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L'AVVOCATO PISELLINO VERDE DI PINCOPALLINOLANDIA CONTRO LA GESTIONE PADRONALE DI CASSA FORENSE



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Giuridica News BLOG a POLITICANTI FORENSI O PRESUNTI TALI
Giuseppe Caravita: " il disfattismo di chi fa e disfa le cose di tutti come se fossero di sua privata proprietà" #avvocati #cf





Fonte: Ulisse Io | via facebook

"OGGETTO: MIE PASSATE SEGNALAZIONI, ESPOSTI, DENUNCE E QUERELE RIGUARDANTI LA CASSA NAZIONALE FORENSE E LA SUA GESTIONE PADRONALE"

"Egregio Procuratore,

Considerato quanto emerso dalle indagini relativamente all’inchiesta sullo stadio della Roma a Tor di Valle, dalla quale si evince una metodologia corruttiva di tipo sistemico, e che vedrebbe coinvolti esponenti istituzionali della avvocatura [ così emerge dalla lettura degli stralci di intercettazioni pubblicati, dalle quali viene a galla pacificamente ed incontrovertibilmente anche la deliberata e sistematica distruzione della classe forense da parte del Presidente Nunzio Luciano e di tutti gli organi preposti alla tutela degli iscritti per il fine ultimo della tutela del Cittadino e del bene Pubblico – “(…) Vedi, la domanda da fare è questa: che rapporto ha lui con… sta segando tutti gli avvocati, tutti! Ha un peso pazzesco! (…)” ] ovvero, esattamente come denunciato e documentato dal sottoscritto, sotto più profili, in ogni comunicazione, denuncia, esposto e querela in possesso di tutti gli organi istituzionali preposti al controllo ed alla tutela dei predetti cittadini e che, a questo punto, non potranno più ignorare quanto nelle stesse dichiarato:

Chiedo di essere sentito, anche telefonicamente, in ordine ad ogni responsabilità penale ravvisabile nei confronti di Nunzio Luciano e di tutti i delegati della Cassa forense come pure di tutto quanto a fondamento di quanto da me denunciato e contenuto nelle registrazioni audio integrali ex art. 30 dello Statuto di Cassa Nazionale degli Avvocati, del lasso di tempo già ben esplicitato (v. allegati)
.Al contempo, il sottoscritto, chiede fissarsi appuntamento con il PM procedente, o comunque con un suo delegato, al fine di meglio esporre e documentare ed esibire quanto in mio possesso circa problematiche sicuramente complesse, ma legate dal medesimo filo conduttore e da sempre evidenziate e denunciate “nel totale silenzio” di vigilanti e controllori di ogni ordine e grado delle Istituzioni forensi e di quelle dell’apparato statale. Soltanto così meglio si comprenderebbe, relativamente alla denunciata gestione padronale delle Istituzioni forensi, anche quella frase che, diversamente, rischierebbe di passare inosservata: “(…) non acquistare quei terreni, ma farli acquistare a una serie di fondi, come ad esempio quello della Cassa Forense, guidato da Nunzio Luciano. Dalla poltrona di presidente, Luciano gestisce un patrimonio di 12 miliardi di euro e – secondo Parnasi – potrebbe essere convinto con le solite maniere a investire per acquistare Ecovillage.”. La intestata Procura può spiegare, se lo ha capito, quali sono le predette “solite maniere”?
(...)
Si sollecita, ancora una volta, e prima che sia troppo tardi (considerato che ormai iniziano ad esserci strani incendi persino nella sede della Cassa Forense nonostante dovrebbe essere all’avanguardia in tema di prevenzione varie proprio per via di quanto custodisce."





Fonte: Ulisse Io | via facebook
 Procuratore aggiunto Dott. Paolo IELO
C/O Procura della Repubblica presso
il Tribunale di Roma

Via Golametto 12 (Piazzale Clodio)
00195 ROMA
prot.procura.roma@giustiziacert.it

Procura Generale della Repubblica presso 
la Corte d'Appello di ROMA
Piazza Adriana 2
00193, ROMA
prot.pg.roma@giustiziacert.it 
pg.roma@giustizia.it 
affaripenali.pg.roma@giustiziacert.it

e, p.c.

Procuratore della Repubblica 
Dott. Armando SPATARO
C/O Procura della Repubblica
Presso il Tribunale di Torino
Corso Vittorio Emanuele II 130
10138, TORINO
segreteriapenale.procura.torino@giustiziacert.it 
procura.torino@giustizia.it

penale.procura.pisellinolandia@giustiziacert.it
prot.procura.pisellinolandia@giustiziacert.it

OGGETTO: MIE PASSATE SEGNALAZIONI, ESPOSTI, DENUNCE E QUERELE RIGUARDANTI LA CASSA NAZIONALE FORENSE E LA SUA GESTIONE PADRONALE
* * *
Egregio Procuratore,
Considerato quanto emerso dalle indagini relativamente all’inchiesta sullo stadio della Roma a Tor di Valle, dalla quale si evince una metodologia corruttiva di tipo sistemico, e che vedrebbe coinvolti esponenti istituzionali della avvocatura [ così emerge dalla lettura degli stralci di intercettazioni pubblicati, dalle quali viene a galla pacificamente ed incontrovertibilmente anche la deliberata e sistematica distruzione della classe forense da parte del Presidente Nunzio Luciano e di tutti gli organi preposti alla tutela degli iscritti per il fine ultimo della tutela del Cittadino e del bene Pubblico – “(…) Vedi, la domanda da fare è questa: che rapporto ha lui con… sta segando tutti gli avvocati, tutti! Ha un peso pazzesco! (…)” ] ovvero, esattamente come denunciato e documentato dal sottoscritto, sotto più profili, in ogni comunicazione, denuncia, esposto e querela in possesso di tutti gli organi istituzionali preposti al controllo ed alla tutela dei predetti cittadini e che, a questo punto, non potranno più ignorare quanto nelle stesse dichiarato:

Chiedo di essere sentito, anche telefonicamente, in ordine ad ogni responsabilità penale ravvisabile nei confronti di Nunzio Luciano e di tutti i delegati della Cassa forense come pure di tutto quanto a fondamento di quanto da me denunciato e contenuto nelle registrazioni audio integrali ex art. 30 dello Statuto di Cassa Nazionale degli Avvocati, del lasso di tempo già ben esplicitato (v. allegati).

Insisto affinché l’intestata Procura nell’interesse della generalità dei cittadini si adoperi al recupero delle stesse prima della loro distruzione (v. allegati con le relative diffide ed i solleciti da parte del Ministero competente all’Ente previdenziale forense). 
Al contempo, il sottoscritto, chiede fissarsi appuntamento con il PM procedente, o comunque con un suo delegato, al fine di meglio esporre e documentare ed esibire quanto in mio possesso circa problematiche sicuramente complesse, ma legate dal medesimo filo conduttore e da sempre evidenziate e denunciate “nel totale silenzio” di vigilanti e controllori di ogni ordine e grado delle Istituzioni forensi e di quelle dell’apparato statale. Soltanto così meglio si comprenderebbe, relativamente alla denunciata gestione padronale delle Istituzioni forensi, anche quella frase che, diversamente, rischierebbe di passare inosservata: “(…) non acquistare quei terreni, ma farli acquistare a una serie di fondi, come ad esempio quello della Cassa Forense, guidato da Nunzio Luciano. Dalla poltrona di presidente, Luciano gestisce un patrimonio di 12 miliardi di euro e – secondo Parnasi – potrebbe essere convinto con le solite maniere a investire per acquistare Ecovillage.”. La intestata Procura può spiegare, se lo ha capito, quali sono le predette “solite maniere”?
Al contempo si sollecita il Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Roma affinché, nell’inerzia degli Ordini circondariali, dei Consigli distrettuali di disciplina e del Consiglio Nazionale Forense, parimenti, provveda al sequestro delle suddette registrazioni dalle quali si potranno desumere, oltre ai reati, le gravi violazioni al Codice etico degli avvocati – le norme deontologiche hanno forza di legge ex legge 247 del 2012 – fino alla radiazione dall’Albo; e che gli organi preposti, per ovvie ragioni, si ostinano a far finta di non vedere. 
Fermo restando che da sempre sono state segnalate anche le omissioni relative agli artt. 361 362 C.p. (art. 331 C.p.p.), nonché l’art. 323 C.p. (art. 28 e 54 Cost.), relativamente agli esponenti della Cassa degli avvocati e del Consiglio Nazionale Forense e non solo quelli (v. allegati per dettagli e le relative norme). Non a caso l’art. 30 dello Statuto della Cassa Nazionale Forense è così strutturato: “ART. 30 (…) Verbali delle riunioni (…) 1. Di tutte le riunioni degli Organi Collegiali deve essere redatto verbale che riporti il contenuto delle deliberazioni e, in sintesi, gli interventi dei partecipanti; devono essere indicati nominativamente i votanti in senso favorevole o contrario e gli astenuti. (…) 3. Le registrazioni audio delle riunioni del Comitato sono trasmesse in forma integrale ai Delegati che ne fanno espressa richiesta.” (v. sempre gli allegati).
Pincopallinolandia, addì 19 giugno 2018. 
Avv. Pisellino Verde
“Se inviata a mezzo P.e.c. la firma è apposta digitalmente ad ogni effetto di legge.”
* * *
POSCRITTO: Era ora che qualcuno si accorgesse come tutta l'inchiesta c.d. "Rinascimento" non sia solo sullo stadio, ma sulla “rete” di rapporti personali che in determinati ambiti istituzionali si riescono a edificare per interessi personali in danno del bene Pubblico. Che sebbene le Casse previdenziali operano investimenti in parvenza di legalità, la loro stessa esistenza, benché sia indiscutibile che trattasi di Enti geneticamente insostenibili per di più in un sistema – quello previdenziale italiano – in cui il 97% della previdenza di primo pilastro è già gestita dall’Inps con le proprie interne professionalità, è dovuta proprio in ciò: il potere di investire per trasferire sovrappiù prefabbricato e quantificato ad hoc anche verso determinati soggetti, piuttosto che altri, a se non del tutto estranei, o ancora detenere quella posizione di vantaggio che permette non solo di avvantaggiarsi professionalmente ma anche di sfruttare la posizione e l’aggancio apicale per conservare il “duraturo controllo” della macchina dal buon “rendimento” per chi la governa (v. allegati e i relativi virgolettati da fonoregistrazione di alcuni attuali delegati dell’Ente previdenziale forense). Diversamente non avrebbe alcun senso sprecare “risorse” – le imposte degli iscritti (v. sempre gli allegati) – per la loro gestione (stipendi, rimborsi spese, costosissime perizie, “consulenze” e quant’altro) mantenendo in vita i predetti Enti: la Cassa degli avvocati nonostante le riserve patrimoniali in – gran – parte già “compromesse” per via delle pregresse promesse previdenziali, operano secondo lo schema pensionistico “a ripartizione” come l’intero sistema di previdenza obbligatoria, ed è ancora legata al retributivo e, proprio grazie alla gestione padronale dell’Ente medesimo, a tale punto che “Il rapporto pensione media/contributo medio (…) gli avvocati percepiscono una pensione media pari a 4,26 volte il contributo medio”; una vera e propria “magia” in favore di una élite che da sempre amministra l’Ente (v. allegati). E per alcuni soggetti, logicamente, anche un ritorno ben più cospicuo della media se si considera che, allo stato attuale, tanti avvocati tra quelli “posti artatamente difficoltà” probabilmente una pensione c.d. “adeguata” non potranno neppure averla, ma che vengono ugualmente costretti a pagare somme arbitrariamente determinate con abuso della funzione ed anche quando chiaramente, ex lege, “l’obbligazione non può neppure sorgere” (v. allegati).
C’è qualcosa che non va se i fondi pensione, che gestiscono la previdenza complementare, che è “facoltativa”, da anni dispongono del regolamento investimenti, addirittura rivisto in questi ultimi anni, mentre le Casse professionali, che gestiscono la previdenza obbligatoria di primo pilastro, e che alla fine del 2016 assommavano un patrimonio, a valore di mercato, pari a 80 miliardi di euro, sono prive del regolamento investimenti che in forza del d.l. n. 98/2011 è stato predisposto, ma da anni “giace” nel cassetto del MEF che non lo invia in Gazzetta Ufficiale per la sua pubblicazione.
C’è qualcosa che non va se per tornaconto di alcuni si estorce a decine di migliaia di avvocati la cancellazione dall’Albo, celando il “danno erariale” – più volte evidenziato (v. allegati) – che ne deriva alle casse dello Stato per le loro condotte.

C’è qualcosa che non va se le “imposte” previdenziali vengono in parte “sperperate” con le modalità più disparate extra e contra Constitutionem (v. allegati).

C’è qualcosa che non va se nonostante Cassa di previdenza forense abbia una sede, come pure una segreteria, quindi strutture specifiche e addetti con distinte competenze e professionalità, alcuni “responsabili” dell’Ente preferiscono discutere degli investimenti da farsi con il risparmio previdenziale – le imposte – raccolto dagli iscritti, obbligati per legge ad esserlo, in un bar o altri luoghi che poco si addicono a trattare l’interesse Pubblico alla quale sono preposti. Lo stesso ex Presidente della Cassa degli avvocati, l’avv. Paolo Rosa, da conferma – come d’altronde lui ha sempre fatto – che si riceve in sede con la presenza del DG e di altri consiglieri di amministrazione, e facendo, poi, un verbale ad uso interno a futura memoria; e così ribadendo che non si va certo, su richiesta “di terzi”, al bar a discutere di investimenti.

C’è qualcosa che non va se mentre l’avvocatura per bene viene messa in ginocchio con metodi “artatamente costruiti e scientemente premeditati”, alcuni soggetti privati che hanno interessi predatori persino in politica, manager di società affini che ne hanno sponsorizzato (pagato!) i loro eventi, e insieme ad esponenti delle Istituzioni – compreso qualcuno del MEF (come si rileva dagli organi di stampa di questi giorni) ovverosia quel medesimo Ministero dell'Economia e delle Finanze che si rifiuta di rispondere e chiarire, al sottoscritto, diverse, e direi strane, incongruenze (v. allegati) – si ritrovano non per puro caso nei medesimi luoghi per delle cene (e ad esempio lo stesso Lanzalone dichiara che l’invito a cena è partito da altri), per parlare di cosa? Per parlare di Casse previdenziali! Certo; sarà per mero caso che le predette società che elargiscono sponsorizzazioni si occupano proprio di servizi e consulenze per Enti di carattere previdenziale, assistenziale e mutualistico; ed hanno al loro interno delle figure che hanno occupato il ruolo di Vice Direttore Amministrativo e quello di Direttore Generale e di Direttore Finanza all’interno di Enti Nazionali di Previdenza di talune professioni.

C’è qualcosa che non va se nonostante le denunce del sottoscritto, nessuno si sia mai interessato a vagliare, alla luce dell’operato dell’Ente forense, le vicinanze dei gestori delle casse previdenziali con coloro i quali apparentemente distanti venivano investiti da vantaggi d’ogni sorta. Ma non bastano poche righe, ahimè, per ben esplicitare e chiarire tutte le problematiche ma, sicuramente, quanto emerge dalle intercettazioni e che vede Parnasi fare anche il nome di Enrico Cibati, responsabile investimenti di Cassa Forense, e quant’altro, dovrebbe finalmente far svegliare, lo si spera ancora, tuttora, e nonostante tutto, le preposte Autorità.
Sicuramente c’è quanto basta a che le Procure rivolgano lo sguardo, e ne accendano i riflettori, sulle Casse previdenziali ed il filo conduttore che le lega al peggio della politica italiana, ai Ministeri e a tutti quanti fintamente vigilano e controllano; e, non meno, agli organi Istituzionali dell’Avvocatura italiana per i danni che stanno recando a decine di migliaia di padri di famiglia ed al bene “Pubblico” (v. allegati).
Si rammenta che anche le Casse rientrano nel controllo e monitoraggio dei conti pubblici e anche se non ancora assoggettate alla rilevazione SIOPE continuano a trasmettere al Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato i dati della gestione di cassa dei loro bilanci. Senza dimenticare che non solo chi amministra l’ente più volte si è lamentato ufficialmente della ripubblicizzazione de facto delle Cassa avvocati, ma le stesse norme lo hanno ribadito: “Le modifiche riguardanti il conto economico delle Amministrazioni pubbliche. Il passaggio al SEC 2010 ha interessato le seguenti voci: (…) - la delimitazione del perimetro delle Amministrazioni pubbliche;”. Ma basterebbe anche semplicemente consultare il Rendiconto Economico dello Stato, del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, Ispettorato Generale del Bilancio, che riporta la definizione di Amministrazioni pubbliche: “(…) secondo il quale un’organizzazione rientra tra le amministrazioni pubbliche se svolge attività di tipo erogativo o di redistribuzione della ricchezza (non market) e se è finanziata prevalentemente con risorse pubbliche (ossia provenienti da prelievi fiscali o contributivi sulla collettività), a prescindere dalla sua forma giuridica (ente pubblico, società per azioni, consorzio, …). Sono, quindi, escluse dal perimetro delle amministrazioni pubbliche e incluse nelle Imprese le aziende che, pur controllate dallo Stato o da altre pubbliche amministrazioni, operano sul mercato e derivano i loro ricavi in prevalenza dalla vendita di beni e servizi (c.d. enti market).” (si veda anche Missione 24 e 25 del Rendiconto e cosa sono i c.d. “costi dislocati”, ovverosia i trasferimenti). 
Infatti i predetti contributi vengono conteggiati al pari delle altre tasse ed imposte nell'indicatore “cuneo fiscale” per valutare l'incidenza dei tributi sul costo del lavoro ovvero “nell'aliquota fiscale effettiva” per analizzare il livello di tassazione del lavoratore dipendente o autonomo. E inoltre conteggiati nel “gettito fiscale totale” indicato nel conto economico consolidato delle amministrazioni pubbliche per valutare sia la “pressione fiscale apparente” che il “deficit” delle amministrazioni pubbliche.
Questo, al minimo, è rilevante per comprendere dei reati e delle norme da applicarsi al mondo delle Casse previdenziali le quali gestiscono ingenti – miliardi di Euro di – imposte (risparmio previdenziale “Pubblico”).
* * *
Qualora la medesima Autorità dovesse ritenere che si possano configurare fattispecie di reato ma perseguibili a querela, in tal caso, il presente elaborato, e tutto quanto contenuto nei suoi allegati, dovrà intendersi come esplicito atto di querela nei confronti di tutti soggetti come sopra individuati ed individuabili, se penalmente responsabili, per ogni reato ravvisato e perseguibile a specifica denuncia della persona danneggiata.
Chiedendo, sin d'ora, di essere avvisato in caso di proroga delle indagini preliminari ovvero di richiesta di archiviazione da parte di questa Procura ex artt. 405, 406 e 408 C.p.p.;

Si sollecita, ancora una volta, e prima che sia troppo tardi (considerato che ormai iniziano ad esserci strani incendi persino nella sede della Cassa Forense nonostante dovrebbe essere all’avanguardia in tema di prevenzione varie proprio per via di quanto custodisce: come quello del recente 16 maggio 2018), l’adozione di ogni misura cautelare reale a disposizione delle Autorità preposte e, in particolare, ai fini probatori ex art. 253 C.p.p., necessari ed indispensabili per l'ulteriore accertamento dei fatti, nonché individuare altri diversi reati, il sequestro dei verbali e delle corrispondenti registrazioni audio integrali degli anni di riferimento – dall'approvazione della legge professionale forense n. 247 – e, in particolare si indicano e sollecita l'intestata Procura ad “esplorare” l'audio integrale delle adunanze: dall'autunno 2013 al maggio 2014, nonché quelle del Consiglio dei delegati del 18 dicembre 2015 dove è stato discusso il bilancio tecnico attuariale dell'Ente; e salva l'adozione di ogni altra misura cautelare reale al fine di scongiurare il rischio di distruzione e/o alterazione della documentazione tutt'ora in esclusivo possesso dell'Ente Cassa Forense: corrispondenza cartacea ed e-mail racchiuse negli elaboratori elettronici.
* * *
Con riserva di costituirsi parte civile per il risarcimento di tutti i danni morali e materiali subiti e subendi e con richiesta di punizione del responsabile dei fatti denunciati.
* * *
Che posta l'obbligatorietà dell'azione penale, la ostinata mancata apertura di formale indagine su quanto esposto nonché del sequestro per fini probatori ex art. 253 C.p.p., costituirebbe omissione degli atti e dei doveri dell'ufficio. 
Ed il medesimo obbligo di apertura di un'indagine penale correrebbe anche nel caso in cui si ritenesse che fosse lo scrivente ad aver commesso, a questo punto, un qualche reato, quale ad esempio quello ex art. 368 C.p. o altri qualora non risultassero evidenti ragioni per avviare delle indagini e perseguire i soggetti individuati ed individuabili. E tale atto costituirebbe parimenti e pacificamente dovere dell'Ufficio laddove, appunto, quanto denunciato, dichiarato e documentato non corrispondesse ad autenticità di quanto in esso rappresentato e per la tal ragione non portasse, dunque, all'apertura di un procedimento penale. 

Nientemeno vi sarebbe anche l'obbligo dell'Autorità procedente di trasmettere, alla luce del Codice deontologico forense, della L. 247 del 2012 e dell'art. 54 Cost. ed altre norme di legge, gli atti alla Corte di Appello di Ancona ed al Tribunale di Pesaro al fine di sollecitare l'apertura di un procedimento disciplinare (e non solo questo) nei confronti del sottoscritto avvocato.
Pincopallinolandia, addì 19 giugno 2018. 
Avv. Pisellino verde
“Se inviata a mezzo P.e.c. la firma è apposta digitalmente ad ogni effetto di legge.”
* * *
Si allega: 
(in foglio e/o file .pdf separato)
- Lista degli allegati.
* * *
Al deposito telematico della presente denuncia, esposto e querela, firmata digitalmente e accompagnata da una copia del documento di identità, seguirà un plico postale contenente copia cartacea e/o dvd dati con tutta la documentazione indicata nella denuncia medesima e nella lista degli allegati che, per l’eccessivo peso, non è possibile trasmettere congiuntamente a mezzo posta elettronica certificata.
[ Fine dell’elaborato pagina 9 ]

Fonte: Ulisse io | via Facebook







un commento altrui: "ho letto peccato che non si firma"




io: su fb certamente no, sulla denuncia chissà



nuovo commento altrui: "speriamo di si ! "








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Le mire di Parnasi sui soldi di Cassa Forense


Fonte: LAROMA24.it - La vendita del piano del  era «condizionata» ad altra iniziativa immobiliare. Un «accordo» tra la venditrice Eurnova srl di Luca  e l'acquirente Dea Capital sgr (società di gestione risparmio), che prevedeva l'uso dei fondi previdenziali degli avvocati italiani. Sorta di inganno in cui doveva cascare la Cassa nazionale di previdenza e assistenza forense che - nelle mire dell'imprenditore - doveva diventare una sorta di «strumento» per favorire il suo business. L'operazione non va in porto. Nei documenti della Procura della Repubblica di Roma è illustrato l'innesco di questo fronte dell'indagine, che fa emergere un tentativo di forzare la mano sul presidente della Cassa forense - all'epoca dei fatti anche candidato alle elezioni politiche con Forza Italia - Nunzio Luciano, così da indurlo a usare i soldi previdenziali degli avvocati per acquistare l'Ecovillage di Marino (Roma).  
Si tratta di un progetto immobiliare - conferito in un fondo di investimento - ad oggi poco remunerativo e di cui si voleva liberare Dea Capital. Così  contava di chiudere l'affare in tempi celeri con la Sgr, così da indurla a comprare il progetto del 
«L'investimento nel fondo Ecovillage è stato visto dagli uffici della Cassa forense», spiega Enrico Cibati, responsabile degli investimenti della Cassa«ma è stato ritenuto non in linea con le strategie dell'ente e quindi non è stato mai proposto per la discussione in comitato investimenti». Cibati, inoltre, precisa che la «Cassa forense non ha investito in nessuna iniziativa di società facenti capo al gruppo ».
LO SCAMBIO IMPRENDITORIALE - Stratega dell'operazione "Cassa forense" il faccendiere Luigi Bisignani, noto per essere stato "ponte" di rapporti trasversali tra la prima e la seconda Repubblica e che - a quanto pare - tenta di muovere le sue pedine anche in questa terza Repubblica, come ha definito l'attuale legislatura il vice premier Luigi Di Mario. Gli inquirenti ritengono che  abbia tentato di convincere l'avvocato Luciano, «offrendogli - mediante l'apporto di Bisignani - un considerevole contributo alla campagna elettorale in cambio della sua disponibilità, nella veste di pubblico ufficiale, all'acquisto delle quote di Ecovillage». Il progetto immobiliare è stato promosso da Parsitalia, società del gruppo , ma poi ceduto a Dea Capital. Un investimento non proprio ottimale perla Sgr, al punto che - per gli inquirenti - voleva in qualche modo liberarsene (vedi articoli nella pagina a fianco).
I 12 MILIARDI DEGLI AVVOCATI - Il 9 gennaio scorso il temaè alla base del discorso tra  e Bisignani. Secondo l'imprenditore la «speculazione» a scapito del fondo previdenziale degli avvocati è «necessaria in quanto Dea Capital, per l'acquisto del progetto dello Stadio, ha imposto a Eurnova il riacquisto delle quote di Ecovillage».  dice a Bisignani: «lo sono molto amico di una persona che teoricamente per me è molto importante, che si chiama Nunzio Luciano. È il presidente della Cassa degli avvocati, parliamo della cassa più grande d'Italia, questo signore gestisce, per i prossimi tre anni e mezzo, una cifra prossima ai 12 miliardi di euro! Ed è una persona che da sempre è molto vicina a Forza Italia» spiega che «Nunzio Luciano, come Cassa, potrebbe ricomprarsi questo fondo (il riferimento all'Ecovillage, ndr) e darmi 20-30-40 milioni cassa! Tra due mesi!». A marzo  ne parla direttamente con Luciano. Questi, scrivono gli inquirenti, «sembra accettare la proposta» dell'imprenditore che, «per convincerlo consiglia allo stesso di sfruttare i rimanenti anni nell'incarico di presidente della Cassa, così da salvaguardare i propri interessi anche nel periodo successivo». Tuttavia l'operazione "Ecovillage" non passa. Gli uffici della Cassa forense analizzano la proposta ma, come dice Cibati, «è stata ritenuta non in linea con le strategie dell'ente».









«La differenza tra le persone sta solo nel loro avere maggiore o minore accessoalla conoscenza» (Lev Tolstoj)

La rassegna stampa è una sintesi e fornisce i riferimenti dell'articolo (testata, autore, titolo) per reperire sul quotidiano o altra fonte l'articolo completo. 

Si declina ogni responsabilità per errori od omissioni, nonché per un utilizzo improprio delle immagini o non aggiornato delle notizie e delle informazioni.


Gabriella Filippone Blog | Giuridica News | Rassegna news giuridiche Avv. Gabriella Filippone






Sull'argomento puoi vedere:



LE INTERCETTAZIONI CHE HANNO COINVOLTO il Presidente della Cassa Forense NUNZIO LUCIANO



SI DISCUTE ON LINE SULLE INTERCETTAZIONI CHE HANNO COINVOLTO IL PRESIDENTE DELLA CASSA FORENSE NUNZIO LUCIANO





"Voleva corrompere anche il presidente nazionale della Cassa Forense  l’imprenditore Luca Parnasi, finito in carcere nell’ambito dell’operazione dei Carabinieri denominata ‘Rinascimento’ sul nuovo stadio di Roma a Tor di Valle, da cui sembra delinearsi l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di condotte corruttive e di una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione (9 arresti e 27 indagati). 

Il nome di Nunzio Luciano figura nelle intercettazioni telefoniche raccolte dagli inquirenti. 

Il legale, come si legge sugli stralci dei colloqui – finiti sui giornali nazionali – fra Parnasi e il suo amico confidente, nonché faccendiere ed ex giornalista, Luigi Bisignani, viene tirato in ballo come persona da coinvolgere per inserire la Cassa fra i soggetti investitori. 

Allora ti dicevo – la parte dell’intercettazione – che io sono molto amico di una persona che teoricamente per me è molto importante, si chiama Nunzio Luciano. E’ il presidente della Cassa degli avvocati, la più grande d’Italia. Questo signore e gestisce, per i prossimi 3 anni e mezzo una cifra prossima ai 12 miliardi di euro! OK?.

Secondo quanto riportato dai giornali nazionali, per evitare di spendere soldi sullo stadio, Parnasi vuole cedere il progetto a Dea Capital ma mancano ancora dei soldi e dunque l’ipotesi è che l’investimento possa essere sostenuto proprio dalla Cassa forense

Luciano come Cassa – continua Parnasi – potrebbe ricomprarsi questo fondo e darmi 20-30-40 milioni di cassa! Tra due mesi! Ok? Cosa che io ti dico metterei quasi per condizione“. 

L’avvocato Luciano, contattato da noi telefonicamente, esclude qualsiasi coinvolgimento. “A Cassa Forense non è mai stato presentato il progetto sullo stadio della Roma, agli uffici finanziari non è mai pervenuto – ha sottolineato. – Che cercassero investitori è possibile ma per vagliare il progetto questo va presentato, non abbiamo potuto valutarlo proprio perché non è pervenuto, Peraltro noi abbiamo procedure interne per fare investimenti che sono rigorosissime“. Luciano ribadisce che nè lui nè la Cassa sono coinvolti nelle indagini. Parnasi, stando a quelle intercettazioni, sembra avere già le idee chiare su come approcciare il legale molisano in merito all’investimento. “Il fatto che vengano utilizzati dei condizionali è esplicativo. Forse lui sperava di poter contare sull’apporto della Cassa di Previdenza sapendo bene che chi presenta un progetto deve tenere conto che lo stesso dovrà essere vagliato dagli organi competenti“. 

Sul rapporto con Parnasi, Luciano chiude così: “Parnasi è un grande costruttore, è conosciutissimo a Roma e lui conosce tante persone. Peraltro in passato ha già presentato progetti in Cassa Forense“.



Fonte: MOLISETABLOID 













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venerdì 5 gennaio 2018


E' NUNZIO LUCIANO IL MOLISANO DELL'ANNO 2018 | il Nunziatissimo nostro di noi avvocati


Titolo: Nunzio Luciano, molisano dell’anno
Autore: Enzo Di Gaetano

Immagine: Contado Di Molise e Principato Ultra | via Wikimedia


Il Presidente di Cassa Forense è molisano, si è candidato al senato con Forza Italia ed ha perso contro un candidato del M5S.



Dopo l'attore internazionale Robert De Niro e dopo il politico nostrano Antonio Di Pietro, arriva terzo Nunzio Luciano,  potrei dire, per notorietà e fama, nonché soldi

Suvvia gente, gentina, servi della gleba, schiavi più o meno emancipati e gentaglia più o meno comune, basta parlare di fame (in inglese la parola "fame" significa "fama") o di gavetta e tantomeno di vessazioni.
Acclamiamo piuttosto il nostro enfant prodige. 










Immagine: Shirley Temple - Wikipedia
Wikipedia | Shirley Temple ne La piccola principessa




Gennaio 2018 | Avvocato Gabriella Filippone |
Rassegna e commenti notizie on line



"Tutti lo ricordano come il Golden boy di Forza Italia, agli albori del movimento in Molise, quandoa soli 29 anni, nel 1996, divenne coordinatore regionale del partito di Berlusconi, uno tra i più giovani d’Italia."
Resse cinque anni, da puro liberale – eredità di famiglia – e scelse di andar via. Una scelta, quella di abbandonare la politica dal suo ruolo di vertice, che lo avrebbe ripagato."








Oggi Nunzio Luciano, 55 anni, di Campobasso, avvocato civilista, è presidente della Cassa Forense Nazionale, un ente che amministra 12 miliardi di euro l’anno e che ha un attivo annuo consolidato superiore al miliardo
.
Tutto torna in ambito nazionale, l'ex cocco del Berlusca fa parte in qualche modo di quel folto gruppo di  "destresi" arruolati o comunque conclamati dal governo Renzi e dal PD. Gruppo in cui emerge quella che fa tante punture ai bambini con la scusa di vaccinarli, la Ministra della Salute Pubblica. Insomma quella tizia che prende il nome di Lorenzin. Tra gli avvocati ricordo poi il siculo Alfano e consorte, pure lei avvocato.






"Come ha fatto un avvocato di provincia, un’etichetta d’origine di cui lui è comunque orgoglioso, proveniente da una regione derelittadel Sud d’Italia, ad arrivare ai vertici di un ente privato di previdenza che ha un bilancio superiore dieci volte a quello della Regione Molise?"
"Abbiamo deciso di far sapere ai molisani come, uno di loro, ha scalato le vette di un ente importante come la Cassa Forense, restando praticamente nell’anonimato."
In politica, nel ’96 Nunzio Luciano comincia a farsi conoscere, perché Berlusconi ha scelto lui, un giovane avvocato di soli 29 anni, per guidare il suo partito in Molise. Una scelta sorprendente, certamente.
Luciano, giovane liberale, di famiglia liberale, rispondeva perfettamente ai requisiti berlusconiani di quel tempo. Ventinovenne, professionalmente autonomo, intraprendente."
"Per Nunzio Luciano, la scuola della politica nostrana: cinque anni a discutere e litigare con i ‘boss’ dell’inciucio da bar molisano, fu sufficiente a fargli a capire come funziona il mondo. Un percorso di ‘sofferenza’ utile come scuola di vita." 





"Lasciata la politica per scelta autonoma, dicendo anche no a uno come il coordinatore nazionale Scajola, Luciano si dedica all’avvocatura, come presidente dei giovani legali dell’Aiga di Campobasso, si candida nel 2005 come delegato del Molise alla Cassa Forense Nazionale, l’ente previdenziale privato degli avvocati. Viene eletto tra gli ottanta delegati nazionali, è il più giovane con i suoi 39 anni."
Dopo quattro anni, entra nel Consiglio d’amministrazione della Cassa e anche lì è il più giovane. Mai nessuno, alla sua età, era entrato nel Sancta Sanctorum di un ente che amministra dodici miliardi di euro annui, il bilancio di un ministero.
Luciano nel 2011 viene eletto vicepresidente, nel 2013 presidente nazionale, a soli 51 anni, con 56 voti su 80, un record mai conseguito da nessun presidente di Cassa Forense. Il più giovane mai eletto. Una scalata prodigiosa, nel giro di dieci anni, 2003-2013, Nunzio Luciano si è arrampicato sulla gerarchia previdenziale degli avvocati italiani, arrivando al vertice dell’ente che paga le pensioni, le prestazioni e l’assistenza sanitaria a tutti i 240mila legali del Paese.
Nel 2016 viene riconfermato per un altro quadriennio, fino al 2020, e viene eletto anche vicepresidente vicario dell’Adepp, l’Associazione degli enti di previdenza dei liberi professionisti, cui aderiscono 10 Casse di previdenza (medici, ingegneri ecc.) con un patrimonio complessivo di oltre 85 miliardi e oltre un milione e seicentomila iscritti. 
Una sorta di longa manus o un riconoscimento alle sue capacità?
L’avvocato Nunzio Luciano, 55 anni, molisano, di Campobasso, oggi è uno degli uomini più potenti d’Italia e in Molise lo sapevano quattro gatti. Qual è stato, a parte la freschezza generazionale, il segreto del successo di Nunzio Luciano?
Presto detto, le novità. Il futuro. Il Web. Prima del suo ingresso in Cassa, l’ente era una specie di gerontocrazia imbalsamata dalle carte. Tanto prestigio, tanti Principi del foro, una burocrazia ottocentesca. Luciano, appena arrivato, comincia subito a rinnovare uomini e mezzi. Punta molto sulla comunicazione, chiama ad aiutarlo Francesco Giorgino, volto bello del Tguno. Fa partire il sito Web della Cassa, si comunica con la Pec e attraverso il sito. 
Luciano è un infaticabile organizzatore di convegni, una cinquantina all’anno, in tutte le regioni, con l’obiettivo di essere vicino al territorio, vicino agli iscritti, ascoltare la loro voce, le loro richieste. Tutto viene ripreso e trasferito su YouTube. Nessun iscritto potrà mai affermare di non conoscere quello che fa la Cassa. 
Un’opera di modernizzazione e "trasparenza" guidata con metodi innovativi e partecipativi. 
Si, purtroppo, massicci metodi partecipativi imposti, come l'iscrizione coatta a Cassa forense cui è seguita, manifestandosi, la conseguente indignazione di tanti (ricordo, come una reazione allergica, come un effetto indesiderato, dal  2014 ad oggi, un mio personale spreco a perdere di energia e prostrazione dietro le gesta di Cassa forense).

L'articolo prosegue: "basta comunicare bene per guidare un ente come la Cassa? No, serve anche altro. Serve produrre utili." 


Serve creare ricchezza, perché se lo Stato tra poco non sarà più in grado di pagare le pensioni, la Cassa Forense non può permetterselo. Non è lo Stato, è un ente privato e deve garantire un futuro a tutti gli iscritti, in termini di assistenza, previdenza e rendite pensionistiche. Per questo motivo Nunzio Luciano chiama attorno a sé giovani professionisti della finanza. Bisogna investire il patrimonio della cassa e bisogna creare reddito, un guadagno che garantisca il futuro.
Luciano mette in piedi un Ufficio Finanziario, dove lavorano otto esperti di finanza e mercati, un pool di gente in gamba che deve scovare le opportunità e deve garantire redditività.
La Cassa di Nunzio Luciano si mette a caccia di opportunità, investe in F2I, il fondo infrastrutturale guidato da Vito Gamberale, che nell’ultimo anno ha generato un utile del 7% per gli investimenti fatti dall’ente. Investe anche in CdpReti, l’ente che gestisce le reti gas ed elettriche, e pure lì sono guadagni.
Investimenti anche su Eni, Enel, Telecom e Poste. Infine soldi alla Fei/Bei, il fondo europeo che investe sulle medie e piccole imprese. Luciano ci tiene a far sapere che la Cassa punta molto a sostenere il tessuto produttivo del Sud d’Italia perché il criterio che lo ispira è sempre stato lo stesso: “Se cresce il Sud, cresce il Paese e se cresce il Paese, crescono anche i redditi dei professionisti”. Un concetto elementare, ma sintomatico del modo di fare di Nunzio Luciano un avvocato  partito da Campobasso. 

Nell'articolo non viene fatta menzione dell'attività di legale in senso proprio dell'avvocato Luciano, non ci è quindi dato di conoscere alcunché circa il suo studio legale ed eventuali meriti.






CAMPOBASSO. ‘Totocandidature’, spunta il nome di Nunzio Luciano. Campobassano, 55 anni, avvocato cassazionista e presidente nazionale della Cassa Forense, potrebbe essere lui a correre per Forza Italia al Senato. Il presidente nazionale della Cassa Forense dovrebbe essere il nome di Forza Italia al Senato, con la coordinatrice azzurra capolista blindata alla Camera.






Redazione Dettagli POLITICA & ATTUALITA' Martedì, 02 Gennaio 2018 12:38 ‘Totocandidature’, Nunzio Luciano e Annaelsa Tartaglione in corsa per il…
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CURRICULUM VITAE
avv. Nunzio Luciano

[DOC]Curriculum Avv. Nunzio Luciano

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(OMISSIS)                                                      

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