Il pericolo, ha detto il senatore Thune, è che “da esempio di sogno americano, Facebook diventi un incubo per la privacy”. Il social network ha “impropriamente condiviso” dati di 87 milioni di utenti senza il loro consenso.
Zuckerberg: “Non offriamo oggi un’opzione a pagamento, dice, ma vogliamo connettere le persone in tutto il mondo e per farlo abbiamo anche bisogno della pubblicità. Ci sarà sempre una versione di Facebook gratuita”. Il senatore Nelson ribatte: “Quindi le persone pagano con i dati?” Alla fine, Zuckerberg ammette: “Sì”.
“Non raccogliete la cronologia dei messaggi e delle chiamate?” “Voglio fare in modo che sia la mia equipe a rispondere, per essere il più dettagliato e accurato possibile”. Molti i “non so”, diverse le promesse di approfondimenti”: Zuckerberg non sembra sempre all’altezza del ruolo di leader globale di una comunità di 2,2 miliardi di persone, eppure a Wall Street le azioni salgono del 4,5%.
Fb e Cambridge Analytica, l'audizione di Zuckerberg al Senato Usa
Il fondatore e Ceo di Facebook, Mark Zuckerberg, viene ascoltato dalle commissioni congiunte di giustizia e commercio del Senato. E' chiamato a spiegare il ruolo svolto e gli errori commessi dal suo social network nella vicenda dei dati di 87 milioni di utenti usati illecitamente a scopi elettorali da Cambridge Analytica. Aprono i lavori i presidenti delle due commissioni. Poi è la volta di Zuckerberg, che dopo la lettura di una dichiarazione già preparata, deve affrontare l'interrogatorio dei senatori.
Teso, nervoso, senza felpa, in giacca e cravatta, Zuckerberg è arrivato al suo giorno più difficile: l’audizione alla Commissione Commercio del Senato americano per lo scandalo Cambridge Analytica è ancora in corso.
Il senatore John Thune ha fatto cenno all’intera storia di Facebook come “a 14 anni passati chiedendo scusa”. “Ma oggi chi ci assicura che andrà diversamente?”, ha chiesto. “Nel complesso, direi che stiamo attraversando un cambiamento filosofico più ampio all’interno dell’azienda: è necessario assumere un ruolo proattivo”, risponde il capo del social network più grande del mondo.
Il pericolo, ha detto lo stesso Thune, è che “da esempio di sogno americano, Facebook diventi un incubo per la privacy”. Il social network ha “impropriamente condiviso” dati di 87 milioni di utenti senza il loro consenso.
Il senatore Ted Cruz chiede altre informazioni sulla neutralità della piattaforma, con specifico riferimento alla politica, e alle elezioni del 2016.
Zuckerberg prova a spiegare come funziona il meccanismo del controllo della pubblicità. Questo è il vostro business model ribatte il senatore Nelson.
Zuckerberg: “Non offriamo oggi un’opzione a pagamento, dice, ma vogliamo connettere le persone in tutto il mondo e per farlo abbiamo anche bisogno della pubblicità. Ci sarà sempre una versione di Facebook gratuita”. Il senatoreNelson ribatte: “Quindi le persone pagano con i dati?” Alla fine, Zuckerberg ammette: “Sì”.
“Non raccogliete la cronologia dei messaggi e delle chiamate?” “Voglio fare in modo che sia la mia equipe a rispondere, per essere il più dettagliato e accurato possibile”. Molti i “non so”, diverse le promesse di approfondimenti”: Zuckerberg non sembra sempre all’altezza del ruolo di leader globale di una comunità di 2,2 miliardi di persone, eppure a Wall Street le azioni salgono del 4,5%.
Chamath Palihapitiya, ex vicepresidente Facebook "Discorso tenuto all’inizio di novembre 2017 alla Stanford University VI STANNO RIPROGRAMMANDO Mi sento tremendamente in colpa. Penso che noi tutti sapessimo, nel profondo di noi stessi, anche se abbiamo finto di no. E ci eravamo convinti che probabilmente non ci sarebbero state conseguenze inattese, non davvero così gravi. Io penso che nei recessi profondi della nostra mente sospettavamo che qualcosa di brutto sarebbe potuto accadere, ma penso che il modo in cui noi lo lo immaginavamo, non fosse questo. Letteralmente siamo arrivati ad un punto, oggi, dove credo che abbiamo creato strumenti che stanno disintegrando il tessuto sociale su cui è basata la Società. E io vorrei incoraggiare voi tutti, quali futuri leader del mondo, a prendere veramente coscienza di quanto questo sia importante. Se tu nutri la bestia, quella bestia ti distruggerà! Se invece la respingi, abbiamo la possibilità di controllarla e rimetterla al suo posto."
«La differenza tra le persone sta solo nel loro avere maggiore o minore accesso alla conoscenza» (Lev Tolstoj)
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Il colosso di Mountain View aveva contestato l'obbligo davanti al Tar Lazio.
Il Tribunale amministrativo regionale, con la sentenza 1739 del 14 febbraio, ha respinto l'impugnazione sostenendo la piena legittimità del provvedimento.
Nella delibera del 2013 che definisce i soggetti obbligati alla comunicazione dei ricavi ci sono anche le imprese concessionarie di pubblicità che esercitano direttamente o per conto terzi attività di negoziazione o conclusione di contratti di vendita di spazi pubblicitarida trasmettere sul web e, per i ricavi realizzati sul territorio nazionale, le società con sede all'estero, anche se non operanti nel settore radiotelevisivo o dell'editoria. (vedi Italia Oggi: 'Google deve comunicare i ricavi' )
VIDEO. Paul Murphy, deputato irlandese della Gue, protesta a Strasburgo contro i regimi fiscali che agevolano le multinazionali e straccia in Aula la cartella della tasse: Google, Apple e Facebook guadagnano miliardi e versano intorno allo 0,1% di imposte.
Paul Murphy, Eurodeputato eletto nel collegio elettorale di Dublino con il Partito Socialista.
Video consigliato, da vedere. Clamoroso il gesto di Paul Murphy, con il quale ha invitato tutti i lavoratori a smettere di pagare le tasse.
In segno di protesta il deputato ha stracciato il modulo delle tasse affermando che non lo avrebbe compilato e invitando gli irlandesi a fare lo stesso: “Fate pagare ai ricchi le loro tasse, i lavoratori hanno già pagato abbastanza!”.
Murphy si laurea all'University College Dublin in legge nel 2004. Entra a far parte del Partito Socialista nel 2001. Murphy ha lavorato presso il Parlamento Europeo come consigliere politico di Joe Higgins. In linea con la politica del Partito Socialista non vive con l'intero stipendio da eurodeputato, vive con un salario equivalente alla media di quelli industriali.
Font biografia: Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Paul_Murphy
“È stato Benjamin Franklin a dire che in questo mondo nulla è certo, tranne la morte e le tasse. Se lo avesse scritto oggi avrebbe aggiunto: tranne se sei la Apple, se sei Google o se sei Facebook”. Con queste parole è iniziato l’intervento in Aula dell’eurodeputato irlandese Paul Murphy della Gue/Ngl durante il dibattito al Parlamento europeo di Strasburgo sulla lotta all’evasione fiscale di mercoledì. Murphy, che con i suoi 30 anni è uno dei parlamentari più giovani, ha cri...
Il deputato irlandese della Gue protesta contro i regimi fiscali che agevolano le grandi multinazionali. “Google, Apple e Facebook guadagnano miliardi e pagano meno dello 0,1% di imposte”
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