La sala riunioni della Commissione | via Wikipedia |
La risposta della Commissione UE all'eurodeputato parlamentare Ignazio Corrao sull’interrogazione da lui presentata lo scorso 6 marzo 2015, avente per oggetto “Legge 247/2012 sull’ordinamento forense: possibili violazioni dei principi comunitari in Italia”.
Il comunicato del 2 giugno 2015 pubblicato dell'eurodeputato parlamentare IGNAZIO CORRAO (M5S):
"Dopo 3 mesi la Commissione Europea risponde alla mia interrogazione sulla cassa forense
Oggi ho ricevuto la risposta della Commissione sull’interrogazione presentata lo scorso 6 marzo avente per oggetto “Legge 247/2012 sull’ordinamento forense: possibili violazioni dei principi comunitari in Italia”.
Non è andata come né io né migliaia di avvocati italiani speravamo.
La Commissione ha ritenuto di non poter approfondire la tematica stante l’assenza di norme UE che disciplinano i contributi previdenziali relativamente agli avvocati. Proprio questo era un aspetto che avevamo messo in luce e su cui l’avevamo stimolata.
Attenzione: non ha ritenuto che l’art. 21 comma 8-9 della Legge 247/2012, da me criticata, sia una norma giusta né tanto meno equa, ma ha affermato che allo stato delle cose non ha la possibilità di effettuare una comparazione con i canoni comunitari e, di conseguenza, non può valutare eventuali violazioni della Carta dei Diritti Fondamentali.
Io continuo a pensare che si tratti di una norma ingiusta e che spieghi i propri effetti negativi oltre i confini nazionali.
E’ fuori di dubbio che se la disposizione oggetto dell’interrogazione non sarà immediatamente modificata i suoi effetti patologici non tarderanno a manifestarsi nel panorama forense.
Questa decisione non fa venire meno il mio impegno in difesa degli avvocati italiani, giovani e meno giovani e pertanto continuerò a portare avanti ogni iniziativa all’uopo necessaria e di dialogo con le associazioni di categoria."
L'eurodeputato siciliano si è rivolto nell'interrogazione all’esecutivo di Bruxelles. Si legge nell’interrogazione: " se non ritenga che la normativa violi l’art. 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea che vieta qualsiasi forma di discriminazione fondata anche sul carattere patrimoniale ed infine se non ritenga utile uniformare la disciplina che regola l’accesso alla previdenza forense in tutti i Paesi UE”.
La Carta dei Diritti Fondamentali esiste, ed è stato chiesto alla Commissione UE di verificare che i nostri diritti non siano violati da norme nazionali. I parametri di indagine e riferimento potevano svolgersi in tale ambito, poco importa che l'UE non possa svolgerli partendo da un un ambito comunitario in assenza di norme EU che disciplinino i contributi previdenziali degli avvocati europei. Esiste la Carta. E' sufficiente.
RIFORMA FORENSE
Rammento a chi legge che l’eurodeputato siciliano M5S Ignazio Corrao ha recentemente presentato un'interrogazione all'Esecutivo di Bruxelles, questo il testo:
“Un insopportabile effetto discriminatorio che riduce la concorrenza e crea una casta professionale cui possono accedere tendenzialmente i più ricchi, non necessariamente i più bravi, spazzando via dalla professione migliaia di avvocati, soprattutto i più giovani, redditualmente più deboli”. L’eurodeputato M5S Ignazio Corrao ha così rappresentato il disappunto di tanti avvocati italiani, giovani e meno giovani, ponendo una apposita interrogazione alla Commissione Europea.
“L’articolo 21 commi 8-9 della Legge 247/2012 di tale riforma – precisa Corrao – ha stabilito che l’iscrizione all’Albo professionale comporti la contestuale iscrizione alla Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense e l’obbligo di corrispondere i contributi previdenziali, a prescindere dalla capacità reddituale, pena la cancellazione dall’Albo stesso. Ciò comporta ad esempio che per i giovani avvocati, anche in assenza di guadagni, vi è l’obbligo di pagamento di circa 850 euro, a fronte del riconoscimento di soli sei mesi contributivi annui. L’Italia – come stigmatizza l’eurodeputato – applica norme che tutelano gli interessi di pochi ricchi e potenti, scavalcando il più elementare buon senso e le vigenti norme europee, considerando che in questo caso, tale riforma non solo scoraggia le giovani professionalità ad esercitare un mestiere nobile ed antico, ma agevola soltanto gli affermati professionisti che, sebbene abbiano raggiunto tale status per meriti acquisiti negli anni, avranno meno concorrenza considerando che molti avvocati rischiano di essere cancellati dall’albo professionale perché non hanno la possibilità di pagare tasse vuoto per pieno, a prescindere dal fatturato”. L'eurodeputato siciliano si rivolge all’esecutivo di Bruxelles chiedendo “se non ritenga che la normativa italiana violi il principio di libera concorrenza ex artt. 101 e 102 TFEU ed ostacoli l’accesso alla professione e libera circolazione dei servizi tutelata dagli artt. 106, 55 e ss. TFUE. Ed ancora – si legge nell’interrogazione – se non ritenga che la normativa violi l’art. 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea che vieta qualsiasi forma di discriminazione fondata anche sul carattere patrimoniale ed infine se non ritenga utile uniformare la disciplina che regola l’accesso alla previdenza forense in tutti i Paesi UE”.
Fonte: Ignazio Corrao
Ringrazio l'eurodeputato Ignazio Corrao per l'impegno profuso. In ordine alla risposta ricevuta dallo stesso, osservo soltanto che la Carta dei Diritti Fondamentali comunque esiste, ed è stato chiesto alla Commissione UE di verificare che i nostri diritti non siano violati da norme nazionali. I parametri di indagine e riferimento potevano svolgersi in tale ambito, poco importa che l'UE non possa svolgerli partendo da un un ambito comunitario in assenza di norme EU che disciplinino i contributi previdenziali degli avvocati europei. Esiste la Carta. E' sufficiente. Purtroppo esistono anche gli "struzzi comunitari".
Riporto il commento di Daniele Miccoli che così scrive sul sito di Ignazio Corrao:
Caro Ignazio, forse l’interrogazione va riproposta sollecitando un’indagine sotto altri profili, come la violazione del principio di non discriminazione sulla base delle differenze reddituali, magari con un richiamo alle vere motivazioni che hanno promosso e determinato l’art. 21. La tutela della libera concorrenza e il contrasto alle lobbies sono sicuramente argomenti di respiro europeo. A presto.
Roberto Garzia : "A me risulta cosi. Almeno così mi è stato riferito dalla persona che lo ha depositato tanto che egli ha fatto opposizione all archiviazione.
Relata refero"
Relata refero"
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Nato a Roma e cresciuto tra Alcamo e Palermo, ha conseguito la laurea in giurisprudenza presso l'università degli studi di Palermo[1]e si è abilitato alla professione di avvocato presso la stessa corte d'appello di Palermo.
Ha fatto politica universitaria e ricoperto delle cariche elettive presso l'università di Palermo, ha partecipato ai meetup alla nascita del Movimento 5 stelle.
Nel 2014 si candida in occasione delle elezioni europee, con il Movimento 5 Stelle nella circoscrizione Italia insulare ed ottiene 71 372 voti di preferenza, risultando eletto ed il più votato d'Italia del M5S.
Considerato come uno dei primi esponenti politici della "generazione erasmus", ha maturato svariate esperienze di lavoro, studio e volontariato all'estero in giovanissima età. Corrao fa politica attiva nel Gruppo dell'EFDD che si caratterizza per una politica Anti-europeista ed anti-Euro.
Oltre all'italiano parla spagnolo, inglese, francese e portoghese.
Attività politica
Il 1º giugno 2014 viene scelto dagli europarlamentari del M5S come capogruppo al Parlamento europeo, divenendo uno dei più giovani a ricoprire questo ruolo nella storia dell'Unione Europea.
Il 2 luglio 2014 a Strasburgo, dopo la presentazione del programma per il semestre europeo da parte del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, tiene il primo discorso del M5S all'interno del Parlamento Europeo, attaccando la mancanza di tutele sociali e di diritti dei più deboli in Europa, la segretezza degli accordi del TTIP e gli effetti della globalizzazione economica incontrollata e la perdita di sovranità dei popoli a favore delle multinazionali.[10]
Il 2 luglio 2014 a Strasburgo, dopo la presentazione del programma per il semestre europeo da parte del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, tiene il primo discorso del M5S all'interno del Parlamento Europeo, attaccando la mancanza di tutele sociali e di diritti dei più deboli in Europa, la segretezza degli accordi del TTIP e gli effetti della globalizzazione economica incontrollata e la perdita di sovranità dei popoli a favore delle multinazionali.[10]
Fa parte dell'ufficio di presidenza del gruppo EFDD, è membro effettivo della commissione per gli Affari interni, Giustizia e Libertà civili (LIBE), coordinatore ed effettivo sia della commissione per lo Sviluppo (DEVE) che della commissione per i Diritti umani (DROI). È membro sostituto della commissione per gli Affari esteri (AFET) e della commissione per gli affari legali (JURI).
Con la dissoluzione del gruppo EFDD, il 16 ottobre entra a far parte dei Non Iscritti per ritornare a far parte dello stesso gruppo EFDD tre giorni dopo grazie alla sua ricomposizione.
Partito politico | Movimento 5 Stelle |
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Titolo di studio | Laurea in Giurisprudenza |
Professione | Avvocato |
Restiamo in attesa che si completi positivamente l’iter parlamentare di approvazione del disegno di legge presentato dal deputato M5S Andrea Colletti (avvocato come lo stesso Corrao), di riforma della legge 247/12 , allo stato ancora bloccato alla Camera. Come sappiamo bene, purtroppo, la legge 247/12 attualmente prevede l’automatica iscrizione a cassa forense e l’automatico ed obbligatorio versamento di esosi contributi minimi annuali del tutto svincolati dal reddito prodotto, dovuti anche a reddito 0). Tanta stima per il Collega Corrao per il suo impegno volto a ridare speranza e dignità alla nostra professione ed ai Colleghi costretti a cancellarsi dagli albi, a liberarci da un sistema previdenziale iniquo, anticostituzionale, ed oscuro.
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