LIRA ITALIANA/ immagine via Amazon
Bancote italiane usate | via Ebay
IMMAGINI via WIKIPEDIA |
Come biasimare l' assunto di Tiziana Teodosio e non ricordare?
In effetti nemmeno con la lira ce la spassavamo, non tutti ad ogni modo e la classe politica era asfissiante in modo insopportabile.
Con l'Euro hanno ulteriormente complicato il quadro portando povertà diffusa in Italia e nei Paesi mediterranei in genere e tanti altri guai, compresa la classe politica e finanziaria "patriottica" e i cd. POTERI FORTI (quelli nazionali, quelli tedeschi, quelli europei e quelli globali) che imperversano tramite i media nel rappresentarsi e stabilizzarsi come un guaio nell'immaginario collettivo: l'euro in tutta la sua controversa e deleteria natura di generatore di diseguaglianze.
"Da uno studio di un think tank tedesco (CEP) emerge che: “OGNI ITALIANO HA PERSO 75 MILA EURO CON L’INTRODUZIONE DELL’EURO, OGNI TEDESCO NE HA GUADAGNATI 23 MILA”!
Siete ancora convinti che l’Euro ci ha regalato benessere e pace?"
Siete ancora convinti che l’Euro ci ha regalato benessere e pace?"
Con la moneta unica in 20 anni ogni tedesco ha guadagnato 23 mila euro, ogni italiano ne ha persi 75 mila
Report del think tank tedesco Cep sui vincitori (Germania e Olanda) e i vinti (Italia e Francia) della moneta unica oggi controversa
Da quando c'è l'euro, ogni cittadino tedesco ha guadagnato in media 23mila euro, ogni italiano ne ha persi 74mila. La Germania è "di gran lunga" il Paese che più ha tratto profitto dall'entrata in circolazione della moneta unica, l'Italia quello che ci ha rimesso di più. Nel suo ventesimo anniversario, l'euro si mostra in tutta la sua controversa natura di generatore di diseguaglianze. È quanto emerge dal rapporto "20 anni di Euro: vincitori e vinti", del think tank Cep (Centre for European Policy) di Friburgo. Secondo lo studio, il problema della competitività tra i vari Paesi dell'eurozona "rimane irrisolto e "deriva dal fatto che i singoli paesi non possono più svalutare la propria valuta per rimanere competitivi a livello internazionale". Dall'introduzione dell'euro, un'erosione della competitività internazionale ha portato "a una minore crescita economica, a un aumento della disoccupazione e al calo delle entrate fiscali. La Grecia e l'Italia, in particolare, stanno attualmente attraversando gravi difficoltà a causa del fatto che non sono in grado di svalutare la propria valuta".
lunedì 6 gennaio 2014
CRIMINAL MINDS
https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_-faGzEFKznjsVOUeeAtMu0ZoR2ZeWueQXf3q9FuK5-XngZOtzosYUNe1Ye4fkayHIz2tMapFULaiWSwzOfnEFC4AgggcTmvLNNNjm19k6mevV2jrQEqCWoU_eZVsl8qWeXuY_OEQD-AM/s1600/134010779-72d26201-f8b9-417f-abb6-e99dc724858a.jpg |
L'Europa criminale, quella delle banche e della finanza. Il filosofo e saggista Diego Fusaro non ha esitato a definire l'Europa come un progetto criminale, fondata sul debito e sull'asservimento economico dei suoi popoli. (vedi video: http://www.youtube.com/watch?v=boy_RvF1s_o)
Popoli e nazioni non contano come soggetti politici sociali.
Dimenticata completamente l'etica delle priorità. Disoccupazione, imprese che falliscono e miseria non sono sinonimi di pace europea.
Il modello di Europa proposto sembra avere come scopo e interesse la tutela del sistema bancario e dell'alta finanza, mentre la vita e il benessere delle popolazioni occupa un ruolo marginale e di secondo piano.
L'austerity, imposta da una politica elitaria e disumana, sembra concepita per salvaguardare ad ogni costo ed oltre ogni ragionevolezza, il sistema bancario internazionale, uccidendo l'economia, le imprese, destabilzzando lavoratori e professionisti. Così legittimando negli Stati impoveriti l'imposizione di una tassazione ormai da tempo fuori misura e fuori controllo.
"La ricerca di giustizia e di libertà all'interno dell'alienazione contemporanea - per il filosofo e saggista Fusaro - implica la riattivazione di una prassi trasformatrice volta a superare il presente: oggi viviamo in una società livida fatta di individui isolati, incazzati, giustamente, ma impotenti perchè paradossalmente c'è una tale miseria, un tale sfruttamento, un tale senso di ingiustizia che basterebbe a fare eplodere dieci rivoluzioni francesi e quindici rivoluzioni russe e invece questo senso di rabbia implode nella coscienza dell'individuo, ammotulisce nella mestizia solitaria".
"Occorre scardinare l'ideologia del mercato, - prosegue Fusaro - cioè il monoteismo del mercato che si determina in molti modi, uno dei quali è l'odierna Europa, in realtà non esiste l'Europa (UE), oggi esiste l'euro, la moneta unica, il modo in cui in un colpo solo sono stati cancellati 150 anni di diritti sociali guadagnati".
Diego Fusaro considera che con "l'euro si stanno ottenendo quei risultati che non si erano ottenuti tramite i carri armati negli anni '30 e '40, in cui il vecchio ultimatum militare è sostituito dal nuovo ultimatum dell'adeguamento alle leggi finanziarie, in cui sull'altare del capitalismo vengono sacrificati i popoli, quello greco e prossimamente magari quello italiano."
Occorre la possibilità di riformare l'Europa in atto, "quest'Europa così com'è non è un primo passo verso l'Europa vera, è un tentativo fallito tragicamente".
Sostiene quindi Diego Fusaro anche la possibilità di "uscirne prima possibile, prima che inizi quella che Puccini chiama la notte che non conosce il mattino" in quanto "l'euro oggi è insostenibile" e giudica il fatto che nessuna forza politica lo dica apertamente come un segno della miseria dei tempi.
L'auspicio di Fusaro: "ricostruire una nuova Europa basata sul libero riconoscimento di stati sovrani uguali e democratici". (vedi video: http://www.youtube.com/watch?v=BnteBbPqtoY )
Dimenticata completamente l'etica delle priorità. Disoccupazione, imprese che falliscono e miseria non sono sinonimi di pace europea.
Il modello di Europa proposto sembra avere come scopo e interesse la tutela del sistema bancario e dell'alta finanza, mentre la vita e il benessere delle popolazioni occupa un ruolo marginale e di secondo piano.
L'austerity, imposta da una politica elitaria e disumana, sembra concepita per salvaguardare ad ogni costo ed oltre ogni ragionevolezza, il sistema bancario internazionale, uccidendo l'economia, le imprese, destabilzzando lavoratori e professionisti. Così legittimando negli Stati impoveriti l'imposizione di una tassazione ormai da tempo fuori misura e fuori controllo.
"La ricerca di giustizia e di libertà all'interno dell'alienazione contemporanea - per il filosofo e saggista Fusaro - implica la riattivazione di una prassi trasformatrice volta a superare il presente: oggi viviamo in una società livida fatta di individui isolati, incazzati, giustamente, ma impotenti perchè paradossalmente c'è una tale miseria, un tale sfruttamento, un tale senso di ingiustizia che basterebbe a fare eplodere dieci rivoluzioni francesi e quindici rivoluzioni russe e invece questo senso di rabbia implode nella coscienza dell'individuo, ammotulisce nella mestizia solitaria".
"Occorre scardinare l'ideologia del mercato, - prosegue Fusaro - cioè il monoteismo del mercato che si determina in molti modi, uno dei quali è l'odierna Europa, in realtà non esiste l'Europa (UE), oggi esiste l'euro, la moneta unica, il modo in cui in un colpo solo sono stati cancellati 150 anni di diritti sociali guadagnati".
Diego Fusaro considera che con "l'euro si stanno ottenendo quei risultati che non si erano ottenuti tramite i carri armati negli anni '30 e '40, in cui il vecchio ultimatum militare è sostituito dal nuovo ultimatum dell'adeguamento alle leggi finanziarie, in cui sull'altare del capitalismo vengono sacrificati i popoli, quello greco e prossimamente magari quello italiano."
Occorre la possibilità di riformare l'Europa in atto, "quest'Europa così com'è non è un primo passo verso l'Europa vera, è un tentativo fallito tragicamente".
Sostiene quindi Diego Fusaro anche la possibilità di "uscirne prima possibile, prima che inizi quella che Puccini chiama la notte che non conosce il mattino" in quanto "l'euro oggi è insostenibile" e giudica il fatto che nessuna forza politica lo dica apertamente come un segno della miseria dei tempi.
L'auspicio di Fusaro: "ricostruire una nuova Europa basata sul libero riconoscimento di stati sovrani uguali e democratici". (vedi video: http://www.youtube.com/watch?v=BnteBbPqtoY )
Riporto, sul tema, un articolo di Roberto Cataldi pubblicato stamani sul sito Studio Cataldi.it.
Europa criminale
di Roberto Cataldi - No, non sto parlando dell'Europa del colonialismo, delle guerre di religione, e neppure di quell'Europa profondamente razzista della Seconda Guerra Mondiale. Ogni momento storico ha il suo crimine. Oggi si punta sempre più spesso il dito contro quell'UE che noi stessi abbiamo a lungo desiderato e sognato, specie dopo la fine dei conflitti, quando l'unione sì che faceva la forza.
Decenni fa, il progetto di un unico grande paese fondato sui valori di pace e prosperità sembrava l'unica via da percorrere per sfuggire ai totalitarismi e alle personalità guerrafondaie dei leader.
Oggi cosa resta del sogno di un tempo? Un'Europa messa in ginocchio dalla crisi, un'autorità che si sta dimostrando sempre più lontana dalla realtà e dalle aspettative dei cittadini; e differenze culturali che mettono in ombra affinità e senso di coesione.
L'Europa criminale oggi è l'europa delle banche e della finanza.
Segnalo altresì, tramite il Blog Voci dall'estero l'emittente araba Al Jazeera, con l'articolo di un giovane attivista tedesco Mark Bergfeld, che ribadisce: il miraggio degli impossibili "Stati Uniti d'Europa" è la foglia di fico che copre un progetto di dominazione imperialista. La Merkel oggi, come Napoleone ieri, suscita ammirazione e odio, nazionalismi in patria e all'estero, egemonizza l'Europa e per fare questo conta sull'appoggio delle élite locali che reputano "superiori" i valori "dell'invasore".
La donna simbolo di questa Unione Europea è una figura che suscita largo dissenso nel sud Europa. Riesce a contare sui capi di stato: la stampa greca ha etichettato il primo ministro Antonis Samaras e il suo vice, Evangelos Venizelos, come "Merkelitses" - seguaci della Merkel; Manuel Barroso ha dichiarato: "Abbiamo bisogno di molte Germanie in Europa."
Si è scritto che se il Trattato di Maastricht è sinonimo di Europa neoliberista, il nome della Merkel diventerà sinonimo della rottura dell'Europa.
La Merkel ha ridefinito i parametri stessi del progetto europeo, non avrebbe menzionato l'euro-crisi nemmeno una volta durante la sua campagna elettorale; il giorno dopo le elezioni ha ripetuto che lei è la cancelliera di tutti; l'obiettivo di questa politica europea sembra essere quello di creare un nuovo tipo di Europa, un'Europa "merkelificata".
La Merkel forgia i paesi a propria immagine. L'export tedesco costituisce oltre il 50 percento del PIL tedesco, "la nuova Europa è il paradiso della Merkel".
Questa Europa non sarà basata sul modello degli "Stati Uniti". Non necessiterebbe di basi militari sparse per il pianeta. E' un modello basato sull'alta produttività e i bassi salari. La svalutazione dell'euro, abbinata all'elevata produttività dell'export tedesco e al basso costo del lavoro, è un vantaggio competitivo per l'industria tedesca dell'export. Ha realizzato paesi creditori nel centro e paesi indebitati in una periferia che sarà complementare al modello tedesco.
Il modello ottimizzato dalla Merkel, è senza alternative, la Merkelmania significa che nessuno vivrà più "oltre i propri mezzi". La Merkel non vuole risolvere la crisi del capitalismo. Vuole creare un nuovo capitalismo - sulle rovine del vecchio stato sociale e della democrazia. Trasmette la promessa di questo nuovo mondo con il linguaggio dei "valori europei", che non significano nient'altro che il nazionalismo del Deutschmark, trasposto a livello europeo.
Photo edited by Vocidallestero |
La Merkel ha creato una "Unione" Europea ad immagine napoleonica. Napoleone diffondeva i valori francesi negli altri paesi, così oggi la Merkel diffonde i valori tedeschi – efficienza, produttività e vantaggio competitivo. Un esponente di spicco del CDU, Volker Kauder, ha in qualche modo espresso il concetto: "in Europa ora si parla tedesco."
Quale Europa persegue?
Nel nome di quali interessi dovrebbero stabilirsi gli Stati Uniti d'Europa? Proprio di quelli che hanno causato gli attuali squilibri commerciali e la conseguente polarizzazione politica: nel nome della produttività e della competitività, in certi casi i salari nel sud Europa vengono tagliati anche del 25%.
Non c'è un ritorno agli anni d'oro del 1960: non c'è un ritorno alla stabilità politica combinata con la crescita dell'economia.
Nella nuova Europa, il mercato interno della Germania non può realizzare nuovo valore e così deve crearsi nuovi mercati e nuovi debitori. I paesi nella periferia dell'UE vengono ridotti a luoghi dove i surplus commerciali possono essere investiti con profitto.
E' di Henry Kissinger questa famosa frase, per il quale "la Germania era troppo piccola per il mondo e troppo grande per l'Europa." Con la cancelliera Angela Merkel al comando questo assunto non è vero. [1]
L'EURO E I PARAMETRI EUROPEI:
Marco Fortis, nel suo articolo "Così la Germania ha fregato l'Europa. Quel debito tedesco che nessuno vede", pubblicato sul quotidiano "Il Messaggero", offre un'analisi dettagliata dei punti di forza del governo tedesco, ed offre uno spaccato diverso della Germania e del vantato PIL, smitizzando tale ultimo valore: nel 1998, prima dell'emissione dell'euro come moneta comune, la Germania era la «malata d'Europa», registrava un Pil che cresceva molto meno di quello italiano.
"Le famiglie tedesche, dopo la riunificazione delle due Germanie, erano super-indebitate. La ricchezza finanziaria netta delle famiglie tedesche era di appena 1.796 miliardi di euro contro i 2.229 miliardi delle famiglie italiane".
L'era dell'euro ed interpretazione dei parametri di Maastricht: sono i parametri che stanno a certificare le presunte virtù e manchevolezze dei vari Paesi; si tratta di parametri rigidi, discutibili sul piano metodologico ed anacronistici, sono vantaggiosi solo per la Germania e parte del Nord Europa, mentre sono a svantaggio dell'Italia e dei Paesi dell'Europa Latina.
La Germania ha interpretato, determinato ed imposto un'interpretazione che va univocamente a suo beneficio, in antagonismo con gli altri Stati, usandoli strumentalmente per accrescere la sua forza, tradendo il fine stesso per cui l'UE è nata.
Sarebbe dunque, secondo Fortis, l'uso strumentale dell'euro ad ever reso ricca e creditrice la Germania verso l'estero, mettendola nelle condizioni di dettare oggi legge in Europa, non le riforme tedesche, tantomeno la discutibile crescita del Pil tedesco.
Crescita anche ottenuta con una drastica riduzione dell'import in questi anni, in favore dell'export e registrata nell'articolo del Messaggero Economia, in controtendenza con gli altri Stati membri che non avrebbero invece ridotto l'import.
Viene da chiedersi: tutta qui l'egemonia ed il primato tedesco?
I politici italiani, allora, di quale complesso soffrono nei confronti della dominante Germania?
E' come il cane che si morde la coda? Si ritorna quindi all'argomento trattato ad inizia articolo, alle banche e all'euro, e quindi al mix abbastanza indigesto per gli italici, " Eurobanche & politica Merkeliana".
L'EURO E I PARAMETRI EUROPEI:
Marco Fortis, nel suo articolo "Così la Germania ha fregato l'Europa. Quel debito tedesco che nessuno vede", pubblicato sul quotidiano "Il Messaggero", offre un'analisi dettagliata dei punti di forza del governo tedesco, ed offre uno spaccato diverso della Germania e del vantato PIL, smitizzando tale ultimo valore: nel 1998, prima dell'emissione dell'euro come moneta comune, la Germania era la «malata d'Europa», registrava un Pil che cresceva molto meno di quello italiano.
"Le famiglie tedesche, dopo la riunificazione delle due Germanie, erano super-indebitate. La ricchezza finanziaria netta delle famiglie tedesche era di appena 1.796 miliardi di euro contro i 2.229 miliardi delle famiglie italiane".
L'era dell'euro ed interpretazione dei parametri di Maastricht: sono i parametri che stanno a certificare le presunte virtù e manchevolezze dei vari Paesi; si tratta di parametri rigidi, discutibili sul piano metodologico ed anacronistici, sono vantaggiosi solo per la Germania e parte del Nord Europa, mentre sono a svantaggio dell'Italia e dei Paesi dell'Europa Latina.
La Germania ha interpretato, determinato ed imposto un'interpretazione che va univocamente a suo beneficio, in antagonismo con gli altri Stati, usandoli strumentalmente per accrescere la sua forza, tradendo il fine stesso per cui l'UE è nata.
Sarebbe dunque, secondo Fortis, l'uso strumentale dell'euro ad ever reso ricca e creditrice la Germania verso l'estero, mettendola nelle condizioni di dettare oggi legge in Europa, non le riforme tedesche, tantomeno la discutibile crescita del Pil tedesco.
Crescita anche ottenuta con una drastica riduzione dell'import in questi anni, in favore dell'export e registrata nell'articolo del Messaggero Economia, in controtendenza con gli altri Stati membri che non avrebbero invece ridotto l'import.
Viene da chiedersi: tutta qui l'egemonia ed il primato tedesco?
I politici italiani, allora, di quale complesso soffrono nei confronti della dominante Germania?
E' come il cane che si morde la coda? Si ritorna quindi all'argomento trattato ad inizia articolo, alle banche e all'euro, e quindi al mix abbastanza indigesto per gli italici, " Eurobanche & politica Merkeliana".
[1] Fonte: http://vocidallestero.blogspot.it/2014/01/il-mondo-secondo-angela-merkel.html
lunedì 25 febbraio 2019
Paolo Barnard: "Trickle-down economics" (gocciolamento dall'alto verso il basso) e "The Crisis of Democracy"
"Trickle-down economics": (gocciolamento dall'alto verso il basso") e "The Crisis of Democracy"
Tratto da un video di Paolo Barnard del 2009: Ecco come morimmo (Paolo Barnard)
Come è andata in Italia dagli anni 70' in poi.
"Perché le cose non cambiano?
La risposta è semplicissima.
Le cose non cambiano perché noi non sappiamo chi è il potere."
"Quindi stiamo combattendo contro un obiettivo sbagliato. Se non sai veramente chi governa la tua vita combatti contro quelli che in realtà non governano la tua vita."
"Il potere, il vero potere è stato di un'astuzia e di una furbizia incredibile. E' riuscito negli ultimi 35 anni a rimanere completamente nascosto, a proporre alle opinioni pubbliche un volto del potere che è falso, cioè a proporre le cosidette marionette del potere.
Tutto quello che noi crediamo oggi sia il potere, i politici, i ministeri, i magistrati, gli amministratori, quello che volete, non sono per niente il potere.
Quindi, ci hanno proposto questa immagine nella quale noi crediamo fermamente. Siamo proprio radicalmente convinti che questo è il potere da combattere e tutta la nostra azione civica o meglio, l'azione civica di quelle persone che si stanno organizzando, va contro questo muro fasullo, falso. Questa ombra sul muro che non è il potere.
Sinistra, destra, centro sinistra, centro destra, non è mai cambiato niente."
"Il vero potere è soprattutto un'idea, così come è sempre stato nella storia.
Il vero potere sono le idee. E questa idea dice essenzialmente ciò: le élite devono ritornare ad avere la gestione di tutto concessagli dai cittadini, dalle masse, le masse devono mettersi da parte e aspettare pazientamente che il bene gli coli addossi dall'alto del potere. L'idea è che il bene deve colare dall'alto verso il basso. Questa idea ha dominato il mondo negli ultimi 35 anni.
"Trickle-down economics": "(gocciolamento dall'alto verso il basso"), fu Regan che si inventò questo termine ma Regan non inventò niente di nuovo, diede semplicemente un nome a quello che ho appena detto.
Trickle-down vuol dire proprio "sgocciolare verso il basso", cioè le economie che colano dall'alto verso il basso dalle élite verso le masse che devono essere messi da parte, anche i governi, secondo questa idea che è di potere, devono stare da parte.
E quello che è successo negli ultimi tre decenni è esattamente questo.
I governi si sono ridotti sempre più di dimensione e di potere. Devono stare da parte e devono permettere che questo accada.
Non si creda che stiamo parlando di cose campate per aria, di fantasie politiche.
Stiamo parlando di quello che regola la vita quotidiana di milioni di persone, a partire dallavoro, a partire dagli alloggi, a partire dall'istruzione, a partire dalla sanità, dalla gestione dell'economia, i tassi dei mutui, la moneta che abbiamo nelle mani, cioè praticamente tutto quello che è la nostra vita dipende da questo vero potere e non dalle marionette del potere.
Questa trattazione riguarda la nostra vita."*
"Perché le cose non cambiano?
La risposta è semplicissima.
Le cose non cambiano perché noi non sappiamo chi è il potere."
"Quindi stiamo combattendo contro un obiettivo sbagliato. Se non sai veramente chi governa la tua vita combatti contro quelli che in realtà non governano la tua vita."
"Il potere, il vero potere è stato di un'astuzia e di una furbizia incredibile. E' riuscito negli ultimi 35 anni a rimanere completamente nascosto, a proporre alle opinioni pubbliche un volto del potere che è falso, cioè a proporre le cosidette marionette del potere.
Tutto quello che noi crediamo oggi sia il potere, i politici, i ministeri, i magistrati, gli amministratori, quello che volete, non sono per niente il potere.
Quindi, ci hanno proposto questa immagine nella quale noi crediamo fermamente. Siamo proprio radicalmente convinti che questo è il potere da combattere e tutta la nostra azione civica o meglio, l'azione civica di quelle persone che si stanno organizzando, va contro questo muro fasullo, falso. Questa ombra sul muro che non è il potere.
Sinistra, destra, centro sinistra, centro destra, non è mai cambiato niente."
"Il vero potere è soprattutto un'idea, così come è sempre stato nella storia.
Il vero potere sono le idee. E questa idea dice essenzialmente ciò: le élite devono ritornare ad avere la gestione di tutto concessagli dai cittadini, dalle masse, le masse devono mettersi da parte e aspettare pazientamente che il bene gli coli addossi dall'alto del potere. L'idea è che il bene deve colare dall'alto verso il basso. Questa idea ha dominato il mondo negli ultimi 35 anni.
"Trickle-down economics": "(gocciolamento dall'alto verso il basso"), fu Regan che si inventò questo termine ma Regan non inventò niente di nuovo, diede semplicemente un nome a quello che ho appena detto.
Trickle-down vuol dire proprio "sgocciolare verso il basso", cioè le economie che colano dall'alto verso il basso dalle élite verso le masse che devono essere messi da parte, anche i governi, secondo questa idea che è di potere, devono stare da parte.
E quello che è successo negli ultimi tre decenni è esattamente questo.
I governi si sono ridotti sempre più di dimensione e di potere. Devono stare da parte e devono permettere che questo accada.
Non si creda che stiamo parlando di cose campate per aria, di fantasie politiche.
Stiamo parlando di quello che regola la vita quotidiana di milioni di persone, a partire dallavoro, a partire dagli alloggi, a partire dall'istruzione, a partire dalla sanità, dalla gestione dell'economia, i tassi dei mutui, la moneta che abbiamo nelle mani, cioè praticamente tutto quello che è la nostra vita dipende da questo vero potere e non dalle marionette del potere.
Questa trattazione riguarda la nostra vita."*
"E' importante dare qui il background.
Come nasce questo potere, come si afferma. Importantissimo capire da dove viene. Come sono arrivati dove sono arrivati oggi.
Negli anni '70 il mondo aveva raggiunto un'epoca inaudita nella storia dell'Umanità.
Dopo tre millenni di assolutismi, li possiamo calcolare, dove una minoranza esigua di esseri umani ha sempre per migliaia di anni gestito una massa enorme di persone alla disperazione, dopo tremila anni di questa storia, finalmente, con duecento anni di lotta dal basso, del potere delle idee, si è riuscito a ribaltare questa situazione.
All'inizio degli anni '70, dopo la decade degli anni '60, l'idea di sinistra, attenzione non i partiti, sto parlado dell'idea di sinistra, cioè idea che dice il bene comune va rimesso nelle mani dei tanti e gestito da pochi per conto di tanti e nell'interesse di tanti. Questa idea che questa è l'idea di sinistra, è la sinistra, dopo duecento anni di rivoluzioni, era riuscita ad arrivare al suo compimento storico maggiore. L' America - è una storia è poco raccontata - era a quei tempi uno dei Paesi più di sinistra forse del mondo occidentale.
In America, in Europa, gli stati sociali, il welfare, il trionfio del socialismo, anche nel il terzo mondo - di questo non se ne parla molto - Nixon e Kissinger sapevano benissimo che c'era una ventata di socialismo democratico, quindi anche nel terzo mondo questa idea di sinistra si stava affermando in maniera strepitosa. Questa idea di sinistra di all'inizio degli anni '70 stava veramente per dichiarare di aver conquistato la Storia.
Questo andava fermato."**
"Le élite che per tremila anni avevano dominato, e che per duecento anni avevano progressivamente subito delle perdite sempre maggiori, negli anni '70 decidono in quel momento di riprendersi il potere. E lo decisero precisamente, in una data precisa, in un momento preciso.
Siamo nell'agosto del 1971 quando la Camera di Commercio degli Stati Uniti d'America decide che è il momento di riportare in auge il potere delle élite, le destre economiche internazionali e distruggere per sempre la sinistra dopo duecento anni di vittoria.
Danno il compito a un avvocato, si chiama Lewis Powell.
Gli dicono di scrivere un memorandum.
"Le élite che per tremila anni avevano dominato, e che per duecento anni avevano progressivamente subito delle perdite sempre maggiori, negli anni '70 decidono in quel momento di riprendersi il potere. E lo decisero precisamente, in una data precisa, in un momento preciso.
Siamo nell'agosto del 1971 quando la Camera di Commercio degli Stati Uniti d'America decide che è il momento di riportare in auge il potere delle élite, le destre economiche internazionali e distruggere per sempre la sinistra dopo duecento anni di vittoria.
Danno il compito a un avvocato, si chiama Lewis Powell.
Gli dicono di scrivere un memorandum.
Il memorandum di Lewis Powell è un memorandum di ventitre pagine che questo avvocato - un legale esperto di corporazioni - scrive con un linguaggio di una semplicità eccezionale e conia in questo modo la prima grande arma della riscossa delle destre ecomomiche, la semplicità: la comunicazione semplice.
Guardate che, vi leggerò le frasi,questo uomo in ventitre pagine, con delle frasi che potrebbero essere scritte da un liceale, ha cambiato il corso della storia dell'Umanità, nientemeno.
Putroppo le sinistre, e questa volta mi riferisco non più all'idea di sinistra ma alle sinistre come partito, come movimenti, non sono mai state capaci di capire questa cosa.
Guardate che, vi leggerò le frasi,questo uomo in ventitre pagine, con delle frasi che potrebbero essere scritte da un liceale, ha cambiato il corso della storia dell'Umanità, nientemeno.
Putroppo le sinistre, e questa volta mi riferisco non più all'idea di sinistra ma alle sinistre come partito, come movimenti, non sono mai state capaci di capire questa cosa.
Quello che conquista è la forza delle idee e la semplicità delle idee.
Il Memorandum di Lewis Powell inizia immediatamente con una diagnosi:
"Noi delle destre economiche non ci troviamo di fronte ad attacchi sporadici, piuttosto l'attacco al sistema delle corporation è sistematico e condiviso.
C'è una guerra ideologica contro il sistema delle imprese e i valori della società occidentale.
E' arrivata l'ora per il business americano internazionale di marciare contro coloro che lo vogliono distruggere."
Come lo fa? E chi era il nemico?
"Certamente la sinistra estrema che è meglio finanziata e ben accetta di quanto non lo sia mia stata di prima nella storia."
"Le più voci più preoccupanti - continua l'avvocato - provengono da elementi perfettamente rispettabili come le università, i media, gli intellettuali, gli artisti e anche alcuni politici. Gli studenti in particolare perchè quasi la metà degli studenti è a favore della socializzazione dell'industria americana fondamentale."
Lewis Powell fa una chiamata alle armi."
Il Memorandum di Lewis Powell inizia immediatamente con una diagnosi:
"Noi delle destre economiche non ci troviamo di fronte ad attacchi sporadici, piuttosto l'attacco al sistema delle corporation è sistematico e condiviso.
C'è una guerra ideologica contro il sistema delle imprese e i valori della società occidentale.
E' arrivata l'ora per il business americano internazionale di marciare contro coloro che lo vogliono distruggere."
Come lo fa? E chi era il nemico?
"Certamente la sinistra estrema che è meglio finanziata e ben accetta di quanto non lo sia mia stata di prima nella storia."
"Le più voci più preoccupanti - continua l'avvocato - provengono da elementi perfettamente rispettabili come le università, i media, gli intellettuali, gli artisti e anche alcuni politici. Gli studenti in particolare perchè quasi la metà degli studenti è a favore della socializzazione dell'industria americana fondamentale."
Lewis Powell fa una chiamata alle armi."
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"Scrivono un rapporto chiamato LA CRISI DELLA DEMOCRAZIA (The Crisis of Democracy) e non perdono tempo, identificano immediatamente il punto.
Guardate, sono arrivati al veleno per uccidere la democrazia partecipativa in pochi istanti, in una frase molto semplice, è questa:
Guardate, sono arrivati al veleno per uccidere la democrazia partecipativa in pochi istanti, in una frase molto semplice, è questa:
"La storia del successo della democrazia sta nella assimilizione di grosse fette della popolazione all'interno dei valori, atteggiamenti e modelli di consumo della classe media."
Che cosa significa questo: per uccidere la democrazia partecipativa dei cittadini, quella che è arrivata al trionfio di due secoli di storia negli anni '60 e '70, bisogna prendere grandi masse di cittadini e farli diventare consumatori, spettatori, cioè buttarli a capofitto nell'esistenza commerciale e nella cultura della visibilità massmediatica.
Questo dissero in una frase di poche parole ed è esattamente quello che è successo.
Fa venire i brividi."
La crisi della democrazia. Rapporto sulla governabilità delle democrazie alla Commissione trilaterale
La crisi della democrazia. Rapporto sulla governabilità delle democrazie alla Commissione trilaterale | |
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Titolo originale | The Crisis of Democracy: On the Governability of Democracies |
Autore | Michel Crozier, Samuel P. Huntington, Joji Watanuki |
1ª ed. originale | 1975 |
Genere | saggio |
La crisi della democrazia. Rapporto sulla governabilità delle democrazie alla Commissione trilaterale (The Crisis of Democracy: On the Governability of Democracies) fu uno studio del 1975 scritto da Michel Crozier, Samuel P. Huntington e Joji Watanuki ecommissionato dalla Commissione Trilaterale e pubblicato nello stesso anno come libro.
L'edizione italiana fu curata nel 1977 e pubblicata con la prefazione di Gianni Agnelli.
Contenuti e tesi
Lo studio osservava la condizione politica degli Stati Uniti, dell'Europa e del Giappone, affermando chenegli Stati Uniti i problemi di governabilità "nascono da un eccesso di democrazia" e sostenendo "il ripristino del prestigio e dell'autorità delle istituzioni del governo centrale"[3]. In realtà "già Schumpeter stabiliva che tra le condizioni per il funzionamento corretto della democrazia vi fosse l’«autocontrollo democratico», cioè la rinuncia, da parte dei cittadini elettori, a tentare di influire attraverso manifestazioni, petizioni o pressioni di altro tipo, sull’operato degli eletti"[6].
Questo report fu un punto di partenza per tutti gli studi successivi che mettono in evidenza una supposta crisi contemporanea delle democrazie da risolvere con l'introduzione di tecnocrazie[7].
Incredibile dichiarazione di M. Monti sulla Grecia e risposta di P. Barnard
Paolo Barnard: «Monti è un criminale e un bugiardo» (L'ultimaParola 25Mag2012)
Europa
Lo studio sostiene che negli anni '60 i governi dell'Europa occidentale erano "stracarichi di partecipanti e richieste" che i sistemi burocratico-politici erano incapaci di gestire, con la conseguenza di rendere le loro società ingovernabili. Questo generò una decisione politica presa dalla Francia in "semisegreto, senza un dibattito politico aperto, ma con una quantità tremenda di incitamento e di conflitto intrabureaucratico"[8].
Ne è discesa la tesi della necessaria inerenza del segreto alla politica, di cui l’uomo, animale politico, deve accettare le leggi essenziali[9]; anche il rafforzamento dell'Esecutivo era un insegnamento frequente in quel tipo di approccio. In realtà, "il predominio dell’esecutivo, grazie al surplus di sovranità di cui esso strutturalmente dispone grazie al potere di segretazione, sposta in suo favore quell’equilibrio che, nella forma di governo parlamentare, dovrebbe sempre sussistere tra Parlamento e Governo, e quindi tra rappresentatività e governabilità "[11].
Stati Uniti
Lo studio sostiene che i problemi dagli Stati Uniti negli anni '60 derivavano dall'"impulso della democrazia ... che rendeva il governo meno potente e più dinamico, per un aumento delle sue funzioni ed una diminuzione della sua autorità" concludendo che tali richieste erano contraddittorie.
È una paradigma "che riflette tendenze più generali (la crisi del keynesismo e del welfare state nel nuovo contesto definito dai processi di globalizzazione) e che al tempo stesso rappresenta l’esito di quel “conflitto di cittadinanza” che negli anni settanta aveva visto contrapporsi da un lato spinte all’inclusione sociale e alla redistribuzione di poteri e risorse materiali e, dall’altro, la denuncia dell’eccesso di domanda proveniente dalla società, del sovraccarico della democrazia e della crisi della governabilità"[12].
** Memorandum di Powell
Il Memorandum di Powell è una lettera inviata dal giudice della Corte Suprema degli Usa, Lewis Franklin Powell, Jr. (19 settembre 1907 – 25 agosto 1998) il 23 agosto 1971 all'amico E.B. Sydnor jr., presidente della Commissione per l'educazione della Camera di Commercio statunitense.[1]
Storia
Il Memorandum è basato in parte sull'esperienza di Powell come avvocato d'azienda e come rappresentante per industrie di tabacco presso il parlamento della Virginia.
Con esso si chiese ai gruppi aziendali statunitensi di diventare più aggressivi nel plasmare le policies e la legge negli Usa e può aver ispirato negli anni e decenni a venire la formazione di vari ed influenti think-tank ed organizzazioni lobbistiche conservatrici, così come ha probabilmente spronato la Camera di Commercio Usa nel divenire ben più attiva politicamente.
Contenuto
Prima di accettare la richiesta del presidente Nixon a divenire Associate Justice alla Corte Suprema, Powell ha spedito il "Confidential Memorandum" con il titolo "Attack on the American Free Enterprise System".
Powell argomenta, "Le più inquietanti voci che si uniscono al coro dei critici sono giunte da parte di elementi della società assolutamente rispettabili: dai campus dei College, dai pulpiti delle chiese, dai media, da riviste intellettuali e ricercate, dalle arti, dalle scienze e dai politici"
Nel memorandum, Powell esorta a una "sorveglianza costante" dei libri di testo e dei contenuti televisivi, così come ad epurare politicamente gli elementi vicini a idee di sinistra. Powell indica il difensore dei consumatori Ralph Nader come principale nemico dell'impresa statunitense.
Analisi
Questo Memorandum ha presagito un certo numero di giudizi espressi della Corte in cui era presente Powell come giudice: e impresse un cambio in direzione "imprenditoriale" dell'interpretazione del Primo Emendamento della Costituzione Usa.
Sebbene scritto confidenzialmente per Eugene Syndor alla Camera di Commercio, il Memorandum fu scoperto dall'editorialista del Washington Post, Jack Anderson, che fece un report sui contenuti dello stesso un anno più tardi (Powell era già entrato come giudice nella Corte Suprema).
Anderson mise a fuoco gli sforzi di Powell di indebolire il processo democratico (come da Anderson inteso). Il Memorandum convogliò il pensiero di molti imprenditori e persone del business del tempo.
Il vero impatto del Memorandum era nel suo enfatizzare la costruzione di istituzioni, in specie aggiornando gli sforzi della Camera di Commercio nell'influenzare la policy federale. In questo il Memorandum si sarebbe rivelato seriamente influente nello spingere la Camera e altri gruppi a modernizzare i loro sforzi lobbistici verso il governo federale.
Le critiche degli studiosi
Luciano Gallino ha citato nella sua introduzione al volume Il colpo di stato di banche e governi. L'attacco alla democrazia in Europa il Memorandum di Powell indicando in questo l'inizio forse più palese e manifesto del tentativo (ad oggi riuscito e trionfante nelle opinioni del sociologo) da parte dell'ideologia economica neoliberale di permeare la società non solo o tanto attraverso gli strumenti legittimi della cultura accademica e della dialettica, ma attraverso canali di pressioni politici e simbolici in grado di bypassare le difese delle collettività in quanto il Memorandum forniva indicazioni per quanto riguarda la televisione, la radio, la stampa, le riviste scientifiche, la pubblicità. Il testo proponeva persino di intervenire sulle edicole, perché queste esponevano ogni sorta di libri e riviste "inneggianti a tutto, dalla rivoluzione al libero amore, mentre non si trova quasi nessun libro o rivista attraente e ben scritto che stia dalla nostra parte"
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Video pubblicato su You Tube da SpAvsApS il 29 feb 2012
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