il "TAGLIA AVVOCATI"
Quando si intrecciano senso di giustizia e fantasia: una serie di flash mob di protesta nei confronti di Cassa Forense indetti in Puglia.
Il tutto è iniziato da una petizione promossa da un gruppo di avvocati di Catania che è stata destinata ad aprire un nuovo capitolo alla lotta tra Cassa Forense e avvocati ed è stata immediatamente seguita da una serie di ulteriori iniziative, finalizzate soprattutto all´abrogazione della legge “taglia avvocati” che, in 2 anni, ha costretto alla cancellazione forzata qualcosa come circa 30.000 avvocati italiani.





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Premessa necessaria: il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha approvato, nell´agosto 2014, il Regolamento attuativo dell´art. 21 della Legge Professionale n. 247 del 2012, che ha imposto a tutti gli avvocati, iscritti all'albo, l´iscrizione obbligatoria anche alla Cassa Forense, con versamento di un contributo di importo fisso indipendentemente dalle condizioni reddituali. La conseguenza immediata di tale provvedimento è stata quella di cancellare forzatamente, e quindi far sparire dagli albi professionali, circa trentamila avvocati italiani, soprattutto più giovani e meno abbienti. E se per gli studi legali, con giro d´affari multimilionario, il pagamento della quota di iscrizione è risultato insignificante, una schiera di professionisti ha avuto serie difficoltà a sostenere tale spesa: qualcosa come trentamila avvocati – coloro, cioè, che percepiscono un reddito inferiore ai 10.300 euro annui. Insomma un  dramma per quei professionisti economicamente più deboli, per i quali, in caso di cancellazione dall'Albo, sarà complicato trovare un´alternativa alla disoccupazione,  per l´età anagrafica e professionale non più giovanissima, vuoi per essere altamente specializzati in un settore del diritto e non in altri.




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Puglia
Problema meno sentito dalla opinione pubblica rispetto ad altri “drammi lavorativi” - come quello degli esodati, dei pensionati minimi e dei piccoli imprenditori costretti a chiudere per l´impossibilità di far fronte alle spese -  tutto quanto sopra ha causato in questi ultimi 2 anni conseguenze catastrofiche soprattutto nei confronti di migliaia di giovani laureatisi ed abilitatisi alla professione forense con grande fatica e sacrifici umani ed economici.





Lo “spazzare via dal mercato del lavoro migliaia e migliaia di professionisti del diritto, è una grave ingiustizia sociale che rende l´attività forense una professione “censitaria”.

Per sensibilizzare l´attenzione dell´opinione pubblica sugli iniqui contributi previdenziali obbligatori richiesti dalla Cassa Forense a tutti gli avvocati, compresi quelli più giovani e meno abbienti, e sugli effetti prodotti in questi 2 anni dalla legge ribattezzata “taglia avvocati” , che ha prodotto una vera e propria mattanza di decine di migliaia di avvocati meno abbienti e con un reddito basso, che la protesta si è spostata dinanzi ai Palazzi di Giustizia italiani: martedì 25 aprile 2017, tutti coloro che potranno , ed in primis gli avvocati in città, si sono ritrovati dinanzi al Tribunale di Foggia, tutti uniti in un girotondo ,per un flash mob nazionale, proprio nel giorno della Festa della Liberazione come metafora della necessità, per molti avvocati italiani, di liberarsi e non essere più oppressi dai costosi ed onerosi contributi previdenziali obbligatori richiesti dalla Cassa di previdenza forense a tutti i legali italiani indipendentemente dal reddito effettivamente percepito.







Ideatore dell´originale forma di protesta è il legale foggiano, Eugenio Gargiulo, 46 anni, pugliese, avvocato dal 1996, già resosi protagonista di altrettanto originali forme di protesta sempre per lo stesso motivo, come quando ha organizzato un altro flash mob sulla spiaggia di Rodi Garganico coinvolgendo nella protesta anche numerosi bagnanti e turisti”.

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