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Bonus 110%: L'isolamento termico a cappotto degli edifici storici vincolati. E' possibile isolare un edificio vincolato?

 

 Piante da sughero Immagine via Fratelli Pellizzari: Cappotto termico: pannelli in sugheroIsolamento termico a cappotto |





Isolamento termico a cappotto degli edifici storici vincolati. 

E' possibile isolare un edificio vincolato?


L’Italia è un paese ricco di centri urbani di straordinaria bellezza con vincolo storico e architettonico.
L’8% degli edifici è di interesse storico e le attuali esigenze richiedono la possibilità, anche per questi edifici, di metodi di conservazione energetica.
È possibile isolarli termicamente rispettandone la loro preziosa natura, tutelata in quanto tale?

Quando è possibile isolare un edificio storico

La possibilità di realizzare sistemi di isolamento termico dipende dalla tipologia di vincolo, dalla morfologia ed dal contesto in cui l’edificio si trova.
Secondo il D.Lgs.19 agosto 2005, n. 192 relativo al rendimento energetico nell’edilizia, gli immobili soggetti a vincolo di tutela secondo il D.Lgs. 42/2004, saranno oggetto di valutazione del MiBACT e degli organi ad esso afferenti. Essi, in funzione di tutela, valuteranno caso per caso quali interventi siano realizzabili e quali invece siano in contrasto con le esigenze di tutela e conservazione dell’immobile.

L’applicazione di isolanti alle murature.

Negli edifici storici le murature sono generalmente massive, composte solitamente in pietra o laterizio pieno.
D’inverno funzionano da isolante termico e contenimento delle dispersioni.
D’estate invece abbiamo la dissipazione del calore in eccesso grazie all’ottima capacità dell’involucro di immagazzinare e riemettere calore con un certo sfasamento temporale.

Nel caso in cui l’isolamento termico delle murature non risultasse sufficiente è possibile applicare del materiale isolante, sia esternamente che internamente all’involucro edilizio (cappotto esterno o interno).
Con pochi centimetri di isolante si può ridurre la trasmittanza della muratura, aumentandone la capacità isolante.

L’aggiunta di uno strato isolante in un edificio vincolato però è un intervento invasivo e delicato, da adattare di volta in volta alle condizioni specifiche del singolo manufatto.
Uno strato di isolamento è un’alterazione più o meno marcata dei prospetti interni e/o esterni, la cui compatibilità dipende dalle qualità storico-architettoniche dell’involucro su cui si opera e dalla possibilità alla sua trasformazione (ad esempio, dalla presenza di apparati decorativi o rilievi da salvaguardare).
Solitamente, la necessità di rispettare le finiture dell’edificio predomina sulla possibilità di applicare l’isolante in modo da ottimizzare le prestazioni energetiche.

Inoltre, l’aggiunta di un isolante può avere effetti negativi sul comportamento igrometrico delle pareti, con possibile formazione di condensa interstiziale.
Infatti negli edifici tradizionali si riscontra comunemente la presenza di materiali ad elevata porosità, accanto ad elementi costruttivi generalmente privi di barriera al vapore o impermeabilizzazioni.
Questo determina un maggiore livello di umidità che, grazie alle caratteristiche di queste murature, viene solitamente smaltita tramite una facile evaporazione dell’umidità interna dell’edificio.

Le tipologie di isolanti da scegliere

La scelta dell’isolante termico deve essere compatibile con la permeabilità e traspirabilità del sistema murario esistente.
A tal scopo appaiono particolarmente adatti alla riqualificazione degli edifici storici i materiali fibrosi naturali organici come la fibra di canapa, la lana di pecora, la fibra di cellulosa.
Questi isolanti derivano da materiali che presentano una struttura a celle aperte, con un numero elevato di fibre di forma allungata. Esse costituisco un reticolo capace di trattenere l’aria calda e limitare le collisioni tra molecole gassose, riducendo la trasmissione di calore per convezione e irraggiamento. Inoltre, siffatta struttura li rende traspiranti ed igroscopici, cioè capaci di assorbire, trasmettere ed emettere il vapore e l’umidità dell’aria.
Questa caratteristica avvicina il loro comportamento termoigrometrico a quello della muratura tradizionale, umida e traspirante, assecondando la naturale permeabilità dell’involucro.

Fonte: TON GRUPPE HEALTHY BUILDILNGS |  Paola Bettoni



Procedura di autorizzazione paesaggistica (art. 146 e 149 Dlgs 42/2004)

L’autorizzazione paesaggistica
Qualora un soggetto proprietario, possessore o detentore a qualsiasi titolo di un bene voglia intervenire su un immobile o un’area tutelati dal punto di vista paesaggistico, è necessario che, oltre al titolo edilizio previsto per la tipologia di intervento, richieda l’autorizzazione paesaggistica.

L’amministrazione preposta al rilascio dell’autorizzazione paesaggistica è la regione ovvero un ente pubblico da essa delegato (Comune, Ente Parco, Provincia). La necessità dell’autorizzazione viene verificata caso per caso, anche con riferimento alla tipologia dell’intervento.

Dal 2010 alcuni interventi, definiti “di lieve entità”, sono soggetti ad autorizzazione paesaggistica semplificata (v. paragrafi seguenti).

Interventi non soggetti ad autorizzazione paesaggistica
L’autorizzazione non è richiesta nei seguenti casi (art. 149):

  • interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, di consolidamento statico e restauro conservativo, a condizione che non alterino lo stato dei luoghi e l’aspetto esteriore degli edifici;
  • interventi inerenti l’esercizio dell’attività agro-silvo-pastorale che non comportino alterazione permanente dello stato dei luoghi con costruzioni edilizie ed altre opere civili, e sempre che si tratti di attività ed opere che non alterino l’assetto idrogeologico del territorio;
  • taglio colturale, forestazione, riforestazione, opere di bonifica, antincendio e di conservazione da eseguirsi nei boschi e nelle foreste tutelati ai sensi dell’articolo 142, comma 1, lettera g), purché previsti ed autorizzati in base alla normativa in materia.

Autorizzazione paesaggistica “ordinaria”: procedimento
Il richiedente presenta al soggetto competente al rilascio dell’autorizzazione apposita istanza, corredata dalla necessaria documentazione progettuale e dalla relazione paesaggistica, redatta da un tecnico abilitato secondo quanto previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 12 dicembre 2005, “Individuazione della documentazione necessaria alla verifica della compatibilità paesaggistica degli interventi proposti, ai sensi dell’articolo 146, comma 3, del Codice dei beni culturali e del paesaggio”.

L’amministrazione competente esamina l’istanza, la documentazione e la relazione paesaggistica relative all’intervento per il quale si richiede l’autorizzazione, verificandone la completezza e, se necessario, richiedendo le opportune integrazioni e svolgendo gli accertamenti del caso; la medesima amministrazione provvede entro 40 giorni alla trasmissione di tale documentazione alla Soprintendenza, accompagnandola con una relazione tecnica illustrativa e con una proposta di provvedimento, nonché dando comunicazione all’interessato dell’avvio del procedimento e dell'avvenuta trasmissione degli atti al Soprintendente.
Il Soprintendente, ricevuta la documentazione, esprime sulla richiesta il proprio parere vincolante, comunicandolo all’amministrazione entro i 45 giorni successivi alla ricezione degli atti.

In caso di parere negativo, il Soprintendente comunica agli interessati il preavviso di provvedimento negativo, ai sensi delle vigenti disposizioni di legge in materia di procedimento amministrativo.

Entro 20 giorni dalla ricezione del parere del Soprintendente, l’amministrazione competente provvede in conformità.

L’autorizzazione paesaggistica è immediatamente efficace, e tale rimane per un periodo di 5 anni; trascorso questo termine è necessario ottenere una nuova autorizzazione. Il diniego all’autorizzazione è impugnabile, con ricorso al tribunale amministrativo regionale o con ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, entro i termini previsti dalla legge.

Nei casi di inerzia di una o più amministrazioni partecipi del procedimento la legge prevede misure sostitutive (art. 146, commi 9 e 10).

Autorizzazione paesaggistica semplificata: procedimento
Sono assoggettati a procedimento semplificato di autorizzazione paesaggistica, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 146, comma 9, del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e successive modificazioni, recante il Codice dei beni culturali e del paesaggio, di seguito denominato «Codice», gli interventi di lieve entità, da realizzarsi su aree o immobili sottoposti alle norme di tutela della parte III del Codice, sempre che comportino un'alterazione dei luoghi o dell'aspetto esteriore degli edifici, indicati nell'elenco di cui all'allegato 1 del DPR 139 del 2010.

Il richiedente presenta all’amministrazione competente al rilascio dell’autorizzazione l’apposita istanza, costituita dalla relazione paesaggistica semplificata. Tale relazione deve essere redatta da un tecnico abilitato secondo le indicazioni da pag. 10 a pag. 14 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 dicembre 2005, “Individuazione della documentazione necessaria alla verifica della compatibilità paesaggistica degli interventi proposti, ai sensi dell’articolo 146, comma 3, del Codice dei beni culturali e del paesaggio”.

Nella relazione il tecnico attesta anche la conformità del progetto alla disciplina urbanistica ed edilizia. Se l'autorità che rilascia l’autorizzazione non coincide con quella competente in materia urbanistica ed edilizia, è necessario ottenere dal comune l'attestazione di conformità dell'intervento alle prescrizioni urbanistiche ed edilizie o, in caso di intervento soggetto a SCIA, delle asseverazioni previste dal Testo Unico Edilizia, DPR 380/01.

Dove possibile, la presentazione della domanda e la trasmissione dei documenti a corredo è effettuata per via telematica. Se per l’intervento da autorizzare si fa riferimento allo sportello unico per le autorità produttive, si potrà presentare la domanda a quest’ultimo.

L’amministrazione competente al rilascio dell’autorizzazione procede all’esame della richiesta e della relazione paesaggistica. Se la valutazione è negativa ne dà immediata comunicazione al richiedente. Se la valutazione è positiva, l’amministrazione procede entro 30 giorni all’invio della documentazione alla Soprintendenza.

Il Soprintendente, una volta ricevuta la documentazione, si esprime in merito alla richiesta con parere vincolante, e lo comunica all’amministrazione entro i 25 giorni successivi alla ricezione degli atti. Se il parere è negativo, la Soprintendenza ne dà immediata comunicazione all’interessato.

Se il parere è positivo, il Soprintendente ne dà notizia all’amministrazione, che comunica entro 5 giorni al soggetto interessato l’esito della richiesta. Se ne ha competenza, l’amministrazione rilascia contestualmente anche il titolo edilizio.
L’autorizzazione è immediatamente efficace, e ha validità di 5 anni. Trascorso questo termine, è necessario ottenere una nuova autorizzazione.

Nei casi di inerzia di una o più amministrazioni partecipi al procedimento, la legge prevede misure sostitutive (art. 4 del DPR 139/10).

Fonte: SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGICA, BELLE ARTI  E PAESAGGIO per l'area  metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l'Etruria meridionale







SUPERBONUS 110% senza interventi trainanti: come funziona nelle zone vincolate



Video pubblicato da DANILO TORRESI il 27 settembre 2020 sul canale You Tube
"Come funziona il Superbonus 110% del Decreto Rilancio quando gli interventi trainanti non possono essere realizzati? A causa vincoli o norme che non consentono la realizzazione?"

















  • LA BIOEDILIZIA RESPONSABILE

    Grazie alla continua ricerca di nuove soluzioni per costruire e ristrutturare case in BioediliziaTon Gruppe® ha realizzato  prodotti ricerca di nuove soluzioni  e sistemi innovativi sviluppando un significativo know-how nel settore delle costruzioni ecosostenibili. Con la conoscenza profonda dei materiali si possono inventare prodotti, dai prodotti creare sistemi, e dai sistemi costruire una casa completa davvero sana ed efficiente.    

    La bioedilizia studia e offre le soluzioni ideali per rispondere  all'esigenza di abitare in un ambiente sano.  Attraverso l’impiego di soli materiali naturali e riutilizzabili quali l’argilla, la fibra di canapa ed il legno, Ton Gruppe  fornisce e posa prodotti per edificare, ristrutturare e risanare, rispettando l’ambiente e le persone che vi abitano. Materiali antichi ed utilizzati da millenni dalle proprietà straordinarie possono rispondere concretamente già oggi alle restrittive normative europee 2021 sulle nuove costruzioni cosiddette “a energia quasi zero” (NZEB).

    La bioedilizia garantisce un ambiente sano e confortevole, una migliore qualità di vita, una lunga durata dei materiali e un bassissimo se non nullo consumo energetico (Casa Geosana+), recuperando rapidamente i costi di investimento, di gestione e mantenimento dell’edificio.

    La casa deve essere accogliente, sicura, confortevole, in grado di proteggere non solo dal freddo in inverno, ma anche dal caldo estivo, di dare rifugio, di far stare bene; perché dalla qualità della casa in cui si vive dipende la qualità della vita.

    La casa deve essere sana per l’uomo e allo stesso tempo rispettare l’ambiente, la sua realizzazione non deve implicare l’impiego dissennato di risorse, né la sua gestione essere dispendiosa in termini di energia; la costruzione deve essere davvero sostenibile, per tutti.


    COME VALUTARE UNA CASA IN BIOEDILIZIA?

    La Casa si dovrebbe valutare per le sue performance abitative: il benessere estivo e invernale degli ambienti, la permeabilità al vapore e la traspirabilità, la luminosità, la salubrità dell’aria e del comfort acustico, la tenuta agli eventi atmosferici, la maggiore sicurezza e l’accessibilità, la protezione dallo smog elettromagnetico e dagli eventi sismici. Ma si valuta anche per le sue prestazioni energetiche (riduzione dei consumi, efficienza del rendimento, utilizzo di fonti rinnovabili) e per la sua sostenibilità ambientale ed eco compatibilità: contenimento delle emissioni che incidono sul clima, rinnovabilità e riciclabilità dei materiali, controllo dei processi di produzione e del suo ciclo di vita, riassumendo: l’Economia Circolare.







    Uno significativo lavoro eseguito a Venezia da TON GROUPE:

    "In questo tipico appartamento veneziano, situato al piano terra e di fianco ad un incrocio di canali, si è intervenuti con il sistema Kartonsan Controparete per combattere la presenza di forte umidità: listelli in abete e sughero ad incastro Fixbit®, Pannelli in Terra Cruda Kartonsan e Pannelli in Canapa Canaton. Per rendere ancora più efficiente e confortevole l’ambiente ristrutturato, senza nulla togliere alla bellezza e al design si sono scelti gli Intonaci in Terra Cruda.

    Trovate le foto dei lavori qui


















































    SUPERBONUS 110% senza interventi trainanti: come funziona nelle zone vincolate



    Video pubblicato da DANILO TORRESI il 27 settembre 2020 sul canale You Tube


    "Come funziona il Superbonus 110% del Decreto Rilancio quando gli interventi trainanti non possono essere realizzati? A causa vincoli o norme che non consentono la realizzazione?"













  • Rtrtturazione Appartamento, Venezia


    Dal sito web dell'impresa di Bioedilizia Fratelli Pellizzari:
    Cappotto termico in sughero

    É duttile, maneggevole, efficace nelle opere di isolamento termico, possiede doti di

    assorbimento acustico ed è tutto naturale.





    Se fino a qualche anno fa la richiesta di un cappotto in sughero era piuttosto rara,
    abbiamo notato una crescita nella richiesta di preventivi di cappotti con pannelli
    in sughero. Se non fosse per il costo elevato probabilmente sarebbe il prodotto
    più utilizzato per il cappotto termico in quanto abbina l'ecologia a prestazioni
    superbe.

    Utilizzare il sughero per un cappotto? Quali sono queste caratteristiche?


    Leggi anche l'approfondimento: "Le caratteristiche di un buon cappotto termico" >>


    Le piante da sughero

    Il sughero è un materiale naturale che si ricava dalla corteccia di piante di latifoglie
    sempreverdi appartenenti alla specie Quercus suber. Gli alberi da sughero sono
    presenti in diverse aree a clima temperato del bacino del Mediterraneo, in
    particolare in Sardegna dove profondi terreni silicei e un’altitudine non superiore
    a 900 metri accolgono le sugherete più antiche.
    La pianta di sughero ha una vita produttiva media tra i 100 ed i 150 anni.


    Il sughero dalla corteccia


    La corteccia della quercia da sughero ha la caratteristica di aumentare di parecchi centimetri di spessore durante tutto il ciclo vitale della pianta e di rinnovarsi una volta asportato lo strato più vecchio.


    Per ricavare questo materiale quindi si deve effettuare una decorticazione, la prima darà il sughero maschio o sugherone, che ha scopi industriali ed edili (come quelli per il nostro cappotto)
    Dai successivi scortecciamenti si ricava il sughero femmina, o gentile, che viene impiegato per la produzione di tappi.

    Il taglio viene effettuato solo ogni nove-dodici anni per pianta, e su alberi con almeno 60 centimetri di circonferenza.




    Utilizzi del sughero

    Come sai, il suo utilizzo principale è sempre stato quello per i tappi delle bottiglie ma per le sue proprietà fisico-chimiche e tecniche trova larga applicazione anche nell’industria. In particolare è diffuso nell'edilizia, dove viene usato in forma di granulati o agglomerato in pannelli e in lastre sottili che andranno a realizzare strati isolanti che limitano le dispersioni termiche e la propagazione del suono.


    Rispetto ad altri materiali, sono considerevoli le sue prestazioni acustiche: un'ottima soluzione, ad esempio, in caso di posa in abitazioni vicine a strade trafficate.



    Isolamento biologico: trattamento per renderlo durevole


    Nel passato l'uso di questo materiale in edilizia fu ostacolato dal fatto che allo stato naturale risulta molto igroscopico e in presenza di umidità tende ad alterarsi rapidamente;
    le nuove tecnologie però annullano questo effetto permettendo la produzione di pannelli
    e lastre con doti termoisolanti e fonoassorbenti che non temono l'umidità.


    Oggi è, infatti, possibile renderlo impermeabile all’acqua e al vapore.
    Grazie ai trattamenti ed alla natura del materiale, il pannello in sughero per cappotti consente di far traspirare le murature e risulta resistente all’azione degli agenti atmosferici, inattaccabile dalla muffa e dagli insetti,
    stabile all’invecchiamento e soprattutto ecologico.


    Il sughero e l'edilizia


    Un isolamento termico a cappotto valido e biocompatibile dovrebbe ritardare i cambi di temperatura interni all'edificio e garantire alcune irrinunciabili caratteristiche.


    La bioedilizia preferisce evitare l'impiego di prodotti isolanti e coibentanti sintetici. I pannelli in polistirolo ed altri prodotti sintetici potrebbero liberare sostanze potenzialmente pericolose. Inoltre pregiudicano la traspirabilità della casa.



    Sempre secondo la bioarchitettura, i pannelli che garantiscono un ottimo isolamento termico ed un ridotto impatto ambientale sono la lana di roccia, la fibra di legno, la fibra di cocco, la lana di pecora, il feltro di iuta e, appunto, il sughero.


    Cappotti e sottotetti in sughero


    Oltre che per la realizzazione di cappotti termici il sughero può essere utilizzato, in granulato, per isolare il sottotetto: sarà sufficiente distenderlo nel solaio per garantire un ottimo comportamento termico estivo ed invernale.

    La caratteristica principale del sughero, oltre al potere isolante, è la sua traspirabilità: per questo funge ottimamente da "terza pelle", denominazione che si utilizza per identificare gli involucri della casa che, dopo la nostra pelle ed i vestiti, ci proteggono dal clima e dagli inquinanti esterni.


    In caso di incendio il sughero puro carbonizza senza emettere gas nocivi che invece vengono emessi dagli isolanti di sintesi chimica.



    Sughero per il cappotto termico: spessori e posa


    Le lastre di sughero per l’isolamento termico e acustico delle pareti edilizie sono generalmente di dimensioni fino ad un metro quadrato e con diversi spessori, da 2 fino a 5 centimetri. La loro applicazione alle pareti può avvenire sia all’interno che all’esterno per il cappotto termico.

    La posa avviene rapidamente sia su superfici piane che sul grezzo e per l’adesione sono sufficienti appositi collanti nel retro della lastra, accertandosi che il supporto sia asciutto e pulito e che le giunture dei pannelli siano livellate. Serve sempre anche un tassello per il fissaggio meccanico.

    Per la finitura e il tinteggio vi consiglio di utilizzare prodotti traspiranti minerali, così da rendere omogenea la permeabilità.

    Leggi anche: "Gli ERRORI da evitare nell'esecuzione di un CAPPOTTO" >>


    Fonte: FRATELLI PELLIZZARI

















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