I dati emergono dall'ultimo rapporto di Cassa forense sui numeri dell'avvocatura 2017, che conferma una volta di più la proletarizzazione della professione forense.
Giuseppe Stanisci: " È così da anni e comunque bisogna vedere chi fattura o meno, ci sono gioiellieri che dichiarano 15.000 euro annue"
Di Maio è il Ministro del Lavoro.
Il reddito di cittadinanza potrebbe riguardare una vasta platea di avvocati, non solo i disoccupati conclamati in quanto tali. Non solo i Centri per l'Impiego dovranno riformarsi al loro interno ed all'esterno, anche gli enti apicali forensi, Cassa Forense e Consiglio Nazionale Forense, io credo. Detti apicali non possono continuare per la loro strada e pretendere dagli avvocati come nulla fosse. Devono tornare costituzionali e non incostituzionali come di fatto sono.
"Due legali su tre fanno la fame"
Due avvocati su tre hanno un reddito da fame. Quasi 145 mila i legali che non superano i 20 mila euro l'anno, il 60% dei 242.227 iscritti all'albo: nel dettaglio, oltre 20 mila non hanno inviato modello 5 alla Cassa di previdenza, in quasi 60 mila sono nella fascia di reddito tra uno e 10.300 euro e in 45 mila dichiarano tra 10.300 e 20.107 euro.
Di contro, gli avvocati «benestanti» con reddito annuo superiore a 50 mila euro non sono neanche il 20% del totale: poco più di 41 mila. I dati emergono dall'ultimo rapporto di Cassa forense sui numeri dell'avvocatura 2017, che conferma una volta di più la proletarizzazione della professione forense.
Le pensioni. Nel documento sono indicati anche il numero e l'importo medio delle pensioni vigenti al 31 dicembre 2017. Per le donne, le pensioni in media sono da 18.583, per gli uomini da 33.937 euro e in totale la media è di 27.403 euro. Nel dettaglio della distribuzione per classi di importo e sesso, circa un terzo dei pensionati, ovvero 8.594 sui 28.520 totali, è nella fascia che va tra i 10 mila e i 15 mila euro di pensione. Di questi, oltre 6 mila sono donne, ossia la metà delle 12.137 pensionate totali. Osservando la distribuzione per tipo di pensione: l'importo medio della pensione di vecchiaia è pari a 38.200 euro e riguarda 13.945 avvocati, quella di anzianità vale 36.038 euro, per 1.329 avvocati, quella di invalidità e inabilità è invece pari a 11.603 euro e ne usufruiscono 1.285 avvocati. Le pensioni contributive sono da 5.345 euro (1.620 avvocati), quelle indirette sono da 15.235 euro (2.896 avvocati) e quelle di reversibilità hanno un importo medio pari a 17.898 euro (7.445 avvocati).
La densità e i redditi. Il rapporto, come ogni anno, riguarda sul numero di avvocati ogni mille abitanti distribuiti per regione. La Calabria conferma un doppio primato: è la regione con il maggior numero di avvocati e con il minor reddito medio. Gli avvocati della regione sono infatti 6,8 ogni mille abitanti e hanno un reddito medio pari a 17.587 euro. La seconda regione per densità di avvocati è la Campania (5,9 ogni mille abitanti), seguita da Lazio (5,7/1.000), Puglia (5,4/1.000), Molise (5,1/1.000), Basilicata (5,0/1.000), Sicilia (4,6/1.000).
Le regioni dove gli avvocati guadagnano di meno, troviamo una forte correlazione inversa tra numero di avvocati e i redditi dichiarati: dopo la Calabria troviamo il Molise (19.501 euro), la Basilicata (20.691 euro), la Sicilia (22.131 euro), la Puglia (22.630 euro), la Campania (24.967 euro), l'Abruzzo (26.143 euro).
Le regioni dove c'è meno densità di avvocati sono: Valle d'Aosta (1,4 ogni mille abitanti), Trentino-Alto Adige (1,8/1.000), Friuli Venezia Giulia (2,1/1.000), Piemonte (2,3/1.000), Veneto (2,5/1.000).
Le regioni dove gli avvocati guadagnano di più sono: Lombardia (67.382 euro) e Trentino Alto Adige (63.576 euro), poi c'è un salto di 15 mila euro circa e si passa al Veneto (48.123 euro), alla Valle d'Aosta (47.673 euro), al Lazio (47.155 euro), al Friuli Venezia Giulia (46.862 euro). In generale, il reddito medio degli avvocati del Nord Italia è pari a 55.632 euro, al Centro è di 42.403 euro e al Sud e isole è pari a 22.982 euro.
Età e reddito. L'analisi di Cassa forense sulla distribuzione del reddito professionale per classi di età. Emerge che gli avvocati sotto i 30 anni guadagnano in media 11.334 euro, tra i 30 e i 34 il reddito è di 14.306 euro, tra i 35 e i 39 anni sale a 20.989 e tra i 40 e i 44 anni è pari, in media, a 29.344 euro.
Per un reddito superiore ai 40 mila euro, quindi, gli avvocati devono aspettare di compiere i 45 anni (41.683 euro), mentre tra i 50 e i 54 il guadagno sale a 53.208 euro. La punta massima (72.960 euro) si ha nella fascia di età tra i 65 e i 69 anni.
Rispetto all'anno scorso, sono aumentati i redditi degli under 30 (8,8%), degli avvocati tra i 30 e i 34 anni (29%), tra i 35 e i 39 anni (1,9%). Sono diminuiti, invece, i redditi di tutti gli altri, ovvero: -0,8% per gli avvocati tra i 40 e i 44 anni, -3,5% tra i 45 e i 49 anni, -5,1% per la fascia di età tra i 50 e i 54 anni, -2,2% tra i 55 e i 59 anni, -3,6% tra i 60 e i 64 anni, -4,9% tra i 65 e i 69 anni. In totale, il reddito medio degli avvocati per il 2016 è pari a 38.437 euro, in linea con i 38.385 euro riferiti al 2015. Infine, l'analisi di Cassa forense si focalizza sulla distribuzione per classi di età. Il maggior numero di avvocati (51.785) ha tra i 40 e i 44 anni, seguita dalla fascia di età tra i 45 e i 49 anni (42.577), tra i 35 e i 39 anni (36.958) e tra i 50 e i 54 anni (32.356). Gli avvocati under 30 sono invece 5.966 e l'età media delle donne avvocato è di 43,3 anni, degli uomini di 49,4 anni e in totale è pari a 46,5 anni.
Continua la crescita delle donne avvocato, che hanno raggiunto il 47,8 per cento del totale degli avvocati iscritti alla Cassa. Nel 2016 erano il 47,6% mentre nel 2010 il 41,4%, nel 2005 il 36,5% e nel 2000 il 29%."
Ulisse Io: "(...) Caro Ministro del Lavoro, e qui mi rivolgo anche a lei. Ci si vanta proprio in questi giorni del pacchetto di norme anticorruzione di prossima approvazione. Da un certo punto di vista mi verrebbe anche da sorridere, perché mi domando se ci saranno anche gli “avvocati infiltrati” negli enti istituzionali – Pubblici – forensi di ogni tipo e livello e quanti ad essi collegati e/o in qualche modo dipendenti. Inoltre mi chiedo, ed è per me un vero grattacapo, se il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali il quale, a mezzo del proprio Dirigente, ha persino avuto persino il coraggio, ed in modo assolutamente vergognoso, di affermare che gli avvocati che non trattano da mercanzia i Cittadini che gli si parano davanti non hanno i requisiti di permanenza professionale (v. allegato):
– È a conoscenza detto Ministero di come sono effettivamente organizzate le Casse dei professionisti ed in particolare la Cassa Forense?
– È a conoscenza detto Ministero di come sono organizzati “I COA” nazionali e gli altri enti istituzionali in rappresentanza degli Avvocati?
– Sono mai oggetto di indagine le singole disposizioni finanziarie quotidiane di questi enti? È stata mai ricostruita la gestione economica patrimoniale e finanziaria di ogni singolo ente come coincidente con “I bilanci” presentati nell’ultimo decennio? È stata mai ricostruita la dinamica dei versamenti degli Avvocati come esattamente corrispondenti all’esecuzione dei principi di legge e della carta costituzionale? Sono state le spese di questi enti verificate se effettuate secondo la previsione delle leggi della Repubblica e per la Previdenza ed assistenza degli Avvocati? Sono stati controllati “I regimi” di spesa e dei rimborsi che lucrano gli amministratori e gli eletti se corrispondenti alle “finalità” delle norme in vigore? È stato controllato il regime di spese con “I fornitori” se adeguato alle finalità dell’ente stesso? È stato verificato se gli assunti non siano in conflitto di interessi con gli amministratori ed eletti? È stato verificato se il numero degli assunti è proporzionato alle incombenze necessarie?
– Sono state mai oggetto di indagini le carriere e le relazioni dei singoli amministratori ed eletti? È stato verificato se vi sia stato incremento di relazioni e di pratiche di studio dopo l’insediamento degli eletti?
– Sono state mai verificati “I comportamenti” e le azioni finanziarie dei singoli eletti al fine della verifica della loro legittimità e delle violazioni delle norme sul passaggio di somme in nero tra professionisti e del riciclaggio di capitali?
– Sono stati mai oggetto di indagini “I benefici” concessi e le pensioni liquidate, se tutte erogati nel rispetto dell’art. 97 della Costituzione?
– Quando ultimo controllo di spese dei singoli COA e degli altri enti?
– Quando ultimo controllo dei casi di effettivo intervento in aiuto dei colleghi bisognosi se corrispondono a realtà non equivoche?
– Quando ultimo controllo sulle spese e gli investimenti a tutela del patrimonio e dei capitali liquidi a disposizione della Cassa e degli altri enti?
– Quanto alla Cassa conosce se il Collegio dei sindaci, a seguito delle adunanze, ha sempre ossequiato l’obbligo dovere della verifica immediata della legittimità delle delibere medesime? E se, e quando, non arrivano a “Chi” di dovere i verbali del Collegio dei sindaci che denuncino una criticità, o non arrivano alla Corte dei conti o all'Ispettorato generale di finanza, cosa accade a quelle delibere “illegittime”? Possiamo forse considerarsi legittime e lecite per il solo fatto che “nessuno” degli addetti alla “catena di montaggio” azioni il “pulsante rosso” e tutti lasciano passare tempo su tempo nel silenzio generale??!
Mi chiedo cosa stia a fare il Collegio, visto che non sono lì solamente per assistere alle delibere in cui si decidono sugli aumenti dei propri compensi, ma presenti per verificare che l'andamento della Cassa avvenga “sempre” secondo i princìpi di buon andamento dell’azione secondo le finalità e la mission istituzionale dell'Istituto e nel rispetto di tutti quei principi che lo stesso ente ben racchiude in due incisi della sua regolamentazione: operare “(…) imprescindibilmente nel rispetto dei principi della Costituzione della Repubblica Italiana” nonché quello che parimenti ed inequivocabilmente statuisce che “(…) Cassa Forense non tollera comportamenti illeciti, di qualsiasi tipo ed indipendentemente da qualsiasi finalità” (v. gli allegati).
– E’ a conoscenza il Ministro del Lavoro di tutte le istanze le segnalazioni e le denunce che sono state fatte da questo avvocato quasi da quando si è abilitato ed ha avuto contezza delle porcherie e contradizioni Istituzionali e che appena qualche settimana fa sono state liquidate da un collaboratore del suo ministero come “corrispondenza di pari tenore”; tra l’altro incaricati ed addetti proprio alla vigilanza ed ai controlli, ma nessuno dei quali, mi risulta, e per quanto di grave avvenuto sia stato rimosso o abbia anche solo fatto accenno a delle “doverose scuse” all’intera avvocatura prima ancora che allo scrivente per quanto dichiarato in un atto formale ed ufficiale della Repubblica (v. allegato con richiesta di destituzione del DG previdenza).
Le tante istanze non le replico neppure, ma le intendo qui per integralmente trascritte sempre in che qualcuno si azioni. Rinviando il medesimo Ministero e Ministro del Lavoro, che dice di essere dalla parte del Cittadino “e non dei corrotti”, e che allora gioco forza dovrebbe stare dalla parte della avvocatura irreprensibile anche quando economicamente in difficoltà, (...)"
Fonte: Ulisse Io | via Facebook |ITALIAOGGI
DI MAIO ALLA CAMERA SULLA PROFESSIONE DI AVVOCATO
"Ascoltate Bene Luigi Di Maio sulla professione di Avvocato." VIDEO