La Medicina diIldegarda, dalla cura alla guarigione:
reumatismi e la rigidità verso il fluire della vita
In sintesi, l'argomento trattato nel video pubblicato da TELECOLOR Green Team, video a cui si rimanda per la visione integrale.
I reumatismi: patologie invalidanti caratterizzate generalmente da dolori diffusi in tutto il corpo.
Ildegarda, nel periodo storico in cui visse, immaginiamo non conoscesse la parola "reumatismi" per cui nei suoi scritti si riferiva con la parola gotta a tutte quelle forme patologiche che sono caratterizzate da una forma di paralisi, paralysis, si dice in latino, che richiama proprio la caratteristica di queste patologie e delle persone che ne sono affette, cioè una sorta di rigidità, non soltanto fisica, anche, in realtà, psicologica, una rigidità verso l'ambiente e la relazione con l'altro, in questo range rientrano anche alcune patologie degenerative, come ad esempio il parkinson.
Dottoressa Sabrina Melino, chimica e tecnologa farmaceutica, ricercatrice e imprenditrice: Che cosa per Ildegarda è alla base e che cosa causa queste forme patologiche? Certamente uno scorretto approccio alla vita. Quindi, certamente sono persone quelle che evidenziano questa sorta di rigidità emotiva e fisica sempre irrigidite dalla paura, dall'ansia, dalle preoccupazioni, costantemente, cioè vivono costantemente una vita sotto l'effetto di queste sensazioni, di queste emozioni. Sono anche persone che non si curano dal punto di vista dello stile di vita, dell'alimentazione e a tal proposito, infatti, Ildegarda spiega, li definisce in questo modo:
"Quando un uomo soffre di ogni tormento, di inquietudine, di paura, si nutre eccessivamente di cibi e di bevande, in modo tale che i cibi e le bevande inadatte accumulano diversi nuovi umori nocivi e tanta mucosità."
Quindi, le nostre sostanze di putrefazione, no? Le nostre tossine.
"Allora l'anima scossa e stanca, tormentata dalle contrarietà, soccombe e sospende in una certa misura la propria vitalità."
Come vedete, è sempre importante per Ildegarda il dialogo tra anima e corpo. A un certo punto, il dissidio tra anima e corpo diventa tale che l'anima si stanca, è stanca di lottare contro un corpo che non la segua. Questo è un po' quello che avviene in certe forme patologiche. Tra le forme che noi potremmo collocare vi è anche ad esempio fibromialgia, una patologia che sta diventando sempre più frequente nel nostro periodo, diciamo che si rileva soprattutto sulle donne, ed è una forma in parte autoimmunitaria. La fibromialgia per il 50% è dovuta ad una predisposizione genetica ma per l'altro 50% è certamente legata allo stile di vita, all'approccio che la persona ha nei confronti dell'ambiente con cui si relaziona.
"Che cosa consiglierebbe Ildegarda?"
Tratto da un video inserito in rubrica a cura della Dottoressa Sabrina Melino, e pubblicato da TELECOLOR Green Team
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Riporto una ricca sintesi di un articolo pubblicato dal sito ALETEIA
La scelta di Sabrina: mollare tutto per seguire Santa Ildegarda
Zvonimir Atletic / Shutterstock
L'Osservatore Romano - pubblicato il 29/04/19
Cure mediche secondo la visione di Ildegarda di Bingen
di Silvia Gusmano
Dopo la laurea in chimica e tecnologie farmaceutiche, un master in Business Administration alla Bocconi e una carriera ben avviata in una delle più grandi multinazionali farmaceutiche esistenti al mondo, circa otto anni fa Sabrina Melino ha mollato tutto. E lo ha fatto per seguire una badessa benedettina vissuta tra il 1098 e il 1179.
La Melino è oggi un’imprenditrice “Ildegardiana”, capace di interpretare e tradurre le ricette medioevali della santa tedesca in rimedi per gli uomini e le donne del Duemila. Fondatrice di Thesaura Naturae, prima azienda italiana interamente ispirata al pensiero medico-filosofico della Badessa di Bingen che possiede a Stresa, sul lago Maggiore, il primo Atelier, ideatrice e curatrice del Congresso nazionale di Medicina Ildegardiana, Melino ha organizzato a Roma, nel 2019, la giornata di studio «La Donna nel genio di Ildegarda». Lo scopo è stato quello di indagare la complessità dell’universo femminile, dal suo significato simbolico-spirituale ai comuni disturbi di genere e al loro possibile trattamento secondo la visione di Ildegarda di Bingen.
Grande desiderio di Melino era quello di realizzare un progetto tutto suo ispirato al ritorno della figura del farmacista e alla valorizzazione delle tradizioni e degli antichi saperi. Da qui l’incontro quasi casuale con le opere della Sibilla del Reno. «Tutti i cambiamenti importanti della nostra vita — ci dice — non avvengono mai improvvisamente, ma sono il frutto di un profondo lavorio che avviene dentro di noi nel corso di un periodo molto lungo». E prosegue: «La mia è storia di un chimico farmaceutico che improvvisamente decide di lasciare la strada più ovvia e comoda per tentare un’impresa a tratti folle, cercando un nuovo modo di studiare e proporre rimedi naturali, facendosi portavoce di un passato importante, sia nell’interpretazione che nella divulgazione, creando un’azienda per parlare al mondo di oggi, veloce, distratto e smarrito. Tutto questo utilizzando il pensiero e l’opera di una badessa del 1100: potrebbe apparire anacronistico, ma in realtà è assolutamente attuale».
L’impresa è nata dall’ascolto delle esperienze di ieri e di oggi. «Sin da subito — prosegue Melino — ho potuto sperimentare e verificare gli effetti dei rimedi grazie al rapporto diretto con le persone che frequentavano il negozio di Orta San Giulio e successivamente grazie al supporto dei primi medici con i quali sono entrata in contatto, attratti dal desiderio di individuare una via complementare per aiutare ulteriormente i pazienti. Con estrema meraviglia io, che mi attenevo fedelmente alle indicazioni ministeriali nel descrivere le indicazioni dei rimedi, ho scoperto come le persone che li assumevano descrivessero gli stessi effetti di cui parlava Ildegarda nei suoi testi».
Ambientalista ante litteram, Ildegarda celebrava la sacralità della natura e affermava che «siamo fatti di corpo, anima e spirito. Il corpo senza anima sarebbe un vaso vuoto. È l’anima che lo attiva mentre lo Spirito è la razionalità assoluta, la luce che tutto guida verso l’armonia universale: è la nostra direzione che possiamo decidere di seguire o meno».
Nella medicina di Ildegarda, ci spiega Melino, «ci sono le basi per lo sviluppo di un nuovo modello davvero olistico dell’approccio alla malattia. Ho voluto realizzare i miei rimedi individuando i laboratori di tradizione erboristica maggiormente consolidata, esigendo che le ricette fossero realizzate fedelmente secondo le indicazioni di Ildegarda, ma sviluppandole attraverso una formulazione moderna, aspetto per il quale è stata determinante la mia formazione farmaceutica». Oggi Thesaura Naturae ha in catalogo trentanove integratori alimentari e cosmetici, tutti notificati al ministero della Salute: dodici formulati seguendo le indicazioni messe nero su bianco da Ildegarda.
Nel percorso proposto da Melino, ciò a cui si ambisce è un modello di medicina integrata capace di considerare il paziente come unità di corpo, mente e spirito. «Ogni centimetro del nostro corpo parla sia il linguaggio fisico che il linguaggio dell’anima; ogni malattia porta con sé un messaggio. Purtroppo, nella maggior parte delle volte, non riusciamo a leggere i segnali del corpo e le nostre emozioni, che tutto ci dicono».
Originaria della provincia di Varese, rimasta sempre saldamente su basi scientifiche anche dopo l’abbandono dell’industria farmaceutica, Melino si è avvicinata in punta di piedi alla Sibilla del Reno. Attratta dai suoi libri, la sentiva comunque lontana dalla sua modalità di approccio allo studio della persona e dei suoi disturbi. Ma la strada di una medicina più attenta alla persona non poteva che condurlalì. A quel passato ancora così attuale. «Nel nuovo modello olistico il mondo medico, filosofico, spirituale e psicologico devono parlarsi: la dottrina di Ildegarda offre una chiave di comprensione e la sua medicina, i suoi rimedi, sono importanti strumenti perché attraverso di essi l’individuo è aiutato ad analizzarsi e comprendersi».
L’esperienza consolidata dei convegni di medicina Ildegardiana hanno rappresentato per Melino un’occasione importante per ampliare e consolidare le collaborazioni con il mondo accademico: sulle orme della quarta dottore della Chiesa donna, infatti, sul lago di Costanza medici, scienziati, fisici ed esponenti del mondo spirituale e religioso si confrontano nell’ottica della trasversalità e dell’interazione.
Melino oggi gira il mondo presentando i suoi prodotti e il suo approccio. La tappa più recente è stata ad Hamala, in Bahrein: «Io e il mio staff ci siamo confrontati con un mondo completamente diverso dal nostro con il quale siamo riusciti a dialogare rispettandoci e riuscendo a scoprire legami e corrispondenze tra i fondamenti del pensiero mistico di Ildegarda di Bingen e il Corano».
Marie Noelle Urech, relatrice Counselor transpersonale e formatrice (www.lacura.org):
Il mondo della cura e il processo di guarigione, lo spirito.
Lo spirito, una cosa molto importante di cui la medicina si è dimenticata. Noi tendiamo a pensare che lo spirito sia una cosa astratta, che abbia a che fare con la religione e che sia lontano da noi, che sia una conquista, una meta da conquistare.
In realtà, lo spirito è uno stato di coscienza, è naturale, è insito nell'essere umano. E' uno stato di coscienza che noi conosciamo molto bene, che sperimentiamo tutti i giorni nel momento in cui siamo in amore, nella vibrazione dell'amore. Dal momento in cui noi ci apriamo a nuove conoscenza, dal momento in cui noi ci relazioniamo con gentilezza con gli altri esseri umani, con l'ambiente noi viviamo. Dal momento in cui sperimentiamo la gioia, l'amore per la vita, ecco, sono tutte manifestazioni dello spirito, quello spirito è già in azione dentro di noi, solo che siamo stati educati a lasciarlo da parte perché la nostra cultura ha scisso lo spirito, come ha scisso la mente dal corpo. L'essere umano è stato settorializzato, è stato frammentato e sono intervenuti degli specialisti, per occuparsi ognuno del suo pezzetto. Noi paghiamo lo scotto elevatissimo di questa frammentazione dell'essere umano, che ancora vige nella medicina così detta ufficiale.
Marie Noelle Urech, nel suo intervento video, parla di un personaggio emblematico, di una donna che è stata medico, un dottore della Chiesa, anche se in Germania, all'epoca, nell'XII secolo, non esisteva lo status di medico. Lo stato di medico viene ratificato da Federico II nel XIII secolo, però già si praticav
a l'arte della cura e la Urech ci parla di "un personaggio che praticava l'arte della cura ma praticava anche la riconnessione allo spirito e questo personaggio è ILDEGARDA DI BINGEN,una monaca medioevale del XII secolo, nata in Germania,che ci ha lasciato un'eredità straordinaria,a livello non solodi conoscenze scientifiche e spirituali ma anche, direi, una filosofia di vita. La medicina non può prescindere da una cultura e da un modo di vedere la realtà, di vedere l'essere umano. Quindi, un buon medico è anche un filosofo."
Marie Noelle Urech - Dall'antica arte medica di Hildegard von Bingen alla nuove visione
«La differenza tra le persone sta solo nel loro avere maggiore o minore accesso alla conoscenza» (Lev Tolstoj)
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