SOTTOTITOLO
Quis custodiet ipsos custodes? | Chi sorveglierà i sorveglianti?
Quis custodiet ipsos custodes? è una locuzione latina tratta dalla VI Satira di Giovenale, che letteralmente significa: «Chi sorveglierà i sorveglianti stessi?».
In un passo del dialogo La Repubblica del filosofo greco Platone si asserisce che i custodi dello Stato devono guardarsi dall'ubriachezza, per non avere essi stessi bisogno di esser sorvegliati.
Tra le sedici satire che compongono
l'opera di Giovenale, la VI è forse la più nota per l'argomento:
rappresenta un feroce attacco ai vizi delle donne romane e non, ricche e povere, nobili e plebee, tutte corrotte e depravate, e Messalina era una di queste. Il verso completo suona così:
(LA)
«Pone seram, cohibe, sed quis custodiet ipsos custodes? Cauta est et ab illis incipit uxor.»
| (IT)
«Spranga la porta, impedisci di uscire, ma chi sorveglierà i sorveglianti? La moglie è astuta e comincerà da quelli.»
|
(Giovenale, Satire, VI, O31-O32) |
Messalina è stata descritta dagli storici dell'epoca come una donna dissoluta e senza scrupoli, una donna dagli insaziabili appetiti sessuali, pronta a sbarazzarsi dei suoi avversari. Le fonti storiche a cui si fa riferimento in particolare: la VI delle Satire di Giovenale
Questo passo di Giovenale è ripreso da Alan Moore per il fumetto Watchmen ("i custodi", appunto), appare in una scena di Batman v Superman: Dawn of Justice ed è spesso citato nel romanzo bestseller Crypto di Dan Brown.
Valeria Messalina (Roma, 25 – Roma, 48) fu imperatrice consorte dell'imperatore Claudio, che aveva sposato quattordicenne per volere dell'imperatore Caligola.
Messalina nacque in una famiglia patrizia imparentata con la casa Giulio-Claudia.
Quando Caligola salì al trono, era già una delle donne più desiderate di Roma per la sua bellezza. Fu costretta dall'imperatore a sposare Claudio, un uomo più anziano di lei di trent'anni, balbuziente, zoppo e, al terzo matrimonio. Dopo la morte di Caligola, lei e suo marito Claudio furono eletti imperatori di Roma. Insieme al marito fece uccidere gli assassini di Caligola.
Giovane e inquieta, Messalina non amava molto la vita di corte; conduceva invece un'esistenza trasgressiva e sregolata. Di lei si raccontarono (e si narrano tuttora) le storie più squallide: che avesse imposto al marito di ordinare a tutti i giovani e bei sudditi di cederle, che avesse avuto relazioni
incestuose con i fratelli, che si
prostituisse nottetempo nei
bordelli (
postriboli) sotto il falso nome di Licisca dove, completamente depilata, gli occhi segnati da una mistura di
antimonio e
nerofumo, si offriva a
marinai e
gladiatori per qualche ora al giorno.
[2]
Secondo il racconto di
Plinio il Vecchio, una volta sfidò in gara la più celebre prostituta dell'epoca e la vinse nell'avere 25
concubitus (rapporti) in 24 ore. Fu proclamata
invicta e, a detta di
Giovenale, “
lassata, viris nondum satiata, recessit” ("stanca, ma non sazia di uomini, smise").
[3]
Se sapeva essere molto generosa con gli uomini che accondiscendevano ai suoi capricci, era anche pronta a far eliminare con facilità quanti non vi si prestavano. Dopo altre accertate relazioni
adulterine Valeria Messalina si innamorò di Gaio Silio, marito di Giulia Silana. Gaio Silio ripudiò la moglie e divenne l'amante di Messalina e, mentre l'imperatore
Claudio si trovava a
Ostia, durante una festa dionisiaca a palazzo i due amanti mimarono il loro matrimonio nel 48 d.C.
Informato dal liberto Narciso, Claudio (forse timoroso che il rivale volesse succedergli sul trono) decretò la morte dei due amanti. Mentre Gaio Silio non oppose resistenza e chiese una morte rapida, Messalina si rifugiò negli "Horti Lucullani" (giardini di Lucullo) dove fu uccisa tramite soffocamento da un tribuno inviato dal liberto.
Il complesso di Messalina corrisponde alla versione al femminile del complesso del Don Giovanni. La sua morte rappresenta uno dei primi episodi della storia di femminicidio.
Il comportamento di Messalina era tutt’altro che inusuale nella Roma Imperiale, era più che frequente, probabilmente l’accanimento contro la figura di Messalina deriva dal fatto che era piuttosto in vista come moglie dell’imperatore ed esponente della prestigiosa “Gens Iulia”.
Più che le sue storie di atrocità, fu la depravazione sessuale di Messalina a renderla celebre sino ai giorni nostri ed oggetto di miti e leggende. Considerata come la “prostituta imperiale”, descritta come una donna impudica e ninfomane, con un desiderio sessuale smisurato. Per lei il sesso era gioco, svago e provocazione.
Ciò che segnò la fine dell’esistenza trasgressiva di Messalina fu la sua relazione con Gaio Silio, il quale, per amore dell’imperatrice, giunse a ripudiare la moglie.
Con Gaio Silio, uomo bello, affascinante, intelligente (secondo le fonti dell’epoca) Messalina parve trovare pace e abbandonare il suo turbolento stile di vita, e i due amanti arrivarono a celebrare un “matrimonio”. L’amante insaziabile diventa una donna innamorata del suo uomo che abbandona tutti i vizi desiderando un matrimonio che era la conferma ufficiale del suo amore.
Nessuno le aveva concesso il divorzio o la possibilità di scegliersi uno sposo, a quella notizia, per questioni di prestigio e di reputazione, l’imperatore Claudio condannò a morte entrambi gli amanti, Messalina fu uccisa per volere del marito.
La leggenda di Messalina sopravvive, oltre che nelle fonti antiche, anche attraverso numerosi film, serie tv, opere teatrali e letterarie, opere liriche e un fumetto erotico italiano degli anni Settanta, a riprova del fascino controverso di quella che ancora oggi è considerata un’icona del vizio e della sregolatezza.
Parebbe più una giovane donna frustrata dagli eventi, insoddisfatta e costretta ad una scelta di vita imposta per rango, sposa di un uomo vecchio e storpio che non rispecchiava le visioni principesche di una giovanissima donna. Essa sviluppa dei diversivi e delle forme di svago per distogliersi dalle insoddisfazioni quotidiane, soprattutto con esse si ribella al sistema che l’aveva resa schiava e castrata coniugalmente. Il suo comportamento sembra dovuto al bisogno di compensare delle mancanze affettive che sessuali, infatti sembrano svanire, secondo la storia, quando si innamora del giovane Gaio Silio.
Viene fatta uccidere dal marito perché il rango ed il prestigio dell’imperatore non consentivano la possibilità ad una sua moglie di convolare a seconde nozze, l’omicidio di Messalina nasce da tale unico elemento, non fu determinante il fatto che tradisse il marito in modo tanto sconsiderato e visibile da chiunque.
***
|
Immagine per gentile concessione dell'autore: "Dal gatto dei mari a quello delle nevi è un attimo" | Autore e proprietà dell'immagine Vito Mantini
|
Il neretto, le immagini, i colori e gli spazi nel testo che segue rappresentano una scelta-opzione della redazione di questo blog per evidenziare taluni contenuti della pec inviata dell'Avvocato Silvio Ulisse.
:
"Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, On. Luigi Di Maio
Via Veneto 56
00187, Roma
segreteriaministro@pec.lavoro.gov.it
anche presso:
“Sala Auditorium del Nuovo Palazzo di Giustizia
Di Napoli, Piazza Porzio. Lunedì 19 novembre
2018 – ore 11:30. Evento patrocinato: La
Carta dei diritti dei professionisti”;
mediante consegna brevi manu
e, p.c.
Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Napoli
Centro Direzionale, Piazza Coperta
80143, Napoli
segreteria@avvocatinapoli.legalmail.it
OGGETTO: QUIS CUSTODIET IPSOS CUSTODES?
* * *
Sig. Ministro del Lavoro,
Faccio seguito ad ogni mia comunicazione e denuncia, comprese quelle fatte ai suoi predecessori ed ancora in attesa di provvedimenti, nonché alla mia breve replica alle gravi dichiarazioni contenute nella nota Prot. n. 10191 del 31/08/2018 del Direttore Generale per le politiche previdenziali, che si allega in calce, per domandarle quanto segue:
- Perché non fa pubblicare in G.U. il Regolamento investimenti per le Casse di previdenza?
- Perché non procede alla unificazione delle Casse dei professionisti in una unica Cassa previdenziale o, ancor meglio, perseguendo “il migliore interesse” dei cittadini, all’accorpamento all'Inps, prima che salti tutto in aria?
- Lo sa che per avere denunciato il sistema Casse sono stato citato dall’Ente di Previdenza ed Assistenza Forense con una richiesta di danni di 50 mila euro?
|
burnout in inglese significa "bruciarsi" |
Lei è intervenuto in difesa persino di poche decine di lavoratori – come giusto e doveroso che sia – poiché messi sulla strada da aziende senza più scrupoli in un sistema che oramai tratta sempre più le Persone come merce; tuttavia, anche lei, resta indifferente, e “sembra” non accorgersi, di quanto accade nel comparto forense in danno di decine di migliaia di Colleghi e le loro famiglie. Perché?
Questo malgrado un danno erariale già certo, concreto ed attuale, con cui, prima o poi, se non lei uno dei suoi successori, dovrà in ogni caso fare i conti. E saranno numeri amari per l’intero Paese.
Problematiche che la buona politica può ancora risolvere agevolmente con interventi praticamente a costo zero e addirittura apportando vantaggi per l'intera economia.
Al momento, però, non solo viene disattesa l'efficienza del servizio previdenziale ed assistenziale in relazione alle esigenze degli utenti e lo stesso viene gestito in contrasto con le linee di sviluppo dell'economia nazionale nel silenzio colpevole di vigilanti e controllori. Ma si continua a discriminare, “illecitamente”, coloro i quali si dedicano alla funzione sociale forense ex art. 4 Cost., sulla base del censo e della forza economico reddituale piuttosto che su quella dell’esercizio legittimo ed ossequioso del lavoro funzione medesimo che non è assolutamente correlato/a al mero dato economico ma al “vantaggio sociale”.
Ad ogni buon conto, ora senza dilungarmi ulteriormente, ma restando a disposizione per qualsiasi informazione e/o chiarimento nonché in attesa di un cortese riscontro o, ancor meglio, di un “ravvedimento solerte” da parte delle Istituzioni che lei rappresenta, porgo i miei più,
Cordiali Saluti.
Pisellinolandia, addì 17 Novembre 2018.
Avv. Pisellino Verde
“Inviata a mezzo P.e.c. la firma è apposta digitalmente ad ogni effetto di legge.”