venerdì 2 ottobre 2020

IL PANE fa ingrassare, meglio le BRIOCHES, ripete oggi imperterrito il fantasma di Maria Antonietta Regina consorte di Francia, ghigliottinata durante la Rivoluzione Francese

Maria Antonietta a quattordici anni. Pastello di Joseph Ducreux,
 inviato a Versailles come ritratto ufficiale (1769)

Il PANE fa ingrassare, meglio le BRIOCHES, potrebbe ripetere  imperterrito ai giorni nostri il fantasma di Maria Antonietta Regina consorte di Francia, ghigliottinata durante la Rivoluzione Francese


Nella primavera del 1775, il programma economico del ministro delle finanze J. Turgot provocò gravi agitazioni. In quasi tutta la Francia scoppiò una sommossa, che venne chiamata "guerra delle farine". Sarebbe stata questa l'occasione in cui a Maria Antonietta venne attribuita, falsamente, la frase: «Se non hanno pane, che mangino brioches!».


A quel tempo clero e nobili non pagavano tasse. Erano costretti a pagare solo  i borghesi e i cd. plebei. Loro si, loro dovevano pagare.  Questo è quanto. E' storia.






La "regina martire"


Anno 1790

Il processo di romanticizzazione della figura di Maria Antonietta era iniziato già nel 1790, quando, prevedendone la tragica fine che avverrà tre anni dopo, lo scrittore e politico britannico-irlandese Edmund Burke aveva commentato sdegnato l'irruzione della plebe negli appartamenti della regina e gli oltraggi verbali perpetrati contro di lei, ricordando quando l'aveva incontrata e facendone il simbolo ideale della fine dell'età della cavalleria medievale da lui rimpianta:

«Non avrei mai sognato di vivere abbastanza da vedere un disastro del genere abbattersi su di lei in una nazione d'uomini così galanti, in una nazione d'uomini d'onore e di cavalieri. Nella mia immaginazione vedevo diecimila spade levarsi subitamente dalle loro guaine a vendicare foss'anche uno sguardo che la minacciasse d'insulto. Ma l'età della cavalleria è finita. Quella dei sofisti, degli economisti e dei contabili è giunta; e la gloria dell'Europa giace estinta per sempre

(Edmund Burke, Riflessioni sulla Rivoluzione in Francia)


IL RE DI FRANCIA LUIGI XVI FECE UN MASSICCIO RICORSI AI PRESTITI; INDEBITANDO LA FRANCIA E CONSEGUENTEMENTE SE STESSO.


INUTILE RAMMENTARVI ORA CHI EROGAVA PRESTITI A QUEL TEMPO -  come lo è ancora oggi -  ANCHE PER EVENTI BELLICI DI STATO. 

Sistema  rimasto immutato, è identico nei stessi giorni nostri, anzi si è perfezionato in nostro danno.
Chi inventa come le Banche, senza alcuno sforzo, senza sudore della fronte, letteralmente i soldi dal nulla inventa anche i soldi per fare le guerre. Schiavizzando le nazioni con debiti inestinguibili. Proprio come ancora accade oggi. INTERE NAZIONI, ITALIA COMPRESA, POLITICI (questi anche ricattati)  E CITTADINI SOGGIOGATI DALLE BANCHE! Altro che rivoluzione francese, tra l'altro gli storici sostengono che anche per dar corso alla Rivoluzione francese pare che si dovette ricorrere alle banche, e furono comunque segretamente volute e caldeggiate dai Rothschild e dai suoi seguaci. Unici e veri terroristi nella scacchiera del potere. Ancora oggi.


Il processo farsa contro Maria Antonietta
In uno degli interrogatori preliminari venne fatta una chiara allusione al suo capo d'accusa: l'alto tradimento. Le venne chiesto se avesse insegnato lei "l'arte del dissimulare" al consorte, con la quale il re aveva ingannato il popolo di Francia. Maria Antonietta rispose: «Sì, il popolo è stato ingannato, è stato crudelmente ingannato, ma non da mio marito o da me».



La sua morte per ghigliottina: Arrivata in Place de la Révolution, salì rapidamente i gradini del patibolo. Si racconta che involontariamente pestò un piede del boia, al quale disse: «Pardon, Monsieur. Non l'ho fatto apposta», e il boia la perdonòAlle 12.15 la lama cadeva sul suo collo. Il boia prese la testa sanguinante e la mostrò al popolo parigino, che gridò «Viva la Repubblica!».






NAPOLEONE

«Una donna che non aveva se non gli onori senza il potere; una principessa straniera, il più sacro degli ostaggi; trascinarla dal trono al patibolo, attraverso ogni sorta d'oltraggi... Vi è in ciò qualcosa di peggio del regicidio.»

(Napoleone a proposito della morte di Maria Antonietta.)

In un'occasione, poco dopo l'incoronazione di Luigi XVI, nel 1775, Maria Antonietta si azzardò, con grande scandalo della di lei madre, a definire il marito «quel pover'uomo».



Dopo l'esecuzione le spoglie di Maria Antonietta furono sepolte in una fossa comune del Cimitero della Madeleine, accanto a il marito Luigi XVI. I resti dei sovrani, come quelli di altri decapitati, furono cosparsi di calce viva.










LA STRATEGIA ROTHSCHILD PER DOMINARE IL MONDO IN 25 PUNTI


#Rothschild #citazioni #sistema #banche #guerre
Immagine via Pinterest


Un aneddoto  sul Château de Ferrières a 26 km dalla capitale francese. Una volta fu visitato dall’imperatore di Germania Gugliemo I. Guglielmo sbottò: “Teufel! Nessun re può permettersi questo! Può appartenere soltanto ad un Rothschild!Si presume che anche Guglielmo fosse un debitore della famiglia di banchieri, come d’altro canto più generazioni di tutte le monarchie europee.


Guglielmo I di Germania

Ex Imperatore tedesco

Descrizione

Descrizione

Guglielmo I, nato Guglielmo Federico Ludovico, fu il primo imperatore tedesco dal 1871 al 1888 e il settimo re di Prussia dal 1861 al 1888. Primo Imperatore della Germania moderna, fu soprannominato Guglielmo il Grande. Wikipedia
Nascita22 marzo 1797, Berlino, Germania
Decesso9 marzo 1888, Berlino, Germania



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"LA RIVOLUZIONE FRANCESE E' UNA TRUFFA ". La rivolta spontanea del popolo francese del 14 luglio è una truffa.



"LA RIVOLUZIONE FRANCESE E' UNA TRUFFA ". La rivolta spontanea del popolo francese del 14 luglio è una truffa.


 

ANTONIO POCOBELLO

 


Febbraio 2021 | Avvocato Gabriella Filippone | Rassegna notizie on line e pensieri e commenti miei o di altri. La rassegna stampa è una sintesi e fornisce i riferimenti dell'articolo (testata, autore, titolo)





"LA RIVOLUZIONE FRANCESE E' UNA TRUFFA ".
La rivolta spontanea del popolo francese il 14 luglio, la cosiddetta rivoluzione 'francese' è una truffa.




 




 



 

Brano selezionato e riportato da Rosalba Valente.


- La rivoluzione detta “francese”, fu un colpo di stato ad opera dei club massonici (jacobins) finanziati dai banchieri, tra gli altri Lalèborde de Méréville, Boscary, Dufresnoy , sostenuto dal partito del duca d'orléans, gran maestro del grande oriente di Francia e sostenuto dall’ Inghilterra tramite l’ordine cavalleresco Saint-georges ... L’obbiettivo era ribaltare tutto, distruggere le tradizionali istituzioni del paese (monarchia, religioneper sostituirle con un ordine “nuovo” , un francese nuovo: il "cittadino".

Parlare oggi di «rivolta del popolo», è raccontare una grande burla smentita dai dati storici.




Considerandosi “patrioti', i rivoltosi sinceri (non parliamo degli istigatori pagati …) non sapevano di essere manipolati dalla massoneria (Grande Oriente di Francia del duca di Orléans e massoneria inglese) .

I "rivoluzionari" hanno dato l’esempio di un disprezzo inaudito per l’idea stessa di rappresentatività: "i 749 membri della convenzione furono eletti in un tale clima di terrore organizzato, che le astensioni raggiunsero il 90% ... Tenendo conto delle modalità di censo elettorale e del diniego di diritto al voto per le donne, questa assemblea rappresentava meno del 3% di questo popolo " (Jacques Heers, Un homme un vote?, editions du rocher, monaco 2007, p. 208-209).

Nel 1789, i capitalisti e gli speculatori di Parigi come Kornmann, Claviere e altri, consigliati dai banchieri Laborde e Dufresnoy, membri dei trentagiocavano al ribasso e sovvenzionavano la sommossa. I finanziatori più ricchi fornirono il denaro necessario per pagare le truppe rivoluzionarie. .

Nel suo "Louis XVI o la fine di un mondo" (1955, reed. La table ronde, paris 1981, p. 304), Bernard Faÿ racconta il ruolo giocato dalla borsa alla vigilia della rivoluzione: “ da buoni 'patrioti', i finanziatori della capitale, a giugno 1789, non smettevano ancora di fare abbassare la borsa ... Mentre altri “patrioti” corrompevano i soldati" (B. Faÿ, Louis XVI o la fine di un mondo, ibid., p. 305).

"La rivoluzione viene considerata oltre-manica il mezzo migliore per abbattere definitivamente le pretese marittime della monarchia francese” (p. 283.) ... Disorganizzata, scoraggiata, disgregata, in preda alla sovversione, la marina doveva, a febbraio 1793, misurarsi nuovamente con la Royal Navy. ... Nel momento in cui la Francia doveva affrontare la fase decisiva di ciò che potrebbe essere chiamato la 'seconda guerra dei cent'anni', la rivoluzione sconquassa l'unica risorsa che le avrebbe potuto consentire di colpire la coalizione anti-francese..." (p. 291)

"ciò che la Francia perde, lo guadagna l’Inghilterra. Più ancora sul piano commerciale che su ogni altro piano.
L’ Inghilterra è la grande beneficiaria della rivoluzione e delle sue conseguenze. Essa sa, sin dall’inizio del grande sconvolgimento, della fortuna che le si offre e, giacché ha da riprendersi la rivincita contro la Francia che ha aiutato l'America ad affrancarsi, non le dispiace vedere lo sconquassamento della monarchia.

"sin dal 1788, i massoni, con sempre sulla bocca l’argomento dell’ ordine e della centralizzazione, sono la colonna vertebrale del partito nazionale, di quel partito di cui Lafayette è il dio e che si nutre delle idee politiche inglesi e americane dopo avere succhiato il latte dall'encyclopedie."

"così la massoneria dirige tutto ed ecco, persino dal punto di vista dei rivoluzionari il cattivo lato delle cose: poiché la massoneria è approdata dall’Inghilterra e poiché le logge francesi sono rimaste a stretto contatto con le logge madri oltre mare e che, inoltre , le logge di rito scozzese,... Si ricollegano sempre più alla grande loggia di Londrauna sotterranea influenza inglese, una oscura pressione si esercita nella Francia alla quale si aggiunge l’anglomania imperante da cinquanta, sessant’annI.
L'opposizione segreta della massoneria alla monarchia secolare si trova così sotterraneamente fomentata dall'Inghilterra; mentre l’ Inghilterra, vinta nella guerra di indipendenza americana, si rifà, acquisendo vantaggi per terra e per mare.
Grave questione su cui meditare per un patriota, ma i patrioti dell’epoca non pensano a tutto questo: vanno avanti con la testa tra le nuvole.

La vera rivoluzione francese, quella che segnerà tutto il secolo da venire, è un fatto finanziario prima che politicoal primato del sangue, che caratterizzava l'impostazione dell’ ancien régime, succede il primato dei soldi. Alla nobiltà succede la borghesia affarista. I notabili subentrano ai nobili.

Lo stesso Marat si interroga : “che ci guadagneremo nel distruggere l’aristocrazia dei nobili, se essa viene rimpiazzata dall’aristocrazia dei ricchi?”.

Un Samuel Bernard, persino un John Law potevano pretendere gli onori solo nella misura in cui si piegavano alle regole stabilite, nobilitandosi ed entrando nel sistema di regole. Il re, ad ogni buon conto, arbitrava la mischia.
Ora si tratta dell’ esplosione del capitalismo. Da secondo ordine, passa al primo rango. Più nessuna autorità, ormai, sarà in grado di fargli da contrappeso. I diritti di nascita non potranno nulla contro quelli della finanza.

"gli industriali e i finanzieri non guardano se le anime si perdono , ma guardano se gli affari si fanno” (Antoine Blanc de Saint - Bonnet, la legittimità, Tournai, Casterman, 1873, p. 83)"


Il denaro è ormai un valore supremo.
E’ la nascita del denaro-re al posto del cristo-re.

 



 

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Ilaria Bifarini

L’obiettivo è chiaro: sottrarre reddito e risparmi (quei pochi rimasti) ai cittadini per trasferirli ai mercati finanziari. Una redistribuzione al contrario, per una società sempre più povera e diseguale.
Fonte: via Facebook










LA STRATEGIA ROTHSCHILD PER DOMINARE IL MONDO IN 25 PUNTI

Autore anonimo. "Amschel Mayer Rothschild, banchiere ebreo tedesco della dinastia finanziaria Rothschild (rinominato dagli ebrei dell'Europa orientale come "il pio Rothschild") nel 1773 riunì 12 influenti banchieri per presentare un piano, in 25 punti, per "dominare le ricchezze, le risorse naturali e la forza lavoro di tutto il mondo".
Egli svelò "come la Rivoluzione Inglese (1640-60) fosse stata organizzata e mise in risalto gli errori commessi: il periodo rivoluzionario era stato troppo lungo, l'eliminazione dei reazionari non era stata eseguita con sufficienta rapidità e spietatezza e il programmato "regno del terrore", col quale si doveva ottenere la rapida sottomissione delle masse, non era stato messo in pratica in modo efficace.
Malgrado questi errori, i banchieri, che avevano istigato la rivoluzione, avevano stabilito il loro controllo sull'economia e sul debito pubblico inglese".
Rothschild mostrò che questi risultati finanziari non erano da paragonare a quelli che si potevano ottenere con la Rivoluzione Francese, a condizione che i 12 presenti si unissero per mettere in pratica il piano rivoluzionario che egli aveva studiato.







Questi 25 punti sono:

1. Usare la violenza e il terrorismo, piuttosto che le discussioni accademiche.
2. Predicare il "Liberalismo" per usurpare il potere politico.
3. Avviare la lotta di classe.
4. I politici devono essere astuti e ingannevoli, qualsiasi codice morale lascia un politico vulnerabile.
5. Smantellare le esistenti forze dell'ordine e i regolamenti. Ricostruzione di tutte le istituzioni esistenti.
6. Rimanere invisibili fino al momento in cui si è acquisita una forza tale che nessun'altra forza o astuzia può più minarla.
7. Usare la Psicologia di massa per controllare le folle. "Senza il dispotismo assoluto non si può governare in modo efficiente."
8. Sostenere l'uso di liquori, droga, corruzione morale e ogni forma di vizio, utilizzati sistematicamente da "agenti" per corrompere la gioventù.
9. Impadronirsi delle proprietà con ogni mezzo per assicurarsi sottomissione e sovranità.
10. Fomentare le guerre e controllare le conferenze di pace in modo che nessuno dei combattenti guadagni territorio, mettendo loro in uno stato di debito ulteriore e quindi in nostro potere.
11. Scegliere i candidati alle cariche pubbliche tra chi sarà "servile e obbediente ai nostri comandi, in modo da poter essere facilmente utilizzabile come pedina nel nostro gioco".
12. Utilizzare la stampa per la propaganda al fine di controllare tutti i punti di uscita di informazioni al pubblico, pur rimanendo nell'ombra, liberi da colpa.
13. Far si che le masse credano di essere state preda di criminali. Quindi ripristinare l'ordine e apparire come salvatori.
14. Creare panico finanziario. La fame viene usata per controllare e soggiogare le masse.
15. Infiltrare la massoneria per sfruttare le logge del Grande Oriente come mantello alla vera natura del loro lavoro nella filantropia. Diffondere la loro ideologia ateo-materialista tra i "goyim" (gentili).
16. Quando batte l'ora dell'incoronamento per il nostro signore sovrano del Mondo intero, la loro influenza bandirà tutto ciò che potrebbe ostacolare la sua strada.
17. Uso sistematico di inganno, frasi altisonanti e slogan popolari. "Il contrario di quanto è stato promesso si può fare sempre dopo...Questo è senza conseguenze".
18. Un Regno del Terrore è il modo più economico per portare rapidamente sottomissione.
19. Mascherarsi da politici, consulenti finanziari ed economici per svolgere il nostro mandato con la diplomazia e senza timore di esporre "il potere segreto dietro gli affari nazionali e internazionali."
20. L'obiettivo è il supremo governo mondiale. Sarà necessario stabilire grandi monopoli, quindi, anche la più grande fortuna dei Goyim dipenderà da noi a tal punto che essi andranno a fondo insieme al credito dei dei loro governi il giorno dopo la grande bancarotta politica.
21. Usa la guerra economica. Deruba i "Goyim" delle loro proprietà terriere e delle industrie con una combinazione di alte tasse e concorrenza sleale.
22. Fai si che il "Goyim" distrugga ognuno degli altri; così nel mondo sarà lasciato solo il proletariato, con pochi milionari devoti alla nostra causa e polizia e soldati sufficienti per proteggere i loro interessi.
23. Chiamatelo il Nuovo Ordine. Nominate un Dittatore.
24. Istupidire, confondere e corrompere i membri più giovani della società, insegnando loro teorie e principi che sappiamo essere falsi.
25. Piegare le leggi nazionali e internazionali all'interno di una contraddizione che innanzi tutto maschera la legge e dopo la nasconde del tutto. Sostituire l'arbitrato alla legge."




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Alessandro Barbero al grattacielo: "La bancarotta dello stato: le cause della rivoluzione francese"



Video pubblicato da Intesa Sanpaolo
Alessandro Barbero | Quando l'economia cambia la storia




Via Wikipedia:

Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena
Louise Elisabeth Vigée-Lebrun - Marie-Antoinette dit « à la Rose » - Google Art Project.jpg
Ritratto di Maria Antonietta con la rosa,
dipinto di Élisabeth Vigée Le Brun1783.
Regina consorte di Francia e Navarra



Maria Antonia Giuseppa Giovanna d'Asburgo-Lorena, nota semplicemente come Maria Antonietta (Vienna2 novembre 1755 – Parigi16 ottobre 1793), è stata regina consorte di Francia e Navarra, da 1774 al 1º ottobre 1791, e regina dei Francesi, dal 1º ottobre 1791 al 21 settembre 1792, come consorte di Luigi XVI. Fu di fatto l'ultima vera regina di Francia.

Venne data in sposa, quattordicenne, al delfino di Francia, il futuro Luigi XVI. Trasferitasi a corte, nella reggia di Versailles, per sopperire alla solitudine, alla noia e a un matrimonio deludente e tormentato, cominciò a vivere nelle frivolezze, dedicandosi a costosi diversivi


La leggerezza del suo carattere, i favoritismi e le ingerenze negli intrighi di corte le inimicarono molte delle grandi famiglie dell'antica nobiltà, che contribuirono a diffondere maldicenze e dicerie contro di lei, soprannominata con sprezzo l'Austriaca. Anche negli anni della maturità, nei quali avrebbe mostrato più senso di responsabilità e di riflessione, non sarebbe riuscita a cancellare, di fronte all'opinione pubblica, l'immagine di «donna frivola, irresponsabile, assetata di lusso e dissipatrice».

Durante la rivoluzione francese, ostile a ogni compromesso con le idee liberali e accesa sostenitrice del diritto divino dei re, cercò di salvare la monarchia assoluta, anche attraverso i continui contatti con gli aristocratici emigrati, e sfruttando alcuni moderati come Mirabeau e Barnave. In seguito alla crescente ostilità popolare, dovuta anche al fallito tentativo di fuga, fu messa in stato di arresto insieme alla famiglia reale. Durante il periodo di prigionia, dopo la caduta della monarchia, dimostrò di essere una madre e una moglie esemplare.[4] Processata sommariamente e giudicata colpevole di alto tradimento dal tribunale rivoluzionario, seppur senza prove tangibili, morì con dignità sulla ghigliottina. La sua morte segnò la reale fine dell'ancien régime.

Il 19 aprile 1770 vennero celebrate le nozze per procura e, da quel momento, Maria Antonia venne chiamata ufficialmente Marie-Antoinette, dauphine de France (Maria Antonietta, delfina di Francia).

Il 21 aprile 1770, con uno sfarzoso seguito di cinquantasette carrozze, Maria Antonietta lasciò definitivamente Vienna. Sebbene il suo compito fosse quello di dimenticare le proprie origini austriache, per diventare nel corpo e nello spirito una vera francese, come ci si aspettava da ogni regina consorte di Francia, la giovane delfina seguì invece le indicazioni materne, che le ordinavano tutt'altro: «Rimanete una buona tedesca!» le disse la madre al momento dell'addio.[20] L'imperatrice avrebbe continuato a intimidire Maria Antonietta con le lettere mensili che spediva a Versailles, nelle quali le ricordava la fedeltà che doveva all'Austria, in quanto membro della dinastia degli Asburgo. Dopo due settimane di viaggio, continuamente elogiata a ogni tappa, la delfina giunse a Shüttern, sulla sponda del Reno opposta a Strasburgo. In un padiglione in legno, costruito appositamente per l'occasione, su una piccola isola sul Reno, si svolse la cerimonia della remise, durante la quale Maria Antonietta abbandonò gli abiti austriaci per indossare vesti francesi. La delfina si accomiatò dal seguito austriaco e venne accolta da quello francese, capeggiato dalla contessa de Noailles, da poco nominata "Gran Maestra della Casa della delfina".

Il corteo riprese la marcia dove la delfina era attesa dalla corte francese, fra cui il re Luigi XV, il delfino e il duca di Choiseul, che andò incontro alla sposa. Quando Maria Antonietta scese dalla carrozza, fu accolta e scortata dal duca di Choiseul, al quale rivolse queste parole: «Non mi scorderò mai che voi siete responsabile della mia felicità!». I due sposi si incontravano per la prima volta. Il delfino era diverso da come era stato descritto alla delfina: era goffo, sgraziato e già piuttosto pingue per la sua età. Nei dipinti inviati in Austria era stato abbellito.

Le nozze vennero celebrate in forma solenne a Versailles, il 16 maggio. Anche il popolo venne invitato a festeggiare la gioia della famiglia reale. Dopo cena avvenne la cerimonia del coucher a cui, per etichetta, doveva assistere l'intera corte. La coppia entrò nel letto e l'arcivescovo benedisse il talamo. Alla fine della cerimonia la coppia venne lasciata sola, ma il matrimonio non venne consumato.


All'interno della sua vita privata, Maria Antonietta era insoddisfatta. Il suo matrimonio, con gran dispiacere dell'imperatrice, non era ancora stato consumato e sfumava lontana la nascita di un erede al trono. Sotto una facciata di frivolezza e allegria, la regina celava la malinconia di una donna frustrata e insoddisfatta. In questo periodo sentì la necessità di immergersi ulteriormente in costosi diversivi, quali i carissimi e sfarzosi abiti della modista Rose Bertin, le colossali acconciature di Léonard, spettacoli teatrali a corte e il gioco d'azzardo.[2]



La storia dei capelli di Maria Antonietta





Maria Antonietta comprese che Luigi Augusto l'aveva sposata soltanto per obbligo dinastico e l'alleanza franco-austriaca, che l'imperatrice sosteneva strenuamente, non era ben vista da tutti a Versailles. Probabilmente fu anche a causa dei suoi pregiudizi che Luigi Augusto non aveva ancora sfiorato la delfina, seppur fossero passati molti mesi dal giorno delle nozze. Infatti, egli provava una sorta di incomprensibile avversione nei confronti della sposa, mentre, da un punto di vista fisico, non sembravano esserci problemi di sorta. Secondo un rapporto del primo chirurgo di Luigi XV, il delfino non soffriva di alcuna malformazione né di impotenza, ma era inibito da quello che oggi definiremmo un blocco psicologico, dovuto all'educazione bigotta.[24]

La corte di Versailles si chiedeva quando il matrimonio sarebbe stato consumato. Maria Teresa, cercando di controllare il comportamento della delfina da Vienna, incaricò Mercy di tenerla informata costantemente e in maniera dettagliata in merito alla consumazione delle nozze e al ciclo mestruale della figlia,[27] mentre Maria Antonietta, ignara del fatto che sia l'ambasciatore sia Vermond fossero a servizio dell'imperatrice, confidava loro gli argomenti che tentava di nascondere alla madre.[28]

I mesi passarono e la situazione non cambiò. L'imperatrice cominciò a criticare costantemente la figlia, perché era incapace di suscitare passione nel marito, che raramente dormiva con lei, e di promuovere gli interessi della Casa d'Austria.[29] Tempo dopo si spinse sino a insultare direttamente Maria Antonietta, definendola priva di bellezza e di talento, e dicendole che quindi era un fallimento, soprattutto dopo i matrimoni del conte di Provenza con Maria Giuseppina di Savoia, e del conte d'Artois con Maria Teresa di Savoia.[30] Tuttavia, con il passare del tempo, e seguendo i consigli della madre, la delfina riuscì a conquistare la simpatia, se non proprio l'amore, del delfino, che confidò alle zie che trovava sua moglie «molto affascinante».


L'8 giugno 1773 una folla entusiasta salutava l'ingresso ufficiale degli eredi al trono di Francia a Parigi. La festa raggiunse l'apogeo quando il delfino e la delfina si mostrarono, in serata, sul balcone delle Tuileries. Il 22 luglio 1773 il delfino presentò a Luigi XV "sua moglie", affermando che quella notte era finalmente riuscito a consumare il matrimonio. Il re abbracciò con gioia i due nipoti. In realtà, dopo vari maldestri amplessi sessuali, il delfino era riuscito solamente a deflorare la moglie, senza riuscire a completare l'atto sessuale.[37]




MARIA ANTONIETTA 2006 regia di Frances Leclerc Yves Simoneau con Karine Vanasse 0001






I primi anni di regno (1774-1777)

In poco tempo, a causa del suo comportamento infantile e della sua mancanza di rispetto nei confronti delle persone più anziane e di rango elevato, Maria Antonietta s'inimicò l'antica nobiltà di corte. Una simile condotta non sarebbe stata tollerata nemmeno da una regina francese e ancor meno se proveniva da un'altezzosa arciduchessa austriaca.[40] La popolarità della regina stava cominciando lentamente a declinare. Uscirono vari libelli scandalistici, soprattutto pornografici, contro di lei, tanto che ormai alcuni la definirono Madame Scandale.



Il 10 agosto. Quel giorno avvenne il più cruento assalto al palazzo, che sancì la definitiva caduta della monarchia francese. Nell'assalto alle Tuileries morirono tutte le guardie svizzere del re e molti nobili rimasti a difendere la famiglia reale, la quale aveva cercato rifugio presso l'Assemblea nazionale. Tre giorni dopo, per ordine della Comune, la famiglia reale venne trasferita dentro la Tour du Temple, un antico monastero dei Templari, allora adibito a carcere. I sovrani, i figli e la sorella minore del re furono dunque rinchiusi nella prigione, mentre a Madame Campan, prima cameriera della regina, e alla principessa de Lamballe non fu permesso di seguirli. Quest'ultima fu uccisa e fatta a pezzi durante i massacri di settembre: la sua testa fu portata in corteo sotto le finestre della regina, che svenne dall'orrore.[105]

Da lì a pochi mesi cominciò il processo al re, che ne decretò la definitiva condanna alla ghigliottina; alla fine, soprattutto durante la prigionia, Luigi XVI e la moglie arrivano a un profondo affetto, se non amore, l'uno per l'altra, tanto che la regina propose a Luigi di passare l'ultima notte insieme, prima della decapitazione del re. Luigi rifiutò, ma solo perché voleva passarla in preghiera, come era stato alla vigilia dell'incoronazione. L'esecuzione del re fu eseguita il 21 gennaio 1793, a Parigi, nell'attuale Place de la Concorde. Il giorno della decapitazione, dopo essere stato tenuto prigioniero nella Torre del Tempio, salutò la moglie e i figli e venne portato alla ghigliottina in carrozza, vestito di bianco e con in mano il libro dei Salmi. La condanna fu eseguita dal boia Charles-Henri Sanson. Morì come cittadino Luigi Capeto e le sue ultime parole furono:

«Signori, sono innocente di tutto ciò di cui vengo incolpato. Auguro che il mio sangue possa consolidare la felicità dei francesi.»

(Le ultime parole pronunciate da Luigi XVI il 21 gennaio 1793, registrate da Charles Henri Sanson esecutore della condanna.)

Luigi-Carlo divenne automaticamente, per i monarchici e gli stati internazionali, il re de jure Luigi XVII di Francia. Dalla cella della sua prigione, Maria Antonietta udì i colpi di cannone annunciare la morte del marito e cadde colta da malore. Da allora cominciò a vestire sempre di nero in segno di vedovanza.



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La vedova Capeto (1793)

Maria Antonietta alla Conciergerie.

Dopo la morte del re, la vedova Capeto, come veniva adesso chiamata Maria Antonietta, visse per alcuni mesi in isolamento al Tempio, assieme alla figlia Maria Teresa, alla cognata Elisabetta e al delfino, che dopo la morte del padre era divenuto per i legittimisti Luigi XVII, re di Francia e di Navarra. In questo periodo un generale monarchico, il cavaliere de Jarjayes, riuscì a entrare nel Tempio e a proporre un piano di fuga alla regina, ma Maria Antonietta non voleva lasciare i suoi figli e rifiutò di scappare.[106] Luigi Carlo fu separato dalla famiglia il 3 luglio, su ordine della Convenzione. Maria Antonietta si oppose strenuamente ai municipali e cedette solo quando minacciarono d'usare la violenza, come riportò in seguito la figlia. L'educazione di Luigi Carlo fu affidata ad Antoine Simon, un ciabattino analfabeta.[108] Il compito dell'uomo fu quello di plagiare il bambino, in modo da metterlo contro la madre e utilizzarlo come arma al processo di Maria Antonietta. Il 6 ottobre Luigi Carlo firmò una dichiarazione in cui accusava la madre di averlo iniziato a pratiche masturbatorie e incestuose.

Raffigurazione (1794) del processo a Maria Antonietta.

Maria Antonietta fu trasferita nella prigione della Conciergerie il 2 agosto 1793. L'ex-regina, molto malata e sofferente a causa di gravi emorragie, probabilmente dovute ad un fibroma uterino, trovava conforto nella lettura e nelle cure di Rosalie Lamorlière, la cameriera del carceriere, che si occupò di lei. Durante la prigionia alla Conciergerie fu organizzato un nuovo piano di fuga dal cavaliere di Rougeville, ma anche questo si rivelò fallimentare. Alla Convenzione si accumulavano petizioni che chiedevano l'esecuzione capitale dell'ex-regina e, il 5 ottobre, venne pronunciato un discorso contro di lei: venne detto che era «la vergogna dell'umanità e del suo sesso». In uno degli interrogatori preliminari venne fatta una chiara allusione al suo capo d'accusa: l'alto tradimento. Le venne chiesto se avesse insegnato lei "l'arte del dissimulare" al consorte, con la quale il re aveva ingannato il popolo di Francia. Maria Antonietta rispose: «Sì, il popolo è stato ingannato, è stato crudelmente ingannato, ma non da mio marito o da me».[113] L'ex-regina continuava a credere nei precetti della monarchia assoluta, voluta da Dio, e, secondo questa logica, chiunque osasse ribellarsi a essa era da considerarsi un criminale da mettere a morte. La logica monarchica e quella della rivoluzione erano assolutamente inconciliabili.

Processo e morte

Maria Antonietta condotta alla ghigliottina, dipinto di William Hamilton (Museo della Rivoluzione francese).

Nonostante non avesse ancora trentotto anni, Maria Antonietta apparve in tribunale notevolmente invecchiata e irriconoscibile; evidenti erano: il fisico esile, capelli bianchi e viso emaciato. Il 14 ottobre, portata davanti al Tribunale rivoluzionario, venne paragonata alle malvagie regine dell'antichità e del Medioevo: l'accusa la volle presentare come la responsabile di tutti i mali della Francia, sin dal suo arrivo nel paese.[116] Le vennero mosse fondamentalmente tre accuse: «esaurimento del tesoro nazionale», «intrattenimento di rapporti e corrispondenza segreti» con il nemico (l'Austria e i filomonarchici) e «cospirazioni contro la sicurezza nazionale ed estera dello Stato». Era evidente che la donna veniva processata per alto tradimento.

I testimoni erano quarantuno ed erano stati tutti prodotti dall'accusa perché denigrassero Maria Antonietta, che venne accusata di complotti d'assassinio, falsificazioni.

Maria Antonietta condotta al patibolo. Schizzo di Jacques-Louis David.

Il principale avvocato difensore di Maria Antonietta fu Claude François Chauveau-Lagarde (1756-1841), ex legale dell'assassina di MaratCharlotte Corday, e in seguito di altre due donne celebri accusate, Manon Roland e la sorella del re, Madame Elisabeth, nonché altre vittime dei giacobini. Chaveau-Lagarde era un ex membro riformatore degli Stati Generali, divenuto ferocemente avverso ai giacobini ma che riuscirà a scampare al Terrore, nonostante fosse entrato nel mirino dello stesso Marat.

La regina stessa si difese con vigore e non venne mai sorpresa a mentire o contraddirsi.[118] Il deputato Jacques-René Hébert presentò alla corte un'accusa di incesto contro Maria Antonietta, che le sarebbe stata intentata da suo figlio, che aveva allora appena otto anni.[118] La regina rimase impassibile,[118] sino a quando non le fu nuovamente domandato di rispondere. Visibilmente agitata, alzandosi in piedi, esclamò:[119] «Se non ho risposto, è perché la Natura stessa si rifiuta di rispondere a una simile accusa lanciata contro una madre! Mi appello a tutte le madri che sono presenti!». La regina ebbe l'appoggio delle popolane presenti in sala e il processo si fermò per dieci minuti; fu chiaro che in quell'istante l'accusa si era spinta decisamente oltre.[120] Quando Maximilien de Robespierre seppe di questo episodio, maledisse Hébert per aver concesso alla regina il suo "ultimo trionfo pubblico".[120]

Charles-Henri Sanson brandisce la testa di Maria Antonietta alla folla (Museo della Rivoluzione francese).

Alla fine del processo l'ex-regina sperava di essere estradata nella sua natia Austria, ma la successiva lettura di sentenza di morte infranse ogni sua speranza. Era sicura di non aver commesso i crimini dei quali era stata accusata, poiché aveva solo cercato di salvare la monarchia come l'aveva sempre concepita, ma ciò era considerato alto tradimento per la repubblica francese.[121] Tuttavia, il suo era chiaramente un processo farsa,[122] visto che il verdetto era già stato deciso in precedenza e la giuria la condannò all'unanimità alla pena di morte. Maria Antonietta ascoltò la sentenza senza proferire parola.[123] Nella cella le vennero date le cose necessarie per scrivere il proprio testamento, una lettera rivolta a Madame Elisabetta, ai suoi figli e a tutti coloro che aveva amato: «È a voi, cara sorella, che scrivo per l'ultima volta, sono stata condannata a una morte terribile destinata solo ai criminali, andrò a raggiungere vostro fratello, come lui innocente. La cosa che mi rattrista è quella di lasciare i miei figli, sapevate che vivevo solo per loro, che mio figlio non dimentichi le ultime parole di suo padre e che non cerchi di vendicare la nostra morte. Avevo degli amici; il solo pensiero di separarmi da loro mi spezza il cuore conserverò il vostro ricordo fino all'ultimo. Vi abbraccio con tutto il cuore così come abbraccio i miei cari adorati figli; mio Dio quanto è straziante doverli lasciare per sempre. Addio, addio».

La mattina del 16 ottobre, Maria Antonietta, alla quale era stato vietato di vestirsi di nero, indossò un abito bianco: nessuno ricordava che, un tempo, il bianco era il colore del lutto per le regine di Francia. Successivamente Charles-Henri Sanson, il boia, dopo averle tagliato i capelli fino alla nuca, le legò le mani dietro la schiena.[125] L'ex-regina fu portata fuori dalla prigione e fatta salire sulla carretta dei condannati a morte; ella sperava di poter godere dello stesso trattamento del marito, ovvero quello di essere condotta sul patibolo in una carrozza coperta, ma purtroppo non fu così e la folla si accanì su di lei ricoprendola d'insulti e minacce. Ridotta ormai all'ombra di se stessa, seduta impettita con le mani legate dietro la schiena, i capelli tagliati rozzamente e uno sguardo immobile e iniettato di sangue:[126] così Jacques-Louis David, a quei tempi giacobino e in seguito pittore di corte di Napoleone Bonaparte, ritrasse la regina in uno schizzo.

Arrivata in Place de la Révolution, salì rapidamente i gradini del patibolo. Si racconta che involontariamente pestò un piede del boia, al quale disse: «Pardon, Monsieur. Non l'ho fatto apposta», e il boia la perdonò.[128] Alle 12.15 la lama cadeva sul suo collo.[129] Il boia prese la testa sanguinante e la mostrò al popolo parigino, che gridò «Viva la Repubblica!».[130]






Maria Antonietta L'Ultima lettera prima del patibolo



"L’ultima lettera di Maria Antonietta, scritta dalla ex regina di Francia poche ore prima di salire i gradini della ghigliottina, è conservata presso gli Archivi Nazionali dell’Hotel de Soubise.
Il documento, oltre che struggente, riveste un’importanza fondamentale per capire l’indole della sua autrice.
In alcuni punti l’inchiostro appare sbiadito, probabilmente a causa delle lacrime cadute sul foglio."
Si tratta, in fondo, del testamento spirituale di una donna che si appresta ad essere giustiziata e rivolge i suoi ultimi pensieri terreni alle persone care.








La "regina martire"

Monumento funebre in onore di Luigi XVI e Maria Antonietta, a Saint-Denis, situato al piano superiore rispetto alla posizione dei sepolcri.

«Una donna che non aveva se non gli onori senza il potere; una principessa straniera, il più sacro degli ostaggi; trascinarla dal trono al patibolo, attraverso ogni sorta d'oltraggi... Vi è in ciò qualcosa di peggio del regicidio.»

(Napoleone a proposito della morte di Maria Antonietta.)

Dopo l'esecuzione le spoglie di Maria Antonietta furono sepolte in una fossa comune del Cimitero della Madeleine, accanto a Luigi XVI. I resti dei sovrani, come quelli di altri decapitati, furono cosparsi di calce viva.

Sepolture nella cripta reale e cappella dei Borboni a Saint-Denis: le tombe di Maria Antonietta e Luigi XVI sono le ultime in fondo.

Quando la notizia della sua morte si sparse in Europa, tutte le corti presero il lutto. La regina di Sicilia e NapoliMaria Carolina, soffrì in maniera particolare per la morte della preferita tra le sue sorelle: tentò anche di dimenticare il francese, benché quella lingua le fosse ormai troppo abituale. Luigi Carlo, divenuto Luigi XVII per le monarchie europee, il 19 gennaio 1794, tre mesi dopo la morte di sua madre, fu murato vivo nella sua prigione.[133] Le sue condizioni di vita divennero disumane: la cella si imputridì e si riempì di topi e parassiti; il bambino si ammalò gravementeLiberato dopo la caduta di Robespierre, Luigi Carlo si spense l'8 giugno 1795. Maria Teresa, invece, fu liberata nel dicembre del 1795, all'età di diciassette anni, grazie a uno scambio di prigionieri avvenuto tra la Francia e l'Austria. Nel 1799, sposò il suo primo cugino, il duca d'Angoulême, ma non ebbe figli. La rivoluzione del 1830 costrinse nuovamente i Borboni all'esilio: la duchessa morì nel 1851 a Frohsdorf. Durante l'impero di Napoleone un'altra arciduchessa austriaca ricoprì il ruolo di consorte del sovrano: l'imperatrice Maria Luisa d'Asburgo-Lorena era, infatti, figlia di Francesco II d'Asburgo-Lorena, nipote di Maria Antonietta. Tuttavia, Maria Luisa non si sentì mai a casa nel paese che le aveva ucciso la prozia

Dopo l'intermezzo napoleonico nel 1814, rimisero sul trono di Francia i Borboni e il conte di Provenza poté ascendere al trono come Luigi XVIII. Il nuovo re si adoperò affinché suo fratello maggiore e sua cognata avessero degna sepoltura. I loro corpi furono ritrovati grazie a Pierre-Louis-Olivier Desclozeaux, un anziano avvocato ed ex magistrato realista, che viveva in rue d'Anjou e ricordava dov'erano le sepolture. Egli aveva acquistato il terreno e recintato le sepolture del re e della regina con siepi, piantandovi anche due salici piangenti. Le spoglie della regina furono ritrovate il 18 gennaio 1815: il corpo era ridotto a un mucchietto di ossa, ma vi erano applicate le sue giarrettiere, in perfetto stato di conservazione; la testa, invece, era quasi intatta, cosa che provocò grande sgomento nel poeta Chateaubriand (presente al ritrovamento), il quale svenne, a seguito del ricordo del "sorriso incantevole" rivolto a lui per la prima volta a Versailles dalla regina. Le spoglie del re furono ritrovate il giorno dopo. Il 21 gennaio 1815, giorno in cui cadeva il ventiduesimo anniversario dalla morte del re, avvenne una solenne processione sino all'abbazia di Saint-Denis, dove Luigi XVI e Maria Antonietta furono inumati nella necropoli reale; su parte del cimitero della Madeleine Luigi XVIII fece costruire una cappella espiatoria, accanto alla Chiesa della Madeleine. In Francia si sviluppò quindi il culto della "regina martire", per espiare la colpa del regicidio, e la vita di Maria Antonietta venne idealizzata. Sia Luigi XVI, e di riflesso, seppur non ufficialmente, Maria Antonietta, che la cognata della regina, Madame Elisabeth, furono, da papa Pio VI, paragonati ai martiri.

Questo processo di romanticizzazione della figura di Maria Antonietta era iniziato già nel 1790, quando, prevedendone la tragica fine che avverrà tre anni dopo, lo scrittore e politico britannico-irlandese Edmund Burke aveva commentato sdegnato l'irruzione della plebe negli appartamenti della regina e gli oltraggi verbali perpetrati contro di lei, ricordando quando l'aveva incontrata e facendone il simbolo ideale della fine dell'età della cavalleria medievale da lui rimpianta:

«Non avrei mai sognato di vivere abbastanza da vedere un disastro del genere abbattersi su di lei in una nazione d'uomini così galanti, in una nazione d'uomini d'onore e di cavalieri. Nella mia immaginazione vedevo diecimila spade levarsi subitamente dalle loro guaine a vendicare foss'anche uno sguardo che la minacciasse d'insulto. Ma l'età della cavalleria è finita. Quella dei sofisti, degli economisti e dei contabili è giunta; e la gloria dell'Europa giace estinta per sempre

(Edmund Burke, Riflessioni sulla Rivoluzione in Francia)
Dipinto celebrativo di William HamiltonL'apoteosi di Luigi XVI, che mostra il re, la regina (a sinistra con la "corona del martirio") e la famiglia reale ascesi in Paradiso.

La storia di Maria Antonietta attirò a sé anche altre teste coronate. L'imperatrice Eugenia, moglie di Napoleone III, diede il via a una moda ispirata a quella di Maria Antonietta e si adoperò per ritrovare gli oggetti personali della regina per la "grande esposizione" dell'autunno del 1867. Ludwig II di Baviera sviluppò il culto di Maria Antonietta: a Linderhof fece erigere una statua della regina e, quando ci passava davanti, le faceva la riverenza e le accarezzava le guance.

Alessandra Fëdorovna, l'ultima zarina di Russia (che avrebbe condiviso una sorte simile), teneva un ritratto di Maria Antonietta sulla sua scrivania al Palazzo d'Inverno. Nel Palazzo di Alessandro, a Tsarskoe Selo, accanto al suo ritratto, aveva fatto porre un arazzo di Maria Antonietta e ciò era visto come di cattivo auspicio. Nel 1896, durante una visita ufficiale in Francia, la zarina aveva dormito nella stanza di Maria Antonietta, a Versailles, e ne era stata felice, mentre il suo seguito trovava anche quel gesto di cattivo augurio.[135] Lo scrittore e poeta Léon Bloy portò all'estremo il culto di Maria Antonietta, nel suo saggio La Cavaliera della Morte (1891), in cui la regina non venne definita santa, perché ciò avrebbe annullato i suoi tormenti terreni.[143] Bloy, immedesimandosi nell'avvocato difensore di Maria Antonietta, le chiedeva il suo perdono, a nome della Francia: «O Madre oltraggiata io vi domando, in nome di Dio misericordioso, la grazia e il perdono per questo povero popolo»[144]. In seguito, anche lo scrittore austriaco Stefan Zweig celebrò la regina nella sua biografia intitolata Maria Antonietta - Una vita involontariamente eroica (1932).

Negli ultimi due secoli la Francia ha ricordato più volte Maria Antonietta. Nel 1955, in occasione del bicentenario dalla nascita, fu organizzata un'imponente mostra a Versailles. Nel 2008 si è tenuta un'altra grande esposizione di opere e reperti al Grand PalaisOggigiorno Maria Antonietta è anche considerata un'icona gay e, benché si sia ipotizzato che il suo legame con la Polignac e la Lamballe fosse sentimentale e non sessuale, quest'omaggio del mondo LGBT, secondo la storica Antonia Fraser, compensa gli insulti volgari dei suoi contemporanei. Protagonista di studi saggistici, film, fumetti e cartoni animati, Maria Antonietta da un lato è amata per la sua vita tragica e romantica,dall'altro continua ad avere i suoi detrattori.

Il 17 luglio 2008, a quasi duecentoquindici anni di distanza dalla morte, il ministro degli Esteri francese Kouchner, a nome della Francia, si è ufficialmente scusato con l'Austria per l'esecuzione di Maria Antonietta.[147][148] A differenza di quanto avvenuto con i Romanov, riabilitati ufficialmente dalla Corte suprema russa e canonizzati dalla Chiesa ortodossa, Maria Antonietta e Luigi XVI non sono mai stati simbolicamente "assolti" dall'accusa di tradimento da parte dei tribunali francesi moderni, sebbene le condanne furono implicitamente annullate già con la restaurazione di Luigi XVIII, che punì con l'esilio i membri della Convenzione ancora vivi tra quelli che votarono la decapitazione dei sovrani.

Lo "stile Maria Antonietta"

La regina abbigliata in stile rococò, con una pettinatura piramidale e grand habit de cour (1775).

Maria Antonietta ebbe un ruolo molto importante, al suo tempo, come icona di bellezza, stile e moda. Ammirata dai suoi contemporanei, fu considerata una delle donne più affascinanti del XVIII secolo. Il suo gusto per gli abiti e le acconciature faceva eco nell'intera Europa e, quando Maria Antonietta seguiva una nuova moda, tutte le altre dame la imitavano. La regina di Francia, che inizialmente si adeguò allo stile rococò della sua epoca, sviluppò in seguito un amore per l'eleganza e la semplicità. Il suo stile personale è definito Moyenne,[152] a metà tra il rococò teresiano e il Neoclassicismo francese. Maria Antonietta è spesso identificata come la prima consumatrice di moda “haute couture” fu infatti una delle prime sovrane al mondo a progettare e farsi realizzare dei pezzi su misura dal suo “Ministro della moda” Rose Bertin.[153]

  • Moda: Tra il 1774 e il 1778 Maria Antonietta predilesse un gusto tipicamente rococò. Gli abiti di corte erano sontuosi ed estremamente ampi, ricchi di passamaneria, nastri e fronzoli, mentre quelli quotidiani erano più ridotti nelle dimensioni, ma non meno fantasiosi nelle forme (robe à la polonaise e derivati). Le acconciature erano alte, turrite e smisurate in altezza, coronate da boccoli e trecce pendenti, piume, fiocchi, fiori, broches di diamanti e perle. Dopo la nascita della prima figlia, Maria Antonietta cominciò ad adottare uno stile più semplice: i capelli venivano cotonati e gonfiati lateralmente, mentre il vestiario privato si ridusse alla cosiddetta chemise à la reine, un abito di mussola bianca di taglio neoclassico che si rifaceva allo stile agreste adottato dalle nobildonne inglesi dell'epoca. Per le occasioni più formali, prese invece il sopravvento la cosiddetta robe à l'anglaise.
  • Architettura: Maria Antonietta non amava lo stile ricco e pomposo della reggia di Versailles, come quello con cui è realizzata la sua camera da letto. Al Petit Trianon, sua proprietà personale, manifestò la sua predilezione per il Neoclassicismo: le forme sono semplici, prevalgono i motivi floreali, il bianco e i colori pastello. Di gusto tipicamente classico è il "Tempietto dell'amore", una replica di un tempio pagano a dodici colonne corinzie, al cui centro è posta una statua di Eros. Alle serre di Luigi XV, Maria Antonietta fece sostituire l'attuale giardino all'inglese, un'artefatta natura selvatica che meglio si adeguava al ritorno alla condizione naturale dell'uomo, una tematica in voga alla sua epoca. 

Il rapporto con Luigi XVI

Magnifying glass icon mgx2.svgLo stesso argomento in dettaglio: Luigi XVI di Francia.
Luigi XVI a vent'anni.

Il matrimonio tra Luigi XVI e Maria Antonietta fu relativamente tranquillo e accomodante, nonostante i due fossero estremamente diversi, sia per temperamento fisico sia per interessi. Infatti, non era possibile che scaturissero tensioni, poiché il re e la regina evitavano ogni attrito tra di loro, il primo per apatia, la seconda per noncuranza.[154] L'unico pesante ostacolo alla felicità coniugale dei sovrani di Francia fu rappresentato dalla mancata consumazione delle nozze nei primi sette anni di matrimonio. Ciò che rendeva questa situazione ancora più insopportabile per la giovane coppia era il fatto che, in quanto sovrani, la loro vita era sotto gli occhi di tutta la corte di Versailles, che da dietro le quinte malignava sui loro insuccessi.

L'umiliazione, derivante da questa peculiare circostanza, lasciò una macchia indelebile sulla loro relazione coniugale.[155] Dal momento che non poteva soddisfare fisicamente la moglie né metterla nella circostanza di procreare un erede maschio per la Francia, Luigi XVI permise che la regina si desse a divertimenti costosi e sciocchi, per sopperire alle sofferenze del matrimonio e per dimenticare mortificazione e solitudine. Maria Antonietta, tranne che nelle questioni politiche, riusciva a ottenere dal re tutto quello che desiderava, nonostante questi non approvasse i suoi comportamenti, le sue considerevoli spese né apprezzasse le persone di cui si era circondata. Tuttavia, il re cedeva sempre dinanzi alle richieste di Maria Antonietta, come per scusarsi delle proprie colpe, che segretamente facevano soffrire entrambi.

L'arrendevolezza di Luigi XVI nei confronti della moglie faceva sì che ella si sentisse superiore al re. Tuttavia, da un punto di vista prettamente politico, Maria Antonietta non riuscì ad avere particolare presa sul consorte, nonostante sia l'imperatrice Maria Teresa sia l'ambasciatore Mercy l'avessero spesso esortata ad acquistarsi le simpatie di Luigi XVI, al fine di influenzare la sua politica estera in favore della Casa d'Austria. Pertanto, Maria Antonietta si sentiva autorizzata dall'alto a pensare di essere superiore al re, un uomo che non amava e che l'aveva per anni umiliata come donna, respingendola sentimentalmente e fisicamente.[157] In un'occasione, poco dopo l'incoronazione di Luigi XVI, nel 1775, Maria Antonietta si azzardò, con grande scandalo della madre, a definire il marito «quel pover'uomo».[158]













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IL RE DI FRANCIA LUIGI XVI FECE UN MASSICCI RICORSI AI PRESTITI; INDEBITANDO LA FRANCIA E CONSEGUENTEMENTE SE STESSO.


INUTILE RAMMENTARVI ORA CHI EROGAVA PRESTITI AL TEMPO, ANCHE PER EVENTI BELLICI DI STATO.



"I Rothschild e gli altri - Dal governo del mondo all'indebitamento delle nazioni, i segreti delle famiglie più potenti del mondo", è il libro di Pietro Ratto, scrittore e filosofo, che racconta dell'influenza enorme esercitata dalla famiglia Rothschild, e dalle altre dinastie con le quali si è imparentata, sulla storia degli ultimi secoli.


Una storia che, mettendo a nudo la stirpe dei grandi banchieri, si dipana dalle speculazioni sui conflitti bellici per mostrare come nasce storicamente il debito pubblico. Una storia che, curiosamente, passa anche per il Titanic."





La dinamica del prestito (originariamente detto usura)



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