell’audizione del Direttore generale per le
Politiche previdenziali e assicurative del Ministero del lavoro, la dott.ssa
Concetta Ferrari, presso la Commissione Bicamerale di Controllo degli Enti
previdenziali, dovrebbe far intendere chi legge ed alcuni perfino
farli “sobbalzare” dalle seggiole,
alla luce di ciò che da tempo denuncio. E fa perfettamente intuire, anche senza la necessità di
avere specifiche competenze, “il perché” del totale silenzio anche su alcune delle mie ultime note‑denunce dove
si accusavano gli illeciti dell’ultimo bilancio tecnico attuariale di Cassa
Forense insieme al danno erariale che stanno concretizzando con la complicità proprio di chi era – ed è –
preposto ai controlli.
E dovreste ben intendere, alla luce di quanto esplicito seppure, anche solamente con i pochi allegati, cosa si nasconda dietro un – solo apparente – semplice ed
innocuo passaggio tutt’ora disponibile sul sito web istituzionale della Camera
che qui testualmente riporto e dove il PRESIDENTE in questione è l’ex On.
Raffaele di Gioia già oggetto e destinatario di mie precise denunce: “(…) PRESIDENTE: (…) Noi abbiamo l'audizione
dell'ex sottosegretario al lavoro, il senatore Cassano, se non ricordo male, il
quale, da quello che ci risulta, aveva la delega per quanto riguarda le Casse.
Nell'audizione che abbiamo avuto con lui sulla nostra proposta di legge,
presentata dai colleghi, egli
ha sostenuto con chiarezza e senza equivoci che le Casse sono da considerarsi
pubbliche. Qui vi è un problema. CONCETTA FERRARI, Direttore generale per le Politiche previdenziali e assicurative del
Ministero del lavoro. Di Cassano, forse. PRESIDENTE. No, è un problema vostro, perché non
credo che Cassano rappresentasse se stesso, anche perché, da quello che mi è
parso di capire, stando lui vicino a me, ho visto che si trattava di una nota
del vostro ufficio legislativo. CONCETTA FERRARI, Direttore generale per le Politiche previdenziali e assicurative del
Ministero del lavoro. Che diceva che le Casse erano pubbliche?
PRESIDENTE. Sostanzialmente sì. Mi pare che ci sia una contraddizione di fondo.
Abbiamo le audizioni. Non sto dicendo una cosa diversa da quella che è. Con
tono anche abbastanza fermo Cassano contestava parti importanti della nostra
proposta di legge, che sostanziava la questione della privatizzazione del
sistema.”.
E qui il Ministro del Lavoro, o chi per
lui, se non si farà abbindolare in cerca di chiarimenti, potrà benissimo
comprendere ciò che sottintendo citando questo passaggio…
Senza le connivenze con certa Politica questo non avrebbe
potuto verificarsi. Non esisterebbero nemmeno le Casse previdenziali per
gestire il 3% della previdenza di 1° pilastro delle libere professioni al di
fuori del restante 97% delle gestioni in mano all’INPS. Anzi le tante, e solo apparenti, contraddizioni mai
chiarite dai diversi ministeri che si dividono le competenze, e le gravissime
loro omissioni, sono ricercate e
“funzionali” alle loro finalità de facto
“in contrasto insanabile” con quell’interesse Pubblico che dovrebbero
sempre perseguire e verso cui hanno l’obbligo di fedeltà e, in alcuni
casi, hanno pure prestato specifico “giuramento”.
Foto di proprietà di Gabriella Filippone |
E pensare che
stringenti vincoli vengono richiesti per il management dei Fondi pensione, che
com’è noto gestiscono la previdenza volontaria di secondo pilastro, mentre
nulla è tutt’ora prescritto per le Casse di previdenza nonostante gestiscano la
previdenza obbligatoria del “1° Pilastro”.
Siamo di fronte ad una situazione paradossale
che da tempo si va denunciando e che spesso sono gli stessi ministeri ad alimentare: si pensi al MEF (Ministero delle Finanze) che, ad
esempio, da una parte, in circostanza che si documenta, una volta compreso che
lo scrivente colloquiando con specifiche note‑email aveva provocato con coscienza e volontà la “confessione” sulla c.d. “natura giuridica della contribuzione
previdenziale” si cessava immediatamente ogni
comunicazione! e dall’altra, il medesimo ministero, che elude di mandare in Gazzetta Ufficiale, per la pubblicazione, il
decreto sugli investimenti oramai pronto da qualche anno! Ascolta il DG
Previdenza sul Regolamento investimenti in Commissione parlamentare di
controllo:
https://1drv.ms/v/s!Ak9IQU9HmPiOiTqvxAJB2QRSD8pz
Concretamente come funziona parte del sistema?
Questo gioco delle vacche grasse da depredare, da usare
per trarne personalistici profitti, e che vede coinvolte diverse Istituzioni, o
meglio chi “immeritatamente” le
rappresenta, non può essere condotto senza avvocati che siano direttamente
“gestibili” – un po’
marionette, un po’ burattini e un po’ partecipi
del banchetto – a tal punto da diventare “cointeressati e complici” di un sistema che di lecito ha solamente
l’apparenza vergata scriteriatamente
da “ministeriali infedeli” ed i vari
politicanti di turno.
Gli avvocati, basta vedere solamente i pochi allegati con
le norme di riferimento e le sentenze che indico, hanno “precisi” obblighi e
doveri. Alcuni di questi sono “requisito”
di iscrizione e permanenza all’Albo. Ma come, i diritti vengono costantemente
calpestati, i doveri mandati a donne o uomini di mali costumi, e tutto in piena
tranquillità? Certo, questo è possibile grazie all’ampliamento dei poteri
denunciato (v. supra) già da Mario Monti in tempi non sospetti, e che hanno
intrecciato i poteri di controllo, di spesa e quant’altro, ponendoli tutti in
capo ai membri della medesima “famiglia”.
Caso concreto (poco oltre con Nomi e Cognomi di
avvocati e Foro/Ordine di appartenenza):
Gli avvocati che gestiscono la Cassa previdenziale forense
devono sottostare agli obblighi e doveri della Legge, speciale, 247/2012 e,
dunque, anche al codice di condotta ed alle regole del modello anticorruzione.
Il corretto adempimento dei doveri dovrebbe essere scontato, e la parola data
quasi sacra. Abbiamo fatto qualche esempio pratico anche con apposita, e
specifica, denuncia alla vigilanza della Cassa (v. l’allegato: “ULISSE - Organismo di Vigilanza Ente
previdenziale forense-signed” e “ULISSE
- OLTRE L ETICA + A 05092018-signed”), i quali da soli porterebbero chiaramente
e come minimo alla decadenza dalla poltrona di Presidente e/o di Delegato. Per
ovvie ragioni io posso effettuare la dimostrazione‑prova già soltanto con le
norme – gli obblighi! – di condotta manifestamente violate agli occhi di tutti.
Visto che l’accesso alle registrazioni audio integrali da sempre denunciate mi
sono state, nonostante i finti interventi del DG del ministero per le politiche
previdenziali, sempre negate (v. allegato). Gli abusi e le omissioni che ne verrebbero fuori e gli
incroci tra Istituzionalizzati condurrebbe tanti avvocati cc.dd. Apicali
letteralmente fuori dall’Albo con la sanzione della c.d. “radiazione”.
Ed
è questo il bello. In apparenza sono ancora tutti lindi. Lo è tutt’ora anche il Presidente Nunzio Luciano! Perché
“l’arma” deontologica viene
utilizzata _ANCHE_
“discrezionalmente” dal sistema Apicale che la struttura forense de facto la gestisce e la controlla a 360° e su ogni possibile livello per mezzo di quelle stesse norme e collegati regolamenti fatti in casa
ed alcune delle quali abbiamo poco sopra spiegato. Un qualunque
procedimento disciplinare può benissimo essere aperto o chiuso a “totale
discrezione”. Gli Apicali, poi, e chi ruota intorno, il branco dei fedelissimi,
praticamente sono intoccabili (6). Molti
avvocati normali vengono giustamente sanzionati, subiscono giustissime
procedure. Pallelamente,
lo stesso sistema, che a prima vista tutela l’avvocatura dai comportamenti non
corretti, abusa della propria funzione e dei propri poteri, adoperandosi, a
volte con azioni, altre con gravissime omissioni ed abusi, per coprire,
disinnescare “o del tutto ignorare” le condotte di certuni avvocati funzionali
al sistema che “tra loro” comandano. Compreso l’attuale Presidente Andrea
Mascherin.
Se poi chi come lo scrivente continua ad insistere e
persistere, da una parte si è, come più volte documentato, fatto semplicemente finta di vagliare le fattispecie
ma comunicando la “manifesta infondatezza” di quanto denunciato per l’apertura
dei procedimenti disciplinari, dall’altra per i medesimi fatti denunciati e con
la medesima documentazione, come ha operato il Consiglio distrettuale di
disciplina di Torino, si apriva il procedimento disciplinare (v. allegato)
anche se poi, dopo svariati mesi, si asseriva la incompetenza del
Consiglio – così evitando di accedere a quelle registrazioni audio integrali
che farebbero ben tremare Apicali forensi ed i ministeriali infedeli –
nonostante la L.247/2012 gliela attribuiva eccome! Il tutto
mentre si continua tranquillamente a intimorire
chi denuncia queste condotte e atteggiamenti “concertati” e solo in apparenza slegati tra loro. Facendosi
forti di questa “aggregazione sistemica”.
Così abbiamo 80 delegati che hanno commesso illeciti anche
gravi, compresi quelli che hanno omesso di fare le formali denunce di quello
che accadeva nelle adunanze, omettendo quanto di dovere, dunque “tradendo”
sia la funzione di Pubblico ufficiale in quel momento rivestita e sia quella di
cui alla L. 247/2012, e guardandosi bene
dal rifiutare e/o mettere in pericolo i compensi dell’incarico che ora
si avvia a conclusione con la complicità di chi riveste una Pubblica funzione
in diverse Istituzioni Pubbliche. Molti sono nientemeno in corsa alle elezioni
che si terranno dal 24 al 28 settembre p.v., benché non ne abbia assolutamente
i requisiti sia di eleggibilità che di candidabilità che mai verranno
accertati, e de facto non sono mai
stati accertati, da parte dei 26 Consigli distrettuali di disciplina con ben
702 Consiglieri!! 702 Consiglieri che conoscono “esattamente” come stanno
le cose e che, vivacchiano col sistema, e nel sistema, si fanno forti delle
loro condotte – sulla carta sì, e solo su quella – perennemente “irreprensibili” (v. Legge
247/2012, art. 17, p. 9 lett. a) e raffronta col richiamato p. 1 lett. h)).
Negli ultimi anni ho incrociato spesso colleghi tra i più
disparati Ordini di questo Paese, che avrebbero voluto aiutarmi, in quanto
parte onesta, e pur essa, nonostante non avessero problemi di pratiche da
lavorare, in affanno verso il sistema Cassa, ma che sconsolati rivelavano, chi
di essere stato, e chi di esserlo, oggetto di procedimento disciplinare, e che
non potevano assolutamente permettersi di apparire come voci
fuori dal coro. Alcuni hanno persino abbandonato le varie associazioni appena
capito l’antifona.
Ma gli Istituzionalizzati però non solo mantengono il
controllo attraverso una normativa compiacente che sono riusciti a farsi
approvare negli anni, e insieme ai regolamenti caserecci interni collegati, sia
quelli del CNF, degli Ordini locali, e dell’Ente Pubblico previdenziale, che
già è gravissimo. Ma pure con la compiacenza della politica e di certuni
all’interno delle Istituzioni della Repubblica con la quale riescono a farsi
approvare (7) regolamenti costantemente tagliati su misura a seconda dei propri
bisogni, e che trovano la massima espressione in quelli “autorizzati da
funzionari ministeriali infedeli”, o silenziosi e variegati “nominati” che reggono dall’interno il
gioco di decimare Colleghi su base censuaria e reddituale ecc. (v. allegati e
cfr. ad esempio l’art. 25 dello Statuto di Cassa che al p.1 recita: “Il Collegio dei sindaci è nominato con
decreto del Ministro della Giustizia ed è composto da cinque membri dei quali:
a) uno è designato dal Ministro della Giustizia; b) uno è designato dal
Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali; c) uno è designato dal Ministro
dell’Economia e delle Finanze; d) due sono designati dal Consiglio Nazionale
Forense…”; il resto è in leggi e regolamenti che si intersecano) ed utilizzati per creare posizioni debitorie persino quando l’obbligazione
non potrebbe sorgere per mancanza dei requisiti di legge (v. allegati);
ma utili per aggiustare “cosmeticamente” i bilanci dell’Ente, per ottenere
vantaggi per la parte elitaria, e questo riuscendo a mantenere anche quell’ulteriore
fine, e di fatto ci riescono, che vuole spostare il più in la possibile la
perdita della gestione affaristica della Cassa previdenziale insostenibile.
Cosa che si ottiene ben occultando il danno erariale in realtà attuale, certo e
già ora quantificabile se solo chi preposto a vigilare e controllare volesse
farlo e/o semplicemente vederlo. E che la prospettata Cassa unica professionale
aiuterebbe in tal senso. Tutto
mentre costantemente a giustificazione verso la Colleganza ignara si esibisce
che il loro operato è norma di legge perché i loro atti sono “approvati” e/o
vagliati dai ministeri!
In realtà, negli ultimi 6‑7
anni, non sono più ministeriali puri ma dei “nominati”. Si pensi anche
solo ai Sindaci dell’Ente previdenziale, di cui abbiamo poco sopra già detto
(v. sempre l’art. 25 dello Statuto di Cassa Forense e cfr. con gli artt. 32 e
33 del medesimo), per comprendere come funziona da una parte la longa mano di chi dovrebbe vigilare e
controllare ma che, de facto, non
vigila e non controlla, limitandosi ad una apparenza formale, e capire come
siano strettamente legati tra loro controllati e controllori i quali hanno
congegnato, in danno della funzione sociale dell’avvocato, ed in violazione di
quei diritti che ho più e più volte documentato nelle mie note, una vera e
propria “organizzazione illecita” tra appartenenti a differenti Istituzioni. Basterà leggere gli allegati per capire qualora si volesse comprendere cosa
denuncio da tempo senza che alcuna Autorità mi degni di attenzione e inoltre le domande che saranno
poste a conclusione di questo stesso scritto e che non riceveranno, gioco‑forza,
alcun riscontro! Le gravi omissioni e le inerzie da me denunciate, e che
mai sono state prese in considerazione da chi di dovere perché essi stessi
implicati negli illeciti, condurrebbero al “commissariamento”
della Cassa previdenziale forense, alla “sospensione” immediata delle “elezioni
nazionali” per il rinnovo del Comitato dei Delegati, all’allontanamento del
Presidente Nunzio Luciano dalla Presidenza della Cassa previdenziale con
apertura di un “vero” procedimento disciplinare e/o amministrativo che, per
aver violato e lesa, “la dignità” – un bene‑valore che fonda i sistemi
giuridici! – di decine di migliaia di professionisti in difficoltà e con
famiglia e figli a carico, e aver “corrotto” la funzione sociale rivestita,
comporterebbe al minimo l’applicazione della “cancellazione” dall’Albo per
essere venuto meno un requisito di
permanenza, nonché lo scioglimento dei Consigli degli
ordini tutti, ed il commissariamento del Consiglio Nazionale Forense con
“destituzione” immediata del Presidente Andrea Mascherin.
E lo ripeto, al minimo basterebbe guardare come hanno
“corrotto” la funzione sociale dell’avvocato e violato la Legge professionale
forense e la Legge fondamentale dello Stato, e quindi senza minimamente
addentrarsi sugli abusi della funzione e le omissioni e le altre gravissime
mancanze che le Autorità possono “verificare” in qualunque momento, e quindi
senza minimamente allargare il campo al diversificato calderone di indecenze
che arrivano fino alla creazione e l‘utilizzo personalistico di un giornale, “Il
Dubbio Garantista e di apposito management”, pagato imponendone i costi agli
iscritti per presunti fini istituzionali che in realtà si riducono a bieca
réclame politica atta a bersagliare magistrati e/o fare campagna elettorale (v.
allegato di esempio) ed a mantenere e gestire determinati rapporti di forza con
altri apparati istituzionali. E sebbene anche ben altri funzionari Pubblici
delle Istituzioni andrebbero “processati” per quanto accade, e per le loro
gravissime responsabilità per aver dato corda e coperture a questi personaggi
che con la tutela dei diritti e quella delle Persone, oltre l’apparenza, hanno
davvero poco a che fare. Perché
come ho documentato in altre mie note, il Presidente Nunzio Luciano, i
Presidenti degli Ordini territoriali, ed altri, in certi frangenti sono ex lege veri e propri “Pubblici
Ufficiali” e come tali, prima ancora che come esercenti la professione forense,
sono responsabili dei “reati”
ascrivibili ai “doveri” d'ufficio.
Ma giusto
qualche altro esempio esplicativo come anticipato; che per i Consigli di disciplina e gli Ordini
varrebbero come notizia di illecito al pari di tutte le altre in passato e
inviate dal sottoscritto (e sebbene ne siano già a conoscenza in
quanto Colleghi che sicuramente non vivono sulla luna). Gli Ordini locali devono essere neutrali visto quello che rappresentano ed è statuito nella L. 247/2012. Ci sono precise norme che vietano di utilizzare le risorse
istituzionali per fini personali, altre come ad esempio l’art. 69 del Ncdf
che “impone” a chi fa parte
delle Istituzioni forensi di adempiere l’incarico con diligenza, indipendenza e
“imparzialità” e via discorrendo per
altre norme di sicura vostra conoscenza. Ma cosa fa l’Ordine
circondariale di Avellino (uno a caso, sia chiaro) ed il suo Presidente
dell’Ordine l’Avv. Fabio Benigni? Invece di esercitare la funzione con deve, con indipendenza, imparzialità e
quant’atro normato lo adempiono, l’incarico di Funzionario Pubblico
rivestito, in funzione della élite che controlla le Istituzioni!! Si allega in
calce una email inviata dall’Ordine degli avvocati dove si leggono i seguenti
nomi: avv. Fabio Benigni (attuale
Presidente dell’Ordine), avv. Roberto Fabiano (Vicepresidente), avv.
Biancamaria D’Agostino (Consigliere Segretario), nonché gli avv.ti Anna
Argenio, Valentina Amelio, Elvira Festa, Ennio Napolillo, Francesco Saverio
Iandoli, Antonio Famiglietti e Carmine Freda, tutti Consiglieri dell’Ordine.
Alcuni persino membri della Commissione Rapporti con la Magistratura e, guarda
il caso, anche un Consigliere referente della predetta commissione in ambito
penale.
L’Ordine quindi, o meglio coloro che “occupano” l’Ente
Pubblico, operano utilizzando i dati interni per raggiungere gli iscritti ed
avvantaggiandosi della posizione di privilegio. Nel complesso parliamo già di diversi “atti illeciti” (v.
supra) ma le sanzioni non verranno mai comminate a chi sta al gioco! Ed è quello che è accaduto negli ultimi
anni. Chissà se questa mia nuova nota qualcosa riuscirà a smuovere. Parliamo di un Ordine circondariale rappresentato da avvocati i
quali oltre ad avere sul capo, a mo’ di spada di Damocle, gli obblighi‑doveri
della funzione di avvocato, sommano anche le responsabilità, lo si ripete, e lo
si ripete, qualora non fosse chiaro, di “Pubblico Ufficiale”, e non certo della
Banda Bassotti (v. allegati).
Maurizio Zanolla "Manolo". Spiaggia delle Lucertole, Arco. | via Facebook |
Ed è di oggi 22-9-2018,
la notizia‑segnalazione, da parte di altro collega che mi chiede l’anonimato,
per evitare non improbabili ritorsioni, dell’invio da parte del predetto Ordine
circondariale o qualcuno comunque “strettamente”
legato all’Ordine medesimo, di rèclame illecita di pari tenore di quella
precedentemente descritta e documentata, ma utilizzando la PEC avvocatiavellino@avvocatiavellinopec.it
e raggiungendo la Colleganza utilizzando la “mailing list” custodita dal COA. Con buona pace degli obblighi di
legge e della normativa sulla protezione dei dati.
Fatti facilmente accertabili dalle Autorità che leggono
anche a mezzo della Polizia Postale, dell’Autorità Garante che parimenti
riceverà questo scritto.
Poi ci sono quelli che utilizzano ma propria mail, come l’Avvocato Giuseppe Di Mascio, attuale
presidente del Consiglio dell’Ordine di Cassino, che parimenti
contravveniva alle norme di legge (v. sempre quanto in calce a questa nota): “ti ricordo che dl 24 al 28 settembre si
voterà per il rinnovo del Comitato dei Delegati di Cassa Forense. Come sempre
il nostro Ordine ha aderito alla Lista dell'Unione Distrettuale del Lazio,
composta dai candidati di tutti gli Ordini del Lazio, escluso Roma, e che ha
consentito fino ad oggi di far eleggere un nostro candidato…”, e
nella cui mail palesa persino come “l'abrogazione temporanea del contributo
minimo obbligatorio,” degli ultimi mesi sia stata concepita dai delegati che
gestiscono la Cassa, come specchietto per le allodole per la campagna
elettorale visto che gli stessi sono pure i fautori dei provvedimenti in danno
della colleganza da sempre denunciate e tra i più combattivi a tenere ben
nascoste le registrazioni audio integrali che da sempre lo scrivente denuncia.
Arrivando a reclamizzarsi vantandosi di un regolamento sul welfare attivo “che prevede numerose sovvenzioni ed
erogazioni facilmente accessibili” e di cui anche atri colleghi hanno più
volte denunciato le modalità di redistribuzione e di cui ho più volte detto nei
miei esposti‑denunce.
E come non parlare
di un altro “fenomeno de sistema”, l’Avvocato
Valter Militi, vice Presidente vicario della Cassa Forense, che
personalmente ricordo per due convegni tenutisi a Pesaro anni fa in cui
dispensò informazioni “false” ed inutilmente denunciate al Consiglio
dell’Ordine di Pesaro (sarebbe interessante rivedere cosa
verbalizzarono in proposito!). Ebbene,
in questo caso è il Presidente dell’Ordine degli avvocati di Messina, l’avv.to
Vincenzo Ciraolo, che invitava (tappezzando e profittando della posizione
di privilegio rivestita, e contravvenendo alle più elementari norme
di legge e di condotta già richiamate nelle mie tante note e che sono
“obblighi” per l’avvocato irreprensibile) a votare il predetto Valter Militi: ma
per difendere e/o tutelare gli interessi di chi?!
Ma credo che una
breve appunto meriti anche l’Avv.
Vincenzo Blasi, del Foro di Pesaro, che pensava bene di raggiungere i
Colleghi “pagando” degli annunci sponsorizzati! (v. allegati). Annuncio di poche righe che di per sé mette in
mostra, ben più che un calcio all’Etica ed alla mancanza di rispetto verso i
Colleghi; ma, all’occhio più attento, addirittura come ci si sia candidati
senza possedere le dovute competenze: basta leggere il documento‑locandina in
calce a questo scritto! Anche
qui, sarei curioso di capire come si adopererà il Consiglio distrettuale di
disciplina di Ancona che legge in copia. E cosa ne diranno i diretti
concorrenti, tra i quali l’Avv. Daniele Melacotte di
Ancona, o il suo Collega Luigi
Giacobbe su Messina quale unico concorrente del Militi, che
partecipano ad una competizione impari e truccata contro ai veri Signori e
Padroni del sistema che determinati avversari‑candidati rappresentano.
E questo senza dilungarmi su tutta una serie di convegni
ed eventi formativi a pioggia, al solo al fine di attirare quanti più Colleghi
possibile, tant’è che venivano riconosciuto un numero “ingiustificato” di crediti ai fini della “formazione
professionale”, come ad esempio quello
del 19 settembre 2018 tenuto dal Presidente
dell’Ordine di Roma, l’Avv. Mauro Vaglio, con ben 4 crediti per sole
due ore di cui ben 2 in “deontologia”;
e mi risulta abbia anche parlato della
sua candidatura alla Cassa ed il cui programma dispensato in modo martellante
prevede, tra tanto altro, anche la riduzione al 10/12% del contributo soggettivo che come reclamizzato
porterebbe, se realmente applicato, “al default certo dell’Ente
previdenziale!”. Addirittura in questo medesimo convegno che segnalo a
titolo di esempio, e per far capire l’andazzo, si prevedeva, addirittura, quale
ospite d’onore Roberto Cataldi,
avvocato e deputato, Commissione Giustizia, e titolare del famoso sito; ed uno
degli intoccabili, poiché più volte segnalato in passato ed ovviamente “mai
sanzionato” insieme a diversi altri mercanti-commercianti del comparto forense
che da tempo denuncio. Per non parlare che il medesimo Vaglio è lo stesso
avvocato, candidato alle ultime elezioni politiche Nazionali, che ha abusato
della propria posizione per utilizzare i contatti dell’Ordine che dirige per
raggiungere, per propri fini, decine di migliaia di Colleghi. Ed anche in
questo caso senza che sia ancora mai stato aperto un doveroso procedimento
disciplinare a suo carico e benché trattasi di notizia pubblica conosciuta ai
quattro venti e sicuramente anche dai Consiglieri del CDD di Roma. E per non
parlare di quelle situazioni, ma ve ne sono tante e direi troppe, come i bilanci di certi Ordini, come quello
degli avvocati di Napoli, che invece di essere approvati trionfalmente tra
gli applausi andavano portati semmai in Procura, contenendo voci del tutto
anomali quali appaiono anche solamente le cifre spese verso la tipografia
(circa 120.000,00 mila euro!) e le cui eventuali relazioni con l’ambiente
forense sarebbero, a mio avviso, come ad avviso di tanti altri Colleghi che
subiscono spese su spese, quantomeno, da “approfondire” (v. sempre allegati e/o
quanto in calce e/o come nota o allegato integrato allo scritto). Altro
soltanto nel caso di audizione personale presso la competente Autorità.
Sono solamente alcuni esempi. La DIA e le DDA potrebbero
ben verificare quello che di grave sta avvenendo a livello nazionale
all’interno del comparto forense e, lo si ripete, di Pubbliche Amministrazioni
con veri Pubblici Ufficiali quali i presidenti degli Ordini, fino a ricostruire
i legami che coinvolgono la peggiore politica italiana e la gestione delle
inefficienti Casse previdenziali.
Nelle mie ricerche volte a capire come sia possibile che,
anche in passato, vi fossero liste
con “esito obbligato” sin dall’inizio, mi si è rappresentato sempre di
comportamenti indicandomeli al pari di quelli “mafiosi”. Anche in aree
insospettabili del Nord Italia. Anche se quello che non mi ha sorpreso, anche
se inquietante, parlare specificatamente comportamento mafioso nelle diverse
elezioni che hanno portato in passato alla poltrona della Cassa, e senza
allusioni riguardo, tra chi ha rivestito posizioni importanti al suo interno e
competendo anche contro “nessuno”!
Assumendomi ogni responsabilità per quanto qui si riferisce, ed evitando di
fare nomi dei Colleghi, poiché giustamente hanno paura di rappresaglie e
quant’altro; e comunque
rimanendo a disposizione delle Autorità per ogni ulteriore chiarimento “ed approfondimento” anche con audizione
personale per quanto non può trovare luogo in questo scritto per non vanificare
eventuali indagini se si decidesse di onorare ai propri doveri.
E potrebbe, sempre la Direzione, e le sue Sezioni
Investigative, Antimafia agevolmente comprendere cosa si nasconda dietro le
Casse previdenziali dei liberi professionisti, ed anche la mancata costituzione
– l’ultimo Governo della Repubblica è ormai “in carica da svariati mesi – della
Bicamerale in questa XVIII legislatura (quella attuale) e la mancata nomina del
nuovo Presidente, e di quanto altro da me denunciato circa gli illeciti per
mancato controllo da parte della precedente presidenza nell’indifferenza
generale e mentre ognuno continua a fare “gli affaracci propri” con la gestione
di Pubblici Uffici e delle Casse previdenziali. Lo stesso ex Presidente
Gioia di Lello parrebbe essere scomparso totalmente dai radar della politica e
pur esso “impunemente” (v. allegati).
In allegato ho anche già chiarito del
perché l’Ente previdenziale forense di recente si sia spesso costituita in
giudizio contro candidati colleghi! E con modalità che le norme vietano sia al
Presidente che agli altri delegati in quanto rappresentanti Istituzionali.
Articoli puntualmente citati negli esposti i quali hanno un pregio, quello di
non essere interpretabili, ed il cui contenuto è stato più volte tracciato da
quel Consiglio Nazionale Forense che poi quelle
stesse norme le calpestano per uso ed abuso. Norme che vietano al Presidente
della Cassa e ai Delegati in carica i comportamenti denunciati (v. allegati).
Basterebbe davvero poco per dare uno sguardo incrociato ai
rimborsi OUA, COA, CNF, CF, ECC. per capire chi e come funziona il sistema che
sta uccidendo l’avvocatura perbene.
Illeciti che non è possibile qui descrivere tutti, ma che
ben rappresentano la manipolazione di queste imminenti elezioni, gravi e tali e
tante da condurre, in uno Stato serio, non solo allo scioglimento e/o
commissariamento degli Enti Pubblici interessati ed al commissariamento della
Cassa Previdenziale, ma anche alla sospensione immediata delle elezioni
medesime. Mentre invece mi giungono voci di chi se la ride: parla stupido tanto chi vuoi che ti ascolti.
Vorrà dire che continuerò a parlare ai muri conscio che comunque siete
“infastiditi” perché rischiate di diventate oggetto di attenzioni delle
condotte extra e contra Constitutionem che tenete auto‑proteggendovi. E se un
giorno cambia il vento e l’andazzo chissà…
Arrivati a questo punto, mi domando, se i Consigli
Distrettuali di Disciplina si dimetteranno in tronco come ho chiesto più volte
con mie passate comunicazioni. Ovvero se in uno scatto di orgoglio inizieranno
ad aprire i procedimenti disciplinari nei confronti degli attuali, ancora per
poco, 80 delegati, e per Nunzio Luciano ed Andrea Mascherin e quanti altri.
Le Autorità che leggono hanno tutte il
Potere di acquisire coattivamente la documentazione da me indicata negli
allegati e porre un argine a quanti, con le vesti apparenti di tutori dei
diritti, e solo le apparenti vesti, hanno “corrotto la funzione sociale” per
perseguire finalità illecite a loro vantaggiose.
Oramai ci
troviamo in presenza di sodalizi che svolgono attività, anche segreta,
illecita, diretta ad “interferire” sull’esercizio delle funzioni di Apparati
Pubblici o soggetti assimilati.
Foto di proprietà di Gabriella Filippone |
Inoltre, la sospensione delle elezioni sarebbe
tutela dell’interesse Pubblico “concreto”, “obiettivo”, “collettivo” ed
“attuale” e facilmente verificabile dalle Autorità preposte.
Se le Autorità volessero davvero capire “perché” l’avv.
Nunzio Luciano Presidente di Cassa previdenziale forense non ha mai denunciato
“a tempo debito”, come avrebbe dovuto
per obbligo imposto, il tentativo di corruzione in suo danno, e non quanto si è
visto ormai costretto con le spalle al muro, potrebbero ancora accertarlo
“indagando” con i poteri ed i mezzi e le risorse che quando lo si vuole si è
capaci di mettere rapidamente e senza esitare a disposizione del bene Pubblico.
E qui parliamo dell’intero comparto forense che dovrebbe essere popolato solo
da avvocati con condotta irreprensibile e non da mercanti degli affari propri.
E parliamo di un patrimonio, quello gestito dalle Casse, tutt’ora senza alcun
controllo di quasi 80 miliardi di euro e di gestori che deliberano come meglio
credono (v. supra) affidamento di incarichi che fanno conseguire “vantaggi” a
dei terzi. Perciò posizioni “mai neutre” che meriterebbero puntuali attenzioni
da parte delle Autorità.
Le anormalità sono in manifesto aumento come
ad esempio il contributo di maternità, previsto per questo mese di settembre, da € 84 a € 117 (+ 40%), che permetterà a Cassa un introito di
c.a. 30 mln di Euro mentre le previsioni parlano di un tasso di natalità
notoriamente “bassissimo”, e non si comprende come si possa
deliberare la necessità di un aumento (e come certi ministeriali possano averlo
autorizzato…) senza
ipotizzare la volontà di voler ingravidare anche tutti gli avvocati maschi del
comparto forense! La storia è sempre la medesima, un piccolo gruppo di persone si
riunisce a Roma e decide che è venuto il momento, l'ennesimo, di prendere più
soldi dalle tasche dei Colleghi. Le medesime persone che poi pubblicano
e parlano dei dati allarmanti, in loro possesso, sul crollo dei redditi
dell'avvocatura, o meglio di quella medio bassa i cui dati ho esposto in alcune
denunce.
Ci sono colleghi che quando fu introdotto il contributo per la maternità
fecero già rudimentali piccoli calcoli per accorgersi che per le somme
richieste, tutte le Colleghe
sarebbero dovute diventare mamme.
Ma si pensi anche al bilancio
tecnico Attuariale pubblicato dalla Cassa Forense, “ILLEGALE” documenti alla mano, denunciato
più e più volte nel silenzio generale (v. allegato). Niente. Si vede che le “protezioni”
della politica sono troppo forti, ed allora non mi pare poi tanto vero quello
che dice il Presidente della Repubblica che nessuno è al di sopra della legge e
della Costituzione. Allora ci sono
coloro i quali, politici, funzionari infedeli, pseudo avvocati in posizioni
apicali, che sono al di sopra della legge, di tutto e di tutti. Altrimenti
spiegatemi.
Sino a quando le
Autorità preposte non capiranno, o faranno finta di non capire quello che accade per mano dei “tutori dei diritti”,
difendendo questo sistema anziché onorare i propri “doveri” per i quali sono
“stipendiati”?
Gli Enti Pubblici da me interessati hanno
comunque dovuto sempre “protocollare” le mie documentate note‑denunce a futura
memoria. E chissà che più forte di certi intrallazzi non sarà “il tempo” e la
“pazienza”.
Ognuno di noi conosce esattamente il perché alcuni dei più
grandi incubi del “sistema” Apicale forense siano proprio quelli di perdere “il
controllo della disciplina”, ed a loro dire, infatti, “guai” se traslocasse nelle mani di altri, ad esempio della
magistratura, e sfuggisse dal controllo degli avvocati: in realtà per la
parte integra del comparto, e per quella artatamente posta in difficoltà
economica e psicologica, non cambierebbe assolutamente nulla, semmai
scomparirebbe solamente l’uso distorto di questo potere e/o il suo “non uso”
come sopra descritto. Come parimenti conosce quale sia l’altro cruccio,
vale a dire quello di perdere il controllo della Cassa previdenziale che,
sempre a loro dire, andrebbe difesa “ad ogni costo” insieme agli Ordini
territoriali (v. allegati con le testuali citazioni del Presidente Nunzio
Luciano), i quali fanno parte di quel gioco apicale che regala, e permette,
come sopra descritto, a certuni un “potere di spesa” pressoché illimitato da poter ripartire poi, sempre e
comunque agli iscritti, mascherati dalle presunte finalità istituzionali!
Ma basta togliere il controllo della disciplina ed il
potere illimitato di spesa che questo sistema dei mercanti e dei falsi tutori
dei diritti facilmente implode.
E tutti noi
sappiamo, e sicuramente lo sanno alcuni che leggono le mie note, il perché
certe figure bazzicano tutt’ora le Istituzioni dello Stato, e che ultimamente
hanno acquistato una certa visibilità, sicuramente neppure voluta,
certamente fastidiosa. Mi riferisco, ad esempio, a Guido Alpa, ex Presidente
del Consiglio Nazionale Forense, che può ben definirsi una delle menti ed il
più grande “esecutore” nelle operazioni di svendita della Avvocatura Italiana.
Gli occhi, e non solo i suoi, del “mondo di mezzo forense”, all’interno delle
Istituzioni dello Stato. Ma qualcuno deve pur “sorvegliare” ed al contempo
tessere quei rapporti di forza, trasversali, che vanno oltre la determinata
colorazione politica, e che diventano e restino indispensabili a “protezione” e
salvaguardia di un operato tenuto anno dopo anno che con la tutela dei diritti
e con la difesa dei principi della Costituzione non hanno nulla a che fare.
Perché guai se crollasse quel castello di norme, di connivenze e di omertà, che
hanno permesso, e permettono anche adesso che scrivo, libertà totale per i Lupi
in danno di tutti gli altri. E la cosa pazzesca: sono pochi rispetto alla
platea numerosa degli avvocati italiani: e non ho ancora capito se sono
sorprendentemente bravi Loro o troppo fessi e/o timorosi noi.
“Avvocatoni” che
ci parlano con periodica regolarità della importanza della Costituzione, ma che
costantemente la Costituzione (http://documenti.camera.it/bpr/14611_testo.pdf)
la “calpestano”, e che dimenticano, secondo convenienza, che l'Italia è una
democrazia "sociale" e pluriclasse, e non una democrazia
"liberale”, né, tantomeno, una democrazia fondata sulla “discrezionalità”
e sull’abuso di chi bazzica le cc.dd. stanze
dei bottoni o i loro amici; tanto la nostra Costituzione afferma con
estrema "chiarezza"! È sconfortante scorgere come questi
pseudo‑avvocati e tutori dei diritti abbiano occupato le Istituzioni forensi e
da oltre un decennio, per il tempo che osservo in prima persona, e
continuano ad umiliare costantemente,
ed impunemente, Colleghi per bene, i
diritti fondamentali che predicano nonché gli obblighi‑doveri della funzione
rivestita. Cosa che in un certo senso inizia a fare anche “rabbia”.
Inutile pertanto dilungarmi oltre, chi vuol capire, ha materiale a sufficienza e la possibilità di
recuperarlo perfino presso le Procure e le altre Istituzioni dello Stato e
forensi denunce e materiale. La documentazione che allego alla presente è
volutamente scarna per non far ammattire nessuno, parla chiaro e ben evidenzia
determinate problematiche; ad ogni buon conto, io stesso resto a disposizione
per ogni eventuale ed ulteriore chiarimento e/o approfondimento.
* * *
Mi avvio alle conclusioni ribadendo, in
considerazione dell’operato sino ad ora “vergognoso”
oltre che “illegale” dei gestori
della Cassa previdenziale e di tutti quanti erano preposti a vigilare, che la Repubblica difende e promuove ogni
singolo individuo, in ogni istante della propria vita, e gli assicura, in
applicazione dell’art. 38 della Costituzione, una previdenza ed assistenza
“adeguata” perché possa affrontare, in mancanza di mezzi personali e fisici,
malattia, mancanza di lavoro “rimunerato” per cause involontarie, vecchiaia e
risorse finanziarie, la propria vita di relazione ed il sostentamento per se e
propri familiari. Questa difesa e promozione è prevista dalla
Costituzione direttamente fornita dallo Stato o in altre forme, ma sempre con
integrazione da parte dello Stato. Tanto in ossequio al principio sempre
presente nella nostra Repubblica e nella nostra normativa che la Previdenza
obbligatoria e l’Assistenza Italiana di primo pilastro è Pubblica e non può
essere sostenuta da privati. Inoltre la
c.d. “Assistenza” consiste,
contrariamente a quanto falsamente si predica, in aiuti a persone (colleghi)
“bisognose” indipendentemente dalla
loro storia lavorativa. E questo non dimenticandoci che nei sistemi a
ripartizione – e Cassa Forense è un sistema a ripartizione come viene spiegato
anche sul sito web dell’Ente – la Previdenza e la Assistenza hanno “confini indistinguibili”.
Dunque, COROLLARIO di questa PREMESSA, è che ogni forma di
Previdenza ed Assistenza se non erogata direttamente dallo Stato, deve essere
sottoposta al controllo Statale e le sue azioni ed eventi amministrativi devono
essere compiuti nel pieno rispetto dell’art. 97 della Costituzione. E non con
le modalità “criminali” che da sempre si denunciano.
E lo Stato
risponde del cattivo operato anche di chi era preposto a vigilare e non lo ha
fatto. Ed ancor più gravi saranno le
responsabilità se nel tempo è stato puntualmente edotto di ciò che accadeva, e
accade, ma che “sicuramente” già conosce, ed è stato oggetto persino di
specifiche richieste di intervento fino a giungere a quelle, più e più volte
reiterate, tra tante, di svincolati dagli obblighi e doveri della funzione di
avvocato e sciolti dal giuramento nella sua vecchia formulazione. Altrimenti
fino a che punto si può pretendere di non toccare il vino della botte
(tutelando effettivamente i diritti ed anteponendo sempre l’interesse del
Cittadino e del potenziale cliente‑assistito al proprio come le regole della
funzione sociale dell’avvocato impongono) ed avere, al contempo, una moglie
ubriaca (trarre sempre e comunque del profitto coinvolgendo il predetto
Cittadino in prestazioni professionali inutile e dannose) ma ad opera dello
stesso vino contenuto nella botte? In un solo modo (ed è così che funziona il
sistema delle Casse insostenibili ed inefficienti per loro natura che muovono i
Colleghi a violare le norme ed a mercificare ogni cosa sempre e comunque pena
la costante minaccia di essere accompagnati alla porta della professione):
ovverosia palesando che sulla carta si è avvocati ma non certo tutori dei
diritti e delle Persone deboli.
Sino ad ora sono state inoltrate approfondite denunce che
nella loro estensione hanno evidenziato e significato quante distrazioni di
fondi ed anomalie siano attualmente in corso da parte degli organi
istituzionali che governano i COA Italiani, la Cassa previdenziale forense e
tutti gli altri enti che vi sono collegati. Persino denunciando, descrivendo e
documentando il “danno erariale” dagli stessi arrecato e in atto. Compreso
quello degli Ordini territoriali che, solo in apparenza, non potrebbero originarlo,
in quanto risultano finanziati unicamente dal contributo degli iscritti, ma che
invece, immersi nel sistema organizzato e documentato, essi stessi lo
originano… eccome! (v. allegati). Ciò si verifica anche nelle altre Casse di
Professionisti ed enti loro connessi.
Ma queste denunce non sono mai state riscontrate nel modo
adeguato, neppure dagli organismi e dirigenti ministeriali preposti a vigilare
e controllare che si agisse “nel rispetto
dei diritti e dei doveri (v. art. 28
Cost.)”.
È oramai “inequivocabile”
che le mie accuse documentano un tipo
di azione “mafiosa” ed al punto da ritenere che ormai solamente le DDA (Direzioni Distrettuali Antimafia) dei
capoluoghi possono trattare la pratica direttamente e correttamente.
A ben
vedere, infatti, secondo la Cassazione “la forza intimidatrice” di
un’organizzazione mafiosa può derivare, oltre che dalla violenza, anche dalle
“contiguità politiche ed elettorali” e dal sistematico ricorso al “metodo
corruttivo” per determinare un “sostanziale annullamento della concorrenza o di
nuove iniziative da parte di chi non aderisca o non sia contiguo al sodalizio”.
Come dire: per intimidire qualcuno non bisogna per forza presentarsi come
esponente di un determinato clan affiliato alla camorra, alla ‘ndrangheta o a
Cosa nostra. Ma basta avere a che fare con un’organizzazione ramificata e capace di esplicitare la
propria forza e dunque l’eventuale vendetta grazie ai legami con ambienti
diversi: siano essi quelli della Pubblica amministrazione o della politica. Un
principio che in pratica “disegna” l’esistenza di nuove mafie. E quella che negli ultimi anni sta falcidiando
l’avvocatura irreprensibile, nell’indifferenza generale, è una di queste.
LE INVASIONI BARBARICHE 08/04/2011 - Daria Bignardi intervista Manolo
Caro Ministro del Lavoro, e qui mi rivolgo anche a
lei. Ci si vanta proprio in questi giorni
del pacchetto di norme anticorruzione di prossima approvazione. Da un certo
punto di vista mi verrebbe anche da sorridere, perché mi domando se ci saranno
anche gli “avvocati infiltrati” negli
enti istituzionali – Pubblici – forensi di ogni tipo e livello e quanti ad essi
collegati e/o in qualche modo dipendenti. Inoltre mi chiedo se il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali il quale,
a mezzo del proprio Dirigente, ha persino avuto persino il coraggio, ed in modo
assolutamente vergognoso, di affermare che gli avvocati che non trattano da
mercanzia i Cittadini che gli si parano davanti non hanno i requisiti di
permanenza professionale (v. allegato):
– È a conoscenza detto Ministero di come
sono effettivamente organizzate le Casse dei professionisti ed in particolare
la Cassa Forense?
– È a conoscenza detto Ministero di come
sono organizzati “I COA” nazionali e gli altri enti istituzionali in
rappresentanza degli Avvocati?
– Sono mai oggetto
di indagine le singole disposizioni finanziarie quotidiane di questi enti? È
stata mai ricostruita la gestione economica patrimoniale e finanziaria di ogni
singolo ente come coincidente con “I bilanci” presentati nell’ultimo decennio?
È stata mai ricostruita la dinamica dei versamenti degli Avvocati come
esattamente corrispondenti all’esecuzione dei principi di legge e della carta
costituzionale? Sono state le spese di questi enti verificate se effettuate
secondo la previsione delle leggi della Repubblica e per la Previdenza ed
assistenza degli Avvocati? Sono stati controllati “I regimi” di spesa e dei
rimborsi che lucrano gli amministratori e gli eletti se corrispondenti alle
“finalità” delle norme in vigore? È stato controllato il regime di spese con
“I fornitori” se adeguato alle finalità dell’ente stesso? È stato
verificato se gli assunti non siano in conflitto di interessi con gli
amministratori ed eletti? È stato verificato se il numero degli assunti è
proporzionato alle incombenze necessarie?
– Sono state mai
oggetto di indagini le carriere e le relazioni dei singoli amministratori ed
eletti? È stato verificato se vi sia stato incremento di relazioni e di
pratiche di studio dopo l’insediamento degli eletti?
– Sono state mai
verificati “I comportamenti” e le azioni finanziarie dei singoli eletti al fine
della verifica della loro legittimità e delle violazioni delle norme sul
passaggio di somme in nero tra professionisti e del riciclaggio di capitali?
– Sono stati mai
oggetto di indagini “I benefici” concessi e le pensioni liquidate, se tutte
erogati nel rispetto dell’art. 97 della Costituzione?
– Quando ultimo
controllo di spese dei singoli COA e degli altri enti?
– Quando ultimo
controllo dei casi di effettivo intervento in aiuto dei colleghi bisognosi se
corrispondono a realtà non equivoche?
– Quando ultimo
controllo sulle spese e gli investimenti a tutela del patrimonio e dei capitali
liquidi a disposizione della Cassa e degli altri enti?
– Quanto alla Cassa
conosce se il Collegio dei sindaci, a seguito delle adunanze, ha sempre ossequiato l’obbligo‑dovere della
verifica immediata della legittimità delle delibere medesime? E se, e quando,
non arrivano a “Chi” di dovere i verbali del Collegio dei sindaci che denuncino
una criticità, o non arrivano alla Corte dei conti o all'Ispettorato generale
di finanza, cosa accade a quelle delibere “illegittime”?
Possiamo forse considerarsi legittime e lecite per il solo fatto che “nessuno”
degli addetti alla “catena di montaggio”
azioni il “pulsante rosso” e tutti lasciano passare tempo su tempo nel silenzio
generale??!
Mi chiedo cosa stia
a fare il Collegio, visto che non sono lì solamente per assistere alle delibere
in cui si decidono sugli aumenti dei propri compensi, ma presenti per
verificare che l'andamento della Cassa avvenga “sempre” secondo i princìpi di buon andamento dell’azione secondo le
finalità e la mission istituzionale
dell'Istituto e nel rispetto di tutti quei principi che lo stesso ente ben
racchiude in due incisi della sua regolamentazione: operare “(…) imprescindibilmente nel rispetto dei
principi della Costituzione della Repubblica Italiana” nonché quello che
parimenti ed inequivocabilmente statuisce che “(…) Cassa Forense non tollera comportamenti illeciti, di qualsiasi tipo
ed indipendentemente da qualsiasi finalità” (v. gli allegati).
– E’ a conoscenza il Ministro del Lavoro di tutte le
istanze le segnalazioni e le denunce che sono state fatte da questo avvocato
quasi da quando si è abilitato ed ha avuto contezza delle porcherie e contradizioni
Istituzionali e che appena qualche settimana fa sono state liquidate da un
collaboratore del suo ministero come “corrispondenza
di pari tenore”; tra l’altro incaricati ed addetti proprio alla vigilanza
ed ai controlli, ma nessuno dei quali, mi risulta, e per quanto di grave
avvenuto sia stato rimosso o abbia anche solo fatto accenno a delle “doverose scuse” all’intera avvocatura
prima ancora che allo scrivente per quanto dichiarato in un atto formale ed
ufficiale della Repubblica (v. allegato con richiesta di destituzione del DG
previdenza).
Le tante istanze non le replico neppure, ma le intendo qui
per integralmente trascritte sempre
in che qualcuno si azioni. Rinviando il medesimo Ministero e Ministro del
Lavoro, che dice di essere dalla parte del Cittadino “e non dei corrotti”, e che allora dovrebbe stare dalla
parte della avvocatura irreprensibile anche quando economicamente in
difficoltà, a quanto già protocollato.
Non basta, e non mi basta, che si faccia propaganda
parlando di Giustizia sociale. Si è esposto anche oggi quanto basta per agire
con dei “fatti concreti”.
Concludo dicendo che prima di affermare, come apprendo
oggi dalla stampa, che al Mef, o più in generale nei ministeri, qualcuno “rema
contro”, e indispensabile comprendere
“Il Perché” delle loro condotte.
* * *
Per i motivi di cui innanzi e di
quanto negli allegati, che dovranno intendersi parte integrante di questa mia
ulteriore denuncia, chiedo che venga valutato se i fatti esposti integrino
illeciti penali per qualsivoglia reato che la S.V. vorrà ravvisare; se vi sia
una penale responsabilità in capo agli 80 attuali delegati della Cassa, al suo
Presidente pro tempore ed ai
Presidenti degli Ordini territoriali ed i collegati Consigli Distrettuali di
Disciplina, che nulla fanno nonostante i doveri e gli obblighi di legge e pur
se a conoscenza di quando accade; e/o ad altre persone che eventualmente
risulteranno, in seguito ad attività investigativa, essere compartecipi e
responsabili di quanto già descritto e denunciato nell’indifferenza generale
compresa quella delle Istituzioni (i ministeri) preposti a precisi vincoli di
controllo (v. allegati).
Chiedo, inoltre, di essere
avvertito nel caso in cui dovesse aprirsi un procedimento penale e, nell’ambito
di quest’ultimo, chiedo, ai sensi degli artt. 405 e 408 c.p.p., che mi sia
notificato (all’indirizzo dello Studio Legale o via p.e.c. all’indirizzo mail@pec.ulisso.it) una eventuale
richiesta di proroga dei termini delle indagini preliminari o di archiviazione
del procedimento.
Con riserva di altri produrre
ulteriore documentazione nonché di indicare eventuali testimoni, mi dichiaro
disponibile ad essere ascoltato dalle competenti autorità per fornire “ogni ed
ulteriore” delucidazione in merito alle articolate vicende di cui sopra e agli
allegati.
Foto di proprietà di Gabriella Filippone |
Pincopallinolandia, addì
22 Settembre 2018.
Avv. Pincopallino verde
“Se inviata a mezzo P.e.c. la firma è apposta digitalmente ad ogni effetto
di legge.”
* * *
POSCRITTO: Ho sempre documentato il venir
meno di almeno un requisito di iscrizione all’Albo degli avvocati per il
Presidente dell’Ente previdenziale ed i suoi 80, attuali, delegati, seppure
nella indifferenza di tutti gli organi preposti, compresi i 26 Consigli
distrettuali di disciplina ed i suoi Consiglieri. In verità solo il Consiglio
distrettuale di disciplina di Torino ha avuto quantomeno il coraggio, e se ne
da merito, di “aprire” un procedimento disciplinare accertativo, sebbene, poi,
lo abbia chiuso dopo molti mesi senza acquisire la documentazione indicata e
pur essendovi in capo al predetto delle precise norme che gli attribuivano le
competenze ed i poteri specifici che ho più volte documentato in esposti.
Cancellazioni dall’Albo, decadenze dalle poltrone o impedimento a poterle
raggiungerle per molti avvocati Apicali, ed i loro sodali, che avverrebbero
semplicemente sanzionando, lo ripeto ancora una volta, “norme alla mano”, gli illeciti “visibili”. Perché, chiaramente,
qualora si decidesse di voler ripulire le Istituzioni forensi, quindi
adoperandosi per il sequestro coattivo delle registrazioni audio ex art. 30
dello Statuto dell’Ente indicate nelle mie infinite denunce, beh, ci sarebbe
una tale amplificazione di gravi abusi ed omissioni d’ufficio, e dunque degli
illeciti, che la radiazione dall’Albo degli avvocati di questo sistema oramai
delinquenziale sarebbe per tanti cosa più che certa.
Pensare che lo stesso Presidente della Repubblica ha affermato di recente,
il 15 settembre scorso, in occasione della presentazione della nuova veste
grafica de la Gazzetta del Sud e il Giornale di Sicilia: “L’incondizionata libertà di stampa costituisce elemento portante e
fondamentale della democrazia e non può essere oggetto di insidie volte a
fiaccarne la piena autonomia e a ridurre il ruolo del giornalismo.”.
E la Libertà degli avvocati ?
Presidente Mattarella; come può allora restare
indifferente a quello che è accaduto e accade nell’Avvocatura italiana e che
ben conosce?! Situazioni artefatte che minano Libertà, autonomia ed
indipendenza degli avvocati Liberi e rispettosi della Funzione sociale per mano
di avvocati che a par mio è una vergogna anche soltanto che possano risultare
iscritti all’Albo; e che proprio voi, governanti ed amministratori del bene
Pubblico, contribuite persino a far apparire come “meritevoli” anche se
meritevoli, come nuovamente denunciato, non lo sono affatto.
* * *
Basterebbe semplicemente che lo Stato, da buon
pater familias, togliesse
prontamente agli avvocati il “privilegio‑potere”
di controllare disciplinarmente se stesso unitamente alla potestà, de facto illimitata, di imporre
contributi per finte finalità istituzionali e ciò sarebbe sufficiente a far
crollare il sistema delinquenziale forense e a far si che la legalità possa
perfino ripristinarsi agevolmente da se.
* * *
È di tutta evidenza che questa comunicazione deve
intendersi, per i destinatari, dalla data di ricezione, quale « esplicita richiesta » ai sensi ed
effetti degli artt. 323 e 328 del Codice penale in combinato disposto con gli
artt. 28 e 54 Cost.
Note:
(1) https://1drv.ms/v/s!Ak9IQU9HmPiOiXRMyoYwJLkUP-Vz ;
(2) http://documenti.camera.it/leg17/resoconti/commissioni/stenografici/html/27/indag/c27_assistenziale/2017/09/21/stenografico.0073.html
(altra documentazione sul tema fa parte di altre note/esposti/denunce in mio
possesso e che qui non è possibile allegare e/o citare compiutamente);
(3) https://1drv.ms/v/s!Ak9IQU9HmPiOjVq4Afu5GirMwSc8
e confronta con quanto affermato dal Presidente di Adepp nel documento di cui
alla seguente nota nr. 4, nonché ascolta le seguenti dichiarazioni: https://1drv.ms/v/s!Ak9IQU9HmPiOjVnnUPz9RnHYGl_H
;
(4) https://1drv.ms/b/s!Ak9IQU9HmPiOlRl1WaEJ5IRHJuXM , Prot. 199/16, del dott. Alberto
Oliveti: “In merito alla Sua richiesta di
cui all’oggetto si informa che l’AdEPP (Associazione degli Enti di previdenza
privati) non è in possesso dei dati tecnici circa la sostenibilità delle Casse
associate”;
(5) https://www.italiaoggi.it/news/download-pdf?idart=2278378&ricerca=
da ITALIAOGGI
- NUMERO 145 PAG. 28 DEL 21/06/2018; o ancora dal sito istituzionale di Adepp http://www.adepp.info/2018/06/fondo-intercategoriale-oliveti-a-italia-oggi-in-adepp-una-commissione-ad-hoc/ ;
(6) Esempio di condotta
disciplinarmente rilevante e sanzionabile solo per i normali avvocati (da
notare il marchio reclamizzato…):
https://1drv.ms/v/s!Ak9IQU9HmPiOiSirrdeDb9KJhYXB
;
(7) Nunzio Luciano a ilSole24ore: “…noi abbiamo un’autonomia economica e finanziaria e problemi di
sostenibilità” https://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2016-11-22/sanatoria-ruoli-ipoteca-casse-133855.shtml?uuid=AD9mFFzB .
* * *
Seguono allegati:
(in foglio e/o file .pdf separato)
* *
Fonte: Ulisse Io
GHALI - Cara Italia
«La differenza tra le persone sta solo nel loro avere maggiore o minore accesso alla conoscenza» (Lev Tolstoj)
La rassegna stampa è una sintesi e fornisce i riferimenti dell'articolo (testata, autore, titolo) per reperire sul quotidiano o altra fonte l'articolo completo.
Si declina ogni responsabilità per errori od omissioni, nonché per un utilizzo improprio delle immagini o non aggiornato delle notizie e delle informazioni.
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