lunedì 29 dicembre 2014

BABBO NATALE ABUSIVO e la sua segnalazione in danno presso il mio COA di appartenenza


E' con grande disappunto, condito da fastidio reagente, che comunico ad una massa indefinita, amica o nemica, indifferente che sia,  partecipe, gaudente o meno  dei guai e dei fastidi altrui, di aver ricevuto durante le sante feste natalizie, da un Babbo Natale abusivo e senza barba, indesiderato e sgradito, una segnalazione in mio danno presso il Consiglio dell'Ordine di appartenenza.

Non ho ricevuta solo quella, ho ricevuto intimidazioni e minacce esplicite da un tale, Marco Calabrese, avvocato, esercente la professione in quel di Roma.

A chi ha voglia, tempo, noia in quantità abbondante da dedicarsi alle esternazioni del soggetto menzionato, ed alle mie risposte, dedico questi screenshot (per visualizzarli in modo leggibile ingrandire le immagini).

La presente raccolta di screenshot verrà inviata via PEC al Consiglio dell'Ordine di quel "simpaticone" del Collega, e per conoscenza al mio COA. Lo scambio di post è agevolvemente visibile su Linkedin (teatro di battaglia scelto dal sig. Calabrese) cliccando QUI 



A commento, calzante, pubblico le riflessioni di un Collega (estranee ed avulse da questo contesto), che scelgo di dedicare al sig. Calabrese: "..chi scambia la professione forense per attività d'impresa, o di chi pensa che l'essere avvocato integri il perbenistico acquiescente rispetto della legge anche quando palesemente in contrasto con norme costituzionali (le uniche alle quali un avvocato deve esprimere osservanza, e sempreché non vengano modificate a detrimento della libertà umana), sono ancora più convinto delle nostre ragioni .." (cit. Sergio Savino)





































All'ardire del "Collega" ed in risposta alla sua tenace crociata contro gli "IRREGOLARI", iniziamo a mettere nero su bianco.


Art. 65 Codice deontologico forense. Minaccia di azioni alla controparte.
ARTICOLO 65 Minaccia di azioni alla controparte
1. L'avvocato può intimare alla controparte particolari adempimenti sotto comminatoria di azioni, istanze fallimentari, denunce, querele o altre iniziative, informandola delle relative conseguenze, ma non deve minacciare azioni o iniziative sproporzionate o vessatorie.


Richiamando in modo sparso alcune sentenze di Cassazione:


Il reato di minaccia è un delitto contro la libertà individuale nell' aspetto particolare della libertà psichica e si concreta nel prospettare a taluno un male futuro, il cui avverarsi dipende dalla volontà dell'agente. La forma e il modo della minaccia sono indifferenti. - E' sufficiente  la coscienza e la volontà dell'azione indipendentemente dal fine specifico che il soggetto attivo vuole perseguire nei confronti del soggetto passivo. Con ogni riserva, in ordine alla diffamazione a mezzo stampo  perpetuata in mio danno.




Sto organizzando le mie difese e ricercando materiale per la redazione di segnalazione al COA di appartenza del sig. Marco Calabrese. Ricambio il suo "gentil pensiero", pubblicato sul network Linkedin, che qui copio/incollo:



Marco Calabrese, AttorneyThe Family Law Italy, Founder Roma: "lei invece si trincera dietro un mollo conveniente anonimato, esortando i colleghi ad attività illecite. Si vergogni signora che io mi vergognerei, se fossi in lei a farmi chiamare avvocato. 

Le allego il testo della mia denunzia -oggi inviata. al Suo ordine di appartenenza. 



La signora Filippone Gabriella, vostra iscritta, su un blog intitolato Carisma Forense e Pubblicato su Linkedin oggi 28.12.2014 esorta i Colleghi a non iscriversi alla Cassa Avvocati. Chiedo di accertare se la stessa risulti iscritta alla Cassa stessa. Tale posizione ed incitazione, lungi dall’essere “politica” è gravemente lesiva del decoro della professione e se ne chiede pertanto la censura. 

SI chiede l’audizione del sottoscritto avvocato prima di procedere ad una eventuale archiviazione. 

Avv. Marco Calabrese" 

Sig. Calabrese, che dirLe? Le posso assicurare che la vergogna è reciproca, prendo in prestito i Suoi toni  altamente lesivi del decoro altrui, per ricambiare umilmente ed in tutta e sincera modestia   lo stesso sentimento di sdegno e vergogna, nei Suoi confronti, nel prendere atto di come interloquisce  con una collega avvocato. Il decoro e la dignità di linguaggio, quei requisiti imposti dalla deontologia forense a Lei sconosciuti,  sig. Calabrese.   

Io non esorto nessuno a non iscriversi alla Cassa, anche perché l'iscrizione alla Cassa è d'ufficio, e non esorto nessuno a non pagare. Il video che lei ha visto riguarda una protesta promossa da MGA Mobilitazione Generale Avvocati per porre all'attenzione dei media un problema, che non riguarda solo la ns. categoria, bensì riguarda quello che è comunemente definito come il "popolo delle partite IVA". Lei dimostra non solo confusione, dimostra di non essere aggiornato. Dimostra ciò malgrado di voler offendere ed anche pesantemente e puerilmente. In modo assolutamente inaccettabile per un avvocato.

Peraltro l'iniziativa non è nemmeno mia. E' di MGA Mobilitazione Generale Avvocati. La stampa si è ampiamente interessata alla protesta #iononmicancello che hanno pubblicato articoli, con tanto di foto dei selfie, sulle più importanti testate nazionali. Lo ribadisco non si incita a non pagare, MGA non ha inteso proporre di non pagare.

"..spiega il presidente di Mga, Cosimo D. Matteucci – che non abbiamo mai invitato nessuno a non pagare i bollettini. Piuttosto sosteniamo che chi non ce la fa a saldare in tempo, non debba essere costretto a cancellarsi dall'albo. E chiediamo una riforma: si passi al sistema contributivo, come è per tutti gli altri lavoratori, in modo che quanto dovuto sia sempre proporzionale al reddito”. (Fonte:" #Iononmicancello, la protesta si allarga ad altre categorie" articolo di Antonio Sciotto pubblicato da L'Espresso Repubblica


Link articolo: http://espresso.repubblica.it/.../iononmicancello-la...



#Iononmicancello, la protesta si allarga ad altre categorie
La rivendicazione di avvocati professionisti e freelance...
ESPRESSO.REPUBBLICA.IT

Non è mia abitudine discutere per banali  luoghi comuni e pretendo che il mio interlocutore, se tale vuole essere, sia quantomeno informato ed aggiornato degli argomenti che pone in discussione, invece di offendere, minacciare, oltraggiare e disonorare, a vanvera, nella sua voluta, strumentale ed "emerita ignoranza". 

Peraltro la Cassa forense ha indicato tempi e modalità di pagamenti dei contributi previdenziali per i nuovi iscritti e tali termini non sono affatto scaduti. Io non sono morosa e non le consento di definirmi tale, dal momento che non verso in tale situazione. Lei sta abusando del mio tempo, della mia pazienza, della mia correttezza e della mia buona educazione. 

Quanto ai morosi, quelli che in passato si sono iscritti volontariamente alla Cassa, non è che non paghino per il gusto di fare concorrenza sleale a lei, non pagano puntualmente per difficoltà loro proprie a sostenere le spese e gli oneri fiscali e previdenziali della professione e sono liberi di manifestare contro una pressione previdenziale che ritengono abnorme, anomala, o anche semplicemente ingiusta. Il fatto che stia bene a lei non implica e non obbliga altri colleghi ad avere la sua stessa opinione.

Lei si deve solo vergognare di rivolgersi così ad una collega, accusandola di concorrenza sleale. Lei non sa e pretende di sapere a danno degli altri. In questo caso in mio danno. Semplicemente , io non glielo consento. Lei mi ha infamata, mi ha accusata di concorrenza sleale e mi ha sollecitato di cancellarmi che altrimenti ci penserà lei a togliermi dall'imbarazzo. Tutto questo è gravissimo sia nei toni sia nei contenuti. L'ignoranza non scusa. Nemmeno la sua.



Marco Calabrese, Attorney
The Family Law Italy, Founder:


"Scusa: versiamo tutti in difficoltà economiche: perché non ti vuoi cancellare? Questa è concorrenza sleale. Se mi dici come ti chiami e dove sei iscritto ti denuncio io, togliendoti dall'imbarazzo"



Le ha scritte Lei, sig. Marco Calabrese, queste parole su Linkedin, Le faccio presente che hanno già commentato nei social network le sue parole valutandole come atti d'intimidazione e di minaccia esplicita, ed hanno anche considerato la SUA posizione (nella quale è arroccato) alla stregua di attività sleale volta a minare la libera concorrenza (tutelata con normativa europea) e la libertà di espressione " altrui, classificando il Suo fare come vagamente "mafioso", in un ottica non necessariamente giuridica ma di costume, anche in caso di irrilevanza penale del suo fare, i suoi modi richiamano atteggiamenti spicciativi ed intimidatori comuni a determinati ambienti.

Non sta facendo esattamente una bella figura presso i Colleghi. Lei è fuori da ogni continenza verbale e da ogni obiettiva valutazione, che è invece dovuta nei confronti di altri avvocati e di chiunque altro.

Denunci La Repubblica, Il Fatto Quotidiano e tutti gli altri quotidiani che hanno pubblicato articoli e foto dei selfie in questione, denunci 14.000 (ne sono molti di più) Avvocati - morosi o perfettamente in regola coi versamenti previdenziali - che chiedono un sistema previdenziale equo.

Denunci sé stesso per concorrenza sleale. Per istigazione alla concorrenza sleale in SUO vantaggio.

Qui di istigata purtroppo ci sono solo io, obbligata dietro minaccia di segnalazione al COA, già da Lei materializzata e realizzata, istigata a darLe importanza che non merita, per inadeguatezza dei suoi appunti, disancorati dal Regolamento stesso di Cassa forense, costretta a seguire e contrastare il Suo ridondante pressapochismo di comodo e scandaloso. Le presenterò il conto.


Colleghi hanno anche significato che chi individua, come lei individua, nella protesta dei selfie una sorta di incentivo alla disobbedienza fiscale con conseguente richiesta di intervento di natura disciplinare che, in Italia, A SUA MEMORIA, sono Costituzionalizzati:


1) il principio di uguaglianza fra i cittadini;

2) diritto al Lavoro: togliere il lavoro a chi non paga SOL PERCHÉ NON PUO PAGARE è stato ritenuto ontologicamente incompatibile con un principio di massima costituzionale;

3) obbligo di concorrere alle spese pubbliche in ragione delle capacità contributive.


I Colleghi sanno di di rivolgersi nel network anche a fior di colleghi avvocati preparati che certamente capiscono e che non si spingono a fare delle figuracce viziate di totale ignoranza dei più essenziali principi costituzionali.


Altri Colleghi ancora Le hanno altresì fatto notare, commentando sul Suo profilo facebook, che  non si verte in ambito di incitamento alla rivolta fiscale e previdenziale. Tutto questo la campagna #iononmicancello non è. "Non è una protesta, non è fiscale e neppure contributiva. E' la segnalazione di un fatto vero e concreto che nessuno  può ignorare", in quanto pressoché diffuso a tanti,  tra il cd.  "popolo delle partite IVA".




Non pago del "casino" provocato su Linkedin, il sig. Calabrese dal suo profilo Facebook ha lanciato il seguente appello:




  • Riporto qui il commento pubblicato su linkedin dall'Avv. Manuela De Leonardis, intervenuta in mio "soccorso, che ringrazio.


    "C'è una errata interpretazione dello slogan #iononmicancello. Non si esorta nessuno a cancellarsi anzi, il contrario...si esorta a resistere al disagio creato e, attraverso il dialogo con le istituzioni e gli enti, cercare di creare una riforma del sistema previdenziale più adeguata. E'quindi solo un modo per attirare l'attenzione su un sistema inadeguato. Credo che molti dei colleghi, come me, siano già iscritti da anni alla C.F. ma ciò non vuole subire nel silenzio ogni riforma aberrante. Inoltre la cancellazione dall'albo non è automatica alla morosità, ma passa attraverso diverse sanzioni e non ci si cancella dalla Cassa Forense. In ogni sistema giuridico democratico fondato sul lavoro, non si è mai visto che venga negata la possibilità di lavorare se non si riesce a pagare per tempo i Contributi previdenziali. Tutto ciò è anticostituzionale. Per le morosità c'è Equitalia. La sanzione della cancellazione dall'albo per i morosi è da folli."


Così risponde il sig. Marco Calabrese:

"Pur ritenendo di aver abbondantemente già espresso la mia posizione, ecco il link dell'Espresso del 18 dicembre che illustra il movimento dei giovani avvocati. Il titolo esatto è "io non pago e non mi cancello (dall'Ordine)" http://espresso.repubblica.it/palazzo/2014/12/18/news/i-giovani-avvocati-contro-la-cassa-forense-nasce-la-campagna-io-non-pago-e-non-mi-cancello-1.192355

Si tratta di un chiaro incitamento alla rivolta fiscale e a disobbedire alle leggi, così dando luogo ad un altrettanto chiara concorrenza sleale nei confronti di chi la Cassa la deve pagare per forza. 

Ora, se si fa pubblicità a questo tipo di rivolta, si dà il caso che io (che potrei anche aver capito male, come dice la Collega che mi precede) mi inalberi e anche di molto. 

Qundi, io non ...cancello i miei post. Se vuole la proprietaria del Blog sa come fare a censurarmi. Chi scrive su una pubblica tribuna si deve aspettare conseguenze per le proprie azioni, che a mio avviso sono incompatibili con il decoro della professione. 

Voglio infine precisare che: 

* Questa è una tribuna internazionale, e la campagna ribadisce il nostro italico profilo di potenziali evasori da quattro soldi.



* a non tutti fa piacere essere accomunati agli evasori, contrari all'iscrizione alla Cassa di Previdenza. I contributi si pagano, e quando non si possono pagare si rateizzano ma non si evadono, trattandosi di un obbligo di legge.



Tanto dovevo."


Seguono le mie stanche repliche.



Cosimo D. Matteucci non può rispondere dei titoli ad effetto della stampa, in special modo se all'interno dell'articolo ha ben specificato che la campagna non è un invito a non pagare. 



Ad ogni modo il titolo del mio video contributo alla campagna di MGA è "WELCOME TO CASSA FORENSE" / BENVENUTI A CASSA FORENSE, quindi cosa pretende di addebitare a me? E a quale titolo? 



Altri Colleghi ancora Le hanno altresì fatto notare, commentando sul Suo profilo facebook, che non si verte in ambito di incitamento alla rivolta fiscale e previdenziale. Tutto questo la campagna #iononmicancello non è. "Non è una protesta, non è fiscale e neppure contributiva. E' la segnalazione di un fatto vero e concreto che nessuno può ignorare", in quanto pressoché diffuso a tanti, tra il cd. "popolo delle partite IVA".





  • Gabriella Filippone
    avvocato
    Sig. Calabrese, in nessun cartello del mio video compare la scritta "non pago e non mi cancello". Lei SE si è ricreduto ritiri la sua letterina inviata con tanta solerzia al mio COA, e mi dia prova di averla ritirata (diversamente anch'io andrò avanti) in quanto appartengo per mia fortuna ad un COA moderno, composto da persone giovani/giovanili ed in gamba e di cui non ho di che lagnarmi. E' un COA che non ha tempo da perdere appresso a distorte ed offensive, umilianti valutazioni altrui, sconnesse persino dal regolamento di Cassa forense. Si dice che bisogna trattare come ci trattano che non si sbaglia mai. Eppure mi freno dal risponderle a tono. E visto che lei è il primo ed il solo a fregarsene della deontologia, devo desumere che qui lei scriva come Marco Calabrese e non come avvocato Marco Calabrese perché altrimenti tutti i corsi di formazione obbligatori sulla deontologia, per lei, possono essere dichiarati falliti, per tutto quanto la riguarda. Eppure lei, lo sappiamo bene, agisce, scrive e manda letterine al mio COA, invitando altri a farlo su facebook, dal suo profilo personale, come avvocato Marco Calabrese, con studio in Roma se non erro.



  • avvocato
    Purtroppo cara Collega Manuela De Leonardis, il sig. Marco Calabrese sa bene che il regolamento porterà tante cancellazioni, come ne ha già portate, poiché nessuno o pochi sono così folli o in grado di sostenere un indebitamento importante con la Cassa e di ricevere senza malessere alcuno le Cartelle di Equitalia a fronte di una morosità previdenziale imposta ed avulsa dal reddito, anche a reddito 0 o di poche migliaia di euro, magari protrattasi negli anni. Per questo spinge il sig. Calabrese per le cancellazioni in modo così pesante. Senza rendersi conto però che così argomentando, come argomenta, la "gran figura" di concorrente sleale" in tal modo la ricopre lui stesso e non io, come lo stesso intende offendermi e diffamarmi a mezzo di social network. Il sig. Marco Calabrese nemmeno sa che pende ricorso davanti al TAR di Roma avverso il regolamento istitutivo dei contributi minimi obbligatori. Probabilmente nemmeno sa cosa siano i contributi minimi obbligatori, troppo distanti dal suo mondo. Nemmeno sa che non tutti accettano acriticamente, come lui, un regime contributivo previdenziale, se non ci stanno dentro, se non riescono a tenerne i ritmi massacranti. Nella loro libertà di espressione e di opinione richiedono un passaggio dal regime retributivo a quello contributivo, anch'io lo richiedo. Nulla è immutabile, nemmeno un regime previdenziale. Perché quest'uomo va blaterando su facebook che il mio post è illegale chiedendo che vadano puniti gli IRREGOLARI (nel versamento dei contributi) saranno fatti loro, problemi loro, se la vedranno loro con Equitalia o intende sfidarli a duello uno ad uno o invoca uno stato dittatoriale di polizia che manganelli quelli che lui ritiene IRREGOLARI, allontanandoli di forza dai tribunali? Mi spiace io non ci sto, non voglio nemmeno spartire l'aria con un soggetto come Calabrese, per come si palesa agli altri con fare minaccioso ed intimidatorio. Non ho niente da spartire con lui, con la sua violenza invocata ed esplicitata, nei modi e nelle parole. Perché accusa il mio video e quindi me di istigazione a non so cosa, quando i selfie sono stati promossi da MGA Mobilitazione generale Avvocati e non da me? Quando ho pubblicato il video a campagna già chiusaQuando ho pubblicato il video a campagna già chiusa e già ampiamente diffusa dai quotidiani nazionali, con tanto di foto dei selfie? E di cosa accusa gli "irregolari"? Dei debiti con Equitalia? Ed essere indebitati equivale ad essere concorrenti sleali? Siamo su scherzi a parte? 
  • ? E di cosa accusa gli "irregolari"?



Nessun commento:

Posta un commento

Lascia un commento

Archivio blog