"I 4 DOGMI CHE USA IL POTERE PER ARRICCHIRSI CON IL LAVORO DEGLI ALTRI" ► Valerio Malvezzi Economista
"Se la gente capisse che noi siamo siamo nella stragrande maggioranza degli schiavi che lavorano per altri. Ci sono due forze che si contrappongono sul mercato economico, a mio parere. Uno si chiama lavoro, l'altro si chiama capitale.
Le parole chiavi che sono capisaldi nel neoliberismo:
Le parole chiavi che sono capisaldi nel neoliberismo:
LICENZIAMENTI; questo è fondamentale bisogna creare un livello di disoccupazione che sia sufficientemente elevato per rendere le masse deboli al punto che nei documenti dell'unione europea dei nostri governi c'è scritto negli ultimi 10, 15 anni, che c'è un livello di disoccupazione desiderabile, e per me è una bestemmia ma è così.
LIBERO MERCATO è un'altra favola assolutamente inesistente, non esiste il libero mercato, esiste un posto in cui ci sono coloro che vincono e c'è uno Stato che non controlla più il potere straordinario dei più forti, cioè è un far west .
LOTTA DI CLASSE E LOTTA DI GENERAZIONE, QUESTO E' QUELLO CHE STANNO FACENDO. Lotta di classe perché nel momento in cui io dico che i piccoli imprenditori per esempio sono quelli tartassati dalle tasse e non riescono più a stare in piedi in Italia come i liberi professionisti, immediatamente vengo subissato da insulti di lavoratori dipendenti che mi dicono che non è vero, che loro pagano molto più tasse degli imprenditori, cioè, che cosa sono riusciti a fare? Sono riusciti a creare una lotta tra i miserabili, tra i piccoli, tra i poveri, che sono liberi professionisti, piccoli imprenditori, e i lavoratori dipendenti, creando questo principio romano, basta studiare la storia, divide et impera. Quindi tu crei contrapposizione tra i poveri perché combattano tra di loro e non contro il grande capitale.
L'altro conflitto ad arte che è stato creato è il conflitto generazionale. Questo conflitto lo hanno fatto con altri messaggi, del tipo, dicono ai giovani eh ma la colpa per il quale voi non trovate lavoro, è dei vostri genitori, dei vostri nonni perché loro hanno vissuto al di sopra dei propri mezzi. Quindi in questo modo quando c'è malcontento soprattutto quando c'è brutta informazione, e una crassa ignoranza in giro, è chiaro che questi messaggi passano. L'ultimo messaggio che hanno creato è il messaggio: privato è bello, pubblico è male, cioé andiamo a privatizzare tutto perché il pubblico è inefficiente, è corrotto, e via discorrendo.
Se uno mette insieme questi tre capisaldi, diciamo ideologici: la lotta tra i poveri, la lotta generazionale tra generazioni e l'avversione alla spesa pubblica come fonte di speco, sulla base di questi tre dogmi neoliberisti è stato fatto un lavaggio del cervello alla gente che non ha capito:
Se uno mette insieme questi tre capisaldi, diciamo ideologici: la lotta tra i poveri, la lotta generazionale tra generazioni e l'avversione alla spesa pubblica come fonte di speco, sulla base di questi tre dogmi neoliberisti è stato fatto un lavaggio del cervello alla gente che non ha capito:
1) che se facciamo la lotta di classe tra dipendenti e piccoli imprenditori usciamo tutti massacrati perché la maggior parte dei posti di lavoro in Italia lo danno, andate a controllare, proprio i piccoli imprenditori, quindi in questo modo si distrugge e non si rinforza il lavoro dipendente.
2) se andiamo a guardare la lotta generazionale ci rendiamo conto che la maggior parte del debito pubblico è esploso nella così detta seconda repubblica, non nella prima, di fatto è vero che noi abbiamo vissuto al di sopra dei nostri mezzi, è che in realtà ci vogliono tenere in schiavitù.
3) basta riflettere sul fatto che la spesa pubblica è il motivo per cui esiste uno Stato e uno Stato è tanto più ricco quanto più c'è spesa pubblica, questo è il mio punto di vista, perché io vorrei avere tanta spesa pubblica fatta bene, negli ospedali, nelle scuole, nelle università, via discorrendo, è il motivo per cui esiste uno Stato.
4) Quale è il quarto e ultimo dogma, non male questa teoria che sto inventando in questo momento, l'ultimo dogma è quello della giustizia, cioè i primi tre dogmi servono a creare il presupposto perché i primi tre dogmi, guardate cosa fanno i neoliberisti, sono incentrati sul concetto di efficienza, dobbiamo fare così perché lo Stato è più efficiente, questo serve a giustificare l'ultimo dogma, cioè non c'è più giustizia, prova ne sia il fatto che ci sono degli imprenditori che si suicidano, pare che ce ne siano migliaia negli ultimi anni, per motivi di Stato, cioè lo Stato che non paga per esempio delle forniture degli imprenditori privati, questi imprenditori non riescono a versare l'Iva, al di sopra di un certo tetto questi devono andare in galera perché lo Stato non li ha pagati. Questo è un esempio limite ma avete capito cosa sto dicendo: la giustizia messa da parte. Questa è la mia chiave di lettura di quello che sta succedendo."
Fonte: Video di Radio Radio
I "#dogmi" con i quali l'#UnioneEuropea ci rende schiavi (ignari) del sistema #liberista. Dogmi con cui pochi #potenti si #arricchiscono alle nostre spalle...
"L'Italia necessita di riforme radicali, ma #Berlusconi, in teoria un liberista economico, non ha fatto quasi nulla". Era il 2004 quando il giornale inglese 'The economist' pubblicava queste parole. Parole che in formule analoghe circolavano tra il 2004 e il 2008 su altre testate: lo 'Stockholm Network' di Londra, il 'Der Spiegel' tedesco, il 'Financial Times' o il 'Wall Street Journal' americano. "Berlusconi ci ha deluso – scrivevano – si è rivelato un nemico corporativo del libero mercato". E ancora: "L'Italia ha bisogno di riforme #neoliberali, fra cui: ridurre le tasse, tagli all'impiego pubblico e alle pensioni e rendere più facili i licenziamenti".
Silvio Berlusconi fu costretto a dimettersi perché non 'abbastanza' #liberista? Il primo a parlarne fu Gianluigi #Paragone a 'La gabbia' nel 2016, oggi quelle parole destano ancora scalpore.
A distanza di anni, Francesco Vergovich e Fabio Duranti hanno scelto di puntare nuovamente i riflettori su quanto in quegli anni scrivevano i giornali in #Europa. Tra quelle parole si nascondono infatti quelli che l'#economista Valerio #Malvezzi ha definito "i dogmi" con i quali l'Unione Europea ci rende schiavi (ignari) del sistema liberista. Dogmi con cui pochi potenti si arricchiscono alle nostre spalle.
Ecco cosa ha detto Valerio Malvezzi in diretta a 'Un giorno speciale'.
mercoledì 26 febbraio 2020
GIACINTO AURITI: "IO NON INSINUO CHE VOI BANCHIERI SIETE DEI DELINQUENTI LO AFFERMO!"
GIACINTO AURITI: "IO NON INSINUO CHE VOI BANCHIERI SIETE DEI DELINQUENTI LO AFFERMO!" rivolto al direttore della Banca d'Italia di Rieti
Febbraio 2020 | Avvocato Gabriella Filippone | Rassegna notizie on line ed altro tipo pensieri miei o di altri |
Il Prof. Giacinto Auriti fu un mio prof. universitario a Teramo, facoltà di giurisprudenza, cattedra di diritto della navigazione. Auriti era abruzzese.
Giacinto Auriti (Guardiagrele, ottobre 1923 – Roma, agosto 2006) è stato un giurista, saggista e politico italiano, noto per avere elaborato una personale teoria sulla moneta (da lui denominata teoria del valore indotto della moneta) Le sue tesi vengono oggi usate per sostenere gli argomenti propri delle teorie del complotto sul signoraggio.
Le teorie elaborate da Giacinto Auriti sono sempre più attuali e corrispondenti allo scenario attuale e alle criticità dell'euro moneta unica, del debito pubblico, del neoliberismo sfrenato.
Il professor Auriti ha speso gli ultimi anni della sua vita combattendo contro i poteri bancari e contro il regime dell’usurocrazia che subordina la volontà popolare. Dopo aver spiegato gli stessi concetti espressi in questo articolo ad uno studente, gli chiese: “e adesso che fai, ti incazzi?”. Lo studente quasi rassegnato disse di “no”, ed Auriti, con il suo tono tipicamente burbero, rispose “e allora io ti boccio”.
Video di Toni Ferrara
"Estratto della trasmissione autogestita Moneta al Popolo, in onda su TeleMax negli anni 2002/2003. Conduce il Chiarissimo Professore Giacinto Auriti, già docente titolare di quattro cattedre di Giurisprudenza presso l'ateneo "Gabriele D'Annunzio" di Chieti e Pescara; direttore dell' Istituto di Teoria Generale del Diritto; cofondatore dell'Università di Teramo; autore di numerose pubblicazioni in materia giuridica; scopritore della Teoria del Valore Indotto della Moneta, frutto di 34 anni di studi; Segretario Generale del Sindacato Antiusura Nazionale; ideatore e realizzatore del SIMEC, la moneta proprietà del portatore, un esempio concreto di sociologia giuridica portato avanti con successo a Guardiagrele (CH) e applicabile in ogni comune come alternativa all'indebitamento e al taglio di servizi; coautore di diversi testi di legge a favore della Proprietà Popolare della Moneta e del Reddito di Cittadinanza"
Video di Toni Ferrara
Professore Giacinto Auriti: "Noi ci illudiamo che i soldi che abbiamo in tasca sono nostri: noi siamo i debitori di quei soldi che la banca centrale emette solo in un modo: prestandoci. Quando circola la moneta è una moneta gravata di debito e noi paghiamo il debito col fisco e con gli interessi bancari! Quando noi paghiamo le tasse dobbiamo capire che non è vero che le tasse vanno a finire per scopi sociali. Le tasse che noi paghiamo vanno a finire nelle tasche - in gran parte - degli azionisti della Banca d'Italia perché la Banca emette la moneta prestandola! E siccome la Banca d'Italia è una società privata, una società per azioni (che oltretutto paga le tasse) l'utile della Banca d'Italia sta nella differenza tra il costo tipografico e il valore nominale della moneta. Quando emette la Banca d'Italia è come se io prestassi delle nasse vuote, delle reti vuote ai pescatori indebitandoli non solo delle reti ma anche del pesce che sarà prestato! Ecco perché noi siamo degli schiavi monetari, con l'aggravante di non saperlo. Chi domina è Satana! Satana è principe di questo mondo e di queste cose deve cominciare a capire non solo l'ambiente politico ma anche l'ambiente religioso."
Auriti evidenziava un vuoto di giurisprudenza nel trattato di Maastricht: nessuna norma del trattato infatti legifera sulla proprietà dell’euro. Definiva l’euro la “Moneta avvelenata”, una “Moneta di debito”. Affermazioni che mai quanto oggi appaiono profetiche, e alla base delle ideologie politiche che proclamano il ripudio del debito.
Il professor Auriti ha speso gli ultimi anni della sua vita combattendo contro i poteri bancari e contro il regime dell’usurocrazia che subordina la volontà popolare. Dopo aver spiegato gli stessi concetti espressi in questo articolo ad uno studente, gli chiese: “e adesso che fai, ti incazzi?”. Lo studente quasi rassegnato disse di “no”, ed Auriti, con il suo tono tipicamente burbero, rispose “e allora io ti boccio”.
Giacinto Auriti - E' giusto che quando uno ha capito si incazzi!!
Video di Toni Ferrara
Rothschild : “Datemi il controllo del denaro di una nazione e non mi interessa chi farà le sue leggi”.
Il professor Auriti non ha mai mollato, anzi ha speso gli ultimi anni della sua vita combattendo contro i poteri bancari e contro il regime dell’usurocrazia che a suo avviso subordina la volontà popolare. Dopo aver spiegato gli stessi concetti espressi in questo articolo ad uno studente, gli chiese: “e adesso che fai, ti incazzi?”. Lo studente quasi rassegnato disse di “no”, ed Auriti, con il suo tono tipicamente burbero, rispose “e allora io ti boccio”.
Roma. È la notte del 10 gennaio del 2013. “Prima del movimento, io ho lavorato con il Professor Auriti” afferma Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle, pronunciando quel cognome quasi come fosse un lasciapassare. Ma chi è Giacinto Auriti?
Il Professor Giacinto Auriti ci ha lasciati nel 2006. È stato prima di tutto un giurista, un professore di Diritto Internazionale, Diritto Privato e Diritto della navigazione. Non era solo un accademico. Giacinto Auriti, come tutte le personalità dotate di inventiva e genialità, è stato un uomo che si è posto delle domande. Delle domande semplici, quasi banali, come, per esempio, a chi appartiene la moneta? La domanda così posta è spiazzante. Percorriamo a ritroso le varie tappe che la moneta segue prima di giungere nelle nostre mani, consentendoci di acquistare un caffè. La moneta che tocchiamo ci arriva direttamente dalle banche, che la cedono alla collettività; più specificamente la prestano. L’utilizzo della cartamoneta nasce dal fatto che, al fine di regolarizzare gli scambi all’interno della società civile, servisse un’unità di valore facilmente gestibile. Un tempo gli scambi venivano fatti con metalli preziosi, principalmente oro e argento. Ciò comportava difficoltà nel quotidiano, basti pensare al peso o al problema del trasporto.
Le banche iniziarono dunque a stampare cartamoneta, utilizzandola come valore corrispettivo dell’oro detenuto nelle loro riserve. Ad ogni banconota corrispondeva una certa quantità di oro metallo. Un esempio concreto: sulle vecchie lire era possibile notare la scritta “pagabile vista al portatore”. Significava che, in qualsiasi momento, era possibile per il possessore della banconota recarsi in banca e scambiare la stessa con la quantità d’oro corrispondente detenenuta nelle giacenze. Perchè questo meccanismo ha smesso di funzionare. Quando? Il 15 Agosto 1971, con la fine degli accordi Bretton Woods, quando sotto la presidenza Nixon gli Stati Uniti smisero di vincolare il dollaro alle riserve auree.
Di fatto, la Federal Reserve Bank cominciò a stampare moneta senza copertura aurea. La stessa cosa fu fatta dalle altre banche statali. Torniamo ora alla nostra domanda. A chi appartiene la proprietà della moneta? Alla luce dei fatti avvenuti nel 1971, la risposta del professor Auriti è: al popolo.
Il valore della moneta non corrisponde più alla quantità di oro presente nelle giacenze dato che quel corrispettivo non esiste più. Il suo valore è semplicemente pratico, commisurato ai meri costi di tipografia. Il che toglie la proprietà della moneta alle banche. Nonostante ciò le banche stampano banconote di grossa taglia e le prestano, pur sostenendo costi bassissimi (il costo di una banconota, che sia di 100 euro o di 100 pound è di pochi centesimi).
Come fa uno strato di filigrana costato così poco ad assumere un valore ed un potere di acquisto mille volte maggiore? Chi è il responsabile di un tale incremento di valore? I responsabili siamo noi. Noi popolo che “mettendoci d’accordo” attribuiamo alla moneta un certo valore per convenzione. Ciò fa di noi i legittimi proprietari della moneta.
Intervista a Michela Auriti (la figlia)
Il professor Auriti amava fare un esempio. Immaginate un’isola deserta, abitata da un solo uomo. Se quell’uomo inizia a stampare moneta, quale sarà il valore di quest’ultima? La risposta è zero. Ma se improvvisamente l’isola si popolasse, e quella moneta potesse essere utilizzata per scambi di beni e servizi, inizierebbe ad assumere un valore. L’acquisizione di valore da parte della moneta, avviene solamente dal momento in cui essa è accettata dalla collettività, che ne diviene di fatto la proprietaria. Naturalmente adesso sorge spontanea un’altra domanda: perchè le banche prestano,e soprattutto chiedono interessi su qualcosa di cui siamo noi stessi i proprietari? Il fenomeno appena descritto è quello del “signoraggio bancario”, definito come la differenza fra il valore nominale della moneta e quello reale (ovvero quello tipografico). Il valore di questa differenza diviene interamente profitto per le banche e per l’oligopolio dei banchieri. Fu proprio Auriti uno dei primi, almeno in Italia, a denunciare questo fenomeno. Il verbo denunciare non è scelto a caso, dato che arrivò a denunciare fisicamente agli organi competenti l’allora governatore della Banca D’Italia Antonio Fazio ed il Ministro del Tesoro, successivamente divenuto Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, conquistandosi così il consenso di molti cittadini. “La moneta, all’atto dell’emissione, è di proprietà dei cittadini italiani, ed è illegittimo l’attuale sistema di emissione monetaria che trasforma la Banca Centrale da ente gestore ad ente proprietario dei valori monetari”; così rispondeva Auriti quando gli si chiedeva a proposito delle accuse rivolte alla Banca D’Italia.
Consenso che gli è arrivato anche da gruppi politici eterogenei, dalla cosiddetta estrema sinistra e dalla cosiddetta estrema destra. Non a caso,fu proprio Ezra Pound a fare riferimento al signoraggio ancor prima del Professor Auriti. Ma se la moneta appartiene al popolo, come la mettiamo adesso con il debito? Già undici mesi prima dell’entrata in vigore della moneta unica, Auriti esprimeva le sue perplessità a riguardo. La BCE, così come le altre banche centrali, stampa moneta con lo stesso meccanismo prima descritto.
La leggenda di Giacinto Auriti e del Simec - Speciale Byoblu
Video Trasmesso il giorno 29 mag 2019
Auriti evidenziava un vuoto di giurisprudenza nel trattato di Maastricht: nessuna norma del trattato infatti legifera sulla proprietà dell’euro. Definiva poi l’euro la “Moneta avvelenata”, una “Moneta di debito”. Affermazioni che mai quanto oggi appaiono profetiche, e alla base delle ideologie politiche che proclamano il ripudio del debito. Auriti tentò anche di far circolare nella cittadina di Guardiagrele, in provincia di Chieti, una moneta chiamata SIMEC parallelamente alle lire. I SIMEC venivano ceduti alla pari in cambio di lire, e ritirati al doppio del valore originario. L’esperimento fu subito interrotto a causa del sequestro della nuova moneta da parte della Guardia di Finanza.
Fonte: L'esperienza Auriti: il professore che spiegò il signoraggio profetizzando il debito | di Kirios Di Sante | l'INTELLETTUALE DISSIDENTE
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