Pietro BISANTI: "Suicidi e omicidi indotti dagli psicofarmaci?" I media non lo dicono, nascondono che spesso dietro il fatto di cronaca c'è L'ASSUNZIONE abituale di PSICOFARMACI
I MEDIA NON LO DICONO CHE SPESSO DIETRO AI SUICIDI C'E' L'ASSUNZIONE ABITUALE DI PSICOFARMACI
Il libro di Pietro Bisanti: ASSASSINI IN PILLOLE LA PSICHIATRIA MODERNA VISTA CON GLI OCCHI DI UN CARABINIERE
Testo utile e interessante, scritto in modo chiaro e diretto, in modo semplice e scorrevole, a suo modo piacevole. Scritto senza dover dar conto a nessun business, nessun protocollo, nessuna forma di potere medico. Da leggere come strumento educativo, una guida per vivere la vita in modo sano e naturale, per accrescere lo stato di salute di questa società "drogata" di farmaci". Pietro Bisanti con questo libro ci ricorda che ogni persona è medico di se stesso, che bisogna trovare un modo per uscire dal tunnel delle varie dipendenze, dai farmaci al cibo dannoso che ci propone l'industria oggi.
Agosto 2020 | Avvocato Gabriella Filippone | Rassegna notizie on line e pensieri e riflessioni miei o altrui |
La rassegna stampa è una sintesi e fornisce i riferimenti dell'articolo o altro materiale (testata, autore, titolo)
Suicidi e omicidi indotti dagli psicofarmaci? Intervista a Pietro Bisanti BN PODCAST
Pietro Bisanti: "Man mano che gli anni lavorativi passavano, man mano che facevo delle esperienze sul campo molto particolari, ho fondamentalmente cominciato a chiedermi il perché ogni giorno io dovessi avere a che fare nella mia professione con la psichiatria e mi sono chiesto ogni giorno la motivazione per cui il 99,9 per cento delle persone che incontravo, passatemi il termine, fuori di testa, aveva avuto o aveva in qualche modo a che fare con la psichiatria.
Diciamo che il raffronto più profondo è stato quando io ho cominciato a studiare una correlazione tra tutte le persone che vedevo suicidarsi, quindi tutte le volte che io intervenivo su dei suicidi, ho cominciato a fare la correlazione tra il modo in cui le persone si suicidavano e determinati classi di psicofarmaci che io puntualmente trovavo negli armadietti delle persone e parlo in particolare degli SSRI che sono una classe di antidepressivi che sono denominati selettori della ricaptazione della serotonina che hanno come capostipite il famosissimo Prozac, cioè la pillola della felicità, nato in America molti e molti anni fa, e pubblicizzato come la risoluzione di tutti i problemi mentali degli americani e quindi ho cominciato a fare questa questa correlazione.
Prozac+ - Occhi a Spillo
Dato che la percentuale non dico che sia del 100 per cento perché non mi permetterei ma di dire che le persone si suicidano solo ed esclusivamente a seguito dell' assunzione di psicofarmaci, ma quello di cui mi sono accorto è che l'instabilità delle persone, tutte le volte che avevo a che fare a con persone o che si suicidavano o che mostravano segni di instabilità, in un modo o nell'altro o erano stati in cura o erano sotto cura o avevano dismesso da poco le cure.
Questo unito alla marea di TSO a cui ho dovuto partecipare in cui mi accorgevo che fondamentalmente nel momento in cui si accompagnavano le persone nei reparti di psichiatria degli ospedali dei pronti soccorsi, fondamentalmente la prassi era sempre la stessa, cioè non c'era nessun tipo di analisi, ma nessun tipo neanche di colloquio con la persona, ma fondamentalmente il modus operandi era semplicemente quello sottoporre la persona a trattamento di tipo farmacologico.
E dato che queste persone avevano a che fare con me ciclicamente perché ogni volta che uscivano dagli ospedali diventava poi non più un problema di ordine psichiatrico ma un problema di ordine pubblico, mi accorgevo di come ripetutamente le stesse persone magari in cura da venti, trentanni erano sempre sospese nella stessa condizione di salute se non assolutamente peggiorata. Persone che poi io ho visto trasformarsi nel corso degli anni.
Gli psicofarmaci penso siano le medicine, dopo la chemioterapia, che imbruttiscono di più anche proprio fisicamente il nostro involucro. Tutto questo mi ha portato a ragionare e a capire molte cose."
Questo unito alla marea di TSO a cui ho dovuto partecipare in cui mi accorgevo che fondamentalmente nel momento in cui si accompagnavano le persone nei reparti di psichiatria degli ospedali dei pronti soccorsi, fondamentalmente la prassi era sempre la stessa, cioè non c'era nessun tipo di analisi, ma nessun tipo neanche di colloquio con la persona, ma fondamentalmente il modus operandi era semplicemente quello sottoporre la persona a trattamento di tipo farmacologico.
E dato che queste persone avevano a che fare con me ciclicamente perché ogni volta che uscivano dagli ospedali diventava poi non più un problema di ordine psichiatrico ma un problema di ordine pubblico, mi accorgevo di come ripetutamente le stesse persone magari in cura da venti, trentanni erano sempre sospese nella stessa condizione di salute se non assolutamente peggiorata. Persone che poi io ho visto trasformarsi nel corso degli anni.
Gli psicofarmaci penso siano le medicine, dopo la chemioterapia, che imbruttiscono di più anche proprio fisicamente il nostro involucro. Tutto questo mi ha portato a ragionare e a capire molte cose."
Fonte: Border Night | "Suicidi e omicidi indotti dagli psicofarmaci?" | Intervista a Pietro Bisanti
Marasciallo dei carabinieri Pietro Bisanti - il pericolo dei psicofarmaci
Video pubblicato da SPIRITUALITA' E SALUTE su You Tube il 5 settembre 2019
Blog di Pietro Bisanti: https://pietrobisanti.blogspot.com/
Da WIKIPEDIA:
Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, noti anche con la sigla abbreviata SSRI,[N 1] sono una classe di psicofarmaci che rientrano nell'ambito degli antidepressivi.
Sindrome da sospensione
In concomitanza con la sospensione dell'assunzione di un SSRI, per cessazione della terapia o passaggio ad altro farmaco, sono stati riscontrati nei pazienti diversi sintomi quali vertigini, astenia, sensazione di scossa alla testa (brain-zaps), sintomi simil influenzali ma anche sintomi che ricalcano la malattia trattata, quali ansia, agitazione, insonnia. Si tratta della sindrome da astinenza da antidepressivi. Tali sintomi sono di norma lievi e autolimitanti e possono essere ridotti con una sospensione graduale del farmaco. Tendono generalmente a risolversi nel giro di qualche settimana e possono essere ridotti diminuendo gradualmente la dose di farmaco.
L’SSRI che più è incline a dare sindromi da sospensioni è la paroxetina. In alcuni rari casi i sintomi da sospensione si sono protratti per oltre un anno dopo la sospensione del farmaco.
Rischio di suicidio
Bambini ed adolescenti
Meta analisi di studi clinici randomizzati hanno dimostrato che l'uso di antidepressivi SSRI è collegato ad un aumentato rischio di ideazioni suicidarie in bambini ed adolescenti; in particolare una revisione di studi clinici condotta nel 2004 dalla FDA ha trovato un aumento del rischio di "possibili ideazioni suicidarie e comportamento suicidario" dell'80% e di agitazione e comportamenti ostili del 130% in particolare nei primi mesi di trattamento.
Adulti
Negli adulti sopra i 25 anni non sembrano esserci evidenze di un aumentato rischio di comportamenti ed ideazioni suicidarie legate all'uso di SSRI. L'attenta valutazione e il continuo controllo del paziente da parte dello specialista sono però consigliati.
Gravidanza e allattamento
L'uso di SSRI in gravidanza è associato ad un aumento del tasso di aborti spontanei del 70% e ad un generale aumento della possibilità di parto pre termine. Una analisi sistematica di studi ha evidenziato come l'assunzione di SSRI in gravidanza porti ad un aumento del rischio di malformazioni del feto comprese tra il 3% ed il 24%, mentre non ha trovato evidenze di un aumento del rischio di difetti cardiovascolari.
Raramente i neonati la cui madre ha assunto un SSRI specie negli utlmi mesi di gravidanza, possono soffrire di Ipertensione Polmonare Persistente, una sindrome che causa un anomalo aumento della pressione sanguigna nei vasi polmonari del neonato con conseguente diminuzione dell'efficienza di ossigenazione. Questa condizione è associata con un aumento del 25% dei casi di deficit neurologico a lungo termine.
I neonati di madri che assumevano SSRI nel corso della gravidanza possono soffrire di una forma di sindrome di astinenza che consiste in una serie di sintomi neurologici, gastrointestinali, respiratori ed endocrini che tendono a risolversi autonomamente nel giro di qualche giorno..
Secondo una review di studi del 2015 ci sono indicazioni di come l'esposizione del feto ad un SSRI possa portare ad un aumentato rischio di autismo[81] mentre uno studio del 2016 indica come ci sia un aumento dei casi di depressione negli adolescenti.[82] Studi su animali hanno trovato che l'esposizione prenatale ad un SSRI altera il comportamento sessuale nella prole, tuttavia non è noto se tali risultati possono essere traslati all'uomo. Altri studi hanno messo in evidenza anomalie nello sviluppo cerebrale dei neonati le cui madri avevano assunto SSRI.
L'attuale letteratura medica considera alcuni SSRI, come sertralina e paroxetina, sicuri durante l'allattamento.
Diabete
La somministrazione di un SSRI può influenzare il controllo glicemico. L'aumento del tono serotoninergico indotto dall'antidepressivo, infatti, sembrerebbe aumentare la secrezione e la sensibilità all'insulina. Con fluoxetina si è osservata ipoglicemia durante la terapia e iperglicemia alla sospensione del trattamento. Il dosaggio dei farmaci antidiabetici (ipoglicemizzanti orali e insulina) potrebbe, quindi, richiedere un aggiustamento.
Iponatriemia
Gli SSRI possono indurre iponatriemia (valore medio di 120 mmoli/L) con un aumento del rischio di 3,5 volte. Nella maggior parte dei pazienti tale effetto si manifesta durante il primo mese di terapia; il rischio è maggiore nelle donne anziane e nei pazienti in terapia con diuretici. L'iponatriemia si manifesta con confusione, convulsioni, senso di fatica, delirio, sincope, sonnolenza, agitazione, vertigini, allucinazioni e, più raramente, con aggressività, disturbi della personalità e depersonalizzazione. La comparsa di sintomi neuropsichiatrici durante il primo mese di trattamento deve di conseguenza suggerire la misurazione degli elettroliti serici.
Prolungamento dell'intervallo QTc.
Poiché il citalopram può prolungare l'intervallo QTc, si raccomanda cautela in caso di pazienti con prolungamento congenito dell'intervallo QTc oppure in caso di associazioni farmacologiche con farmaci noti per prolungare l'intervallo QTc. L'associazione degli antidepressivi con antipsicotici aumenta il rischio di prolungamento dell'intervallo QTc.
Osteoporosi
Durante l'assunzione di SSRI si è osservato un aumento del rischio di fratture (50% circa di rischio in più nel corso di 10 anni) sia in pazienti psichiatrici che non, e che ciò era dovuto ad una diminuzione della densità ossea. Dato l'incremento delle prescrizioni anche in donne post-menopausa per la cura delle vampate di calore, si richiede un particolare monitoraggio specie in questa classe di pazienti per l'aumentata incidenza di osteoporosi (circa 30% nell'arco di 10 anni).
Altri effetti collaterali sospetti.
Secondo una meta-analisi di studi, condotta da un team della Mc Master University, pubblicata sulla rivista Psychotherapy and Psychosomatics nel 2017, l'assunzione di antidepressivi SSRI è associata ad un incremento della probabilità di morte per qualsiasi causa del 33% nella popolazione senza precedenti fattori di rischio (come patologie cardiovascolari o metaboliche). Tuttavia nei soggetti con tali fattori di rischio, l'aumento della probabilità di morte non è significativo. Ciò si crede sia dovuto tra l'altro alla capacità di questi farmaci di influenzare la viscosità ematica che, mentre nei soggetti con patologie cardiovascolari può avere un effetto benefico, in quelli sani può essere dannoso. Un altro studio indicherebbe che l'uso di antidepressivi serotoninergici è legato ad un maggiore rischio di valvulopatie, probabilmente a causa della stimolazione del recettore 5HT2B.
Negli ultimi anni si è aperto un dibattito circa la possibile incidenza della somministrazione di antidepressivi sul rischio di sviluppare demenza.
Lista di SSRI
Le sei principali molecole appartenenti alla categoria dei farmaci SSRI sono:
- citalopram (Elopram, Seropram)
- escitalopram (Cipralex, Entact)
- fluoxetina (Prozac, Fluoxetil, Fluoxeren)
- fluvoxamina (Dumirox, Fevarin, Maveral)
- paroxetina (Daparox, Sereupin, Seroxat)
- sertralina (Zoloft, Tatig, Serad)
Fonte: Wikipedia
IL CORPO UMANO DEVE ESSERE ALCALINO NON ACIDO. Mi raccomando acidità bassa perché l'acidità è causa di tumori. I dolci e lo zucchero sono molto acidi. ACHTUNG!
Prozac+ - Acida
PSICOFARMACI: LA LOGICA BATTE LE LAUREE
VIDEO DI PIETRO B.
IL CORPO UMANO DEVE ESSERE ALCALINO NON ACIDO. Mi raccomando acidità bassa perché l'acidità è causa di tumori. I dolci e lo zucchero sono molto acidi. ACHTUNG!
AcidoAcida - Prozac+ dal vivo
Elisabetta Imelio
Elisabetta Imelio | |
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Elisabetta Imelio (destra) con gli altri membri dei Prozac+ nel 1998 | |
Nazionalità | Italia |
Genere | Pop punk Punk rock Rock alternativo |
Periodo di attività musicale | 1995 – 2020 |
Gruppi | Prozac+, Sick Tamburo |
Album | 10 |
Studio | 10 5 con i Prozac+ 5 con i Sick Tamburo |
Elisabetta Imelio, nota anche con lo pseudonimo di Boom Girl (Pordenone, 22 novembre 1975 – Aviano, 29 febbraio 2020, è stata una musicista e cantante italiana.
Carriera
Dal 1995 fece parte dei Prozac+ come bassista. Ottenne molta notorietà nel 1998 assieme alla band con l'album Acido Acida; nel 1997 gli Afterhours le dedicarono un brano dall'album Hai paura del buio?, intitolato Elymania.
Dopo lo scioglimento dei Prozac+, nel 2007, assieme al chitarrista del gruppo, Gian Maria Accusani, creò i Sick Tamburo di cui è stata la cantante. È con i Sick Tamburo che ha realizzato il progetto benefico che ha visto la pubblicazione della nuova versione del brano La fine della chemio (2015) scritto per lei da Gian Maria Accusani per darle forza durante uno dei periodi più difficili della sua vita. Il pezzo, cantato nella nuova versione (2017) da vari artisti tra cui Manuel Agnelli (ex Afterhours), Jovanotti, Lo Stato Sociale, Tre Allegri Ragazzi Morti, Meg, Elisa, è stato diffuso per raccogliere fondi da dedicare all'Associazione di canottaggio Le Donne in Rosa (costituito da donne operate di cancro) di cui Elisabetta faceva parte.
Morte
È morta il 29 febbraio 2020 al Centro di Riferimento Oncologico di Aviano all'età di 44 anni, dopo una lunga battaglia contro un tumore mammario, andato dapprima in remissione, ma poi metastatizzato a livello epatico.
Bisturi e cocaina: oltre 40mila medici coinvolti
Dalla sala operatoria al pronto soccorso. Il dieci per cento dei medici ha problemi di droga e alcol. La fatica e i turni più lunghi aggravano il problema. A Torino è nato un centro per far fronte alla situazione
Droghe e alcol negli ospedali italiani sono molto più diffusi di quanto si pensi, il problema sembra in aumento con i turni massacranti ai quali sono sottoposti i medici dopo il blocco delle assunzioni e i tagli alla sanità.
I più colpiti dalle dipendenze sono chirurghi, anestesisti, medici di pronto soccorso, psichiatri e ginecologi.
In Germania, il medico Kalus Lieb in uno studio condotto a Magonza ha scoperto che un chirurgo su cinque assumeva sostanze psicoattive legali o illegali, mentre il 15% consumava antidepressivi.
Fonte: L'inchiesta/
Sindrome di Burnout nei medici
burnout in inglese significa "bruciarsi" |
La sindrome da burnout (o semplicemente burnout) è l'esito patologico di un processo stressogeno che interessa, in varia misura, diversi operatori e professionisti impegnati quotidianamente e ripetutamente in attività che implicano le relazioni interpersonali.
Maslach e Leiter (2000) hanno perfezionato le componenti della sindrome attraverso tre dimensioni:
- deterioramento dell'impegno nei confronti del lavoro;
- deterioramento delle emozioni originariamente associate al lavoro;
- problema di adattamento tra la persona ed il lavoro, a causa delle eccessive richieste di quest'ultimo.
Il burnout diventa una sindrome da stress non più esclusiva delle professioni d'aiuto, è probabile in qualsiasi organizzazione di lavoro.
William Powell ha dimostrato la correlazione tra burnout ed alienazione negli assistenti sociali.
La “sindrome del burnout” è una tipologia specifica di disagio psicofisico connesso al lavoro ed interessa, in varia misura, operatori e professionisti impegnati quotidianamente e ripetutamente in attività che implicano le relazioni interpersonali.
Il burnout" colpisce in misura prevalente coloro che svolgono le cosiddette professioni d'aiuto o “helping professions” ma anche coloro che, pur avendo obiettivi lavorativi diversi dall'assistenza, entrano continuamente in contatto con persone che vivono stati di disagio o sofferenza. Il problema è stato riscontrato in modo predominante in coloro che operano in ambiti sociali e sanitari come medici, psicologi, assistenti sociali, insegnanti, counselors, esperti di orientamento al lavoro, fisioterapisti, operatori dell'assistenza sociale e sanitaria, infermieri, guide spirituali, missionari, agenti delle forze dell'ordine e operatori del volontariato.
Il fenomeno è stato studiato, esso è stato riscontrato anche in tutti quei mestieri legati alla gestione quotidiana dei problemi delle persone in difficoltà, a partire dai poliziotti, carabinieri, vigili del fuoco, consulenti fiscali, avvocati, nonché in quelle tipologie di professioni educative (es. insegnanti) che generano un contatto, spesso con un coinvolgimento emotivo profondo, con i disagi degli utenti con cui lavorano e di cui guidano la crescita personale.
Se non opportunamente aiutati, questi soggetti cominciano a sviluppare un lento processo di "logoramento" o "decadenza" psicofisica dovuta alla mancanza di energie e di capacità per sostenere e scaricare lo stress accumulato (il termine burnout in inglese significa proprio "bruciarsi"). In tali condizioni può anche succedere che queste persone si facciano un carico eccessivo delle problematiche delle persone a cui badano, non riuscendo così più a discernere tra la propria vita e la loro.
Il burnout comporta esaurimento emotivo, depersonalizzazione, un atteggiamento spesso improntato al cinismo e un sentimento di ridotta realizzazione personale. Il soggetto tende a sfuggire l'ambiente lavorativo assentandosi sempre più spesso e lavorando con entusiasmo ed interesse sempre minori, a provare frustrazione e insoddisfazione, nonché una ridotta empatia nei confronti delle persone delle quali dovrebbe occuparsi. Il burnout si accompagna spesso ad un deterioramento del benessere fisico, a sintomi psicosomatici come l'insonnia e psicologici come la depressione. I disagi si avvertono dapprima nel campo professionale, ma poi vengono con facilità trasportati sul piano personale: l'abuso di alcol, di sostanze psicoattive ed il rischio di suicidio sono elevati nei soggetti affetti da burnout.
La prevalenza della sindrome nelle varie professioni non è ancora stata chiaramente definita, ma sembra essere piuttosto elevata tra operatori sanitari quali medici e infermieri (ad esempio, secondo un recente studio olandese in Psychological Reports, non meno del 40% dei medici di base andrebbe incontro ad elevati livelli di burnout), insegnanti e poliziotti.
Le fasi del burnout
Negli operatori sanitari, la sindrome si manifesta generalmente seguendo quattro fasi.
- La prima, preparatoria, è quella dell'"entusiasmo idealistico" che spinge il soggetto a scegliere un lavoro di tipo assistenziale.
- Nella seconda ("stagnazione") il soggetto, sottoposto a carichi di lavoro e di stress eccessivi, inizia a rendersi conto di come le sue aspettative non coincidano con la realtà lavorativa. L'entusiasmo, l'interesse ed il senso di gratificazione legati alla professione iniziano a diminuire.
- Nella terza fase ("frustrazione") il soggetto affetto da burnout avverte sentimenti di inutilità, di inadeguatezza, di insoddisfazione, uniti alla percezione di essere sfruttato, oberato di lavoro e poco apprezzato; spesso tende a mettere in atto comportamenti di fuga dall'ambiente lavorativo, ed eventualmente atteggiamenti aggressivi verso gli altri o verso se stesso.
- Nel corso della quarta fase ("apatia") l'interesse e la passione per il proprio lavoro si spengono completamente e all'empatia subentra l'indifferenza, fino ad una vera e propria "morte professionale".
Le cause del burnout
Le cause più frequenti di burnout sono:
- sovraccarico di lavoro: il disadattamento è presente quando la persona percepisce un carico di lavoro eccessivo (richieste lavorative così elevate da esaurire le energie individuali, da non rendere possibile il recupero), o quando, anche in presenza di un carico ragionevole, il tipo di lavoro non è adatto alla persona (si percepisce di non avere le abilità per svolgere una determinata attività) e quando il carico emotivo del lavoro è troppo elevato (il lavoro scatena una serie di emozioni che sono in contraddizione con i sentimenti della persona).
- senso di impotenza: il soggetto non ritiene che ciò che fa o vuole fare riesca ad influire sull'esito di un determinato evento.
- mancanza di controllo: il disadattamento si verifica quando l'individuo percepisce di avere insufficiente controllo sulle risorse necessarie per svolgere il proprio lavoro oppure quando non ha sufficiente autorità per attuare l'attività nella maniera che ritiene più efficace.
- riconoscimento: si ha disadattamento quando si percepisce di ricevere un riconoscimento inadeguato per il lavoro svolto.
- senso di comunità: è presente disadattamento quando crolla il senso di appartenenza comunitario all'ambiente di lavoro, ovvero quando si percepisce che manca il sostegno, la fiducia reciproca ed il rispetto e le relazioni vengono vissute in modo distaccato ed impersonale.
- assenza di equità: si ha disadattamento quando non viene percepita l'equità nell'ambiente di lavoro in ambiti quali, ad esempio, l'assegnazione dei carichi di lavoro e della retribuzione o l'attribuzione di promozioni e avanzamenti di carriera.
- valori contrastanti: il disadattamento nasce quando si vive un conflitto di valori nel contesto di lavoro, quando la persona non condivide i valori che l'organizzazione trasmette oppure quando i valori non trovano corrispondenza, a livello organizzativo, nelle scelte operate e nella condotta.
- facile identificazione del personale con la malattia.
Le conseguenze del burnout
A livello individuale
- Atteggiamenti negativi verso i clienti/utenti
- Atteggiamenti negativi verso se stessi
- Atteggiamenti negativi verso il lavoro
- Atteggiamenti negativi verso la vita
- Calo della soddisfazione lavorativa
- Calo dell'impegno verso l'organizzazione
- Riduzione della qualità della vita personale
- Peggioramento dello stato di salute
Il burn out del medico di pronto soccorso
di Alessandro Sabidussi
Medico della medicina d’urgenza e pronto soccorso dell’ospedale Gradenigo di Torino
Medico della medicina d’urgenza e pronto soccorso dell’ospedale Gradenigo di Torino
"Cari colleghi,
Ogni professione per chi la svolge contiene aspetti di sofferenza e di disagio più o meno connaturati alla professione stessa, ma comunque inevitabili. Spesso sono fortemente caratterizzanti quel tipo specifico di attività, se non addirittura elementi di selezione meritocratica. Pensiamo ad esempio al rischio per la propria incolumità per chi presta servizio nei corpi di Polizia o dei Vigili del Fuoco, l’aspro confronto dialettico per chi professa l’avvocatura o l’attività di rappresentanza politica o sindacale, il peso della responsabilità decisionale per un magistrato o per un funzionario di banca, la necessità di raggiungere e mantenere elevati livelli di concentrazione per un pilota di aerei o per un controllore di volo, l’ansia di produrre un buon pezzo nei tempi stabiliti per un giornalista, l’esigenza di pianificare costantemente strategie vincenti a breve, medio e lungo termine per un manager di azienda, e l’elenco potrebbe proseguire occupando diverse pagine." (continua)
Fonte: simeublog
Vi siete mai chiesti in quali mani è la nostra salute? A chi l'affidiamo? E a cosa rinunciamo e perdiamo o rischiamo di perdere delegandola ad altri. Abdicando a noi stessi.
"La medicina convenzionale è colonizzata in modo clamoroso. Su quali basi possono strombazzare che guariscono?
La gente può solo guarire nonostante gli interventi medici. La gente guarisce per autoguarigione. Noi siamo esseri dotati di strumenti di autoguarigione.
Uno che affida il suo corpo alla medicina corre dei rischi gravissimi.
La gente che pensa di fare un salto nel buio lo fa quando affida se stesso alla medicina di oggi.
La medicina di oggi è sballante, è invasiva."
"Non sono medico e mi vanto di non essere medico. Ho dei medici in famiglia.
Chi è medico è molto condizionato. Si imbottisce di farmaci e di farmacologia. A livello di cure è negato.
Roba di mandarli tutti in galera. Va bene? Non esagero. Perché questo? Hanno stabilito di fare la cura sul sintomo che è un errore clamoroso.
Sai perché non vanno in galera? Semplicemente perché sono difesi dalla legge. Hanno l'esclusiva.
Sai perché non vanno in galera? Semplicemente perché sono difesi dalla legge. Hanno l'esclusiva.
Non bisogna curare il sintomo ma curare il fattore causante.
Quando dico a livelli estremo: non bisogna curare il tumore ma la tumorosità del corpo, la tendenza del corpo a creare dei tumori che tutti noi abbiamo delle creazioni continue e anche delle remissioni spontanee.
Sono leggi che la medicina non conosce. Sono ignorantantissimi in queste cose.
Ogni corpo segue un percorso e tende a difendere se stesso.
Il corpo tende a guarire. Non va mai contro se stesso"
Fonte: Vaccaro intervista 16 01 2014 (video)
Diego FUSARO: "La droga, alleata del potere tecnocapitalistico"
Immagine: Asenath Waite (La cosa sulla soglia) | via Wikipedia |
Diego Fusaro: "Per chi è sveglio il mondo è comune mentre chi dorme si aliena in un mondo che è suo personale.
La condizione di chi è sotto effetti di stupefacenti, di chi si droga: chi si droga si trova in una condizione di ottundimento e di isolamento dal mondo che vive, diventa un mondo solo suo che lo isola sempre più dalla socialità, dalla condizione dell'essere insieme agli altri.
Nell'essenziale, ritengo che per comprendere il fenomeno della sua diffusione capillare di massa a partire dagli anni '60, occorre fare una domanda fondamentale. In caso di insoddisfazione rispetto all'ordine del mondo, con le sue ingiustizie, le sue storture, quelli che oggi vengono chiamati disagi in realtà non sono disagi.
La parola disagio tende a ricondurre alla privatezza dell'individuo problemi che molto spesso sono di ordine sociale. In questa condizione in cui ci troviamo si possono seguire due vie diverse, o quella della protesta, dell'organizzazione della rabbia condivisa volta alla trasformazione delle geometrie dell'esistente oppure la via dell'adattamento ebete che può avvenire nella forma della droga, è una delle tante forme con cui ci si può adattare rinunziando a trasformare il mondo. Questa è stata la grande funzione della droga a partire dagli anni '60: un adattamento, cinico, ottuso all'ordine delle cose.
Il potere si è servito e si è giovato della diffusione capillare delle droghe per disinnescare le energie critiche di un'intera generazione, per dirottare le energie critiche trasformative verso l'adattamento individualistico al mondo così com'era. Questa è stata la funzione della droga: la devitalizzazione dell'energia critica.
La mia libertà inizia dove finisce la tua dice una logora retorica liberal libertaria oggi la forma più volgare di libertà, pensare alla libertà come a una quota di possesso che deve estendersi sino ad un certo punto fino a non entrare in conflitto con quella dell'altro, inteso come se fosse un atomo a sé stante. La libertà è una relazione sociale che noi siamo, che struttura il nostro essere nella società e che implica una relazione, la libertà non è un possesso. La libertà è una relazione sociale in uno spazio in cui ci muoviamo e che implica il fatto che tutti noi siamo parte di una comunità organica che vive grazie all'esistenza di tutti noi dove tutti abbiamo, nelle nostre differenze specifiche di competenze, di aspirazioni, di visioni del mondo, tutti nondimeno, abbiamo pari dignità all'interno della società. Dignità dico non prezzo. La logica illogica della nostra contemporaneità è quella che invece non conosce la dignità ma solo il prezzo. Non conosce altro valore se non il valore di scambio. Tutto riduce all'assiomatica del do ut des una relazione egoistica o come diceva Kant, socievolmente insocievole mi relaziono addentro in società solo per tutelare meglio il mio interesse: il rapporto dello spacciatore con colui che acquista la merce. Non c'è un rapporto comunitario. Non mi importa assolutamente nulla della tua sorte. La mia libertà finisce dove inizia la tua. Io ho della merce da venderti tu la puoi acquistare liberamente. Entriamo in un rapporto socievolmente insocievole che è l'emblema della società di mercato e che è il rovesciamento esatto di uno stato etico.
Settembre 2019 | Avvocato Gabriella Filippone | Rassegna notizie on line ed altro tipo pensieri miei o di altri |
Ed ora alcune mie considerazioni.
Negli anni '60 si faceva molto uso di eroina, la cd. droga dei poveri, la droga di sinistra. Nei giorni nostri si fa invece molto uso di cocaina, la cd. droga dei ricchi, la droga di destra, oltre alle droghe sintetiche ed i mix, robe da "poveri" immagino, tanto per schiattare prima.
Sta di fatto che anche in Svizzera, la ricca e neutrale Svizzera, terra di banche, scorre cocaina a fiumi, quanto all'Italia hanno rilevato tramite analisi, così ho letto tempo fa, tracce di cocaina nei bagni della Camera, nei bagni dei nostri parlamentari, sarà per questo che sniffano tutti lo stile del NWO Nuovo Ordine Mondiale conformandosi ad esso e divenendone schiavi? E' la droga dei figli di papà e dei rampanti al potere, agenti di borsa compresi, politici nostrani compresi.
Una notizia del 2017 pubblicata dal TG LA7
CRONACA 05.05.2017
Video La Piazza Nel Palazzo
pubblicato su You Tube il 6 mag 2017
"Tracce di cocaina nei bagni maschili della Camera dei deputati. Più consistenti nelle giornate di voto. Le ha trovate un giornalista di FQ Millennium, il nuovo mensile dell’Editoriale Il Fatto, diretto da Peter Gomez e in edicola con una serie di inchieste e reportage. Come si vede nell’anticipazione video, il cronista ha condotto diversi test con salviettine Nark II, a base di cobalto tiocianato, acquistate in un negozio specializzato in dispositivi per indagini di polizia scientifica."
CRONACA 05.05.2017
Non incredibile, ma vero: a Montecitorio tracce di cocaina in tutti i bagni
La Camera se la tira, Coca nei bagni di Montecitorio, l'anteprima dell'inchiesta del FQ (video)
"Tracce di cocaina nei bagni maschili della Camera dei deputati. Più consistenti nelle giornate di voto. Le ha trovate un giornalista di FQ Millennium, il nuovo mensile dell’Editoriale Il Fatto, diretto da Peter Gomez e in edicola con una serie di inchieste e reportage. Come si vede nell’anticipazione video, il cronista ha condotto diversi test con salviettine Nark II, a base di cobalto tiocianato, acquistate in un negozio specializzato in dispositivi per indagini di polizia scientifica."
CIPRINI: COCAINA IN PARLAMENTO, IL MIO APPELLO ALLA SIG.RA PRESIDENTE BOLDRINI (10.05.2017)
•Pubblicato il 10 mag 2017
Paolo Barnard ci spiega The Crisis of Democracy: "La Democrazia va salvata, uccidiamola."
"La Commissione Trilaterale nacque nel 1973 come libera associazione di cittadini americani, europei e giapponesi con l’intento di “incoraggiare una stretta collaborazione fra queste tre regioni sui problemi comuni, e di migliorare la comprensione pubblica di questi problemi”. Naturalmente questo proclama è una baggianata. Essa è un club esclusivo di potenti personaggi decisi a tutelare i propri interessi, ma che, contrariamente a quanto si crede, non sono affatto un crocchio di autocrati mafiosi e complottisti. La Commissione Trilaterale è invece il volto più che pubblico delle destre economiche moderne, cioè pieni sostenitori della democrazia, intesa però come strumento liberamente consegnato a pochi da parte di molti affinché poi i molti possano fare l’interesse dei pochi. Infatti, una delle acquisizioni fondamentali delle destre moderne è stata che le dittature non sono più il mezzo migliore per spremere i cittadini; esse sono affari sporchi, incontrollabili, che finiscono sempre col creare imbarazzanti contraccolpi sui media. Meglio la democrazia, teleguidata naturalmente. Ed ecco che se fino a ieri le destre occidentali esportavano colpi di Stato (Iran, Cile, Grecia ecc.), oggi esportano democrazia (Iraq, Afghanistan, Pakistan ecc.). Ma la democrazia ha un brutto vizio: tende a riportare l’interesse dei molti in primo piano, a scapito degli interessi dei pochi. Tende cioè a essere istintivamente di sinistra. E allora bisognava intervenire. La Commissione Trilaterale ha fatto questo negli scorsi trentaquattro anni, con la gentile partecipazione di personaggi noti e meno noti, come Zbigniev Brzezinski, Jimmy Carter, David Rockefeller, Giovanni Agnelli, Piero Bassetti, Francesco Forte, Arrigo Levi, Carlo Secchi, Edmond de Rothschild, George Bush padre, Dick Cheney, Bill Clinton, Alan Greenspan, Henry Kissinger e tantissimi altri.
Spiego: a pagina 157 di The Crisis of Democracy, dove si legge che “la storia del successo della democrazia… sta nell’assimilazione di grosse fette della popolazione all’interno dei valori, atteggiamenti e modelli di consumo della classe media”. Cosa vuol dire? Significa che se si vuole uccidere la democrazia partecipativa dei cittadini (quella che per definizione fa l’interesse dei molti a scapito dei pochi privilegiati - la Sinistra) mantenendo in vita l’involucro della democrazia (quella che ci fa votare i pochi privilegiati che poi ci spremono come limoni) bisogna farci diventare tutti consumatori, spettatori, piccoli investitori. Che è quello che ci hanno fatto. Così ci hanno fregati, ci hanno annientati come protagonisti della democrazia. E’ stata la loro idea suprema, di suprema genialità. La massa dei cittadini che in seguito a due secoli di lotte dal basso aveva appena imparato a divenire partecipativa, è stata ridotta a Spettatori inerti, appunto consumatori, spettatori, piccoli investitori. L’involucro della democrazia fu salvato, il suo contenuto fu annientato. I tre autori scrissero le istruzioni in termini chiarissimi, ed esse furono messe in pratica per oltre trent’anni in tutto l’Occidente: “Il funzionamento efficace di un sistema democratico necessita di un livello di apatia da parte di individui e gruppi. In passato (prima degli anni ’60 nda) ogni società democratica ha avuto una popolazione di dimensioni variabili che stava ai margini, che non partecipava alla politica. Ciò è intrinsecamente anti-democratico, ma è stato anche uno dei fattori che ha permesso alla democrazia di funzionare bene”. Infatti, nel testo si legge che la minaccia alla democrazia americana proveniva “dalla dinamica stessa della democrazia in una società altamente istruita, mobilitata e partecipativa”, quella dove erano fioriti i “gruppi giovanili, etnici, e dove quei gruppi stavano assumendo una nuova consapevolezza”. Andavano disattivati, resi apatici, immobili, ed è accaduto precisamente questo ovunque, con il boom edonistico degli anni ’80 e con l’avvento della Tv commerciale."
Fonte: Paolo Barnard
Come J.D. Rockefeller ha messo al bando le cure naturali e creato Big Pharma
John D. Rockefeller (1839-1937) |
La famiglia Rockefeller ha posto le basi per Big Pharma che ha distrutto le cure naturali.
Chris Kanthan ha scritto a suo tempo in un articolo straordinario su come la famiglia Rockefeller ha minato la società moderna in innumerevoli modi. Utile capire in questo momento storico come siano riusciti a spazzare via le cure naturali.
Il nome della famiglia è dietro le quinte in tutte le fasi della soppressione della medicina naturale per fondare grandi aziende farmaceutiche e fare soldi.
Tutto parte da John D. Rockefeller (1839-1937) che era un magnate del petrolio, fu il primo miliardario americano, un monopolista nato. Dobbiamo risalire a lui a ritroso.
Alla fine del 20 ° secolo, controllava il 90% di tutte le raffinerie di petrolio negli Stati Uniti.
Intorno al 1900, gli scienziati scoprirono i “prodotti petrolchimici” e la capacità di creare tutti i tipi di sostanze chimiche dal petrolio.
Gli scienziati scoprirono le vitamine e ipotizzarono che molti prodotti farmaceutici potessero essere prodotti partendo dal petrolio.
Tutto ciò si tramutò in una meravigliosa opportunità per Rockefeller che vide la capacità di monopolizzare contemporaneamente l’industria petrolifera, chimica e medica!
Le medicine naturali / a base di erbe erano molto popolari in America a quel tempo. Quasi la metà dei dottori e dei college di medicina negli Stati Uniti praticava la medicina olistica.
Rockefeller, il monopolista, dovette trovare un modo per sbarazzarsi della sua più grande concorrente. Adottò la classica strategia della “soluzione del problema-reazione”. Cioè, creare un problema e spaventare le persone, quindi offrire una soluzione (pre-pianificata).
Fu ideato un piano. Dalla prestigiosa Carnegie Foundation, mandarono un uomo, tale Abraham Flexner, a viaggiare per il paese e riferire sullo stato delle scuole mediche e degli ospedali in tutto il paese.
Ciò portò alla stesura del Rapporto Flexner, che ha dato alla luce la medicina moderna così come la conosciamo.
Il rapporto parlava della necessità di rinnovare e centralizzare le istituzioni mediche. Sulla base di questo rapporto, più della metà di tutti i college medici furono presto chiusi.
L’omeopatia e le medicine naturali furono derise e demonizzate; e i dottori furono persino incarcerati.
Per aiutare a spingere la progettata e ordita transazione e per far cambiare idea ad altri dottori e scienziati, Rockefeller donò oltre 100 milioni di dollari a college, ospedali e fondò un gruppo filantropico (GEB).
In pochissimo tempo, le università mediche furono tutte unificate, semplificate e omologate. Gli studenti avrebbero imparato la stessa cosa e la medicina avrebbe riguardato l’esclusivo uso di farmaci brevettati.
Gli scienziati ricevettero enormi sovvenzioni per studiare come le piante potessero curare le malattie. Il loro obiettivo: identificare quali sostanze chimiche nella pianta erano efficaci, quindi ricreare una sostanza chimica simile – ma non identica – in laboratorio che potesse essere brevettata.
Una pillola per un malato divenne il mantra della medicina moderna. Quindi, ora, 100 anni dopo, stiamo sfornando medici che non sanno nulla dei benefici della nutrizione o delle erbe o di qualsiasi pratica olistica. Abbiamo un’intera società schiavizzata dalle corporazioni per il suo benessere.
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