sabato 29 dicembre 2018

"DUE LEGALI SU TRE FANNO LA FAME": DI MAIO LO SAI?

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Immagine: Carena nebulosa (costellazione) | via Wikipedia



Dicembre 2018 | Avvocato Gabriella Filippone

I dati emergono dall'ultimo rapporto di Cassa forense sui numeri dell'avvocatura 2017, che conferma una volta di più la proletarizzazione della professione forense.

Giuseppe Stanisci: " È così da anni e comunque bisogna vedere chi fattura o meno, ci sono gioiellieri che dichiarano 15.000 euro annue"

Di Maio è il Ministro del Lavoro. 
Il reddito di cittadinanza potrebbe riguardare una vasta platea di avvocati, non solo i disoccupati conclamati in quanto tali. Non solo i Centri per  l'Impiego dovranno riformarsi al loro interno ed all'esterno, anche gli enti apicali forensi, Cassa Forense e Consiglio Nazionale Forense, io credo. Detti apicali non possono continuare per la loro strada e pretendere dagli avvocati come nulla fosse. Devono  tornare costituzionali e non incostituzionali come di fatto sono.



"Due legali su tre fanno la fame"


Due avvocati su tre hanno un reddito da fame. Quasi 145 mila i legali che non superano i 20 mila euro l'anno, il 60% dei 242.227 iscritti all'albo: nel dettaglio, oltre 20 mila non hanno inviato modello 5 alla Cassa di previdenza, in quasi 60 mila sono nella fascia di reddito tra uno e 10.300 euro e in 45 mila dichiarano tra 10.300 e 20.107 euro
Di contro, gli avvocati «benestanti» con reddito annuo superiore a 50 mila euro non sono neanche il 20% del totale: poco più di 41 mila. I dati emergono dall'ultimo rapporto di Cassa forense sui numeri dell'avvocatura 2017, che conferma una volta di più la proletarizzazione della professione forense.



Le pensioni. Nel documento sono indicati anche il numero e l'importo medio delle pensioni vigenti al 31 dicembre 2017. Per le donne, le pensioni in media sono da 18.583, per gli uomini da 33.937 euro e in totale la media è di 27.403 euro. Nel dettaglio della distribuzione per classi di importo e sesso, circa un terzo dei pensionati, ovvero 8.594 sui 28.520 totali, è nella fascia che va tra i 10 mila e i 15 mila euro di pensione. Di questi, oltre 6 mila sono donne, ossia la metà delle 12.137 pensionate totali. Osservando la distribuzione per tipo di pensione: l'importo medio della pensione di vecchiaia è pari a 38.200 euro e riguarda 13.945 avvocati, quella di anzianità vale 36.038 euro, per 1.329 avvocati, quella di invalidità e inabilità è invece pari a 11.603 euro e ne usufruiscono 1.285 avvocati. Le pensioni contributive sono da 5.345 euro (1.620 avvocati), quelle indirette sono da 15.235 euro (2.896 avvocati) e quelle di reversibilità hanno un importo medio pari a 17.898 euro (7.445 avvocati).



La densità e i redditi. Il rapporto, come ogni anno, riguarda sul numero di avvocati ogni mille abitanti distribuiti per regione. La Calabria conferma un doppio primato: è la regione con il maggior numero di avvocati e con il minor reddito medio. Gli avvocati della regione sono infatti 6,8 ogni mille abitanti e hanno un reddito medio pari a 17.587 euro. La seconda regione per densità di avvocati è la Campania (5,9 ogni mille abitanti), seguita da Lazio (5,7/1.000), Puglia (5,4/1.000), Molise (5,1/1.000), Basilicata (5,0/1.000), Sicilia (4,6/1.000). 

Le regioni dove gli avvocati guadagnano di meno, troviamo una forte correlazione inversa tra numero di avvocati e i redditi dichiarati: dopo la Calabria troviamo il Molise (19.501 euro), la Basilicata (20.691 euro), la Sicilia (22.131 euro), la Puglia (22.630 euro), la Campania (24.967 euro), l'Abruzzo (26.143 euro)
Le regioni dove c'è meno densità di avvocati sono: Valle d'Aosta (1,4 ogni mille abitanti), Trentino-Alto Adige (1,8/1.000), Friuli Venezia Giulia (2,1/1.000), Piemonte (2,3/1.000), Veneto (2,5/1.000). 
Le regioni dove gli avvocati guadagnano di più sono: Lombardia (67.382 euro) e Trentino Alto Adige (63.576 euro), poi c'è un salto di 15 mila euro circa e si passa al Veneto (48.123 euro), alla Valle d'Aosta (47.673 euro), al Lazio (47.155 euro), al Friuli Venezia Giulia (46.862 euro). In generale, il reddito medio degli avvocati del Nord Italia è pari a 55.632 euro, al Centro è di 42.403 euro e al Sud e isole è pari a 22.982 euro.


Età e reddito. L'analisi di Cassa forense sulla distribuzione del reddito professionale per classi di età. Emerge che gli avvocati sotto i 30 anni guadagnano in media 11.334 euro, tra i 30 e i 34 il reddito è di 14.306 euro, tra i 35 e i 39 anni sale a 20.989 e tra i 40 e i 44 anni è pari, in media, a 29.344 euro. 
Per un reddito superiore ai 40 mila euro, quindi, gli avvocati devono aspettare di compiere i 45 anni (41.683 euro), mentre tra i 50 e i 54 il guadagno sale a 53.208 euro. La punta massima (72.960 euro) si ha nella fascia di età tra i 65 e i 69 anni. 
Rispetto all'anno scorso, sono aumentati i redditi degli under 30 (8,8%), degli avvocati tra i 30 e i 34 anni (29%), tra i 35 e i 39 anni (1,9%). Sono diminuiti, invece, i redditi di tutti gli altri, ovvero: -0,8% per gli avvocati tra i 40 e i 44 anni, -3,5% tra i 45 e i 49 anni, -5,1% per la fascia di età tra i 50 e i 54 anni, -2,2% tra i 55 e i 59 anni, -3,6% tra i 60 e i 64 anni, -4,9% tra i 65 e i 69 anni. In totale, il reddito medio degli avvocati per il 2016 è pari a 38.437 euro, in linea con i 38.385 euro riferiti al 2015. Infine, l'analisi di Cassa forense si focalizza sulla distribuzione per classi di età. Il maggior numero di avvocati (51.785) ha tra i 40 e i 44 anni, seguita dalla fascia di età tra i 45 e i 49 anni (42.577), tra i 35 e i 39 anni (36.958) e tra i 50 e i 54 anni (32.356). Gli avvocati under 30 sono invece 5.966 e l'età media delle donne avvocato è di 43,3 anni, degli uomini di 49,4 anni e in totale è pari a 46,5 anni. 
Continua la crescita delle donne avvocato, che hanno raggiunto il 47,8 per cento del totale degli avvocati iscritti alla Cassa. Nel 2016 erano il 47,6% mentre nel 2010 il 41,4%, nel 2005 il 36,5% e nel 2000 il 29%."




Ulisse Io: "(...) Caro Ministro del Lavoro, e qui mi rivolgo anche a lei. Ci si vanta proprio in questi giorni del pacchetto di norme anticorruzione di prossima approvazione. Da un certo punto di vista mi verrebbe anche da sorridere, perché mi domando se ci saranno anche gli “avvocati infiltrati” negli enti istituzionali – Pubblici – forensi di ogni tipo e livello e quanti ad essi collegati e/o in qualche modo dipendenti. Inoltre mi chiedo, ed è per me un vero grattacapo, se il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali il quale, a mezzo del proprio Dirigente, ha persino avuto persino il coraggio, ed in modo assolutamente vergognoso, di affermare che gli avvocati che non trattano da mercanzia i Cittadini che gli si parano davanti non hanno i requisiti di permanenza professionale (v. allegato):

È a conoscenza detto Ministero di come sono effettivamente organizzate le Casse dei professionisti ed in particolare la Cassa Forense?

– È a conoscenza detto Ministero di come sono organizzati “I COA” nazionali e gli altri enti istituzionali in rappresentanza degli Avvocati?

Sono mai oggetto di indagine le singole disposizioni finanziarie quotidiane di questi enti? È stata mai ricostruita la gestione economica patrimoniale e finanziaria di ogni singolo ente come coincidente con “I bilanci” presentati nell’ultimo decennio? È stata mai ricostruita la dinamica dei versamenti degli Avvocati come esattamente corrispondenti all’esecuzione dei principi di legge e della carta costituzionale? Sono state le spese di questi enti verificate se effettuate secondo la previsione delle leggi della Repubblica e per la Previdenza ed assistenza degli Avvocati? Sono stati controllati “I regimi” di spesa e dei rimborsi che lucrano gli amministratori e gli eletti se corrispondenti alle “finalità” delle norme in vigore? È stato controllato il regime di spese con “I fornitori” se adeguato alle finalità dell’ente stesso? È stato verificato se gli assunti non siano in conflitto di interessi con gli amministratori ed eletti? È stato verificato se il numero degli assunti è proporzionato alle incombenze necessarie? 

– Sono state mai oggetto di indagini le carriere e le relazioni dei singoli amministratori ed eletti? È stato verificato se vi sia stato incremento di relazioni e di pratiche di studio dopo l’insediamento degli eletti? 

– Sono state mai verificati “I comportamenti” e le azioni finanziarie dei singoli eletti al fine della verifica della loro legittimità e delle violazioni delle norme sul passaggio di somme in nero tra professionisti e del riciclaggio di capitali?

– Sono stati mai oggetto di indagini “I benefici” concessi e le pensioni liquidate, se tutte erogati nel rispetto dell’art. 97 della Costituzione?

– Quando ultimo controllo di spese dei singoli COA e degli altri enti?

– Quando ultimo controllo dei casi di effettivo intervento in aiuto dei colleghi bisognosi se corrispondono a realtà non equivoche?

– Quando ultimo controllo sulle spese e gli investimenti a tutela del patrimonio e dei capitali liquidi a disposizione della Cassa e degli altri enti?

– Quanto alla Cassa conosce se il Collegio dei sindaci, a seguito delle adunanze, ha sempre ossequiato l’obbligo dovere della verifica immediata della legittimità delle delibere medesime? E se, e quando, non arrivano a “Chi” di dovere i verbali del Collegio dei sindaci che denuncino una criticità, o non arrivano alla Corte dei conti o all'Ispettorato generale di finanza, cosa accade a quelle delibere “illegittime”? Possiamo forse considerarsi legittime e lecite per il solo fatto che “nessuno” degli addetti alla “catena di montaggio” azioni il “pulsante rosso” e tutti lasciano passare tempo su tempo nel silenzio generale??!

Mi chiedo cosa stia a fare il Collegio, visto che non sono lì solamente per assistere alle delibere in cui si decidono sugli aumenti dei propri compensi, ma presenti per verificare che l'andamento della Cassa avvenga “sempre” secondo i princìpi di buon andamento dell’azione secondo le finalità e la mission istituzionale dell'Istituto e nel rispetto di tutti quei principi che lo stesso ente ben racchiude in due incisi della sua regolamentazione: operare “(…) imprescindibilmente nel rispetto dei principi della Costituzione della Repubblica Italiana” nonché quello che parimenti ed inequivocabilmente statuisce che “(…) Cassa Forense non tollera comportamenti illeciti, di qualsiasi tipo ed indipendentemente da qualsiasi finalità” (v. gli allegati).

E’ a conoscenza il Ministro del Lavoro di tutte le istanze le segnalazioni e le denunce che sono state fatte da questo avvocato quasi da quando si è abilitato ed ha avuto contezza delle porcherie e contradizioni Istituzionali e che appena qualche settimana fa sono state liquidate da un collaboratore del suo ministero come “corrispondenza di pari tenore”; tra l’altro incaricati ed addetti proprio alla vigilanza ed ai controlli, ma nessuno dei quali, mi risulta, e per quanto di grave avvenuto sia stato rimosso o abbia anche solo fatto accenno a delle “doverose scuse” all’intera avvocatura prima ancora che allo scrivente per quanto dichiarato in un atto formale ed ufficiale della Repubblica (v. allegato con richiesta di destituzione del DG previdenza).

Le tante istanze non le replico neppure, ma le intendo qui per integralmente trascritte sempre in che qualcuno si azioni. Rinviando il medesimo Ministero e Ministro del Lavoro, che dice di essere dalla parte del Cittadino “e non dei corrotti”, e che allora gioco forza dovrebbe stare dalla parte della avvocatura irreprensibile anche quando economicamente in difficoltà, (...)"



Fonte: Ulisse Io | via Facebook |ITALIAOGGI







DI MAIO ALLA CAMERA SULLA PROFESSIONE DI AVVOCATO

"Ascoltate Bene Luigi Di Maio sulla professione di Avvocato." VIDEO



«La differenza tra le persone sta solo nel loro avere maggiore o minore accesso alla conoscenza» (Lev Tolstoj)



La rassegna stampa è una sintesi e fornisce i riferimenti dell'articolo (testata, autore, titolo) per reperire sul quotidiano o altra fonte l'articolo completo.


Si declina ogni responsabilità per errori od omissioni, nonché per un utilizzo improprio delle immagini o non aggiornato delle notizie e delle informazioni.



Gabriella Filippone Blog | Giuridica News | Rassegna news giuridiche Avv. Gabriella Filippone











martedì 20 novembre 2018


DI MAIO: "Siano "sospesi i pagamenti dei giovani avvocati alla cassa forense". Perché non anche per gli altri?

File: LuigiDiMaio (ritagliato) .jpg
Immagine via Wikipedia 




IL MINISTRO DEL LAVORO DI MAIO: "Stiamo pensando che, così come accadeva 15 anni fa, almeno per i primi anni della professione, siano "sospesi i pagamenti dei giovani avvocati alla cassa forense".

Novembre 2018 | Avvocato Gabriella Filippone | Rassegna e commenti notizie



"A proferire, poche ore fa, queste parole, è stato il vice premier e ministro del lavoro Luigi Di Maio, che ha sollevato una vera e propria standing ovation tra i giovani avvocati intervenuti, al convegno tenutosi a Napoli, dal titolo "La Carta dei diritti e dei professionisti: semplificazioni e proposte per i giovani avvocati".
Ha dichiarato: «Il mondo del lavoro sta cambiando. C'è una tendenza al ribasso dei salari per renderli competitivi con le macchine che stanno sostituendo i lavoratori. Il nostro impegno è far sì che i diritti minimi dei lavoratori vengano rispettati perché senza diritti minimi ci saranno nuovi schiavi.Chi lavora deve guadagnare»." 




Una considerazione dal blog a questo punto: questa regola però deve valere per tutti, nessuno può lavorare o permettersi di lavorare a perdere, esclusivamente per implementare le ricchezze di cassa forense (vedi ad esempio i cd.contribuenti silenti).
Bisogna evitare "nuovi schiavi" a prescindere dal dato anagrafico-lavorativo  di coloro che, dall'alto, sono stati predestinati e costretti, da troppo tempo, volenti o nolenti, convenientemente o sconvenientemene, al ruolo di schiavi dei poteri forti e delle lobby. 

L'ingiustizia purtroppo è generalizzata e non si ferma al mero dato anagrafico lavorativo, colpisce una platea molto più vasta di lavoratori nel settore forense, non solo i giovani.



"Il vice premier ha toccato poi in particolare la questione della riforma del sistema prescrizione che tante perplessità suscita proprio tra i ranghi dell'avvocatura." 
Il vicepremier al convegno in corso al tribunale di Napoli dal titolo "La Carta dei diritti e dei professionisti: semplificazioni e proposte per i giovani avvocati".
| via You Tube | Giustizia News24 Canale Ufficiale





Commentando on line la "giente", la gente mormora, la gente dice:






Antonino Garifo Ma 15 anni fa de che???
Gestire





Gabriella Filippone prima chi voleva poteva iscriversi all'INPS e pagare solo sul guadagnato non a cazzo come ora è con la cassa, per esempio



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Gestire








Ulisse Io il lavoro che han fatto e' certosino. a partire dall'apertura della partita iva come requisito obbligatorio.


Mario Paolo Rossi Gabriella Filippone da questa risposta si comprende perché non fai più l'avvocato.
Sei totalmente estranea alla corporazione dove il 99% ma nei giovani è il 200%, pensa solo ai cavoli suoi.
Gestire



Gabriella Filippone anch'io vorrei pensare serenamente solo ai cavoli miei mentre sono stata oberata massicciamente dai cavoli di cassa forense (cavoli di lobby di casta incostituzonali ed illegittimi), di cui me ne fregavo altamente ignorandola. ero felicemente iscritta all'inps. Sono avvocato, non sono più iscritta a cassa forense, è diverso. è però il motivo per cui mi viene impedito di esercitare in prima persona in trib ecc, dopo che hanno coercitivamente preteso (modalità mafiose?) per tutti gli avvocati l'iscrizione a cassa forense. si dice in certi casi: INCASTRARE LA GENTE. i sindacati forensi di fronte al predominio incontrastato di cassa forense non servono a niente, se non a creare ulteriori danni. hai mai sentito parlare di cannibalismo forense? ciao ciao.





A Di Maio: il problema previdenziale non riguarda i giovani avvocati, ma gli avvocati poveri.
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Abbiamo ascoltato le dichiarazioni di Di Maio nel corso dell'evento di Napoli, e dal Ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico era lecito attendersi un'analisi più approfondita dei temi che ha inteso affrontare.
Innanzitutto il problema previdenziale non riguarda i giovani avvocati ma gli avvocati poveri, molti dei quali si trovano al di sotto della soglia di povertà.
Sono questi gli unici avvocati, tantissimi, per i quali è possibile parlare di crisi reddituale, fiscale e previdenziale, non di certo per tutti quei pochissimi altri che detengono quasi il 50% del totale della "ricchezza forense", circa 4.100 milioni di euro su un totale di 8.500.
Ecco, Ministro, di questo avresti potuto e dovuto parlare, perché la questione previdenziale è connessa al calo dei redditi delle fasce più povere della categoria e alla concentrazione della ricchezza in quelle più abbienti.
Ora, è chiaro, Ministro, che "l'esenzione dal pagamento della Cassa Forense nei primi anni di vita di un professionista" non è una soluzione, sia perché non l'hai collegata al riconoscimento dell'anno contributivo, sia perché non affronta il vero problema che è costituito dall'iniquità dell'intero sistema previdenziale forense, e dalla sua incompatibilità con la vita di tutti quegli avvocati, giovani e vecchi, che si trovano nella fasce reddituali più basse.
La soluzione, Ministro, l'unica che può migliorare le condizioni di lavoro e di vita di questi lavoratori, non può che essere una riforma di sistema, con l'adozione un criterio di calcolo progressivo in modo tale da aumentare la pressione previdenziale sugli avvocati più ricchi e ridurla a quelli più poveri.
Ministro, ci sarebbe pure da ridistribuire la ricchezza forense, e da sradicare dagli studi legali lo sfruttamento del lavoro nero e grigio degli "avvocati monocommessi", ma questa, come diciamo noi del sindacato, è la lotta di classe.




Gabriella Filippone tutto bene, tutto condivisibile, tranne il fatto che "poveri" tanti avvocati li ha resi proprio cassa forense. togliendo di forza ogni spazio a chi lavora per vivere e non vive per lavorare. una cassa forense distruttiva ha preteso dal 2014, questo anno è la loro pietra miliare, comunque si imponevano drasticamente anche prima, di dettare tempi di lavoro e di guadagno, a fini loro speculativi, di cassa forense e dei suoi addetti.





Vincenzo De Rosa Esatto Gabriella Filippone. La causa della "fuga dall'avvocatura" (cioè cassaforense) e dell'impoverimento reddituale non "osa", ovviamente, autocitarsi per l'appunto come "causa", ma si limita soltanto a riportare freddamente i drammatici dati reddituali in suo possesso ed ad esaltare quella sua specie di assistenza alla categoria chiamandola "welfare". Un po insomma ricorda i famosi "report" annuali basati sulle interviste ad un campione dell' avvocatura italiana, ove tutto si dice tranne (nessuno degli intervistati se ne lamenta!) qualcosa sull'insostenibile pressione previdenziale (e il fatto che quei report siano commissionati proprio da cassaforense non significa nulla ovviamente.....). Il 2014 "pietra miliare" di cassaforense? direi anche prima, 2012, ovvero con quel famigerato articolo 21 della legge 247 (appunto del 2012) che trascinando tutti gli avvocati nelle avide mani di cassaforense ha di fatto trasformato una piccola cassa previdenziale privata con pochissimi iscritti (allora neppure il 10% degli avvocati) in una piccola cassa imbottita di soldi e di iscritti ("coatti" ovviamente!).










"I contributi fissi sganciati dal reddito effettivo violano il principio della capacità contributiva, ergo, a mio sommesso avviso, sono incostituzionaliPosso pagare all'ente previdenziale una cifra superiore a quella che guadagno? E' assurdo. Nessuno ha mai veramente posto all'attenzione della Corte Costituzionale tale problematica.

E come la mettiamo inoltre con quei colleghi che oggi hanno 50/ 55 anni di età e che pur iniziando a pagare la Cassa da oggi non vedranno mai un centesimo di pensione? (visto che ci vogliono 35/40 anni di contributi per acquisire il diritto a percepirla) e un reddito dichiarato maggiore di 10.300 euro all'anno? A che titolo Cassa Forense chiede soldi a questi soggetti giuridicamente spogli di qualunque tutela? Io pago i contributi per avere una pensione, ma se tu Cassa la pensione non me la dai a che titolo mi chiedi questi soldi? Perché dovrei pagare i contributi se non mi darai mai una pensione? Dove sta il rapporto sinallagmatico?
Penso siano tutte domande legittime.......ciò che invece è illegittimo, a mio avviso, è il comportamento e il regolamento di Cassa Forense." (cit. Avv. Fabio Scarnati)












venerdì 14 dicembre 2018



POVERTA' IN ITALIA : «la povertà sta prevalendo in tutti i ceti sociali e metà dell’avvocatura è vicino alla soglia della povertà»

Immagine: Sullo sfondo è visibile una rete recintata per il felino




Dicembre 2018 | Avvocato Gabriella Filippone | Rassegna e commenti notizie


«Dobbiamo metterci in gioco, non dobbiamo aver paura di dire “facciamo politica”, non dobbiamo permettere a nessuno di giocare a dadi con il nostro Paese». Andrea Mascherin chiude così la sua lunga relazione “politica” per l’inaugurazione dell’anno giudiziario del Consiglio nazionale forense, di cui è il presidente, con questa sorta di chiamata alle armi. 

Fonte: Il Sole 24 ore




Vanna Renella Ma ad oggi la politica fatta dagli incapaci ci ha distrutti del tutto.



Vanna Renella Compresi i colleghi al governo sia in passato sia oggi.
Gestire



Gabriella Filippone     vedi l'ex ministro dell'interno, avvocato ed ex "capuzzello" di forza Italia

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Ulisse IoE allora: la prima «verità» è che in Italia «la povertà sta prevalendo in tutti i ceti sociali e metà dell’avvocatura è vicino alla soglia della povertà» - Andrea Mascherin


Ulisse Io PERCHÉ MACRON SCOPRISSE I POVERI, C'È VOLUTA LA RIVOLTA DEI GILET GIALLI


Fonte: Facebook | Ulisse Io | Avvocati riformisti napoletani 





































sabato 11 febbraio 2017


E' statistico: gli avvocati italiani sono più o meno poveri (pressapochismo dei tempi)



Immagine: | Keanu Reeves | via Wikimedia 
Sono oltre 140mila avvocati sulla soglia di povertà:

  • i20mila nel 2016 non hanno nemmeno inviato il modello 5 dichiarativo alla Cassa, 
  • altri 20mila hanno redditi pari a zero o addirittura inferiore
  • in 60mila non superano i 10.300 euro l'anno, 
  • i restanti 40mila circa arrivano al massimo a 20mila euro



Gli avvocati iscritti (forzatamente) alla Cassa però aumentano: gli iscritti agli albi sono arrivati a quota 241.712, corrispondono a quattro avvocati ogni mille abitanti. 



Sono i 'Numeri dell'avvocatura 2016', elaborati dalla Cassa forense sulla base dei redditi professionali Irpef e dei volumi d'affari Iva relativi al 2015 dichiarati dagli iscritti nel Modello 5. 



Due avvocati su tre faticano a raccogliere 20mila euro l'annocon la percentuale più alta (27,4%) che guadagna in media poco più di cinque mila euro annui.



Il peso degli avvocati che superano i 50mila euro annui di reddito è pari al 20%



'ricchi', che superano la soglia dei 97.850 euro l'anno sono il 7% del totale.








Titolo: Legali, la soglia di povertà si avvicina  Autore: Gabriele Ventura  Fonte: Italia Oggi 


Sull'argomento vedi:











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