CI VOGLIONO COSI'?
Articolo di Gabriella Filippone (avvocato) - Pubblico l'amaro e triste sfogo di un Avvocato siciliano, Elisabetta, che ha sentito di dover inviare una missiva al suo COA di appartenenza.
La missiva è stata poi diffusa anche on line dai Colleghi, come un "tam tam" tra i gruppi forensi.
Un "J'accuse" perché si sappia, questa è la condizione di tanti liberi professionisti in Italia, avvocati, architetti, ingegneri, medici geometri ... ed è anche quella di altri, lavoratori autonomi quali gli artigiani, i commercianti, i piccoli imprenditori, insomma un po' tutto il cd. "popolo dei professionisti e delle partite IVA" è interessato al fenomeno sociale ed economico in atto.
Il problema è che non solo c'è poco lavoro o è mal distribuito (secondo le opinioni correnti) è che vogliono proprio incastrarci di debiti, sbatterci fuori. E ad oggi, per quanto riguarda specificamente la nostra categoria forense, hanno dimostrato di poterlo farlo, imponendo il famigerato regolamento.
Ci pretendono in Cassa e pretendono soldi, anche se e quando non hai prodotto reddito. Non ci lasciano in pace. Si sono inventati i contributi minimi obbligatori. Una sorta di mixture tra "mobbing e stalking professionale" molto spinta, nella "complice" o "compiacente" indifferenza statale/governativa. Uno Stato indebitato che vuole anche noi indebitati.
Stiamo reagendo, è stato impugnato davanti al Tar del Lazio il noto Regolamento di Cassa Forense, ne è stata chiesta la sospensiva.
Ci stiamo provando ad evitare l'esodo dall'Albo dei Colleghi, considerati dall'Ordinamento Forense una "zavorra" e precipitati dalla Cassa di categoria in una situazione di debitori legali in quanto il titolo è considerato presuntivo di reddito (magari!).
Fase cautelare: l'udienza per la sospensiva chiesta con Ricorso patrocinato dall'A.Gi.For (Associazione Giovanile Forense) avverso il Regolamento Previdenziale di Cassa Forense è stata fissata dal TAR del Lazio per il 1 dicembre 2014, ore 9.45, Sezione III Bis .
Considerazioni di Stefano Rodotà in "La rivoluzione della dignità": "Se le nuove opportunità sono offerte selettivamente, se l'accesso dipende dalle risorse finanziarie" dei singoli "si giunge ad una società castale; si opera una riduzione della cittadinanza, che diviene censitaria; più drammaticamente , si giunge ad un human divide ... insomma si materializza un'utopia al contrario, un'utopia negativa ...."
Ammiro la dignità della Collega e pubblico di seguito la sua missiva. Un'avvertenza: qualcuno/a ha ammesso di aver pianto o di essersi ritrovata/o a trattenere le lacrime agli occhi durante o a seguito della lettura. Potrebbe accadere anche a Voi. Se non volete assumerVi questa possibilità, questo rischio, evitate di leggere.
"Questa lettera non vuole essere nient'altro che quello che è: lo sfogo di chi non ce la fa più a tenersi tutto dentro nell'ennesima giornata in cui si cercano risposte al perché è andata così.
Sono un avvocato, mi sono laureata con il massimo dei voti 11 anni fa, ho fatto pratica in uno studio "importante", mi sono subito abilitata alla professione. Ho anche conseguito un Dottorato presso la nostra Università con cui mi onoro di continuare a collaborare, ovviamente senza percepire compensi ed oggi, a 37 anni, io non ho un euro in tasca. Quest'anno non ho guadagnato nulla; ma non il nulla che si dice tanto per dire o perché si deve evadere; NULLA NULLA. Faccio parte del popolo della Partita Iva, quello degli evasori per antonomasia; ma di quella parte di quel popolo a cui piacerebbe poter evadere il fisco per una ragione diversa dalla sopravvivenza. Io non percepisco disoccupazione, non godo di Cassa Integrazione né di procedure di mobilitá, non ci sono ammortizzatori sociali per me che ho perso il lavoro ma non posso dirlo: perché nessuno ti crede, perché un avvocato non può aver perso il lavoro e non può essere disperato. Non ho un cognome potente ma due genitori che mi hanno insegnato che la dignità viene prima di ogni cosa e per questo non mi sono venduta ad un sistema in cui se fai il "parafangaro", di sinistri falsi ancor meglio, sei sistemato alla grande! Ho sempre pensato che il Diritto fosse una cosa diversa da un colpo di frusta, che il Diritto fosse studio, ricerca, scoperta, invenzione, educazione, moralità, rispetto delle regole. E, invece, ho capito che non serve nemmeno scrivere in corretto Italiano.