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VITA DA AVVOCATI | Che strazio la Cassa Forense | SPOLIAZIONE LEGALE IN CORSO


SPOLIAZIONE LEGALE IN CORSO :“la spoliation” (spoliazione), “viol” (stupro), “vol” (furto), e “saccheggio”.

La Spoliazione legale nel pensiero di Frédéric Bastiat


"Ci sono solo due modi con cui la ricchezza (la proprietà) può essere acquisita: in primo luogo, in virtù dell’attività individuale volontaria e degli scambi liberamente concordati con gli altri (“servizio in corrispettivo di un altro servizio”), posti in essere dai cosiddetti “produttori”;  in secondo luogo, si può far ricorso al furto (coercizione o frode) perpetrato da una terza parte, che possiamo definire “predazione”. 
L’esistenza della predazione è una questione scientifica, un fenomeno empiricamente dimostrato dallo studio della storia.
I predatori si sono storicamente organizzati in Stati e hanno cercato di giustificare le loro attività quali un’eccezione ai principi morali universali, introducendo leggi atte a “ratificare” la spoliazione, ed un codice morale inteso a “magnificarla”. 
I predatori tendono ad ingannare le loro vittime per mezzo di “stratagemmi” (inganni, raggiri, frodi) e uso di “sofismi”  per legittimare e mascherare ciò che stanno compiendo. È compito degli economisti politici come Bastiat svelare i trucchi, gli espedienti e le menzogne usate dai predatori."


Gli avvocati si cancellano dagli albi perché non sostengono i minimi e quelli di Cassa hanno deliberato di aumentare i gettoni di presenza da 400 giornalieri ad oltre 600 ed il "buon" Luciano prende 92.000 di compenso annuo (per inguaiare gli avvocati e non altro) ed ha appena dichiarato che stanno mettendo in atto sistema per sfoltire gli albi. I soldi di Cassa cominciano a puzzare da lontano ormai.


Che strazio la Cassa Forense. Allampanata in privilegi obsoleti. Spettrale. Dovremmo in pratica lavorare (male)  per loro. Un lavoro svilito e avvilito. Stanno distruggendo una categoria importante. Togliersi loro dai piedi no? Sono soffocanti e tentacolari come polipi. Buttano noi fuori però nel mentre! Si fanno beffe "in tutta tranquillità", a colpi di regolamenti, con supponente arroganza coercitiva, degli studi universitari e degli esami di stato avvocati svolti  e sostenuti, superati. Senza dire che a me non interessano affatto e sono costretta ad occuparmi di loro e dedicargli il mio tempo. Non mi importa un accidente di quella gente e del loro establishmentMi sono pure sospesa dall'albo avvocati pur di liberarmene. Li ritengo una iattura sociale da cui fuggire. Non ho niente da comunicare loro, non ragionano, impongono. Intendono solo ciò che è o sarebbe il loro interesse. Ho rinunciato ad un dialogo da tempo con costoro, anzi non l'ho mai iniziato. 
Non ho niente da spartire con loro e i miei soldi (in cambio del loro NIENTE) non li avranno. 
Non so che farmene del loro NIENTE. 
Se lo possono tenere stretto il loro nulla, come si tengono stretti i loro gettoni di presenza ed altre auto elargizioni che si concedono. Indefessi sulla loro strada, anch'io sulla mia.
Le loro prese di posizione, assolutamente sbilenche, settarie e azzardate, non serviranno a nulla: le Casse private saranno fagocitate dall'INPS.

Sono ossessivi. Da qualsiasi lato li prenda in considerazione o li ignori il risultato da me percepito e recepito è sempre lo stesso: iattura in danno.


  1. Establishment: insieme dei detentori del potere economico e politico, e dei loro sostenitori, occupano un posto di rilievo nella vita sociale.



Andrebbero ridimensionati o in alternativa potrebbero amichevolmente andarsene LORO. Al diavolo. Così come "amichevolmente" e + o - affabilmente amano abusare di noi e della nostra professione e dei nostri destini. 





Cassa Forense ha una sua posizione anacronistica e bizzarra in proposito: Pagare kontributen sennò tuo merito valere zero. Capiten o no capiten? A noi servire tanti soldi, noi crante strutturen di rikken avvocaten. Noi accettare solo rikki avvocaten meritevoli. Poveri non ci interessano. Noi volere solo avvocaten riccastri. Tu poveraccen ora e pure domani. Capiten?






Manca l'aria,
manca un grido,
manca un dio, 
sulla strada solo io. 

La miseria 
dei cervelli del fair-play 
mi vorrebbe come lei 

E no,
io non ci sto! 
E no, 
io non ci sto!
Io non ho un partito,
non mi basta il sindacato, 

L'intellettuale 
sfrutta come paravento 
"la congiura dell'isolamento", 
dice dal palazzo
cosa è male cosa è bene, 

E no,
io non ci sto! 
E no, 
io non ci sto!











LE ISTITUZIONI DI MOBBING SOCIALE



Le istituzioni di mobbing sociale sono quelle che partecipano al confronto politico con il risultato, doloso o colposo, di accentuare gli effetti discriminatori della segmentazione sociale legale attuata dalle istituzioni di spoliazione legale.






"Esempio: un sindacato corporativo si batte per il riconoscimento di diritti su base occupazionale. 

L'effetto sarà di mobbing in quanto dei lavoratori dovranno subire un trattamento iniquo e questo sarà dispensato con la forza dello Stato quando esso applica leggi di spoliazione costituzionale.

Il risultato di queste istituzioni è che a differenza del mobbing fatto tra individui con i comportamenti reciproci, in questo caso si concretizza con le leggi incostituzionali che si vogliono fare applicare o mantenere in vita.



L'economista Susan George in un articolo lamentava che il movimento spagnolo contro la crisi non aveva saputo elaborare le idee per proporre una soluzione praticabile di superamento.

Poiché in una società democratica l'ineguaglianza nasce dalla spoliazione legale e dal patrimonio preda, se una istituzione che si prefigge di superare queste iniquità non riesce a focalizzare la sua azione contro delle semplici ed ovvie situazioni di saccheggio significa che, con dolo o colpa, è complice di esso.

Il dialogo tra gli iscritti se non si concretizza con un programma di eliminazione della spoliazione legale, trasforma l'istituzione di contrasto in una palestra per le nuove élite che attuano la personalizzazione della politica.






Queste istituzioni si trasformano in una gabbia dove viene convogliata la rabbia dei saccheggiati illudendoli di avere trovato una istituzione utile per il contrasto alla spoliazione legale che subiscono.

In realtà sono destinati a restare in gabbia in quanto non vengono mai elaborati i concetti per superare le vessazioni ma anzi viene mantenuta l'ignoranza istruita.

Se queste istituzioni ignorano la Costituzione nei loro programmi, allora si conferma che il mobbing che esercitano è doloso.




Estrapolando il pensiero di Chomsky, prima ancora di eliminare le istituzioni che praticano la spoliazione legale, vanno eliminate le istituzioni che praticano il mobbing sociale, soprattutto se volontariamente insistono nell'ignorare la Carta.




Le battaglie perse

Una delle attività principali delle istituzioni di mobbing sociale è quella di cavalcare le battaglie perse ovvero marginali o inutili.

Le battaglie perse sono le battaglie non risolutive per contrastare la spoliazione legale e quindi il patrimonio preda.


Alcuni esempi di battaglie perse:
  • gli aumenti degli stipendi degli amministratori, dei compensi dei politici, consiglieri, delegati, revisori ecc. ecc.

(è vero che gli stipendi d'oro o i gettoni in alcuni casi sono esagerati ma il loro ridimensionamento non cambia la sostanza del saccheggio legale legato al patrimonio preda gestito da una istituzione di spoliazione legale

Se si elimina la istituzione di spoliazione legale non solo si elimina il problema degli aumenti, ma quello più sostanziale degli stipendi stessi.)

Il fine delle battaglie perse, quando non dovuto alla inettitudine, consiste nell'accreditarsi come opposizione al sistema quando in realtà lo si appoggia nei fatti."




Il conflitto pensionistico/Spoliazione legale 



Fonte: 


Il conflitto pensionistico/Istituzioni di mobbing sociale | Il conflitto pensionistico/Spoliazione legale







Il conflitto pensionistico: Come la massoneria sta distruggendo l'Italia 

"L'autore, partendo dall'analisi del regolamento di previdenza Inarcassa 2012, arriva alla scoperta della "spoliazione legale" descritta nel 1850 da Frédéric Bastiat e, con le indicazioni dell'economista Susan George, del linguista Noem Chomsky e di Michele Boldrin descrive come le élite attraverso la neolingua e la complicità dei professori universitari coltiva l'egemonia culturale nel campo della previdenza sociale pubblica.
L'autore codifica per la prima volta la "tecnica della spoliazione legale" introducendo il concetto di "patrimonio preda", di "scopo di copertura" e di "norma illegittima costituzionalmente" come elementi essenziali della spoliazione legale.
Con la definizione del "modello della segmentazione sociale legale" spiega infine come la massoneria ha trasformato il Parlamento nella "Casa della spoliazione legalefacendogli sfornare tutte le leggi incostituzionali necessarie per saccheggiare gli italiani.
Dalla analisi del sistema pensionistico pubblico emerge dirompente l'assenza di una élite nelle opposizioni che abbia un minimo di comprensione dei meccanismi di spoliazione legale ed ancora meno che abbia una proposta sensata per eliminare la spoliazione legale in atto.
Si arriva anche a dimostrare come la "costruzione della verità" fatta nelle università di economia, di legge e nel parlamento italiano abbiano condizionato a tal punto la società che parlamentari ex CGIL e del Movimento 5 Stelle promuovono le teorie giuridico-economiche su cui si basa la spoliazione legale nel sistema pensionistico pubblico.
Il libro termina con un elenco di regole che le nuove élite, che si vogliono opporre al Pensiero Unico e all'egemonia culturale delle classi dominanti, dovrebbero conoscere per individuare come la massoneria gestisce, anche dal di dentro delle loro associazioni o movimenti, partiti o sindacati, i meccanismi di spoliazione legale."







Argomento correlato:















DIEGO FUSARO: "Stiamo entrandoè bene averne coscienzain una società di controllo

Sta finendo l'era della società disciplinare e stiamo entrando in una fase di società di controllo.


Quello che sta avvenendo molto evidentemente è il fatto che si sta sta abbandonando il modello dell'uomo  come animale politico, socievole, razionale.






La Spoliazione legale nel pensiero di Frédéric Bastiat


Giugno 2017 | Avvocato Gabriella Filippone | Rassegna on line


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Secondo Bastiat: Vi sono solo due modi per acquisire le risorse che sono necessarie a conservare e a rendere bella e migliore l’esistenza: la PRODUZIONE e la SPOLIAZIONE.

Spoliazione legale: “spoliation” (spoliazione), “viol” (stupro), “vol” (furto), e “saccheggio”










Emerge da un esame  dei suoi scritti la sua graduale presa di consapevolezza che lo Stato  costituisse una grande macchina appositamente progettata per sottrarre la proprietà ad alcune persone, senza il loro consenso beninteso, e trasferirla ad altre. Il termine che Bastiat, durante questa fase, utilizzò con sempre maggiore frequenza per inquadrare le azioni perpetrate dallo Stato è “la spoliation” (spoliazione), ancorché non difettasse di impiegare altri vocaboli, quali “parassita”, “viol” (stupro), “vol” (furto), e “saccheggio”, che rendono comunque bene l’idea. 

Nei suoi scritti sulla rapina operata dallo Stato, elaborati antecedentemente alla rivoluzione del 1848, egli identificò i gruppi che avevano avuto accesso alle leve del potere dello Stato nei diversi momenti della storia, con la  finalità di depredare la gente comune. Questi gruppi includevano guerrieri, proprietari di schiavi, la Chiesa Cattolica, e in anni più recenti i monopolisti commerciali ed industriali
Per come aveva definito lo Stato prima della rivoluzione del 1848, Bastiat si sarebbe probabilmente così espresso: “Lo Stato è il meccanismo mediante il quale un piccolo gruppo privilegiato di persone vive alle spalle di tutti gli altri”.
Lo scoppio della rivoluzione nel febbraio 1848 a Parigi mutò radicalmente l’ordine dei fattori, costringendo Bastiat a cambiare la sua strategia di lotta contro la rapina perpetrata dallo Stato. Prima della rivoluzione piccole minoranze privilegiate erano in grado di prendere il controllo dello Stato e di taglieggiare la maggior parte delle persone a proprio vantaggio: i proprietari di schiavi erano nella condizione di sfruttare i propri schiavi; i proprietari terrieri aristocratici potevano tranquillamente abusare dei propri servi; i monopolisti privilegiati potevano facilmente approfittarsi dei propri clienti; e così si fece strada una sorta di brutale sentimento per cui una piccola minoranza potesse soverchiare e depredare la maggioranza.
La strategia di Bastiat prima del 1848: identificare gli interessi speciali che avevano tratto e traevano vantaggio dall’essere così contigui con la “stanza dei bottoni”, disvelandoli al pubblico per via della sua attività giornalistica, condotta spesso con critiche caustiche e con la satira: si occupò delle élite di latifondisti che avevano beneficiato della protezione tariffaria, delle élite industriali che avevano goduto di monopoli e sovvenzioni statali, nonché della monarchia e delle élite aristocratiche che avevano estratto enormi rendite parassitarie insediandosi  in posizioni strategiche in seno all’apparato amministrativo e all’esercito.
Una sua sua celebre definizione, a metà del 1848: lo Stato è la grande finzione attraverso la quale ognuno cerca di vivere a spese di tutti gli altri. Bastiat dovette in quel momento cambiare la propria strategia e tentare di convincere i lavoratori generici che le promesse di posti di lavoro pubblico, di sussidi di disoccupazione finanziati dallo Stato, così come di misure di controllo dei prezzi, fossero di per sé autolesioniste e impossibili da perseguire.
Esiste una filosofia morale assoluta che è incardinata sulla legge naturale. Le leggi naturali possono essere in parte scoperte attraverso l’osservazione scientifica, empirica delle società umane (soprattutto avvalendosi dell’economia e della storia) ed in parte per mezzo della rivelazione divina [Bastiat attinse al suo deismo e al suo cristianesimo morale]. Questa filosofia morale si applica a tutti gli esseri umani indistintamente, senza eccezione alcuna (e si applica ai sovrani e ai politici).
Ci sono solo due modi con cui la ricchezza (la proprietà) può essere acquisita: in primo luogo, in virtù dell’attività individuale volontaria e degli scambi liberamente concordati con gli altri (“servizio in corrispettivo di un altro servizio”), posti in essere dai cosiddetti “produttori”;  in secondo luogo, si può far ricorso al furto (coercizione o frode) perpetrato da una terza parte, che possiamo definire “predazione”. 
L’esistenza della predazione è una questione scientifica, un fenomeno empiricamente dimostrato dallo studio della storia.
I predatori si sono storicamente organizzati in Stati e hanno cercato di giustificare le loro attività quali un’eccezione ai principi morali universali, introducendo leggi atte a “ratificare” la spoliazione, ed un codice morale inteso a “magnificarla”. 
I predatori tendono ad ingannare le loro vittime per mezzo di “stratagemmi” (inganni, raggiri, frodi) e uso di “sofismi”  per legittimare e mascherare ciò che stanno compiendo. È compito degli economisti politici come Bastiat svelare i trucchi, gli espedienti e le menzogne usate dai predatori.

Esaminiamo ora alcuni aspetti della sua teoria.
Come sostenitore dell’idea della legge naturale e dei diritti naturali, Bastiat era convinto esistessero dei principi morali che potessero essere riconosciuti ed elaborati dagli esseri umani e che fossero altresì suscettibili di applicazione universale: non possono operare contestualmente due distinti codici morali, uno applicabile ai governanti ed ai funzionari governativi, e l’altro al resto dell’umanità. Uno di questi principi universali postula il diritto inviolabile di un individuo a disporre dei propri legittimi titoli di proprietà, unitamente alla corrispondente intimazione di non violare il corrispettivo diritto altrui con la violenza o con la frode.
Secondo Bastiat: Vi sono solo due modi per acquisire le risorse che sono necessarie a conservare, e a rendere bella e migliore, l’esistenza: la PRODUZIONE e la SPOLIAZIONE. (“La fisiologia della Spoliazione”.
Affermò che la spoliazione consiste nel mettere al bando con l’inganno o con la violenza la libertà di negoziare, al fine di ricevere un servizio senza rendere nulla in contropartita.
La spoliazione con la violenza è esercitata nel modo seguente: la gente aspetta che un uomo produca qualcosa e poi se ne impadronisce brandendo le armi.
Questa condotta è formalmente condannata nei dieci comandamenti: “Non rubare”.
Quando ha luogo tra individui, la condotta in parola viene definita “furto” e conduce dritta dritta in galera; quando si svolge tra gli Stati, si parla invece di conquista e porta alla gloria.
Bastiat cita i Dieci Comandamenti, il codice penale francese, nonché il dizionario dell’Accademia di Francia per definire il furto, rimarcandone la sua proibizione universale. Sulla scorta di tali definizioni, nel pensiero di Bastiat le politiche del governo francese non erano altro che “furto perpetrato con il sussidio”, “furto realizzato con i dazi doganali”, “furto incrociato” di tutti i francesi attraverso una combinazione di sussidi e dazi protettivi, e così via. Complessivamente essi hanno eretto un sistema omnipervasivo di “spoliazione”, che si è via via evoluto nel corso dei secoli.
A causa della ubiquità della predazione nella storia dell’umanità, diventa essenziale per l’economia politica prendere seriamente in considerazione tale fenomeno, quando si discute del funzionamento del mercato e dei suoi “fattori di disturbo”.


A prescindere da quale possa essere il grado di benevolenza e di ottimismo che scaldi il cuore di un uomo, questi è obbligato a riconoscere che la  SPOLIAZIONE viene esercitata su vasta scala a questo mondo ed è troppo universalmente interrelata con i principali eventi nella storia dell’umanità, perché la scienza morale e l’economia politica, possano sentirsi legittimate nel non prenderla nemmeno in considerazione.
Una caratteristica fondamentale della spoliazione, che la contraddistingue dalla acquisizione di ricchezza attraverso lo scambio volontario, è l’ uso della violenza, associato a quello che Bastiat chiamava “stratagemmi” (frode o inganno).
All’interno della categoria di “spoliazione” possono individuarsi due principali fattispecie, che attirarono l’attenzione di Bastiat: il “saccheggio illegale”, intrapreso da ladri, rapinatori e banditi,  e il “saccheggio legale”, che viene esercitato dallo Stato sotto l’egida del sistema giuridico, il quale consente di dispensare sovrani e funzionari governativi dal rispetto del divieto comune, in tema di acquisizione della proprietà altrui per mezzo della forza. Bastiat era meno interessato al saccheggio illegale, posto che questo veniva universalmente condannato e la sua natura era piuttosto ben compresa dai teorici del diritto e dagli economisti. Bastiat intese concentrarsi sulla spoliazione legalizzata, la quale ben difficilmente veniva ravvisata come un problema dagli economisti, sebbene fosse sempre esistita su vasta scala nel corso della storia e ne costituisse uno dei motori trainanti. 
La forza applicata alla spoliazione fa da sfondo naturale alle cronache della razza umana. Andando a ritroso nel tempo,  dovremmo riprendere quasi interamente la storia di ogni popolo: gli Assiri, i Babilonesi, i Medi, i Persiani, gli Egiziani, i Greci, i Romani, i Goti,  i Franchi, gli Unni, i Turchi, gli Arabi, i Mongoli e Tartari,  giusto per non parlare degli Spagnoli in America, degli Inglesi in India, dei Francesi in Africa, o dei Russi in Asia, etc.etc.
Ne “La fisiologia della Spoliazione”  Bastiat delineò le principali tipologie di rapina che erano emerse nel corso della storia: dalla guerra  alla schiavitù, dalla teocrazia al monopolio. Storicamente, le società e le loro classi dirigenti,  che vivevano taglieggiando il resto della popolazione, si erano evolute attraverso degli alterni periodi di conflitto. 
Nel periodo in cui visse, lo Stato moderno si era evoluto al punto che una imponente e permanente classe professionale di burocrati metteva in atto la volontà del potere sovrano.
Bastiat aveva una visione severa e reputava qualsiasi “servizio pubblico” che andasse al di là del minimo indispensabile per garantire i servizi di polizia e di amministrazione della giustizia come “una forma disastrosa di parassitismo” (“Gli intermediari” in Ciò che si vede e ciò che non si vede) . 
Bastiat pensava che il moderno Stato burocratico e pianificatore del suo tempo fosse basato su una miscela di totale violenza e di coercizione da un lato, e sugli inganni e le fallacie (sofismi) dall’altro. La violenza e la coercizione rivenivano dalle imposte, dalle tariffe, dalla regolamentazione, alle quali erano sottoposti i contribuenti, i commercianti e i produttori; la dimensione ideologica che garantiva la classe di parassiti al comando originava da una nuova serie di “sofismi politici ed economici”, volti a confondere, ingannare e raggirare una nuova generazione di “gonzi” nel supportare il sistema. La scienza dell’economia politica, secondo Bastiat , doveva costituire il mezzo con cui i sofismi economici del presente sarebbero stati disvelati, confutati, e infine neutralizzati, deprivando così la casta di rapinatori che ci comanda del proprio sostentamento e del proprio potere. (“Fisiologia della Spoliazione”).
Nel successivo saggio su “Le due moralità”, Bastiat contrappone il ruolo della “moralità religiosa” e della “moralità economica” nel determinare questo cambiamento nel modo di pensare. Bastiat, nell’elaborare i saggi che compongono i due volume della raccolta dei Sofismi Economici, intendeva avviare  il lungo processo di demolizione intellettuale dei machiavelli, delle frodi, e  delle fallacie utilizzate dalle élite privilegiate per difendere i propri interessi acquisiti e il loro sistematico taglieggiamento delle persone comuni.
Bastiat era scettico riguardo al  fatto che la moralità religiosa sarebbe riuscita a modificare il punto di vista dei detentori del potere  Bastiat preferiva di gran lunga colpire il potere dal basso, cercando di far aprire gli occhi ai babbei e agli illusi, per mezzo delle verità che l’economia politica è in grado di fornire, incoraggiando il dubbio e la sfiducia nella giustizia delle azioni dei governanti, e deridendo l’élite politica  avvalendosi del sarcasmo e  del “mordente del ridicolo”.  

Fonti: 

Articolo di David Hart su The Freeman
Traduzione di Cristian Merlo

Ludwig von Mises Italia






























Giuridica News | Avv. Gabriella Filippone







«La differenza tra le persone sta solo nel loro avere maggiore o minore accesso alla conoscenza» (Lev Tolstoj)

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