Come funziona un mercatino dell'usato
Il mercatino dell'usato - tecnicamente un'agenzia d'affari - collega un privato che vuole vendere delle cose che non gli servono (il venditore) con un altro privato che le vuole acquistare (l'acquirente). Il compenso dell'agenzia è una provvigione, calcolata sul prezzo di vendita (solitamente è il 50%).
Il business plan per un mercatino dell'usato
La crescita di fatturato del settore e l’aumento di attività operanti nel "second hand" indicano delle prospettive.
La concorrenza non è un problema lavorando con attenzione alla qualità dei prodotti. C’è spazio, clientela e materiale. Un aiuto normativo a supporto di tale attività arriva dall’Unione Europea.
Un progetto imprenditoriale parte da un visione iniziale per giungere ad una formula imprenditoriale concreta.
L'entusiasmo iniziale per la nuova idea può indurre a minimizzare o non considerare i dati non favorevoli al progetto.
Il business plan è il documento che aiuta a rendere concreta l' idea imprenditoriale:
- pianifica l'avvio della nuova attività e determina gli obiettivi che si vogliono raggiungere;
- analizza la strategia da adottare;
- evidenzia i problemi e i pericoli che potrebbero presentarsi e indica la validità e la fattibilità del progetto
Il business plan è sicuramente utile in fase di avviamento, in seguito ha rilievo come strumento per il controllo di gestione, consente di non perdere di vista quali sono gli obiettivi dell'azienda e di controllarne l'andamento.
E' necessario partire dalla visione imprenditoriale che dovrebbe analizzare:
- che cosa si vuole offrire;
- a chi lo si vuole offrire;
- come proporre l' offerta.
Il business plan inizia presentando l'idea imprenditoriale: un'accurata analisi del progetto, spiegando brevemente come funzionerà l'attività, evidenziando quali innovazioni porterà sul mercato.
- Punta sulle diffuse istanze di ecologia, riuso e riciclo.
- Evidenzia che il particolare sistema di vendita, in conto vendita, non ti espone ad alcun rischio sulla merce in vendita.
- Analizza i dati relativi al mercato dell'usato che evidenziano la forte crescita di questo settore.
- Prendi spunto anche dalle proposte di legge sul riuso, che potrebbe, in futuro, inquadrare in modo molto vantaggioso questo tipo di attività.
Passa a descrivere le componenti soggettive, cercando di dare un quadro preciso della tua persona o delle persone che comporranno la società che gestirà l'attività di mercatino dell'usato fornendo una sintesi del curriculum vitae della squadra che gestirà l'attività, completo di tutte le esperienze passate, è quindi rispondi alle seguenti domande:
- Perché vuoi aprire un mercatino dell'usato?
- Che tipo di esperienze hai?
- Perché vuoi investire in questo settore?
Analizza le componenti che ti hanno fatto decidere di aprire un mercatino dell'usato:
- Perché pensi che la tua attività avrà successo?
- Qual è la tua visione del mercato?
Analizza ora la struttura giuridica che hai previsto e approfondisci gli aspetti burocratici dell'attività, la licenza ove necessaria e la normativa di riferimento.
Devi entrare nel dettaglio di come funziona un mercatino dell'usato, in modo chiaro ed esaustivo, considera che chi leggerà il documento, potrebbe non conosce il settore.
- dove aprirai il tuo mercatino dell'usato;
- quali le caratteristiche del locale che hai scelto e la visibilità;
- quanti sono gli abitanti della zona in cui è posto il punto vendita;
- quali saranno i segmenti dei clienti ai quali ti rivolgerai;
- quale sarà il tuo piano di marketing;
- quali strumenti pubblicitari utilizzerai per promuovere la tua attività;
- quali saranno le categorie merceologiche dei prodotti che tratterai;
- come farai a reperire i prodotti da vendere;
- quali saranno le provvigioni che applicherai;
- quali saranno le le strutture locali con le quali opererai in sinergia;
- che tipo di tecnologia (software) andrai ad utilizzare per gestire il tuo mercatino dell'usato;
- chi saranno i tuoi concorrenti diretti e indiretti;
- perché un cliente dovrebbe scegliere la tua azienda;
- quali saranno gli obiettivi che ti proponi di raggiungere;
- quali saranno i punti di forza della tua attività rispetto al mercato?
- quali saranno i tuoi punti di debolezza e come intendi compensarli;
- quali potranno essere le situazioni che potrebbero minare la redditività del tuo mercatino dell'usato e come intendi prevenirle.
Un'analisi dettagliata comproverà passione ed impegno, elementi principali per la riuscita di qualisiasi progetto.
Fabbisogno finanziario di un mercatino dell'usato
Una sezione importanti del business plan è quella relativa all'analisi del fabbisogno finanziario, ovvero quanto denaro ti serve per avviare l'attività.
Questa analisi è molto articolata: per individuare tutte le spese è necessario un accurato lavoro di ricerca e di richiesta di preventivi.
Questa analisi è molto articolata: per individuare tutte le spese è necessario un accurato lavoro di ricerca e di richiesta di preventivi.
Se questa sezione sarà precisa, riuscirai a pianificare correntemente lo start-up e non avrai grosse sorprese. Le spese da analizzare sono quelle relative all'impostazione iniziale, da non confondere con le spese di gestione che vengono invece considerate nella sezione relativa alla previsione dei costi.
Nell'elenco che segue sono indicate le spese che sicuramente andranno inserite nel fabbisogno finanziario. L'elenco potrebbe non essere esaustivo per ogni situazione ma rappresenta una buona base di partenza.
- Cauzione affitto Gli importi da versare al proprietario del locale quale cauzione a garanzia dei futuri adempimenti. Normalmente la cauzione è pari a 2/3 mensilità di affitto e può essere oggetto di trattativa.
- Mediazione agenzia
E' l'eventuale quota, da versare all'agenzia immobiliare, per la mediazione. Normalmente è pari ad una mensilità d'affito o è pari al 10% dell'importo annuale del contratto. La quota può essere oggetto di trattativa. - Fidejussioni
Per le superfici medio grandi, usualmente, il proprietario richiede a garanzia una fidejussione bancaria o assicurativa, per un certo importo, pari di solito a 6 mensilità. La fidejussione è per la banca, un primo rischio assoluto, al pari di un fido di cassa. Di norma una fidejussione ha un costo (annuale) che va dall'1,7% al 2,5% dell'importo garantito, la richiesta può essere oggetto di trattativa. - Lavori di manutenzione ordinarie e straordinaria
In questa voce vanno inseriti gli importi dei preventivi relativi ai lavori ordinari (pittura) e straordinari (adeguamento impianti, pavimentazione, illuminazione, riscaldamento, lavori di muratura, impianti idraulici, richiesta del certificato di prevenzioni incendi) che, dopo la trattativa con il proprietario, sono rimasti a carico del conduttore. - Costituzione società e adempimenti burocratici: l'onere necessario per costituire la società (spese notarili), per l'apertura della partita iva e per l'iscrizione alla camera di commercio.
- Impostazione contabile, fiscale, giuridica E' il costo da sostenere per la consulenza dei professionisti (avvocato, commercialista, consulente del lavoro) per poter impostare correttamente questo tipo di attività.
- Allacciamenti utenze per le utenze: telefono, energia elettrica, gas metano, acqua.
- Allestimenti punto vendita Per una corretta impostazione dell'area destinata alla vendita: area cassa, scaffalature, appenderia, allestimenti dei reparti.
- Insegna e visibilità esterna
Insegna, cartellonistica stradale, indicazioni stradali. - Promozione d'avvio Ovvero quello che è stato previsto nel piano marketing, per avviare il mercatino dell'usato. Il costo della promozione d'avvio dovrebbe corrispondere ad almeno il 3% del venduto annuale, calcolato considerando il pieno regime dell'attività.
- Impianto antifurto e antitaccheggio E' il costo da sostenere per gli impianti necessari a garantire la sicurezza delle merci e di conseguenza del gestore.
- Hardware e Software È il costo per l'hardware e per il software di gestione del mercatino dell'usato.
- Franchising
Nel caso si intenda aderire ad un franchising va inserito nel business plan il costo di affiliazione. - Liquidità di gestione Per avviare l'attività avrai la necessità di una certa liquidità per la gestione dei primi mesi dell'attività; in fase iniziale il fatturato non potrà garantirti la copertura dei costi.
Il totale sarà il fabbisogno finanziario, ovvero la quantità di denaro che ti servirà per avviare l'attività. Con questa analisi sarai in grado di rappresentarti, a priori, l'entità dell'investimento che dovrai sostenere e per chiedere quindi un finanziamento adeguato. Il fabbisogno andrà poi suddiviso in quote mensili, quale voce di ammortamento del capitale investito, che andrà poi sommato agli altri costi mensili.
La previsione dei costi di un mercatino dell'usato
La previsione dei costi è una sezione fondamentale del business plan, ovvero le spese mensili che dovrai sostenere per il funzionamento del tuo mercatino dell'usato. Le variabili sono molteplici e vanno tutte correttamente analizzate.
Fonte: ALESSANDRO GIULIANI.it
Cosa si deve fare per l'apertura?
Aprire un negozio di usato, definito mercatino, pur quando all’interno di un locale chiuso. Le norme di riferimento e l’iter burocratico è lo stesso rispetto ad un normale negozio. Si deve, in ogni caso, definire il tipo di attività, scegliendo il settore di pertinenza, a seconda della merce che si desidera commerciare. Vi è l’opportunità di vendere articoli di differenti settori merceologici.
Per quantificare i costi è necessario tenere conto di diversi fattori, legati al territorio in cui si interviene e all’esperienza personale. Il primo passo è l’individuazione di un locale da utilizzare per il negozio. Due dati utili riguardano la metratura: in generale, secondo le varie esperienze, servono 200 metri quadri per un negozio monotematico, mentre se si trattano oggetti provenienti da diversi ambiti, i metri quadri diventano minimo 600.
Il mercatino, in particolare quello pluritematico, va aperto in un punto strategico, dove le macchine possono arrivare: impensabile aprire un mercatino dell’usato in centro, i locali costano veramente troppo e un enorme spazio avrebbe un costo esorbitante, quindi dovrai considerare la periferia, un consiglio è di prenderlo vicino a grandi centri commerciali; le persone vanno lì per comprare oggetti, non vanno di fretta, hanno tempo e una occhiata al mercatino ce la butteranno sempre, magari per cercare l’affare che stanno cercando.
Aprilo a pianoterra: arrivare e dover far delle scale, comprare qualcosa di ingombrante e dover scendere le scale o portare qualcosa di ingombrante da vendere e dover fargli fare le scale? Molto meglio che il mercatino sia tutto a pianoterra.
Il mercatino, in particolare quello pluritematico, va aperto in un punto strategico, dove le macchine possono arrivare: impensabile aprire un mercatino dell’usato in centro, i locali costano veramente troppo e un enorme spazio avrebbe un costo esorbitante, quindi dovrai considerare la periferia, un consiglio è di prenderlo vicino a grandi centri commerciali; le persone vanno lì per comprare oggetti, non vanno di fretta, hanno tempo e una occhiata al mercatino ce la butteranno sempre, magari per cercare l’affare che stanno cercando.
Aprilo a pianoterra: arrivare e dover far delle scale, comprare qualcosa di ingombrante e dover scendere le scale o portare qualcosa di ingombrante da vendere e dover fargli fare le scale? Molto meglio che il mercatino sia tutto a pianoterra.
L’edificio in cui si apre il negozio non deve essere troppo umido e funzionale rispetto all’attività e ai prodotti messi in vendita. Bisogna scegliere la posizione. Deve essere ben inserito nel centro abitato, facilmente raggiungibile e con una buona area di parcheggio.
La clientela è variegata, è importante avere regole precise su cui lavorare per acquisire la merce o tenerla in conto vendita, in modo da definire le commissioni o i rapporti con gli acquirenti e coloro che sono interessati a vendere i loro oggetti usati. In proposito bisogna stipulare dei veri e propri contratti con i venditori, con la descrizione della merce, l’indicazione delle parti, del prezzo di vendita, della percentuale da corrispondere al titolare del negozio, quindi i riferimenti per gli eventuali contenziosi.
Il sistema della vendita senza l’acquisto della merce, in accordo con il proprietario originario dell’oggetto, consente di risparmiare denaro sull’investimento iniziale e sulla gestione dell’attività. Un fattore importante per coloro che non hanno disponibilità finanziarie di una certa entità è quello di non dover rinunciare a realizzare il progetto di aprire un negozio di usato.
Procedure fiscali differenti dagli altri negozi
In primis, va precisato che questo tipo di impresa è assimilabile all’agenzia di servizi. L’IVA non viene cancellata, ma applicata secondo le fatture emesse per le vendite. La differenza è incentrata sull’applicazione dell’Iva circa la merce trattata in modalità di conto vendita. In questo caso vi è la totale esenzione dell’imposta sul valore aggiunto perché vale come vendita tra privati.
Chi desidera aprire un negozio di usato può rivolgersi ad un commercialista per conoscere nel dettaglio le regole e le opportunità riservate al tipo di impresa per evitare di commettere errori e incorrere in sanzioni. Le eventuali provvigioni, se si sceglie una modalità di vendita differente, così come l’emissione di fattura portano la situazione al normale regime fiscale dei negozi.
Il calcolo da fare dipende dai tanti fattori già menzionati, tuttavia, va ricordato che si devono mettere in conto l’acquisizione del negozio o il suo affitto, le spese di allestimento, di costituzione dell’impresa, delle utenze, delle pulizie, degli eventuali dipendenti e della promozione. Va aggiunta la necessaria spesa per un commercialista che segua le pratiche. Ci sono poi altre strade che potrebbero consentire variazioni sulle spese generali. C’è l’opportunità di aprire un franchising, utilizzando un marchio con diffusione nazionale.
Si può inoltre pensare al commercio online, allestendo un negozio su internet e dovendo fisicamente avere soltanto un magazzino. Una modalità nuova, che non assicura un risparmio. Il web richiede un lavoro costante, la capacità di conservare la merce e di curare la logistica per la spedizione dei materiali. Utile avere un preventivo da un’agenzia web per l’e-commerce e di in agenzia di trasporti per valutare la convenienza.
Fonte: APRIRE UN NEGOZIO DI USATO: TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE | Studio Allievi
Perchè aprire un mercatino dell’usato?
Quando si vuol vendere una cosa di seconda mano, la cosa più semplice da fare è quella di metterla in vendita online, ma la vendita online ha un enorme ed insuperabile problema: le cose che compriamo non le vediamo se non in foto e non le tocchiamo.
La principale ragione che spinge una persona a comprare un oggetto usato in un negozio reale è la soddisfazione o la certezza in un certo qual senso che l’oggetto che compri lo vedi, lo tocchi e tutto questo non è poco, nonostante quello che dicono quelli che lavorano sul web.
Un vestito lo puoi provare, come puoi vedere di persona il colore di un oggetto usato ma il tripudio per il compratore che entra in un mercatino sono le cose non indispensabili.
Cosa fare per aprire un mercatino dell’usato di seconda mano: semplici consigli per trovarsi un lavoro altamente remunerativo perchè ha pochissime spese.
Prendere un grande capannone in un posto strategico della città: una volta che si sarà sparsa la notizia, ci saranno molte persone che vorranno provare a vendere le loro cose. Ci vuole un grande spazio per l'esposizione, ci vogliono centinaia di metri quadri di esposizione per poter allestire un mercatino dell’usato che concorrenziale che abbia un po’ di tutto, e bisogna sistemarlo in uno spazio espositivo adeguato. Parliamo di una superficie superiore ai 500 mq., meglio se mille o anche duemila metri quadrati.
Aprirlo in un punto strategico, dove le macchine possono arrivare.
Aprilo a pianoterra: molto meglio che il mercatino sia tutto a pianoterra.
Un ampio parcheggio: bisogna che sia munito un ampio parcheggio.
Regime di tassazione e rilascio di permessi:
Come tutte le attività per il pubblico, anche i mercatini dell’usato devono seguire alcune regole ed avere dei permessi per poter operare:
Aprire una partita IVA:
- E’ la prima cosa da fare, appena stipulato il contratto di affitto per un capannone. Il regime fiscale stabilito dall’Agenzia delle Entrate, sarà quello di una Agenzia d’Affari.
- Bisognerà fare una S.C.I.A. presso il Comune dove si trova il mercatino (Segnalazione Certificata di Inizio Attività).
- Si consiglia di far seguire queste pratica da un commercialista, il quale poi terrà i conti della partita Iva.
Dichiarazione di inizio attività
Quando presenterete la SCIA questa dovrà essere corredata da:
- Documento/i di identità
- Partita IVA
- Contratto di affitto ( atto di proprietà) del locale
- Permesso di agibilità del locale stesso. ( Di solito ce l’ha il padrone di casa, ma si può sempre richiederne una copia all’Ufficio Tecnico del Comune).
Farsi pubblicità
- Importante fare una grande campagna pubblicitaria appena si apre.
- Non importa farla DOPO, non importa che la campagna pubblicitaria sia costante, è invece importante che tutti sappiano che in quel determinato posto c’è un mercatino dell’Usato.
Fiscalità Mercatino dell’Usato:
Un mercatino dell’usato è considerato come una Agenzia di Affari.
- Il mandato di vendita: è il contratto che si stipula con il cliente che lascia al mercatino un oggetto da vendere. Nel mandato di vendita, è specificato l’oggetto ed il prezzo. Il prezzo totale dovrà dividersi equamente tra padrone dell’oggetto e mercatino.
- Quanto è la percentuale del mercatino sul prezzo finale di vendita? Dipende, molti mercatini fanno una tariffa fissa del 50%. In alcuni casi c’è una tariffa progressiva. Ad esempio: se un oggetto costa meno di 200 euro la tariffa è del 50%, se il prezzo di vendita è dalle 200 alle 500 euro la tariffa è del 40% ( cioè 40% al mercatino e 60% al cliente), se è superiore a 1.000 euro la tariffa può essere del 30%. Si tratta di un contratto tra 2 privati, non esistono ‘albi dei mercatini’, quindi ogni mercatino può mettere la tariffa che vuole e colui che vuole vendere un oggetto di seconda mano, è libero di scegliere il mercatino che vuole.
- I soldi al venditore saranno dati DOPO LA VENDITA, così come il mercatino prenderà la sua provvigione solo dopo che l’oggetto sarà venduto.
- Nel caso in cui l’oggetto venga venduto e per 12 mesi il padrone dell’oggetto non si è fatto sentire, il mandato di vendita decade e i soldi andranno tutti al Mercatino. Nel contratto di mandato di vendita deve essere specificata questa clausola.
Conclusioni: soldi facili, ma non troppo.
La cosa positiva di aprire un Mercatino dell’usato: le altissime provvigioni senza spendere 1 centesimo. A parte i costi di gestione del locale, del personale (non specializzato), del commercialista, cioè i normali costi di un’altra attività, il costo per il materiale è pari a zero. E' consigliata una assicurazione sui furti, in modo che se ci dovessero essere dei furti, i proprietari degli oggetti possano essere rimborsati dall’assicurazione.
Va considerato che su qualsiasi cosa che vi portano avete un guadagno che va dal 30% al 50%, che nonostante Iva e spese da pagare, non è da considerarsi poco.
Lo sviluppo e l’evoluzione dei mercatini dell’usato sembra che per alcuni abbia avuto un calo recentemente. Aprirne uno dove già ce ne sono presenti, se non ci si diversifica nell'offerta e nelle formule, è anti produttivo, ma ci sono ancora molti posti e paesi dove questo tipo di attività è assente o quasi.
Fonte: Come aprire un Mercatino dell’usato e guadagnare soldi senza spese | ECONOMIA ITALIA
__________
Come gestire le marche da bollo in un mercatino dell'usato
Gli incassi di un mercatino dell'usato, impostati come agenzia d'affari, sono composti prevalentemente da 2 elementi:
- le provvigioni, che rimangono al mercatino;
- i rimborsi, che vanno al cliente venditore.
Le provvigioni relative a servizi, solitamente soggette ad Iva, sono esenti dall'imposta di bollo (che si assolve tipicamente con la marca da bollo), i rimborsi, invece, essendo somme rimborsate per le vendite effettuate da parte di un privato, sono emessi fuori campo Iva e come tale sono soggetti all'applicazione della marca da bollo.
A fronte del ruolo di rilevanza nella gestione di un mercatino dell'usato, l'articolo della Argentini offre una guida pratica sull'imposta di bollo e modalità di assolvimento, in merito al documento attraverso il quale viene emesso il rimborso, sia esso cartaceo o elettronico.
La marca da bollo è un tributo alternativo all'IVA e va applicata esclusivamente su documenti emessi senza l'addebito dell'Iva. In particolare:
- va applicata su tutti i documenti di rimborso con importi superiori a € 77,47, siano essi in formato cartaceo che elettronico;
- non va applicata su documenti di rimborso con importi inferiori a € 77,47;
- se i documenti di rimborso presentano contemporaneamente importi soggetti ad IVA ed importi non soggetti, va applicata solo qualora gli importi non soggetti ad IVA siano superiori a € 77,47.
L'importo della marca da bollo, qualora sia dovuta, è di €2,00.
Le modalità di assolvimento dell'imposta di bollo su documenti di rimborso cartacei, ai sensi del D.P.R 642 del 1972 , sono le seguenti:
- attraverso l'acquisto, l'applicazione e l'annullamento della marca da bollo cartacea, il cd. contrassegno telematico (marca da bollo cartacea);
- in modo virtuale (marca da bollo virtuale);
Marca da bollo cartacea
La marca da bollo cartacea è costituita da un contrassegno telematico adesivo, acquistabile presso tutti i rivenditori di valori bollati (tabaccherie e simili). È consigliabile farsi sempre rilasciare dal rivenditore una ricevuta di acquisto, relativa alle marche da bollo acquistate, così da poter evidenziare il costo nella propria contabilità.
Per essere considerato regolare, quando applicato sul documento di rimborso, il contrassegno deve riportare una data di emissione uguale o antecedente a quella del documento stesso.
Secondo la risoluzione 444/E del 2008, l'obbligo di apporre il contrassegno sulle fatture è a carico di chi emette il documento e quindi del mercatino dell'usato, mentre per il pagamento dell'imposta e per eventuali sanzioni amministrative sono solidalmente responsabili sia il mercatino dell'usato che il cliente.
Se il mercatino dell'usato, infatti, non appone il contrassegno, sarà il cliente a dover pagare l'imposta di bollo.
Il registro degli affari per un mercatino dell'usato
Una delle questioni dibattute nel settore è quella della modalità di tenuta del registro degli affari.
Un agenzia d'affari, così come stabilito dagli articoli 120 e 219 del TULPS (Testo Unico Legge Pubblica Sicurezza), è infatti tenuta a redigere e a mantenere aggiornato il cd. registro degli affari. Per ottemperare a questa norma, l'agenzia d'affari deve predisporre una serie di fogli numerati che vanno a comporre tale registro, compilando o stampando, di seguito e senza spazi in bianco, tutte le operazioni effettuate.
Vanno indicate le operazioni di carico, di scarico, di reso e le variazioni di prezzo per gli articoli in carico.
Pur sconsigliando vivamente la tenuta manuale del registro, visto l'enorme numero di movimenti effettuati da un mercatino dell'usato, viene segnalato che, nel caso, è disponibile un apposito Registro Buffetti.
Tenuta del registro affari con modalità informatiche
Gli adempimenti formali e le modalità per la tenuta di tale registro sono disciplinati dall’art. 16 del Regio Decreto 6 maggio 1940 n. 635, Approvazione del Regolamento per l’esecuzione del TULPS.
In materia di semplificazione amministrativa, i registri previsti dal T.U.L.P.S possono essere tenuti con modalità informatiche, in allineamento al sistema vigente dal 1994 per tutti i libri e giornali obbligatori a carattere cronologico.
Principio generale: qualunque atto e documento formato con strumenti informatici o telematici è valido e rilevante a tutti gli effetti di legge. Salve le eccezioni eventualmente previste dai regolamenti attuativi settoriali, si può dunque affermare la piena legittimità degli stampati di libri e scritture contabili tenuti o predisposti con sistemi meccanografici o informatici, a prescindere dall’hardware o dal software utilizzato, purché sia garantito e verificabile il rispetto della normativa applicabile a ciascun tipo di documento per quanto attiene alla sua regolare tenuta.
Stampa e compilazione del registro degli affari
Il TULPS prescrive che nel registro vengano indicate, di seguito e senza spazi in bianco, tutte le operazioni effettuate nell'esercizio dell'Agenzia d'Affari.
Interpretando la normativa si ritiene che vada indicato, operazione per operazione:
- il numero del movimento progressivo;
- cognome, nome, indirizzo, cap, città, provincia del venditore (la legge lo chiama committente);
- i riferimenti del documento di identificazione del venditore (tipo documento, numero e data di rilascio, ente che lo ha rilasciato);
- la data dell'operazione;
- la descrizione del singolo articolo, la quantità, il prezzo e la percentuale di provvigione pattuita;
- la causale del movimento (preso in conto vendita, ceduto per mandato, reso, variazioni di prezzo).
Alcuni comuni confondono il registro degli affari con il registro per il commercio di beni usati, antichità e preziosi, previsto dagli articoli 126 e 128 del TULPS, che prevede che il registro di chi fa commercio di cose antiche od usate o di chi commercia o fabbrica oggetti preziosi deve, agli effetti dell'art. 128 della Legge, indicare, di seguito e senza spazi in bianco, il nome, cognome e domicilio dei venditori e dei compratori, la data dell'operazione, la specie della merce comprata o venduta ed il prezzo pattuito.
Nel registro degli affari è quindi obbligatorio indicare i soli dati del cliente venditore e non quelli dell'acquirente.
Fonte: ALESSANDRO GIULIANI.it
Come si rifornisce un mercatino dell’usato?
Il vantaggio, il grande pregio di quest’attività è rappresentato dall’assenza di ingenti nvestimenti iniziali per effettuare l’assortimento della merce. I vostri fornitori saranno i clienti stessi: privati che per un motivo o per l’altro hanno bisogno di fare spazio in casa, vogliono riciclare delle cose che non usano e che sono ancora in buono stato, magari realizzandoci sopra un buon guadagno.
COME SI RICERCANO I CLIENTI FORNITORI?
Il modo migliore per acquisire clienti venditori è quello di avviare l’attività con una base pubblicitaria. La fase di lancio è fondamentale per partire per fare un bell’assortimento iniziale di merce. Non a caso, la pubblicità sarà la voce di bilancio più pesante. Tale voce graverà in particolar modo nel primo anno di attività.
La selezione della merce
Durante la fase di assortimento, dovrete fare particolarmente attenzione alla cernita della merce portata in conto vendita. Alcuni errori durante la fase di selezione possono costare davvero caro alla vostra attività, rovinando la reputazione del mercatino ancor prima di iniziare. La merce presa in conto vendita, deve essere in ottimo stato e deve possedere tutta una serie di caratteristiche finalizzate a garantirne una vendita. Tra queste, la caratteristica fondamentale è il prezzo: deve essere invitante per l’acquirente, al contempo deve garantire un realizzo economico soddisfacente sia per il venditore sia per il titolare del mercatino.
Il vostro obiettivo principale, sarà quello di garantire ai clienti delle proposte sempre nuove. Un assortimento statico infatti, porterebbe il cliente a perdere interesse per la vostra attività. Un continuo rinnovo dei prodotti posti in vendita solleticherà la curiosità dei potenziali acquirenti che saranno più propensi a farvi periodicamente visita.
La disposizione dei prodotti e i rapporti con i clienti
La tecnica espositiva della merce e il modo di relazionarsi con la clientela, faranno decisamente la differenza. Considerate le vetrine come il biglietto da visita della vostra attività. Attraverso l’esposizione, dovrete riuscire a carpire l’attenzione dei clienti al di là del vetri e ad indurre in loro il proposito di entrare per esplorare le vostre proposte. Anche la disposizione interna deve essere curata e deve trasmettere al cliente le sensazioni di ordine e pulizia. Una corretta esposizione della merce consentirà di individuare più velocemente gli oggetti di maggiore interesse.
I rapporti con i clienti si coltivano con passione, dovete diventare, per chi compra e per chi vende, un punto di riferimento, il porto sicuro in cui concludere ottimi affari. La gentilezza e la cortesia sono gli elementi che dovranno essere posti alla base della vostra attività, e all’occorrenza, di tanta pazienza e tolleranza. La vostra attività è incentrata sulle pubbliche relazioni, pertanto vi troverete a confrontarvi quotidianamente, con una pluralità di soggetti e tra questi potreste trovarne anche alcuni sgradevoli.
Come deve essere inquadrato un mercatino dell’usato?
Quest’attività, è fiscalmente assimilata alle agenzie di servizi. Il titolare è a tutti gli effetti un intermediario che offre il proprio servizio, finalizzato a favorire l’incontro tra domanda ed offerta di un determinato bene e gestire quindi la conclusione di un affare che vede protagonisti due soggetti privati.
Particolarità dell’assoggettamento all’Iva
Va posta attenzione nella tenuta della contabilità e nella contemplazione o meno dell’Iva nelle transazioni. Più precisamente, in quest’attività si distinguono distinte due situazioni:
Nel caso in cui vendiamo un bene preso in conto vendita la transazione è riconosciuta come compravendita tra privati e come tale è considerata operazione fuori campo iva. Al cliente acquirente non sarà rilasciato lo scontrino fiscale ma una semplice ricevuta valida soltanto ai fini della certificazione dell’acquisto.Il discorso cambia nel momento in cui il titolare del mercatino storna dal prezzo totale la propria provvigione. In questo caso infatti la provvigione rappresenta il guadagno riconosciuto a fronte della prestazione del servizio di intermediazione e come tale deve essere fatturato e assoggettato ad Imposta.
Precisiamo, nel momento in cui vendete il bene, il cliente vi corrisponderà tanto la vostra provvigione, quanto la parte da riconoscere al venditore. Per ottimizzare la gestione della contabilità è buona norma tenere sempre aggiornato il conto delle cifre da dover corrispondere ai venditori, registrando su un apposito elenco ogni movimentazione contabile del denaro. Soprattutto cercate di mettere questi soldi da parte, in questo modo eviterete di spendere cifre non vostre.
Una precisazione è necessaria circa la conservazione dei beni presi in conto vendita. Sarete infatti responsabili di eventuali danni o furti relativi ai suddetti oggetti e pur non contemplando di solito la vendita di beni di grande valore, è sempre meglio stipulare per il vostro mercatino, un’assicurazione professionale che vi metta al riparo da ogni tipo di problema.
Il mercatino dell’usato in franchising
Nel settore non mancano le proposte in franchising. Tra le offerte, potrete trovare quella che risponde alle vostre esigenze. Nel mondo del mercatino dell’usato, oltre ad offrire i soliti vantaggi ormai ben noti a tutti (sfruttamento del marchio noto, assistenza in fase di start-up e così via), l’affiliazione ad una catena di franchising consente anche di ottenere in alcuni casi, la merce direttamente in conto vendita. Sono direttamente i franchisor quindi che si preoccupano di fare il primo assortimento e a garantire il periodico rinnovo degli oggetti in vendita, voi dovrete soltanto vendere la merce. In quest’attività sarete sempre seguiti e supportati dalla casa madre. Come al solito quindi il franchising semplifica la vita imprenditoriale, ma come sempre limita la libertà decisionale dell’imprenditore.
Argomenti correlati:
«La differenza tra le persone sta solo nel loro avere maggiore o minore accesso alla conoscenza» (Lev Tolstoj)
La rassegna stampa è una sintesi e fornisce i riferimenti dell'articolo (testata, autore, titolo) per reperire sul quotidiano o altra fonte l'articolo completo.
Si declina ogni responsabilità per errori od omissioni, nonché per un utilizzo improprio delle immagini o non aggiornato delle notizie e delle informazioni.
Gabriella Filippone Blog | Giuridica News | Rassegna news giuridiche Avv. Gabriella Filippone
Nessun commento:
Posta un commento
Lascia un commento