domenica 30 dicembre 2018

Alicudi, l’isola “delle donne che volano”: paranormale, misteri e spiegazioni scientifiche

File:Isola Alicudi by Figiu.jpgVOLANO CON LA SCOPA COME LE BEFANE sexy o non sexy che siano?

Alicudi è senza dubbio l’isola più selvaggia di tutto l’arcipelago Eoliano. Detiene questo “primato” insieme a Filicudi, con entrambe le due sorelle un po’ fuori dalle rotte più turistiche e mondane che appartengono di diritto a luoghi quali Lipari, Vulcano o Panarea. Rispetto a Filicudi, Alicudi è più isolata, assolutamente unica.
Sulla piccola isola non ci sono strade carreggiabili, tante mulattiere e innumerevoli gradini. E soprattutto, nonostante i pochissimi abitanti (circa 100), ci sono tante storie suggestive. Un intreccio tra fantastico e reale, paranormale e irrazionale che sicuramente contribuisce a donare al piccolo isolotto un’aura misteriosa e affascinante di un certo livello. Storie tramandate dal passato e ricordate con tutte le possibili discrepanze dovute a testimonianze passate ormai divenute quasi leggende o “sentito dire”.
Il mistero si riferisce attorno ai primi anni del Novecento. Allora Alicudi, che non era mica – a dispetto di ciò che può sembrare – un’isola dedita alla pesca, era a prevalenza agricola, ed era molto più abitata. Si coltivavano prevalentemente ulivi, viti, alberi, ortaggi e la segale, quest’ultima per trasformarla poi in pane. Ma qual è la storia? Dal 1902, e per qualche anno, la popolazione cominciò ad avvistare “donne che volavano”, che si trasformavano in corvi, oppure uomini in barca che tagliavano le trombe marine, ombre avvolte nella nebbia o animali che poi svanivano nel nulla. Una realtà parallela quindi, tra l’altro condivisa: tutti o quasi gli abitanti rivelavano di avere questo tipo di visioni “non razionali” all’epoca. Una vera e propria allucinazione collettiva, poi spiegata in maniera scientifica un bel po’ di anni dopo.
La segale con cui si era panificato in quegli anni infatti, dal 1902 al 1905 (il momento di allucinazione collettiva più massivo) aveva subito un’infestazione fungina, rendendola nera (segale cornuta). Gli arcudari la utilizzarono comunque, non sapendo che la segale cornuta contiene il principio attivo dell’LSD, potente allucinogeno. Si può sostenere che tutti gli abitanti sono stati inconsapevolmente sotto l’effetto di allucinogeni per circa 3 anni. Nonostante la spiegazione scientifica tutto questo non ha affatto smontato il mito e le storie rimangono nella testa delle persone, tramandate dai propri parenti e amici. Alicudi è rimasta l’isola “delle donne che volano”, e questo titolo non può che aumentarne l’alone mistico e di interesse.
Fonte: Siciliafan









Video pubblicato su You Tube da SocialEolie


"Mahara" regia di Davide Cortese; con: Katia Cortese, Gina Pittari, Giuseppe Allegrino. La Leggenda narra di alcune donne misteriose che ungendosi il corpo con un prodigioso unguento magico riuscivano a spiccare il volo verso terre lontane, queste donne erano streghe chiamate "Mahare" dagli Eoliani! Il cortometraggio di Davide Cortese, premiato dal maestro Ettore Scola nel 2004, alla prima edizione di " Eolie in video" SocialEolie - Vivi e fai Vivere le Isole Eolie partendo dal Web







Alicudi è un'isola dell'Italia appartenente all'arcipelago delle isole Eolie, in Sicilia. Amministrativamente appartiene a Liparicomune italiano della provincia di Messina in Sicilia. Gli abitanti dell'isola sono chiamati in siciliano arcudari. Anticamente era nota come Ericussa, dal greco antico Ἐρικοῦσσα («ricca di erica»).
In quest'isola di natura vulcanica la terra è particolarmente fertile. Non deve dunque stupire se ad Alicudi è possibile ancora ammirare i terrazzamenti che spezzano il versante del vulcano ed hanno permesso per decenni agli abitanti di vivere dell'attività agricola. È interessante ricordare che la pesca, nei secoli passati, non ebbe mai uno sviluppo significativo, a causa del pericolo dei predoni, che rendeva di fatto tale attività poco conveniente rispetto all'agricoltura. I principali prodotti dell'isola sono l'ulivo, la vite, i capperi e la pesca. Il turismo rappresenta una voce importante dell'economia dell'isola, anche se in misura minore rispetto alle altre isole. Gli abitanti sono molto versatili: così, molti di quelli che in estate pescano, d'inverno eseguono lavori di ristrutturazione edilizia; altri accompagnano i turisti in escursioni in barca, o affittano loro imbarcazioni, o cucinano in spiaggia il pesce.
La festa principale di Alicudi è quella di San Bartolo, nella seconda metà di agosto. Nella ricorrenza la pesante statua di ulivo, conservata nella nuova chiesa, viene portata faticosamente a spalla in un lungo giro sulle mulattiere. In questa occasione i fedeli recitano un rosario con intercalare di canti esclusivi dell'isola. Alla sera, un comitato spontaneo organizza spettacolari fuochi d'artificio sul mare e un ballo pubblico sul molo.
A ferragosto, nel tardo pomeriggio, è tradizionale il mercatino, nel quale offrono merci e spettacolo artisti, chiromanti, privati venditori di chincaglieria e vestiti, cuochi di pesce e di cibi tradizionali e nel quale si trovano prodotti tipici, come capperi, cesti di ligustro.
Fonte: Wikipedia


I PAZZI ALLE EOLIE - THE LAST ISLAND - ALICUDI E FILICUDI


Video pubblicato su You Tube da PalermiTravel
"Eccoci qua , finalmente con l'ultimo video della serie I PAZZI ALLE EOLIE . The last island ALICUDI E FILICUDI , due isolette davvero splendide . Che dire , questo giro delle isole EOLIE è stato davvero una delle esperienze più belle di questo magnifico anno , soprattutto per la compagnia . Se non lo avete ancora fatto , vi consigliamo per la prossima estate , di prenotare assolutamente un hotel o un appartamento a Lipari , e perdervi tra i colori , i profumi e tra le splendide acque di questo merviglioso arcipelago . Se volete consigli scrivete le vostre domande sui commenti , saremo lieti di mettere a disposizione la nostra esperienza. "










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ELFI: UN MONDO FANTASTICO

"Di tutto il mondo fantastico, quello degli Elfi è sicuramente il popolo più bello. Occhi a mandorla, lineamenti affilati, orecchie a punta hanno grazia, intelligenza e armonia spirituale. Romantiche creature di luce, popolo di Dana, sono i custodi della natura compito affidatogli dalla stessa Dea Madre della Terra. Vivono in comunità con un Re o una Regina che li governa. Traggono l'essenza dai quattro spiriti elementali e grazie a questi si differenziano."


Gli elfi sono creature soprannaturali dalla forma umanoide della mitologia e del folklore germanico.
Nelle culture medievali di lingua germanica, gli elfi sembrano pensati come esseri dotati di poteri magici e di una bellezza soprannaturale, ambivalenti nei confronti della gente comune e capaci di aiutarli o ostacolarli.

Nella mitologia nordica è un folletto che abita l'aria, le foreste, i luoghi solitari e può essere benevolo (elfi della luce) o ostile (elfi neri).

Il loro antico nome nordico indicava i geni della mitologia nordica, simbolo delle forze dell'aria, del fuoco, della terra e dei fenomeni atmosferici in generale. Spiriti capricciosi, gli elfi, talvolta benevoli, talvolta malevoli, sono dotati di una terribile potenza. Gli elfi maschi sono spesso deformi come gli gnomi. Le loro compagne, al contrario, sono esseri graziosi. In origine pare che gli elfi siano stati concepiti come anime di defunti, poi furono venerati anche come potenze che favorivano la fecondità. Di qui la distinzione, nella mitologia nordica, fra Dokkalfar, "elfi delle tenebre", e Liosalfar, "elfi della luce". In genere vengono considerati come spiritelli che popolano la natura. Belli quelli che abitano fra il cielo e la terra, oscuri e neri (gnomi) quelli residenti nei boschi e nelle caverne e che sono concepiti come nani con figura umana, in grado però di trasformarsi. 
I dettagli di queste credenze variano considerevolmente nel tempo, creando varianti nelle culture pre-cristiane e in quelle cristiane. 
La parola elfo si trova in tutte le lingue germaniche e sembra che originariamente significasse "essere bianco". Ricostruire il concetto iniziale di un elfo dipende in gran parte dai testi, scritti, in inglese antico e mediotedescomedievale e antico norreno. Le credenze sugli elfi hanno le loro origini prima della conversione al cristianesimo e la cristianizzazione associata dell'Europa nord-occidentale. Per questo motivo, la credenza negli elfi è stata spesso etichettata come "pagana" e "superstizione" dal Medioevo fino ai recenti studi. 
Ängsälvor (Svedese "Elfi sul prato") - Nils Blommér 1850 | Wikipedia
Quasi tutte le fonti testuali sopravvissute sugli elfi sono state prodotte dai cristiani (monaci anglosassoni, poeti islandesi medievali, primi ballerini moderni, collezionisti di folclore del diciannovesimo secolo o persino autori fantasy del XX secolo). 
Le convinzioni sugli elfi devono quindi essere intese come parte della cultura cristiana dei parlanti germanici e non semplicemente come reliquia della loro religione pre-cristiana. 

Dopo l'età medievale, la parola elfo diventò meno comune in tutte le lingue, venendo sostituito da termini nativi alternativi come zwerc ("nano") in tedesco, huldra ("essere nascosto") nelle lingue scandinave o termini presi in prestito come fata (presa in prestito dal francese). 
Le credenze negli elfi persistettero, in particolare in Scozia e Scandinavia, dove gli elfi erano considerati come persone magicamente potenti che vivono, di solito invisibili, al fianco delle comunità umane.

Nonostante ciò, sono rimasti associati a malattie e minacce sessuali. Ad esempio, un certo numero di ballate moderne nelle isole britanniche e in Scandinavia, originate nell'età medievale, descrivono elfi che tentano di sedurre o rapire personaggi umani. Con l'urbanizzazione e l'industrializzazione nel XVIII e XIX secolo, le credenze negli elfi diminuirono rapidamente (sebbene l'Islanda ebbe qualche tendenza a continuare a credere negli elfi). 



Tuttavia, dalla prima età moderno in poi, gli elfi iniziarono ad essere prominenti nella letteratura e nell'arte delle élite istruite. Questi elfi letterari erano immaginati come piccoli esseri maliziosi, e il Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare era uno sviluppo chiave di questa idea. Nel diciottesimo secolo, gli scrittori romantici tedeschi furono influenzati da questa nozione dell'elfo e reimportarono la parola inglese elf nella lingua tedesca. Da questa cultura d'élite romanticista arrivarono gli elfi della cultura popolare emersi nel diciannovesimo e nel ventesimo secolo. 
Gli "elfi natalizi" della cultura popolare contemporanea sono una tradizione relativamente recente, resa popolare nel diciannovesimo secolo negli Stati Uniti. Gli elfi sono entrati nel genere dell'High fantasy del ventesimo secolo sulla scia di opere pubblicate da autori come J. R. R. Tolkien che hanno divulgato l'idea di elfi come esseri antropomorfi di dimensioni umane. 
I romanzi di J.R.R. Tolkien e molti altri dopo di lui hanno dato, nell'ultimo secolo, un volto e un'anima nuova agli elfi, visti come esseri leggiadri di enorme bellezza, spesso freddi e alteri.

Fonte: Wikipedia | Il rifugio degli elfi











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